Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
13 June 2012

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Prima Pagina (Pagina 1 - Edizione CA)
Si profila un grande scambio
Ecco perché la Merkel dirà sì agli eurobond
Beniamino Moro
 
Si sta profilando in questi giorni il grande scambio che starebbe alla base del prossimo accordo sull'Unione fiscale e finanziaria europea cui stanno lavorando i massimi vertici tecnici e politici dell'Ue (Draghi, Barroso, Van Rompuy e Juncker). L'accordo, che dovrebbe essere approvato dal vertice europeo di fine mese, serve a salvare l'euro e ad uscire dalla crisi finanziaria nella sua duplice veste di crisi bancaria e dei debiti sovrani.
L'Unione fiscale e finanziaria sarebbe il primo embrione di Unione politica e non a caso il prestito Ue di 100 miliardi di euro concesso alla Spagna sabato scorso per il salvataggio del suo sistema bancario è stato interpretato come un anticipo dell'accordo più generale. Ad avallare questa interpretazione è stato innanzitutto un comunicato del G-7, che ha interpretato l'intesa con Madrid come un importante passo verso una più rilevante Unione finanziaria e fiscale europea. Successivamente, è stato lo stesso ministro delle Finanze tedesco Schaeuble ad esprimere il totale sostegno della Germania all'operazione, spingendosi fino ad affermare che le banche spagnole non sono più un pericolo per l'euro.
A giudicare dalla reazione contrastata delle Borse e degli spread, tuttavia, tutto questo ottimismo non sembra giustificato: i rischi di contagio sono tutt'altro che svaniti e a rischiare di più ora è proprio l'Italia.
Il vero nodo da affrontare resta quello politico, da risolvere, appunto, con un grande scambio a livello europeo. Da un lato, c'è il blocco dei Paesi mediterranei che chiede con forza l'approvazione di politiche per lo sviluppo e di sostegno al reddito e all'occupazione, da realizzare con l'emissione di titoli di debito comune definiti eurobond. Dall'altro, c'è la posizione contraria e intransigente della Merkel, che di emettere titoli comuni per continuare a sostenere la spesa dei Paesi finanziariamente poco virtuosi, per non dire dei privilegi e degli sprechi della loro casta politica e burocratica in larga misura parassitaria, non ne vuole neanche sentir parlare. A questo empasse che dura da tempo, si è sovrapposta negli ultimi mesi la crisi del sistema bancario Ue, sfociata di recente in una temibile crisi di liquidità delle banche spagnole, che rischiava di contagiare l'intero sistema creditizio europeo. Le banche spagnole sono esposte nel settore immobiliare per circa 350 miliardi di euro, la maggior parte dei quali sono crediti inesigibili. Le banche tedesche, a loro volta, sono esposte verso le banche iberiche per 120 miliardi, che rischierebbero di perdere se quelle spagnole diventassero insolventi. Il fuoco della crisi finanziaria è quindi arrivato sino alle soglie di casa della banche tedesche. Da qui il compromesso, o grande scambio, sull'Unione fiscale e finanziaria che sta maturando a livello europeo: la Germania accetterebbe l'emissione degli eurobond in cambio della centralizzazione a livello europeo delle politiche del credito e di bilancio.
La proposta prevede che i governi nazionali dell'Eurozona mantengano la loro sovranità solo sulla spesa coperta dalle loro entrate, mentre per le ulteriori spese da finanziare in deficit dovrebbero rivolgersi al gruppo dei ministri delle Finanze, che avrà poteri decisionali irrevocabili su ogni ulteriore richiesta di spesa. Questo Eurogruppo diventerebbe perciò un embrione di autorità fiscale o di ministero delle Finanze europeo e il suo presidente potrebbe diventare il futuro ministro delle Finanze dell'Eurozona. L'Eurogruppo finanziario dovrebbe quindi rispondere, sul piano politico, a un'istituzione formata da rappresentanti dei Parlamenti nazionali. Solo a quel punto si potrebbe pensare di emettere titoli pubblici comuni come gli eurobond, garantiti in solido da tutti i Paesi dell'euro.
Beniamino Moro
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 42 - Edizione PC)
Vendetta, il piatto freddo che non sazia mai
Ad Austis due giorni sulla “giustizia privata”
Antropologi a convegno fra saghe, salmi e film di Tarantino
 
La vendetta come beatitudine, da cantare con emozione e lirismo.
La vendetta come riparazione del torto e addirittura come ritorno alla vita.
E infine la vendetta mancata, con la triste storia del ragazzo accusato ingiustamente di aver rubato delle pecore, ma troppo vile per punire il calunniatore. E quindi così indifferente al proprio onore da essere punito lui.
Non fate quella faccia da sardi disincantati, fin troppo abituati a concetti ed episodi di questo genere ambientati tra i nostri pascoli e le nostre periferie: stavolta non c'entriamo nulla.
Quelli appena elencati sono tre frammenti di antropologia della vendetta che arrivano, rispettivamente, dall'Israele del VI secolo avanti Cristo, dalla notte dei tempi induista e dalla Scandinavia dell'alto Medioevo. A metterli in fila sono stati, ieri e l'altro ieri, i relatori del convegno intitolato appunto Antropologia della vendetta , organizzato ad Austis da comune, pro loco, fondazione Banco di Sardegna, università ed Elsa di Cagliari. Due giorni di grande equilibrio tra spessore scientifico ed appeal divulgativo, che accanto a una corposa indagine sulla giustizia privata ieri e oggi, dalla codificazione di Antonio Pigliaru alla ricerca sociologica sul campo, ha dipanato il filo rosso della violenza lecita lungo culture lontanissime fra loro.
Domani daremo conto delle nuove ricerche sul senso dei sardi per il torto subìto, per sottolineare oggi quanto sia costante - di popolo in popolo, di secolo in secolo - l'istituto del torto ricambiato. Una carrellata che il filosofo urbinate Venanzio Raspa ha aperto con un tocco pop: Uma Thurman, la Sposa di “Kill Bill”, uccide una delle sicarie che le hanno ammazzato il promesso sposo sull'altare e l'hanno ferita gravemente gravemente, facendo morire il bimbo che aveva in grembo. La Sposa si vendica, ma purtroppo deve farlo davanti alla figlioletta dell'assassina: «Quando sarai grande - le dice andando via - se la cosa ti brucerà ancora e vorrai vendicarti, io ti aspetterò».
E questo significa - sottolinea Raspa - che la Sposa si metterà a disposizione della bambina per darle soddisfazione. Ma non esclude che sarà lei a ucciderla se si arriverà a un duello tra chi ha ragione e chi ha torto. Anche perché già dopo il primo anello, la catena del sangue si ingarbuglia sempre, e distinguere buoni e cattivi in un corpo a corpo generazionale non è possibile.
Sarà per questo che nell'Israele premonarchico si affida all'Altissimo il riequilibrio della violenza. Intendiamoci, non parliamo di una società pacifista o nonviolenta: il Salmo 137, che racconta con emozione le cetre degli esuli appese ai salici e le lacrime sulle rive dei fiumi, chiude dicendo all'oppressore: «Sia beato chi afferra i tuoi figli / e li stritola contro la roccia». Piuttosto espressivo. Ma chi è quel beato che afferra e stritola? Attenti - avverte Raspa - perché nell'ebraico dei Salmi la terza persona singolare è riferita a Dio. Certo, erano le mani dell'uomo a sanzionare gli aggressori e a ripagarli con la loro moneta, ma non in nome dell'Uomo. E se la Vendetta del Sangue era un istituto fondato e riconosciuto, è vero che esistevano le città d'asilo, luoghi dove il criminale poteva scampare ai familiari della sua vittima.
Dalla spiritualità monoteista alla filosofia classica, la vendetta percorre entrambi gli emisferi della cultura occidentale. È Aristotele a individuare il bivio semantico che qualunque “violenza di ritorno” deve imboccare. Si chiama punizione se il punto di vista è di chi la subisce. Se a definirla è chi la compie, si chiamerà vendetta e sarà «ciò che lo sazia».
Ma alcuni secoli dopo sul cammino della filosofia si affaccia Kant e lo contraddice: la vendetta non sazia. Puoi soddisfare la passione, ma l'intimo odio che la alimentava non sparisce.
Resta comunque un punto irrisolto: questo cibo così appetitoso e così poco nutriente, è umano o divino? Hegel non ha dubbi: appartiene al Dio moderno che chiamiamo Stato, e che la ribattezza Giustizia. Peccato che anche questo meccanismo riparatore, equilibrante, preveda un sacrificio del reo. E quindi rimane in sostanza una vendetta pubblica, a meno che il criminale non si renda intimamente conto di aver ferito se stesso e la Vita in assoluto, insieme alla propria vittima:allora si potrà parlare di espiazione , in virtù del principio di riconciliazione che dobbiamo a Dostoevskij.
Le cose si fanno ancora più complesse se si allunga lo sguardo fino all'Oriente lontano, come spiega il docente torinese Domenico Francavilla chiedendosi se nell'induismo del “Mahabharata” la vendetta sia o meno dharmica. Ovvero: la legge del taglione ha un ruolo in “ciò che è giusto”, concorre all'armonia o la spezza? In fondo il poema sanscrito è una lunga catena di offese e contro-offese fin dal suo principio narrativo fondante, la faida tra due clan reali imparentati tra loro.
Vendicarsi è sacro, quindi. o almeno santo? Una risposta univoca sarebbe quanto di più lontano dalla cultura induista. Di certo il Dharma - l'ecologia spirituale del Creato - risente dell'accanirsi del fratello contro il fratello, dell'allievo sul maestro. E però non lo esclude, anche se ogni episodio appesantisce il Kharma di ciascun individuo per molte e molte reincarnazioni. Con un'avvertenza ulteriore: se la vittima di questa vita potrà essere nella prossima il carnefice del suo assassino, già concedersi una piena vendetta in questa esistenza consente di “sentirsi rinati”.
Meno dubbi, meno sfumature in una cultura vigorosa e irruenta come quella della Scandinavia medievale. Dalle remote radici culturali protogermaniche fino alla cristianizzazione del XIII secolo - spiega il filosofo e giurista polacco Wojciech Zelaniec - tra i fiordi l'imperativo è uno solo: vendicarsi sempre, vendicarsi di tutto.
C'è una categoria ben precisa in Norreno: il nidingr . È il vile, l'inetto, colui che parla troppo e soprattutto rinuncia al dovere di vendicarsi di un insulto, di una calunnia anche fantasiosa, addirittura di una proposta di risarcimento troppo elevata (“Se mi offri tanto per rabbonirmi, allora devi avermi fatto un'offesa enorme, e quindi devo ucciderti”). Un ometto, insomma, di cui vergognarsi. E in una shame society come quella nordica, una struttura creata attorno al timore del disonore, c'è una sola pena per chi crea vergogna: la morte. La vendetta della società sui deboli.
Celestino Tabasso
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 51 - Edizione CA)
Meeting nell'Isola
Astrofisica, Sardegna terra della ricerca
 
La Sardegna «in queste settimane è al centro di grandi meeting che vedono impegnati i maggiori scienziati mondiali esperti di planetologia, astrofisica e fisica. Un segnale forte che conferma che le risorse per lo sviluppo non sono esclusivamente quelle economiche ma in primo luogo quelle legate alla persona».
Per quanto riguarda la ricerca, «la Sardegna è la regione che mette a disposizione più risorse a livello italiano: 34 milioni per rifinanziare la legge 7 sulla ricerca di base, 25 milioni dal protocollo attuativo con il MIUR per progetti industriali e sperimentali e ricerca applicata per organismi di ricerca e imprese, 30 milioni dal FESR per start up di imprese innovative e per sostegno all'attrattività del territorio attraverso iniziative di finanza innovativa».
Parole, da Cagliari, del vice presidente e assessore regionale della Programmazione, Giorgio La Spisa, intervenuto al cinquantasettesimo Project Science Group della Missione Cassini-Huygens. Il meeting rappresenta il momento di gestione della missione spaziale Cassini-Huygens, frutto della collaborazione congiunta fra NASA (Usa), ESA (Europa) e ASI (Agenzia Spaziale Italiana). Il lancio della sonda è avvenuto il 15 ottobre 1997 e da allora la Cassini-Huygens sta conducendo studi senza precedenti del pianeta Saturno e dei suoi satelliti. La vita scientifica della sonda durerà altri 6 anni, fino al settembre 2017, quando la sonda si tufferà nell'atmosfera di Saturno.
Il meeting serve a mettere a fuoco i risultati della missione emersi nei mesi precedenti, nonché le problematiche presenti e future della missione. In particolare, si concluderà con un mini workshop in cui verranno passati in rassegna i risultati di molti anni di indagini sugli anelli di Saturno e i suoi satelliti ghiacciati. I partecipanti, fra i quali prestigiosi scienziati mondiali esperti di planetologia, sono circa 150.
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Cagliari Quartieri (Pagina 27 - Edizione CA)
Start Cup, iscrizioni
 
Scadono domani le iscrizioni a “Start Cup Sardegna, idee e innovazione”, tradizionale concorso curato dalla Direzione ricerca e territorio dell'Università, giunto alla sua quinta edizione. Obiettivo: promuovere la competizione fra idee d'impresa innovative da realizzare in ambito regionale. Info e adesioni: 070/6756502, 070/6756003 oppure www.unica.it. (p.l.)
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda
Cagliari Quartieri (Pagina 27 - Edizione CA)
In Breve
Donne al voto, dibattito
 
In che misura le donne sarde hanno partecipato alle elezioni per il Consiglio Regionale della Sardegna, come si è evoluto nell'arco di 60 anni il loro rapporto con la politica e con quali differenze rispetto all'elettorato maschile? Quali le proiezioni per il futuro? Saranno questi gli argomenti del dibattito di domani, che si terrà dalle 16 alle 20 nell'aula magna della facoltà di Scienze Politiche, in viale Sant'Ignazio 78.
 
L’UNIONE SARDA
6 – L’Unione Sarda
Sulcis Iglesiente (Pagina 25 - Edizione PC)
L'estate degli archeologi
Al via la “Summer school” con studenti ed esperti
S. ANTIOCO. Cantieri al Cronicario e a Monte Sirai, lezioni e conferenze
 
Ritorna nel Sulcis la scuola estiva per archeologi. Inizierà il 18 giugno prossimo con l'avvio delle campagne di scavo nell'area del Cronicario a Sant'Antioco e a Monte Sirai a Carbonia. A dirigere gli esperti e gli studenti impegnati negli scavi sarà Piero Bartoloni, ordinario di Archeologia fenicia e punica presso l'Università turritana. Come nelle scorse edizioni le operazioni di scavo nei siti archeologici si svolgeranno la mattina. Nel pomeriggio in una delle sale del museo archeologico Ferruccio Barreca di Sant'Antioco saranno organizzate le operazioni dei catalogazione, fotografia, restauro e disegno dei reperti rinvenuti. Ogni martedì e giovedì sera sino al termine dell'edizione di quest'anno si svolgeranno invece le lezioni della Summer school , con conferenze itineranti aperte a tutti gli appassionati di archeologia, tenute da illustri professori e archeologi italiani e stranieri. Saranno 14 e si svolgeranno in vari comuni della Provincia. Le conferenze termineranno il 26 luglio, sempre a Sant'Antioco, con la relazione dell'archeologa Elisa Pompianu che traccerà un bilancio delle scoperte compiute durante la campagna di scavi di quest'anno nell'area del Cronicario di Sant'Antioco.
Tra gli argomenti che verranno trattati dalle conferenze ce n'è uno dedicato a “Il tempio in località Santa Isandra”, un sito archeologico sommerso che si trova nella laguna. Conosciuto da secoli dagli abitanti di Sant'Antioco è stato accertato, attraverso le fotografie aeree, che si tratta con molta probabilità di un tempio fenicio-punico risalente a più di tremila anni fa. Un sito ancora tutto da esplorare.
Tito Siddi
 

LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 14 - Ed_Cagliari
Ovicaprino, la crisi e il futuro Un convegno all’università
 
SASSARI «C’è un futuro per le produzioni ovine e caprine in Sardegna?». E’ questo il tema della giornata di studio che si svolgerà venerdì 22 giugno nell’aula Magna del Dipartimento di Agraria, in via Enrico de Nicola, 9 a Sassari. L’incontro è organizzata dall’Accademia dei Georgofili (sezione Centro Ovest) e dal Dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari. L’inizio dei lavori è previsto per le ore 9,30 e vedranno come moderatore Filiberto Loreti dell’università di Pisa. Tra i relatori Sebastiano Piredda, Tonello Abis (di Laore Sardegna), Antonello Cannas, Giuseppe Pulina e Antonello Pazzona dell’università di Sassari, Francesco Casula e Luciano Negri della 3A di Arborea, Serafino Lai della cooperativa Pastori di Dorgali e mariano Contu dell’Ara Sardegna.Temi trattati: si va dagli aspetti strutturali del settore ovicaprino alle cause della crisi e le prospettive del settore. Dal marketing e l’innovaione nel settore fino alla tradizione e innovazione nel comparto ovino e caprino. Infine la ricerca e lo sviluppo dell’agrozootecnia sarda. Le conclusioni del dibattito sono affidate a Giancarlo Rossi.
 
LA NUOVA SARDEGNA
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 23 - Ed_Cagliari
Le donne al voto per la Regione: seminario di studi
 
CAGLIARI. Donne al voto, la partecipazione femminile alle elezioni del consiglio regionale dal 1949 al 2009 è il tema del dibattito promosso a Scienze politiche domani dalle 16 in poi. Interverranno storici, giornalisti, economisti, docenti universitari, consiglieri regionali. Apriranno i lavori Gianfranco Bottazzi e Luisa Marilotti consigliera regionale di parità, interveranno il presidente della Provincia, il sindaco di Cagliari, il deputato Amalia Schirru.
 
LA NUOVA SARDEGNA
9 – La Nuova Sardegna
Pagina 51 - Ed_Cagliari
Cresce la domanda ma lo Stato è assente
 
Anche con la crisi sembra crescere in Italia la domanda di cultura. Con visitatori in aumento per mostre (+14%) e musei (+7,5%), numeri in costante ascesa per eventi e Festival (+10%). A dispetto delle tasche vuote, aumenta la spesa delle famiglie per il settore, che nel 2011 ha sfiorato i 71 miliardi di euro con un +2,6% rispetto al 2010. Eppure c’è poco da ridere. Perchè se questi numeri dimostrano che con la cultura si mangia, e che pure in un momento di recessione questo è un settore con grandi potenzialità, il disimpegno dello Stato, anche a livello di politiche di sviluppo, sta di fatto allontanando anche i privati. I mecenati sono mosche bianche. E la crisi fa fuggire gli sponsor, scesi dell’8,3% rispetto al 2010, in caduta libera (-38,3%) se si guarda al 2008. Dati e riflessioni arrivano da Federculture che al Maxxi, ospite il ministro Ornaghi, ha presentato il suo Rapporto 2012, e torna a battere il tasto sulla necessità di «una politica pubblica» per la cultura. E questa «può essere l’investimento sul quale puntare per ripartire». Ma oggi per la cultura lo Stato investe solo lo 0,19% del suo bilancio.
 
Spettacolo e cultura, cala la scure su festival letterari e musicali
L’assessorato al Turismo taglia eventi come Abbabula, Leggendo Metropolitano, Animar e le Isole del cinema
FONDI REGIONALI»PROTESTANO LE ASSOCIAZIONI
di Sabrina Zedda
 
CAGLIARI Annichiliti e stravolti per la cancellazione dei fondi, arrivata in sordina a programmi ormai chiusi, e confusi per l'inesistenza di criteri che possano motivare le ragioni di una scelta che appare incomprensibile. A pochi giorni dalla pubblicazione sul sito internet della Regione della delibera con cui l'assessorato al Turismo ha cancellato d'un sol colpo i finanziamenti per gli eventi di fascia “C”, destinati cioè a manifestazioni di interesse turistico si sentono così gli organizzatori degli spettacoli. A quella cancellazione si somma un taglio del venti per cento che ha interessato anche gli eventi collocati più al “sicuro” nelle tabelle precedenti, la “A” e la “B”, destinate a manifestazioni di carattere internazionale. Il problema è ovviamente drammatico per coloro che di punto e in bianco si sono visti azzerare risorse su cui avevano fatto affidamento per questa stagione. Costretti ora a fare i conti con una realtà che supera in peggio i contraccolpi della crisi. Soprattutto, si interrogano sui motivi che hanno spinto a inserire nell’incriminata tabella “C”, che dovrebbe raggruppare eventi a carattere prettamente territoriale, manifestazioni che hanno invece un respiro internazionale, e richiamano pubblico proveniente da tutta Italia ma anche dall'Europa. Se lo chiede ad esempio Gianfranco Cabiddu, direttore artistico di “Creuza de mà”, il festival dedicato alle musiche da film che domani a Carloforte inaugura la sua sesta edizione portando ospiti importanti come il Premio Oscar e compositore Nicola Piovani. «Se avevano intenzione di tagliare avrebbero dovuto avvisare prima _ si lamenta il regista _ Ci saremmo organizzati. Ora per recuperare i soldi persi dovremo cancellare in extremis parte del programma. Quattro conti ed ecco la cifra dell'ammanco: 20 mila euro, cioè il 20% dell'intero budget. «E dire che grazie al festival in questi giorni a Carloforte gli alberghi sono già quasi tutti pieni». Stesso identico discorso fa Marco Navone, anima del festival di Tavolara, “Una notte in Italia”, che con quello di Cabiddu e i due festival dell'Asinara e della Maddalena formano il circuito delle Isole del cinema, premiato con due medaglie d'oro dal Presidente della Repubblica. «Quando abbiamo saputo dei tagli ci siamo rimasti davvero molto male - dice - Il nostro è un festival consolidato. Forse bisognerebbe rivedere i criteri della scelta». Più di tutto, infatti, brucia il fatto che la scure della Regione è caduta su tutti indistintamente senza analizzare la vera portata delle manifestazioni (molte, come “Le isole del cinema”, godono tra l’altro anche dell'appoggio europeo). Preoccupazione e stupore sono i sentimenti che agitano l'associazione sassarese de Le ragazze terribili, che per destagionalizzare il turismo hanno recepito la richiesta del Comune di organizzare il festival “Abbabula” a maggio, portando ospiti di prestigio come Gino Paoli: «Abbiamo chiuso la rassegna il 24 maggio e ora ci dicono che non ci sono i soldi _ commenta amareggiata la direttrice artistica Barbara Vargiu_ Se l'avessimo saputo prima avremmo potuto annullare alcuni appuntamenti. Scoprirlo ora complica drammaticamente tutto». Va bene la crisi, aggiunge ancora la direttrice di “Abbabula”, ma passare da un taglio al totale annullamento è tutta un'altra storia. C'è rabbia anche nelle voci di Tonino Murru e Donatella Pau, anime dell'associazione Is Mascareddas, costretti ad annullare l’imminente edizione del festival internazionale di burattini “Animar”, in programma a fine luglio a Teulada. Sono stati loro, proprio mentre erano alle prese con la formalizzazione degli ultimi contratti con gli artisi ospiti ad accorgersi per primi della brutta sorpresa della Regione. Furibondo anche Saverio Gaeta, che domenica scorsa ha chiuso la quarta edizione del festival letterario “Leggendo metropolitano”: 12 mila persone accorse a Cagliari ad ascoltare scrittori come Amos Oz o Peter Cameron, e poi la scoperta di essere finito nella tabella “C”. «Quale può essere il criterio insensato, arbitrario e scellerato – si domanda – secondo cui una manifestazione come questa non viene considerata in fascia A?». Della scottante vicenda si occupa anche il Cosass, il Coordinamento degli organismi dello spettacolo e delle arti sceniche della Sardegna che in una nota del portavoce Antioco Usala chiede alla Regione l’immediato ritiro del provvedimento perchè «privo di una ratio giuridica», ma anche senza giustificazioni perché «adottato ben oltre i termini di presentazione delle domande e con effetti retroattivi per tutte le manifestazioni». L'ultima voce è quella di Giacomo Casti, presidente di Chourmo che a settembre organizza nel quartiere Marina di Cagliari il suggestivo festival letterario Marina Cafè noir: «La mannaia dell'assessorato arriva proprio nel decennale del nostro festival – dice – La manifestazione, naturalmente cercheremo di farla in ogni caso». Però rivolgendosi alla Regione chiede che «vengano stabiliti una volta per tutte criteri chiari, condivisibili e certi».
 

10 – SardegnaQuotidiano
Cagliari – pagina 11
Il bando
Il docente: stupiti perché il candidato era uno solo
 
Un solo candidato al concorso per la sezione di Neuroscienze di Monserrato, vinto da Giuseppe Talani, genero del neuroscienziato Giovanni Biggio e marito della figlia del professore, Francesca, anche lei ricercatrice nello stesso settore: «Non ci aspettavamo che si presentasse solo un candidato. Una coincidenza ma è tutto regolare. E trasparente»: a parlare è Enrico Sanna, docente di Biotecnologie farmacologiche, presidente della commissione nominata dal Cnr che ha assegnato a Giuseppe Talani un posto di ricercatore di terzo livello per un anno. «È anche un contratto a tempo determinato», aggiunge Sanna. Bando aperto a fine marzo, scadenza delle candidature il 26 aprile, il 27 la nomina della commissione e nel giro di un mese la graduatoria finale. Sanna era il presidente del nucleo di valutazione, è stato lui a stilare la lista dei requisiti necessari per partecipare alla selezione: «Il progetto è mio, e ci serviva un ricercatore di alto livello, con caratteristiche specifiche. Ma Talani non è l’unico ad avere i requisiti. Tanti miei ex allievi», spiega ancora il professore, «avrebbero potuto presentare la domanda. Mi sono stupito che non l’abbiano fatto. C’è chi lavora all’estero e questa poteva essere l’occa - sione buona per tornare. Non l’hanno fatto e non si poteva mica annullare il concorso solo perché c’era un unico aspirante». Tre componenti della stessa famiglia che lavorano sotto lo stesso tetto: «Ma non è nepotismo, stiamo parlando di Giovanni Biggio, scienziato di fama internazionale, della figlia che ha fatto una lunga gavetta e di Talani, la cui bravura è documentata dalle pubblicazioni e dalle sue ricerche». Sanna aggiunge: «Merito, da noi conta solo il merito. Solo chi lavora davvero va avanti, altrimenti si ritira dal nostro campo. Abbiamo una scuola di altissimo livello».

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