Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
01 September 2012

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cagliari (Pagina 15 - Edizione CA)
Il “Mario Mameli” è a un bivio
Elmas tra low cost e privatizzazione
Massimo Deiana *
 
Non è opportuno entrare nel merito di una procedura di “privatizzazione” ancora aperta, ma solo evidenziare alcuni aspetti che consentono di cogliere al meglio l'importanza del momento.
Chiunque sia il soggetto che acquisirà le quote di Sogaer si troverà coinvolto nella gestione di un aeroporto di fascia medio-alta nel panorama italiano, sia per volumi e stabilità di traffico che per prospettive di crescita. Un aeroporto ben gestito con ancora circa 35 anni di concessione totale assentita al gestore. È evidente che l'approccio di un socio finanziario sarà differente da quello di un socio industriale (aeroportuale): il primo sarà interessato principalmente alla redditività e avrà magari disponibilità di maggiori risorse da investire, mentre il secondo avrà prospettive strategiche diverse, più di sistema e di sinergia con il sistema aeroportuale nazionale e non solo. Entrambe le tipologie di partner hanno profili più e meno positivi; si dovrà valutare con attenzione di cosa ci sarà più bisogno per il primo scalo della Regione, tenendo conto degli scenari futuri che coinvolgeranno il comparto aeroportuale nel breve periodo. Andrà considerato in particolare il trend tecnico-politico che punta decisamente verso la razionalizzazione degli scali, la riduzione del loro numero e la risoluzione del problema tutto italiano degli aeroporti di prossimità, più rispondenti a logiche localistiche e propagandistiche che a reali e comprovate esigenze. Si dovrà inoltre valutare lo scenario di regime nel quale sarà sempre più complicato “drogare” la dialettica concorrenziale all'interno del medesimo scalo e fra scali diversi, mediante la concessione di aiuti ai vettori low cost.
* Professore ordinario di diritto della Navigazione nell'Università di Cagliari
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Tempo d'Estate (Pagina 45 - Edizione CA)
Convegno a Villanovaforru
Costruire guardando al passato
 
Oggi e domani all'hotel “I Lecci” di Villanovaforru è in programma IDEA terrae, il convegno internazionale di ricerca, innovazione e sviluppo d'impresa “per la reinterpretazione dell'artigianato in architettura con approcci innovativi”. Durante i lavori, organizzati da Simone Pittau, direttore artistico del Culturefestival, verranno esposti i principi ispiratori del progetto Enpi-Med IDEA terrae, che intende rivalutare le potenzialità della tradizione storica dell'architettura in terra cruda del Mediterraneo, con la creazione di una rete di relazioni e di imprese operanti non solo nel restauro ma anche nell'arte del “costruire ex novo in terra cruda”, quale base materiale della new green-tecnology. Ricerca della qualità d'architettura, quindi, in controtendenza al mito consumistico nell'abitare, con un uso più consapevole delle risorse. “La cooperazione mira a orientare il dialogo culturale, la governance transfrontaliera ed a facilitare gli scambi professionali e la formazione di giovani specialisti”, spiegano gli organizzatori. Il progetto punta dunque a valorizzare l'antica tecnica di costruire in terra e reinterpretare l'architettura come arte in stretta collaborazione con i centri transfrontalieri, coinvolti dal progetto stesso.
I lavori cominceranno alle 9,30. Tema “Importanza e ruolo delle Reti di cooperazione locale (le cosiddette ONG di base) e alleanze culturali ed economiche con altre reti altamente specializzate nei settori della ricerca, formazione, innovazione e azioni d'impresa”. Alle 15 “Urgenza della diffusione dell'Architettura di terra quale modello costruttivo realmente sostenibile”. Domani alle 9,30 “Ruolo delle Università nei modelli per la formazione dei Bioarchitetti e del nuovo patto con il territorio reale”.
Sempre stasera, alle 19, terzo concerto delle Masterclass internazionali, quello di Sax. L'Ensemble da Camera della Sardegna aprirà il concerto con il brano di Mozart “Divertimento per Archi n 2” e suonerà con la Banda di Pabillonis il Concerto per Oboe arrangiato per Sax soprano, in Do minore di Marcello; a seguire il docente della Masterclass appena conclusa, Andrew MCNeill, maestro di Sax all'International Soloist of London, insieme agli allievi proporrà il brano di Handel “Hornpipe” dalla Suite n. 2 “Water Music”.
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Libri in Sardegna (Pagina 51 - Edizione CA)
Giovani turchi e il giornale
 
«Dobbiamo lavorare per valorizzare quanto si è compiuto, riconfermare la vitalità della democrazia per realizzare quanto il Paese chiede per la sua crescita economico-sociale. Proprio perché abbiamo soddisfatto molte attese abbiamo allo stesso tempo posto le premesse per il maturare di nuove e più impegnative speranze». Con queste parole nel maggio del 1961 il segretario della Dc Moro invitava i dirigenti sardi a farsi protagonisti della Rinascita della Sardegna. Un invito al quale i democristiani avevano risposto cinque anni prima con la rivoluzione dei "giovani turchi", che aveva portato alla ribalta una nuova classe dirigente, impostasi sulla scena politica sassarese rivitalizzandola.
Due anni più tardi il gruppo, nato dall'incontro di esponenti del cattolicesimo politico con differenti retaggi territoriali, sociali e culturali, aveva fondato un quindicinale, "Il Democratico", periodico politico-culturale che diede voce alla nuova classe dirigente. Ad oltre cinquant'anni da quell'esperienza di "informazione militante" Francesco Soddu ha pubblicato una raccolta antologica in due volumi Il Democratico (1958-1964) (Edes). Docente di Storia delle istituzioni politiche all'Università di Sassari, il curatore riporta l'attenzione su di un giornale che ha avuto il merito di animare il dibattito politico-culturale della Sardegna negli anni cruciali della Rinascita. La lettura dell'antologia offre un interessante spaccato della riflessione sull'istituto autonomistico di quegli anni. A un decennio di distanza dalla conquista dell'autonomia la generazione di giovani democristiani si convinse che l'autonomia non doveva essere uno strumento di amministrazione decentrata, ma doveva imporsi come strumento di riscatto politico e sviluppo economico.
L'intuizione del gruppo del Democratico (Cossiga, Dettori, Giagu De Martini, Pala, Solinas e Pietro Soddu), che si avvalse anche della collaborazione di esponenti di primo piano della Dc sarda (Segni, Mannironi, Corrias, Masia), fu quella di cogliere lo spirito e il mutamento dei tempi e di elaborare idee e progetti atti a raggiungere precisi obiettivi (partecipazione, sviluppo, emancipazione, autogoverno) che, a distanza di tempo ed in contesto economico-sociale profondamente mutato, non hanno perso la loro attualità.
Luca Lecis
Il Democratico
AA VV, a cura di Francesco Soddu
Edes edizioni
Due volumi, pagg. 1470, € 40
 

LA NUOVA SARDEGNA
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Prima Pagina
UN PROGETTO GLOBALE PER L’ISOLA
di GIORGIO MACCIOTTA
 
Nella discussione sulla crisi industriale in Sardegna ci sono due rischi: affrontare, in nome della concretezza, ogni caso separatamente, per fornire una risposta "qui e ora"; considerare 50 anni di storia sarda, quelli della Rinascita, un "incidente" da rimuovere. Se si affronta ogni vertenza separatamente non si colgono le interconnessioni, indispensabili per il successo di ogni sviluppo economico. Marco Alfieri (La Stampa) ha ricostruito, efficacemente, il nesso potenziale tra Carbosulcis e meccanica "padana", passando per la metallurgia di Portovesme. Una ipotesi complessiva di modernizzazione della Sardegna fu proprio il punto di forza del Piano di Rinascita.
E’ così che la Sardegna nel Mezzogiorno è, economicamente, la seconda regione e, sul terreno culturale e sociale, è stata l'unica regione in cui prevalse il no nel referendum sul divorzio del 1974, che rappresenta la svolta "civile" della società italiana. Io non rimpiango, la Sardegna prima della "Rinascita”: se si escludono le grandi direttrici viarie (la 130, la 131, la 125 e la 128) le strade erano bianche e polverose; cominciava l'emigrazione (l'Istat documenta tra il 1961 e il 1970 un saldo negativo interno di 102.472 e non inferiore ai 50.000 verso l'Europa); nelle due Università sarde c'erano poco più di 4.000 studenti; un bracciante "fortunato", con contratto a tempo indeterminato, poteva arrivare a 30.000 lire al mese (un operaio nei cantieri della Sir, in costruzione, ne prendeva 60.000, un maestro 110.000). Il Piano di Rinascita fu una riflessione sull'economia ma anche un'occasione di mobilitazione, di crescita civile. In particolare sul tema della cultura come fattore dello sviluppo, Pigliaru, parafrasando Gramsci, auspicò un «intellettuale organico della Rinascita», per «riformare» la cultura del tempo quasi esclusivamente giuridico-umanistica. Il Piano di Rinascita non «affidò a un modello di industrializzazione forzata e contro natura il nostro destino». Tutto al contrario! La Sardegna scelse di costruire dal basso il suo sviluppo, articolando il territorio regionale, sulla base di storia e tradizione, in 18 zone. Istituzioni, forze sociali e intellettuali ricostruirono le potenzialità di ciascun'area, evidenziarono le esigenze, prospettarono soluzioni. I risultati si percepiscono se si guarda ai cambiamenti radicali di molti dei nostri centri abitati, anche i più sperduti. Negli studi preparatori era scritto che sarebbe stato necessario contrastare la costruzione di impianti chimici per la loro incapacità a risolvere la piaga della disoccupazione. Alle origini della grande industria c'è la richiesta di superare un modello di produzione coloniale: l'estrazione dei minerali (la fase povera del ciclo) in Sardegna e le seconde e terze lavorazioni, quelle metallurgiche e meccaniche (a più alto valore aggiunto) negli stabilimenti sul continente (in quella vertenza si inserisce anche la proposta di utilizzare il carbone Sulcis per produrre energia e … alluminio, la cui vera materia prima è proprio l'energia e non la bauxite). Insieme c'è l'iniziativa della Cassa per il Mezzogiorno volta a finanziare interventi industriali, in particolare chimici. Quel modello di sviluppo è andato in crisi per la mancata verticalizzazione e per la nuova divisione internazionale del lavoro cui l'Italia (non la sola Sardegna) ha risposto in ritardo e in modo inadeguato. Ecco perché non si può gestire «questa desertificazione produttiva e sociale … come ordinaria crisi aziendali, pezzo per pezzo» ma occorre un approccio complessivo, un'idea per la Sardegna di domani. Questa ipotesi naturalmente non esclude che ci si impegni per dare risposte concrete ed immediate alle vertenze in corso; costituisce, anzi, la condizione per rendere più forte e credibile un simile impegno.
 
LA NUOVA SARDEGNA
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 20 - Ed_Cagliari
Al Binaghi banca del cordone ombelicale
Le conservazione delle cellule staminali come scelta di civiltà: potranno essere curate gravi malattie del sangue
di Michele Ciampi
 
CAGLIARI Non si donano solo gli organi, è possibile donare anchele cellule staminali emopoietiche contenute nel sangue del cordone ombelicale. In Italia le banche di sangue cordonale devono essere istituite esclusivamente all' interno di strutture pubbliche; a Cagliari questa è un' unità trasfusionale dell' azienda ospedaliera Brotzu presso il presidio ospedaliero del Binaghi. Il cordone ombelicale viene reciso ed eliminato dopo la nascita del bambino - possono essere donate senza procurare alcun danno alla madre ed al neonato, poiché il prelievo avviene quando il cordone è già stato reciso e sono in grado di generare globuli bianchi, rossi e piastrine esattamente come quelle del midollo osseo. Se trapiantate, spiegano gli esperti del ministero della Salute possono curare bambini e adulti affetti da gravi malattie come leucemie, linfomi, aplasie midollari, talassemie, alcune gravi carenze del sistema immunitario ed errori congeniti del metabolismo. Attualmente la rete nazionale italiana è composta da 19 banche distribuite uniformemente su tutto il territorio nazionale. Il primo trapianto di staminali ottenuto da sangue cordonale venne effettuato nel 1988 in Francia; ad oggi sono stati eseguiti oltre 25mila trapianti con questo tipo di cellule con risultati positivi sovrapponibili a quelli ottenuti con cellule staminali da midollo o da sangue periferico. Il 30-35% dei pazienti in attesa di trapianto non trova un donatore compatibile né in famiglia né nei registri di midollo osseo ed ecco da dove nasce l' esigenza di istituire queste banche del sangue cordonale. I trapianti sono allogenici, ossia a disposizione della collettività, in cui cioè donatore e ricevente sono persone distinte, mentre dovrebbe essere scoraggiato il trapianto autologo effettuato con bancaggio routinario, in cui cioè donatore e ricevente sono la medesima persona, dato che non esistono evidenze scientifiche che ne giustificano la conservazione, salvo i caso particolari previsti dalla legge. Questo è quanto previsto dal ministero della Salute in una ordinanza emanata il 26 febbraio del 2009 che non vuole creare una sorta di altruismo forzato, ma al contrario sostenere la ricerca e trattare le cellule come un bene pubblico .Diverso è il discorso per i casi di neonati o loro familiari colpiti da malattie curabili con le cellule staminali, oppure delle famiglie con un rischio ereditario, come quelle colpite da forme gravi di talassemia. Per loro l' ordinanza ministeriale prevede la conservazione del cordone ombelicale a scopo "dedicato", senza alcun costo aggiuntivo.
 
LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 33 - Ed_Cagliari
Costruzioni di terra, arte da rivalutare
Da oggi a Villanonovaforru “Idea terrae”, due giornate di convegno
 
VILLANOVAFORRU Oggi e domani a partire dalle 9.30 all’hotel “I Lecci” di Villanovaforru si terrà “Idea terrae”, un convegno internazionale di ricerca, innovazione e sviluppo d’impresa per la reinterpretazione dell’ artigianato in architettura con approcci innovativi. Domani al termine del convegno si terrà il concerto della terza Masterclass internazionale, quella di Sax, in collaborazione con l’ensemble della Camera della Sardegna e la Banda di Pabillonis (sempre all’hotel “I Lecci”. Durante il convegno organizzato dal Maestro Simone Pittau, direttore artistico del culturefestival , verranno esposti i principi ispiratori del progetto Enpi-Med “Idea terrae”, che intende rivalutare le potenzialità della tradizione storica dell’architettura in terra cruda del Mediterraneo, con la creazione di una rete di relazioni e di imprese operanti non solo nel restauro ma anche nell’arte del costruire ex novo in terra cruda, quale base materiale della new green-tecnology. Ricerca della qualità d’architettura, quindi, in controtendenza al mito consumistico nell’abitare, con un uso più consapevole delle risorse. La cooperazione mira a orientare il dialogo culturale, la governance transfrontaliera ed a facilitare scambi professionali e la formazione di giovani specialisti. Il progetto punta dunque a valorizzare l’antica tecnica di costruire in terra e reinterpretare l’architettura come arte in stretta collaborazione con i centri transfrontalieri, coinvolti dal progetto stesso.
 
LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 21 - Ed_Oristano
ALES
Tutti archeologi con la summer school
 
ALES Dopo Masullas, Morgongiori e Pau, a trasformare i loro centri urbani e i territori in coinvolgenti aule d’archeologia a cielo aperto saranno la cittadina sede diocesana, Villa Verde ed Usellus, dove da lunedì prenderanno il via rispettivamente “Judicales”, scuola estiva “Alla scoperta della Sardegna Medioevale” e “SurveyLab”, archeologia dei paesaggi nei territori di Usellus e Villa Verde. Le tre azioni, presentate alla stampa ieri mattina, sono inserite nell’abito del progetto Civis Monte Arci “Dal Parco dell’ossidiana alla rete dei centri altomedioevali” ed intendono far da apripista ad un nuovo modo di intendere, interpretare e vivere l’indagine scientifica sulle testimonianze del passato, l’archeologia appunto. Che si vuol fare uscire dalle sagrestie del sapere cattedratico per trasferirla nei contesti e tra le genti che quei “luoghi della storia” vive ed interpreta. Per quanto riguarda Ales saranno suoi ospiti giovani ricercatori e studenti universitari interessati ad approfondire, secondo un’ottica interdisciplinare, la conoscenza del periodo giudicale sardo e dare quindi risposta alla domanda che, nella presentazione, si è posta il docente dell’Ateneo cagliaritano Fabio Pinna: «Esiste una archeologia giudicale»? Un quesito alla cui risposta concorreranno docenti operanti in diverse università nazionali. E giusto la comunicazione alle popolazioni residenti è stata la costante degli interventi degli archeologi – Pinna, Lugliè, Martorelli, Del Vais e Cicilloni – che ieri hanno presentato la Summer school. Ad essere sotto indagine, oltre il castello di Barumele, saranno i palazzi e l’architettura religiosa quali cappelle palatine e chiese campestri nonché la stessa memoria storica della popolazione che potrà partecipare alle escursioni e alle lezioni. Tra questi un Indiana Jones in erba, un piccolo di Mogoro d’appena 12 anni. Per quanto si riferisce invece all’azione “SurveyLab”, le attività in programma andranno ad interessare gli studi e le applicazioni sull’archeologia del territorio con l’utilizzo delle moderne tecnologie tra cui l’uso del Gis, acronimo che sta per sistema di posizionamento satellitare. Tigellio Sebis
 
LA NUOVA SARDEGNA
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 9 - Ed_Oristano
BANCOPOSTA
Prestiti a famiglie con figli che studiano
 
Poste Italiane favorisce l’istruzione e pensa alle necessità delle famiglie con Prestito BancoPosta Studi, il finanziamento che sostiene lo studio dei figli e valorizza il loro futuro. In una nota Poste spiega che richiedendo il Prestito BancoPosta Studi è possibile ottenere, in pochi giorni, 1.000 euro per ogni figlio iscritto alla scuola elementare o alla media inferiore, 2.000 euro se è iscritto alla scuola media superiore o 3.000 euro se frequenta l’università, corsi professionali o di specializzazione. L’importo massimo è di 5.000 euro per famiglia, rimborsabili da 12 a 24 rate mensili, addebitate direttamente sul conto BancoPosta. Disponibile in oltre 9.000 uffici postali fino al 30 novembre 2012, il Prestito BancoPosta Studi viene offerto in collaborazione con Deutsche Bank. Per conoscere indirizzo e orario di apertura degli uffici postali abilitati e per ricevere maggiori informazioni sull’offerta è possibile consultare il sito Internet www.poste.it o chiamare il numero verde 803.160.
 

Questionnaire and social

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