Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
12 October 2012

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 18 - Edizione CA)
Borse di studio, nuovo no ai tagli
UNIVERSITÀ. Intervento dei Rettori dopo le proteste degli studenti
 
Il grido d'allarme degli universitari, accampati fino a ieri mattina sotto il palazzo del Consiglio regionale, è stato ascoltato. Una delegazione di studenti è stata ricevuta alla conferenza dei capigruppo in Consiglio. Si accende un barlume di speranza negli occhi dei manifestanti ma ancor più in quel 42% di idonei non beneficiari di borsa di studio che purtroppo quest'anno a causa dei tagli non hanno ricevuto un solo euro.
«Abbiamo chiesto innanzitutto che vengano stanziati nuovi fondi per le borse, in modo che riescano a coprire tutti gli idonei», comunica Alice Marras, rappresentante degli studenti nel Cda dell'Ersu. Senza dimenticare «un adeguamento della borsa alla soglia minima nazionale, una progettazione della residenzialità studentesca, la risoluzione della questione campus universitario e una legge regionale per il diritto allo studio». Per le risposte dovranno attendere una settimana come richiesto dalla controparte. Tempo che scade proprio in concomitanza della prossima assemblea degli studenti, il 18 ottobre, in cui verranno discusse nuove forme di protesta. Nell'aula dei Capigruppo un altro nodo arriva al pettine: «Perché finanziare con 6 mila euro di assegno di merito gli studi del figlio di un ricco dentista quando in Sardegna esistono gli idonei non beneficiari?».
Federica Atzeni, studentessa di ingegneria, chiarisce il paradosso: «La Regione mette a disposizione due tipi di premialità, le borse di studio (e alloggio) e gli assegni di merito (dove il reddito non conta). È giustissimo premiare il merito ma in questo caso è assurdo. Prima si dovrebbe garantire a tutti il diritto allo studio, poi premiare il merito». E comunque «anche i consiglieri se ne rendono conto», affermano i ragazzi. Esattamente come i rettori delle università di Cagliari e Sassari, Giovanni Melis e Attilio Mastino, che hanno espresso «viva preoccupazione per gli ipotizzati tagli: una limitazione che costituisce un grave freno alla formazione dei giovani più capaci e meritevoli, e che deve essere rimossa al più presto», e la presidente dell'Ersu Daniela Noli, che auspica «che possano essere individuate ulteriori risorse economiche che consentano di erogare un maggior numero di borse di studio in favore degli idonei non beneficiari».
Veronica Nedrini
 

LA NUOVA SARDEGNA
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 6 - Ed_Cagliari
Basta tagli, la scuola torna in piazza
OGGI LO SCIOPERO INDETTO DALLA CGIL
 
CAGLIARI “Vendesi scuola pubblica” è la provocazione dell’Unione degli studenti che questa mattina alle 9 si incontreranno in piazza Repubblica a Cagliari per la prima giornata di mobilitazione studentesca nazionale. Perché “la scuola non è in vendita”. Neanche quella pubblica. Gli studenti chiedono che venga tutelato il diritto all’istruzione. Vogliono scuole sicure, agibili; vogliono che “le rappresentanze studentesche non vengano mortificate dall’ingresso dei privati nelle scuole” come previsto dalla legge 953, l’ex legge Aprea. Insieme agli studenti anche la Cgil Scuola che ha confermato per oggi la giornata di sciopero perché “se crolla la scuola frana anche il futuro”. Per questa mattina è previsto anche l’arrivo di due pullman da Isili con i ragazzi del Liceo Scientifico Pitagora e da Sorgono. Solidarietà anche dal Presidio di Piazzale Trento che ha organizzato un piccolo punto di ristoro che si terrà dopo l’assemblea conclusiva. E un pullman partirà anche da Sassari: a bordo sessanta persone che si uniranno ai colleghi delle altre province per manifestare di fronte all’assessorato all’Istruzione. Anche a Sassari la Cgil balla da sola: i lavoratori scolastici delle altre sigle confederali, Cisl e Uil, non incroceranno le braccia. Lo sciopero proclamato per stamani riguarda più di 1300 lavoratori dell’istruzione, ma dal computo vanno tolti quelli delle università che si erano già fermati il 28 settembre scorso. Alla vigilia dello sciopero odierno, i rettori di Sassari e Cagliari, Attilio Mastino e Giovanni Melis, ribadiscono la grande «preoccupazione per gli ipotizzati tagli negli stanziamenti regionali al diritto allo studio». Dice Francesca Nurra, segretario territoriale della Cgil a Sassari: «Hanno voluto aumentare le ore di cattedra senza adeguare gli stipendi, scontentando i docenti di ruolo e precludendo ogni opportunità ai precari. Diciamo no alla spending review – scandisce Francesca Nurra – a retribuzioni inadeguate, a soglie di pensione irraggiungibili». Contraria allo sciopero la Cisl, «perché – spiega Maria Giovanna Oggiano, segretario territoriale Cisl-scuola – vogliamo andare al tavolo proposto dal governo per tentare di risolvere il problema». Anche la scuola della Gallura si ferma per protestare contro quello che è «il peggior anno scolastico degli ultimi 10 anni». Così lo ha definito Anna Fedeli, del direttivo nazionale della Flc Cgil, nei giorni scorsi a Olbia e a Tempio per illustrare le ragioni dello sciopero. Contro la spending review e per dire no al concorsone voluto dal Governo. «Sarà inutile e dannoso, mentre in realtà sono necessari un piano di stabilizzazioni che dia certezze al personale docente e Ata nelle graduatorie, lo sblocco delle immissioni in ruolo per il personale Ata e le nomine per amministrativi e tecnici». (bettina camedda, antonio meloni, alessandro pirina)
 
LA NUOVA SARDEGNA
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 6 - Ed_Cagliari
Ddl
Sanità, slitta a martedì il voto in Consiglio
 
CAGLIARI Il dibattito in Consiglio regionale sul disegno di legge taglia posti letto negli ospedali è stato rinviato a martedì. Con poco più di un terzo degli articoli approvati, la giunta è riuscita finora a ottenere sempre il voto favorevole e compatto di tutta la maggioranza, con un solo intoppo (più tecnico che politico) su una norma marginale della legge. Per il resto, tutti gli emendamenti dell’opposizione sono stati bocciati dal Consiglio, mentre oltre agli articoli anche le correzioni proposte dalla giunta sono passate indenni all’esame dell’aula. Tra le norme approvate, l’istituzione dei registri di monitoraggio su diverse patologie (diabete, malattie rare, Sla, tumori, nefropatie, sclerosi multipla, endometriosi) e dei registri degli incidenti cardiovascolari e delle malformazioni congenite. La settimana prossima il Consiglio dovrà votare invece gli articoli che indicano le linee guida (sono tredici gli indirizzi) e dovranno essere seguiti dai manager delle Asl, ai quali il ddl affida la proposta di taglio dei posti letto negli ospedali.
 
LA NUOVA SARDEGNA
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 23 - Ed_Cagliari
LA VERTENZA
Solidarietà per sostenere la riforma del Geoparco
 
IGLESIAS Prosegue la mobilitazione per sostenere la battaglia delle associazioni del Parco geominerario, che ormai da oltre un anno (378 giorni per la precisione) presidiano Vlla Devoto a Cagliari per sollecitare la riforma dell’ente. L’altro giorno il segretario regionale del Pd Silvio Lai (accompagnato dal componente della segreteria regionale Pietro Morittu( ha fatto visita ai volontari, sottolineando che «oggi più che mai son o valide per la Sardegna ’le ragioni che 11 anni fa hanno portato all’istituzione del Parco geominerario, riconosciuto dall’Unesco nel 1997». Le associazioni del Geoparco hanno ricordato invece «la grande opportunità per la valorizzazione dello straordinario patrimonio storico, scientifico e ambientale delle aree che compongono l’ente, non ultima quelle che si trovano nel sulcia Iglesiente». Da mesi è in corso un vero e proprio pressing sulla Regione e sul presidente Cappellacci in particolare per il via libera alla legge di riforma.
 
LA NUOVA SARDEGNA
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 33 - Ed_Cagliari
Premio Nobel a Mo Yan, cantore della Cina rurale
Forte presa sulla contemporaneità e insieme solido ancoraggio alla tradizione I buoni rapporti con il Partito comunista e le sue critiche agli scrittori dissidenti
di Silvia Lutzoni
 
«Per il suo realismo allucinatorio che mescola racconti popolari, storia e contemporaneità». È questa la motivazione con la quale ieri i giudici della Reale Accademia di Scienza Svedese hanno assegnato a Mo Yan, pseudonimo di Guan Moye, il Premio Nobel per la letteratura 2012. Un premio inatteso, questo, se è vero che lo scrittore cinese era dato in svantaggio rispetto al giapponese Murakami Haruki; e un premio che sembrerebbe confermare una vera e propria inversione di tendenza degli accademici di Svezia, i quali lo scorso anno avevano assegnato, per la prima volta per effettivi e manifesti meriti letterari, il Premio a Tomas Tranströmer: il poeta svedese, non si era infatti contraddistinto per il suo impegno politico, non era in esilio, non contestava nessun regime, non denunciava alcunché, né proveniva da un Paese nei confronti del quale l'Occidente tutto si sentiva in dovere di un eventuale risarcimento. Lo stesso vale per Mo Yan, il quale per certi aspetti potrebbe anche essere definito un intellettuale organico, uno scrittore che dal Potere non ha mai preso le distanze, ma che dei suoi apparati è anzi parte integrante. È vicepresidente della discussa associazione degli scrittori cinesi, generosamente sovvenzionata dal governo, ed è tra l'altro uno dei cento scrittori che hanno recentemente commemorato i «Discorsi sull'arte e sulla letteratura» che Mao Zedong pronunciò a Yan'an nel 1942, nei quali si stabilivano i canoni della letteratura e dell'arte della nascente Repubblica Popolare (Mo Yan era stato anche fra coloro i quali avevano operato la trascrizione a mano dei “Discorsi”). Per non dimenticare un altro recente episodio del quale lo scrittore si è reso protagonista nel 2009 – e che gli ha suscitato critiche da più parti –, quando si è ritirato dalla Buchmesse di Francoforte in segno di protesta per la partecipazione di alcuni scrittori dissidenti cinesi, tra cui ricordiamo Bei Ling e Dai Qing. Tutti motivi per i quali, crediamo, la televisione nazionale cinese ha annunciato ieri questo Nobel come il primo assegnato a uno scrittore di nazionalità cinese, laddove l'accento sulla nazionalità, oltre a voler sottolineare il fatto che Gao Xingjian, Premio Nobel per la letteratura nel 2000, aveva già acquisito la nazionalità francese, ribadiva e con vigore che in quel caso si trattava non solo di un esiliato, ma anche e soprattutto di un dissidente. Non intendiamo dire con ciò che Mo Yan si sia conformato acriticamente alle posizioni del Partito – e ciò a dispetto dello pseudonimo che non a caso ha scelto e che in cinese significa "colui che non vuole parlare". Lo dimostra uno dei suoi libri più recenti intitolato, "Rane" (1995), appena tradotto in italiano e in uscita ancora una volta per Einaudi nel 2013, dove non ha esitato a contestare le politiche più retrograde del regime, come quella della pianificazione famigliare. Nato nel 1955 in una famiglia di contadini a Gaomi, paese isolato nella provincia nord-orientale dello Shandong, Mo Yan cominciò a lavorare già da bambino nei campi e in seguito in una manifattura di cotone. Nel 1976 si arruolò nell'Esercito di liberazione popolare, dove ben presto divenne un insegnante dell'Accademia culturale. Fu in questo periodo che cominciò a scrivere e nel 1981 pubblicò il suo primo racconto su una rivista letteraria. Si laureò in Letteratura nel 1986 e nel 1991 ottenne un master in Studi letterari e artistici presso l'Università Normale di Pechino. Fra i suoi libri, nei quali evidente è l'urgenza di raccontare una provincia irrimediabilmente ancorata al passato in contrasto con le città proiettate verso il futuro, ricordiamo "L'uomo che allevava i gatti" (Einaudi, 1997), "Grande seno, fianchi larghi" (Einaudi, 2002), "Il supplizio del legno di sandalo" (Einaudi, 2002), vincitore del Premio Nonino, e il più recente "Le sei reincarnazioni di Ximen Nao" (Einaudi, 2009). Quello più noto resta però "Sorgo rosso" (Theoria 1994, poi Einaudi 1997 e 2005), un romanzo epico nel quale una giovane donna racconta i drammi, gli amori e i lutti della propria famiglia in quell'area rurale dove gli sterminati campi di sorgo «in autunno scintillano come un mare di sangue», tra lotte fratricide, carestie, riti magici e rapine. Ambientato tra gli anni Trenta e i Settanta del Novecento, il libro ripercorre quel periodo che vide la Cina attraversare cambiamenti radicali: dall'epoca d'oro al banditismo, dalla invasione giapponese al periodo che precedette la Rivoluzione culturale. Nel 1987 il regista Zhang Yimou ne trasse una fortunata trasposizione cinematografica – della quale Mo Yan non si mostrò però entusiasta – che vinse l'Orso d'oro a Berlino e fu candidato al Premio Oscar come miglior film straniero. Mo Yan è considerato fra i più grandi scrittori cinesi contemporanei, ma è impossibile non domandarsi quanto abbia influito sulla decisione degli Accademici di Svezia ciò che accadde nel 2010, quando il Premio Nobel per la Pace fu assegnato al dissidente Liu Xiaobo, il quale non poté ritirarlo perché stava scontando undici anni di detenzione per aver criticato il regime cinese. In conseguenza di questo fatto, lo ricordiamo, la Cina chiese scuse internazionali e boicottò il commercio di salmone con la Norvegia.
 
LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 21 - Sassari
In città il simposio della Società di microchirurgia
 
Sassari oggi ospita il Simposio 2012 della Società italiana di Microchirurgia. Le oltre 30 comunicazioni previste vedranno coinvolti specialisti nel campo della microchirurgia provenienti dall'Inghilterra, Belgio, Spagna e Turchia che, insieme ai loro colleghi italiani, presenteranno le ricostruzioni effettuate a carico della regione mammaria, della testa, della cavità orale e degli arti inferiori. Interventi eseguiti con tecniche di microchirurgia per trattare principalmente patologie tumorali, traumatiche o infettive. Il Simposio è stato organizzato grazie alla sinergia tra l'Azienda Ospedaliero Universitaria, il dipartimento di Scienze chirurgiche, microchirurgiche e mediche dell'Università, le unità operative di Chirurgia plastica della Aou di Sassari e della Sapienza di Roma. L'appuntamento è alle 8.30 nell’aula Magna dell'Università.
 
LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 24 - Sassari
UNIVERSITÀ
Le prime lauree in Biotecnologie mediche veterinarie
Conferite a quattro giovani che hanno seguito il nuovo corso istituito a Sassari nel 2009 e attivato nel 2010, unico in Sardegna Numerosi gli sbocchi occupazionali
 
SASSARI L'Università di Sassari ha conferito le prime lauree magistrali in "Biotecnologie sanitarie, mediche e veterinarie": il 4 ottobre due laureande e due laureandi hanno discusso la tesi nell'aula consiliare del'ex facoltà di Medicina Veterinaria. Il nuovo corso, istituto nel 2009 e attivato nel 2010, è unico in Sardegna, e consente ai laureati magistrali di dirigere laboratori a caratterizzazione biotecnologica e coordinare, anche a livello gestionale e amministrativo, programmi di sviluppo e sorveglianza delle biotecnologie applicate in campo umano e animale con particolare riguardo allo sviluppo di prodotti funzionali, presidi farmacologici e vaccini tenendo conto dei risvolti etici, tecnici, giuridici e di tutela ambientale. L'obiettivo raggiunto non è da poco, se si considerano i numerosi sbocchi occupazionali, possibili in ambiti quanto mai vari: diagnostico; bioingegneristico; sperimentazione in campo biomedico e animale; terapeutico; biotecnologico della riproduzione; produttivo; progettistico, in relazione alla predisposizione e finalizzazione di brevetti in campo sanitario. Il corso, della durata di quattro semestri, si è concluso con un tirocinio di sei mesi presso laboratori scientifici dell'Ateneo di Sassari e di altre strutture, pubbliche e private, per la stesura dell'elaborato finale. Il nuovo corso, inoltre, si è proposto a completamento del triennio di primo livello, già presente in questo Ateneo. «La formazione magistrale in Biotecnologie sanitarie mediche e veterinarie può anche coronare il percorso dei laureati in discipline biologiche e dei tecnici delle professioni sanitarie, cioè i tecnici di laboratorio -, spiega il professor Sergio Ledda, presidente del corso di laurea -. Gli indicatori economici globali evidenziano come il settore delle biotecnologie, e in particolare quello delle biotecnologie sanitarie, abbia mostrato in questi ultimi anni gli incrementi maggiormente significativi. L'interesse per le discipline biotecnologiche è in continua crescita e la disciplina è fortemente riconosciuta a livello internazionale». Ne sono testimoni i due recenti premi Nobel per la Medicina.

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