Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
22 September 2012

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Commenti (Pagina 15 - Edizione CA)
Dibattito su Medicina a numero chiuso
Meglio pochi e ben selezionati
di Antonio Solla*
 
Riguardo l'ipotesi di libera iscrizione alla Facoltà di Medicina, mi trovo in totale disaccordo con le tesi formulate sabato scorso in questa pagina da Anna Piccioni, benché offrano interessanti spunti di riflessione.
Lavoro a Cagliari dal 1980 e mi iscrissi nel 1971-72 alla Facoltà di Medicina e Chirurgia di Perugia e quindi di Cagliari, dove mi laureai nel 1978. Nel '71 era stata appena abolita la normativa che consentiva l'accesso a Medicina ai soli diplomati del liceo classico e scientifico. Di conseguenza, gli iscritti al primo anno furono migliaia. Le aule, le strutture e i docenti non erano certo adeguati. A Perugia le lezioni del primo anno si tenevano in un'aula enorme, talmente gremita che era necessario arrivare almeno due ore prima per trovare un posto; molti portavano un seggiolino pieghevole, o un cuscinetto su cui sedersi a terra. Ma era anche difficile trovare un angolino su cui poggiare il cuscino. Il professore era tanto distante che appariva come un puntino all'orizzonte e doveva parlare con un microfono. Quello di Fisica tracciava sulla lavagna formule matematiche che a 30 metri erano appena visibili col cannocchiale, e si può immaginare l'utilità delle lezioni di Anatomia, col cadavere sul quale il buon prof. Lucheroni cercava di mostrarci minuscoli vasi sanguigni e terminazioni nervose della dimensione di pochi millimetri.
Qualsiasi tentativo di dialogo diretto con i docenti era non solo impossibile, ma, anzi, considerato una grave provocazione, mentre al liceo classico avevamo un rapporto quasi familiare con loro. Dopo alcuni mesi, io e molti miei compagni giungemmo alla conclusione che seguire le lezioni, in queste condizioni, era inutile. Continuammo a studiare, da autodidatti assoluti, fino alla fine del 3° anno. Dal quarto in poi, a Cagliari, le cose migliorarono: il 70 per cento degli iscritti al primo anno aveva gettato la spugna. Gli esami erano massacranti e fare tutto da soli era difficile. Ma le esercitazioni in corsia erano deludenti. Trascorrevamo ore negli anditi, fino al momento in cui il Professore, col suo codazzo di Aiuti e Assistenti, iniziava la visita. Bisbigliava parole sommesse e criptiche all'orecchio del suo primo Aiuto, mentre noi studenti, non trovando spazio sufficiente in camera, aspettavamo fuori. Le domande, rivolte timidamente ai tutor, erano prive di risposta.
Dopo la laurea, un nuovo calvario. Le scuole di specializzazione, rigorosamente a numero chiuso, erano un affare per pochi; le Cliniche Universitarie feudi baronali in cui comandavano poche famiglie. La scuola di Medicina Interna, ad esempio, offriva uno o due posti, Pediatria cinque. I fortunati iscritti, pur lavorando otto ore al giorno, non erano pagati. Anzi, dovevano versare la retta all'Università, milioni di lire. Per accedere a una qualsiasi scuola di specializzazione era necessario lavorare gratuitamente alcuni anni in corsia, sperando di guadagnare la riconoscenza del Professore e colla speranza di non essere scavalcati, all'esame-farsa, dal raccomandato di turno.
Col numero chiuso, che esiste in quasi tutto il mondo, l'insegnamento della medicina è decisamente migliorato. Gli studenti sono conosciuti personalmente dai professori e non son più semplici numeri. Dopo la laurea, possono accedere ben più facilmente alle scuole di specializzazione. Qui ricevono uno stipendio dignitoso e possono seguire con entusiasmo e serietà i corsi. Una classe medica ben preparata e dignitosamente retribuita rappresenta una sicurezza per l'intero Paese.
*Medico in Cagliari
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Nuoro e Provincia (Pagina 21 - Edizione NU)
UNIVERSITÀ. Mobilitazione
Prima lezione, allievi e docenti in piazza Italia
 
Prima lezione fuori delle aule. Studenti e docenti dell'università nuorese si ritroveranno in piazza Italia, anziché nel palazzo di via Papandrea. Appuntamento il primo ottobre, alle 10.30, per mantenere forte l'attenzione sui corsi nuoresi e reclamare dalla Regione la puntualità nei trasferimenti delle risorse finora mancata. Distrazione che si perpetua negli anni spingendo gli operatori sull'orlo del precipizio e intrappolando l'università in una precarietà perenne. Così dopo l'annuncio della liquidazione la prossima settimana di un milione di euro, prima tranche dei fondi del 2011, la mobilitazione non si ferma.
I DOCENTI «Non servono più risorse, ma risorse certe», sottolinea Sergio Vacca, docente della facoltà di scienze forestali e ambientali dove frequentano trecento studenti, compresi cinquanta nuovi iscritti. «La lezione all'aperto è un modo eclatante, e spero produttivo, per far capire alla Regione che l'ateneo di Nuoro non è una realtà di poco conto. Qui si sono formati giovani che ora lavorano in Argentina, Spagna, Colombia, Germania, Giordania. I nostri corsi sono assolutamente validi. Ma stiamo correndo il rischio di buttare all'aria questa esperienza anziché darle effettivamente gambe».
COOPERATIVA L'annuncio dell'assessore regionale alla Cultura Sergio Milia sul milione di euro in arrivo sospende i 33 licenziamenti della cooperativa Ecotopia che garantisce i servizi universitari, sebbene i problemi restino aperti. «Siamo in fiduciosa attesa, speriamo che la settimana prossima succeda qualcosa di concreto», sottolineano. Gli operatori sono regolarmente al lavoro. Per ora l'ipotesi di consegnare le chiavi al sindaco degli edifici che ospitano i corsi è messa da parte. Ma la voglia di protesta non si attenua. «Serve un piano organico che consenta di sviluppare appieno le potenzialità dell'università di Nuoro». È la richiesta insistente, rilanciata dagli studenti e anche dal commissario del consorzio Caterina Loi che sollecita alla Regione chiarezza sui fondi restanti del 2011 e su quelli del 2012.
M. O.
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Provincia di Cagliari (Pagina 35 - Edizione CA)
Assemini
Sul palco la lotta tra Ettore e Achille
 
Questa sera, a partire dalle 19, lo Spazio Arka di Assemini ospiterà la lettura di uno dei canti più famosi dell'Iliade. L'iniziativa, organizzata in collaborazione con il Dipartimento di filologia dell'Università di Cagliari, vuole trasportare gli ascoltatori nella Grecia omerica. Traduzione di Patrizia Mureddu, e voce e drammaturgia del suono ad opera di Gaetano Marino sono gli ingredienti di questa serata “epica”. La voce narrante descriverà l'episodio della lotta tra Ettore e Achille perché l'ascoltatore possa avere un'idea, anche se inevitabilmente parziale, del grado di suggestione e di coinvolgimento emotivo che la recitazione dei canti era in grado di esercitare sul pubblico del tempo, quando la trasmissione orale era l'unico mezzo di trasmissione. (g.s.)
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 48 - Edizione CA)
S. Antioco, archeologia
A Sulky la cura iniziava dai sogni
 
Un ingegnoso sistema idrico di raccolta delle acque, un prezioso vaso lekithos di fabbricazione ateniese e una infinità di frammenti di ex voto indicano la devozione agli dei, l'ingegno e l'opulenza di chi ha vissuto a Sant'Antioco dall'epoca fenicio punica sino alla Roma repubblicana e imperiale. Ancora una volta il Cronicario, un fazzoletto di terreno incastonato tra le case del centro storico di Sant'Antioco, ha aperto lo scrigno della storia antica di Sulky.
Un lavoro di indagine portato avanti dal professore Piero Bartoloni, direttore e concessionario degli scavi patrocinati dal dipartimento di storia dell'università di Sassari, e le archeologhe Elisa Pompianu e Antonella Unali.
IL TEMPIO La campagna scavi 2012 ha portato alla scoperta e alla definizione delle caratteristiche urbanistiche della parte sacra della città romana, che si è sovrapposta al culto degli dei fenicio punici. La parte indagata sinora è rappresentata da quello che si ritiene essere un tempio dedicato alla divinità punica Asmunn e poi al dio romano Esculapio (entrambi con competenze sulla salute e associati al simbolo del bastone su cui si attorcigliano due serpenti, ndr) : oltre all'edificio è stata trovata un'infinità di frammenti ceramici, probabilmente ex voto offerti alla divinità, opera di varie fabbriche artigiane che li realizzavano su richiesta dei fedeli.
L'INTERPRETAZIONE DEI SOGNI «Il rito di richiesta dell'intervento divino - spiega Piero Bartoloni - consisteva nella rottura violenta al suolo dell'ex voto». Gli studiosi ritengono che il tempio fosse anche una specie clinica-albergo, e che vi si praticasse l' incubatio : «I pazienti si addormentavano - prosegue Bartoloni - e al risveglio raccontavano i loro sogni ai sacerdoti, che li interpretavano e in base a essi diagnosticavano la malattia, per la quale chiedevano l'intervento divino».
LA RETE IDRICA Gli scavi hanno interessato strati più profondi della città romana consentendo la scoperta di un sistema di raccolta idrica fatta da canalette che, costruite sotto i pavimenti, sfociavano in pozzetti sistemati a distanza stabilita a lato dei marciapiedi. «Una scoperta che ci ha consentito di capire - spiega l'archeologa Elisa Pompianu - il progetto edilizio della città e il sistema idrico utilizzato».
LA CINTA PUNICA Quest'anno si è iniziato ad indagare anche sul versante contiguo di quello scavato sinora. «È un'area che si trova più a sud dove abbiamo trovato un vano che indica diversi stadi di vita- afferma l'archeologa Antonella Unali - compresa una cinta di grossi blocchi di pietra che potrebbero aver fatto parte della cinta muraria della città punica che fu poi smontata dai romani riutilizzarli allo scopo di utilizzare i blocchi per le loro costruzioni abitative».
Tito Siddi
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda
Provincia di Sassari (Pagina 30 - Edizione OL)
Sassari Università: web e statistiche
 
Ultima giornata oggi, del seminario organizzato dall'Università, sui sistemi informativi e statistici. Le lezioni, nell'aula Blu della facoltà di scienze politiche in viale Mancini, sono coordinati da Bruno Bertaccini, ricercatore in statistica applicata e delegato del Rettore per la valutazione dei processi formativi nel dipartimento di statistica "G. Parenti" dell'Università degli studi di Firenze. Un esperto e tecnico del settore, profondo conoscitore della materia che supporta la tecnologia e che parlerà di management e sistemi web, database relazionali. Verrà analizzato anche un caso relativo allo sviluppo di un sistema informativo statistico destinato alla valutazione della politica in ambito universitario. Il corso è inserito nel master in valutazione di politiche e patrocinato dalla Regione, Inpdap e associazione italiana di valutazione. ( a.br. )
 

LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 21 - Ed_Cagliari
economia
Investire in conoscenza per uscire dalla crisi
Lo sviluppo locale non si fa regalando bonus ad Alcoa e a Vinyls ma con la formazione, l'innovazione, l'apprendimento collettivo
di FRANTZISCU SANNA 
 
Prendano appunti gli esperti di politiche industriali che da 50 anni imperversano nella nostra terra a sperperare risorse pubbliche per regalarle all’amico di turno, che si chiami Rovelli, Moratti, Alcoa, Carbosulcis, Eni o Tirrenia poco importa. Se lo scrivano bene nei loro taccuini: lo sviluppo locale si fa con la formazione, con l'innovazione, con l'apprendimento collettivo. Non ci vogliono grandi capitali, industrie inquinanti e finti salvatori della patria quanto un po' di lungimiranza, un po' di ambizione e una buona capacità di leggere i processi storici.Insomma, basta avere una visione di se stessi e di cosa si vuole per il proprio futuro. Ecco la chiave per attivare processi reali di trasformazione sociale. Così, proprio su queste basi, nella piccola repubblica baltica dell'Estonia in questi giorni è partito un ambizioso programma di intervento sul modello di istruzione pubblica che prevede l'insegnamento obbligatorioper tutti gli studenti, fin dai 7 anni, dei principali elementi di programmazione informatica. Sì, avete capito bene, programmazione informatica. Tutti quegli elementi in grado di permettere ad una persona di sviluppare una app per lo smartphone o di scrivere del codice per un software. Tutti gli elementi per non limitarsi a consumare prodotti informatici ma per capire, fin dall'infanzia, ciò che si maneggia. Favorire, insomma, la trasformazione dei ragazzi da meri consumatori in potenziali produttori di innovazione e tecnologia.Si chiama Tiger Leap la fondazione che, in collaborazione con il ministero dell'Istruzione estone, provvederà a gestire la sperimentazione in 20 istituti scolastici, per testare i modelli di insegnamento e formare i docenti. Ben presto si proseguirà con tutti i 530 istituti scolastici della repubblica baltica per dare vita al piano ProgeTiiger, il più ambizioso piano di educazione informatica al mondo. Non si tratta di certo di interventi in grado di favorire il clientelismo politico. Si tratta invece di mettere in campo una visione differente del proprio modo di stare al mondo, delle proprie politiche industriali ed economiche a partire proprio dall'istruzione e dalla formazione. Oggi si può sperare di competere nell'economia globale lavorando lastre di alluminio, gassificando carbone o attirando, con ingenti incentivi, qualche multinazionale della chimica di base (tutti interventi capital intensive). Oppure si può leggere, ad esempio, nei processi di terziarizzazione delle nostre società una grande opportunità di trasformazione dei comparti produttivi attraverso lo sviluppo della piccola e media impresa, dei servizi informatici e dello sviluppo di prodotti innovativi (labour intensive). Nel primo caso si ha bisogno di manodopera poco qualificata, di ingenti capitali e di grandi gruppi multinazionali, nel secondo di una forza lavoro qualificata e specializzata e di investimenti mirati a supportare un tessuto produttivo diffuso. Nel primo modello è centrale la politica ed i suoi apparati di potere e controllo, nel secondo è centrale la formazione, lo spirito auto-organizzativo di una società e i servizi avanzati alle imprese. Due alternative possibili, ugualmente dignitose da un punto di vista pragmatico e ugualmente percorribili. Sono differenti i costi sociali, la sostenibilità degli interventi, l'impatto sul territorio, il ruolo delle risorse umane, la visione di futuro. L'importante è che chi effettua le scelte di politica economica ed industriale si sappia assumere le responsabilità dei potenziali fallimenti che ne conseguono dal percorrere l'una o l'altra strada.
 
LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 32 - Sassari
Chimica verde svelata alla gente
Mercoledì presentazione al pubblico (che potrà intervenire) dei progetti di Enipower e Matrìca
di Gavino Masia
 
PORTO TORRES La sala conferenze Filippo Canu diventerà il teatro di presentazione al pubblico, mercoledì dalle 11.30, del progetto della centrale a biomassa e del punto sui piani della chimica verde e delle bonifiche. Nel corso dell’incontro verrà illustrato lo studio di impatto ambientale e il progetto della centrale a biomassa di Enipower e verrà fatto il punto sullo stato dei lavori della chimica verde e sui progetti di bonifica con i tecnici di Matrìca e Syndial. «L’amministrazione – annu ncia il sindaco Scarpa – ha chiesto ai rappresentanti delle società di illustrare alla cittadinanza lo stato dei progetti della chimica verde e delle bonifiche: invito quindi la comunità a partecipare». L’incontro pubblico sarà preceduto alle 9.30 da una riunione della commissione Reindustrializzazione con i tecnici di Eni. Sulla centrale a biomasse che Eni-Power si prepara a costruire, c’è una nota della segreteria cittadina e del gruppo consiliare del Partito democratico. «Ritengono questa centrale indispensabile per gli impianti in progetto _ lamentano gli esponenti del Pd _, senza però spiegare bene a che cosa servano 43.5 megawatt di energia elettrica prodotta: considerando che gli impianti al massimo ne consumeranno 8, e solo al termine del progetto. In più, ci chiediamo, come verrà alimentata la stessa centrale, dato che i residui delle lavorazioni destinate ai futuri impianti Matrica saranno insufficienti a garantire un adeguato regime di marcia». Il Pd sottolinea la totale mancanza di programmazione industriale ed energetica a livello regionale, ma fanno pure autocritica all’interno del Pd. «Anche il nostro partito _ dicono _ deve prendersi le proprie responsabilità e aprire una fase nuova di programmazione seria confrontandosi con il territorio, le forze imprenditoriali e sindacali: costruendo, insieme agli amministratori locali, un vero piano di sviluppo industriale dell’isola». Intanto ieri il rettore dell’Università di Cagliari, Giovanni Melis, ha nominato Giacomo Cao, docente ordinario di Principi di Ingegneria Chimica, rappresentante dell’ateneo al tavolo tecnico previsto con la Regione, l’Università di Sassari, il Cnr e la Matrica Spa.
 
LA NUOVA SARDEGNA
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 39 - Cultura-Spettacoli
Quando la creatività è donna
All’Università di Sassari il convegno “Le voci delle dee”: dalla narrativa, alla poesia, all’arte
di Anna Sanna
 
SASSARI Scrittrici, poetesse, artiste, nel corso dei secoli sono state dimenticate, inascoltate, spesso sminuite o ignorate dalla Storia rispetto ai colleghi uomini. Eppure le donne, nel passato come ai giorni nostri, hanno portato un contributo fondamentale alla scienza e alla cultura con la loro intelligenza e fantasia, ma anche come ispiratrici di opere letterarie o cinematografiche. Della donna come personaggio e della creatività femminile nelle sue molteplici forme (dalla letteratura all’arte, fino alla musica) si è parlato ieri nella seconda giornata del convegno internazionale “Le voci delle dee”, organizzato dal gruppo di ricerca “Escritoras y Escrituras” dell’Università di Siviglia e dall’associazione “La Lengua de las mariposas” con il contributo di numerosi enti e istituzioni (il dipartimento di Storia, scienze dell’uomo e della formazione dell’Università di Sassari, l’assessorato alle Culture e le Commissioni pari opportunità del Comune e della Provincia di Sassari, il Comitato per l’imprenditorialità femminile della Camera di Commercio), che da giovedì ha riunito a Sassari – nell’aula magna e nell’aula Eleonora d’Arborea dell’Università – studiosi e ricercatori provenienti da università spagnole, greche e italiane per uno scambio interdisciplinare intorno a vite, ricerche, idee delle donne nel passato e nel presente. «Il titolo del convegno è già di per sé provocatorio: l’apporto delle donne alla nostra civiltà è stato spazzato via proprio come le divinità femminili sono sparite dal pantheon occidentale – ha spiegato Mercedes Arriaga, di “Escritoras y Escrituras” – le donne in generale sono state spesso scomode per il potere, perciò dare visibilità ai prodotti della creatività femminile significa anche recuperare un pensiero più critico e libero». Ieri, nel ricco calendario di interventi dei tanti relatori e relatrici, si sono succedute figure come Marta Abba, “figlia d’elezione” di Luigi Pirandello, capace di imprimere una svolta all’opera del drammaturgo siciliano che – dall’incontro con l’attrice nel 1924 – darà un’importanza crescente all’universo femminile nei suoi testi. E poi le donne di Pedro Almodovar, predominanti già nei primi titoli della sua filmografia, dalla “musa” Carmen Maura fino alla città di Madrid, anch’essa “donna” per il regista perché combattiva, tenace, in lotta per uscire dalla dittatura di Franco. O ancora la poesia profonda di Antonia Pozzi, morta suicida giovanissima nel 1938 e considerata da Eugenio Montale una delle poetesse più importanti di quel periodo; voci intense come Elena Bono, classe 1921, oggi ultranovantenne: staffetta partigiana a Chiavari in Liguria, è autrice di un Canzoniere della Resistenza e di numerose opere di poesia, prosa e teatro, una delle quali aveva suscitato anche l’interesse di Pierpaolo Pasolini che ne voleva trarre un film. Artiste dalla intuizioni anticipatrici di tendenze successive, come la pittrice del Cinquecento Sofonisba Anguissola che introdusse nelle sue tele la pittura della realtà sviluppata poi nel Seicento da Caravaggio; o vite particolari come quella di O’Tama Kiyohara, pittrice giapponese sposa di un’artista siciliano, vissuta nell’Ottocento a Palermo e rimasta in Sicilia anche da vedova lavorando come insegnante per mantenere la sua autonomia, che avrebbe perso al rientro dai parenti in Giappone. Donne creative, indipendenti, anticonformiste ma per lo più sconosciute al grande pubblico: «Chi si occupa di studi di genere si rende conto che biblioteche e archivi sono pieni di materiale prodotto da donne che non è stato mai preso in considerazione – ha sottolineato Michela Caiazzo, dell’associazione “La Lengua de las mariposas” e promotrice dell’iniziativa insieme ad Alessandra Espa – con il convegno abbiamo voluto dare visibilità a tutto quanto prodotto sulle donne e dalle donne». C’è stato spazio anche per esponenti della creatività femminile nel mondo della musica, con una finestra sulla Sardegna attraverso la figura di Maria Carta: non solo cantante e attrice, ma anche autrice di “Canto rituale”, una raccolta di poesie pubblicata nel 1975. E poi la cantante Madonna, a cui sono stati dedicati due interventi: un’artista da sempre controversa, riuscita però ad attraversare con successo due secoli con le sue canzoni dai testi moderni e provocatori. Oggi, nell’ultima giornata del convegno, i lavori proseguiranno tutta la mattina con interventi su diversi temi, tra cui “Scrittrici, donne e tradizioni femminili della Sardegna” e “Le altre. Donne ai margini”, per finire con le conclusioni di Mercedes Arriaga Flòres e Michela Caiazzo.

Questionnaire and social

Share on:
Impostazioni cookie