Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
19 April 2012

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca Regionale (Pagina 11 - Edizione CA)
Per lavagne e tablet 120 milioni
La Sardegna promossa dal ministro: il progetto si attuerà in tutta Italia
Scuola digitale, il primato dell'Isola
 
Dopo tante batoste, un primato. Tra l'altro in un settore - quello dell'istruzione - a più riprese messo dietro la lavagna nell'assegnazione dei finanziamenti. Ora i soldi arrivano copiosi per comprarle, le lavagne. Ma digitali. E, con esse, i tablet per modernizzare la scuola. La Sardegna - grazie a questo sforzo - è addirittura considerata polo d'eccellenza. Tanto che il piano Semidas, per ora soltanto preso ad esempio, presto sarà "clonato" nelle altre regioni d'Italia con la denominazione di Scuola digitale.
IL PIANO La regione sarà quindi capofila di un progetto che, nei diversi territori, mette in campo cospicue risorse: 120 milioni. Le aule sono state cablate e, guardando oltre i dettagli tecnici, gli investimenti permetteranno di dotare ogni classe di una lavagna digitale e di fornire un tablet a ogni insegnante. In una seconda fase sarà possibile dotare dei tablet tutti gli alunni. Non è tutto. Presto saranno messi a bando anche altri 10 milioni per la produzione editoriale di contenuti sulle questioni sarde in italiano, sardo e inglese. Sarà Francesco Profumo, ministro dell'Istruzione che domani dovrebbe intervenire a Cagliari, con il governatore Ugo Cappellacci, alla presentazione del progetto Smart Cities per la valorizzazione dei territori attraverso le peculiarità ambientali e culturali, a benedire l'iniziativa. In una seconda fase - forse a maggio, non si sa ancora se a Cagliari o a Roma - sarà sempre Profumo a dichiarare con i crismi dell'ufficialità la Sardegna Regione capofila di un'iniziativa che potrebbe modificare radicalmente i metodi della didattica e, magari, permettere alla scuola di ridurre drasticamente la percentuale dei ritiri, preoccupante soprattutto nella scuola dell'obbligo.
L'ASSESSORE Sergio Milia, assessore regionale alla Cultura, ha parlato dell'iniziativa ieri a Cagliari, a margine della presentazione degli eventi organizzati per Sa die de Sa Sardigna: «Siamo orgogliosi di questo riconoscimento, visto che non capita tutti i giorni di poter celebrare primati con così importanti ricadute sociali», dice l'esponente dell'esecutivo. «Nel progetto saranno investite risorse interne e fondi europei. I dieci milioni destinati alla realizzazione dei contenuti, che saranno proposti con la valorizzazione dei personaggi e della storia della Sardegna. Occorre recuperare tutti gli aspetti che hanno garantito la crescita della nostra terra, per ripartire tenendo ben presente questa grande lezione, essenziale per avere punti di riferimento saldi dal punto di vista politico e sociale i cui apporti possono arrivare solo da testimonianze vere di un'identità forte».
IL MINISTRO Sarà quindi Profumo (anche se difficilmente ne parlerà domani) a certificare che quello della Regione sarà il progetto pilota per la progressiva digitalizzazione della scuola italiana. Un passaggio di grande prestigio che dovrebbe permettere di proiettare l'Isola verso nuovi scenari almeno per quanto riguarda la didattica. L'utilizzo delle lavagne digitali e dei tablet dovrebbe stimolare e accrescere l'interesse dei ragazzi al sapere e, quindi, all'apprendimento delle materie scolastiche proprio grazie all'utilizzo delle tecnologie più avanzate. Il fatto che l'Isola sia stata la prima regione a cogliere i nuovi scenari della modernità è senz'altro di buon auspicio per una ripresa mai così attesa.
Lorenzo Piras
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cagliari Quartieri (Pagina 29 - Edizione CA)
Diritto aeronautico
 
Domani pomeriggio nell'aula magna della facoltà di Giurisprudenza si svolgerà il quinto Congresso internazionale di Diritto aeronautico. Si tratta di un progetto di collaborazione tra la cattedra di Diritto della navigazione della Facoltà di Giurisprudenza di Cagliari, l'Istituto di Diritto della navigazione dell' Università "La Sapienza" di Roma, e le Università di Siviglia e Andalusia. I lavori si concluderanno sabato.
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Cronaca Regionale (Pagina 10 - Edizione CA)
La nomina
Gavino Faa nella Consulta regionale per la ricerca
 
Il professor Gavino Faa è stato nominato nella Consulta regionale per la ricerca scientifica e l'innovazione tecnologica. L'ordinario di Anatomia patologica dell'università di Cagliari entra a far parte del massimo organismo isolano che contribuisce all'elaborazione del Programma regionale di sviluppo. La nomina è stata voluta dagli assessori regionali alla Programmazione Giorgio La Spisa e alla Sanità Simona De Francisci. Originario di Masullas, 60 anni, il professor Faa, di recente relatore alla Washington University per i suoi studi sul fegato e sulla timosina, è il responsabile del Registro tumori regionale. Nella Consulta ha competenze sul tema aziende sanitarie locali, incluse quelle facenti capo agli atenei di Cagliari e Sassari.
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 55 - Edizione CA)
Il convegno di Cagliari
Ascesa e crisi della società del lavoro
 
Ascesa e crisi della civiltà del lavoro nel Novecento: è il tema drammaticamente attuale di un seminario che si svolge a Cagliari. A promuoverlo con la collaborazione dell'Archivio di Stato, dell'Umanitaria e del Comune di Carbonia è l'Università (Studi Storici), che intende così aprirsi a tematiche storiche e contemporanee del lavoro, nel momento in cui la crisi internazionale e nazionale si fa sentire con maggiore asprezza. Cinque giornate di analisi, promosse dagli storici Claudio Natoli e Maria Luisa Di Felice, che si concluderanno nell'area più martoriata dalla crisi e dalla disoccupazione: il Sulcis Iglesiente. Dopo l'esordio del 2 aprile con Claudio Natoli che ha aperto il seminario nel nome di Bruno Trentin, il convegno è proseguito ieri con le relazioni di Natoli sul “Socialismo e i movimenti di emancipazione dei lavoratori in Sardegna dall'età giolittiana al fascismo” e Di Felice sulle “Lotte per la Rinascita e costruzione della democrazia in Sardegna nel secondo dopoguerra”.
Lunedì 23, alle 16, sarà l'aula 16 della facoltà a ospitare Alessandro Portelli che con “Ad Harlan la storia è ancora violenza di classe” racconterà il suo studio sui minatori americani. Lunedì 7 maggio, “Sardegna oggi: una crisi senza futuro?” proporrà la proiezione di “Pugni chiusi” di Fiorella Infascelli (presentazione di Antonello Zanda). Martedì 8 all'Archivio di Stato Marinella Cocco Ortu e Angela Multinu impegnate in una “Lezione e illustrazione dei documenti archivistici sulla storia del lavoro e del movimento dei lavoratori nella Sardegna del Novecento”. Infine, giovedì 17 e venerdì 18, un viaggio di studio a Carbonia, Porto Flavia e Monteponi. A Paola Atzeni il compito di parlare di «miniere e minatori in Sardegna: culture, solidarietà e coscienza di classe tra modernità e deindustrializzazione». Visite guidate all'archivio Magazzini della memoria e ai siti minerari di Serbariu e Porto Flavia. Al centro degli incontri il mondo dei minatori sardi, la vita, le lotte, la storia di una civiltà che oggi conosce una crisi epocale.
 

LA NUOVA SARDEGNA
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 8 - Ed_Cagliari
Divisi tra i sogni e la voglia di un lavoro
Sassari, i diciottenni confessano le loro paure: «La crisi economica ci condiziona, non vogliamo essere precari a vita»
di Silvia Sanna
 
SASSARI Il look da artista ce l’ha già, la passione per disegno e pittura anche. Ad Andrea Siddi, 18 anni, III liceo classico a Villacidro, manca solo il coraggio di osare. Nel suo futuro non immagina una scrivania, un cartellino da timbrare, un giorno identico all’altro. L’istinto gli dice di iscriversi all’Accademia delle Belle arti, a Sassari. Ma la testa lo spinge da un’altra parte. Andrea è uno dei cinquemila diplomandi che da lunedì affollano i corridoi del polo bionaturalistico di Piandanna, che sino a domani ospiterà le giornate dell’orientamento universitario. All’ingresso, insieme ad alcune compagne di scuola, Andrea Siddi racconta l’evoluzione di una generazione, da spensierata a riflessiva. I diciottenni di oggi guardano al domani, vedono molte nubi all’orizzonte e diventano cauti: sogni e aspirazioni addio, la scelta della facoltà universitaria si fa in prospettiva, è il mercato che comanda. E nessuno vuole starne fuori. Ragazzi in bilico. Andrea passa una mano tra i capelli spettinati e spiega: «Vorrei studiare all’Accademia, ho visitato lo stand, ho preso informazioni sui corsi. Mi piace l’idea. Ma credo andrò in Architettura. È più sicuro, avrei più possibilità di trovare un lavoro. L’arte paga di meno, è un campo difficile, non so se riuscirei ad abituarmi a una vita senza certezze». Anche Marta Deidda, 18 anni, sente con il mondo dell’arte un feeling speciale. Ma da quando era bambina ha la fissa per il camice bianco, per questo quasi certamente sceglierà Medicina. Più confusa è Francesca Lai, altra diciottenne, che sorride e dice: «Venire qui non mi ha aiutato. Anzi, sono ancora più indecisa». E anche un po’ preoccupata, perché qualunque sia la scelta, ha paura che sia quella sbagliata. Francesca, e come lei Ramona Tagliaferro, sono a caccia di un compromesso difficile: «Dobbiamo mediare tra i nostri sogni e la realtà. Vogliamo trovare un lavoro dopo la laurea, ma vogliamo che ci piaccia, almeno un po’». Per questo Ramona potrebbe scegliere Chimica, e non Lingue. E Francesca Scienze politiche, che non c’entra nulla con l’Accademia delle belle arti. Anche Marta Piras ha una passione: «Vorrei diventare psicologa, ma è dura. Lo vedo da mia sorella, che dopo la laurea ha avuto molte difficoltà. Solo da poco, attraverso il master & back, ha firmato un contratto di lavoro. Ma è solo per due anni. E poi?». Ed è proprio la sorella a suggerire a Marta di riflettere, «perché in gioco c’è il mio futuro». Ragazze ottimiste. C’è anche chi pensa all’oggi più che al domani. E all’idea di sudare su libri e materie «che fanno venire l’allergia», dicono che è meglio rischiare. Giulia Picci e Alessia Zuddas, 18 e 20 anni, studentesse dell’istituto tecnico Grazia Deledda di Cagliari, hanno appena seguito una lezione sull’orientamento. Magari non è stata illuminante, però ha dato una conferma: «Bisogna seguire l’istinto. Perché altrimenti si sbaglia due volte. Io ho un paio di opzioni – dice Giulia – ma il cuore batte per la facoltà di Lettere e credo che la mia scelta sarà quella. È vero che oggi tanti insegnanti sono a spasso, ma chi dice che tra cinque anni la situazione sarà la stessa?». Alessia annuisce. Neanche lei si sente una marziana solo perché probabilmente studierà Archeologia. I fondi per la cultura ridotti a pochi spiccioli, l’indifferenza verso la storia e i tesori del passato, non la spaventano: «Non è detto che sarà sempre così. L’economia cambia in fretta e la crisi, quando io sarò laureata, spero sia finita da un pezzo». Fuori, in attesa del pullman che le riporterà a casa, a Villacidro, ecco Elisa Muntoni e Marta Cabriolu. Due diciottenni sicure del fatto loro: Elisa studierà Scienze Infermieristiche «perché mi piace e perché dopo 3 anni mi inserirò nel mercato del lavoro», Marta invece sceglierà Giurisprudenza. E dice: «Venire qui mi ha aiutato. Perché nello stand di facoltà mi hanno spiegato che un laureato in Legge ha tanti sbocchi professionali. A me spaventa iniziare il percorso per diventare avvocato: ormai ce ne sono troppi e il lavoro scarseggia. Anche i miei genitori mi suggeriscono di riflettere. Ma sanno che il diritto è la mia passione, se facessi una scelta diversa, un domani mi ritroverei insoddisfatta». Gli allergici all’Università. L’unico stand che gli ha provocato un sussulto è quello di Veterinaria. «Mi piacciono gli animali, ho la passione per la campagna. Ma come faccio a studiare materie così impegnative?». Damiano Manai, 20 anni, di Alghero, si accontenta del diploma. Vuole lavorare, subito, e «siccome in giro non c’è niente farò domanda per entrare nell’Esercito». Damiano, come tanti altri ragazzi, è rimasto indifferente di fronte alle scritte e ai manifesti di A Manca pro S’Indipendentzia all’ingresso del polo di Piandanna: i giovani sardi sono invitati ad arruolarsi proprio perché sardi. Non pensa alla divisa ma a guidare un camion Alessandro Puledda, 20 anni, studente all’Agrario di Bonorva. Mentre Massimo Tavera, 22 anni di Alghero, quasi geometra, si vede già al lavoro nell’impresa del padre. Altre ambizioni per Stefano Peana, 19 anni, calciatore: per ora si accontenta dell’erbetta dei campi di Eccellenza (gioca con l’Alghero) ma sogna di fare presto il salto. Passione e guadagni insieme: eccolo il compromesso vincente, tutti ci metterebbero la firma.
 
LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 8 - Ed_Cagliari
Come sopravvivere, il kit per le matricole
I consigli dell’associazione OrientAzione: ascoltare l’istinto e tuffarsi subito nel nuovo mondo
 
SASSARI Il titolo dell’incontro mette un po’ d’ansia: «Come sopravvivere all’università». Chi ha le idee confuse sulla scelta della facoltà e una fifa blu al pensiero di lasciare l’aula rassicurante del liceo, trova conforto nel sorriso e nella voce gentile di Anna Bussu, 34 anni, e delle sue colleghe. Anna, delegata del servizio OrientAzione, agli studenti che riempiono l’aula C del polo di Piandanna, non offre un vero e proprio kit di sopravvivenza, ma dispensa buoni consigli, sulla base della sua esperienza e di quella di tanti studenti che all’università viaggiano con passo spedito. La prima regola è la più importante: la scelta del percorso di studi deve essere meditata ma non può essere basata su calcoli matematici, sulla crisi economica, su come sarà il mondo tra cinque o sei anni. Almeno, non è questo l’ingrediente principale per garantirsi una vita universitaria soddisfacente. Dunque: scegliere con cura, senza soffocare le proprie inclinazioni. Perché anche se un ingegnere informatico ha – al momento – maggiori possibilità di trovare un lavoro in tempi rapidi, è difficile che chi prende 4 fisso in matematica possa tagliare il traguardo in tempi altrettanto veloci. E, allo stesso tempo, chi eccelle in latino o greco non può usare violenza contro se stesso solo perché le cattedre sono un bene in via d’estinzione. Altro aspetto: non pensare che gli altri sono più bravi e dunque è inutile iscriversi ai test a numero chiuso. Per esempio per accedere a Medicina. «Quel che conta è studiare, allenarsi – dice Anna Bussu – prendere contatti con le associazioni che affiancano i candidati nella preparazione». Terza regola: una volta dentro, attrezzarsi subito per non perdersi in quell’immenso mondo che è l’università. Dunque, informarsi bene sui corsi, sulle lezioni, sui seminari, iscriversi alle associazioni, per non sentirsi soli e per individuare, insieme ad altri, il metodo di studio più appropriato. E poi aprirsi il più possibile, sfruttare tutte le occasioni che l’università offre. Spiega Anna: «L’Erasmus è stata l’esperienza più bella della mia vita, perché mi ha aiutato a crescere, a confrontarmi». E poi è fondamentale per imparare le lingue straniere, il vero lasciapassare – crisi o non crisi – per non essere esclusi dal mercato del lavoro. (si. sa.)
 
LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Ed_Cagliari
L’AUTONOMIA E LE REGOLE DELLA LEALTÀ
di GIANMARIO DEMURO
 
Il 21 marzo scorso il Consiglio regionale della Sardegna ha approvato a maggioranza un ordine del giorno che, prendendo atto delle «ripetute violazioni dei principi di sussidiarietà e di leale collaborazione da parte del Governo e dello Stato italiano nei confronti della Regione», avvia una sessione di lavori consiliari al fine di verificare «i rapporti di lealtà istituzionale sociale e civile con lo Stato». Rapporti questi che, continua l'odg, «dovrebbero essere a fondamento della presenza e della permanenza della Repubblica».
Si tratta di un atto dell'organo di rappresentanza politica della nostra Regione e, come tale, deve essere preso sul serio. Tuttavia, nel far ciò, non possiamo che segnalare tutti i gravi motivi di violazione costituzionale in esso contenuti. Il primo, il Consiglio regionale decide autonomamente di discutere la permanenza nella "Repubblica italiana" adducendo quale motivo di possibile "secessione" le "ripetute violazioni dei principi di sussidiarietà e di leale collaborazione" da parte del Governo e dello Stato italiano. Il Consiglio mischia tre unità concettuali tra di loro nettamente distinte e non suscettibili di essere utilizzate come parametro a se stante. La Repubblica è, infatti, scolpita dall'articolo 114 della Costituzione come l'insieme dei Comuni, dalle Province, dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato. La Repubblica è, dunque, costituita da più parti, non solamente dallo Stato. Questa è la regola costituzionale che, riconoscendo una Repubblica delle Autonomie, pone le basi della convivenza democratica di soggetti autonomi secondo i principi fissati dalla Carta. Il secondo motivo di violazione costituzionale contenuto nell’ordine del giorno approvato dal Consiglio è che la Carta ha previsto un giudice che ha il compito di verificare eventuali violazioni della "leale collaborazione": la Corte costituzionale. Anzi è in virtù di tale principio che negli ultimi dieci anni i giudici costituzionali hanno definito le controversie tra le Regioni e lo Stato. Allora perché il Consiglio regionale dovrebbe potersi pronunciare sulla permanenza della Sardegna nella Repubblica? Ancor più discutibile è considerare il Governo come eguale allo Stato. Tutti sanno che il Governo è uno degli organi costituzionali che compongono la forma di governo italiana; mentre lo Stato è un ordinamento giuridico che contribuisce a definire la forma dello Stato. A quale dei due soggetti si rivolge il Consiglio regionale? Ove si lamentasse di violazioni alla sfera delle prerogative costituzionali la Regione, per il tramite del suo Presidente, può impugnare sia le leggi dello Stato sia gli atti invasivi della propria sfera di competenza davanti alla Corte costituzionale. Un giudice, senza bisogno di arrivare sino a Berlino, tiene udienza nel Palazzo della Consulta, basta impugnare. Infine, l'odg di cui si scrive è esso stesso in violazione del principio di leale collaborazione. Esiste un precedente illustre della Corte costituzionale che, con la sentenza n. 341 del 1996, pronunciata in sede di giudizio sul conflitto di attribuzioni sorto tra lo Stato e la Regione Sardegna, ha annullato un ordine del giorno approvato dal Consiglio regionale sardo che decideva di "considerare definitivi i provvedimenti emanati nell'esercizio delle funzioni amministrative delegate in materia paesistica", ed impegnava la Giunta regionale "ad adottare comportamenti conseguenti con il Ministro per i beni culturali e ambientali, mutando la prassi da ultimo seguita". Ovvero impegnava l'esecutivo regionale a non comunicare detti provvedimenti.In sintesi, il principio di leale cooperazione obbliga la Regione, e ancor più il Consiglio, ad essere leale anche nell'esprimersi in decisioni concretanti un indirizzo politico.
Ordinario di Diritto costituzionale Università di Cagliari
 
LA NUOVA SARDEGNA
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 19 - Ed_Cagliari
Provincia
Investire in cultura si può ma mancano i fondi
 
Cagliari Fame di cultura. Nel senso che Cagliari chiede e frequenta teatri, concerti e musei. Ma anche pochi fondi per continuare ad alimentare l'appetito. Risultato? Istituzioni a volte costrette a dire no e associazioni culturali in affanno. È quanto emerso dai lavori degli Stati generali della Cultura, convocati dalla Provincia per fare il punto della situazione nella battaglia contro i tagli. «Una situazione- ha detto l'assessore alla Cultura Francesco Siciliano: riferendosi anche all'ipotesi commissariamento dell'ente intermedio a pochi mesi dall'uscita di scena dell'ex presidente Graziano Milia difficile dappertutto. Ma accentuata in Provincia: non abbiamo ancora un bilancio e, realmente, non si sa davvero che cosa succederà domani. Sicuramente dobbiamo riflettere sul fatto che il sistema di contribuzioni alle associazioni, considerate le ristrettezze economiche, deve essere rivisto. È importante fare rete, trovare il modo di rimanere uniti. E puntare sull'identità. Si può e si deve investire sulla cultura». I cagliaritani rispondono. Importante in questa direzione la testimonianza del Soprintendente ai Beni archeologici Marco Minoja: «Rispetto al 2011– ha detto – abbiamo registrato al museo archeologico un incremento di ventimila visitatori. E i dati del primo trimestre del 2012 sembrano confermare la tendenza dell'anno precedente. La cultura è sicuramente motore di sviluppo e occasione di crescita per economia e occupazione». Da Legambiente è arrivato l'appello a puntare sempre di più sulla cultura del paesaggio, dell'ambiente e della storia. E intanto dai lavori una buona notizia con il via alla nuova biblioteca provinciale sulla cima di Monte Claro: l'inaugurazione della struttura è prevista per il 26 gennaio. La struttura sarà intitolata a Emilio Lussu.
Stefano Ambu
 
LA NUOVA SARDEGNA
9 – La Nuova Sardegna
Pagina 20 - Ed_Cagliari
Dopo le botte, il licenziamento
Si è rivolto al tribunale del lavoro il ricercatore che accusa di mobbing il primario De Lisa
di Mauro Lissia
 
CAGLIARI Prima gli insulti, gli spintoni e le botte in sala operatoria davanti agli sguardi allibiti di infermieri e tirocinanti. Poi l’allontanamento dalla clinica urologica del Santissima Trinità, malgrado il tribunale avesse ordinato all’Asl 8 di reintegrarlo nelle sue funzioni di chirurgo. Sembra un incubo quello vissuto finora da Paolo Usai, ricercatore dell’Università e ormai ex dipendente dell’azienda sanitaria dove tentava di lavorare dal 2002. Ma non è altro che la realtà, descritta in un’inchiesta giudiziaria arrivata alla conclusione e ora in un ricorso urgente al tribunale del lavoro dove il suo difensore, l’avvocato Andrea Pogliani, chiede che il medico venga richiamato in servizio e che il violento mobbing cui è stato sottoposto per anni dal direttore della clinica urologica Antonello De Lisa cessi una volta per tutte. Il giudice dovrebbe decidere di qui a pochi giorni. Nel frattempo vale la pena di ripercorrere questa vicenda dove l’amministrazione sanitaria, così sostiene Pogliani, anziché proteggere un proprio chirurgo da vessazioni gravissime si schiera con chi, nel pieno di delicati interventi su pazienti esposti, lo apostrofa con vocaboli da angiporto: coglione, testa di cazzo, incapace, improvvisato, alternando gli insulti a spinte, testate, gomitate, strtattoni, pugni sul torace e gesti che poco hanno a che fare con la pratica chirurgica. Nel ricorso urgente al giudice del lavoro l’avvocato Pogliani ha sostanzialmente ripreso, argomentando su una materia giuridica diversa, i risultati delle indagini svolte dal pm Marco Cocco nel procedimento penale in cui De Lisa è indagato per maltrattamenti: quattordici testimoni sono pronti a confermare le intemperanze verbali ma anche le violenze subìte da Usai, costretto a svolgere il ruolo dello spettatore in un campo dove titoli e casistica personale gli conferiscono piena affidabilità. Un progressivo quanto chiarissimo processo di demansionamento nato dall’ostilità del direttore De Lisa cui i vertici dell’Asl 8 avrebbero dovuto mettere freno, se non altro per rispettare l’ordinanza cautelare del tribunale, emessa il 31 maggio 2011, per la quale usai aveva diritto di lavorare e di operare. Quanto avvenuto è esattamente il contrario: prima l’Asl sollecità l’Università ad assumere «urgenti interventi nei confronti dei due sanitari» mettendo i comportamenti di De Lisa e di Usai sullo stesso piano. Poi - siamo al 25 gennaio scorso - Usai viene estromesso dall’organico dell’Asl in quanto «personale non richiesto» e al ritorno da un breve periodo di ferie il ricercatore si vede consegnare una lettera dove l’Asl gli comunica che «il professor Antonello De Lisa non ricomprende il vostro nominativo tra le professionalità ritenute necessarie all’espletamento delle attività assistenziali istituzionali». Quindi una decisione di De Lisa, avvallata dall’Asl e ritenuta dall’avvocato Pogliani «illegittima e forse anche illecita» per le ragioni contenute nel ricorso. Per il legale la conseguenza di un’attività «letteralmente persecutoria nei confronti di Usai». Fin qui la vicenda. Ora la parola passa al tribunale del lavoro, che si è già espresso una volta e che dovrà esprimersi ancora su un caso destinato probabilmente ad allargarsi, con nuove responsabilità e qualche incognita da chiarire. Ieri si è svolta la prima udienza: il giudice Daniela Coinu ha deciso di sentire la testimonianza del vertice dell’azienda ospedaliera universitaria. La prossima udienza è stata fissata per il 4 maggio, poi potrebbe arrivare la decisione sul provvedimento cautelare.
 

10 – SardegnaQuotidiano
Pagina 12 Cagliari
UNIVERSITÀ VOLI LOW COST IN CATTEDRA
ESPERTI A CONFRONTO DOMANI E SABATO
 
“Profili giuridici del Trasporto Aereo Low Cost”è il titolo del congresso Internazionale di diritto aeronautico che si terrà domani (a partire dalle 15,30) e sabato nell’aula magna della facoltà di Giurisprudenza, in via Nicolodi 102. L’incontro si propone di offrire agli operatori giuridici ed economici e un contributo di approfondimento sui corollari normativi del settore. Apre i lavori il preside di Giurisprudenza, Massimo Deiana.
 
11 – SardegnaQuotidiano
Pagina 12 Cagliari
Sanità e camorra
Polizze a rischio
la De Francisci: subito un vertice
L’INCHIESTA Indagine sulla City Insurance, che assicura i medici di Azienda Mista e Asl 8. La Guardia di Finanza: infiltrazioni mafiose. L’assessore chiama i manager: valutiamo contromisure
 
Anche la Regione, adesso, ha deciso di correre ai ripari. L’inchiesta della Procura di Venezia sulla compagnia di assicurazioni italo-romena City Insurance, che dovrebbe coprire i medici di Asl 8 e Azienda Mista in caso di risarcimenti per errori commessi in reparto, ha messo in allerta l’assessore alla Sanità Simona De Francisci: «La vicenda della City Insurance e l’indagine avviata anche in altre Regioni», dice, «meritano un doveroso approfondimento con le aziende sanitarie della Sardegna coinvolte. Per questo motivo», aggiunge, «convocheremo a brevissimo una riunione con i direttori generali per capire quale è la situazione caso per caso, studiare azioni coordinate e sinergiche e per mettere in atto tutte le procedure necessarie».
LA COMPAGNIA MISTERIOSA L’intrigo italo-romeno è finito da qualche mese nelle carte dei magistrati lagunari: la società di assicurazioni, secondo quanto ricostruito in una minuziosa indagine delle Fiamme Gialle del Gico, ha forti legami con la camorra. La struttura societaria è una nebulosa e, passando attraverso controllanti liquidate e visure storiche nelle Camere di Commercio, si è scoperto che a tirare i fili ci sarebbero dei personaggi legati a potenti clan malavitosi napoletani. Da qualche anno la City Insurance ha messo piede nel mercato delle assicurazioni sanitarie per medical malpractice, gli errori medici: un settore ormai così poco redditizio e rischioso (l’ammontare dei risarcimenti erogati supera spesso di gran lunga i premi incassati) che tutte le compagnie storiche lo stanno abbandonando. Una prateria nella quale la compagnia ha conquistato (o ha provato a farlo) il Veneto, la Basilicata, l’Emilia Romagna, la Lombardia, la Sicilia, la Puglia e la Sardegna. Gare d’appal - to vinte con facilità grazie a offerte al massimo ribasso, quasi anomale. Solo in Veneto il bando valeva 72 milioni. A Cagliari, dove i campano-romeni sono entrati l’estate scorsa, circa 10. Solo che a Venezia hanno sentito puzza di bruciato e la Regione, che gestiva tutta la partita, ha congelato l’aggiudicazione prima della conclusione dell’iter. Martedì è arrivata la Guardia di Finanza, col sequestro delle carte a Palazzo Balbi (sede della Regione) e nelle sede fiscale italiana della compagnia, a Varese: il procedimento è stato revocato, ed è saltato il pagamento della prima tranche del premio concordato, 28 milioni di euro. Per ora l’unico indagato è il direttore generale romeno, Nicolae Musat, accusato di turbativa d’asta. Per vincere la gara veneta avrebbe presentato false documentazioni sullo stato della City Insurance e sul suo patrimonio. Non solo: la Guardia di Finanza ha scoperto che la compagnia non aveva alcuna riassicurazione sulle sue operazioni, requisito obbligatorio per poter partecipare a quel tipo di bandi. Non l’avrebbe avuta nemmeno quando ha vinto all’Azienda Mista e alla Asl 8, ma i direttori generali, Ennio Filigheddu e Emilio Simeone, hanno difeso l’operato dei loro uffici. All’ospedale Civile si sono già presentate le Fiamme Gialle, che hanno acquisito tutta la documentazione sull ’appalto vinto dalla City. E le indagini potrebbero estendersi.
Enrico Fresu
 

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