Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
28 March 2012

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Politica Italiana (Pagina 6 - Edizione CA)
«Il Governo non voleva l’intesa»
Camusso: da Monti e Fornero un muro sull’articolo 18
Presentata una ricerca sulla precarietà: «Su questi problemi sindacati in ritardo»
 
Il precariato secondo Susanna Camusso: «Non è solo una condizione negativa per i lavoratori, è un modello economico che ha fallito». Perché «ci avevano raccontato che la flessibilità avrebbe portato sviluppo e lavoro»: ma forse era un racconto di fantascienza, dice in sostanza la segretaria nazionale della Cgil. Camusso parla a Cagliari, facoltà di Scienze politiche, in un tiepido pomeriggio che si trascorrerebbe lietamente al mare. Ma ad ascoltare questa donna combattiva, nei giorni delle polemiche sull’articolo 18 («tema su cui il Governo non cercava davvero un accordo», ribadisce lei) c’è una sala strapiena, in gran parte di giovani.
LA RICERCA Gente per cui un lavoro precario sarebbe un traguardo, non ancora un limite da oltrepassare. Gente che però già fiuta l’inghippo celato in quella trama fantascientifica.
La scusa per la visita della leader Cgil è appunto la presentazione di uno studio sulla precarietà del lavoro. Ma vista con gli occhi di un ricercatore di 23 anni, Stefano Boi, autore del volume che inaugura i nuovi “Quaderni del lavoro” del centro studi della Cgil sarda, in collaborazione col Dipartimento di Scienze sociali dell’Università di Cagliari.
Dai contratti di formazione alla legge Biagi: “Precarietà. Da dove viene e dove va” è il titolo (in rima) di un percorso in 179 pagine nel mondo del lavoro dal «destino incerto», per citare l’autore. A chi interpreta la riforma del mercato dell’impiego come scontro generazionale, precari contro ipertutelati («ma quest’aula dimostra il contrario», nota il leader della Cgil sarda Enzo Costa), Boi confessa di «non credere a quella narrazione. Con la flessibilità totale, sarebbe stato precario anche mio padre. Io vorrei un giorno trovare un lavoro, protetto dall’articolo 18».
MEDIAZIONE Susanna Camusso proverà ancora a difendere quella norma «che opera - ricorda - quando un licenziamento è illegittimo. Se non ci fosse, torneremmo ai tempi in cui i lavoratori erano esposti all’arbitrio e all’abuso». Se il punto di caduta parlamentare della riforma fosse il cosiddetto modello tedesco, col giudice chiamato a decidere (nei licenziamenti per motivi economici) tra reintegro e indennizzo, per la Cgil «sarebbe già un miglioramento: solo il reintegro può fungere da deterrente contro i licenziamenti illegittimi».
C’è fiducia nel Parlamento. C’è soprattutto la sensazione che «stavolta il Governo non ha incontrato il consenso del Paese». Su altre cose, nella trattativa con Monti e Fornero, la concertazione ha funzionato: «Ci sono aspetti che abbiamo migliorato in corso d’opera. Ma altri erano meglio nella versione iniziale». Per esempio sui contratti a termine, «con soluzioni un po’ pasticciate derivate soprattutto dall’intervento delle associazioni delle imprese».
IL MURO Invece sull’articolo 18 «non era nelle corde del Governo la volontà di fare un accordo. Altrimenti non si sarebbe considerata conclusiva la proposta di Monti». Detto questo, che il premier minacci una crisi davanti a ogni ipotesi diversa «non va bene. Il Parlamento è sovrano».
Così come non va bene che il Governo «continui a rinviare la fase due, quella della crescita. Servono investimenti, una politica industriale che l’esecutivo precedente ha cancellato e quello attuale non riprende, e un piano energetico». Il tema dell’energia, per Camusso, con quello della chimica è decisivo anche per il rilancio dell’economia sarda: «Qua è emergenza sociale. Il Paese deve porsi il problema dei vantaggi competitivi dell’Isola. Ma serve una programmazione, il Governo dica cosa vuole fare».
L’AUTOCRITICA E non va bene neppure che i professori «abbiano cercato soluzioni con tante lobby, prestando meno attenzione alle richieste sindacali. Un Paese che rinuncia a costruire consenso coi lavoratori si priva di un pezzo di democrazia». Il che non elimina le responsabilità delle parti sociali. Nei giorni scorsi Michela Murgia, scrittrice che proprio con una «narrazione» (ma dal vero) sul precariato si è presentata al mondo, ha detto nella sua pagina Facebook che la riforma Fornero ha molti aspetti «migliorativi» per i precari. E ha ricordato che, per questi ultimi, il sindacato non è riuscito ancora a fare granché.
«Lo ammetto, ci siamo mossi in ritardo», ribatte Camusso: «A lungo i sindacati hanno sottovalutato il fenomeno». Quanto ai giudizi sulla riforma, «è vero che, per la prima volta dopo decenni, si afferma l’idea di restringere gli spazi della precarietà. Non si dice più che precario è bello». Forse quel famoso racconto, ora, non parla più del futuro.
Giuseppe Meloni
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cronaca Regionale (Pagina 7 - Edizione CA)
L’insospettabile funzionario e il doppio lavoro nel sado-maso
Michele Di Martino ora rischia di perdere il posto all’Università
 
E ora rischia pure il licenziamento. L’Università di Cagliari ha aperto un procedimento disciplinare contro Michele di Martino: il 47enne segretario della facoltà di Ingegneria potrebbe essere immediatamente sospeso. E sarebbe solo un primo provvedimento in attesa degli sviluppi dell’indagine proprio sul fronte-lavoro: l’attività di induzione e sfruttamento della prostituzione nel campo sado-maso avveniva in orari incompatibili con la sua presenza in facoltà?
Il sostituto procuratore Rita Cariello nei prossimi giorni darà una risposta a questa domanda. E chissà se i colleghi sapevano della seconda vita del funzionario, chissà se sapevano qualcosa gli stessi familiari. Stando alle dichiarazioni della prostituta passata in un amen da amante a grande accusatrice, Di Martino metteva a disposizione pure l’appartamento dove vive con moglie e figli. Oltre il seminterrato di via San Fermo 4 a Pirri, «attrezzato con equipaggiamenti sadomaso»: così scrive il gip Roberta Malavasi nell’ordinanza che avant’ieri ha mandato il funzionario ai domiciliari mentre il pm Cariello aveva chiesto il carcere.
IL TEST EROTICO Il reclutamento delle ragazze è descritto in modo chiaro dal giudice attraverso le parole della grande accusatrice: in cerca di lavoro, aveva risposto a un annuncio sul Baratto . Incontrato nella videoteca di via Abruzzi il sedicente Marcello, nome dietro il quale si nascondeva Di Martino, erano subito partite le domande. La prima: «Cosa pensi del sesso»? E poi, via via, le altre, esplicite ma non troppo: «Vuoi fare una nuova esperienza? Vuoi fare la ballerina a feste private»? Per vincere le perplessità della ragazza nei giorni successivi Di Martino l’aveva tempestata di telefonate e messaggini, le aveva inviato perfino la foto della parte inferiore del suo corpo nuda. La ragazza alla fine aveva accettato. I due si erano dati appuntamento e il funzionario dell’Università le aveva fatto un provino erotico, al termine del quale pure lui si era spogliato.
Il primo lavoro è stato uno spogliarello a Villasimius in occasione di una festa di addio al celibato. Trecento euro il compenso. Da dividere: 150 alla ragazza, 150 a Di Martino. Il festeggiato e gli altri invitati avrebbero voluto qualche prestazione in più ma lei aveva detto no. Quella volta. In seguito ha detto sì. Prima, però, Di Martino le aveva fatto un test personale che si era tradotto in un vero e proprio rito sessuale di iniziazione alla prostituzione: le aveva mostrato quel che doveva fare coi clienti. Pure con due uomini insieme. Aveva detto sì perché si era innamorata di Di Martino che tutte le volte, a fine lavoro, aveva un rapporto con lei.
I CONTRATTI A PROGETTO La ragazza ha così avuto modo di conoscere i luoghi dove il funzionario organizzava gli incontri: in via Abruzzi, in via Tommaseo e in via Cadello. C’erano poi gli spettacoli a Sestu, in un ristorante-pizzeria dove si esibivano anche altre ragazze. Di Martino le reclutava con annunci di questo tenore: Sexy shop ricerca in tutta la Sardegna collaboratrice part time, seria, disinibita e di bella presenza, contratto a progetto e buon compenso. Non era necessario essere giovanissime: Cerco 18/35enne, astenersi perditempo e curiose. Oppure: Sex academy con sede a Cagliari offre servizi di consulenza in tutta la Sardegna a coppie in difficoltà nella loro sfera personale.
LE PRATICHE SESSUALI La ragazza che ha inchiodato Di Martino si è prostituita fino al 2008, poi ha avuto col funzionario solo rapporti sessuali. Per tre anni. Quando si è presentata dagli inquirenti per vuotare il sacco ha detto di averlo fatto affinché altre ragazze non cadessero nella stessa rete: sarà certo così, però vantava crediti nei confronti dell’ex amante. La circostanza è stata svelata dalle intercettazioni, come i gusti dei clienti delle tre donne sfruttate da Di Martino: alcuni amavano farsi picchiare e sodomizzare, altri si facevano gettare cera bollente sui genitali, c’era pure chi preferiva gli elettrodi con le scariche di corrente. E poi c’era il pissing e il feticismo legato alle scarpe. Tutte le pratiche sessuali erano di umiliazione, verbale e fisica: «Lui nudo e lei con mise in tema». Insomma: una padrona e uno schiavo.
Le attrezzature per chi è fuori da questo mondo assomigliano tanto agli strumenti di tortura del medioevo. Gli inquirenti hanno intercettato una telefonata in cui una ragazza informava Di Martino del nuovo acquisto: «Ho portato la panca per il calpestamento e la gogna». Quando si trattava di materassi non aveva nulla da segnalare, a parte il prezzo vantaggioso: 69 euro, matrimoniale.
IL GRANDE CROCIFISSO Ma la vera sorpresa l’hanno trovata ieri mattina gli inquirenti quando hanno perquisito i locali adibiti agli incontri sado-maso: sulla parete c’era un gigantesco croficisso dove i clienti si facevano appendere. Del resto, in una telefonata con Di Martino una delle ragazze diceva: «Come premio ho intenzione di legarlo, conciarlo come dico io e lasciarlo li, tutta la notte, massacrarlo, legato e chiuso, un bel modo per ringraziarlo».
Per adescare i clienti c’erano sempre gli annunci, a proposito dei quali il giudice nell’ordinanza riporta una eloquente conversazione fra Di Martino e una ragazza mentre studiavano la frase da pubblicare: « Padrona 35enne accompagna il proprio schiavo nel suo processo di maturazione , una cavolata del genere».
LO STREAP TEASE Ma c’era pure chi non si divertiva. Una ragazza che non aveva ancora svoltato sulla strada della prostituzione ma voleva limitarsi allo strip tease una volta se l’era vista brutta: «A un certo punto mi sono trovata con tre tipi, accerchiata, uno aveva una mano da una parte, uno dall’altra, ero lì in mezzo, in piedi e non sapevo come uscirne, quando ti stringono in mezzo non sai come uscirne, non si sa come fare, meno male che è finita la musica e sono riuscita a districarmi, ho avuto panico, te lo giuro».
Quelle più navigate, invece, sostenevano coi clienti conversazioni di questo tenore.
Cliente: calci nel sedere ne dai?
Ragazza: prima di iniziare sì.
Cliente: uh.
Ragazza: quali sono le tue tendenze?
Cliente: fammi trovare i piedi che siano molto odorosi.
Maria Francesca Chiappe
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 20 - Edizione CA)
Ritorna l’Educazione fisica
Progetto Coni-Comune per le primarie cittadine
Quindici laureati insegneranno le attività motorie a 2.500 piccoli scolari
 
Un tempo c’era l’Educazione fisica. Ogni bambino con tuta e scarpe da ginnastica andava a correre in cortile o fare salti e capriole nella palestra della scuola. I bimbi di oggi, invece, alle elementari non fanno attività motoria. Per questo il Comune, in collaborazione con il Coni provinciale, ha creato il progetto “Alfabetizzazione e Attività motoria integrale”, dedicato ai 2.500 alunni divisi nelle 110 classi delle scuole primarie della città: laureati in Scienze motorie affiancheranno i maestri per educare i bimbi alle attività psicomotorie fino alla fine dell’anno scolastico.
IL PROGRAMMA In realtà ci sono già 5 scuole coinvolte in un analogo progetto a carattere nazionale del ministero per l’Università e ricerca. A questi vanno aggiunti 6 plessi per i programmi comunali di “Alfabetizzazione motoria” e altri 13 per quello di “Attività motoria integrale”. Le uniche che non aderiscono sono quelle di via Garavetti (due plessi) e quella di Mulinu Becciu, ma solo perché avevano già predisposto programmi simili.
I due piani prevedono le stesse attività. Tra le altre, arrampicarsi, calciare, nuotare, saltare. Quello che cambia è il monte ore. Per quello di Alfabetizzazione, a cui aderiscono le scuole che vivono situazioni di disagio, sono previste più ore. Meno per l’Attività motoria integrata. Una scelta obbligata «per far partecipare tutti gli istituti», spiegano l’assessore comunale alle Politiche scolastiche Enrica Puggioni e Francesco Marcello, presidente provinciale del Coni.
IL FINANZIAMENTO Per i due programmi il Comune metterà a disposizione 39 mila euro, che verranno utilizzati «esclusivamente per pagare gli insegnanti, tutte persone laureate e con corsi di specializzazione alle spalle», spiega l’assessore. La paga sarà di 15 euro all’ora, fino a un massimo di 4.500 euro, per ognuno dei 15 specialisti in Scienze motorie che affiancheranno i maestri per la realizzazione delle attività motorie e per quelle collaterali: video, galleria fotografica e giornalino di classe.
GLI OBIETTIVI Sia il Coni che il Comune hanno però intenzione di attivarlo anche per il prossimo anno. «È un progetto che funziona anche come contrasto della dispersione scolastica», spiega Enrica Puggioni che sottolinea come questo sia stato «il primo atto di politica dello sport» e che come effetto ha anche quello di «combattere il dilagare dell’obesità tra i bambini». Mentre il presidente provinciale del Coni mette in evidenza come «per costruire campioni del futuro è importante partire dall’alfabetizzazione allo sport».
A conclusione dei percorsi il Comune con il Coni organizzeranno una festa per tutti i bambini delle quarte e delle quinte classi. In fondo lo sport non è anche un gioco?
Mario Gottardi
 
Cronaca di Cagliari (Pagina 20 - Edizione CA)
L’Atleta
Il programma è un salvagente per i precari
 
Il finanziamento del Comune andrà per intero agli specialisti di Scienze motorie. Quindici euro all’ora. Una paga che per molti dei quindici insegnanti impiegati nei due progetti ha un significato preciso: non essere sfruttati. «Nelle palestre ci pagano in media 5 euro all’ora». Pierpaolo Sanna, oltre che partecipare al programma “Alfabetizzazione motoria”, è anche un professionista dell’atletica leggera, ex Nazionale, due lauree e ora dottorando in Biologia dell’ambiente e dell’uomo senza borsa di studio, che ha lavorato nelle palestre e nelle società sportive come preparatore atletico. «Ero al Cus: sto ancora aspettando che mi paghino lo stipendio».
Come insegnante del progetto Coni-Comune lavorerà 300 ore. «Altri colleghi ne faranno meno», spiega. Come lui si arrabattano a lavorare nelle palestre. «Serve una regolamentazione degli istruttori a livello di legge», spiega. «Molti si improvvisano e poi nelle palestre propongono anabolizzanti. Uno specialista non lo farebbe mai». (m. g.)

LA NUOVA SARDEGNA
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 4 - Attualita
«Precariato troppo diffuso tra i sardi»
I risultati di uno studio realizzato dall’Università che analizza l’andamento del mercato del lavoro
 
CAGLIARI Precarietà da dove viene e dove va. E’ il titolo del libro pubblicato dal Centro studi della Cgil sarda, curato da un giovane laureato, Stefano Boi, e presentato ieri da Susanna Camusso. «L’idea della modernità», ha spiegato Camusso, «è quella di rendere il consumo valore in sé con il traino dell’individualismo e della libertà di impresa». Il consumo a debito, legato all’esplosione della finanza, ha modificato il sistema economico a partire dalla grande crisi del 2007, quella dei mutui subprime in America. «In questo schema», afferma Camusso, «il lavoro torna a essere una merce, non l’attività delle persone che proprio in quanto tali devono avere diritti e tutele ma un’attività della quale bisogna comunque ridurre il costo». Il risultato -ha detto l’autore del libro, Stefano Boi, 23 anni -è che non è vero che togliendo diritti a chi ce li ha si aiutano gli altri: «Se non ci fosse stato l’articolo 18, forse, sarebbe stato precario anche mio padre».Boi è un ragazzo sardo, universitario all’estero per un master. Per molti politici sarebbe stato considerato un bamboccione perché in Italia si è bambini al di sotto dei 35 anni. «Siamo al rovesciamento del senso sociale, spiega la segretaria nazionale della Cgil, c’è la trasformazione ideologica dell’impresa da soggetto di responsabilità sociale a soggetto in cui la libertà deve essere solo quantità ad ogni costo. Camusso svela tutta una serie di luoghi comuni che hanno accompagnato in questi anni la retorica del lavoro da cambiare. A cominciare dalla presunta bellezza di cambiare dieci lavori nella vita, salvo la difficoltà di trovare i primo. «La verità è che non si è più investito sul lavoro perché un altro mito della modernità è il ritirarsi dello Stato dalle competenze economiche, l’idea che la spesa pubblica sia sempre un costo e mai un investimento». Nel dibattito che si è svolto ieri nella facoltà di Scienze politiche, presenti la preside Piras e il sociologo Gianfranco Bottazzi, vengono presentati i dati da cui emergono le diseguaglianze interne, quelle tra Nord e Mezzogiorno ma anche quelle dei paesi dei vari Sud. «Idati ci riferiscono della maggior concentrazione di precarietà in Sardegna», afferma Camusso, «dove da troppo tempo non si affrontano i nodi dell’isola in rapporto alla penisola. La precarietà diventa redistribuzione del poco». Altro che mercato del lavoro diviso, secondo vecchi schemi, tra insider, cioè i garantiti, e outsider, i disoccupati, gli emarginati: «Il rischio è la precarietà per tutti».
 
LA NUOVA SARDEGNA
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 25 - Sassari
Premiati davanti a Fini i “magnifici 51” dell’Università
 
SASSARI Sono i 51 studiosi più attivi e produttivi dell’Università e si sono distinti nei settori di competenza collocandosi ai vertici delle graduatorie di valutazione per la produttività scientifica. Il prestigioso riconoscimento è stato assegnato nei giorni scorsi, in occasione della cerimonia per la celebrazione dei 450 dell’ateneo. Nel corso della mattinata al Verdi, i docenti hanno ricevuto dal rettore Attilio Mastino, alla presenza del presidente della Camera Gianfranco Fini, la medaglia con il sigillo dell’Università di Sassari. Nel dettaglio, sono 11 tra ricercatori e docenti del dipartimento di Agraria, 5 del dipartimento di Chimica e Farmacia, 5 di Scienze Biomediche, 4 di Economia, impresa e regolamentazione, 3 di Architettura design e urbanistica, 3 di Giurisprudenza, 3 di Medicina e Veterinaria, 3 di Scienze chirurgiche, microchirurgiche e mediche, 3 di Scienze della natura e del territorio, 3 di Scienze politiche, Scienze della comunicazione e Ingegneria dell’informazione, 3 di Scienze umanistiche e sociali, 3 di Storia, Scienze dell’uomo e della formazione e 2 di Medicina clinica e sperimentale. La valutazione è stata fatta in base all’analisi della produttività scientifica, utilizzando parametri nazionali, sulla base di studi e pubblicazioni realizzati negli ultimi anni. Ecco l’elenco nominativo dei premiati: Paola Castaldi, Giorgio Adolfo Chelucci, Francesco Giunta, Nicolò Pietro Paolo Macciotta, Pietro Melis, Quirico Migheli, Rosella Motzo, Anna Nudda, Antonio Piga, Giuseppe Pulina, Alberto Satta, Massimo Fragiacomo, Plinio Innocenzi, Roberto Paroni, Massimo Carpinelli, Giorgio Cocco, Lidia Vera Giovanna De Luca, Serafino Gabriele Gladiali, Andrea Porcheddu, Carlo Ibba, Gavina Manca, Edoardo Otranto, Manuela Pulina, Marco Campus, Marcello Cecchetti, Simone Pajno, Diego Francesco Calvisi, Pier Andrea Serra, Sergio Ledda, Giovanni Giuseppe Leoni, Salvatore Naitana, Luigi Marco Bagella, Ciriaco Carru, Paolo Roberto Madeddu , Eugenia Tognotti, Stefania Anna Lucia Zanetti (Scienze biomediche), Guglielmo Campus Giuseppe, Antonio Pinna, Corrado Rubino, Marco Apollonio, Giulia Ceccherelli, Donatella Emma Ignazia Spano, Antonietta Mazzette, Patrizia Patrizi, Mauro Tebaldi, Carla Bassu, Massimo Onofri, Fiorenzo Toso, Filippo Dettori, Antonio Ibba, Dino Manca. «La produzione scientifica del nostro Ateneo è qualitativamente elevata — ha concluso con orgoglio il professor Gino Serra, delegato del rettore per le Scienze biomediche — il 43 per cento dei nostri docenti e ricercatori vanta una performance scientifica qualitativa e quantitativa superiore alla media nazionale».
Antonio Meloni
 
LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 26 - Sassari
Fidapa, mezzo secolo a fianco delle donne
Venerdì cerimonie a Palazzo Ducale e nell’aula magna dell’Università per celebrare la ricorrenza
 
SASSARI Cinquant’anni di impegno a favore delle donne meritano una festa. E il compleanno che la sezione cittadina della Fidapa si appresta a celebrare sarà un momento importante per tutta Sassari che ha visto crescere un sodalizio sempre attento agli aspetti femminili della società, alle pari opportunità, alla presenza «rosa» in politica: e difatti da alcuni mesi ha avviato una raccolta di firme per sostenere una nuova legge elettorale regionale. Le socie della Fidapa (Federazione italiana donne arti professioni affari) venerdì 30 hanno preparato un programma che le vede protagoniste in due luoghi simbolo della città: Palazzo Ducale e l’Università. Nell’aula consiliare, sarà il sindaco Gianfranco Ganau, alle ore 11, ad accoglierle insieme con la presidente Luisanna Tedde. Alle 16,30 la cerimonia si sposterà nell’aula magna dell’ateneo, dove dopo i saluti del rettore Attilio Mastino, della presidente della Provincia, Alessandra Giudici, del sindaco Ganau e del comandante della Brigata Sassari Maurizio Sulig, interverrà ancora la presidente Fidapa. La sua relazione ripercorrerà l’attività dell’associazione in quest’ultimo mezzo secolo, scandito da importanti battaglie e vittorie delle donne per conquistare spazi preclusi da pregiudizi e ostracismi. Quindi la parola passerà ad Elena Burrai ed Eufemia Ippolito, presidente del distretto Sardegna e presidente nazionale, ed infine a Gavino Sini, alla guida della Camera di Commercio. Alle 18 la giornata Fidapa si concluderà con la premiazione di Marilena Fiori, presidente dell’Ail (Associazione italia na leucemie), di Valeria Alzari, giovane ricercatrice del dipartimento di chimica dell’università, e di Cinzia Pinna, caporal maggiore della Brigata Sassari. «Tre donne scelte perchè rappresentano tre modi diversi di esaltare il proprio genere – spiega Luisanna Tedde –. Marilena Fiori rappresenta l’impegno nel volontariato, nella cura del prossimo, a cui si sono votate tante donne. Valeria Alzari è il simbolo della donna impegnata nella ricerca e che ha già ricevuto un premio Unesco per i suoi studi sulla grafite. E Cinzia Pinna, donna soldato in Afghanistan, sarà premiata perchè si è imposta in un mondo tradizionalmente maschile come quello militare diventando protagonista di atti di coraggio come quello che l’ha vista guidare un’operazione di disinnesco di un ordigno ad alto potenziale che minacciava un villaggio».
 
LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 28 - Sassari
Il libro
Perdersi e ritrovarsi senza paura
 
Giovedì 29 marzo ore 16 Aula magna dell’Università, piazza Università
SASSARI «Perdersi e ritrovarsi, una lettura pedagogica della disabilità in età adulta». È il titolo del libro di Filippo Dettori che sarà presentato domani alle ore 16 nell’aula magna dell’Università. Intervengono il rettore Attilio Mastino; Maria Margherita Satta, direttore del Dipartimento di Storia e Scienze dell’uomo e della formazione. Introduce e modera i lavori PaoloCalidoni, professore ordinario di Didattica generale. Intervengono, oltre l’autore, Pier Giuseppe Vacca, presidente regionale e dirigente nazionale dell’Associazione nazionale mutilati e invalidi civili;Antonio Genovesi, responsabile dell’Unità operativa Educazione sanitaria e promozione della salute dell’Asl di Sassari. Relazione di Roberta Caldin, professore ordinario di Pedagogia speciale all’Università di Bologna.
 
LA NUOVA SARDEGNA
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 31 - Sassari
Borse di studio per gli studenti migliori
A Pozzomaggiore un importo di 5mila euro disponibile per cinque universitari residenti in paese
 
«POZZOMAGGIORE L’amministrazione comunale ha bandito un concorso per l’attribuzione agli studenti universitari meritevoli di assegni di merito per anno accademico 2010/2011. L’intervento per il 2011 sarà di 5.000 euro, divisi in cinque assegni da 1.000 euro ciascuno, che saranno assegnati a studenti universitari capaci e meritevoli, per permettere il raggiungimento di livelli più alti degli studi, premiare la regolarità del percorso e favorire la crescita del capitale umano, risorsa fondamentale per uno sviluppo duraturo e sostenibile. Il bando è riservato agli studenti residenti a Pozzomaggiore, che frequentano corsi di laurea in facoltà con sede nel territorio nazionale e che nell’anno accademico 2010/2011 siano iscritti in corso. Gli assegni saranno attribuiti in base ad una graduatoria che terrà conto della votazione media conseguita, non inferiore ai 25/30, e al reddito. Sarà data la precedenza a chi frequenta un corso di laurea magistrale, al numero di esami sostenuti, alla lontananza della sede di studio e non aver percepito l’assegno di studio nelle precedenti annualità. L’assegno di merito non sarà cumulabile con l’eventuale assegnazione della borsa di studio intitolata alle «Sorelle Castagna-Cossu», ad altre borse di studio Regionali o dell’Ersu e non potrà essere erogato in caso di rinuncia agli studi o presentazione di dichiarazioni non veritiere. La domanda di partecipazione, con l’allegata documentazione, contenuta in una busta che dovrà riportare la dicitura «Bando per l’attribuzione degli assegni di merito» e il mittente, dovrà essere inviata, esclusivamente a mezzo raccomandata postale, entro e non oltre il 06.04.2012, al Comune di Pozzomaggiore -Assessorato alla Cultura-Ufficio Protocollo, via Sac. A. Fadda n. 10. Maggiori informazioni e chiarimenti si potranno ottenere telefonando ai numeri: 079.801123 / 079.801790, tutti i giorni dal lunedì al venerdì, dalle ore 11.00 alle 13.00, e, nei giorni di martedì e giovedì, anche dalle 17.00 alle 18.00. Emidio Muroni
 
LA NUOVA SARDEGNA
9 – La Nuova Sardegna
Pagina 43 - Cultura-Spettacoli
Vasilij Grossman, vita e destino di un uomo schiacciato dal potere
Al Festival della filosofia il ricordo dello scrittore ebreo Ieri chiusura con lo scrittore e teologo Vito Mancuso
di Daniela Paba
 
CAGLIARI Il destino doloroso di Vasilij Grossman, scrittore ebreo ucraino schiacciato tra Lager e Gulag, la sua elaborazione sull’unicità di ogni singola vita, la sua descrizione delle donne come “abitatrici” di speranza sono stati al centro del sesto dialogo del Festival della filosofia che si è chiuso ieri al Teatro Massimo. Protagoniste del dialogo davvero dialogico due donne esemplari per garbo e stile: Margherita Pieracci Harwell - la Mita di Cristina Campo - docente a Chicago e Maria Giovanna Piano, presidente dell’IFOLD. “L’unico merito che ho è d’essere nata molto tempo fa, d’aver incontrato grandi figure come Cristina Campo, d’essermi entusiasmata per Simon Weil quando era ancora poco conosciuta” ha esordito Margherita Pieracci con un accento toscano inalterato dalla lunga permanenza americana. Se Simone Weil propone una visione eroica della vita, ideale di assoluta perfezione, così che tutte le forze tendano verso l’irraggiungibile, “perché l’uomo davanti a una meta raggiungibile si rilassa e si ferma prima”, Grossman in «Vita e destino» racconta un eroe a misura del nostro tempo, uomo ferito, deformato come il Cristo clown di Rouault. L’individuo di Grossman ha subito la deformazione dei totalitarismi, quello dei lager tedeschi che gli hanno tolto la madre e quello delle campagne antisemite di Stalin. Nel mezzo le cronache dell’assedio di Leningrado che Grossman scriveva per il quotidiano dell’esercito “Stella rossa” nel quale lo scrittore si confondeva completamente con i soldati in trincea. In tanto dolore Grossman condanna solo coloro che esulano dall’umano, perché ognuno è contenitore di un intero mondo che se distrutto mai sarà riproducibile e perché ciascuno riflette in modo diverso l’infinita varietà del reale. La storia di «Vita e destino», secondo Maria Giovanna Piano è storia sacrificale. “Se Sergio Givone ieri ha definito la Grazia come ritorno della Libertà esclusa — ha spiegato la studiosa — Simone Weil spiega partendo dall’Iliade che i poteri diventano mostruosi quando utilizzano la forza oltre ogni limite. Nell’antichità si ripete ovunque che la forza va modulata e che non a tutti gli ordini di un sovrano si deve obbedire. Ma la tirannia moderna trasforma in cosa uomini ancora vivi. Questo potere di pietrificazione colpisce in maniera diversa ma simile sia chi la subisce che chi la esercita. Perché chi esercita violenza deve aver distrutto prima in sé l’idea della bellezza, l’idea che la luce dell’aurora è dolce. “C’è una convergenza in quanti scrittori hanno subito la deportazione: oltre il limite della compassione c’è solo il disprezzo, una solitudine totale. Quando non c’è nulla da fare bisogna essere il nucleo di uno splendore inalienabile dell’anima. Quella che alcuni chiamano Dio, che Primo Levi chiamava dignità». Ieri protagonista dell’ultima giornata del festival il teologo e scrittore Vito Mancuso.

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