Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
25 May 2012
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  
    

 
L’UNIONE SARDA

1 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 32 - Edizione CA)
Ma preoccupa la lettura dei numeri dell’abbandono (25%) e dei fuori corso (43%)
C’È CRISI? COMUNQUE MI LAUREO
Per gli studenti il “pezzo di carta” è ancora affidabile
Quattromila laureati sfornati ogni anno. Un numero cospicuo che porta a una immediata riflessione: che fare dopo? La laurea resta un paracadute sociale, una carta di credito valida da spendere nella ricerca di un lavoro, comunque una conquista culturale da parte dello studente. Ma le ultime statistiche dicono che iscriversi all’università non è così automatico, come accadeva nel decennio scorso. La ricerca di Almalaurea, presentata quattro giorni fa a Napoli e accompagnata dal convegno “Laurearsi in tempi di crisi: come valorizzare gli studi universitari” mette il dito nella piaga che affligge la massa studentesca: quella che deve ancora iscriversi e non sa che pesci prendere e quella che è nell’ingranaggio del corso di laurea e cerca lumi per vederci chiaro nel futuro.
Il dato nazionale spiega che le immatricolazioni sono diminuite del 15% ed è aumentato il numero degli studenti “poco motivati”, tra i laureati nel 2011 la metà ha studiato vicino a casa e solo il 29% dei diciannovenni decide di iscriversi. Colpa della crisi (l’università costa, e i fuori sede lo sanno bene), dei tagli ai vari fondi per agevolare lo studio (che scoraggia molte famiglie) o anche di una nuova tendenza che considera la laurea un parcheggio senza via d’uscita?
Le lauree (3,4, 5 anni e i dottorati di ricerca) sono appannaggio del 9,97% della popolazione sarda, secondo i dati del Centro Studi L’Unione Sarda. C’è stato, è vero, un bell’incremento, se si considera che nel 2004 la percentuale dei laureati era ferma al 7,1%. Merito delle donne che in 7 anni si portano dal 7,7% all’11,2% mentre gli uomini passano dal 6,5% all’8,7%. Si resta comunque sotto la media nazionale che è dell’11,2%; e nel Sud fanno meglio della Sardegna la Calabria, il Molise e l’Abruzzo. Curiosamente però il dato delle donne sarde laureate è in linea con quello nazionale mentre è sotto la media (del 2%) per i laureati maschili.
Focalizzando la ricerca sull’ateneo cagliaritano, i numeri restano sostanzialmente invariati. C’è dunque una prevalenza femminile (64,4 contro 35,5): da qui anche una percentuale più ampia di laureate donne. Ma analizzando la ricerca di Almalaurea emerge che l’università di Cagliari - beninteso in linea con la tendenza nazionale, politica e sociale - pende dalla parte dei maschietti. Mentre le donne continuano a studiare, partecipano cioè a varie attività fra tirocini, master, stage in azienda, attività sostenute da borse di studio, specializzazioni (il 43% contro il 39%) il dato si inverte quando si entra nel mercato del lavoro. L’impiego stabile occupa il 37% degli uomini e il 30% delle donne, che hanno percentuali più alte se si tratta di lavoro non standard, autonomo, no profit, senza contratto o part time. Ancora: per le donne uscite dall’ateneo cagliaritano, rispetto agli uomini, la laurea non ha migliorato né il guadagno (che è inferiore a quello dell’altro sesso), né la posizione lavorativa ma solo le competenze professionali. Insomma il mercato del lavoro penalizza le universitarie cagliaritane nonostante arrivino un po’ prima alla laurea (in media 4,8% anni contro il 5,1%) e con un voto migliore (106 contro 103).
A sentire l’opinione degli studenti cagliaritani (uomini e donne) l’università è ancora un punto di riferimento. Dice Nicola Olla, 28 anni, iscritto a Scienze politiche: «Continuo a studiare, nonostante le peripezie, perché voglio rispettare l’impegno che ho preso tempo fa. Anche se oggi i giovani non hanno un riscontro non é detto che non lo avranno in futuro». Chiosa Nicola Pisu, stessa facoltà: «Studio perché spero sia un investimento per il mio futuro ma penso che oggi la laurea non serva a molto, sarebbe meglio avere una buona idea». Anche da queste perplessità nasce il dato allarmante dell’abbandono (è il 25,5%) e dei fuori corso (43,8%) ma conforta che nell’ultimo triennio il numero sia calato di 3 punti. Comunque il 49% dei triennali - a un anno dal titolo - prosegue gli studi, mentre il 21% lavora e il 13% lavora ed è anche iscritto alla specialistica. Il 35% dei triennali trova un’occupazione a un anno dalla laurea (di cui il 70% nel settore privato). Generalmente trovano lavoro tre mesi dopo aver iniziato la ricerca e il guadagno medio mensile è di circa 953 euro. Invece, dopo il biennio della specialistica, l’occupazione sale al 62%. Magari le cifre non tengono conto della precarietà del lavoro, tanti sono i contratti a tempo o a progetto, poi si riparte daccapo per un altro giro di giostra. Ma avere una laurea in tasca serve. «È ancora un buon lasciapassare per il mondo del lavoro», conferma Edoardo Ruopoli, studente di economia. Infatti il 52% la ritiene «molto efficace» nel lavoro svolto e il 45% ha «acquisito competenze che gli hanno giovato». E per trovare lavoro se il 31% dice che la legge prevedeva la laurea, il 34% riconosce che gli è stata utile anche se non era richiesta.
Sergio Naitza
 
 
2 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 32 - Edizione CA)
Nel 2011 distribuiti 512.821 pasti. Prezzi popolari, gli universitari apprezzano la qualità
QUATTRO MENSE, PROMOSSE A PIENI VOTI
Mense universitarie promosse a pieni voti. Gli studenti dell’Ateneo, frequentatori abituali dei locali di ristorazione dell’Ersu, sono pienamente soddisfatti del servizio. Oltre al loro giudizio anche i dati parlano di un apprezzamento in continua crescita: nel 2011, infatti, le quattro mense universitarie hanno toccato il picco storico di 512.821 pasti distribuiti. Il servizio, garantito dall’ente regionale per il diritto allo studio universitario, consta di quattro punti ristoro: via Premuda, piazza Michelangelo, via Trentino e Cittadella universitaria di Monserrato. Il prezzo dei pasti varia in base al reddito, in particolare in base all’indicatore di situazione economia del nucleo familiare di appartenenza (ISEEU) e in base agli anni di carriera universitaria.
Per un pasto completo, che comprende primo piatto, secondo, contorno e frutta, si può pagare da un minimo di 1,95 euro - in prima fascia - fino ad un massimo di 3,25 euro - in quarta fascia. Ma anche «3 euro e 25 per un pasto vanno benissimo», commenta Marco Melis, studente di ingegneria che frequenta la mensa di piazza Michelangelo da 6 anni. «Ci troviamo bene - dice, mentre assieme a Caterina Mulargia si preparano al pranzo -. «Se si arriva molto tardi - precisano - di solito c’è sempre roba fritta ma arrivando un po’ prima si trovano anche pietanze più sane e il sabato anche piatti più elaborati come la pasta al forno». Stefania Ballocco è in seconda fascia di reddito, anche per lei il rapporto qualità-prezzo è «buono». È d’accordo la sua collega Giulia Deidda: «Sono borsista e ho diritto ai pasti gratuiti perciò il servizio mi soddisfa pienamente, inoltre la qualità del cibo è sempre buona». Secondo gli ultimi dati Ersu, le mense di via Premuda e della cittadella universitaria di Monserrato sono le più frequentate e anche le più apprezzate per la «migliore, intrinseca, qualità del menù», come attestato dai docenti della scuola di specializzazione in Scienze dell’alimentazione dell’ateneo. La differenza di varietà nel menù l’ha notata anche una studentessa di lingue che frequenta la mensa di piazza Michelangelo, Stefania Costanzo: «Il menù di solito qui è meno vario rispetto alle altre mense ma nel complesso il servizio è soddisfacente». Inoltre, dice, «dipende dall’ora in cui si arriva non si trovano più alcuni cibi, la mensa è sempre piena ma c’è sempre un posto a sedere - afferma soddidfatta - perché c’è un ricambio molto rapido e fortunatamente siamo tutti rispettosi». Incetta di giudizi positivi anche in via Premuda: «Il servizio è quasi perfetto in questa mensa» dice lo studente di odontoiatria Amad Ismail.
«Generalmente c’è varietà, ci sono almeno tre primi piatti e tre secondi diversi, non mancano i contorni, i piatti per i vegetariani per i celiaci e la frutta. Poi noi abbiamo la borsa di studio quindi i pasti li abbiamo gratis, rapporto qualità-prezzo perfetto», scherzano Irene Filippino e Maria Laura Deidda, studentesse fuorisede. Anche la pulizia dei locali risulta impeccabile: «Si mangia bene ed è sempre pulito» sottolineano i futuri ingegneri Manuel Corrias e Mattia Puggioni.
Veronica Nedrini
 
 
3 - L’Unione Sarda / Provincia di Sassari (Pagina 32 - Edizione OL)
Studentessa sassarese
Iscritta dal Tar alla facoltà di Medicina
Se la laurea presa nei Paesi comunitari vale per fare il medico in tutta Europa, allora anche il periodo di studi all’estero deve valere ovunque. È destinata a fare giurisprudenza la recente sentenza del Tar: i giudici di Cagliari hanno intimato all’Università sassarese di iscrivere in Medicina, senza test d’ingresso, una studentessa che aveva già frequentato il primo anno in Belgio. «Non può essere negata a priori l’iscrizione», hanno scritto i magistrati, «perché la prova d’ammissione superata non fu quella prevista nell’ordinamento italiano».
IL RICORSO A presentare il ricorso - attraverso gli avvocati siciliani Michele Bonetti e Santi Delia - era stata lo scorso anno la giovane Grazia Russo, aspirante medico già iscritta al primo anno dell’università “Catholique de Louvan” di Bruxelles. Chiesto il trasferimento in città e l’iscrizione al secondo anno di Medicina e Chirurgia, la ragazza si era vista rigettare l’istanza perché mancava della “prova selettiva” su territorio italiano.
IL TAR Ad occuparsi della vicenda sono stati i giudici della prima sezione del Tar Sardegna che, già a febbraio, accogliendo l’istanza cautelare avevano costretto l’ateneo ad immatricolare, con riserva, la studentessa. Ora il collegio presieduto da Aldo Ravalli (a latere Marco Lensi e Grazia Flaim, estensore) si è pronunciato definitivamente nel merito, condannando l’Università a pagare 1500 euro di spese processuali. Sul tema, il Consiglio di Stato aveva pronunciamenti discordanti.
EQUIPOLLENZA «Se i percorsi esteri universitari vengono sostanzialmente riconosciuti “equipollenti” ai fini dell’esercizio dell’attività di medico», hanno scritto i giudici cagliaritani, «analogamente il periodo di formazione svolto all’estero, presso le medesime Università, deve poter essere anch’esso considerato». Parte di quel percorso di studi non può essere ritenuto inesistente «pena la contraddittorietà inaccettabile del sistema». Soddisfatti i legali: «Si tratta» hanno commentato, «di una importantissima decisione che apre le porte al nuovo mercato comunitario degli studi e del sapere»
Francesco Pinna
 
 
4 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 27 - Edizione CA)
Il convegno dell’Idv
No all’abolizione del valore legale della laurea
«Un ragazzo se è bravo può essersi laureato ovunque non si può etichettarlo in base all’università di provenienza». Sono le parole di Rosario Coco, responsabile cultura del dipartimento nazionale Giovani dell’Italia dei Valori, intervenuto ieri sera a Palazzo Regio durante il dibattito “Giù le mani dalla mia laurea”. Un’iniziativa organizzata dal coordinamento giovani dell’Idv per dire no a «un provvedimento che in un contesto come quello italiano potrebbe non solo essere un rischio ma addirittura democraticamente pericoloso»: l’abolizione del valore legale della laurea. Ritenuto un «vantaggio solo per le università con grandi risorse finanziarie che creerebbe ancora disuguaglianze all’interno del Paese».
Secondo la docente Cristina Lavinio «si fa un gran parlare di eccellenze e di merito dimenticando il diritto all’istruzione e all’alta formazione di ogni cittadino». Poi sottolinea: «Le scuole sono istituzioni dello Stato e come tali dovrebbero preoccuparsi di garantire non servizi ma diritti». Le fa eco Pietro Maurandi, docente ed esponente dell’associazione La Sinistra: «È necessario migliorare e rafforzare la scuola pubblica invece che aggredirla con la scusa del mercato». A preoccupare non è solo l’abolizione del valore legale della laurea ma anche la cosiddetta Legge Aprea che, se approvata, consentirebbe ai privati di entrare all’interno degli istituti pubblici.
Veronica Nedrini
 
 
5 - L’Unione Sarda / Cronaca di Nuoro (Pagina 23 - Edizione NU)
Asproni
Liceali sardi in gara per tradurre dal greco
Si svolgerà lunedì prossimo nell’aula magna del liceo classico G. Asproni di Nuoro la seconda edizione del Certamen Asproniano, una gara regionale di traduzione dal greco riservata agli studenti delle quinte ginnasio. L’iniziativa è patrocinata del Dipartimento di filologia classica, glottologia e scienze storiche dell’Antichità e del Medioevo - sezione di greco dell’università di Cagliari. Alla gara parteciperanno quattro studenti del liceo classico nuorese, quattro del liceo Canopoleno di Sassari, due studenti del liceo Manno di Alghero, due del liceo Gramsci di Olbia e d del liceo Motzo di Quartu Sant’Elena. La commissione organizzatrice del premio è composta dal dirigente del liceo Asproni Antonio Fadda e dalle insegnanti Anna Maria Mazzella, referente del progetto, Elisa Branca, Maria Teresa Graziani e Giovanna Salis. In palio premi in danaro: 400 euro al primo, 300 euro al secondo e 200 euro al terzo. La cerimonia di premiazione si svolgerà alle 17,30 nell’aula magna della sede centrale del liceo in via Dante. (m. b. d. g.)
 
 
6 - L’Unione Sarda / Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
MICROCITEMICO. Il primario di Ostetricia nominato docente a Buenos Aires
La diagnosi prenatale fa scuola in Argentina
Importante riconoscimento per la medicina sarda. Il primario di ostetricia e ginecologia dell’ospedale Microcitemico di Cagliari, Giovanni Monni (presidente nazionale degli ostetrici e ginecologi ospedalieri italiani) è stato nominato professore onorario della prima università di Buenos Aires, la più antica e importante della città. La prestigiosa onorificenza, gli sarà consegnata dal rettore Ruben Eduardo Hallu, in occasione del prossimo congresso della società di ostetricia e ginecologia argentina in programma il prossimo mercoledì 30 maggio. La decisione è stata presa dal consiglio superiore dell’ateneo argentino per l’intensa attività clinica e di ricerca scientifica internazionale condotta nel campo dell’ecografia e diagnosi prenatale delle patologie genetiche fetali. «Il centro cagliaritano diretto da Giovanni Monni - si legge in una nota dell’università - è da sprone ai futuri laureati ad aprire una struttura di riferimento in medicina materno - fetale nelle tecniche prenatali». Il ginecologo, originario di Ilbono, è leader italiano in diagnostica prenatale e tecnologia di riproduzione assistita e membro scientifico del XX congresso mondiale della federazione internazionale di ginecologia e ostetricia previsto a Roma ad ottobre. Già socio di diverse associazioni scientifiche come l’associazione mondiale di medicina perinatale, la società spagnola di ginecologia e ostetricia, ex presidente della società italiana degli ultrasuoni in ostetricia e ginecologia, vice presidente del collegio di chirurgia italiana e della società italiana di sterilità. Ad oggi sono quattrocento gli articoli da lui pubblicati su libri e riviste scientifiche di tiratura internazionale.
Alessia Corbu
 

7 - L’Unione Sarda / Cronaca Regionale (Pagina 10 - Edizione CA)
Il personaggio
Un professore di storia e filosofia con la passione per la politica: «Mai iscritto ai partiti romani»

Cristiano Sabino ha 32 anni e una carriera accademica alle spalle: l’ha lasciata per ritornare in Sardegna a fare politica. «Ero a Berlino, per un dottorato, quando nel luglio 2006 arrestarono la dirigenza di A manca», racconta ora. Quasi subito maturò l’idea di rientrare nell’Isola.
Sassarese, laureato in Filosofia all’Università di Pisa con una tesi su Antonio Labriola e l’idealismo, Sabino aveva già completato - sempre a Pisa - un dottorato alla Scuola Normale. «È anche vero - ammette - che per continuare il percorso universitario sarei dovuto andare via dall’Italia, anzi dall’Europa». Anche da qui deriva la scelta di stabilirsi nuovamente a Sassari e frequentare la scuola di specializzazione per l’abilitazione all’insegnamento: oggi è un docente, precario, di storia e filosofia.
Parallelamente agli studi, il percorso politico: nato con l’avvicinamento al movimento studentesco. Il collettivo Spazio rosso, a Sassari, è stata la prima palestra per affinare un pensiero sicuramente di sinistra, ma già affascinato dall’idea dell’indipendenza della Sardegna. Evidente anche la vicinanza ai movimenti pacifisti e antagonisti, con la partecipazione alle manifestazioni per il G8 di Genova del 2001. Ma anche a quella organizzata al Circo Massimo dalla Cgil di Cofferati contro l’abolizione dell’articolo 18. Mai tesserato con un partito italiano, Sabino aderisce fin dalla nascita ad A manca pro s’indipendentzia, di cui è portavoce dal 2009.
 
 
8 - L’Unione Sarda / Economia (Pagina 18 - Edizione CA
Tensione alla Sapienza
Draghi rilancia: «Patto europeo per la crescita»
«Non accettiamo lezioni di austerità», c’è scritto sullo striscione di “Atenei in Rivolta”. Il corteo è contro il guardiano della moneta unica, Mario Draghi, tornato alla Sapienza, dove studiò, per commemorare Federico Caffè, l’economista scomparso nel nulla nel 1987. All’Università di Roma va in scena la contestazione al presidente della Banca centrale europea, a cui si rimprovera la politica di austerità.
BCE Gli oltre 600 giovani presenti in sala, invece, salutano il capo della Bce con una standing ovation mentre inizia il suo intervento citando le parole dello stesso Caffè. «Il pieno impiego non è soltanto un mezzo per accrescere la produzione, è un fine in sé», sosteneva l’economista e Draghi gli fa eco dicendo che «è un dovere della politica economica agire affinché l’economia possa avvicinarsi quanto più possibile alla piena occupazione». Draghi chiede così all’Europa un patto per la crescita che si affianchi al fiscal compact da lui lanciato e siglato dai governi. Per il presidente Bce «superata l’emergenza occorre una diminuzione della spesa corrente e del prelievo fiscale» e l’Ue deve fare il passo «irreversibile» sul quale poggerà la costruzione politica ed economia su cui poggia l’Euro ora afflitto da zoppia. Draghi difende poi l’operato della Bce. Le maxi operazioni hanno «evitato il collasso delle banche e dei mercati di novembre» facendo guadagnare tempo ma non provocano la crescita dell’inflazione che tornerà sotto il 2% entro l’anno.
LA PROTESTA La facoltà di Economia è presidiata dalle forze dell’ordine, alcune decine di manifestanti cercano di entrare e vengono a contatto con la polizia. I Collettivi universitari denunciano che sei loro compagni sarebbero stati colpiti a manganellate, mentre altri venivano bloccati per impedirgli l’accesso all’edificio. Di certo c’è un primo pomeriggio di tensione finito con un lancio di uova contro la macchina di scorta di Draghi. La protesta aveva l’obiettivo di esprimere il dissenso degli “Atenei in Rivolta” nei confronti della politica di austerity dettata dalla Bce e contro il pagamento di un «debito odioso ed illegittimo».
 
 
9 - L’Unione Sarda / Economia (Pagina 18 - Edizione CA)
Ministro del Welfare sotto attacco. Monti: 8 miliardi per il lavoro dei giovani
«Statali, si può licenziare» Fornero: come i privati. Ma Patroni Griffi frena
Mentre il premier Mario Monti promette «8 miliardi di euro» per favorire l’occupazione dei giovani, una nuova polemica si apre sul fronte del lavoro dopo l’affermazione del ministro Elsa Fornero sui licenziamenti nella Pubblica amministrazione. «Mi auguro che qualcosa di simile a quello che abbiamo fatto per i dipendenti privati sulla possibilità di licenziare sia inserito nella delega per i dipendenti pubblici», ha detto il ministro ricordando che Patroni Griffi ha questa delega. «Siamo in contatto, stiamo lavorando insieme. Non vogliamo difformità di trattamento». Ma non deve averla presa bene il collega della Funzione Pubblica a giudicare dalla sua calda e immediata reazione. «Il tema - ribatte - è già previsto nel testo predisposto per la legge delega ma a questo punto ritengo sia opportuno approfondire alcuni aspetti tecnici in Cdm».
LE REAZIONI Le parole sui licenziamenti hanno fatto arrabbiare sia l’opposizione politica al Governo, in Parlamento e fuori, sia la Cgil. E hanno messo in imbarazzo i partiti di maggioranza impegnati a trovare un punto di equilibrio sulla riforma del lavoro. Sia Monti che Fornero hanno scelto due platee giovanili. Il ministro, invitata a Torino dai giovani dell’Università, ha detto che la riforma va vista «nel suo complesso». «Il varo di una riforma del lavoro - ha osservato - è necessariamente un esercizio di equilibrio, in quanto coinvolge ampi strati di popolazione». Poi l’auspicio sugli statali: ««Non è possibile - ha poi concluso il ministro - che noi diciamo certe cose sul settore privato e poi non le applichiamo nel pubblico». Che il tema sia sul tavolo lo ha confermato il ministro Balduzzi: la possibilità di licenziare anche nel settore pubblico «è materia di cui parleremo sicuramente domani (oggi per chi legge, ndr ) e sicuramente in una delle prossime riunioni del Consiglio dei ministri». Dura la Cgil, che ha ricordato a Fornero di essere il ministro «del lavoro» e non «dei licenziamenti». E critiche tutte le opposizioni, da Idv, a Sel fino al Prc. Silenzio imbarazzato nella maggioranza, che ha raggiunto una mediazione politica tale da permettere di far approvare mercoledì il provvedimento in commissione Lavoro del Senato (ieri in aula la discussione generale).
DISOCCUPAZIONE Incontrando il Forum nazionale dei giovani, Monti ha assicurato che i giovani non devono sentirsi soli e promette «otto miliardi» dai fondi strutturali in attesa di destinazione per la lotta alla disoccupazione giovanile. Per il premier dalla possibile riallocazione di quel 29% dei fondi Ue 2007-2013 «ancora da allocare» potrebbero beneficiare 460 mila giovani, di cui solo in Italia 128 mila, molti dei quali del Sud.
 
 
10 - L’Unione Sarda / Provincia di Cagliari (Pagina 39 - Edizione CA)
L’opera Sulla 554
il sovrappasso più lungo d’Italia
Statale 554 chiusa per costruire il sovrappasso più lungo d’Italia. I lavori per il collegamento della linea della metropolitana leggera con l’Università, sono a buon punto. L’ultimo ostacolo da superare è la Statale che taglia in due il territorio monserratino. Per arrivare all’Università è necessario costruire un’arcata, una strada che passa sopra la 554 sulla quale far passare i binari. Cinquanta metri di sovrappasso - i più lunghi d’Italia - che saranno realizzati in 90 giorni. Tre mesi durante i quali il traffico della Statale andrà in tilt. Perché, durante il cantiere per il sovrappasso, la 554 durante il giorno avrà soltanto 2 corsie percorribili - una verso Cagliari e l’altra in direzione Quartu - mentre, nei weekend, dalle 22 alle 6, la Statale diventerà offlimits. Sedici ore di divieto di transito per tutto il traffico veicolare. I mezzi dovranno usare la città per poter superare il blocco e reimmettersi sulla 554. Una viabilità alternativa che, pochi giorni fa prima della chiusura della strada per Is Gregorius da parte dell’Anas, il Comune aveva concesso. Adesso, è tutto da rivedere. (s.se.)

MONSERRATO. Guardrail sistemato dall’Anas chiude da ieri l’accesso al rione
In trappola a Is Gregorius La rabbia dei residenti: sequestrati a casa nostra
Vedi la foto Residenti in trappola, l’Anas chiude l’accesso alla zona di Is Gregorius. Al posto della strada per il quartiere che si espande tra la Cittadella universitaria e la Statale, da ieri mattina sulla 554 c’è un nuovo pezzo di guardrail. Poco dopo le 11, l’Anas ha chiuso qualsiasi accesso a Is Gregorius, zona abitata da 12 famiglie e dai proprietari di una fattoria. Più che rabbia è vera disperazione quella di chi, da un momento all’altro, si è visto in trappola. Automobili parcheggiate fuori casa che non possono lasciare le viuzze sterrate del quartiere perché da una parte la strada è bloccata dal cancello del Policlinico e dall’altra - da ieri - dal guardrail della Statale che taglia in due il territorio monserratino.
GLI ABITANTI «Non ci hanno neanche avvertito, abbiamo visto del movimento e subito dopo il guardrail nuovo di zecca: ci hanno sequestrato in casa nostra», dice Esterina Carta. «Questo significa che neanche un’ambulanza può venire a soccorrerci se stiamo male». Le case della zona, nate abusivamente «ma poi sanate regolarmente, sembrano non esistere per l’Anas», prosegue Carta. «Mia figlia, che abita a fianco a me, ha due bambini che dovrebbe andare a prendere all’uscita di scuola: come facciamo?». Non mancano le accuse al Comune: «Già sei mesi fa si era parlato di questa ipotetica chiusura, nessuno ha fatto nulla e nessuno ci ha avvertito». Preoccupata anche un’altra residente, Silvia Loddo: «Ho fatto in tempo a parcheggiare l’auto nel supermercato qui vicino ma adesso come faccio a tornare a casa?».
IL SINDACO La soluzione sperava di trovarla il sindaco Gianni Argiolas, accorso subito a Is Gregorius con Alberto Anedda, delegato dell’Università. La speranza di consentire ai residenti di accedere alle proprie case tramite il cancello del parcheggio del Policlinico è invece naufragata.
CANTIERE L’intervento dell’Anas mette a rischio anche il cantiere della metropolitana per la costruzione del sovrappasso sulla Statale. «L’Arst, per costruire la strada di collegamento tra Monserrato e l’Università, ci aveva chiesto un’autorizzazione per poter utilizzare la città come viabilità secondaria», spiega l’assessore Valerio Sartini: «Un via libera che ci era sembrato doveroso ma che adesso sarà bloccato». La strada di Is Gregorius chiusa dall’Anas era utilizzata anche per la viabilità alternativa in vista della chiusura della Statale per la costruzione del sovrappasso per la metro di superficie. Ma anche per «in caso di traffico nella strada per Sestu, come percorso per le ambulanze», rivela il sindaco. «Se la strada non sarà riaperta e quindi assicurata una situazione di sicurezza pubblica, non autorizzeremo il cantiere per la metro».
Serena Sequi
 
 
11 - L’Unione Sarda / Cronaca di Alghero (Pagina 35 - Edizione OL)
Taekwondo
Arriva l’oro universitario per Corona

Raffaela Corona, l’atleta dell’Asd Astroclub Alghero (nell’occasione portacolori del Cus Sassari), è salita sul gradino più alto del podio ai Campionati italiani universitari di Tae Kwon Do disputati lo scorso week end a Messina. Molto combattute sia la semifinale che la finale, vinte per 12-14 e 8-14 dall’atleta allenata dal maestro Andrea Corona. «Questa è stata una stagione agonistica in crescendo per Raffaela - ha detto il mister - passando da un ottimo piazzamento a Bruxelles e un terzo posto a Catania, dove ha dovuto inchinarsi con l’onore delle armi all’atleta dell’Esercito e della nazionale Castrignanò, vice campionessa europea». Soddisfatta pure la presidente Luigia Daga, che mette l’accento sulle grosse difficoltà che devono affrontare gli atleti isolani per raggiungere alti livelli in qualsiasi disciplina. «Questa vittoria ha un gusto particolare proprio per lo spirito di sacrificio messo in mostra da Raffaela che, come tutti gli atleti sardi, ha dovuto fare i conti con i disagi dati dal vivere in un’isola». ( a. bu. )
  
 

 
LA NUOVA SARDEGNA 
 
1 - La Nuova Sardegna / Pagina 10 - Attualita
Lezione di Draghi a La Sapienza, contestato da alcuni studenti con lancio di uova contro la sua auto 
«NON CONDANNATE I GIOVANI AL PRECARIATO» 
Il presidente della Bce sollecita una riforma del lavoro che coniughi flessibilità a equità e annuncia che l’inflazione scenderà sotto al 2% entro la fine di quest’anno
di Antonella Formisani
ROMA Una standing ovation ha accompagnato la conclusione della lezione tenuta la presidente della Bce Mario Draghi davanti a una gremitissima aula nella facoltà di Economia de La Sapienza e pochi secondi dopo un gruppo di studenti ha lanciato uova sul vetro posteriore della macchina della sua scorta. Una contestazione, contro la Bce e l’austerità, iniziata sin dal primo pomeriggio davanti alla facoltà dove si è tenuta una giornata in ricordo dell’economista Federico Caffè. Docente che ha insegnato sia a Draghi che al governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, entrambi presenti nell’aula “Tarantelli”(nella foto). Draghi , rivolto agli studenti,ha citato come attuali le parole di Caffè: non si può «accettare l’idea che una intera generazione di giovani debba considerare di essere nata in anni sbagliati e debba subire come fatto ineluttabile il suo stato di precarietà occupazionale». Il presidente della Bce ha ricordato che nell’Ue, tra il 2007 e il 2011, il tasso di disoccupazione è aumentato del 5,8% fra i 15 e i 24 anni. Per Draghi «la iniqua distribuzione del peso della flessibilità solo sui giovani, un’eterna flessibilità senza speranza di stabilizzazione, porta tra l’altro le imprese a non investire nei giovani, il cui capitale umano spesso si deteriora in impieghi di scarso valore aggiunto». Insomma, i giovani vengono utilizzati per fare le fotocopie, semplifica Draghi, e questo «è uno spreco che non possiamo permetterci» anche perchè blocca crescita e sviluppo. Da qui alcune riflessioni sul welfare, argomento molto caro a Caffè. In Italia la spesa a sostegno dei disoccupati e delle famiglie è «pari a meno della metà rispetto a quella degli altri Paesi europei». La crescita dell’Europa passa per alcune riforme strutturali e al centro «ci deve essere la riforma del mercato del lavoro che possa coniugare flessibilità e mobilità con inclusione sociale ed equità». Draghi ha invocato «riforme da tempo indispensabili, ma introdotte in un sistema di regole europee» con un «rilancio degli investimenti pubblici, sia in infrastrutture che in capitale umano». Riguardo alla crisi il presidente ha sottolineato che «le misure straordinarie adottate dalla Bce a fine 2011 ci hanno fatto guadagnare tempo salvando la funzione della politica monetaria, evitando il collasso dei mercati che nel lungo tempo avrebbe avuto effetti pesantissismi su produttività e lavoro». Però riguardo al difficile accesso al credito delle imprese «la Bce non può far nulla per sopperire all’eventuale mancanza di capitale e mutare la percezione del rischio di insolvenza da parte degli istituti di credito». Sempre riguardo alle strategie, Draghi ha osservato che c’è un intervallo entro cui la Bce ritiene che l’inflazione non sia un elemento distorsivo della politica economica: dev’essere entro il 2%. Adesso siamo al 2,6 nell’area euro, ha rilevato, a causa di fattori come l’aumento del prezzo del petrolio e l’imposizione indiretta, ma tornerà sotto il 2% entro fine anno o al massimo all’inizio del prossimo».
 
 
2 - La Nuova Sardegna / Pagina 30 - Sassari
UNIVERSITà 
A Capo Caccia i neolaureati si sfidano nella “Mentis Cup” 
ALGHERO Campus Mentis, il progetto di formazione al lavoro rivolto ai migliori laureati italiani under 29, ha inaugurato a Capo Caccia la prima edizione della “Mentis Cup”, competizione velica che coinvolge laureati e aziende. Il progetto di career guidance è promosso dalla presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento della Gioventù e realizzato dal centro di ricerca e servizi ImpreSapiens della Sapienza Università di Roma. Il Campus è sbarcato ad Alghero martedì ospitando gratuitamente un centinaio di neolaureati italiani, fornendo loro la possibilità di partecipare ad attività dedicate di formazione e di incontrare aziende del territorio e nazionali. Il campus, oltre alle consuete attività quali seminari formativi, preparazione ai colloqui di selezione, guida alla ricerca del lavoro, suggerimenti pratici mutuati direttamente dall’esperienza dei selezionatori, approfondimenti sul mondo del lavoro, e cocktail interview, per la prima volta propone la “Mentis Cup”, una competizione velica come momento di formazione esperienziale. I 97 laureati, suddivisi in 20 equipaggi, si sono alternati in 4 prove di challenge a 5 con punteggio a compensazione. Ogni equipaggio è stato accompagnato da un rappresentante delle aziende aderenti al progetto. Così, oltre alla usuale classifica per equipaggi, dai punteggi assegnati da Bricocenter, Philip Morris, Cegos, KPMG, Gigroup, Manzoni, Alitalia, Objectway, Saras, scaturisce anche una classifica individuale: i migliori 15 formeranno i 3 equipaggi che regateranno nella finalissima di oggi. Presente alla Mentis Cup Mauro Pelaschier. (g.o.)
 
 
3 - La Nuova Sardegna / Pagina 22 - Sassari
Il Ris e le Scienze forensi, oggi incontro all’Università 
SASSARI “Scienze forensi – l’esperienza dei Ris” è il titolo della conferenza in programma oggi alle 16.30, nell’aula magna A del Complesso didattico della facoltà di Scienze in via Vienna 2, che sarà tenuta dal tenente colonnello Giovanni Delogu, comandante del Ris (Reparto investigazioni scientifiche) di Cagliari, laureatosi alla facoltà di Chimica di Sassari. L’incontro rientra tra le attività previste dal Piano Lauree Scientifiche (Pls), il progetto a carattere nazionale, elaborato dal Miur, Conferenza dei presidi delle facoltà di Scienze e Confindustria per mettere freno alla crisi delle vocazioni scientifiche tra i neodiplomati a partire dalla fine degli anni Novanta.


4 - La Nuova Sardegna / Pagina 9 - Attualita
Fornero: licenziabili anche gli statali 
Tensione nel governo, Patroni Griffi contro la collega. E il premier promette 8 miliardi per aiutare i giovani 
CRISI IL LAVORO
di Annalisa D’Aprile
ROMA La possibilità di licenziare nel pubblico come nel privato. Le parole del ministro del Lavoro Elsa Fornero arrivano come una sberla alle forze sociali, che ancora non hanno digerito del tutto le modifiche all’articolo 18 introdotte nella riforma sul mercato del lavoro, ora al vaglio del Senato. «Mi auguro che qualcosa di simile a quello che abbiamo fatto per i dipendenti privati sulla possibilità di licenziare sia inserito nella delega per i dipendenti pubblici» dice il titolare del Welfare aggiungendo che «stiamo lavorando (con Filippo Patroni Griffi, il ministro della Pubblica amministrazione, ndr). Non vogliamo difformità di trattamento». Una dichiarazione, quella di Fornero, che fa infuriare i sindacati, Cgil in testa domanda se sia «a capo del dicastero del lavoro o dei licenziamenti». Ma a reagire è anche il titolare della delega in questione, Patroni Griffi. «Il tema dei licenziamenti degli statali è già previsto nel testo predisposto per la legge delega - ribatte il collega - A questo punto ritengo opportuno approfondire alcuni aspetti tecnici in consiglio dei ministri». Sul piede di guerra i sindacati. «Con l’alibi dell’uguaglianza il ministro vuole rendere più licenziabili tutti i lavoratori» tuona il segretario dell’Ugl Giovanni Centrella. Raffaele Bonanni, Cisl, non capisce «il furore ideologico del ministro sui licenziamenti», e Paolo Pirani, segretario confederale Uil, richiama all’equiparazione sui «rinnovi contrattuali» più che sui licenziamenti. Mentre il leader del Pd, Pier Luigi Bersani, invita il ministro ad occuparsi piuttosto «del buco degli esodati» e annuncia che il partito sta preparando una proposta di legge. La seconda mazzata del ministro Fornero è sulla revisione della spesa pubblica (alias spending review). «Sarà tostissima» assicura e aggiunge: «Ci sarà un taglio fortissimo sulla spesa pubblica improduttiva e sugli sprechi». Poi, rispondendo sull’articolo 18 agli studenti di economia dell’università di Torino, Fornero ribadisce: «Non c’erano ragioni ideologiche per modificare l’articolo 18, ma un’esigenza di ammodernamento nella regolazione dei conflitti tra datore di lavoro e lavoratore». Una boccata d’ossigeno al difficile momento di crisi economica e occupazionale, l’hanno data le parole del premier. Intervenendo ieri al Forum nazionale dei giovani, Mario Monti annuncia: «In italia il 29% dei fondi strutturali per il 2007-2013, più di 8 miliardi di euro, sono potenzialmente destinabili alla lotta alla disoccupazione giovanile». In sostanza, aggiunge il professore, «460mila ragazzi in Europa (più di 128mila in Italia, molti dei quali al Sud) potrebbero beneficiare di questo piano di riallocazione dei giovani a livello europeo». Promettendo gli 8 miliardi per l’occupazione, Monti ha infine difeso la riforma del lavoro perché «favorisce una distribuzione più equa delle risorse, estendendo le garanzie a tutti e vi renderà liberi di scegliere il lavoro che volete».


5 - La Nuova Sardegna / Pagina 42 - Sport UNIVERSITARI 
Giornata no per i tennisti oggi il derby sardo nel pallone 
MESSINA Giornata no per i tennisti sardi ai campionati nazionali universitari di Messina. Gino Asara e Marco Pinna sono usciti nei quarti. A penalizzare i portacolori del Cus Sassari la superficie in moquette dell’impianto al coperto del centro sportivo messinese. Asara (2.3) non ha trovato palla e ritmo con Fischietti. Il 2.6 del Cus Roma ha sempre gestito il match, ben assistito dalla prima di servizio e da una puntuale discesa a rete. Pinna, partito bene, pareva aver intuito rimbalzi e caratteristiche della moquette. Ma è durato appena un set. Con Damiani (2.6) del Cus Genova, il sassarese ha messo in saccoccia un combattuto primo set (7-5). Ma è crollato nel secondo e nel terzo: 6-3 6-3. Si interrompe così la striscia di Asara, medaglia di bronzo a Torino 2011 e argento a Campobasso 2010. Oggi, nel calcio, in campo alle 15 al "San Filippo", il derby tra Cus Sassari e Cus Cagliari. In palio il bronzo. Le squadre allenate da Andrea Marras e Paolo Busanca devono rinunciare allo squalificato Simone Ruju (Cus Ss) e all’infortunato Federico Boi (Cus Ca). Sempre stamani, per il tiro a segno, debuttano gli atleti del Cus Sassari. (m.f.)
  
    

 
SARDEGNA QUOTIDIANO 
 
1 - Sardegna Quotidiano / Prima pagina
Il rapporto
I dati Crenos: il quadro sardo è desolante
Impietosa analisi del “Centroricerche economiche nord sud”: tracollo in tutti i settori produttivi isolani, buco nero della sanità.
 
Pagina 7 - Sardegna
L’ISOLA IN AGONIA
IL RAPPORTO CRENOS
« L’economia sarda è al tracollo»
L’Isola è in agonia. E ora la conferma arriva anche dal rapporto annuale 2012 del Crenos, centro di ricerche economiche Nord e Sud. La relazione, dopo aver passato al setaccio i dati relativi ad attività produttive, tassi di occupazione e disoccupazione, sistema sanitario, infrastrutture, prodotto interno lordo e ogni singolo tassello dell’intero sistema, chiude così: «La performance dell’economia sarda, con riferimento ai fattori che dovrebbero favorire una crescita di lungo periodo, tende a confermare il quadro desolante degli ultimi anni». Tradotto, non solo la Sardegna è in difficoltà, ma mancano anche gli elementi in grado di invertire il trend negativo.
L’ANALISI Dalla relazione del Centro ricerche Nord Sud emergono dei dati impietosi sulla crisi economica dell’Isola.
NUMERI IN CALO I numeri non lasciano spazio a dubbi: quasi tutti i settori si assestano sul segno meno per la perdita del valore aggiunto. Su tutti impressiona quello dell’industria: -17,5 % (per il triennio 2007-2009), seguito a ruota dall’agricoltura (-4,5%). E se, per lo stesso periodo, l’unica crescita si registrava nel comparto delle costruzioni, con un timido +1%, a sbriciolare l’ottimismo ci pensano le cifre dell’Anci Sardegna che per il 2011 parlano di un calo del 2,2%. Unica isola felice, per lo stesso triennio, sembra essere quella del terziario e dei servizi con un +4,5%. Ma l’entusiasmo si smorza subito. Secondo il documento del Crenos le cifre mettono in evidenza «da un lato la pressante necessità di investimenti da parte del sistema produttivo regionale per accrescere la competitività delle aziende, e dall’altro puntare su nuovi settori, più dinamici, tipici del settore terziario». Peccato che questo tipo di soluzione strategica manchi: nel 2009 la spesa pubblica per settori vitali come ricerca e sviluppo è di appena l’1% del totale.
TURISMO IN PICCHIATA La crisi morde senza pietà anche uno dei punti forti dell’economia sarda, quello del turismo. E qui i dati sono impietosi: nel 2011 in Sardegna per il secondo anno consecutivo calano gli arrivi (-8,3%) insieme alle presenze (- 7,9%). A disertare l’isola dal mare cristallino sono soprattutto gli italiani: - 14,7% arrivi che fa il paio con -16,3% di presenze. Colpa dei trasporti, dicono dal Crenos: il loro ridimensionamento e rincaro «riducono fortemente la competitività complessiva della regione». In pratica si usano mezzi di trasporto alternativi e si riduce la durata della vacanza, la Sardegna sconta il fatto di essere un’isola. Come se non bastasse, le previsioni del settore per il 2012 non sono per niente rosee: «si profila un ulteriore periodo di contrazione dei flussi turistici (- 2,1%)», sentenziano gli esperti. Che aggiungono: «tra tutti spicca il forte calo previsto per il comparto complementare (-4,8%)», che andrà di pari in passo «con la riduzione nel settore alberghiero (-2,1%)». È anche vero che molto incide il sommerso: è al 73%, dato molto al di sopra della media nazionale che si traduce in 22 milioni di pernottamenti che sfuggono dalle maglie delle statistiche ufficiali.
BOOM DISOCCUPAZIONE È quasi scontato che, viste le condizioni di sofferenza dei settori produttivi, i dati sulla disoccupazione non possono che essere negativi. A soffrire di più sono ancora una volta i giovani, nella fascia compresa tra i 15 e 24 anni: sono il 42,4%, cifra che assegna alla Sardegna il record nazionale. Nello specifico, 43,7% per i maschi e 40,6% per le femmine contro un livello medio nazionale che sfiora il 30%. Le cose vanno un po’ meglio per chi ha più di 35 primavere: 19,2% quello complessivo, con le donne che superano gli uomini, 22% contro il 16,9%. Ma molto fanno anche i Neet, i giovani scoraggiati che non hanno un’occupazione e neanche la cercano più. Nel 2010 erano il 25,6% del totale, nel 2011 sono schizzati, secondo i dati delle organizzazioni sindacali al 28% contro la media nazionale del 22,1%. Spiega il documento economico del Crenos: «Durante gli anni più critici della crisi, i giovani sardi patiscono maggiormente » a causa di «posti di lavoro di scarsa qualità che vengono velocemente distrutti durante le fasi recessive e che poi vengono difficilmente creati nuovamente». Per gli esperti del Crenos: «L’economia è intrappolata nella crescita stagnante e incapace di cambiamenti che consentano di liberarsi da questa condizione».
Francesca Ortalli
 
n u m e r i
42,4 Il 42,4 per cento dei giovani sardi di età compresa fra i 15 e 24 anni è disoccupato.
-17,5 Nel triennio 2007-2009 il valore aggiunto del settore industriale isolano è crollato del 17,5 per cento.
-8,3 In affanno anche il settore turismo, che nel 2011 ha registrato un calo di arrivi in Sardegna pari all’8,3 per
cento rispetto all’anno precedente.
PIL NEGATIVO Il prodotto intorno lordo (Pil) pro capite, in altre parole, la crescita reale dell’economia, nell’Isola si assestava nel 2009 al -3,1%, triste dato che va a braccetto con la contrazione dei consumi del 2,8%.
 
SPRECHI LA SANITÀ È IL VERO TALLONE D’ACHILLE
Il documento economico 2012 del Crenos passa a setaccio anche la Sanità nell’Isola. E le conclusioni non sono di certo buone. I dati evidenziano tutte «le criticità del Sistema Sanitario Regionale». Che sono dovute innanzitutto alla crescita esponenziale della spesa. Solo 0,3% nel 2009 preceduta però da un triennio da allarme rosso: la media pro capite è del 3,7% all’anno. La conseguenza è che «la Sardegna sembra allontanarsi dal percorso di risanamento e razionalizzazione della spesa che l’aveva caratterizzata nei periodi precedenti». Al punto che, sempre nel 2009, l’Isola contribuisce «al 7% del disavanzo complessivo del Sistema Sanitario Nazionale». A pagare ovviamente sono i sardi: il deficit pesa sulle loro tasche per 137 euro. Il 2% della spesa è dovuto ai viaggi della speranza in altre regioni. E «il disequilibrio tra domanda e offerta di prestazioni nei singoli territori regionali aggrava i problemi di bilancio per via dei costi aggiuntivi che le Asl devono versare alle strutture esterne». Da qui la necessità «di accompagnare le politiche di spesa a una maggiore efficien-
 
 
2 - Sardegna Quotidiano / Pagina 12 - Cagliari
L’INCONTRO VALORE LEGALE DELLA LAUREA
NO DELL’ITALIA DEI VALORI ALL’ABOLIZIONE
L’Italia dei Valori dice no a qualsiasi tentativo di sminuire il valore legale dei titoli di studio in nome della libera concorrenza tra le Università. Dice no anche al disegno di legge Aprea, che consentirebbe ai privati di entrare all’interno delle scuole pubbliche come finanziatori. Se ne è parlato ieri durante il dibattito pubblico “Giù le mani dalla mia laurea” promosso dai Giovani dell’Idv.
 
 
3 - Sardegna Quotidiano / Pagina 11 - Cagliari
PORTO Battaglia navale al Tar
Massidda vince contro Deiana
IL DOCENTE Il preside di Giurisprudenza aveva contestato la nomina perché il “rivale ” non aveva i titoli
LA SENTENZA Il Tar conferma l’incarico del ministero: era legittima e l’ex senatore ha tutti i requisiti necessari
Il preside di Giurisprudenza perde la sua battaglia legale. Il Tar ha respinto il ricorso di Massimo Deiana: Piergiorgio Massidda è stato legittimamente nominato alla guida dell’Autorità portuale. Il docente di Diritto della navigazione aveva presentato ricorso, ma il presidente del Tribunale amministrativo regionale Aldo Ravalli, con Marco Lensi e Gianluca Rovelli, lo ha rigettato. Ma non solo, le motivazioni indicate nella sentenza lasciano poche speranze anche in vista di un ulteriore ricorso. «Va da subito rilevato che su questione analoga esiste un precedente di questo Tribunale amministrativo regionale, poi confermato dal Consiglio di Stato, da cui questo Collegio non ritiene di discostarsi», si legge nella sentenza. Il riferimento è al capitano della Guardia costiera Agostino Chiaffitella che aveva contestato la nomina di Paolo Silverio Piro alla guida dell’Autrorità portuale di Olbia. Anche in quella circostanza il ricorrente aveva sostenuto che la persona scelta dal ministro non aveva i titoli giusti. Le dinamiche sono le stesse della querelle sul porto di Cagliari, per Deiana l’ex senatore Massidda non avrebbe la “massima e comprovata qualificazione professionale nei settori dell’economia dei trasporti e portuale”, ma i giudici del Tar hanno chiarito meglio questo aspetto. In pratica la discrezionalità è tanta perché la norma «non richiedeva che il candidato fosse munito di specifico titolo di studio, né che avesse svolto un particolare percorso professionale imponendo soltanto che l’esperienza si fosse maturata nei settori (anch’essi genericamente indicati) dell’econo - mia dei trasporti portuale». Ma non solo, i giudici del Tar precisano che il ruolo di presidente dell’Autorità portuale non è da considerarsi strettamente sotto il profilo tecnico e che, in pratica, può essere ricoperto anche da un politico. Nella sentenza si cita la Corte Costitruzionale che precisa: «Il presidente, in sintesi, è posto al vertice di una complessa organizzazione che vede coinvolti, e soggetti al suo coordinamento, anche organi schiettamente statali (presiede, tra l’altro, il comitato portuale del quale fanno parte il Comandante del porto e, in rappresentanza dei Ministeri delle finanze e dei lavori pubblici, un dirigente dei servizi doganali ed uno dell’ufficio speciale del genio civile) e gli è assegnato un ruolo fondamentale, anche di carattere propulsivo, perché il porto assolva alla sua funzione (...), comunque interessante l’economia nazionale». Dopo aver ricordato il lunghissimo curriculum politico dell’ex senatore del Pdl i giudici hanno concluso che «è pertanto evidente che anche con riferimento ai limiti interni all’esercizio del potere discrezionale, la scelta del Ministero è esente dai vizi che il ricorrente afferma sussistere. Tale scelta non risulta palesemente arbitraria, illogica, incoerente né comunque basata su presupposti inesistenti».
M.Z.
 

QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa CRUI
Link: rassegna stampa MIUR

 

Questionnaire and social

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