Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
26 September 2012

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
La sindrome da rientro
Difficile riadattarsi al lavoro dopo le vacanze
SALUTE. L'esperto: «Insonnia e irritabilità i sintomi più frequenti»
 
Ha un nome altisonante: post-vacation blues. Più banalmente si tratta della sindrome da rientro. Sta lì in agguato, attende gli ultimi scampoli di vacanza, e poi arriva puntuale, ogni anno. Ed è anche spietata: colpisce circa sei milioni di persone, 3 italiani su 10 ne diventano involontarie vittime. E se si parla dei casi più lievi il numero cresce infinitamente. «Nervosismo, spossatezza, irritabilità e insonnia sono i sintomi principali», spiega Giovanni Biggio, professore ordinario di Neuropsicofarmacologia dell'Università di Cagliari. E poi «agitazione, affaticamento e difficoltà di concentrazione».
I SINTOMI Esplodono con la ripresa dei ritmi frenetici della quotidianità, e spesso si prolungano più del dovuto. Riadattarsi non è una cosa immediata, e c'è ancora chi - nel preludio d'autunno - combatte la sindrome da rientro. Ma nessun allarmismo, «in genere si supera tranquillamente, cercando di riabituarsi ai nuovi ritmi». Non tutti ci riescono, o comunque non con la stessa facilità. Fermo restando che il rientro è sempre duro, soprattutto a livello mentale, vanno fatte alcune distinzioni. «Chi ha la fortuna di svolgere un lavoro che piace è meno vulnerabile e gli effetti saranno blandi», evidenzia il neuro farmacologo. Nel caso contrario, le cose si complicano. «Per chi non ama il proprio lavoro, la vacanza diventa una fuga da quell'ambiente in cui, suo malgrado, si trova costretto a stare». In questo caso gli effetti della post-vacation blues saranno più forti. «Anche l'intolleranza verso gli altri, la poca disponibilità ad ascoltare e uno stato di agitazione costante diventano spie del trauma post-vacanza»; sempre che non siano caratteriali.
I PIÙ COLPITI Ma chi sono le principali vittime? Il gentil sesso soccombe: «Le donne sono le più colpite, soprattutto se in menopausa o affette da sindrome premestruale». Il discorso si amplia: «Nella maggior parte delle patologie che riguardano il cervello sono sempre loro le più vulnerabili». Dati alla mano: «In media c'è un rapporto uomo-donna di 1 a 3; in qualche nazione è persino più alto». E se gli anziani si confermano la fascia debole, a dispetto di quanto si possa pensare, per i bambini la fine delle vacanze non è un problema. «Si riabituano facilmente ai nuovi ritmi e anche al rientro a scuola, a meno che non ci sia una patologia specifica». Quando preoccuparsi? «Un periodo di assestamento è normale, per tutti, ma se i sintomi persistono per più di una settimana è necessario rivolgersi al medico». Sarà lui a valutare lo stato di gravità «ed eventualmente indirizzerà il paziente da uno psicologo o psichiatra».
LA CURA Mettendo da parte i casi più gravi, i farmaci non sono necessari. «Va bene una semplice camomilla, o una tisana alle erbe. Tra l'effetto placebo e quello blando del principio attivo che contengono, i più agitati possono trarne beneficio». E poi c'è una regola inderogabile: «No, all'autoprescrizione», ammonisce Biggio. «Gli ansiolitici e i sedativi possono essere pericolosi, sono farmaci che riducono i riflessi, il parere del medico è fondamentale». Per combattere l'insonnia un occhio di riguardo all'alimentazione: «Non bisogna mangiare troppo a cena». E di rigore «ridurre il consumo di caffè». Per il resto non resta che rassegnarsi, le vacanze prima o poi finiscono. Ma per fortuna tornano sempre.
Sara Marci
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
PROVINCIA. Iniziative per la ricerca
Allarme dislessia: diecimila i bimbi sardi colpiti dal disturbo
 
È allarme dislessia. Nell'Isola sono circa 10 mila i bambini che manifestano difficoltà nell'apprendimento della lettura. Recenti studi indicano, inoltre, un sommerso elevato, nel senso che tanti giovanissimi, pur affetti dal disturbo, non avrebbero mai avuto il riconoscimento diagnostico. La dislessia colpisce più i maschi che le femmine (il rapporto è 4 a 1) e ha un elevato tasso di familiarità (il 65%). L'essere dislessici non corrisponde, peraltro, a un'inferiore capacità di ragionamento. Al contrario è dimostrato che la difficoltà nella lettura può manifestarsi anche in un bimbo di intelligenza superiore alla media. Da qui l'esigenza di supportare i giovani dislessici con percorsi personalizzati per poter affrontare con serenità il percorso scolastico.
Si punta, nel frattempo, a intensificare la ricerca con l'obiettivo di chiarire le basi neuro-psicologiche del disturbo e favorire diagnosi sempre più precoci. È in quest'ottica che la Provincia di Cagliari ha patrocinato l'iniziativa "Dal cuore al palcoscenico", spettacolo di beneficenza che si è tenuto al Teatro Massimo, consentendo di raccogliere fondi per l'acquisto di kit per prelevare il Dna (con tamponi salivari) in 200 bambini sardi con dislessia. In occasione dello spettacolo, diretto da Gianluca Medas, sono state presentate opere pittoriche della mostra "Dyslexia Art", che ha visto coinvolti artisti dislessici. «La dislessia è un disturbo, non una malattia», evidenza Donatella Petretto, direttrice del Gruppo di ricerca sui disturbi dell'apprendimento dell'Università, «si manifesta a 5-6 anni in coincidenza dell'ingresso a scuola e quasi sempre riguarda bambini con intelligenza nella media o sopra la media. Gli effetti possono essere molto negativi (in primis riduzione dell'autostima) se non si interviene tempestivamente e in modo adeguato. Gli alunni dislessici vengono infatti erroneamente percepiti come "poco abili"». La causa del disturbo non è chiara. «Diversi studi dimostrano una base genetica e un funzionamento cerebrale differente», dice l'esperta, «le oscillazioni nelle performance scolastiche sono il primo campanello d'allarme. E allora bisogna intervenire subito». Il ruolo degli insegnanti e dei genitori è fondamentale, insieme ai suggerimenti dello specialista. (p. l.)
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Cagliari (Pagina 15 - Edizione CA)
Troppi morti sulle due ruote
I DATI. Aumentano in città i motociclisti vittime della strada
 
In città diminuiscono gli incidenti stradali ma cambia la tipologia delle vittime: meno automobilisti, più motociclisti. Nel quinquennio che va dal 2006 al 2010, il calo dei sinistri è stato del 30,5%. Si è passati, infatti, dai 4.737 incidenti del 2006 ai 3.290 del 2010. Confortante l'andamento della mortalità (-43,7%).
I dati, elaborati dall'Aci, sono stati resi noti e commentati la settimana scorsa, nell'ambito di un convegno sulla mobilità sostenibile promosso da Università, Comune e Automobile Club cittadino, presieduto da Giorgio Ladu. Anche a livello nazionale la mortalità è diminuita. Nelle città con oltre 150 mila abitanti i decessi sono passati, nel 2006-2008, da 793 a 667, con una diminuzione del 15,9%. L'aspetto più evidente è che muoiono meno automobilisti, protetti da efficaci sistemi di sicurezza (cinture, airbag, abs, scocche auto-deformanti, sistemi fire-stop), mentre i rischi maggiori riguardano motociclisti, ciclisti e pedoni. Così nelle grandi città i decessi su veicoli a due ruote nel triennio 2006-2008 sono calati solo del 7%, passando da 362 a 337, con un preoccupante picco nel 2007 dove si sono registrati 392 decessi.
A Cagliari in scooter si muore invece di più: dai 6 decessi del 2006 si è passati ai 9 del 2007, per ripiegare agli 8 del 2008, con un incremento nel triennio del 33,3%. Lo studio relativo ai decessi dei pedoni dice che nelle grandi città sono scesi del 17,2%, passando da 184 a 149 nel 2006-2008. A Cagliari la tipologia di traffico è peraltro diversa rispetto ad altre città capoluogo di regione. A Roma, ad esempio, i motocicli rappresentano il 18,7% dei mezzi in circolazione, a Firenze il 22,1%, mentre a Cagliari sono solo il 12,56%. Lo studio dell'Aci dimostra come Cagliari, per caratteristiche ambientali e territoriali, sia adatta all'uso dello scooter, eppure i cagliaritani usano questo mezzo molto meno di quanto avvenga in realtà climaticamente svantaggiate, come Genova o Firenze. ( p. l. )
 
L’UNIONE SARDA
4 –L’Unione Sarda
Cronaca di Alghero (Pagina 25 - Edizione OL)
Esperti per la tutela della biodiversità
Tavola rotonda nel parco di Porto Conte
 
Alla ricerca dei frutti perduti. È il titolo scelto dall'Agenzia Laore per la giornata di approfondimento sulla biodiversità organizzata nella sede del parco di Porto Conte.
Venerdì 28 settembre, a Casa Gioiosa, focus sulle varietà vegetali ultrasecolari, resistenti ai parassiti e per questo particolarmente adatte all'agricoltura biologica. Apriranno i lavori, alle 9,30, Vittorio Gazale, direttore del parco, Salvatore Loriga, commissario straordinario di Laore Sardegna e Efisio Floris, commissario straordinario di Agris Sardegna.
Delle varietà presenti negli orti sardi parleranno Giovanna Attene, Innocenza Chessa e Ignazio Camarda, ricercatori dell'Università di Sassari. Di alcune tipologie di pero, melo e susino, piuttosto datate, tratterà Guy D'Hallewin del Cnr. Mentre Anna Barbara Pisanu di Agris Sardegna e Eduardo Lo Giudice dell'associazione culturale Orto Antico si soffermeranno su alcune varietà locali, come il carciofo, il fagiolo e il pomodoro di Monte San Vito.
Infine gli aspetti legislativi per la tutela della biodiversità agraria saranno affrontati da Maria Itria Fancello di Laore Sardegna e Alessandra Guigoni dell'Università di Cagliari. ( p. p. p. )
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda
Oristano e Provincia (Pagina 15 - Edizione OR)
Febbre killer, il virus muta?
La Asl preoccupata: diventa impossibile trovare i focolai
L'EMERGENZA. Scarsa prevenzione: la Provincia sotto accusa. Polemica con i sindaci
 
Per i biologi comincia a diventare un grattacapo, per i medici una preoccupazione in più. Il virus della Febbre del Nilo sta mandando in tilt il piano di prevenzione e monitoraggio della Asl. Per una ragione molto semplice: gli unici due casi registrati finora in provincia riguardano l'uomo, mentre i naturali vettori della malattia (uccelli, insetti e cavalli) sembrano diventati immuni al contagio. E allora cosa sta succedendo? La strategia di controllo non è efficace oppure il virus killer sta mutando e ha modificato i suoi canali di trasmissione?
LA PREVENZIONE Difficili da debellare sono le polemiche. E ancora una volta sotto tiro finisce l'Assessorato provinciale all'Ambiente. Il problema stavolta riguarda la prevenzione. L'Università di Sassari e quella di Bologna hanno studiato una lotta biologica contro le zanzare che trasmettono il virus agli animali e all'uomo. Un esperimento è in corso a Cagliari, nella zona di Molentargius, mentre nell'Oristanese (la zona più colpita dall'epidemia) il progetto non è partito. «Alla Provincia è stata presentata un'interessante proposta per avviare l'operazione di lotta biologica alle zanzare - attacca il capogruppo del Pd in Consiglio provinciale, Mario Tendas - La società che sta curando il progetto insieme alle due università non ha mai ricevuto una risposta. E gli episodi che si stanno verificando nell'Oristanese dimostrano che la situazione è ancora molto preoccupante».
LA SITUAZIONE I casi più gravi sono quelli degli anziani di Narbolia e Nurachi: sono in ospedale da tre settimane e le loro condizioni restano tutt'ora molto gravi. Qualche miglioramento c'è stato, ma il quadro clinico non è ancora confortante. Altre segnalazioni la Asl di Oristano non ne ha ricevuto. Neanche dalle scuderie, dove lo scorso anno c'era stata una vera e propria strage di cavalli. L'unico allarme è scattato a Usellus, dove i veterinari hanno trovato un falchetto morto e infetto.
LE ANALISI Mercoledì scorso l'equipe specializzata della Asl 5 ha fatto gli ultimi prelievi sugli animali. Mancano ancora i risultati, ma dai primi accertamenti pare che nessuno degli insetti finiti nelle trappole e nessuno tra gli uccelli catturati sia positivo ai test. Anche i monitoraggi delle settimane scorse hanno dato lo stesso risultato e questo ovviamente rende ancora più difficile l'operazione di prevenzione. Seguire il percorso della malattia è sta diventando quasi impossibile.
I SINDACI I primi ad accusare la Asl sono stati quelli di Narbolia e Nurachi. Per la stessa ragione: quando due loro compaesani sono finiti in ospedale, contagiati dal virus-killer, in Comune non è arrivata nessuna comunicazione. Ma ora il manager dell'azienda sanitaria, Mariano Meloni, replica e alza il tiro: «Appena abbiamo avuto la conferma che si trattava di due casi di West Nile abbiamo informato immediatamente i sindaci - sottolinea il direttore generale - Ad aprile, tra l'altro, abbiamo chiesto a tutti i Comuni di adottare un'ordinanza per prevenire i rischi e tutelare la salute dei cittadini». Qualcuno forse ha sottovalutato il problema?
Nicola Pinna
 
L’UNIONE SARDA
6 – L’Unione Sarda
Sulcis Iglesiente (Pagina 23 - Edizione PC)
In missione nel Sulcis gli archeologi di Siviglia
S. G. SUERGIU. Gli studiosi spagnoli alla scoperta del passato
 
Dalla Spagna per scoprire le tracce del passato e disegnare il futuro, anche urbanistico, di San Giovanni Suergiu. Un'équipe di archeologi del Dipartimento di Preistoria e Archeologia dell'Università di Siviglia ha passato al setaccio le campagne e le colline del territorio a caccia di siti archeologici. Un'indagine che, tra domus de janas, nuraghe e resti di ville romane, ha messo in evidenza le testimonianze di un passato che attraversa, senza interruzioni, la millenaria storia di San Giovanni Suergiu.
LA MISSIONE Guidati dalla professoressa Oliva Rodrìguez Gutiérrez, gli archeologi Alvaro Fernàndez, Araceli Rodrìguez e Jacinto Sànchez, hanno visitato per due settimane il territorio accompagnati dai volontari dell'associazione culturale “Quadrifoglio 95”, da anni impegnata nella salvaguardia dei siti archeologici. «È stata un'esperienza preziosa e utile perché ci ha consentito di scoprire, durante le indagini sul campo, una sorta di filo invisibile che, dal periodo più antico e senza interruzione, attraversa i secoli raccontando il passato e l'evoluzione del territorio», ha spiegato la responsabile del team.
IL PERIODO ROMANO Le informazioni informazioni raccolte (e da elaborare) avranno un'utilità pratica. «Il nostro scopo è quello di metterle a disposizione della Soprintendenza e del Comune affinché - sottolinea Rodrìguez Gutiérrez - se ne tenga conto anche in tema di redazione del Piano urbanistico». Che a San Giovanni Suergiu ci sia attenzione verso il suo passato lo testimonia anche la presentazione, avvenuta giovedì, del libro “Parole, documenti, segni. Il territorio di San Giovanni Suergiu in epoca romana” delle archeologhe Manuela Puddu, di San Giovanni Suergiu, e Sebastiana Mele, di Oristano. Un lavoro, il loro, che ha aperto una finestra su un periodo, quello dell'epoca romana che, come ha sottolineato Manuela Puddu, «è stato sinora sempre trascurato, forse per via di altre emergenze archeologiche, ma che occupa una parte importante del nostro passato».
I SITI Tanto da far definire il territorio, in cui spiccano più di dodici siti risalenti al periodo romano, quasi una sorta di “porta d'accesso” del Sulcis. All'incontro di presentazione del libro, oltre all'assessore alla Cultura Roberto Pucci, hanno preso parte anche Annamaria Comella, professore di Archeologia classica all'Università di Cagliari, e Sabrina Cisci, responsabile della Soprintendenza.
Maurizio Locci
 

LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 9 - Ed_Cagliari
IL PROGETTO
Salvagente contro l’abbandono degli studi
Dispersione e orientamento, partite da Sassari iniziative per una più stretta sinergia università-scuola
di Pier Giorgio Pinna
 
SASSARI Un salvagente per arginare l'abbandono degli studi. Lo lancia l'università di Sassari . E c'è qualche nuova speranza. «Da un dialogo con la scuola possono nascere importanti contromisure», dicono i professori dell'ateneo, da mesi impegnati in un progetto allargato alle superiori dell'isola. Già, perché il fenomeno tocca livelli gravi. Con numeri impressionanti. Siamo la regione d'Italia col minor tasso di nascite. E la scarsa percentuale di crescita demografica si riflette sulle iscrizioni, da tempo in crollo verticale . In questo quadro gioca negativamente un altro fattore: la "dispersione scolastica", ossia l'allontanamento volontario di tanti ragazzi dalle lezioni prima della regolare conclusione del ciclo di studi (superano il 24%, una delle medie peggiori su scala nazionale). E se metà dei diplomati sardi decide di non proseguire, subito dopo il primo anno 30 matricole su 100 gettano la spugna. Insomma, una situazione drammatica. «Alcune della maggiori criticità si riscontrano proprio nel passaggio dalla scuola all'università: ecco perché puntiamo molto su un raccordo tra le due realtà e sul dialogo stretto fra docenti e insegnanti», ha spiegato il prorettore, Laura Manca, nel convegno promosso in aula magna per fare il punto sull'iniziativa. Programma avviato grazie a fondi Por 2007-2013 e al contributo del ministero delle Politiche sociali, della Regione, del Fondo sociale europeo. Un dibattito al quale non hanno potuto partecipare per impegni dell'ultim'ora l'assessore della Pubblica istruzione Sergio Milia e il rettore di Cagliari Giovanni Melis (comunque rappresentato dal prorettore Francesco Atzeni e dalla dirigente Giuseppina Locci, responsabili dell'orientamento sul piano scientifico e amministrativo). «Anche di recente, dalle verifiche sulla preparazione iniziale dei neoiscritti, diverse quindi dai test per il numero chiuso o programmato, sono scaturiti risultati che devono far riflettere: nella media a superare in maniera positiva queste prove è appena il 40% dei ragazzi arrivati dalle superiori mentre in qualche corso di laurea dell'isola si è toccato addirittura il 20%», ha affermato Manca sottolineando come per tutti gli altri studenti s'imponga evidentemente la necessità d'integrazione di conoscenze che dovrebbero essere già state acquisite sui banchi di scuola. Delle contromisure che si vogliono far partire proprio dall'ateneo sassarese per cambiare rotta ha così parlato nei dettagli, davanti a presidi e altri operatori didattici, studenti e amministratori, la sociologa Patrizia Patrizi, delegata all'orientamento dal rettore, Attilio Mastino, anche lui presente all'incontro. «Vogliamo andare direttamente nelle scuole e operare tra i ragazzi nelle fasi iniziali d'ingresso in ateneo per supportarli e far capire che tante difficoltà sono superabili», ha rimarcato la professoressa. «Le sfide nella fase postmoderna che attraversiamo riguardano infatti la lotta contro la marginalità scuola-università e la battaglia contro l'esclusione dai percorsi lavorativi _ ha proseguito Patrizi _ Dobbiamo dunque prevenire le situazioni problematiche attraverso maggiori legami tra istituti superiori e atenei, rendere più efficace il sistema dell'indirizzo verso le scelte dei corsi di laurea, promuovere i punti di forza di quest'impostazione riducendo alla stesso tempo i possibili rischi». Concetti su cui è tornato in maniera analitica l'archeologo Pier Giorgio Spanu, responsabile scientifico del progetto made in Sassari, ribattezzato con l'acronimo Stud.I.O. (Studenti In Orientamento). «Stiamo predisponendo tutti gli strumenti indispensabili per accompagnare le matricole, tutor e manager didattici sono mobilitati nei nuovi piani, abbiamo attuato alcune griglie d'azione, con 1.500 ore di consulenza totale», ha sostenuto. Com'è apparso chiaro dalle successive relazioni e dai commenti dei docenti che hanno preso parte ai gruppi di lavoro e alle reti dei 27 istituti che hanno già dato la loro adesione da Nuoro, Olbia e Sassari, mai come oggi si sente l'esigenza di risposte mirate a bloccare quest'abbandono: a scuola come all'università. Fenomeno che, unito all'analfabetismo di ritorno, provoca già «effetti devastanti sia per le nuove generazioni sia sul futuro della Sardegna». «Un'isola per la quale le scialuppe di salvataggio contro l'addio agli studi devono aiutare a costruire non muri ma ponti tra le differenti realtà formative», è stata la conclusione di tanti fra gli intervenuti.
 
LA NUOVA SARDEGNA
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 25 - Ed_Nuoro
La notte dei ricercatori in piazza Mameli
L’iniziativa, patrocinata da Regione Commissione Europea e Fondazione Banco di Sardegna, vuole far incontrare scienziati e cittadini
 
NUORO Alla scoperta di nuovi mondi e alla riscoperta del nostro. Venerdì si svolge “La notte dei ricercatori” (sottotitolo Ordinary people with extraordinary jobs, gente comune con lavori straordinari), sostenuta dalla Research Executive Agency che ogni anno coinvolge centinaia di ricercatori e istituzioni di tutta Europa. In Italia l’evento si svolgerà in una quarantina di città, ma in Sardegna solo a Nuoro. Lo scopo dell’iniziativa, promossa dall’amministrazione comunale e patrocinata da Commissione Europea, Regione e Fondazione Banco di Sardegna, è far incontrare scienziati e cittadini per diffondere la conoscenza e valorizzare il lavoro dei ricercatori. Il programma, che inizia alle 10 del mattina e termina a notte fonda, comprende sperimentazioni e dimostrazioni scientifiche, mostre e visite guidate, conferenze e seminari, spettacoli e concerti. Ma ai nuoresi l’evento darà finalmente la possibilità di visitare l’ex mercato civico di piazza Mameli, chiuso ormai dal 2004. L’inaugurazione è alle 10 nell’aula magna del Consorzio studi universitari di via Salaris, mentre dalle 11,30 alle 13,30 i ricercatori andranno nelle scuole superiori cittadine per incontrare gli studenti delle quarte e quinte classi. Dalle 17 alle 22 la manifestazione si svolgerà nell’ex mercato civico: qui è previsto un viaggio alla scoperta delle costellazioni con il planetario (il simulatore del cielo) e osservazioni del sole e della luna, conferenze, esposizioni, mostre fotografiche, laboratori di educazione ambientale, esercitazioni, dimostrazioni e simulazioni. In contemporanea in piazza Asproni ci saranno giochi alla scoperta del mondo, un video in 3D sulla ricerca archeologica e un viaggio di video-animazione al centro della terra. Altri appuntamenti si svolgono nelle librerie Mondatori, Miele amaro e Novecento, al museo Man, al museo Tribu, alla biblioteca Satta e al Centro servizi Europa. Infine dalle 20,30 sino a notte fonda concerti in piazza Mameli e in piazza Asproni, dove saranno allestiti alcuni spazi informativi. (m.s.)

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