Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
17 December 2012
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  
  
 
L’UNIONE SARDA

1 - L’Unione Sarda / Lavoro (Pagina 15 - Edizione CA)
L'INVENZIONE. Da 4 ricercatori un macchinario per rivoluzionare l'apicoltura
La pappa in tempo reale
La tecnologia per innovare anche i settori più tradizionali. Garuleu, una società appena costituita e che si è aggiudicata il bando di Sardegna Ricerche per le start up, ha infatti ideato un nuovo macchinario destinato a rivoluzionare l'apicoltura. L'obiettivo è di raddoppiare la produzione annua di pappa reale rendendo automatica la lunga operazione del “translarvo”, quella che consente di formare le celle e quindi allevare le api regine e ottenere la pappa reale. Al momento l'operazione può essere svolta soltanto a mano e può richiedere sino a 750 ore di lavoro, su un totale di 2 mila ore necessarie a produrre 90 chili di prodotto. «Rendere automatico il procedimento non potrà che accelerare e aumentare la produzione che oggi è limitata», spiega una dei soci, Annarita Baire.
L'AZIENDA L'idea è nata da quattro ricercatori (due della Sapienza di Roma e due dell'ateneo cagliaritano) che vogliono in questo modo rispondere alle richieste degli imprenditori agricoli per migliorare la produzione. «Stimiamo che l'investimento nell'acquisto della macchina possa essere ammortizzato dal cliente in soli due anni», aggiunge Annarita Baire. Ogni anno gli italiani consumano 40 tonnellate di pappa reale. Di queste solo il 3 % è prodotto in Italia. «La metà della produzione arriva dalla Cina con prezzi bassi ma qualità scadente», conclude l'imprenditrice. «Ci sono quindi i margini per una maggiore commercializzazione sia nel mercato italiano che in quello europeo». La novità, inoltre, non comporterà tagli al personale ma ha l'obiettivo di aumentare la produttività dei lavoratori. Adesso i ricercatori dovranno realizzare il prototipo del macchinario e metterlo in commercio con obiettivi ambiziosi: venderlo entro 6 anni ad almeno l'1% degli apicoltori italiani (circa 180 aziende). Garuleu, però, è già al lavoro per brevettare altre macchine che possano migliorare l'agricoltura.
Annalisa Bernardini
 
 
 
2 - L’Unione Sarda / Quartu Sant'Elena (Pagina 29 - Edizione CA)
Progetto giovani
Laboratori per l'Europa

Favorire la partecipazione dei giovani sardi alle tematiche locali, regionali, nazionali ed europee, incoraggiando la riflessione ed il dialogo con le istituzioni. Sono gli obiettivi del progetto “Costruisci il tuo futuro: il traguardo è l'Europa”, promosso dalle associazioni Elsa Cagliari, Aegee-Cagliari, Anci Sardegna e finanziato dalla Regione. Dopo l'apertura a Muravera, i laboratori proseguono oggi a Oristano e mercoledì prossimo a Quartu, all'ex Convento dei Cappuccini, in Via Brigata Sassari. I due laboratori coinvolgeranno complessivamente ottanta giovani e sono ancora disponibili diversi posti. La partecipazione è totalmente gratuita: è sufficiente compilare l'apposito form d'iscrizione sul sito del progetto www.costruisciiltuofuturo.it. Ai laboratori in città seguiranno corsi di approfondimento, a Cagliari e a Bruxelles.
  
 

 
LA NUOVA SARDEGNA 
   
3 - La Nuova Sardegna / Pagina 9 - Sardegna
Culurgiones futuribili e vini high tech 
Alghero. Grandissime opportunità per agroalimentare, biotecnologie, acquacoltura e sviluppo medico-farmacologico Esteso su parecchi ettari nel verde, il complesso di Porto Conte vanta decine di laboratori che gravitano su un’area coperta di 10mila metri quadri. Un altro corpo comprende bar, ristorante, mensa, foresteria. Un terzo gli uffici amministrativi della società e quelli delle aziende esterne. I laboratori “umidi” si trovano invece in una zona leggermente più basso, sempre sulla collina e sempre fronte mare. Accanto, impianti e capannoni.
LA MAPPA Sperimentazioni in super laboratori 
di Pier Giorgio Pinna
Il menù? Prego, accomodatevi: è già in laboratorio. Primo: culurgiones a lunga conservazione ma sempre freschissimi. Secondo: orate e spigole allevate negli impianti d’acquacoltura del domani. Vini e birre? Della casa: hight tech, naturalmente. E per chiudere in bellezza c’è pure qualche formaggio diverso dal solito: sardo doc e comunque iper sperimentale. Di sicuro, non si presenta come un qualsiasi ristorante della nouvelle cuisine che guarda al passato pensando alle prospettive prossime venture il complesso affacciato sull’azzurro mare della Riviera del corallo. E per un motivo molto semplice: qui a Porto Conte Ricerche il futuro è già arrivato. Oggi si analizza, si scava, si sminuzza: e tutto dopodomani sarà realtà nell’alimentare avanzato. Ma le indagini scientifiche, in questo parco con vista mozzafiato a due passi dalle Grotte di Nettuno e dai resti della villa romana di Sant’Imbenia, non si limitano all’agri-food. I cibi bio, l’allevamento dei pesci e le loro potenzialità sono solo il segmento di una catena molto più vasta e articolata. Un’ampiezza d’orizzonte con approfondimenti altamente sofisticati: attività svolte per le imprese tradizionali, per società di tecnologia all’avanguardia, per ricerche applicate all’industria. Sino ad arrivare a prodotti utili per la farmaceutica, alla scoperta di procedure d’analisi avveniristiche nella lotta contro i tumori, all’individuazione di sistemi alternativi in veterinaria e nella bio-ingenegneria. Ma perché allora si può parlare di paste sarde del futuro? È semplice. Così come per gli esperimenti conclusi con successo sugli amaretti proprio a Tramariglio adesso l’obiettivo è fare in modo che l’impasto interno rimanga a lungo morbido, non si secchi o si deteriori in breve tempo. «Un traguardo raggiungibile attraverso lo studio delle cariche microbiche nelle diverse sostanze e delle possibili contromisure per conservare elastica la pasta», spiegano al Centro ricerche. Lo stesso discorso riguarda analisi in atto sulla purea di patate al posto dei fiocchi. E anche gli esami sui formaggi. Nel parco a pochi passi da Capo Caccia c’è persino un panificio dove si mettono a punto strategie per nuovi trattamenti naturali di pistoccu, farine, spianate. E l’aspetto più interessante è che, nel bioalimentare come in altri settori, le indagini vanno di pari passo con la produzione industriale o artigianale. Tanto che in questi laboratori operano coi loro staff una ventina di aziende private all’avanguardia in campi che vanno dalla farmacologia, alla medicina e alle biotech. Il complesso di Tramariglio fa capo alla Regione. Rientra nell’assessorato alla Programmazione attraverso Sardegna Ricerche, che controlla Polaris, da cui dipende anche il grande centro tecnologico di Pula. Del Comitato scientifico di Pcr – oltre ai componenti espressi dall’università di Sassari che nel parco conduce importanti iniziative – è stato di recente chiamato a far parte Pierandrea Serra. Ultimamente le indagini hanno conosciuto forte espansione. Per capirlo basta pensare che strumenti e apparecchi, tutti ultramoderni, hanno un valore superiore ai 10 milioni di euro. E che gli scenari delle ricerche sono suggestivi quanto le vicine falesie a picco sul mare. Molte le indagini condotte anche dai privati nel recente passato. «L’elenco comprende studi su tè verde e nanotecnologie, bottarga, “bionde” aromatizzate con sapa di cannonau, ma anche caratterizzazioni in ambiti differenti», ricorda l’amministratore di Pcr, Sergio Uzzau, citando fra l’altro le esperienze del birrificio artigianale Barley. Non solo una filiera tutta sarda, a ogni modo. Metodologie all’avanguardia nell’analisi dei mangimi e dei criteri impiegati nella maricoltura, per esempio, sono filoni promettenti ovunque. Un po’ come per i vini hight tech. «Si parte da rossi e bianchi dell’isola per evidenziare i marcatori delle componenti aromatiche e si prosegue con altre sperimentazioni nei vitigni», puntualizzano nel parco. Poi si possono monitorizzare le condizioni climatiche dei terreni giorno per giorno, così come le situazioni di crescita dei grappoli d’uva. Insomma, un controllo di qualità esportabile dappertutto. E che per Porto Conte Ricerche invita al più antico dei brindisi made in Sardinia: a zent’anni.
 
LE RICHIESTE DELL’ATENEO DI SASSARI 
«Meglio interscambi con più integrazioni» 
ALGHERO L’università guarda con interesse a Porto Conte. Di recente, a distanza di mesi dai rilievi dell’ispettore ministeriale Donato Centrone, è stato rivisto il contratto di comodato per gli immobili, tutti di proprietà dell’ateneo sassarese sin dalla costruzione negli anni ’80. La cessione d’uso resta a titolo gratuito. Spiega Donatella Spano, delegata prorettore su ricerca e trasferimento tecnologico: «Con la nuova intesa vogliamo promuovere e sviluppare le massime sinergie per l’alta formazione nel Nord Sardegna. Provvedere poi a una ridistribuzione dei laboratori. E regolamentare gli spazi del complesso». «In vista di una ridiscussione del contratto nel 2014, l’idea è creare più integrazioni tra atenei dell’isola, Sardegna Ricerche, parco tecnologico», aggiunge Spano, che col professor Enrico Grosso fa parte in nome dell’università del nuovo Comitato scientifico di Pcr. «Se parliamo di spin off, di brevetti, d’indotto legato alla proprietà intellettuale e del sistema-laboratori, si otterrà una notevole spinta dal mettere insieme tutte le nostre risorse, anche per facilitare il progetto “Innovare” finanziato dalla Regione», afferma. Tante le iniziative dell’università di Sassari a Porto Conte: simulazioni cardiologiche avanzate, nanobiotecnologie, ricerche su infezioni veterinarie, riconoscimento facciale, analisi del movimento, biosensori e telemetria. Sergio Ledda, docente a Veterinaria, sino al 2010-2011 prima membro e poi presidente del Consiglio scientifico di Pcr, ora ritiene «indispensabile più integrazione con l’università». «L’innovazione – dice – passa dall’allargamento e dalla valorizzazione degli sforzi sul capitale umano, oltre che dalle dotazioni strumentali». «Credo che il Pcr debba diventare un braccio dell’ateneo per lo sviluppo territoriale contribuendo a trasformarsi in biglietto da visita per la progettazione europea», chiarisce. «Perché nell’impatto internazionale c’è bisogno di una massa critica adeguata per sviluppare al meglio tutte le nostre potenzialità verso l’innovazione», conclude. (pgp)
 
 
 
4 - La Nuova Sardegna / Pagina 11 - Sardegna
Alta formazione, accordo fatto con le imprese 
E’ stato firmato l’accordo sull’apprendistato tra la Regione, le parti sociali e l’Università. Francesco Lippi, presidente di Confapi Sardegna, (nella foto), commenta: «E’ una grande occasione per consentire l’alta formazione d'impresa ai giovani». Il contratto di apprendistato di alta formazione e di ricerca è uno strumento primario per consentire ai laureati di accelerare l'ingresso nel mondo del lavoro. Il contratto può essere stipulato per tutti i settori di attività ed è finalizzato al conseguimento di titoli di studio universitari e dell'alta formazione.
 
 
 
5 - La Nuova Sardegna / Pagina 18 - Nuoro
Tonara 
Esperti a confronto sui grandi alberi del Gennargentu 
TONARA L’università di Sassari e gli esperti di biologia vegetale si muovono per la tutela del patrimonio arboricolo della Sardegna. Una ricchezza in fatto di varietà che deve essere studiata e protetta. Questo per il rischio legato alle patologie infestanti tipiche, a quelle arrivate di recente e all’incuria, il peggior nemico dei grandi boschi. Si è tenuto a Tonara un convengo sui grandi alberi del Gennargentu. Dopo i saluti del sindaco Pier Paolo Sau, è intervenuto Fedele Fabio Tore, del gruppo di Lavoro Apq Ricerca e Innovazione tecnologica, organo dell’assessorato della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. «È stata poi la volta di Ignazio Camarda – responsabile del progetto Biodiversità degli alberi monumentali della Sardegna – che si è soffermato sullo stato di salute del patrimonio verde. Interessantissimo l’intervento di Antonio Franceschini che ha trattato il tema delle nuove minacce per la biodiversità negli ecosistemi agro-forestali della Sardegna. Incidentalmente si è fatto riferimento ai nuovi parassiti giunti da oltremare, a causa di inopinati acquisti di legnami contaminati da infestanti che ora sono a dimora tra i boschi del Gennargentu, infestandoli. L’università di Sassari è in prima linea con i progetti di difesa, con metodi medicinali e antagonisti naturali. Antonello Brunu e Gabriella Vacca sono entrati nello specifico trattando di tassi e agrifogli monumentali del Gennargentu. Michele Puxeddu, funzionario dell’Ente foreste si è occupato dei i giganti di roverella relitti del Gennargentu. Toccante l’intervento di Gian Piero Poddie, presidente di Assoboschi in Sardegna, uno dei maggiori conoscitori del castagno nell’isola che ha delineato un panorama preoccupante, soprattutto per quanto riguarda lo stato di salute delle piante. Michele Peddes, invece ha trattato delle rarità e unicità: il caso di Sorbus aucuparia in Sardegna. Ieri il gruppo è partito in escursione nel territorio di Desulo e Tonara per verificare la tutela dei castagneti del Gennargentu. Durante la visita saranno ammirate anche le grandi querce, i castagni e gli agrifogli nella vallata del rio Aratu (Desulo), con parentesi a Su Vilariu. (g.m.)
  
    

QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa CRUI
Link: rassegna stampa MIUR

 

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