Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
03 October 2012
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  
    

 
L’UNIONE SARDA

1 - L’Unione Sarda / Cultura (Pagina 42 - Edizione CA)
Architettura ad Alghero
La città ideale? È quella fatta per i bambini
Può l’architettura urbana migliorare la qualità della vita? Renderla più giusta e aumentare il benessere di tutti i suoi abitanti? Queste le domande al centro della giornata di studio e dei seminari organizzati dal Dipartimento di Architettura Design e Urbanistica di Alghero. La discussione ha preso spunto a partire dalla cosiddetta “teoria delle capacità” per la prima volta proposta da Amartya Sen, premio Nobel in economia nel 1998. «È ovvio che il benessere e la qualità della vita delle persone è influenzato dalle loro condizioni economiche e reddito. Ma, secondo Sen, questo non basta - spiega Ivan Blecic, ricercatore della facoltà di Architettura di Alghero - perché ciò che conta davvero, ciò di cui le politiche pubbliche devono occuparsi, sono le capacità delle persone: capacità di poter fare, essere o diventare ciò che le persone considerano di valore».
Così ad esempio, un bambino algherese ha certamente maggiore capacità, se lo volesse, di poter giocare a contatto con la natura di una bambina milanese, «ma magari quest’ultima invece - continua Blecic - ha maggiori capacità di studiare il balletto classico». Queste diverse opportunità esisterebbero anche se i genitori avessero lo stesso tenore di vita dal punto di vista economico. Contano dunque molto le condizioni urbane e le opportunità che le città offrono agli abitanti.
Gli esperti si sono chiesti come questo concetto di capacità può essere utile a una amministrazione locale. Vivien Kane-Zeumo e Alexis Tsoukias dell’Università Paris-Dauphine, hanno presentato il loro modello matematico di valutazione, spiegando di essere in grado di predisporre strumenti di supporto alla politica urbanistica «per capire quali popolazioni e parti della città mancano di quali capacità e così assistere e orientare le amministrazioni nella definizione di progetti e politiche urbane». Alexandre Frediani dell’University College of London, che durante la conferenza serale ha parlato di alcune esperienze di riqualificazionea Salvador de Bahia, ha tenuto a precisare che, anche progetti architettonicamente interessanti «possono produrre effetti negativi e minacciare la qualità della vita se si trascurano le relazioni sociali, le aspirazioni e le pratiche della vita quotidiana degli abitanti».
I ricercatori di Alghero Ivan Blecic e Valentina Talu hanno presentato dei progetti concreti, portati avanti con il Comune di Sassari. Idee già messe in pratica, in grado di ampliare la capacità dei bambini di usare la città.
«Partire dai bambini può essere un buon punto di vista per pensare a una città migliore per tutti. Con i nostri progetti - ha detto Talu - stiamo cercando di ripristinare alcune pratiche come camminare liberamente, andare a scuola da soli, giocare per strada e nelle piazze, tutte pratiche alle quali le città moderne sono sempre più ostili».
Caterina Fiori
 
 
2 - L’Unione Sarda / Commenti (Pagina 12 - Edizione CA)
COMMENTI
Scuola e università alla deriva
Nessuna consapevolezza per gli uomini di domani L’inizio di un nuovo anno scolastico e accademico induce alla riflessione sul percorso intrapreso dai propri figli e, più in generale, da una generazione che subentrerà nelle dinamiche di un sistema sociale non più isolato. L’importanza dell’istruzione in un’organizzazione sociale sembrerebbe oramai scontata, almeno in quei Paesi che si collocano alla guida del pianeta. Certo è che la modalità con cui è acquisita e, soprattutto, resa disponibile dallo Stato incide sulla libertà e determinazione del modello di organizzazione dello stesso. Il controllo esercitato sull’istruzione e l’accesso a ruoli di potere socio-politico conduce all’adeguamento, se non alla riduzione, del pensiero e dell’azione a modelli approvati e condivisi da organi di potere, non disposti a mettersi in discussione.
La deriva scolastica e universitaria, verso cui l’Italia e l’Occidente stanno scivolando, risiede sì nella riduzione dell’erogazione di risorse materiali, ma soprattutto in quella forte assenza di confronto e analisi dei sistemi accettati e subiti, che sembrano essere la causa della nostra decadenza. La velocità e la superficialità di fruizione della conoscenza nelle scuole e nelle università connota uomini senza basi, sui quali si genera un’ovvia dipendenza dal modello-sistema prevalente, verso il quale quegli stessi uomini non sono in grado di reagire per migliorare, ma solo reiterare. Nel tempo il legislatore ha definito un modello istruttivo inefficiente e conservatore, ove è divenuta dominante la formazione piuttosto che l’analisi e la capacità di discernimento. Nel rinunciare alla consapevolezza quale bagaglio imprescindibile per il progresso sociale ed economico, abbiamo accettato l’indefinito sviluppo di “mercati umani” orientati a produrre consumatori agguerriti piuttosto che fruitori soddisfatti.
Maurizio Ciotola
(Cagliari)
 
 
3 - L’Unione Sarda / Provincia di Sassari (Pagina 25 - Edizione OL)
Sassari
Caos in corsia, Giannico replica

Lo scorso 25 settembre nel quotidiano L’Unione Sarda, è stata pubblicata la foto del direttore generale della Azienda sanitaria n.1, Marcello Giannico, attribuendo erroneamente la sua immagine alla denuncia presentata dal sindacato Cisl medici contro l’Azienda ospedaliero-universitaria di Sassari dal titolo "Sprechi, in corsia è rivolta". L’atto aziendale di cui si parla nell’articolo si riferisce a quello dell’AOU, l’azienda mista, competente per la gestione delle cliniche universitarie di viale San Pietro e della relativa componente ospedaliera. La notizia, dunque, non è ricollegabile con la Asl n.1 né tanto meno con il suo manager. L’azienda mista e l’azienda sanitaria viaggiano infatti su binari simili ma distinti e distinta è l’amministrazione, in questo caso contestata dai camici delle cliniche universitarie.
 
    
 

 
LA NUOVA SARDEGNA 

4 - La Nuova Sardegna / Pagina 15 - Attualita
A SECCO ANCHE LA RICERCA
Erasmus rischia il crac La Ue ha finito i soldi
di Lorenzo Robustelli
BRUXELLES Dall’Unione europea niente più soldi per la ricerca, per l’istruzione all’estero o per la formazione permanente. Per quest’anno sono finiti, e chi deve essere pagato aspetterà. La denuncia viene da Alain Lamassoure, presidente della commissione Bilancio del Parlamento europeo, che ieri si è chiamato un po’ di giornalisti per lanciare il suo allarme. «Il fondo sociale europeo non ha più un euro – ha spiegato il francese del Ppe - dunque il programma per gli studenti Erasmus finirà i soldi dalla prossima settimana, i fondi Ricerca e Innovazione resteranno senza risorse a fine ottobre». Alla stessa data si bloccheranno anche i pagamenti per la formazione permanente, uno dei pochi “ammortizzatori” comunitari per chi resta senza lavoro. La questione è drammatica, tra qualche giorno le fatture non saranno onorate e qualche ricercatore che aveva avuto un finanziamento non se lo vedrà erogare, qualche studente che ha già le valigie fatte non potrà partire. Per chi poi è in lista d’attesa si tratta di uno stop, chissà fino a quando. «Non si può più firmare nessun contratto – spiega Ron Korver, portavoce del Parlamento per il Bilancio – semplicemente perché non ci sono più soldi». Erano 10 miliardi, che sono finiti, dicono in Parlamento, «per colpa del comportamento scriteriato dei governi». Le colpe delle Capitali sono due: una è quella che ogni progetto è cofinanziato dall’Ue, dunque vuol dire che anche gli Stati non versano più soldi, l’altra è che i governi non hanno voluto aumentare i finanziamenti al bilancio dell’Unione, come chiedono Commissione e Parlamento. Lamassoure usa dunque questo caso come carico in un braccio di ferro che va avanti da tempo e che giovedì si concluderà in Aula con il voto sul bilancio 2013 dell’Unione. La Commissione, e il Parlamento concorda, ha chiesto un aumento di spesa del 6,8%, i governi non ne vogliono nemmeno parlare. Inoltre il Parlamento, dice qualcuno, potrebbe proporre un aumento rispetto alla proposta della Commissione, tanto per complicare la vita vai governi, come vendetta per il fatto che gli Stati lo hanno tagliato fuori dalla gestione di Schengen. E’ una lotta dura, ed a farne le spese, per ora, sono quelli sui quali tutti dicono si debba investire: giovani e ricercatori.


5 - La Nuova Sardegna / Pagina 22 - Sassari
Università, prorogate le iscrizioni ai corsi
SASSARI Slitta dal 1° al 19 ottobre il termine per immatricolarsi ai corsi all’Università slitta dal 1° al 19 ottobre. L’iscrizione a qualunque corso di studi deve essere eseguita obbligatoriamente on line all’indirizzo www.uniss.it/iscrizioni ed è subordinata al versamento delle tasse universitarie. Non saranno concesse ulteriori proroghe. Per le immatricolazioni ai corsi di laurea a numero programmato valgono sempre i termini indicati nei relativi bandi di concorso. La prima rata ammonta a 214,16 euro, da versare entro il 19 ottobre assieme al contributo relativo al corso di studi prescelto (per conoscere la cifra esatta, consultare la normativa tasse 2012 all’indirizzo web www.uniss.it/documenti/NormativaTasse_2012_2013.) Il ritardato pagamento della prima rata comporta l’addebito automatico di un contributo di mora. La seconda rata scade il 28 febbraio 2013 e deve essere versata contestualmente al contributo regionale Ersu per il diritto allo studio universitario.


5 - La Nuova Sardegna / Pagina 22 - Sassari
La democrazia e i nuovi assetti degli enti locali
SASSARI “La democrazia in recessione? Assetti e trasformazioni della forma di governo delle Regioni, delle Province e dei Comuni”: è il tema che sarà discusso il 5 ottobre in un convegno promosso dal Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università.
L’appuntamento si svolgerà nella sala consiliare del Dipartimento (ingresso dal Quadrilatero di viale Mancini o da via Rolando). Dopo i saluti del rettore Attilio Mastino e del direttore del Dipartimeno Francesco Sini, a dibattere sul tema saranno docenti delle università sarde e della penisola, mentre alle 15, sono previsti gli interventi di Roberto Deriu, presidente della Provincia di Nuoro,
Cristiano Erriu, presidente Anci Sardegna e il sindaco Gianfranco Ganau (presidente Consiglio delle Autonomie locali).
 

6 - La Nuova Sardegna / Pagina 24 - Sassari
interrogazione
Cocco (Idv): «Mensa troppo cara per gli universitari»
SASSARI «Una stangata che costerà dai 126 ai 138 euro a ogni famiglia che ha un figlio iscritto all’Università ». Daniele Cocco, consigliere regionale dell’Idv, ha presentato una interrogazione urgente al presidente Cappellacci e all’assessore regionale Sergio Milia sui rincari delle tariffe mensa applicate dall’Ente regionale per il diritto allo studio. Aumenti varati ad agosto con la giustificazione del rincari delle materie prime e dei costi di trasporto, maanche con la necessità di mantenere alto il livello del servizio offerto agli studenti fuori sede. «Da un attento esame e da un confronto con le tariffe di altre università – scrive Cocco – risulta che altrove le tariffe per la mensa siano nettamente inferiori». Il consigliere regionale ricorda che a Sassariunpasto con reddito della prima fascia costa 4,20 euro e nella fascia cinque «la bellezza di 14 euro». Daniele Cocco chiede al presidente della Regione e all’assessore cosa intendono fare «per impedire che la stangata dell’Ersu si abbatta sugli studenti universitari e sulle loro famiglie, già duramente colpite dalla più grave crisi economica che abbia mai investito la nostra isola».


7 - La Nuova Sardegna / Pagina 35 - Alghero
Niente mensa, studenti a digiuno
L’Ersu non ha ancora bandito la gara d’appalto. Preoccupazione per gli aumenti
ALGHERO L’anno accademico 2012/2013 si apre per gli studenti universitari che frequentano le facoltà di Alghero, diverse centinaia e quasi tutti iscritti in architettura, con una sorpresa: a tutt’oggi niente mensa. L’Ersu non ha infatti ancora bandito la gara di appalto per l’assegnazione del servizio e per i ragazzi si annunciano difficoltà e disagi. All’origine del ritardo ci sarebbero questioni di natura burocratica e la tardiva assegnazione  dei fondi, argomenti che potrebbero avere una qualche giustificazione sul piano tecnico e amministrativo ma che vanno a colpire i ragazzi universitari di stanza sulla Riviera del Corallo che non hanno alcuna responsabilità diretta se non quella di studiare lontano dacasa.
Tra l’altro tra gli studenti si è sparsa la voce di un aumento della quota a loro carico per il pasto, quando arriverà la mensa si intende, che sta determinando malumore anche nelle famiglie costrette a una pressione economica più pesante. L’aspetto che preoccupa maggiormente sono i tempi per l’assegnazione del servizio : tra bando di gara, tempi per la presentazione delle offerte, procedure di assegnazione, la mensa universitaria si annuncia non proprio a scadenza ravvicinata.Unritardo che appare comunque largamente
ingiustificato visto che non era necessario possedere la sfera di cristallo per prevedere che anche per l’anno accademico appena cominciato si doveva procedere a garantire il servizio mensa per gli studenti il cui appalto assegnato precedentemente era scaduto. (g.o.)
 
 
8 - La Nuova Sardegna / Pagina 41 - Cultura-Spettacoli
CAGLIARI, CONVEGNO SU AMBIENTE E CULTURA INDIA
Amazzonia lontana dai miti
La lotta dei popoli indigeni
BRASILE Appello disperato delle tribù nomadi 

SAN PAOLO. Accerchiati e cacciati indietro da taglialegna abusivi e allevatori, minacciati di morte, in un habitat sempre più ristretto e a rischio distruzione dove non possono più andare a caccia, gli indios Awa-Guajà dell’Amazzonia brasiliana, indicati come la tribù più minacciata al mondo, sono ridotti alla fame. Uno dei pochi popoli cacciatori-raccoglitori nomadi rimasti sul pianeta ha indirizzato un messaggio disperato al ministro della giustizia brasiliano: "I bambini piangono e hanno fame". L’appello è stato accolto dalle maggiori organizzazioni umanitarie internazionali, che hanno chiesto al governo brasiliano un intervento immediato per fermare il genocidio.
di Roberta Sanna
CAGLIARI Los Kukama aparecen, i Kukama appaiono. Sulla falsariga del testo antropologico “Gli indigeni invisibili”, è il titolo di una trasmissione radiofonica con la quale lingua e cultura Kukama, gruppo etnico che era sparito dagli atlanti linguistici - e aveva perso identità nei centri urbani - ritornano ad essere visibili. La trasmette Radio Ukamara, che ha iniziato negli anni ’90 programmi in lingua indigena a Nauta. Siamo nell’Amazzonia peruviana, che copre il 60% del territorio nazionale e ospita circa 50 gruppi etnolinguistici. La complessità di queste culture nel loro rapporto con la comunicazione sono stati, fino a sabato allo Spazio Search, al centro di un confronto multidisciplinare a livello internazionale. Momento del progetto ideato e realizzato da un’equipe dell’Università di Cagliari (finanziato con la legge regionale per la ricerca) dal titolo “Amazzonia miti occidentali e pensiero indigeno contemporaneo”. «Con l’idea che siamo noi ad avere dei miti sull’Amazzonia – specifica il responsabile del progetto Riccardo Badini – e quella invece di fare il punto sul pensiero indigeno indagando sulla autorappresentazione. Miti strumentali, spesso, come inferno verde, luogo impenetrabile, funzionali allo sfruttamento incontrollato, come dapprima quello del caucciù, poi del petrolio. «C’è una situazione politica molto effervescente nella zona di Iquitos dove stiamo lavorando - aggiunge Badini - che si accompagna con una produzione di letteratura indigena in fase aurorale e meticcia urbana in lingua spagnola. Oltre alle testimonianze dei ricercatori del progetto che ha come partner locale Formabiap, scuola statale di formazione per maestri bilingui interculturali, cui gli italiani collaborano con corsi di scrittura creativa, e a quella di Leonardo Tello, direttore di Radio Ukamara, a mettere l’accento sul processo di autorappresentazione è la relazione del regista e operatore socio-culturale Ferdinando Valdivia, al convegno anche con tre preziosi documentari. Dopo le prime esperienze foto-cinematografiche in Amazzonia, ho iniziato a chiedermi perché non si potesse passare all’autorappresentazione come era avvenuto dagli anni ’80 in altri paesi dell’America latina, racconta il regista. Tra i Bora incontrai Victor Churay, un pittore che descriveva il suo popolo dipingendo miti, leggende, e storia con tinte e tele tratte fibre di piante e radici della foresta. Con lui è nato nel ’97 il documentario “Buscando el azul” e da allora ho lavorato con diversi popoli indigeni formandoli all’utilizzo del mezzo elettronico. Dopo i moti del 2009 la Federazione indigena della regione di Madre de Dios ha realizzato campagne trasmesse sulle tv nazionali. Un primo progetto per contrastare l’attività estrattiva nella riserva territoriale Amarakaeri e in parallelo la denuncia dei problemi dell’estrazione abusiva dell’oro, che con l’utilizzo di mercurio inquina i fiumi e costringe a importare pesce dal Brasile. Dopo questi primi passi i popoli indigeni stanno vivendo la contemporaneità, nella lotta non solo fisica ma anche mediatica. Ora Valdivia fa parte dei formatori di Formabiap, in collaborazione col gruppo cinematografico Chaski: i maestri bilingui, oltre a lavorare sui due universi della cultura indigena, quello spagnolo e quello autoctono, avranno anche il compito di insegnare l’uso dei mezzi audiovisivi. 

 


 

QUOTIDIANI NAZIONALI
Link:
rassegna stampa CRUI
Link:
rassegna stampa MIUR

 

Questionnaire and social

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