Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
25 April 2012

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Commenti (Pagina 15 - Edizione CA)
Da bella a bellissima
Un atteso restyling per le strade di Cagliari
 
Mi sposto spesso a piedi, essendo la nostra una città a misura d'uomo: ci lamentiamo del traffico, con ragione, ma rispetto ad altre realtà stiamo molto meglio. Questo non significa che non dobbiamo chiedere una politica di trasporto collettivo, struttura portante della mobilità. Cagliari è una bella città e potrebbe esserlo molto di più se meglio organizzata. I marciapiedi sono sconnessi e pericolosi, anche nelle zone centrali. Esiste un ordine di priorità degli interventi? Il marciapiedi davanti alla Rai-viale Bonaria era così prioritario rispetto a quelli di viale Regina Margherita e viale Regina Elena, o a quelli di viale Merello e piazza Garibaldi? Gli sterrati sono squallidi e adibiti a parcheggi (per esempio nella zona di via dei Giudicati, nell'area della Basilica di Bonaria, in via Milano), quando potrebbero essere sistemati a verde prevedendo anche aree per la sosta organizzata. Chi non li vuole? Quelli che non intendono rinunciare al posto macchina sottocasa, accettando lo squallore esistente, o il Comune che non sa darsi una politica di parcheggi e di zone verdi? E ancora: il senso di abbandono che si prova quando si attraversa la zona di piazza San Michele.
Gli abitanti hanno un'immagine di qualità della propria città alla quale tendere, e per la quale chiedere impegni a chi governa? In passato sono stati realizzati alcuni “giardinetti”, così sprezzantemente chiamati, ma almeno si è visto un tentativo di fare qualcosa che abbellisse la città e la rendesse più amica dei giovani: piazza San Cosimo è un esempio. Sappiamo soltanto parlare e contrapporci su criticità che ci trasciniamo da lustri! Sarebbe stata diversa con un altro governo cittadino?
Cagliari è l'unica città di mare senza lungomare e tra gli stadi calcistici realizzati per Italia '90 l'unico andato in malora è il nostro. In assenza di politiche di largo respiro e ambiziose per il futuro della propria città, ci si potrebbe accontentare di una buona manutenzione.
Francesco Annunziata
(Ordinario di Costruzioni - Università di Cagliari)
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Quartu Sant'Elena (Pagina 34 - Edizione CA)
Commento
Un sistema per impiegare i giovani ricercatori
Cristina Cossu
 
L'analisi fatta dal Censloc sugli effetti degli aiuti “de minimis” a Quartu è durata tre anni ed è costata 30 mila euro. Quindicimila li ha messi il Comune, dodicimila la Fondazione Banco di Sardegna, 3 mila il Censloc stesso. Ma la buona notizia è che l'attività di una delle ricercatrici è stata interamente sostenuta dalla Regione, con una borsa cofinanziata con fondi europei sulla legge 7 del 2007, quella sulla “promozione della ricerca scientifica e dell'innovazione tecnologica in Sardegna”. Allora, se è vero che bisogna far partire un monitoraggio sugli incentivi dati negli anni alle imprese; se è vero che in attesa di un disegno di legge ad hoc si vorrebbe iniziare a verificare l'impatto degli investimenti sulle aree di crisi (come ha sostenuto l'assessore La Spisa), perché non chiamare una pattuglia di giovani laureati e pagarli con lo stesso sistema usato per questo studio?
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Provincia Medio Camp (Pagina 31 - Edizione PC)
VILLAMAR. L'accordo
Ora l'Università progetterà il centro storico
 
I diciotto Comuni della Marmilla e l'Università di Cagliari alleati nella tutela dei centri storici del territorio. Subito uno studio per il coordinamento dei piani particolareggiati per arrivare ad un unico approccio nella gestione dei centri storici. In futuro la proposta di progetti per la valorizzazione dei cuori storici dei piccoli paesi.
VIA LIBERA L'assemblea dei sindaci dell'Unione dei Comuni "Marmilla" ha approvato nell'ultima riunione la convenzione con il dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale ed Architettura dell'ateneo cagliaritano finalizzato all'elaborazione di uno studio di coordinamento per i piani particolareggiati dei diciotto paesi dell'ente sovracomunale. Ogni amministrazione dispone di un contributo regionale per dotarsi del piano particolareggiato o per adeguarlo. «L'Unione con questa convenzione sta finanziando lo studio di coordinamento per dare ai piani comunali un indirizzo omogeneo nella gestione delle problematiche dei centri storici», ha spiegato il presidente Pier Sandro Scano.
L'ACCORDO Lunedì è stato proprio il presidente dell'Unione a sottoscrivere a Cagliari un protocollo d'intesa con Antonello Sanna, direttore del dipartimento di Ingegneria, che coordinerà l'iniziativa con la collega Emanuela Abis. Il 3 maggio, nella casa maiorchina di Villamar, un bell'esempio di restauro in pieno centro storico, il primo incontro di coordinamento fra gli enti locali, gli uffici tecnici e lo staff dell'Università.
IL VALORE «È un altro passo significativo nell'attuazione del Progetto Marmilla», ha proseguito Scano, «noi sindaci siamo consapevoli che la zona può salvarsi dall'estinzione e dall'emarginazione solo se si rema coesi nella stessa direzione. Affrontare i problemi dei nostri centri storici in modo coordinato e utilizzando le professionalità dell'Università è una scelta proficua e lungimirante. I centri storici costituiscono infatti una delle nostre risorse essenziali». Il protocollo d'intesa prevede azioni concrete per progetti di miglioramento e tutela di edifici ed interi rioni, ma anche il superamento di situazioni di criticità.
Gian Paolo Pusceddu
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Nuoro e Provincia (Pagina 21 - Edizione NU)
Sa Die
Due giorni di studi all'Etnografico
 
Venerdì e sabato il museo etnografico, in via Mereu, ospita il convegno di studi “La cultura in Sardegna. Stato dell'arte. Antropologia letteratura festival”. L'incontro dell'Isre è parte integrante degli appuntamenti per “Sa die de sa Sardigna”. Articolato in tre sessioni, vedrà il confronto di antropologi, docenti di letteratura delle università di Cagliari e Sassari, degli editori sardi e dei referenti dei principali festival che si organizzano in Sardegna. Il via alle 16 di venerdì con l'assessore regionale Sergio Milia.
 

LA NUOVA SARDEGNA
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 20 - Ed_Cagliari
SEMINARIO
Graham Hitch e i segreti della memoria umana
 
CAGLIARI I misteri e i segreti dei meccanismi che regolano la memoria umana, spiegati da uno dei massimi studiosi dell’argomento al mondo. Per la seconda volta a Cagliari, il padre della “working memory”, uno dei massimi esperti di memoria a livello mondiale, Graham Hitch. Si è tenuto ieri pomeriggio nell’aula Specchi della facoltà di Scienze della formazione il seminario dedicato al “Visual working memory and attention”. Un evento organizzato dalla facoltà e collegato alla cattedra di Psicologia generale della docente Maria Pietronilla Penna. Hitch, oggi direttore del Dipartimento di Psicologia all’Università di York, ha illustrato il modello teorico sulla memoria. Si tratta di uno dei cento lavori scientifici più rilevanti del ventesimo secolo nell’ ambito della scienza cognitiva. Un lavoro di natura sperimentale, scritto con Alan Baddeley, e che dal 1974 costituisce un punto di riferimento fondamentale per psicologi, neuroscienziati, educatori, logopedisti. Insomma un notevole passo avanti per gli interessati al ruolo della memoria di lavoro nell'apprendimento e nelle attività della vita quotidiana. «Attraverso alcuni esperimenti – spiega Graham Hitch, con l’ausilio di alcune diapositive – siamo in grado di mostrare come è cambiato il modo di concepire il sistema memoria, un modello multicomponenziale». La working memory infatti tenta di descrivere le dinamiche del concetto di memoria a breve termine, cioè di una parte di informazioni che viene trattenuta in modo temporaneo dal sistema memoria. È dunque un sistema per l’immagazzinamento temporaneo e di manipolazione dell’informazione che collega percezione ed azione controllata. Al seminario è intervenuto anche Eliano Pessa, luminario di Psicologia generale dell’Università di Pavia che ha tenuto una lezione su “Connectionist models of serial order”.
Bettina Camedda
 
LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 33 - Ed_Cagliari
Deledda, i sardi raccontati come il mondo li vuole
Esce da Sellerio il nuovo libro dello scrittore e antropologo cagliaritano Angioni 
Un tentativo di mediazione tra mondo isolano e cultura europea nel segno di una riduzione della complessità ad uno stereotipo letterario
Una scrittura che mira a evocare il sublime dei primordi, una Sardegna arcaica, biblica, orientale, senza tempo, in altre parole, inventata
Oggi non sappiamo più che farcene di luoghi figurati intatti come la Barbagia aspra, selvaggia ed esoticheggiante dei testi deleddiani
di Giulio Angioni
 
Mi è stato chiesto di dire di Grazia Deledda da un punto di vista mio, autobiografico, magari da scrittore a scrittrice. E scopro così di avere un mio rapporto con la Deledda di tipo autobiografico. Se non altro perché leggendola ho sempre anche misurato quanto mi ritrovavo nella sua Sardegna. Molti sardi abbiamo verso la sua narrativa un atteggiamento simile. La Deledda è una questione di famiglia, o meglio, forse, di identità sarda. Ogni tanto rileggo romanzi deleddiani con la speranza di trovarmi entusiasta. Il primo incontro con la Deledda è stato importante per me, adolescente in scuole continentali del profondo Nord, impedito da pudicizie mie di sardo d'origine ruspante e disturbato da superbie continentali, di quelle che oggi si esprimono nel leghismo padano, quando cioè scoprivo quella spiacevole derisione etnica che i sardi in Italia provano di regola in età più matura, andando in continente da militari. Devo a lei un moto d'orgoglio quando ho scoperto che una donna sarda veniva menzionata in termini laudativi dal mio manuale di letteratura italiana (il Momigliano) e che aveva vinto il premio Nobel per la letteratura. Ma la sua lettura non riusciva a entusiasmarmi. Poi ho incontrato qualche altro sardo che mi ha confessato questa medesima colpa, di riuscire a entusia-smarsi delle sue scritture. E anche chi le rimprovera il silenzio sul fascismo e più ancora sui macelli della prima guerra mondiale. Il suo collega premio Nobel Grabriel García Márquez in un suo scritto dove dice la sua sui premi Nobel per la letteratura, scrive laconicamente della Deledda che nel 1926 ha vinto il Nobel, e che è sopravvissuta altri dieci anni «per riuscire a crederci». Ai tempi della celebrazione del cinquantenario della sua morte, qualcuno prescrisse che della Deledda si dovesse parlare solo con amore e ammirazione, come in altri tempi di Garibaldi. E' colpa di leso sardismo la mancanza di ammirazione incondizionata per Grazia Deledda. Alberto Mario Cirese ha scritto di «rappresentatività sarda» della narrativa deleddiana. Infatti Grazia Deledda è soprattutto ai non sardi che ha finito per rappresentare una sua e loro Sardegna. La Deledda presentava da Roma al resto d'Italia e del mondo, in certa misura una sua Sardegna adattata alle aspettative e ai gradimenti dei non sardi, secondo le intuizioni di una signorina sarda di fine Ottocento, che ha fatto della Barbagia il terreno in cui mettere a cultura le sue precoci aspirazioni alla gloria letteraria. E se è vero che la giovane e poi anche matura Grazia Deledda si è “inventata” una sua Sardegna letteraria, bisogna dire che l'operazione, legittima e forse indispensabile di ogni invenzione artistica, le è riuscita al meglio. Che a lei la cosa sia riuscita è uno dei motivi che la rendono grande. Ancora oggi chi narra di Sardegna deve fare i conti con lei. Il suo è stato un tentativo riuscito di mediazione tra mondo sardo e cultura europea. Quel tanto di fastidio che certi sardi provano deriva dalla quota di estraneità di questa Sardegna letteraria ad usum Delphini, suggestiva, spesso esotica, arcaica, biblica, orientale, senza tempo, e da una scrittura che vuole stabilire un cordone ombelicale col sublime dei primordi. Anche questo a volte respinge, oggi, e non il tono da romanzo d'appendice che resta anche nella Deledda più matura, con quelle passioni umane elementari smisurate e fatali proiettate in dimensioni astoriche, nonostante gli intenti realistici su uno sfondo sardo che a un sardo, o per lo meno a quelli come me meno toccati dalla Grazia, risulta subito per quello che è: un espediente(legittimo, non solo perché non pochi grandi intenditori lo giudicano felice) per dare maggiore suggestione ai temi ricorrenti della fatalità, del destino, dell'ineluttabile, del senso di colpa, della centralità della passione amorosa tragica specialmente perché gli amanti sono di condizione sociale diversa. I temi della narrativa di sempre, comprese le nostre odierne telenovelas, trattati dalla Deledda in modo da creare atmosfere suggestive appunto perché non mai portate a un livello di chiarezza intellettuale (il giudizio è di D. H. Lawrence, nella prefazione all'edizione americana de “La madre”). La sua Sardegna può apparire a volte improbabile, pur restando, in genere, di buona precisione etnografica. L'autobiografismo nelle narrazioni deleddiane si allarga in una sorta di sardo grafia, funzionale all'intreccio e alla psicologia dei personaggi, cosa che poi contribuirà appunto alla fortuna di pubblico e di critica della Deledda in quanto testimonial dei sardi e della Sardegna, e quindi rappresentativa anche di luoghi e di tipi umani più o meno assimilabili all'isola e agli isolani, se non anche del tempo finale otto novecentesco del mondo agropastorale delle campagne e delle montagne europee, e oltre. I tempi sono parecchio e forse radicalmente mutati nell'isola e nel mondo. Eppure, in tempi di nuovi esili in migrazioni planetarie dalle grandi campagne alle grandi metropoli del mondo, non siamo più bisognosi, in modo tanto esclusivo ed escludente, di luoghi figurati intatti come quella Sardegna letteraria selvaggia ed esoticheggiante, che soprattutto Grazia Deledda contribuisce ancora a diffondere nel mondo, facendosi imitare a lungo nell'isola e, mi pare, anche fuori, se non altro sfruttando ancora oggi le attrattive di ciò che io provo a chiamare auto-esotismo, quando è proprio un aspetto costitutivo della mondializzazione una pressante richiesta globale di particolarità locali, quando cioè la globalizzazione sembra cercare scampo e senso nell'esotismo, e a volte lo fa molto male, anche in letteratura. Sono perciò pure gli scrittori di oggi, anche in Sardegna, che a volte si chiedono più chiaramente di altri quanto scampo ci sia in un'auto-esotizzazione che, legittimemente fittizia, ha modi di adeguamento ai luoghi comuni ormai forse meno efficaci del cercare di mostrarsi come si sa che si è, che è già cosa vaga, provvisoria, in fieri e sempre problematica. Oggi, nell'isola della Deledda come in altri luoghi simili, spesso gli scrittori sentono ancora la spinta se non l'obbligo di fare i conti con la loro terra, trattando tematiche sarde ancora fortunate nell'isola e in Continente. Oppure si rifiutano di fare i conti rispetto ad abitudini come lo sguardo auto-esotico verso i propri luoghi. Tuttavia questi luoghi anche letterariamente non possono non essere e restare luoghi d'origine per molti scrittori. E quindi anche mitici. Ma i nostri miti d'oggi sono molti e pure alternativi. C'è da scegliere. E sembrano durare poco, molto meno di un tempo, quando per secoli i sardi si sono visti, o hanno comunque dovuto fare i conti con lo sguardo dell'altro, e gli hanno parlato di sé con le parole dell'altro.

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