Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
04 September 2012
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  
    

 
L’UNIONE SARDA

1 - L’Unione Sarda / Prima Pagina (Pagina 1 - Edizione CA)
L'attuazione della legge Gelmini
UNA MINI RIVOLUZIONE ALL'UNIVERSITÀ

Gaetano Di Chiara
Se è vero che il rango delle Università è dato dalla qualità dei suoi docenti, il reclutamento dei nuovi professori di ruolo riveste un'importanza fondamentale per il futuro di ogni Università. La legge Gelmini ha attribuito ai soli professori Ordinari (gli ex-baroni) la funzione di selezionare i nuovi professori, Associati e Ordinari, attraverso concorsi banditi da ciascuna sede. Tuttavia, ed è questa la novità, possono essere commissari di concorso solo gli Ordinari la cui produttività scientifica, valutata sulla base di criteri internazionali elaborati dall'Agenzia per la ricerca (Anvur), è uguale o superiore alla media degli Ordinari della stessa disciplina.
Secondo la vecchia legge, tutti i professori Ordinari, in quanto tali, avevano titolo a entrare come commissari nei concorsi a posti di professore di ruolo. Così poteva succedere che un esaminando avesse titoli scientifici superiori a quelli di un esaminatore e magari si vedesse superare da un allievo del medesimo.
Dopo la scrematura imposta dalla nuova legge, queste "anomalie" dovrebbero essere più rare.
Il principio che le nuove regole introducono è quello della valutazione permanente; in pratica, lo status di docente Ordinario non conferisce automaticamente e per sempre tutte le funzioni previste da quella qualifica: bisogna anche avere una produttività scientifica adeguata alla realtà attuale del ruolo di Ordinario. Non c'è dubbio che queste norme introducono nell'Università un principio assolutamente innovativo che non mancherà di produrre una mini-rivoluzione, influenzando i rapporti di forza tra i docenti e tra le scuole all'interno di ciascuna disciplina. Chi ha seminato bene quanto a produzione scientifica potrà trarne i frutti in termini di capacità di sistemare i suoi allievi, a scapito di chi ha privilegiato la politica e le manovre di palazzo o ha semplicemente tirato i remi in barca.
Giova ricordare che l'Anvur fu costituito nel febbraio 2010 e che le nuove regole non fanno che portare ad attuazione quanto previsto dalla riforma Gelmini, una riforma la cui innovatività si sta ormai dimostrando essere direttamente proporzionale all'ostilità con cui fu accolta dagli universitari. Evidentemente, le vere riforme non devono essere frutto di concertazione con chi è oggetto della riforma.
 
 
2 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 18 - Edizione CA)
Allarmanti i dati della Provincia, in difficoltà soprattutto le donne
Emergenza disoccupati In un anno persi più di 3mila posti di lavoro Più di tremila disoccupati in più, circa mille solo registrati a Cagliari, grosse difficoltà per le donne a trovare un'occupazione, con le aziende che ricorrono sempre di più al precariato. Assomiglia a un bollettino di guerra il rapporto sul mercato del lavoro, realizzato dall'Osservatorio provinciale in collaborazione con l'agenzia regionale del Lavoro.
I NUMERI Basti pensare che in due anni gli iscritti ai Centri servizi lavoro sono aumentati di circa diecimila unità: da 114 a 125 mila nuove persone, tutte o quasi in cerca di occupazione. Incremento determinato dall'aumento dei senza lavoro, visto che gli inoccupati, cioè coloro che non hanno mai svolto attività lavorativa, sono in leggero calo. Anche se in tanti pensano che ormai laurearsi non serva più come un tempo, in realtà la quota più cospicua di disoccupati e inoccupati, sia uomini che donne, è composta da quelli con la licenza media (45,9%). Poi ci sono i diplomati (27,7%), quelli in possesso della licenza elementare (11,4%) e solo all'ultimo posto i laureati (6,1%).
I PRECARI Un dato uscito fuori dal rapporto annuale ha dell'incredibile: ben il 72,8% dei rapporti di lavoro avviati nel 2011 si è concluso entro la fine dell'anno. Insomma, il fenomeno della precarizzazione è sempre più rilevante, anche in considerazione del fatto che gli avviamenti a tempo indeterminato raggiungono appena il 19,8% del totale.
I SETTORI IN CRISI Il rapporto negativo tra assunzioni e cessazioni è dovuto quasi totalmente al crollo occupazionale di tre settori, che perdono più di mille posti di lavoro a testa: costruzioni, commercio e industria. Vanno un po' meglio, ma comunque in perdita, altri comparti come noleggio e servizi alle imprese, trasporti e pubblica amministrazione.
CHI STA BENE Un segnale positivo, invece, è stato registrato dai servizi alle famiglie, seguito dal settore dell'istruzione. Modesti gli altri comparti dove l'indice è all'insù: attività professionali, sanità, gestione di acque fognarie e rifiuti, hanno riscontrato un trend positivo di circa 100 assunzioni.
I PIÙ RICHIESTI Tra le figure professionali hanno ricevuto molte assunzioni gli addetti alle pulizie, i docenti di tutti i cicli di studio (con prevalenza per gli insegnanti delle elementari), e poi operatori di call center, assistenti domiciliari, impiegati amministrativi, addetti alle vendite al dettaglio, conducenti di veicoli, manovali e camerieri.
Piercarlo Cicero
 
Commenti La Quaquero: «Preoccupa la situazione dei giovani»
«Purtroppo non ci discostiamo dal panorama nazionale». Il presidente della Provincia, Angela Quaquero, commenta preoccupata i dati forniti dal rapporto del mercato del lavoro presentato ieri. «Le criticità riguardano soprattutto la fascia giovanile, ma non solo. In questa analisi particolare attenzione è stata rivolta alle donne, con le giovani laureate che hanno più difficoltà a trovare lavoro dei colleghi maschi».
Desta preoccupazione anche il dato che riguarda i lavoratori beneficiari di ammortizzatori sociali in deroga (Cig e mobilità), visto che nel 2011 hanno effettuato almeno un colloquio presso i Centri servizi lavoro 4.981 persone, di cui il 69,1% in cassa integrazione. Il 51,2% del totale è costituito da donne.
«La tendenza complessiva del mercato del lavoro della provincia che emerge indica la persistenza della profonda crisi economica nazionale, tanto che la Giunta provinciale proporrà al Consiglio di chiedere lo stato di crisi per l'intero territorio». Lo ha annunciato l'assessore competente in materia, Lorena Cordeddu.
  
 

 
LA NUOVA SARDEGNA 
 
3 - La Nuova Sardegna / Pagina 20 - Cagliari e provincia
CAGLIARI
ARCHITETTURA: LA SCUOLA RIPARTE DAL SULCIS E DAI SITI MINERARI
Il rettore Giovanni Melis: «Opportunità di lavoro nei progetti legati ai paesaggi storici».
Cherchi: «Territorio come valore»
La scuola estiva di architettura dell’Università di Cagliari parte dal Sulcis con esercitazioni, visite e dibattiti. «Sardegna. Il territorio dei luoghi. Il progetto dei paesaggi minerari e insediativi costieri del Sulcis-Iglesiente »: questo il titolo dell’iniziativa del Dipartimento di ingegneria civile, ambientale e architettura, sostenuta dall’ateneo, dalla Provincia di Carbonia-Iglesias e dal ministero per i Beni e le Attività culturali. In due settimane i partecipanti, in gran parte studenti provenienti dalla Svizzera, da Marsiglia, dal Canada e da Berlino, oltre che iscritti alla facoltà cagliaritana, si confronteranno sul progetto dei paesaggi minerari e insediativi costieri.
Domani Jannis Kounellis, il maestro dell’Arte povera, interverrà ai lavori della scuola inaugurata ieri mattina e visiterà con gli studenti il territorio del Sulcis incontrando i luoghi delle miniere e della protesta operaia: con lui, alle 17, è previsto un incontro dibattito nella sala del consiglio comunale di Sant’Antioco.
«Una scuola come questa – ha detto il presidente della Provincia del Sulcis, Salvatore Cherchi - haper noiungrande carico di impegno civile, perché Università e territorio collaborano per trovare soluzioni e proporre indirizzi verso nuove prospettive. La situazione di acuta tensione sociale nel Sulcis e la chiusura delle realtà industriali miniero-siderurgiche sta determinando non solo dinamiche economiche, come la perdita dei posti di lavoro, mail caos nella vita di tante persone e di tante famiglie». Unintervento che guardi al futuro: «Fondamentale offrire prospettive ai lavoratori – ha chiarito il rettore dell’Università di Cagliari Giovanni Melis - ma al tempo stesso costruire iniziative in grado di stare sul mercatocon le proprie gambe, sfruttando le risorse del territorio finora scarsamente valorizzate. In una situazione resa ancora più difficile dal venir meno dell’industria costruita grazie al pesante intervento pubblico, l’Università di Cagliari è attenta a questi problemi ed è pronta a collaborare».
 
 
4 - La Nuova Sardegna / Pagina 26 - Oristano
SANITÀ Gli infermieri promuovono un master post universitario
ORISTANO L’attivazione di una master specialistico post base ad Oristano per gli infermieri professionali. È uno degli obiettivi che il collegio provinciale degli infermieri (Ipasvi) di Oristano vuole attivare nel capoluogo. In Sardegna, infatti, a fronte di un altissimo numero di domande di partecipazione al concorso di ammissione alla Laurea in infermieristica presso le Università di Sassari e Cagliari, continuano ad esserci pochi master di formazione post base. Ne esistono solo due a Nuoro. Per tutti gli altri occorre affrontare complesse e dispendiose trasferte nella Penisola. Recentemente la Commissione formazione dell’Ipasvi di Oristano ha predisposto sul proprio sito istituzionale:(www.ipasvioristano. it), un apposito sondaggio dedicato a tutti gli iscritti che intendono frequentare un master universitario di primo livello. «Dopo otto mesi dal suo insediamento il nuovo consiglio direttivo haavviato diversi programmi: tra questi c’è ora la possibilità concreta di attivare un master universitario di primo livello qui nel Capoluogo – ha spiegato il presidente provinciale del collegio Ipasvi di Oristano Pierluigi Ladu –. Grazie ad un sondaggio che stiamo pubblicizzando sul nostro sito, vogliamo conoscere quanti sono gli interessati a frequentare un eventuale master. La sua attivazione è un punto del nostro programma che ci sta particolarmente a cuore, tanto che abbiamo già intrapreso contatti con alcune università disposte ad attivarne uno ad Oristano – ha spiegato Pierluigi Ladu – come collegio provinciale noi metteremo a disposizione la nostra sede oltre alle risorse professionali di cui disponiamo». Il direttivo provinciale degli infermieri professionali però intende prima conoscere il fabbisogno formativo degli iscritti: «per questo motivo invitiamo tutti gli iscritti interessati ad esprimere la loro preferenza, in modo rapido e chiaro, attraverso il sito web». Il direttivo provinciale dell’Ipasvi, infine, ha attivato da alcuni giorni un nuovo servizio di internet point, rivolto agli iscritti che non dispongono di un computer e di una connessione internet e desiderano fare ricerche bibliografiche, consultare bandi o siti web di interesse istituzionale o professionale. «Il servizio è gratuito per tutti gli iscritti ed è fruibile nei giorni ed orari di apertura della sede». (e.s.)
 
 
5 - La Nuova Sardegna / Pagina 19 - Cagliari
economia »i dati della crisi

NEL 2011 PERSI IN PROVINCIA TREMILA POSTI DI LAVORO
Presentato il Rapporto dell’Osservatorio provinciale del mercato del lavoro: occupazione sempre più precaria e sempre meno qualificata
di Felice Testa
CAGLIARI Se il Sulcis piange i posti di lavoro persi, o in pericolo, nelle miniere e nell’industria, la provincia di Cagliari non alcun motivo per fare festa. Nel 2011, il saldo dell’occupazione registra 3.229 unità in meno e un aumento di iscrizioni ai Centri servizi del lavoro di 6.044 unità, il 5,3% in più rispetto all’anno precedente, in tutto 126mila. I dati riportati nel Rapporto 2011 dell’Osservatorio provinciale del mercato del lavoro, presentato, ieri, a Palazzo Regio, delineano una situazione di grave difficoltà nell’andamento dell’occupazione in provincia di Cagliari. Dati che non si discostano da quelli generali del paese divulgati, nei giorni scorsi, dall’Istat. «Aumentano gli iscritti ai Centri servizi del lavoro, aumentano i disoccupati rispetto agli inoccupati, ma cresce anche l’inattività come conseguenza delle maggiori difficoltà di trovare un lavoro – sottolinea l’assessore alle Politiche del lavoro, Lorena Cordeddu. Noi non abbiamo operai che salgono sui campanili o si barricano nei pozzi delle miniere – prosegue – prevale, invece, un fenomeno di scoraggiamento, di rassegnazione, nella ricerca attiva di un’occupazione che, peraltro, si caratterizza sempre più come esperienza breve e precaria». La fotografia scattata dal Rapporto descrive una provincia in crisi di lavoro, anche nei dati che potrebbero far pensare a un’inversione di tendenza. «Come nel 2010, la dinamica complessiva del mercato è negativa: le cessazioni superano le assunzioni di 3.229 unità, pari a una differenza percentuale del 2,7% – si legge nel Rapporto – . Si osserva tuttavia – viene precisato – un rallentamento della perdita occupazionale, dato che nel 2010 l’eccedenza di cessazioni sugli avviamenti era stata di 5.140 unità.
Questo risultato non è dovuto, tuttavia, a una riduzione delle cessazioni che sono, invece, salite di 6.877 unità, ma al fatto che rispetto al 2010 le cessazioni sono aumentate in misura minore rispetto alle assunzioni. Comenel 2010, il saldo negativo è dovuto alla prevalenza di cessazione sulle assunzioni a tempo indeterminato, mentre quelli a tempo determinato fanno registrare un saldo positivo ma largamente insuficciente a compensare la contrazione dell’occupazione a tempo indeterminato». In sintesi crescono i disoccupati, il numero di coloro che hanno rinunciato a cercare un’occupazione e il lavoro a tempo indeterminato viene sostituito da quello precario, meglio noto nella versione consolatoria di lavoro a tempo indeterminato o di occupazione flessibile.
La modernità del mercato del lavoro non risparmia la provincia di Cagliari, si perde quello sicuro e se ne acquista un modello fragile e transitorio. «Gli avviamenti a tempo indeterminato raggiungono appena il 19,8% del totale e il 72,8% dei rapporti di lavoro avviati nel 2011 si è concluso entro la fine dell’anno – riporta il documento dei ricercatori della provincia». I settori più colpiti dalla crisi sono tre: le costruzioni, il commercio e l’industria. Da soli si portano via 3.000 posti di lavoro.
Crescono, invece, i servizi alle famiglie e il settore dell’istruzione. Per completare il quadro del lavoro che non c’è, sebbene, precisa il Rapporto, su dati ancora provvisori, «i lavoratori beneficiari di ammortizzatori sociali in deroga che nel 2011 hanno effettuato almeno un colloquio al Centro servizi del lavoro sono stati 4.981. Il 51% del totale sono donne».
 
Per le donne cresce solo la richiesta di servizi domestici
A perdere il lavoro, quello a tempo determinato, una volta definito “sicuro” sono in misura maggiore gli uomini fra i 35 e i 44 anni, una fascia d’età “matura” che, la riforma del lavoro considera “non problematica”. In misura di poco inferiore quelli tra i 55 e i 64, per i quali , se non sono stati maturati i requisiti per la pensione, si prospetta un reinserimento nel mondo del lavoro di notevole difficoltà. I nuovi contratti a tempo determinato, imeno tutelati, riguardano le donne che mantengono una situazione di svantaggio sul mercato rispetto agli uomini. Mentre la quota di assunzioni a tempo indeterminato crolla, per le donne al 6,3%.L’unico saldo positivo, riguarda un comparto a prevalenza femminile, dove sono cresciuti i contratti a tempo indeterminato,
 
PROFESSIONI I più richiesti sono gli addetti alle pulizie e ai call center
CAGLIARI La top ten dei lavori più ricercati riguarda quasi totalmente il settore dei servizi. Le qualifiche professionali più richieste danno anche un quadro della qualità del lavoro che il mercato richiede. Il maggior numero di assunzioni riguarda gli addetti alle pulizie. Un dato che l’Osservatorio provinciale ha ricavato sommando gli addetti in aziende e
condomini e quelli impiegati nelle pulizie domestiche. Subito dopo i docenti con una prevalenza degli insegnanti elementari. In realtà il dato è dovuto in massima parte alla diffusione dei contratti brevi nella scuola. Di seguito, gli operatori di call center, gli assistenti domiciliari, impiegati amministrativi, addetti alle vendite al dettaglio, conducenti di veicoli,manovali generici e camerieri.
Complessivamente, viene richiesta manodopera non qualificata da inserire nel sistema produttivo locale. «Tra le 52 qualifiche più richieste – spiega il Rapporto – solo tre richiedono la laurea come requisito di ingresso o, almeno, come titolo preferenziale».
Non si tratta, però, di figure da inserire in settori avanzati dell’industria o dei servizi, quanto, piuttosto, di figure tradizionali come l’insegnante, l’educatore e il formatore. Di contro, la fascia maggiore di disoccupati, di entrambi i sessi, è composta da persone con la licenza media, seguono i diplomati e le persone con licenza elementare. Quasi la metà delle persone in cerca di lavoro ha la licenza media (45,9%), un quarto (27,7%) il diploma, l’11,4% la licenza elementare e il 6,1% la laurea.
  
    

QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa CRUI
Link: rassegna stampa MIUR

 

Questionnaire and social

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