Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
13 November 2012
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  
    

 
L’UNIONE SARDA

1 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
Rettorato
LAUREA AD HONOREM PER GILLO DORFLES

“Comunicare e progettare tra fatti e fattoidi”: è questo il titolo della lectio magistralis che Gillo Dorfles, professore universitario, terrà in occasione del conferimento della laurea magistrale ad honorem in Lingue moderne per la comunicazione e la cooperazione internazionale, oggi alle 11.30 nell’aula magna del Rettorato di via Università.
Durante la lectio, sono previsti interventi di Aldo Colonetti in un dialogo “non simulato”. Gli organi collegiali dell’Ateneo hanno deliberato, nei giorni scorsi, di conferire la laurea honoris causa «per le ragioni generali della carriera e per lo specifico ruolo svolto dal professor Dorfles nell’Ateneo cagliaritano».
Gillo Dorfles, oltre ad essere decano degli studi di estetica in Italia e tra gli animatori più vivaci della scena artistica e teorica del secondo Novecento, è stato pittore prima di diventare docente universitario di Estetica, a partire dagli inizi degli anni Sessanta, nelle università di Milano, Trieste e Cagliari.
 
 
2 - L’Unione Sarda / Cronaca di Alghero (Pagina 25 - Edizione OL)
La facoltà è a rischio di trasferimento
ARCHITETTURA, SLITTA IL VERTICE PER LA SEDE

Salta la seduta di commissione consiliare interamente dedicata al problema della facoltà di Architettura. Ieri l’incontro con il direttore del Dipartimento Arnaldo Cecchini non si è potuto svolgere a causa di sopraggiunti impegni di alcuni componenti della commissione Cultura e istruzione. L’audizione è stata così posticipata alla settimana prossima. Un rinvio che preoccupa non poco i vertici del polo didattico che da mesi lamentano la carenza di spazi e l’urgenza e la gravità dei problemi che interessano Architettura, a rischio di trasferimento. «Stiamo esaminando tutte le possibili alternative per facilitare una soluzione o per trovare altre destinazioni - ha spiegato il preside Cecchini alla presidente della commissione Natacha Lampis - Ovviamente, come ho avuto modo di ribadire, se qualcuno di noi, a partire da me, fosse d’ostacolo alla possibilità di trovare una soluzione positiva nell’interesse della città e del Dipartimento, non esiteremo a rimuovere questo ostacolo». Il sospetto del direttore del Dipartimento, quindi, è di non essere particolarmente simpatico all’Amministrazione. «Aguzzeremo la vista e le orecchie per cogliere eventuali segnali in questa direzione», ha assicurato Cecchini. ( c. fi. )
 
 
3 - L’Unione Sarda / Economia (Pagina 15 - Edizione CA)
Oggi la discussione all’Ecofin
Tobin Tax, imposta con effetti negativi
Riccardo De Lisa *
Nella Legge di Stabilità 2013, il Governo ha proposto di tassare le transazioni finanziarie. Si tratta di un’imposta di bollo per le compravendite di azioni, e di strumenti finanziari assimilati, nel mercato secondario e per le transazioni in derivati. È la versione italiana della Tobin Tax, di cui oggi discuterà l’Ecofin, su proposta del Commissario alla Fiscalità Algirdas Semeta. L’imposta, originariamente proposta dal Nobel James Tobin per le operazioni finanziarie in valuta, divide gli economisti (e i politici) in sostenitori e contrari.
Chi vuole la tassa, argomenta che la speculazione sui mercati finanziari è sostanzialmente “sporca” ed è dannosa per l’economia. I trader speculatori sono le streghe dei mercati finanziari e, in quanto tali, vanno combattute e, possibilmente, bruciate. Istituire l’imposta serve, dunque, per riportare a normalità i mercati finanziari. L’incremento di gettito che ne deriva sarebbe poi da destinare a rilevanti ed eticamente significativi programmi di investimento strutturale. Tassare le transazioni finanziarie è pertanto giusto.
I “contrari” sono di avviso diverso. La Tobin Tax non serve, anzi è dannosa per l’economia: deprime il mercato finanziario e innesca una spirale depressiva che si ripercuote sull’economia reale. L’imposta, sostengono i contrari, è pagata dalle banche, ma solo in prima istanza, perché poi il soggetto che alla fine è “percosso”, è la clientela bancaria. Dietro la Tobin Tax non vi sono nobili propositi di generare positive ricadute nell’economia, ancora si sostiene, ma una chiara esigenza di fare cassa per le pressanti esigenze di finanza pubblica. Si è di fronte a una sostanziale incapacità di gestire le crisi finanziarie e si opta per la strada breve di rimpinguare le casse pubbliche con un aumento della pressione fiscale sui mercati finanziari. Inoltre, la Tobin Tax può generare pericolose fughe di capitali, laddove non sia applicata in modo generalizzato nei diversi Stati. Oggi, forse anche Tobin ci penserebbe due volte.
* Università di Cagliari
 
 
4 - L’Unione Sarda / Cronaca di Oristano (Pagina 18 - Edizione OR)
Iniziativa dell’assessorato comunale ai Servizi sociali
DISABILI E LETTURA

Un piano per agevolare l’avvio al lavoro Rendere più agevole alle persone disabili l’inserimento nel mondo del lavoro e l’accesso alla biblioteca. “Diversabilità alla rete di pubblica lettura” è il progetto del Comune nato proprio per migliorare le possibilità delle persone diversamente abili ai servizi bibliotecari e culturali e al mondo del lavoro. Oggi è in programma il seminario di chiusura del progetto, l’appuntamento è alle 9 nella sala conferenze dell’Hospitalis Sancti Antoni.
Il Comune ha realizzato il progetto in collaborazione con il dipartimento di Psicologia dell’Università di Cagliari, la cooperativa sociale Studio e Progetto 2 di Abbasanta, la cooperativa sociale Digitabile di Oristano e la biblioteca comunale di Pirano (Slovenia). «Il progetto è nato per realizzare azioni specifiche per l’integrazione sociale dei “diversabili” dando agli operatori bibliotecari gli strumenti per facilitare il rapporto con gli utenti» ha spiegato l’assessore comunale ai Servizi sociali Maria Obinu. L’iniziativa, iniziata con una sorta di mappatura dell’offerta del sistema bibliotecario delle province di Oristano e Cagliari, ha realizzato un’indagine scientifica per individuare i punti di forza e debolezza dei servizi. «Si è cercato di garantire l’accesso ai servizi pubblici per le iniziative di promozione della lettura e per consentire l’inserimento lavorativo» aggiunge l’assessore.


5 - L’Unione Sarda / Salute (Pagina 45 - Edizione CA)
RICERCA. La lotta al virus HCV in Sardegna
CONTRO L’EPATITE DUE NUOVI ALLEATI

Si rafforza il fronte di lotta contro l’Epatite C. Arrivano nuove armi per contrastare gli effetti dell’HCV (epatitis C virus), causa di una malattia del fegato che incide sul tre per cento circa della popolazione mondiale. Con gravi conseguenze quando diventa cronica e può degenerare in Cirrosi epatica e tumore. L’Epatite C oggi è già curata con una batteria di farmaci efficaci, (ma non privi di effetti collaterali) come la Ribavirina e l’Interferone, in grado di assicurare buoni risultati. Fino ad arrivare, in certi casi, alla guarigione del paziente.
INIBITORI In un campo che coinvolge una vasta popolazione, con intuibili risvolti sociali, la ricerca è sempre attivissima. Sono così arrivati, anche in Italia, corredati da ponderosi studi, due nuovi farmaci, appartenenti alla categoria degli inibitori della proteasi: Boceprevir e Telaprevir, che promettono ulteriori passi avanti, rispetto alla terapia storica. Ma, come avviene per tutte le innovazioni, con diversi aspetti ancora da approfondire, per focalizzare con la massima approssimazione l’efficacia e non suscitare aspettative miracolistiche nei pazienti.
IL CONVEGNO Temi al centro di un convegno tenutosi all’ospedale Brotzu, di Cagliari, al quale hanno partecipato medici sardi, del continente e associazioni di pazienti. Nell’Isola esiste infatti un’attiva scuola di Epatologia, cui concorrono ospedalieri e universitari, di Cagliari e Sassari, che ha come punto di riferimento l’Aes (Associazione epatologi sardi). Un pull di specialisti che ha analizzato le nuove terapie sul piano scientifico, ma inquadrandole anche in un momento congiunturale che impone scelte difficili sul piano economico ed etico.
TERAPIE Già con gli strumenti oggi a disposizione, si ottengono comunque buoni risultati. Come spiega Roberto Ganga, direttore della struttura complessa di Medicina 1 del Brotzu (che con le dottoresse Laura Ponti e Debora Murgia ha organizzato la manifestazione): «Con una terapia adeguata, Ribavirina più Interferone, prolungata nel tempo, in un paziente che risponde, possiamo ottenere la guarigione». Cioè interrompere la replicazione del virus, il massimo risultato. La possibilità di raggiungerlo è legata alla risposta positiva ai farmaci che si ottiene sui 4 genotipi che caratterizzano l’HCV: oscilla dal 50-60 per cento a un massimo dell’80. La terapia può durare da sei mesi a un anno. Con diversi risultati possibili: «C’è il paziente che dopo la cura dà una risposta virologica sostenuta, cioè smette di replicare il virus per lungo tempo e guarisce. Altri fanno il cosiddetto relapse: smettono di replicare, ma solo nel periodo in cui assumono i farmaci. Con altri ancora (i non responder) il trattamento non ha successo».
NUOVI FARMACI Con i nuovi prodotti si faranno significativi passi avanti? Uno dei due (Boceprevir o Telaprevir) sarà utilizzato in aggiunta a quelli tradizionali, formando una sorta di terapia a tridente: «Rappresentano una possibilità in più, ma non sono la soluzione di tutti i nostri problemi. Consentono di incrementare i risultati positivi sia sui relapse (30 per cento) che sui non responder». Sono inoltre da tener presenti gli effetti collaterali, «che si aggiungono a quelli creati dall’Interferone e dalla Ribavirina: manifestazioni cutanee, dall’orticaria ad altre più importanti, che possono interessare gran parte del corpo, creano un certo allarme nel paziente e vanno trattate dal dermatologo. Si può evidenziare anche anemizzazione, (valori bassi di emoglobina), che teniamo sotto controllo diminuendo la Ribavirina, e in certi casi ricorrendo all’emotrasfusione».
SCELTA ETICA Proprio la possibilità di nuove problematiche impone che la nuova terapia «vada gestita da medici esperti e proposta ai pazienti più adatti, sulla base delle loro condizioni: età biologica, presenza di altre patologie. Anche in vista di una nuova classe di farmaci, ancora più avanzati, attesa per il 2015 -2016 ». Si prospettano quindi scelte di carattere etico, ma anche economico: «Un ciclo terapeutico costa dai 20 ai 30 mila euro, da sommare all’Interferone, alle spese per il ricovero ed eventuali trasfusioni di sangue». Particolari, di questi tempi, non trascurabili.
Lucio Salis

I problemi etici e le terapie sempre più costose al convegno del Brotzu
Quel drammatico gioco delle parti fra il medico, il malato e le Asl
Il paziente, il medico e il terzo incomodo. Sono i protagonisti di uno psicodramma che si recita ogni giorno negli ambulatori: il malato che vuole essere curato, il dottore pronto a prescrivere i farmaci più efficaci e il Servizio sanitario pubblico che restringe i cordoni della borsa.
Se n’è parlato durante il convegno su “Terapie per le epatiti virali, efficacia, etica e qualità al servizio del paziente”. Un gioco delle parti a volte feroce. Perché di fronte all’arrivo di medicine innovative (sempre più costose, come nel caso dell’Epatite C e di altre patologie gravi) il medico deve confrontarsi anche con la spending review e la propria coscienza. L’etica in corsia, non è una novità, ma assume connotati particolari quando il punto di riferimento è «una spesa farmaceutica - ammonisce Pietro Mesina, dirigente sanitario della Asl di Nuoro - che in Sardegna dovrà passare dall’13 all’11 per cento, rispetto a quella sanitaria». Maria Grazia Ledda, Servizio farmaceutico della Asl di Cagliari, chiama in causa anche «la responsabilità del prescrittore: non si deve illudere il paziente, non si può dare tutto a tutti. Altrimenti la spesa esplode. È stato già previsto l’impatto economico delle nuove terapie a livello europeo».
Allora, che fare? «Dare il meglio e risparmiare - dice Luigi Demelia, gastroenterlogo all’università di Cagliari - attraverso la selezione ottimale dei malati. Di fronte alla loro pressione, dobbiamo fargli capire qual è la terapia migliore». Ma chi li trasforma in una forza d’urto? Secondo Mario Rizzetto, gastroenterologo all’università di Torino: «L’industria che vuole vendere, il medico che vuole curare, l’Aifa che vuole risparmiare». Ma intanto Pino Argiolas, associazione trapiantati di fegato Prometeo, chiarisce: «Come pazienti e cittadini rivendichiamo solo il diritto di vivere. Non si deve far pagare a noi il prezzo della crisi». Fermezza quindi, ma pure consapevolezza del problema. Espressa da Francesco Abate, giornalista e scrittore, trapiantato: «Se oggi siamo qui è perché siamo stati curati bene. Ma dal punto di vista della nostra anima e psicologia viviamo nella paura. Ci sentiamo un costo. Ci domandiamo persino cosa avremmo potuto fare per non ammalarci. Capiamo il problema etico: chiediamo soltanto di non essere privati del diritto alla cura». (l.s.)
 
 
6 - L’Unione Sarda / Provincia Ogliastra (Pagina 24 - Edizione NU)
TORTOLÌ. Diffusi i dati dell’osservatorio sull’immigrazione nella Provincia
SCUOLA, CROGIUOLO DI POPOLI I cittadini stranieri sono 885, nel 2003 erano 272
Vedi la foto Le scuole ogliastrine sono sempre più multietniche. Sono ottantaquattro gli studenti stranieri che frequentano gli istituti scolastici della Provincia. I più numerosi sono gli allievi marocchini (36), seguiti da nove studenti cinesi e otto rumeni. Quattro arrivano rispettivamente da Senegal, Brasile, Polonia. Tanti altri da un nugolo di nazioni diverse.
In Ogliastra si registra un incremento costante di stranieri (nel 2003 erano solo 272, nel 2011 sono 885) di conseguenza aumentano gli alunni che frequentano le scuole. Sono alcuni dati resi noti da Matteo Valdes dell’Osservatorio sull’immigrazione della Provincia Ogliastra, durante la conferenza sui Percorsi dell’integrazione “La stessa terra, Confront’arti in Ogliastra” che si è tenuta sabato nell’aula magna dell’Iti.
NUOVE STRATEGIE L’integrazione comincia sui banchi di scuola, luogo privilegiato di scambio multiculturale dove si impara il rispetto per gli altri e a vedere la diversità come una ricchezza. Visto l’incremento di stranieri in Ogliastra è necessario adottare nuove strategie di accoglienza. Questo lo scopo della conferenza organizzata dall’associazione interculturale Al Madrasa di Tortolì, con il contributo dell’assessorato alla Cultura della Provincia. Davanti a una platea gremita di studenti delle scuole superiori e delle medie, si è parlato di immigrazione e integrazione, con intervalli musicali che hanno visto l’esibizione del gruppo senegalese Guye Africa. Il dirigente scolastico Pier Paolo Scudu ha sottolineato l’importanza dell’educazione interculturale a scuola. Il presidente della Provincia Bruno Pilia e l’assessore alla Cultura Andrea Crisponi hanno garantito la volontà di favorire e promuovere politiche di accoglienza e di rispetto culturale. Con la proiezione del cortometraggio “Compagni di classe senza terra”, presentato dalla docente dell’università di Cagliari Maura Bagnone, gli allievi ogliastrini sono venuti a conoscenza della vita nelle scuole dei campi profughi di Gaza. «La partecipazione all’incontro ha superato nettamente le aspettative - dice Mirella Loi, presidente di Al Madrasa - da qui potranno scaturire importanti strumenti culturali e didattici utili per garantire una effettiva integrazione tra i banchi di scuola».
VIAGGIO IN ORIENTE La conferenza è stata un’occasione preziosa per gli studenti per capire meglio la questione palestinese spiegata da Jaumoul Ibraim dell’associazione Sardegna Palestina. L’altro tema affrontato da Hector Rios Santana, docente dell’università di Cagliari, è stato quello del ruolo fondamentale dei social network nell’esplosione della Primavera araba. Mentre Cristina Tanco, responsabile del settore immigrazione della Cgil, ha parlato dell’incremento del numero dei cittadini romeni in Ogliastra.
Rosangela Erittu
 
 
7 - L’Unione Sarda / Provincia di Sassari (Pagina 23 - Edizione OL)
Sassari
Università: via al master in chimica verde

Un master di secondo livello in "Chimica verde: produzioni chimiche e nuovi materiali da fonti rinnovabili". È stato istituito presso il dipartimento di chimica e farmacia dell’Università di Sassari, gratuito per i residenti in Sardegna. Il bando scadrà il 20 novembre. Il corso punta a offrire una formazione specialistica e si propone di fornire le conoscenze degli scenari internazionali dei processi di chimica verde, con particolare riferimento all’ottenimento, alla lavorazione e al ciclo di vita dei polimeri. Oltre a offrire un quadro generale sulle prospettive economiche e ambientali della sostituzione di materie prime di origine fossile con materie prime da fonti rinnovabili. Tematiche rilevanti e attuali soprattutto nel nord dell’isola, dove è in via di costruzione un polo industriale relativo alla chimica verde, occasione di sviluppo e occupazione. Il master durerà un anno, con 1500 ore tra lezioni frontali, laboratori e stage e assicura l’acquisizione di 60 crediti formativi universitari. Per poter partecipare, è richiesta la laurea specialistica o magistrale in chimica e titoli affini, farmacia, biotecnologie industriali, ingegneria chimica, scienza e ingegneria dei materiali. In alternativa, sono ammissibili le lauree quadriennali o quinquennali conseguite secondo il vecchio ordinamento. Il colloquio di prova è fissato per il 26 novembre nella sede del centro regionale di formazione professionale in via Auzzas a Sassari. I posti disponibili sono 25, di cui almeno 15 riservati ai residenti in Sardegna da tre anni. (a.br.)
 
 
8 - L’Unione Sarda / Pagina 1 - Nuoro
ALGA KILLER
allarme nel Cedrino inquinato
Check-up di un lago e di un fiume a un passo dalla condizione di malati terminali se non si corre al più presto ai ripari. L’inquinamento del Cedrino nei suoi tratti lacustri e fluviali è sotto la lente di ingrandimento dell’Università di Sassari, scienze della natura e del territorio, in un’indagine che ha visto impegnati i ricercatori Bachisio Padedda e Anna Lisa Cuccui e i cui risultati sono stati presentati ieri a Nuoro in un vertice convocato dall’assessore provinciale all’Ambiente, Ivo Carboni. Sono due i primi dati allarmanti emersi dal monitoraggio: a ponte Lorena, a Orune, l’inquinamento ha superato i livelli di guardia, la discarica abusiva generata dagli scarti di macellazione che vengono regolarmente abbandonati nell’alveo lo rendono un segmento particolarmente pericoloso. Conseguenze gravi anche nell’ecosistema. A rischio esemplari endemici di tartarughine.
 
 
9 - L’Unione Sarda / Provincia di Sassari (Pagina 24 - Edizione OL)
ITTIRI. Saranno necessari circa 95 mila euro, di cui 50 mila finanziati dalla Regione
SCUOLA E PIAZZE SOSTENIBILI La città si candida per la riconversione totale ad energia pulita
Ittiri capofila del futuro sostenibile in tutto il territorio. È il progetto ambizioso dell’amministrazione guidata da Tonino Orani che, per venerdì 16, ha organizzato un convegno dal titolo "Ittiri sostenibile - Idee e strategie per un futuro sostenibile". Le azioni da adottare saranno presentate presso il teatro di via XXV luglio, in collaborazione con la facoltà di architettura dell’Università di Sassari.
L’evento è inserito nel progetto "Ittiri Sostenibile" che prevede il finanziamento di azioni dimostrative di acquisto e consumo responsabile. Saranno necessari circa 95 mila euro, di cui 50 mila finanziati dalla Regione. Il resto sarà a carico del Comune: «L’obiettivo è quello di ridurre l’impatto ambientale delle nostre strutture e delle attività - ha detto il sindaco Tonino Orani - in modo che questo processo induca un cambiamento delle pratiche e dei valori di tutta la popolazione e un esempio tra i centri della zona».
Il progetto si articolerà in due tipi di azioni: quelle trasversali, per costruire processi e metodologie di lavoro orientati alla sostenibilità e azioni pilota per realizzare una concreta riduzione degli impatti. Queste ultime si concentreranno su quattro interventi: la realizzazione di una fontana pubblica dalla quale la popolazione possa attingere acqua naturalizzata per usi alimentari, una piazza solare, la mensa verde nelle scuole con distributori di acqua naturalizzata e infine l’azione dimostrativa "scuola sostenibile". Il convegno si aprirà al mattino, alle 10, con una sessione dedicata alle scuole. (a.br.)
 
 
10 - L’Unione Sarda / Provincia di Sassari (Pagina 24 - Edizione OL)
SASSARI. Giovedì prossimo nella sala conferenze dell’ex convento del Carmelo
FORUM PER LA COOPERAZIONE Convegno sulle politiche europee per le relazioni fra i popoli
Arriva a Sassari il "III Forum dei territori in rete per lo sviluppo umano". Sarà presentato giovedì prossimo nella sala conferenze dell’ex convento del Carmelo in viale Umberto. L’incontro, organizzato nell’ambito dell’iniziativa Art dell’Undp, programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo, si inserisce nel processo di consultazione avviato per arrivare a elaborare politiche europee da attivare dopo il 2015.
«Un’opportunità di scambio e di confronto tra attori istituzionali, economici, sociali e culturali di territori diversi - spiega la presidente della provincia Alessandra Giudici - per individuare strumenti più adeguati di organizzazione delle realtà locali in funzione delle politiche di cooperazione orientate allo sviluppo». I soggetti che stanno intraprendendo questo percorso hanno deciso di dare vita a una Rete italiana dei sistemi territoriali per lo sviluppo umano e la cooperazione. Ai lavori di giovedì, oltre alla presidente, parteciperà anche il rettore dell’Università di Sassari Attilio Mastino.
Il dibattito sarà coordinato dall’assessore provinciale alle Politiche culturali e sociali Daniele Sanna, alla presenza dei rappresentanti politici e tecnici delle istituzioni interessate: l’Art Undp di Bruxelles, la provincia di Sassari, la camera di commercio del nord Sardegna, gli atenei di Sassari e Pisa, il ministero della cooperazione internazionale, l’associazione "Rondine - Cittadella della Pace", il fondo provinciale milanese per la cooperazione internazionale, il piano operativo Italia - Francia Marittimo. (a. br.)
 
 
11 - L’Unione Sarda / Provincia Ogliastra (Pagina 24 - Edizione NU)
SEUI. Lavoro e turismo
PARCO MONTARBU La giunta presenta il piano
Il futuro del parco del Montarbu passa dal consiglio comunale di Seui, dove nelle prossime settimane verrà discusso il progetto esecutivo elaborato dalla maggioranza guidata dal sindaco Giampaolo Desogus. «Si tratta di una proposta base che potrà essere migliorata e modificata».
Il progetto per lo sviluppo dell’area naturalistica prevede la realizzazione di itinerari e scavi archeologici, la ricerca universitaria delle specie endemiche presenti sul territorio, l’apertura di una summer school che garantisca uno scambio culturale costante e un flusso di studenti provenienti dall’estero e la promozione turistica.
«Lo sviluppo e la valorizzazione del parco naturalistico del Montarbu è un passo fondamentale per la crescita del territorio. Grazie ai servizi che dovranno essere garantiti si apriranno nuove sbocchi professionali che interesseranno tutti i settori: dal laureato all’operaio». Natura e occupazione, dunque.
Il progetto di valorizzazione dell’area è stato finanziato dalla Regione con 666 mila euro. In attesa della discussione in Consiglio, il primo cittadino sottolinea l’importanza di un progetto condiviso. «Collaboreremo anche con l’Ente foreste che sta avviando un progetto sul Montarbu. È necessario evitare di mettere in atto una politica strabica, bisogna guardare nella stessa direzione per il bene della comunità».
M. C.
 
 


LA NUOVA SARDEGNA 
 
12 - La Nuova Sardegna / Pagina 19 - Ed_Cagliari
COMUNICAZIONE 
Laurea a Dorfles oggi in rettorato la lezione magistrale 
CAGLIARI «Comunicare e progettare tra fatti e fattoidi» è questo il titolo della lectio magistralis cheGillo Dorfles terrà in occasione del conferimento della laureamagistrale ad honorem in Lingue moderne per la comunicazione ela cooperazione internazionale, domani nell’aula magna del Rettorato dell’Università di Cagliari. Durante la lectio, sonoprevisti interventi di Aldo Colonetti in un dialogo nonsimulato. Dorfles è decano degli studi di Estetica in Italia.
 
 
13 - La Nuova Sardegna / Pagina 8 - Sardegna
UNIVERSITÀ Spese per il personale, Sassari è quarta 
Cagliari ventesima. I rettori: classifiche scorrette, le uscite sono sotto controllo ma i tagli aumentano 
di Pier Giorgio Pinna
SASSARI L’università di Sassari è al quarto posto in Italia per le spese del personale, Cagliari al ventesimo. Non si parla di numeri assoluti, certo, ma del rapporto percentuale tra le uscite per pagare gli stipendi a professori, tecnici, impiegati e quelle entrate che gli amministratori chiamano "stabili". Ossia le entrate che derivano dal monte-risorse, sempre più in calo, generato dal fondo di finanziamento ordinario statale, dagli stanziamenti per la programmazione, dalle tasse pagate dagli studenti. Gli atenei sardi tuttavia hanno percentuali d’indebitamento risibili. E sono piazzati bene circa i parametri sui "punti organici" per le assunzioni. Da qui le critiche per classifiche “che non fotografano i fatti” e per i tagli decisi a Roma. Primi e ultimi. I nuovi dati emergono da graduatorie rese note dal ministero dell’Istruzione, il Miur. Ieri li ha pubblicati il Sole 24 Ore. Classifiche, secondo i rettori di Sassari e Cagliari, un po’ troppo totalizzanti, che confermano l’ «impossibilità di ricondurre a schemi omogenei realtà del tutto differenti». «Paragonare l’isola a regioni del nord è del tutto improprio e fuorviante», sostengono sia Attilio Mastino sia Giovanni Melis. E spiegano subito il perché. «I nostri atenei si contraddistinguono entrambi per una oculata politica di attenzione ai bilanci _ afferma il rettore dell’università di Cagliari _ Restiamo insomma nei parametri richiesti. Ma non possiamo cogliere tutte le premialità previste dalla normativa perché queste statistiche sono viziate all’origine da impostazioni non corrette». Al primo posto per “uscite” legate ai dipendenti figura Foggia, agli ultimi la Normale e Sant’Anna di Pisa. Ma, da economista qual è, Melis osserva che «in Italia si adottano criteri uguali per atenei che si trovano in condizioni del tutto differenti». «Prendiamo proprio il caso delle spese per il personale - prosegue nella sua analisi il rettore _ A Cagliari abbiamo circa 300 tra infermieri, tecnici e amministrativi che svolgono esclusivamente attività sanitaria per Medicina e che naturalmente comportano costi. Allora chiedo: come si fa a predisporre un raffronto tra atenei come il nostro, e come quello di Sassari che si trova nella stessa situazione, rispetto a università che non garantiscono l’assistenza perché non hanno Medicina?». Non è finita. Dice ancora Giovanni Melis «Non è corretto neppure confrontare il nostro ateneo, che ha 5mila studenti esonerati dal pagamento delle tasse, con quelli del settentrione dove tutto questo non succede. Allo stesso modo è sbagliato mettere sullo stesso piano nei raffronti un politecnico come quello di Milano o di Torino con un’università generalista come la nostra che, per di più, opera in un’isola».In definitiva, secondo i vertici accademici, le graduatorie ministeriali andrebbero ristudiate a fondo con estrema attenzione. «Quel che invece va messo in rilievo è che Cagliari ha zero debiti: i mutui risultao pressoché inesistenti e gli affitti sono stati considerevolmente ridimensionati», rileva Melis. Che aggiunge: «Nel 2012, considerato che negli anni precedenti avevamo bandito diversi concorsi per docenti, ci sono state poche chiamate solo tra i tecnici e gli amministrativi, e sono stati a ogni modo assunti 56 ricercatori». Come chiosa il rettore di Foggia in una lettera «è dunque sul fronte delle entrate che si registra il trucco». Fondi. Le graduatorie s’inseriscono in un contesto culturale dove le università sarde rappresentano due tra le maggiori realtà economiche dell’isola. Cagliari ha 36mila studenti, Sassari poco meno di 15mila. Il primo ateneo può contare su 1.050 docenti stabili. Mentre altri 1.070 dipendenti rientrano tra il personale tecnico-amministrativo a tempo indeterminato. In quello turritano, che nei giorni scorsi ha festeggiato l’apertura del suo anno accademico n. 451, operano 731 tra ordinari, associati, ricercatori. Oltre a 633 tra impiegati e tecnici. «Ma nel caso di entrambe le categorie si è assistito in questi anni a una contrazione degli organici, sebbene si siano onorati tutti i bandi di concorso predisposti nel recente passato _ sottolinea Attilio Mastino _ Per il prossimo novembre, poi, si annunciano altri pensionamenti: quindi i livelli delle spese per il personale sono già, e saranno anche per il futuro, assolutamente sotto controllo». Secondo il rettore di Sassari non c’è da preoccuparsi da alcun punto di vista perché «sulla base dei "punti-organico" accumulati finora si continuerà a poter assumere». «Quel che allarma è invece un’altra circostanza che si somma alla debolezza economica del nostro territorio: ovvero il crollo in pochi anni, dal 2010 al 2012, del fondo di finanziamento ordinario, che per noi è passato da 82 a 72 milioni», afferma Mastino. Che rimarca ancora: «A fronte di queste difficoltà abbiamo comunque assicurato l’efficienza dell’ateneo e garantito la competitività dei corsi di laurea: non è poco se si pensa che nel frattempo continua a diminuire il numero degli iscritti per via del calo demografico della popolazione nell’isola. E se è vero che possiamo migliorare alcuni percorsi, va detto che queste classifiche, al contrario di quelle del Censis, si basano su indicatori non proprio illuminanti per comprendere le diverse situazioni». Gestioni. Ulteriore precisazione: non è che a Sassari e a Cagliari si pagano salari più alti, gli stipendi sono gli stessi in tutt’Italia a parità di livelli e anzianità. «Da noi invece gli studenti pagano tasse tra le più basse d’Italia, ma è il nostro parametro sull’indebitamento che si rivela particolarmente significativo – prosegue il rettore dell’ateneo turritano – In un paio d’anni abbiamo diminuito le uscite per locazioni d’immobili, da 800mila a 250mila euro. E oggi abbiamo un unico mutuo. Così, in un Paese dove ci sono università che superano il 30 e il 35% d’indebitamento, noi col 4,55% siamo tra le migliori». «Il punto di fondo è insomma evitare le stime uguali per tutti ed entrare piuttosto nel merito delle specifiche situazioni – è la conclusione di Melis – Se si vede che un ateneo non è indebitato e adotta corretti criteri di gestione, non lo si può penalizzare perché in astratto devono valere per tutti certi parametri».
 
 
14 - La Nuova Sardegna / Pagina 29 - Sassari
«ARCHITETTURA? HA SPAZI DA VENDERE» 
Con la consegna dei locali del complesso Santa Chiara saranno seimila i metri quadrati a disposizione della facoltà 
LA POLEMICA»IL SINDACO ALL’ATTACCO 
STEFANO LUBRANO Non capisco la posizione del direttore Cecchini: arrivano solo da lui le minacce di una richiesta di trasferimento a Sassari delle lezioni
di Gianni Olandi
ALGHERO Prima una dichiarazione di amore solenne verso la facoltà di Architettura, atto di fede dell’amministrazione algherese che sotto ogni bandiera si è messa a disposizione cedendo i pezzi pregiati del proprio patrimonio storico e immobiliare. Poi il sindaco di Alghero comincia a togliersi qualche sassolino dalle scarpe a proposito della altalenante e controversa questione che vedrebbe il direttore di Architettura, Bibo Cecchini, manifestare fastidio per la non concessione di un locale di 130 metri quadri, nel complesso di Santa Chiara, dove realizzare l’aula magna o la sala professori. Fastidio alimentato dalla ripetuta minaccia di trasferire Architettura a Sassari. «L’unico che manifesta questa esigenza – dice Stefano Lubrano – è il professor Arnaldo Cecchini. Questo ci preoccupa non poco viste soprattutto le motivazioni che Cecchini adduce alle proprie idee, motivazioni che paiono quasi pretestuose, spesso incomplete e in alcuni casi non vere». Il sindic vuota il sacco : “Non è vero che l’amministrazione Lubrano si voglia disimpegnare su architettura e lo dimostrano i ripetuti incontri con l’assessore Cardi, quelli avvenuti nel mio ufficio con una delegazione della facoltà, presente Cecchini, alla quale hanno partecipato quattro assessori comunali”. Lubrano prosegue ancora : “ Oggi Architettura utilizza gratuitamente l’ex asilo Sella, l’ex caserma dei carabinieri di via Simon, e i locali del Pou Salit e siamo alla vigilia di assegnare il prestigioso complesso di Santa Chiara. Architettura dispone oggi, sempre gratuitamente, di circa 4 mila metri quadri ai quali si aggiungeranno gli oltre 2000 dell’ex ospedale dei bastioni Marco Polo. Saranno quindi oltre 6 mila i metri quadri a disposizione e davvero non capiamo quale sia il motivo che induca il solo professor Cecchini a dire che architettura deve essere trasferita a Sassari nel caso in cui non riuscisse ad avere a Santa Chiara una sala da adibire ad aula magna, grande 130 metri quadri, dove l’amministrazione ha previsto la collocazione dell’archivio storico della città, la nostra storia quindi, un patrimonio culturale immenso”. Altro motivo di contrasto: ad Architettura non c’è riscaldamento. “Lo abbiamo saputo da pochi giorni, i riscaldamenti non ci sono mai stati nell’ex asilo Sella, ci chiediamo perchè questo problema non ci è stato segnalato nei tanti incontri che abbiamo avuto”. Il Comune vuole Architettura ma non gradisce essere messo sotto ricatto. “La giunta sta lavorando – conclude Stefano Lubrano dopo essersi liberato dai sassolini – per trovare tutte le soluzioni per garantire il migliore funzionamento delle attività di insegnamento della facoltà”.

 
15 - La Nuova Sardegna / Pagina 20 - Sassari
I bibliotecari disoccupati dell’Università 
SASSARI Il rettore dell’Università promuoverà in tempi brevi un incontro coi tredici addetti della cooperativa Comes, oggi disoccupati, che dal 2008 e fino allo scorso 31 ottobre hanno lavorato nelle biblioteche dell’ateneo come assistenti. In occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico, i giovani disoccupati avevano fatto un volantinaggio per spiegare la loro situazione, di addetti che per diversi anni hanno svolto attività prima di volontariato e poi da dipendenti delle cooperative alle quali era stato affidato l’incarico. Venuto a scadere il contratto di gestione di tali servizi, l’Università ha bandito una gara d’appalto «nella quale - si legge nel volantino - le competenze di noi operatori esperti e professionalizzati non hanno avuto alcun rilievo». Il problema - dicono gli ex addetti - è legato al fatto che è stato adottato (evidentemente in linea con la politica dei tagli voluta dal Governo) il criterio del massimo ribasso, per cui la gara è stata vinta da un’altra cooperativa, che non era vincolata - neppure dal bando - all’assorbimento delle unità lavorative fino al 31 ottobre in servizio. Tanto che i tredici oggi disoccupati, chiedono di sapere perchè «dopo anni di onorato servizio, siamo stati trattati con tanta leggerezza dall’Università». Il rettore, che si dice rammaricato della situazione, affronterà il problema insieme al direttore generale, «con l’obiettivo di garantire la continuità e la qualità del servizio biblioteche, cui l’università tiene tantissimo».
 
 
 
16 - La Nuova Sardegna / Pagina 9 - Sardegna
SCIENZA 
Ecco il pesce-robot che salva i suoi simili 
di Claudio Zoccheddu
ORISTANO Un pesce robot in grado di mimetizzarsi tra i suoi “simili” e guidarli verso acque più sicure. Il progetto di salvaguardia delle specie ittiche non è nato dalla mente di uno scrittore di fantascienza ma è un prototipo in fase di realizzazione avanzata all’interno dei laboratori del Politecnico dell’Università di New York. La parte relativa alle interazioni tra la robotica e la biologia, invece, sono il frutto dell’impegno di Stefano Marras, biologo marino 35enne di Macomer: «Dopo la laurea all’Università di Cagliari e il post dottorato conseguito in Francia sono stato contattato dagli ingegneri del Politecnico dell’Università di New York per curare alcuni aspetti del progetto – ha spiegato Marras –. Nonostante fossi già rientrato a Oristano per iniziare a lavorare al Cnr non ho esitato ad accettare la proposta e sono partito per gli States». Impossibile rimanere indifferenti davanti al progetto proposto al giovane biologo e, perché no, difficile resistere anche alla prospettiva di vivere e lavorare in una delle metropoli più affascinanti del pianeta: «L’avventura a New York è durata tre anni e mezzo. Tempo in cui ho potuto confrontarmi con specialisti nel campo della robotica per arrivare a raggiungere risultati importanti». Il pesce robot, infatti, è una realtà che deve essere completata solo sotto alcuni aspetti: «Il prototipo è stato testato mentre nuotava assieme ai pesci in un tunnel di nuoto a differenti velocità del flusso – ha detto ieri Stefano Marras –, abbiamo utilizzato tecniche innovative di velocimetria di immagine di particelle digitali e siamo riusciti a dimostrare come il movimento biomimetico del robot crei condizioni di turbolenza tali che i pesci tendano a posizionarsi al suo seguito, sfruttando un vantaggio idrodinamico e riducendo la fatica durante il nuoto». Lo scopo della ricerca ai limiti della fantascienza è la salvaguardia delle specie: «Il robot imita artificialmente le caratteristiche degli organismi viventi, sia nelle fattezze sia nel movimento – ha detto ancora il biologo di Macomer – questo ci permette di ricavare informazioni sugli schemi collettivi seguiti dagli animali e apre nuovi orizzonti nelle metodologie di conservazione della specie. In pratica, si può influire sul comportamento dei pesci tramite il loro omologo meccanico». L’obiettivo è molto semplice: portare i pesci al sicuro. «Ad esempio, allontanamento dei banchi di pesce dalle zone contaminate da fuoruscite di petrolio – spiega ancora Marras – oppure l’aggiramento di dighe che impediscono il regolare percorso migratorio legato alla riproduzione». Insomma, una ricerca che ha portato a ottenere risultati molto importanti, perché il pesce robot potrebbe salvare la biodiversità nel mare. Un argomento di assoluta attualità in un periodo in cui le condizioni climatiche sono in mutazione. Stefano Marras, dopo l’avventura newyorkese, ha deciso di ritornare a Oristano: «Non ho saputo resistere al richiamo della mia terra ma non solo. Ora lavoro con l’équipe di Paolo Dominici e il nostro gruppo, anche se lontano dagli Usa, rappresenta comunque un’eccellenza nello studio del movimento dei pesci e degli effetti dei cambiamenti climatici».
 
 
17 - La Nuova Sardegna / Pagina 6 - Sardegna
BOLOGNA, NUOVA SCOPERTA NELLA MEDICINA 
Staminali riprogrammate: ricercatori sassaresi nel team 
BOLOGNA Cellule adulte riportate allo stato simil-embrionale, grazie all’emissione a bassissima intensità di un campo radioelettrico, in modo da consentire ai biologi di riprogrammarle e trasformarle. Da un lembo di pelle, grazie a questa sorta di “macchina del tempo”, si può ottenere tessuto del cuore e attivare così un meccanismo generale di riparazione per organi e tessuti danneggiati. Una speranza per chi lotta contro le malattie degenerative come il Parkinson, la Sclerosi multipla, la Sla. La scoperta fatta del team di ricercatori guidati da Carlo Ventura, professore di Biologia molecolare all’università di Bologna e del quale fanno parte anche alcuni ricercatori dell’’Università di Sassari, è un’evoluzione del lavoro di Shinya Yamanaka, lo studioso giapponese appena insignito del Nobel per la Medicina proprio per le ricerche sulla riprogrammazione delle cellule. Ma in questo caso, la riprogrammazione di cellule, staminali e non, è stata ottenuta grazie a un’emissione radioelettrica. I risultati sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista americana “Cell Transplantation” e la nuova tecnologia si chiama Reac (Radio Electric Asymettric Conveyer). Oltre al laboratorio di Biologia molecolare e Bioingegneria delle cellule staminali di Bologna diretto dal professor Ventura in collaborazione con la dottoressa Claudia Cavallini del Dipartimento cardiovascolare di Bologna, alla scoperta hanno partecipato i ricercatori dell’istituto Rinaldi Fontani di Firenze (Salvatore Rinaldi e Vania Fontani) e quelli del Dipartimento di scienze biomediche dell’università di Sassari. Lo studio ha riguardato i fibroblasti, cellule tipiche e numerose del tessuto connettivo. «La novità della scoperta sta nel fatto che si parla di riprogrammazione cellulare diretta – ha spiegato Margherita Maioli, la ricercatrice sassarese coordinatrice del gruppo dell’ateneo di Sassari, formato anche da Gianfranco Pigliaru, Sara Santaniello e Alessandro Castagna –. Invece di mandare una cellula adulta non staminale indietro nel tempo finchè non diventa praticamente embrionale e poi da lì partire per ottenere un differenziamento, si è riusciti a far prendere a questa cellula adulta una strada diretta come se si partisse già da una staminale embrionale». (plp)

 
18 - La Nuova Sardegna / Pagina 24 - Sassari
Per «Back stage» domani l’incontro con Tullio Solenghi 
INIZIATIVA ERSU  Il primo appuntamento di Incontri con gli attori nella residenza universitaria di via Coppino. Gli studenti dialogano con i protagonisti del teatro
SASSARI Prende il via domani, mercoledì 14 novembre, nella sala della residenza "A. Fontana" di via Coppino il primo appuntamento di “Back stage: Incontri con gli attori” iniziativa culturale promossa dall’Ersu, dal Dipartimento di Scienze umanistiche e sociali dell’Università di Sassari e dall’Accademia di Sassari nell’ambito della stagione teatrale Cedac 2012/2013 Il ciclo di incontri si propone di creare, in un contesto informale, un’importante occasione di dialogo tra gli studenti e i protagonisti del teatro contemporaneo con l’obiettivo di approfondire le tematiche attinenti il lavoro dell’attore e quelle legate alla scelta dei testi e della messinscena. L’iniziativa consolida l’impegno dell’Ersu nella promozione del teatro che da anni si concretizza inoltre attraverso l’abbattimento del costo dei biglietti per gli studenti universitari interessati a seguire la stagione di prosa. Ad incontrare gli studenti nel primo appuntamento, fissato per le ore 17, sarà Tullio Soleghi protagonista al Teatro Verdi dello spettacolo “Moscheta” di Ruzante: un classico del teatro italiano ancora di una straordinaria modernità portato in scena dal Teatro stabile di Genova con la regia di Marco Sciaccaluga. Tra gli interpreti accanto a Solenghi: Maurizio Lastrico ( personaggio del programma televisivo Zelig), Barbara Moselli ed Enzo Paci. Il prossimo appuntamento di Backstage avrà come protagonista il 19 febbraio 2013 Claudio Santamaria noto attore cinematografico e interprete di fiction televisive in scena al Nuovo Teatro Comunale di Sassari con “Occidente solitario” di Martin McDonagh. L’ultimo appuntamento della rassegna è previsto per il 18 aprile e vedrà la partecipazione di Gianfranco Jannuzzo versatile e raffinato attore e drammaturgo e Milena Miconi protagonisti della commedia briullante “Cercasi tenore”. Sono ancora disponibili per gli studenti biglietti ridotti per la stagione Cedac per info 079-9940003, atculturali@ersusassari.it.
 
 
19 - La Nuova Sardegna / Pagina 26 - Sassari
Ittiri punta sull’energia verde
Venerdì in un convegno verranno illustrate le azioni programmate con i fondi ottenuti dalla Regione 
di Vincenzo Masia
ITTIRI Ittiri fucina, per l’intera giornata di venerdì prossimo, di idee, strategie e progetti per un ambiente sostenibile. L’amministrazione comunale, già da alcuni anni, ha indirizzato tutti gli sforzi per privilegiare l’ambiente quale elemento base di un società il cui punto di arrivo sia la salvaguardia non solo dell’elemento paesaggistico, ma dedichi anche la dovuta attenzione alla qualità della vita. «Sono questi, in estrema sintesi, i parametri attraverso i quali – sostiene il sindaco Tonino Orani – abbiamo impostato la nostra azione amministrativa in tema di ambiente. Il nostro centro può vantare una delle più alte percentuali nella raccolta differenziata dell’isola che, già da parecchio, si attesta intorno al 70%. Abbiamo concentrato molte delle risorse disponibili sul versante delle energie rinnovabili con risultanti più che incoraggianti. Al punto che – sottolinea Orani – oggi registriamo un risparmio intorno al 40% dei consumi di energia elettrica negli edifici pubblici e nell’illuminazione stradale. Altra iniziativa a breve riguarda il mercato a Km 0 che verrà realizzato nel mercato comunale di piazza XXV luglio. Non ultimo – conclude il sindaco – sono in corso i lavori nella palestra delle scuole di via Turati dove, oltre manutenzioni si sta attuando l’isolamento termico all’avanguardia che significa meno consumo di combustibile e quindi meno inquinamento». Per supportare ed incrementare le iniziative in corso l’amministrazione comunale, in collaborazione con la facoltà di Architettura dell’Università di Sassari organizza, appunto, presso il Teatro Comunale di via XXV luglio, un convegno dal titolo “Ittiri Sostenibile-Idee e strategie per un futuro sostenibile”. L’evento, informa il Comune, è inserito nel progetto “Ittiri Sostenibile” cofinanziato del PO-FESR 2007-2013 con l’impiego di 95.00 euro di cui 50.000 di finanziamento regionale e 45.000 a carico del Comune. Il progetto si articola in azioni trasversali, orientate alla sostenibilità e azioni pilota esemplari che hanno lo scopo di ridurre gli impatti ambientali. Con le prime varranno realizzati quattro interventi: una fontana pubblica; una piazza solare; la mensa verde nelle scuole, con l’installazione di distributori di acqua naturalizzata; un’azione dimostrativa scuola sostenibile per la riduzione dei consumi energetici negli edifici scolastici. Il convegno avrà lo scopo di presentare ai cittadini e ai professionisti elementi di riflessione ed esperienze allo sviluppo sostenibile della città e del suo territorio. L’incontro, che inizierà alle ore 17.30, vedrà la partecipazione di numerosi esperti in tema di sviluppo sostenibile. Si discuterà di città sostenibile; rapporto fra città energia e cambiamenti climatici; energie rinnovabili in ambito residenziale. In mattinata una sessione sarà dedicata, alle scuole, quale parte attiva del progetto, con particolare riferimento al loro ruolo e alle loro specifiche attività, nel corso dell’anno scolastico. Inoltre si terrà l’esposizione di materiali e tecnologie per il risparmio energetico e l’edilizia sostenibile.
 
 
20 - La Nuova Sardegna / Pagina 10 - Sardegna
CHIMICA VERDE, IL GOVERNO CI CREDE A Roma il sottosegretario De Vincenti conferma alla Provincia di Sassari: «È la più importante riconversione in Italia» 
di Gianni Bazzoni
ROMA La situazione del nord Sardegna è grave, e il Governo non può fare finta di niente. Per questo una delegazione di ministri visiterà il territorio a metà dicembre. Ci sono grandi aspettative sul progetto della chimica verde, sul piano straordinario delle bonifiche nell’area industriale di Porto Torres e sulle attività di riconversione legate anche alla ricollocazione dei lavoratori Vinyls e delle maestranze dell’indotto: il momento è particolarmente critico. Se ne è discusso ieri pomeriggio, nella sede del ministero dello Sviluppo economico, alla presenza del sottosegretario Claudio De Vincenti e dei vertici della galassia del gruppo Eni, oltre che delle organizzazioni sindacali, della Regione, dei sindaci di Sassari e Porto Torres e del presidente della Provincia. Dalla riunione sono arrivate conferme sull’attuazione dei progetti della chimica verde di Matrìca (pur con alcune rimodulazioni non sostanziali), mentre restano da fissare con chiarezza procedure e tempi di attuazione delle bonifiche. Per questo è stato già concordato un incontro per il 22 novembre, sempre al ministero dello Sviluppo economico (ma su due tavoli differenti) per discutere di occupazione e sviluppo industriale da una parte, e bonifiche e autorizzazioni dall’altra. Di fronte al sottosegretario De Vincenti - al quale si era rivolta pochi giorni fa con una lettera - il presidente della Provincia di Sassari Alessandra Giudici (che ha partecipato insieme all’assessore all’Ambiente Paolo Denegri), non ha usato giri di parole: «La situazione del nord ovest della Sardegna non è meno esplosiva - sul piano sociale, economico e occupazionale - di quella del Sulcis o di altre aree della Sardegna. Il Governo non cada nel clamoroso errore di sottovalutazione che sta facendo la Regione e tocchi con mano il dramma che stiamo vivendo». Il faccia a faccia De Vincenti-Giudici ha caricato di forte significato l’incontro di ieri pomeriggio, soprattutto per evidenziare che il progetto Matrìca non può viaggiare separato da quello delle bonifiche di tutta l’area industriale di Porto Torres e dalla vertenza dei lavoratori Vinyls. Basta frammentazioni, insomma, e anche rimpalli di responsabilità tra enti. Le organizzazioni sindacali (erano presenti i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil e Ugl) hanno manifestato preoccupazione proprio per questo aspetto: ieri, infatti, c’è stato un balletto di responsabilità sulle procedure autorizzative relative alle bonifiche, con Governo da una parte, Regione e Provincia dall’altra. Tanto che, alla fine, il sottosegretario De Vincenti ha deciso di convocare un incontro specifico a Roma per il 22 novembre. La speranza è che si possa finalmente fare chiarezza sulle ragioni che ancora impediscono all’Eni di partire con le bonifiche. Più chiaro lo scenario sulla chimica verde, progetto innovativo che il Governo ritiene «il più importante tra quelli varati in Italia sul fronte della riconversione industriale». I primi due impianti dovrebbero essere operativi entro il primo semestre 2013, e il passaggio da tre fasi a due non cambierà numero di occupati e investimenti programmati. Attenzione e guardia alta anche per quanto riguarda i lavoratori dell’indotto. «E’ stata ribadita l’importanza del rispetto degli accordi firmati dalle istituzioni e dalle organizzazioni sindacali – ha detto il sindaco di Porto Torres Beniamino Scarpa – . Nei progetti devono essere coinvolti i lavoratori delle imprese che hanno operato per anni nello stabilimento petrolchimico. Confidiamo che si vada verso la strada della loro completa tutela, noi vigileremo». E’ passato un anno e mezzo da quando (il 26 maggio 2011) è stato firmato a Palazzo Chigi l’accordo sulla chimica verde, con l’impegno di realizzare sulle ceneri del petrolchimico di Porto Torres il più importante polo europeo della chimica innovativa, legandolo soprattutto al progetto delle bonifiche e alla possibilità di nuove iniziative compatibili con la realtà del territorio. Nell’area industriale turritana è stato avviato il Centro ricerche che ha intrapreso collaborazioni con le Università (un master sulla chimica verde è previsto a Sassari) e sono in fase di attuazione diversi cantieri. Ma la partita grossa è quella delle bonifiche, una partita nella quale si gioca non solo il futuro ma anche la credibilità del territorio.

 
21 - La Nuova Sardegna / Pagina 6 - Sardegna
OSPEDALE SAN RAFFAELE L’apertura prevista entro la fine del 2013 
Il gruppo Malacalza di Genova farà parte della cordata che sarà guidata dal Vaticano, sconosciuti gli altri soci
GIAN PIERO SCANU Vicini al passaggio delle consegne, diventerà una struttura internazionale di ricerca
di Luca Rojch
OLBIA Serviva il miracolo, la naturale predisposizione al soprannaturale per salvare il San Raffaele. Lo scatolone bianco di vetro e cemento che ingiallisce malinconico alle porte della città. Il simbolo del gigantismo di don Verzè sconfitto dalle leggi dell’economia. Il cubo abbandonato riprende vita. Passa di mano. I nuovi padroni saranno il Vaticano e il gruppo Malacalza. La firma avverrà entro dicembre. «Tutto vero – conferma il senatore Pd Gian Piero Scanu –. Siamo a un passo dal passaggio di consegne, ma non fatemi dire altro, il momento è delicatissimo». Scanu è il padre del San Raffaele, l’uomo che l’ha voluto, e l’unico che non si è mai arreso all’idea di vederlo sparire. Non si è fermato neanche davanti alla bufera giudiziaria che aveva smontato l’impero di Don Verzé e raso al suolo la terrenissima potenza della Fondazione Monte Tabor. Il senatore ha lavorato nell’ombra per mesi e ha tessuto la trama sempre più fitta di relazioni tra Vaticano e Fondazione. Tra acquirenti e gruppo delle banche che rischiavano di restare con un’inutile scatola di cemento tra le mani e una montagna di debiti sui bilanci. Ma ora il destino dell’ospedale, costato oltre 180 milioni di euro, sembra essere splendente. Nel suo dna c’è già scritto che diventerà un centro internazionale della medicina. Sul tavolo sarebbero state fissate già le tappe della rinascita. La firma dell’accordo a dicembre. L’inizio dei lavori che mancano per completare l’ospedale a gennaio. L’apertura del nuovo San Raffaele, ma forse questo non sarà più il suo nome, avverrà entro il 2013. Per paradosso il futuro dell’ospedale futuristico è legato anche al ponte scalcinato sul Padrongianus, cordone ombelicale con la civiltà. Il pronto soccorso potrà funzionare solo con un rapido accesso. E i lavori per rifare il ponte dovranno essere portati a termine prima della apertura della struttura. Tra le indiscrezioni che filtrano ci sono anche quelle legati al numero dei posti di lavoro necessari per far funzionare la mega clinica. Saranno 600, almeno da un primo calcolo. La firma prevista a dicembre arriva dopo trattative lunghissime. Il Bambin Gesù e il gruppo di Vittorio Malacalza si sono incontrati più volte anche con il governatore Ugo Cappellacci. La certezza dell’accreditamento dei posti letto era indispensabile per portare a casa il risultato. Ma Vaticano e Malacalza non saranno gli unici proprietari del San Raffaele sardo. La cordata è più ampia e ne fanno parte alcuni gruppi internazionali. La loro identità è mantenuta ancora top secret. Il costo dell’operazione supera i 150 milioni di euro. Dovranno trattare anche con la Sardaleasing, che ha nelle sue mani il 26 per cento dei debiti del leasing stipulato dalla fondazione Monte Tabor per tirare su l’ospedale. Filtrano anche altre indiscrezioni sul futuro del nuovo San Raffaele. Non un semplice ospedale, ma un centro di altissima specializzazione internazionale e di ricerca. Pensato e finalizzato dalla nuova proprietà anche per offrire servizi a cinque stelle per i magnati del pianeta che trascorrono le loro vacanze in Costa Smeralda. Un valore aggiunto, un elemento attrattivo che convincerà i milionari della terra a scegliere la Gallura per le loro vacanze. L’ospedale avrà anche un centro di ricerca di altissima specializzazione convenzionato con diversi centri universitari. «Il San Raffaele – spiega Scanu – è concepito per essere l’ospedale non solo della Gallura, ma di tutta la Sardegna. Sarà un centro di altissima ricerca e di standard di intervento elevatissimi. Ci sarà una regia non solo con la Asl, ma anche con l’università di Sassari e Cagliari. Il merito di questo risultato è dell’intera classe politica sarda, di quella olbiese, e della Regione». Scanu non lo dice, ma tra lo scetticismo subito dopo il crack di don Verzè aveva puntato sul Vaticano per cercare di salvare l’ospedale. Il senatore è quasi riuscito nella missione impossibile di salvare il gigante di cemento alle porte della città che in molti già vedevano trasformato in un triste resort a tre stelle per vacanze di gruppo.
 
 
22 - La Nuova Sardegna / Pagina 30 - Sassari
«SI RIPARTE DAI TESORI ARCHEOLOGICI» Nei programmi dell’amministrazione comunale la valorizzazione dei beni culturali, a partire dagli scavi di Bisarcio
L’ASSESSORE SANNA Non creeremo niente di nuovo ma ci concentreremo per consolidare tutto ciò
che è stato realizzato negli ultimi anni
di Barbara Mastino
OZIERI Il leit motiv della conservazione e valorizzazione del patrimonio che fa da base alla relazione programmatica presentata dalla giunta, si esplicita nella sua forma più alta quando si parla di Cultura, di beni archeologici e museali, di enogastronomia e di tutti quei beni immateriali storici - come la poesia, l’arte e la musica tradizionale - che questa amministrazione intende, appunto, conservare e valorizzare anche a fini promozionali e turistici. Nell’illustrazione della programmazione culturale, l’assessore Giuseppina Sanna ha insistito in particolare su questo punto: la giunta non intende promuovere niente di “nuovo” bensì consolidare tutto ciò che è stato creato negli ultimi anni e soprattutto quello che Ozieri possiede da secoli. Puntare sulla qualità più che sulla quantità, quindi, cercando inoltre di reperire per la programmazione culturale (e anche per quella legata allo sport) nuove fonti di contributo e nuove collaborazioni. Oggi si celebra la solennità del patrono Sant’Antioco, e proprio intorno alla basilica medievale ed ex cattedrale intitolata al santo si è sviluppato e si svilupperà un progetto di scavo e recupero che ha già portato a Ozieri per un mese un’équipe di giovani archeologi guidati dal docente dell’università di Sassari professor Marco Milanese. «La campagna di scavo - ha spiegato l’assessore Sanna - ha già portato primi grandi risultati consentendo di individuare nel villaggio antistante la basilica circa 120 siti di edifici e, in sostanza, un esempio di insediamento che non ha pari nel nord Sardegna. Questa prima esperienza, resa possibile grazie all’impegno dell’università, della Soprintendenza e in particolare grazie all’importante contributo e apporto logistico fornitoci a titolo volontario dai componenti della società religiosa intitolata al santo patrono, che ringraziamo ufficialmente, è solo l’inizio di un percorso che a breve sarà illustrato da Marco Milanese in un convegno che si terrà qui a Ozieri». Tra le eccellenze citate dall’assessore c’è poi il Museo Diocesano di Arte Sacra, inaugurato pochi giorni fa, e che rappresenta un punto focale e di riferimento per tutto il vasto territorio composto dalle parrocchie della diocesi. «Un progetto nato da tanti anni e che noi abbiamo avuto l’onore di avviare - ha detto l’assessore - e sul quale intendiamo impegnarci molto, insieme con la diocesi e tutte le parrocchie del territorio, anche per quanto riguarda il progetto di recupero della documentazione archivistica parrocchiale. Così come intendiamo avviare un piano per favorire la fruizione dei beni archivistici del Comune, un vero patrimonio da valorizzare».
   
    

QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa CRUI
Link: rassegna stampa MIUR

 

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