Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
22 July 2012
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  
    

 
L’UNIONE SARDA

1 - L’Unione Sarda / Primo Piano (Pagina 2 - Edizione CA)
Province, decide la Regione
Il costituzionalista Pietro Ciarlo: «Quella del Governo è solo un'indicazione
Salve Cagliari, Sassari e Nuoro a meno che non si modifichi lo Statuto speciale» 
Vedi tutte le 2 foto La riorganizzazione delle Province sarde spetta alla Regione. E peraltro la decisione con cui venerdì il Governo ha tagliato 67 Province in base al numero degli abitanti e dell'estensione territoriale, salvando in Sardegna solo Cagliari, non chiarisce come gli enti intermedi debbano essere eventualmente riorganizzati, magari riaggregati all'interno di nuovi organismi stabiliti in base alle circoscrizioni territoriali che rispondano a quegli stessi parametri.
IL COSTITUZIONALISTA E se il giudice della Corte costituzionale Marta Cartabia , ieri a Cagliari per l'inaugurazione della Summer school in Rettorato, ha preferito non esprimersi in quanto si tratta «di una questione su cui la Consulta potrebbe dover esprimere pareri», Pietro Ciarlo , ordinario di Diritto Costituzionale a Giurisprudenza, prova a ipotizzare i possibili scenari di quel che accadrà agli enti intermedi. E dice: «La strada e le procedure del cambiamento dell'architettura istituzionale in Sardegna le ha tracciate il referendum e sarà la legge regionale adottata in conformità alle procedure previste dal nostro Statuto speciale a stabilire il numero delle Province e i loro ambiti territoriali».
NON SOLO CAGLIARI Su quanto stabilito a Roma l'accademico aggiunge: «È un indirizzo politico generale, in quanto lo stesso Esecutivo riconosce l'autonomia in materia delle Regioni a Statuto speciale. Come è inverosimile che quella di Firenze resti l'unica Provincia della Regione Toscana e le altre sette spariscano di punto in bianco, lo stesso vale per Cagliari e le altre previste dalla Costituzione in Sardegna. Nell'Isola, in base ai requisiti dell'estensione territoriale e degli abitanti, ci sarebbe spazio oltre che per Cagliari, per quattro enti intermedi. Il nodo è un altro: a livello politico è stata sempre elusa la riorganizzazione delle circoscrizioni territoriali ed è questo che blocca ogni discorso». Ed è qui che si arriva al cuore della questione: «Essendo la Sardegna Regione speciale che contempla tre Province direttamente previste dallo Statuto, cioè Cagliari, Sassari e Nuoro, per scendere sotto i tre enti ci sarebbe la necessità di una modifica dello Statuto con una norma di pari rango, cioè una legge costituzionale. Un percorso che prevede una doppia lettura alla Camera e al Senato prima della promulgazione da parte del presidente della Repubblica». Questa trafila per far valere la specialità è comunque lunga: «Il punto vero è: c'è un indirizzo politico nazionale che ci invita a ridurre il numero delle Province, nello stesso senso si è espresso un referendum regionale e secondo lo Statuto devono esistere almeno tre Province. Quindi il vero problema è discutere delle circoscrizioni territoriali: meno di otto ma almeno tre. Se non si parla di questo non si parla di nulla. E comunque l'organo preposto a discuterne, l'ultimo organo decidente dopo tutte le procedure di consultazione popolare previste, è il Consiglio regionale».
LE VALUTAZIONI E se anche Massimo Deiana , ex preside della facoltà di Giurisprudenza di Cagliari, ricorda che «con legge ordinaria non si possono sopprimere enti previsti dalla Costituzione», Vanni Lobrano , ordinario di Diritto romano all'Università di Sassari, esponente di spicco del comitato dei garanti per la Costituente, va ancora oltre: «Proprio per via della nostra specialità, chiamiamo Statuto la norma generale costituzionale che disciplina i Rapporti Stato-Regione», dice Lobrano. «Con la riforma del Titolo Quinto nel 2001 questi rapporti sono disciplinati in modo più generale, ma ogni Regione speciale ha la sua norma specifica. E si è affermato l'uso di chiamare Statuto non la norma di autonomia ma la norma che stabilisce le competenze dell'autonomia. Occorre vedere i precedenti giuridici, di competenza dei costituzionalisti. Ma, in base a questo ragionamento, per incidere su una norma costituzionale serve una legge costituzionale. Quindi le decisioni prese dal Governo non dovrebbero incidere sulla specialità della Sardegna».
Lorenzo Piras
 
 
2 - L’Unione Sarda / Lettere & Opinioni (Pagina 15 - Edizione CA)
Paul Krugman si appella a Keynes
La disoccupazione cambia volto
di Gianfranco Sabattini, Università di Cagliari
Su Repubblica , Paul Krugman ha scagliato un anatema contro quegli economisti secondo i quali la crisi economica attuale è di natura strutturale. Al contrario, per il premio Nobel, i Paesi non starebbero patendo le difficoltà di una “transizione strutturale”, ma starebbero invece “soffrendo di una generale insufficienza di domanda... che potrebbe e dovrebbe essere curata rapidamente con programmi governativi mirati ad incoraggiare la spesa”.
Krugman sostiene che ritenere la crisi di natura strutturale offre una buona “scusa per non agire, per non fare nulla che possa alleviare la piaga della disoccupazione”. Per questa ragione, rifiuta la previsione degli strutturalisti secondo i quali l'uscita dal tunnel non ammetterebbe soluzioni rapide, ma solo soluzioni di lungo termine. Queste per Krugman non possono, però, essere condivise in quanto comporterebbero sacrifici a carico dei lavoratori e dei meno abbienti. A sostegno della sua critica, si appella a Keynes, ricordando che per l'economista inglese il lungo termine è “una guida fuorviante” per i problemi correnti, in quanto nel lungo termine saremo tutti morti. Strana critica quella di Krugman; l'unico orpello al quale si aggancia per sostenerla è un'affermazione decontestualizzata di Keynes, mancando tra l'altro di considerare che se l'improponibilità delle soluzioni di lungo termine è da attribuirsi alla circostanza che al verificarsi dei loro effetti saremo tutti morti, la proposta di soluzioni di breve termine per la cura della crisi strutturale attuale ci vedrà tutti “suicidati”.
Alla fine degli anni Trenta, le idee keynesiane sono state uno strumento utile per combattere la disoccupazione congiunturale. Tuttavia, all'inizio degli anni Quaranta del secolo scorso, le implicazioni della critica keynesiana riguardo alla possibilità di una disoccupazione tecnologica più persistente di quella congiunturale erano ormai largamente accettate dagli economisti; e il dibattito sulla disoccupazione dei fattori produttivi, approfondito soprattutto dopo la Seconda guerra mondiale, è stato orientato a contrastare la disoccupazione tecnologica con la messa a punto di politiche di sostegno della domanda aggregata destinate a costituire il fondamento dell'allargamento dello Stato sociale.
La critica keynesiana all'operatività del libero mercato era, però, rivolta a sistemi produttivi ancora caratterizzati da scarsità e dall'esistenza di ulteriori margini di accumulazione, per cui il fenomeno della disoccupazione poteva essere considerato transitorio e congiunturale e non strutturale. Il superamento di queste condizioni ha reso inoperanti le procedure keynesiane perché del tutto insufficienti a giustificare le riforme necessarie per rimuovere dalla stagnazione i sistemi economici. Le nuove condizioni operative delle economie, infatti, hanno creato disoccupazione strutturale irreversibile; per risolverla occorre una riorganizzazione dello Stato sociale, fondata sull'idea che per difendere la forza lavoro non è più sufficiente intervenire con misure anticongiunturali in senso protettivo solo dopo che la disoccupazione si è verificata. Occorre un salario protettivo, per introdurre il quale però i tempi sono molto lunghi. E le prospettive temporali di azione politica dovranno essere tra loro collegate, nel senso che, rispetto agli obiettivi strategici di lungo termine (lotta alla disoccupazione strutturale e rilancio della crescita del sistema economico), quelli tattici di breve periodo dovranno essere orientati a rendere possibile il loro perseguimento.
 
 
3 - L’Unione Sarda / Oristano e Provincia (Pagina 35 - Edizione CA)
Oristano
Università, work shop
L'artista colombiano Ajme Arango Correa sarà al Chiostro del Carmine, domani alle 11 per un work shop organizzato dal Consorzio uno. «L'appuntamento all'Università, con i maestri contemporanei, vuole essere un primo approccio per creare una rete di comunicazione con la cultura internazionale», si legge in una nota.
 
 
4 - L’Unione Sarda / Oristano e Provincia (Pagina 35 - Edizione CA)
IL CASO. Il fenomeno riaffiora dopo le ultime emergenze a Su Tingiosu e a S'Anea Scoada
Allarme frane su metà della costa
Da Capo S. Marco a Bosa: i rischi in uno studio della Provincia
Le ultime emergenze ci hanno portato nelle falesie di Su Tingiosu e a S'Anea Scoada. Ma la costa oristanese per metà è interessata a fenomeni franosi. A Su Tingiosu un crollo la scogliera è franata: si è reso necessario un intervento del Comune di Cabras e della Capitaneria di porto di Oristano, con il divieto di transito sullo sterrato che corre lungo la linea di costa e di navigazione e ogni attività subacquea e diportistica per una distanza di 50 metri verso il largo davanti al tratto di costa interessato. Il Comune di San Vero ha invece chiuso un tratto di strada in corrispondenza della zona a rischio.
LO STUDIO Tre geologi dell'università di Cagliari, Salvatore Carboni, Luciano Lecca e Giovanni Tilocca, hanno lavorato a lungo per mettere a punto uno studio, con il sostegno della Provincia, che ha interessato un tratto costiero esteso per circa 84 chilometri. È emerso che le coste basse (e quindi non in frana) non considerate nello studio si estendono per circa 42 chilometri: nel restante tratto di 42 km di coste alte interessate da fenomeni franosi. I tre studiosi hanno affermato che nelle 22 aree indagate il dissesto franoso è da considerarsi per il 70,8 per cento attivo, per un 20,8 per cento quiescente mentre il restante 8,4 per cento artificialmente stabilizzato.
LA PROVINCIA L'assessore provinciale all'Ambiente Emanuele Cera aveva provveduto a trasmettere i risultati a sindaci e amministratori locali. «Si tratta dell'analisi stratigrafico-morfologica e censimento dei processi franosi in atto tra Capo San Marco e Capo Marrargiu» ha spiegato Cera. «Lo studio ha messo in luce alcuni aspetti, dalla difesa e conservazione del suolo alla vulnerabilità ambientale e protezione idrogeologica». È stata l'occasione per approfondire la conoscenza sui criteri della costa e sui processi di erosione naturale esercitati dagli agenti atmosferici sulle coste rocciose del nostro territorio. «Siamo ben consapevoli che l'azione del mare e dei venti sulle rocce non può essere contrastata» sostiene l'assessore Cera, «nel migliore dei casi può essere rallentata ma con metodi che, oltre a rivelarsi vani e dispendiosi avrebbero anche un forte impatto negativo sull'ambiente. Credo sia corretto assecondare i processi naturali con infrastrutture che tengano conto sia della salvaguardia dell'ambiente che della velocità di avanzamento dell'erosione naturale».
CABRAS Il Comune ha avuto recentemente trecentomila euro di finanziamenti per interventi di recupero e riqualificazione naturalistica e paesaggistica di aree degradate localizzate nella fascia costiera. Grazie a questo progetto si potranno recuperare e riqualificare alcune aree degradate a San Giovanni di Sinis e Is Arutas. Intanto la settimana prossima se ne parlerà durante una conferenza di servizi in Regione.
P. M.
  
 

 
LA NUOVA SARDEGNA 
 
5 - La Nuova Sardegna Online / Pagina 4 - Sardegna
Aspiranti docenti: tutti bocciati a Cagliari e Sassari
Nessuno dei 66 partecipanti alla preselezione per il tirocinio formativo ha raggiunto la sufficienza rispondendo ai quiz
di Stefano Ambu
22 luglio 2012 - Laureati e aspiranti docenti di Filosofia, Psicologia e Scienze dell'educazione, classe A036 per gli addetti ai lavori. Tutti bocciati ai test di preselezione ai tirocini formativi abilitanti all'insegnamento. Università di Cagliari o Sassari, il responso è lo stesso: zero ammessi. Che cosa significa? Che tutti i candidati, di fronte ai sessanta quiz a risposta multipla non hanno raggiunto il punteggio minimo sufficiente per superare la prova.
Domande che, chiaramente, riguardavano le materie dei loro corsi di studi. Un'ecatombe non solo sarda: Cagliari e Sassari sono in compagnia di altri sei atenei a quota zero. Come i due capoluoghi isolani anche Calabria, Cassino, Lumsa Roma, Milano, Trento e Urbino "Carlo Bo". Mentre tanti altri atenei non hanno assegnato tutti i posti a disposizione. Un esempio su tutti, Foggia: alla carica erano andati in 101, ma alla fine solo uno è riuscito a spuntarla. C'è da dire che in altre facoltà è andata bene: bravi a Roma tre (19 ammessi) e Palermo (21). Ma, tornando ai fatti nostri, ecco cosa è successo a Cagliari e Sassari. Le prove si sono svolte lo scorso 9 luglio. Per partecipare ai test di preselezione i candidati hanno pagato una tassa di 120 euro. Tutto questo per accedere al tirocinio nella speranza di arrivare, al termine di questo, all'agognata abilitazione. Che non significa una cattedra, è chiaro. Ma un titolo in più per aspirare, magari passando attraverso anni di supplenze e precariato, a un posto fisso nella scuola italiana.
Partiamo da Cagliari. Al test si sono presentati cinquanta candidati per quindici posti a disposizione. Molti di loro sicuramente con il massimo dei voti nella pergamena. Forse durante la prova si sono resi conto che c'era qualcosa che non andava: in testa molti boh di fronte ai quiz a risposta multipla. E un dubbio: possibile che mi sia dimenticato tutto?Perplessità confermate quando sul sito Tfa del Ministero dell'Istruzione, sì proprio quello del ministro Francesco Profumo che pochi giorni fa era a Cagliari, sono apparsi i risultati.
Una lista di "non ammesso" lunga cinquanta nomi, o meglio codici perché giustamente i nomi degli studenti non c'erano. Cagliari piange, Sassari pure. Sedici i candidati nell'ateneo del nord Sardegna. E cinque i posti messi a disposizione. Esito? Negativo per tutti. Lo studente che più si è avvicinato all'accesso al corso ha preso 18. Voto che non bastava perché il punteggio minimo era 21. I candidati non l'hanno presa con filosofia. Tanti sfoghi e una marea di polemiche, soprattutto sul web, tra gli studenti che non si sentono asini. Le accuse in rete: test considerato troppo nozionistico. Nei forum commenti inevitabili: da "qui c'è qualcosa che non va" e "esiti inaccettabili". E ora tocca ai colleghi laureati nelle altre discipline.
 
 
6 - La Nuova Sardegna / Pagina 26 - Oristano
Domani mattina al Consorzio Uno un incontro con Jaime Arango
ORISTANO Un grande artista colombiano, tra i maggiori esponenti dell'arte contemporanea internazionale, Ajme Arango Correa, parteciperà domani alle 11, al chiostro del Carmine, sede dell'Università oristanese a un work shop con gli studenti e una visita tecnica. Il maestro Arango è in Sardegna con una personale "Arango e Shunga" nel museo di arte contemporanea B&BArt Italia Colombia di Collinas dal 20 luglio al 30 agosto 2012. Un'occasione straordinaria per visitare la mostra delle opere pittoriche e grafiche a carattere erotico con la guida del maestro Arango che ha partecipato à insieme alla curatrice Bianca Laura Petretto, al vernissage di venerdì scorso. Il progetto culturale e artistico internazionale, la presentazione, i testi in lingua spagnola e tutti i rapporti con il maestro Arango sono stati curati da Sandra Miranda Pattin. Le opere di Arango possono essere ammirate a Collinas, nel Museo di B&BArt dal 20 luglio al 31 agosto con l'allestimento di Ermenegildo Atzori. Il maestro colombiano, proviene dalla scuola di Antoni Tàpies, il famoso artista catalano scomparso in questo anno, fa parte della Fondazione Joan Mirò e ha vissuto i grandi movimenti internazionali dell'arte informale degli anni '60, sperimentando e ottenendo grandi successi in particolar modo in Spagna, in Europa e in America Latina. L'appuntamento all'Università di Oristano, Consorzio Uno, con l'arte e i maestri contemporanei, vuole essere un primo approccio per creare una rete di comunicazione con la cultura internazionale, per offrire una formazione dinamica e moderna agli studenti e per creare opportunità di conoscenza e scambio con realtà differenti dal sistema locale. 
 

QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa CRUI
Link: rassegna stampa MIUR

 

Questionnaire and social

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