Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
14 September 2012

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Prima Pagina (Pagina 1 - Edizione CA)
In ritardo nei confronti dell'Europa
Lavoro e produttività, un problema italiano
Beniamino Moro
 
La produttività del lavoro è la base per la crescita, ma il ritardo dell'Italia rispetto agli altri Paesi sta aumentando. Mentre la Grecia, la Spagna, l'Irlanda e il Portogallo, infatti, hanno aumentato la produttività e diminuito il costo unitario del lavoro, invertendo il trend negativo, l'Italia non ha migliorato la produttività e ha peggiorato il costo del lavoro. Perciò, la priorità è agire sul costo del lavoro e sulla produttività.
Il ruolo del governo è quello di porre il problema e di farlo cogliere alle parti sociali e all'opinione pubblica; ed è quello di facilitare le due parti a confrontarsi su questo tema. Peraltro, l'accordo dovrà essere raggiunto entro un mese, prima dell'Eurogruppo e del vertice Ue di ottobre, perché serve anche in termini di convinzione per il resto del mondo che l'Italia sta facendo sul serio. Questa è la linea d'azione del governo nella trattativa avviata questa settimana con le parti sociali sul problema della produttività e della crescita.
Ma perché il problema della produttività del lavoro è diventato così decisivo per uscire dalla crisi e per rilanciare lo sviluppo, non solo per l'Italia, ma per tutti i Paesi in difficoltà nella gestione del proprio debito pubblico? La produttività è inversamente correlata con il costo del lavoro per unità di prodotto (clup), che costituisce un indicatore sintetico di competitività di un paese nei confronti degli altri. Posto uguale a 100 il clup dei vari Paesi europei nel 2000, esso è andato aumentando per tutti sino al 2008-9, dopo di che ha subito una divaricazione tra i Paesi più colpiti dalla crisi del debito sovrano (Grecia, Irlanda, Portogallo e Spagna), dove ha invertito la tendenza verso la diminuzione, e Germania e Italia dove invece ha proseguito la sua crescita.
Nel 2012, tuttavia, mentre il clup tedesco è aumentato solo del 10% in 10 anni, l'aumento di quello italiano è stato del 34%, notevolmente superiore all'aumento di Grecia, Irlanda, Portogallo e Spagna, dove è rimasto compreso in una forchetta tra il 20 e il 25%.
Questi dati sono coerenti col fatto che, nello stesso periodo, la produttività del lavoro in Italia sia cresciuta solo dell'1,4%, mentre in Germania la crescita è stata del 13,6% (la media Ue è stata dell'11,4%).
In altri termini, dal confronto si vede chiaramente come la crescita della produttività e l'aumento del clup siano inversamente correlati.
Una differenza nella crescita del clup tra Italia e Germania del 24% in 10 anni si è tradotta in una corrispondente perdita di competitività dei nostri beni rispetto a quelli tedeschi, che ha mandato in deficit la nostra bilancia commerciale e, corrispondentemente, in surplus quella tedesca. Un processo analogo è avvenuto anche per gli altri Paesi colpiti dalla crisi, che oltre agli squilibri commerciali hanno dovuto registrare anche una fuga di capitali dal loro interno, sommando così al deficit di parte corrente anche quello dei movimenti di capitale. Quando ogni Paese europeo aveva la propria moneta, per ristabilire l'equilibrio bastava procedere con dei riallineamenti dei tassi di cambio, nella sostanza svalutazioni della moneta dei Paesi in deficit e rivalutazioni di quella dei Paesi in surplus. Con la moneta comune, ciò non è più possibile, e gli squilibri permangono nel tempo. Sono questi squilibri delle bilance dei pagamenti che hanno innescato la crisi dei debiti sovrani.
Per recuperare la produttività perduta e ridurre il clup, nei prossimi giorni dovrebbe quindi partire il confronto tra sindacati e imprese, che ha come riferimento iniziale l'accordo del 28 giugno 2011 sulla contrattazione e la rappresentatività aziendale. L'intesa prevede che per aumentare la produttività i contratti aziendali possano derogare a quello nazionale sui turni, festività, assenteismo e flessibilità dell'orario di lavoro. Cisl e Uil puntano ad ottenere più salario netto per i lavoratori, ma la Cgil, che quell'accordo non l'aveva sottoscritto, punta i piedi. Sta al governo il difficile compito di mediare.
Beniamino Moro
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
Pronto un altro ricorso al Tar
Studenti fuoricorso, nuova battaglia contro il Rettore
 
Gli studenti fuoricorso si apprestano a ribussare alla porta del Tar. Un ricorso bis contro la decadenza degli studi è già in cantiere.
A sette mesi dalla decisione del Consiglio di Stato, che aveva bocciato la decadenza disposta con apposito decreto dal Rettore, gli universitari tornano a dar battaglia (assistiti dai legali Carlo Tack e Mauro Barberio).
LA VICENDA Secondo il decreto rettorale, gli studenti da tempo fuori corso si sarebbero dovuto laureare entro il 30 aprile 2012, o avrebbero perso la possibilità di diventare dottori. Scattò il ricorso. Respinto dal Tar, ci pensò il Consiglio di Stato a ribaltare la decisione. Studenti vincitori e sereni. Fino ad oggi, quando in alcuni di loro è nato il sospetto che all'interno del Manifesto degli Studi 2012/2013 «la decadenza viene reintrodotta mascherata». A preoccuparli è l'articolo 11, dove si dice che agli studenti iscritti al vecchio ordinamento verrà proposto il passaggio al nuovo e «acquisito il parere dell'interessato, l'Università si riserva il potere di effettuare le proprie scelte motivandole». Pierpaolo Batzella, amministratore del gruppo Facebook “Nodecadenzastudi” conferma. «Per l'ennesima volta i fuori corso devono riunirsi e mettere mano al portafogli per difendere un loro diritto - dice Batzella - che Rettore e Senato accademico, con delle nuove norme, illegittime e in contrasto con le leggi sovra-ordinate, non vogliono riconoscere e che tutelano il diritto a laurearsi nei propri ordinamenti. Anziché risolvere i problemi della didattica, vera causa dei fuoricorso - continua Batzella - si continua a cercare cavilli amministrativi per eliminarli e ottenere nuovi fondi dal Miur».
L'ATENEO Il rettore Giovanni Melis è sicuro del suo operato: «Procediamo nel senso indicato dal Consiglio di Stato, coerenti con le indicazioni fornite nella sentenza». In particolare fa riferimento a un passaggio: «Rientra pienamente nella discrezionalità di ciascun ateneo, in sede di adozione dei regolamenti didattici o sulla carriera degli studenti, prevedere forme particolarmente incentivanti per il passaggio degli studenti ancora iscritti ai corsi universitari del vecchio ordinamento ai corsi di nuovo regime». Poi conclude: «Riteniamo che l'attività fin qui svolta sia stata positiva, perché ha stimolato centinaia di studenti fuori corso a completare gli studi».
Veronica Nedrini
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Provincia di Cagliari (Pagina 32 - Edizione CA)
Soleminis
Ricerca dell'Università sull'etno-musicologia
 
Un progetto di ricerca a Soleminis con due indagini storico-archivistica ed etno-musicologica. È stato studiato con attenzione il culto di San Giacomo. La ricerca è stata curata da Simonetta Sitzia dell'Università di Cagliari. «Una parte dell'indagine - come ha scritto la studiosa - si è svolta sul campo. Sono stati effettuati sopralluoghi nel centro abitato di Soleminis e nel territorio circostante. La ricerca etno-musicologica, svolta da Roberto Milleddu, è stata effettuata con interviste sul campo che hanno coinvolto diversi anziani di Soleminis».
Si sono anche tenuti due incontri con la cittadinanza: il primo per la presentazione del progetto, il secondo per illustrare i primi risultati della ricerca. Alcuni aspetti del culto dei santi e della religiosità a Soleminis sono anche divenuti oggetto di alcune lezioni rivolte agli studenti. (ant.ser.)
 

LA NUOVA SARDEGNA
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 19 - Ed_Cagliari
il caso
Test di medicina, proteste e sospetti totalmente infondati
di EUGENIA TOGNOTTI
 
A leggere, sulle colonne di questo giornale, ma non solo, le lettere e gli echi delle polemiche all'indomani della prova d'accesso a Medicina e chirurgia, svoltasi il 4 settembre scorso, ho avuto la curiosa impressione – essendo stata presente come commissaria dal primo all'ultimo minuto al PalaSerradimigni – che, di ora in ora, viaggiando su cellulari, sms e Facebook, si siano costruite delle leggende metropolitane e si sia prodotto un cortocircuito nella percezione dei fatti. Come giudicare, altrimenti, l'affermazione circa la durata della diffusione della musica, che, per un banale errore nella gestione di microfoni e strumenti di amplificazione, ha fatto irruzione nel Palazzetto? I due-tre minuti sono diventati dieci o più e l'inaspettata colonna sonora, un interminabile concerto. In realtà il presidente, l'anatomopatologo Gianni Massarelli, un docente e studioso con anni di carriera ed esperienza alle spalle, si è scusato con i candidati e ha concesso cinque minuti di recupero. E che dire della fantasiosa voce, del tutto priva di fondamento, che un non meglio precisato “ragazzo” sia entrato, eludendo la vigilanza? Una vigilanza, c'è da dire, così poco incline a chiudere un occhio, da escludere dalle prove qualche candidato munito di auricolare, nascosto da fluenti chiome. Nessuno poteva sfuggire ai controlli, neppure i professori, che abbiamo dovuto accreditarci e ottenere un badge all'ingresso. Ora, come avrebbe potuto, un estraneo, entrare e, addirittura sedersi “vicino” a una candidata, mentre tutti erano separati da un posto vuoto, alla loro destra e alla loro sinistra? Non meriterebbe neppure un commento, ancora, la segnalazione dei nomi scritti “in verde” o evidenziati negli elenchi: soltanto l' ingenuità può giustificare l'insensata idea che il personale tecnico-amministrativo, addetto al controllo dei documenti, tenesse in bella vista i nomi di presunti raccomandati: si trattava, in realtà, dei casi che, di volta in volta, venivano segnalati ai commissari: fratelli o sorelle che dovevano essere collocati in settori diversi, incidentati che avevano necessità di una sedia particolare, portatori di handicap come l'ipovedente e dislessico, a cui, su indicazione del ministero, si è dovuto affiancare il manager didattico di Medicina, incaricato di leggergli le domande. E le lamentele sulla “location”? Si sa, che la destinazione d'uso del Palazzetto non è quella di ospitare prove d'esame. Nella piovosa giornata del 4 settembre, un gruppo di bambini, felicemente lontani dall'età della responsabilità, avevano trovato riparo nei locali interni: qualche eco dei loro giochi si sentiva, ma non certo il frastuono di cui si è parlato. C'è davvero un brutto clima in questo paese. Un clima di sospetto e di sfiducia che investe istituzioni e persone. Frustrazione, delusione e rabbia degli aspiranti medici che non hanno superato la prova, magari per la seconda volta, possono anche essere, in qualche misura, giustificate. Ma il nodo non sta in presunte irregolarità delle prove. Piuttosto nella grossissima questione del numero chiuso, e del test di ammissione in sé, che non tiene conto del voto conseguito alla maturità e che non assicura che a essere selezionati siano i giovani che hanno predisposizioni e attitudini specifiche. Serve a valutare le qualità cognitive connesse col ragionamento e la capacità di risolvere i problemi, la domanda circa l'anno di costruzione del muro di Berlino? E, ancora, saranno medici migliori, più capaci di rapportarsi alla malattia e al dolore, di "prendersi cura" e di comunicare quelli che sono stati capaci di mettere in fila, in ordine cronologico, i nobel della Letteratura, da Grazia Deledda a Dario Fo?
 
LA NUOVA SARDEGNA
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 31 - Ed_Cagliari
UNIVERSITà
Fuori sede esclusi, il caso approda in Regione
La mozione presentata da Lina Lunesu verrà discussa presto in Consiglio a Cagliari
 
NUORO Approderà presto in una discussione in consiglio regionale, la mozione urgente presentata, come prima firmataria dal consigliere regionale Pdl, Lina Lunesu, sul tema degli studenti sardi fuori sede rimasti esclusi, a causa di un errore di compilazione della domanda, dal bando regionale per ricevere i contributi per l’affitto. Essendo firmata da tanti consiglieri, sia di maggioranza, sia di opposizione, la mozione ha priorità rispetto ad altre. Gli esclusi, solo di Nuoro e provincia, sono 40 su un totale di 200. Il bando “per l’attribuzione di contributi fitto casa” pubblicato dalla Regione diversi mesi fa, tuttavia, non era rivolto a tutti gli studenti universitari che vanno a studiare al di fuori dei confini di residenza, ma solo a quelli che frequentano corsi universitari in atenei fuori dalla Sardegna. La cifra complessiva stanziata dalla Regione diversi mesi fa, per questo scopo, era di un importo complessivo di 320mila e 778 euro. Alcune centinaia di studenti sardi, dopo aver letto il bando, avevano deciso di presentare la domanda per ottenere il contributo. Ma, come ha rilevato il consigliere Lunesu, evidentemente quantomeno 200 di loro, 40 dei quali del Nuorese, hanno commesso un piccolo errore nella compilazione e per questo sono stati esclusi. Lina Lunesu chiede dunque alla Regione di riaprire la possibilità di fare la domanda e correggere l’errore, visto che non si tratta di errore sostanziale, e quei studenti avevano diritto a ricevere un aiuto economico per l’affitto. (v.g.)

Questionnaire and social

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