Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
27 June 2012

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Prima Pagina (Pagina 1 - Edizione CA)
Le prospettive del summit
La scommessa sulla nuova Europa
Beniamino Moro
 
Siamo arrivati alla vigilia del vertice europeo da molti considerato decisivo per le sorti dell’Unione economica e monetaria (Uem). E probabilmente anche per le sorti del nostro governo, che Pdl e Pd legano al successo che il premier riuscirà ad ottenere convincendo la Merkel su due punti per lei inaccettabili. Il primo teso a mutualizzare il debito di Italia e Spagna con l’emissione degli eurobond; il secondo finalizzato a convincerla dell’opportunità di attribuire alla Bce più poteri che le consentano di acquistare senza limiti titoli italiani e spagnoli sul mercato secondario dei titoli pubblici, riducendone gli spread al di sotto di una certa soglia massima di sicurezza.
In realtà nessuna decisione su questi punti sarà presa dal vertice. L’unico risultato dato per scontato sarà la conferma del pacchetto di 130 miliardi, concordato venerdì scorso nel pre-vertice di Roma, da destinare a progetti d’investimento finalizzati a stimolare la crescita, che serviranno a Hollande per intestarsi una politica di sviluppo invece che di solo rigore. Se questo fosse l’unico risultato, il vertice sarebbe giudicato dai mercati un clamoroso insuccesso. Se invece, come è probabile, in aggiunta al pacchetto d’investimenti venisse approvato anche un impegno stringente per realizzare in tempi brevi una politica bancaria e di bilancio comuni, secondo le proposte già presentate ieri dal quartetto Barroso-Draghi-Van Rompuy-Juncker, il vertice sarebbe considerato un buon successo.
Politica bancaria comune vorrebbe dire una vigilanza centralizzata a livello europeo e affidata alla Bce, un’assicurazione comune dei depositi bancari e una normativa europea per il fallimento controllato degli istituti di credito. Questa verrebbe associata a una politica fiscale comune che prevede il controllo preventivo di Bruxelles sui bilanci nazionali, prima che siano presentati ai rispettivi Parlamenti.
Resta aperto il problema dell’integrazione politica. Cavallo di battaglia della Merkel. Chi, invece, di cedere pezzi di sovranità nazionale non ne vuole proprio sentir parlare è il presidente francese Hollande, che sul punto non si scosta dalla politica di grandeur nazionale dei suoi predecessori, da De Gaulle a Mitterrant, a Sarkozy. Il nostro interesse nazionale su questo punto, perciò, sarebbe quello di sostenere la posizione della Merkel nei suoi propositi di costruzione di un’Europa federale e contro la Francia di Holland, che mira invece ad intestarsi la politica dello sviluppo legata all’emissione degli eurobond e all’attribuzione alla Bce del ruolo di prestatore di ultima istanza per i debiti sovrani. La Merkel e Draghi non escludono queste due decisioni, ma le condizionano alla realizzazione preventiva di una politica bancaria e fiscale comune.
È grave e preoccupante che in Italia, invece, uno schieramento anomalo che va da Di Pietro e Sel alla Lega Nord, da Berlusconi a Grillo, per motivi elettorali, soffi sul vento antieuropeo e anti-euro. Costoro fingono di non ricordare che anche con la lira nel 1992 la nostra classe politica ci aveva condotto come oggi sull’orlo del baratro della crisi finanziaria (lo spread di allora oscillava tra 1000 e 1500 punti, come quello di oggi del Portogallo). Altri due tecnici di valore, Ciampi e Prodi, ci hanno fatto uscire da quella crisi, con sacrifici non inferiori a quelli di oggi, proprio legandoci all’Europa e all’euro. Il problema, come ha scritto Paolo Figus, non è quindi l’alternativa tra euro o non euro, ma una sana politica di bilancio, che l’Italia purtroppo non ha mai fatto.
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Economia (Pagina 16 - Edizione CA)
L’esperto
«Meno soldi e molte tasse: si ha paura del futuro»
 
«È un momento difficile, la gente ha paura del futuro ed è naturale che in questa situazione tiri la cinghia». Vittorio Dettori, docente di Economia politica all’Università di Cagliari e componente del comitato scientifico del Centro studi L’Unione Sarda, legge così gli ultimi dati Istat sulla crisi dei consumi: le famiglie italiane comprano sempre meno e le vendite al dettaglio segnano un crollo del 6,8% su base annua. Un calo che colpisce in particolar modo il settore alimentare (-6,1%) che registra il dato peggiore da gennaio 2001.
Che succede professore?
«Penso che questa volta Confcommercio abbia ragione a essere spaventata. I dati sono il segnale di due effetti congiunti: il primo è l’effettiva riduzione del reddito reale delle famiglie, che quindi spendono meno, il secondo è l’effetto attesa: i cittadini si pongono il problema del futuro e di come affrontare il domani, con una pressione fiscale che crescerà ancora riducendo ulteriormente i loro redditi e risparmi».
E in Sardegna?
«Le possibilità che abbiamo di venir fuori dalla crisi sono notevolmente inferiori rispetto ad altre parti d’Italia, visto lo stato di crisi endemica della nostra economia. Il riscatto dell’Isola dipende naturalmente dal quadro generale ma anche da una prospettiva di sviluppo che non siamo mai riusciti a conseguire e che ci vede più penalizzati di altri».
Sarà possibile cambiare rotta e in che modo?
«La ricetta è una sola: a parte un’iniezione di fiducia, in questo momento difficilissima da dare, occorre abbassare la pressione fiscale, cosa banale ma essenziale per ristabilire un clima positivo. La gente ha già affrontato la prima rata dell’Imu, altri balzelli pesano come una spada di Damocle sulla testa del Paese, a partire dall’Iva: è ovvio che di fronte a queste prospettive si tiri la cinghia». (c.ra.)
 
L’UNIONE SARDA
3 - L'Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 23 - Edizione CA)
Ingegneria
Elogi per un lavoro scientifico
 
Ribalta internazionale per un lavoro scientifico di “econofisica” pubblicato da Nature e firmato dal team del dipartimento di ingegneria elettrica guidato da Michele Marchesi. “Scaling and criticality in a stochastic multi-agent model of a financial market” è il lavoro scientifico basato sulla modellazione dei mercati finanziari, firmato dai professori Thomas Lux e dallo stesso Marchesi. L'ambito è quello dell'“econofisica”, ovvero l'analisi sull'applicazione delle metodiche della fisica all'economia e alla finanza. Si tratta di un settore relativamente recente, nato alla fine degli anni '90.
Di recente è apparso sul New Journal of Physics lo studio di tre fisici cinesi che descrive un metodo per quantificare l'influenza degli scienziati e delle loro pubblicazioni con l'analisi bibliometrica. Da qui la notizia inerente la ricerca sull'“econofisica” dei professori Lux e Marchesi: i tre scienziati cinesi operanti in Cina, Svizzera e Singapore, hanno valutato le citazioni pesandole con l'influenza degli autori delle pubblicazioni, che a loro volta citano un certo lavoro scientifico. Dall'analisi effettuata dagli studiosi cinesi emerge che il lavoro di Thomas Lux e Michele Marchesi è il primo sia nella classifica dei più citati da ricercatori di prestigio, sia di quelli che sono stati più citati in tempi recenti.
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Economia (Pagina 16 - Edizione CA)
«Il protezionismo blocca la ripresa»
Con la cessione di Tirrenia alla Cin «c’è il rischio di un aumento delle tariffe»
ANTITRUST. Ieri la prima relazione del nuovo garante del mercato e della concorrenza Giovanni Pitruzzella
 
La recessione non giustifica il protezionismo e l’allentamento dei vincoli antitrust. Il presidente dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato, Giovanni Pitruzzella, nella sua prima Relazione annuale al Parlamento, lancia l’allarme contro chi vuole seguire queste «sirene» per dare fiato alle imprese in difficoltà e, anzi, rilancia: sul trasporto ferroviario, sugli avvocati (la riforma forense preoccupa), sulla P.A., ma soprattutto su Google che, avverte, potrebbe diventare presto monopolista nel mercato della raccolta pubblicitaria, con buona pace del pluralismo informativo.
LA CRISI «In periodi di recessione», ha osservato Pitruzzella, «acquistano forza le sirene del protezionismo e della tutela delle imprese più deboli contro il pericolo della loro estromissione dal mercato. Non è questo il modo per perseguire gli obiettivi di coesione sociale». La strada giusta, insomma, non è quella scelta dagli Usa negli anni della Grande depressione, quando l’allentamento dei vincoli, lungi dal risolvere la crisi, la aggravò. Secondo l’Antitrust «dal tunnel si può uscire», ma l’Italia dovrà riuscire a superare «egoismi e corporativismi».
GOOGLE Per questo occorre ancora lavorare per togliere i «tappi» che frenano la ripresa economica, in quei settori che da tempo stanno sotto la lente dell’Autorità ma anche in quelli “nuovi”, dove i limiti appaiono ancora un po’ evanescenti. Basti pensare a Google che «nel giro di pochi anni potrebbe diventare monopolista» nel mercato della raccolta pubblicitaria, con «l’assenza di regole adeguate» che rischia di «marginalizzare l’industria editoriale» e quindi il pluralismo informativo. Un allarme condiviso dal presidente di Telecom Italia, Franco Bernabè, che da tempo punta il dito contro lo strapotere dei cosiddetti over the top, come Google e Facebook. Ma non dalla stessa Google, secondo cui «quello della pubblicità è un settore altamente competitivo e in costante evoluzione».
TRASPORTI Se questa è una sfida nuova, ancora c’è molto da fare in settori già noti, come il trasporto ferroviario, dove la concorrenza «è insufficiente». Un rilievo che riguarda anche i trasporti marittimi dove, ha ricordato Pitruzzella, è stato dato un via libera all’acquisizione di Tirrenia da parte di Cin, subordinandolo a una serie di condizioni. L’Antitrust rileva infatti che sulle rotte tra la Sardegna e la penisola esiste il pericolo «del raggiungimento di consistenti quote di mercato in capo ad un unico soggetto, con il rischio di incrementi dei prezzi dei servizi offerti». Da qui la necessità di condizionare la vendita a una serie di prescrizioni.
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda
Commenti (Pagina 13 - Edizione CA)
Punti di vista
Un compagno di corsa chiamato Antonio Cao
 
Ci sono persone che entrano di slancio nel cuore della gente, che abbinano a professionalità e competenza l’umanità, la disponibilità per gli altri, senza un cedimento. Persone speciali, rare. Come il professor Antonio Cao. Dalla seconda metà degli anni ’70 e per tutti gli anni ’80 vedevamo la sua sagoma inconfondibile percorrere di corsa il Poetto e Viale Diaz. L’amicizia con noi mezzofondisti e fondisti è stata un passaggio quasi obbligato. Una fortuna immensa per tutti noi, lui che correva per star bene e affrontare al meglio le fatiche quotidiane, scopriva il mondo dell’atletica agonistica, praticata per superare i propri limiti. Ci sfotteva bonariamente, vedendoci soffrire in allenamento e in gara, lui che correva assecondando solo le proprie sensazioni. I giovani allenatori del periodo - i più scrupolosi - hanno attinto a piene mani dalle sue conoscenze, come noi atleti che frequentavamo l’Isef. I confini tra ambiti diversi sono irrilevanti con uno studioso di quel livello, capace di comprendere il significato di una seduta di allenamento dopo un semplice ma attentissimo sguardo. Il monitoraggio dei valori di emoglobina, la gestione delle carenze marziali che lui ci raccomandava, permisero a molti di affrontare al meglio le competizioni. Quando qualcosa non andava, c’era la possibilità di un parere illuminato, ma anche una battuta per sdrammatizzare. Abbiamo conosciuto del professore sfaccettature che forse in altri ambienti non aveva l’opportunità di tirar fuori. E quando siamo diventati genitori, abbiamo scoperto che dava il massimo sempre, con chiunque. Ci mancherà. Potremo però dire con orgoglio di aver avuto al nostro fianco un uomo davvero speciale.
Luisa Marci
Grazie per l’originale ritratto dell’uomo e dello scienziato Antonio Cao. (d. p.)
 
L’UNIONE SARDA
6 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 24 - Edizione CA)
Il gianburrasca della politica
Ariuccio Carta, avvocato bittese trapiantanto a Cagliari, per trent’anni grande protagonista della sinistra cattolica Dc in Sardegna e al governo
di Lucio Salis
 
Per trent’anni, uno dei politici più potenti della Sardegna, protagonista di una rivoluzione nella Dc nuorese anni Sessanta. Lo chiamavano Gianburrasca. Con i suoi amici di Forze nuove, si è battuto per portare la petrolchimica fra le pecore di Ottana. Molti non glielo hanno ancora perdonato. Gianuario Carta (per tutti Ariuccio), avvocato, bittese trapiantato a Cagliari, con la passione del pentathlon moderno. È stato consigliere regionale, deputato per quattro legislature, senatore per due, cinque volte sottosegretario (Marina mercantile, Finanze, Presidenza del consiglio, Industria e Tesoro), ministro (ancora Marina mercantile) ha governato con Rumor, Moro, Andreotti e Craxi. Ha mollato la politica nel ’92, dopo il crollo della Dc. Trombato, ma con 10 mila voti. Uomo della sinistra cattolica, non si è riciclato a destra, non ha aderito al Pd. «Il giorno dopo le elezioni perse, ero in tribunale. Difendevo, per spaccio di droga, uno che era stato mio cliente per pascolo abusivo. E mi sono reso conto di quanto fosse cambiata la Sardegna».
Ariuccio Carta parla nel suo studio di via Baylle, a Cagliari, la città che lo ha adottato, ma precisa «sono e mi sento nuorese». A Cagliari si è sposato con Paola Palomba, che gli ha dato due figli: uno, Paolo, consigliere comunale e segretario dell’Udc, perso di recente. Ferita che sanguina.
SULLA BRECCIA A 82 anni, l’ex Gianburrasca è più che mai sulla breccia: corre fra tribunali e Cassazione, si interessa di mille cose, non ha perso la vivacità intellettuale, il gusto della polemica. Taglia minuta, pantaloni gialli, camicia rossa, gilè nero, sembra un po’ perso nella grande sala zeppa dei cimeli di una vita. Dietro la poltrona, si intravvede una foto di Falcone e Borsellino. Sospira: «Li ho conosciuti. Falcone è il tipo di magistrato dal quale vorrei essere giudicato. Oggi è diventato un’icona, ma quando si candidò al Csm i colleghi non lo votarono».
Sulla scrivania, cartelle intestate alla Lega dei diritti dell’uomo. La sua nuova frontiera. Aiuta i militari vittime dell’uranio impoverito. «Ci sono arrivato per caso. Un giorno è venuto da me un ultrà del Cagliari, gruppo Sconvolts, che aveva problemi con la Polizia. Mi colpì il suo aspetto, troppo fragile rispetto all’altezza. Gli consigliai di farsi visitare. La diagnosi fu: leucemia. Era stato in Croazia con la Brigata Sassari. È morto, si chiamava Valery Melis». Carta ha seguito la causa contro il ministero della Difesa, e dopo quella, un’altra decina: «Le ho vinte. Mi scrivono da tutte le parti. Anche la vedova di un generale dell’Aeronautica, che se n’è andato in 6 mesi».
URANIO IMPOVERITO Il senatore non fa sconti: «Questa storia è una vergogna per la Sardegna. Quando hanno scoperto le conseguenze dell’uranio impoverito, gli americani hanno avvisato tutti i comandi alleati, compreso quello italiano. Ma da noi hanno continuato a mandare i ragazzi a raccogliere residuati bellici radioattivi a mani nude, in maglietta e calzoncini. Guardi qua». E mostra le foto di soldati Usa addetti al recupero, bardati come astronauti.
Le armi all’uranio hanno contaminato anche l’Isola: «I sardi dovrebbero fare un monumento al procuratore di Lanusei, Domenico Fiordalisi, che ha aperto un’inchiesta sull’inquinamento di Quirra. Invece, quel magistrato è costretto a dormire in carcere, per ragioni di sicurezza. Solo, senza la famiglia, rispedita in continente». Carta non ha dubbi su come risolvere il problema: «Chiudere tutti i poligoni, la Sardegna ha già dato abbastanza. Non si può barattare la salute per 4 buste paga. Sull’argomento, promuoveremo una Class action come Lega dei diritti dell’uomo».
COMUNISTELLI DI SACRESTIA Riemerge il temperamento delle origini. Quello dei giovani Dc, che i neofascisti anni Sessanta chiamavano “i comunistelli di sacrestia”. Ariuccio Carta, figlio di un avvocato di Bitti, ha studiato a Milano, all’università cattolica di padre Gemelli, da cui è nata una generazione di leader democristiani: Ciriaco De Mita, Gerardo Bianco e altri. «Ricordo quei giorni da studente spiantato: unico svago, accompagnare i ciechi alla Scala, coi posti nelle prime file».
Dopo la laurea, è tornato a Nuoro, «per occuparmi della mia terra, proprio su consiglio di padre Gemelli, nonostante avessi tante possibilità di lavoro nella Penisola». Iniziò così l’avventura del gruppo di Forze nuove, Azione cattolica e Movimento giovanile Dc, che cercava spazio nel mondo politico nuorese, allora saldamente in mano a due figure carismatiche: Salvatore Mannironi e Antonio Monni, antifascisti, tra i fondatori della Dc locale. «Mannironi, forte personalità, Monni, più autoritario. Fu lui ad affibiarmi il nomignolo di Gianburrasca».
DONAT CATTIN In effetti, i giovani che avevano come referente nazionale un altro grande rompiscatole, Carlo Donat Cattin, infransero schemi consolidati nell’asfittica realtà locale. Nel ’61 vinsero il congresso provinciale e presero in mano il partito. Poi fecero eleggere sindaco Gonario Gianoglio e presidente della Provincia Giosuè Ligios. Nel ’69 candidarono alla Regione Angelo Rojch, presidente dall’82 all’84.
Col Pci Forze nuove polemizzava, ma non aveva cattivi rapporti. Si scontrò invece coi sardisti «che avevano una visione riduttiva dei problemi della Sardegna. Per noi bisognava affrontarli all’interno della nazione. Un loro leader storico, Pietro Mastino, ci disse: “Non pensate al separatismo. Noi siamo italiani, abbiamo lavorato tanto per l’Italia”.
Dopo 2 anni in Regione, Carta approdò in Parlamento e guidò la Dc nuorese nella battaglia per l’industrializzazione delle zone interne: «Partimmo da un’analisi del malessere di quegli anni, certificato dalla Commissione Medici, e chiedemmo una nuova forma di sviluppo. Le industrie di Rovelli, all’epoca, erano concentrate a Cagliari e Sassari».
OTTANA Nacque così il polo di Ottana, mentre a Isili, nonostante investimenti faraonici, non vide mai la luce. Forse non fu la scelta migliore. Il senatore spiega: «Le condizioni di partenza erano una civiltà pastorale con un’arretratezza spaventosa e analfabetismo diffusissimo. Oggi ci si può sentire ingannati da quelle scelte, ma abbiamo fatto uno sforzo enorme in un’area di 60 comuni. E le cose sono cambiate: la gente ha studiato, si è creata una mentalità più rivolta all’innovazione. Oggi a Ottana ci sono 2 ettari di fotovoltaico».
Nel ’67 Ariuccio Carta si trasferì a Cagliari. I nuoresi non la presero bene: «Lo so e mi dispiace. Ma ho mantenuto le mie radici a Nuoro, dove sono stato educato, ho frequentato la gente di Seuna. Da loro ho avuto esempi di vita, ho imparato a essere uomo».
Nel capoluogo si inserì perfettamente: «Ho sempre creduto nel ruolo di Cagliari capitale della Sardegna. Da sottosegretario e ministro della Marina mercantile ho fatto molto per il Porto canale. Lo considero un po’ una mia creatura».
I CASOTTI AL POETTO A quel periodo (’86) risale l’abbattimento dei casotti al Poetto: «Scadevano i 25 anni della concessione demaniale e non poteva essere rinnovata. Non c’erano fogne e sotto i casotti si scaricavano liquami in pozzi neri. Esisteva un serio pericolo di epidemie. Ne discutemmo col sindaco De Magistris e li eliminammo». Però l’Eternit? «All’epoca non si aveva coscienza del pericolo amianto».
Oggi quella decisione è contestata.
LE RADICI E LE ALI Carta sottolinea il suo amore per la Sardegna, ma anche il rammarico che non si faccia abbastanza per valorizzarla, «mentre ci sono tante professionalità inutilizzate di gente che ha lasciato la vita attiva». Per questo pensa a fondare un’associazione, su base regionale «che partendo da un’intuizione di Giovanni Lilliu, le radici e le ali, raduni tante esperienze provenienti da professioni, magistratura, avvocatura, giornalismo, arte, mondo intellettuale, in una sorta di conferenza sarda. Un primo passo importante in questa direzione è stato fatto collegando le università di Sassari e Cagliari e sconfiggendo la logica del campanile».
Riemerge il politico? «No, dopo la politica bisogna andare a casa. Perché riguarda l’età della giovinezza (le ali di Lilliu), deve dare speranza alle nuove generazioni, impiegare le loro energie per fare qualcosa di diverso. Noi possiamo dare consigli, ma non comandare. Al massimo, incoraggiare chi opera con dedizione, disinteresse e un pizzico di follia». Insomma, ci vuole un nuovo Gianburrasca?
 
L’UNIONE SARDA
7 – L’Unione Sarda
Cagliari Quartieri (Pagina 25 - Edizione CA)
In Breve
Sportello placement
 
Oggi si terrà una giornata di incontro tra l’azienda Adecco S.p.A. e i laureati in materie economiche, politiche e umanistiche organizzata dallo Sportello Placement dell’Università degli Studi di Cagliari - Direzione per la Ricerca e il Territorio. L’evento avrà luogo a partire dalle ore 9,30, nell’aula del Teatro Anatomico dello Sportello Placement, in Via Ospedale 121. Per maggiori informazioni è possibile chiamare lo 070 675 8401-8404-8406-8772.
 
L’UNIONE SARDA
8 – L’Unione Sarda
Provincia di Sassari (Pagina 26 - Edizione OL)
Sassari
Pioggia di euro per i ricercatori
 
Istituto Zooprofilattico della Sardegna e Istituto Superiore di Sanità insieme per la ricerca. Il ministero della Salute ha approvato il bando Giovani ricercatori 2010 che assegna 340 mila euro al progetto congiunto per la lotta alle mastiti ovine.
Il progetto, bandito a settembre del 2011, è l’unico finanziato in Sardegna e fa parte della ricerca finalizzata che affronta lo studio delle problematiche emergenti nel settore della sanità pubblica veterinaria. Lo studio è stato presentato da Cinzia Marianelli, ricercatrice dell’ISS, che ha individuato come ente capofila l’Istituto Zooprofilattico della Sardegna e il suo Centro di Referenza nazionale per le Mastopatie degli Ovini e dei Caprini. L’indagine scientifica si basa sulla capacità delle batteriocine di combattere i microrganismi patogeni, in particolare gli stafilococchi. L’attenzione degli esperti su queste tematiche è alta, perché il ricorso agli antibiotici per combattere le mastiti è causa della diffusione preoccupante dell’antibiotico resistenza e della presenza di residui di farmaci negli alimenti.
 
L’UNIONE SARDA
9 – L’Unione Sarda
Nuoro e Provincia (Pagina 19 - Edizione NU)
Università
Un osservatorio su arte e cultura
 
Venti nuovi esperti e un osservatorio di Diritto ed economia della cultura e l’arte. Va in archivio il Deca master promosso a Nuoro dal Consorzio per gli studi universitari lasciando una scia di interessanti prospettive. Intanto, la nascita di un gruppo di specialisti che promettono di traghettare le politiche culturali e turistiche fuori dal circuito dell’improvvisazione. Poi una catena di lavori che spaziano tra cinema, storia artistica, riciclo e festival ecologici.
A trainare il carro di creatività e innovazione un team guidato da Domenico D’Orsogna - direttore scientifico - Fabiana Massa, Teresa Carballeira Rivera e Giovanni Maria Uda. Novità assoluta l’osservatorio che agirà su più fronti: ricerca, monitoraggio, progettazione, collaborazione con gli enti, canali diretti con l’Europa. ( fr. gu. )
 

LA NUOVA SARDEGNA
10 – La Nuova Sardegna
Pagina 4 - Ed_Cagliari
In 787 alla carica per quindici posti
In molti hanno dato forfait: alla selezione per l’Aou sassarese erano attesi in 2400. Oggi e domani si replica
Le certezze del manager È tutto trasparente, nessuno potrà sollevare sospetti
di Chiaramaria Pinna
 
Tutto procedeva come da copione, i moduli con i quiz erano stati distribuiti e dopo mezz’ora la prima infornata di aspiranti assistenti a 15 posti di assistente amministrativo a tempo indeterminato dell’Aou (Azienda ospedaliera universitaria) di Sassari, avrebbero consegnato il compito. Il caldo cominciava a farsi sentire quando dentro l’aula si sono seduti i concorrenti portandosi appresso il terribile odore di cipolle che dentro un camioncino sfrigolavano dalle 7,30 nello spiazzo della fondazione San Giovanni Battista: un’idea di accoglienza del sindaco Baule per rendere meno pesante lo stress e i 36 gradi all’ombra. Un revival di Cavalcata, in realtà un supplemento di supplizio alla prova d’esame: trenta risposte per trenta domande in trenta minuti. L’ultima selezione nella Sanità, a Sassari, risale al 1989. I concorrenti ieri dovevano essere 2.400 divisi in tre gruppi. Se ne sono presentati 787. Gli altri 1.613 hanno rinunciato. A questi si aggiungono gli iscritti per la selezione di 12 collaboratori laureati che si terrà domani. In tutto le domande sono state 7.500. D’improvviso, dalla prima batteria, 275, si è levata una voce che ha spezzato la tensione: «E’ - tutto - irregolare», e poi a raffica: «qualcunoèandatonelbagnoquando già erano stati estratti i quiznoncistiamocapito?èun’imbroglio!». Come da copione i più vicini alla concorrente si sono agitati condividendone le perplessità, gli altri hanno accennato un leggero moto ondoso. Erano le undici, la prova doveva iniziare alle 8,30 e ora la necessità corporale di qualche incontinente rischiava di mandare all’aria tutto. Per un attimo si è temuto che qualcuno intonasse l’Inno d’Italia, o nel caso Dimonios, come al concorso-truffa per l’avvocatura di Stato saltato pochi giorni fa. E allora addio preselezione. Attimo di suspence d’ordinanza e il funzionario che poco prima aveva spiegato come si sarebbe svolta la prova ha acchiappato il microfono, garantito con fermezza che nei bagni c’erano due centurioni e che venivano concessi appena tre minuti di tempo per «liberarsi», e i mugugni si sono spenti. Per mezz’ora. Perchè la concorrente è tornata all’attacco e non è escluso che presenti ricorso. «Ma noi siamo tranquilli, è tutto regolare, questa prova è inattaccabile», tira dritto il direttore generale della Aou, Alessandro Cattani. Lui e i funzionari più stretti, ben sapendo che cosa si pensi dei concorsi pubblici all’italiana hanno passato giorni a trovare il modo di smentire chi, anche nel forum che da giorni viene frequentato su internet dai concorrenti, continua a ventilare l’ipotesi del concorso-truffa. «Innanzitutto abbiamo pubblicato i quiz su internet, e questo non è un atto dovuto, e abbiamo scelto tra quelle 1200 i quiz».E se qualcuno si aspettava che dal cilindro saltassero fuori tre buste, tra cui «lo scrigno» del compito-fotocopia per i vincenti, ha toppato. «Abbiamo messo dentro due scatole i numeri che corrispondono ai quiz – ha spiegato Cattani poco prima che iniziasse la prova – saranno 10 concorrenti a estrarre i bigliettini. Le domande finiranno nel questionario che verrà preparato in tempo reale al computer e distribuito. Sul foglio ci sarà un codice a barre, e solo dopo la correzione, si saprà a chi corrisponde. Di più trasparente non avremmo saputo fare». E di questo il manager ieri era fiero, nemmeno il ventilato ricorso ha piegato la sicurezza sua e degli altri funzionari di vecchia data, anche loro soddisfatti, quasi alleggeriti dal nuovo corso perchè come confessano «ne abbiamo visto di cotte e di crude, più cotte che crude...». «Concorsi come questo – continua Cattani – sono importantissimi per l’economia dell’Azienda. Abbiamo smesso di ricorrere al lavoro interinale risparmiando in un anno un milione, e inoltre chi viene assunto stabilisce un particolare atteggiamento di fidelizzazione, di attaccamento alla propria azienda e i risultati si colgono nella produttività». Ecco perchè, dopo aver detto basta al lavoro «in affitto» attraverso le agenzie, un sistema con cui è facile fare chiamate ad personam, il nuovo obiettivo dell’Aou è quello di stabilizzare i lavoratori . Ed è proprio questo il peggiore tarlo dei concorrenti, la prima causa di sfiducia. «Il concorso è fatto per chi già lavora dentro la struttura», è il commento di molti. «Il concorso è per tutti – replica Cattani – questa è una pre selezione, chi la supera dovrà sostenere uno scritto e un orale e potrà vincere chiunque, tenendo conto che ci sono alcune voci del concorso che riguardano il punteggio. E’ evidente quindi che a vincere saranno sia concorrenti esterni all’azienda che alcuni di quanti lavorano da anni ma sempre in condizioni precarie».I tempi previsti per la conclusione del concorso sono lunghi, le prove potrebbero terminare nel marzo del prossimo anno. Ma oltre ai vincitori, altri idonei potrebbero entrare a far parte dell’Aou. In tutto un centinaio. «La nostra è un’azienda giovane – dice Cattani – molti sono andati in pensione o stanno per farlo, e stanno subentrando figure dinamiche, che hanno un giusto senso della burocrazia e maggiore capacità manageriale, che amano il proprio ruolo e perciò lo svolgono bene. Sono certo che nel volgere di qualche anno saremo un’azienda da prendere ad esempio».
 
LA NUOVA SARDEGNA
11 – La Nuova Sardegna
Pagina 8 - Ed_Cagliari
Tutti i numeri della crisi economica sarda
Venerdì a Sassari un convegno coi dati elaborati da Università, Banca d’Italia, Crenos e Confindustria
di Antonio Meloni
 
SASSARI Se si esclude la debole ripresa del 2010, il Pil stagna allo 0,2 per cento e le proiezioni per i prossimi mesi indicano un ulteriore calo. A questo si somma la riduzione delle esportazioni (- 0,6 per cento) in controtendenza con il dato medio nazionale del più 11,4 per cento. E’ un’isola in ginocchio quella fotografata dal Crenos, dalla Banca d’Italia e da Confindustra in occasione del quinto convegno sull’economia della Sardegna, in programma venerdì, 29 giugno, nell’aula magna della facoltà di Scienze, (via Vienna 2). Un qualificato team di specialisti, coordinato dall’economista Marco Vannini (Università), farà il punto alla luce dei dati emersi dal rapporto annuale realizzato dai tre istituti. L’importante iniziativa, che rappresenta ormai un appuntamento atteso, è stata presentata ieri alla stampa, nella sala degli specchi di Villa Mimosa, da Dealma Fronzi (direttore della filiale di Sassari della Banca d’Italia), Pierluigi Pinna (presidente di Confindustria del Nord Sardegna) e Marco Vannini, (Università di Sassari). C’è da dire subito che la stagione di passione sarà ancora lunga e difficile. Sempre che di ripresa si possa parlare, la data presunta indicata dagli esperti è per la fine del 2013. Come dire che i primi effetti della tanto agognata controtendenza si potranno registrare solo nel primo semestre dell’anno successivo. La domanda a cui ora si tenta di rispondere è quale sarà la realtà del dopo-crisi, tenuto conto del fatto che il recupero sarà altrettanto lento e tortuoso. Pierluigi Pinna lo dice senza infingimenti di fronte ai dati poco confortanti del report che sarà illustrato venerdì mattina: «Nessuno pensi di recuperare ciò che è stato perso, prima di tornare a regime passerà del tempo e di questo dovrà tenere conto chi programmerà gli investimenti» Cifre sempre più sconfortanti quelle snocciolate ieri nella sede di Confindustria, una per tutte, quella della disoccupazione giovanile che schizza al 42,4 per cento con la quale l’isola conquista il triste primato di regione con tasso di disoccupazione più elevato per la classe d’età 15-24 anni.

Questionnaire and social

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