Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
01 April 2012
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  
    

 
L’UNIONE SARDA

1 - L’Unione Sarda / Commenti (Pagina 15 - Edizione CA)
Cagliari orfana dell’agorà
Ancora pochi gli spazi pubblici
Parlando della città, il filosofo tedesco Georg Simmel aveva osservato che, paradossalmente, mentre si vive una vita sociale più intensa, aumenta il carattere impersonale delle relazioni. Favorisce l’incontro tra persone, ma produce nello stesso tempo l’anonimato. Che cosa manca? Manca l’agorà, che non è solo uno spazio “comune”, ma anche uno spazio “pubblico”, luogo d’incontro tra persone che amano rivedersi, parlarsi, trattenersi. È quanto già l’abbé Sieyès, in piena rivoluzione francese, auspicava come condizione di sviluppo di una società democratica: la “moltiplicazione dei luoghi pubblici” e persino dei “trottoirs”, i marciapiedi.
Cagliari è tra le città che hanno più spazi comuni e meno spazi pubblici. I marciapiedi sono tra i più stretti d’Europa, giusto per passarci; e quanto ai locali, stringe il cuore vedere un vecchio cinema ora dismesso, l’Olimpya, in pieno centro, diventare l’ennesimo magazzeno anonimo: poteva diventare un Cafè alla viennese o alla moscovita. Il Parco della musica è il più bell’esempio di spazio pubblico, ma molti altri spazi attendono di diventare pubblici. Tra questi il bastione del S. Remy. È aperto a tutti, ma solo in pochi possono salirci. E il Poetto? Si parla di un progetto che dovrebbe dare un carattere di modernità all’intero litorale. Ma un progetto studiato a tavolino può ridarci il Poetto di una volta, quello nato e cresciuto al di fuori di ogni disegno precostituito, esattamente come sono nati gli antichi borghi o i centri storici di molte città d’arte?
In attesa di un “meglio” che non sia del tutto nemico del “bene”, occorre ricordare che in una città devono aver voce anche i nostri bambini. Un tempo, si poteva giocare per strada. Si poteva giocare anche nei giardinetti della Stazione. Oggi c’è solo la scuola. Ma la scuola non offre al bambino quelle opportunità di gioco che un tempo gli erano date quasi per natura. Esistono a Cagliari spazi che non sono né strade e neppure giardini, che hanno appena un nome: perché condannarli a non avere neppure un destino?
Franco Epifanio Erdas
(Università di Cagliari)
 
 
2 - L’Unione Sarda / Provincia di Sassari (Pagina 22 - Edizione OL)
Sassari
Selezioni di qualità per le biblioteche
«I titoli di studio e le qualifiche professionali devono essere elemento fondante nei criteri di selezione per i bandi pubblici in ogni settore, anche in quello dei lavoratori della conoscenza».
È la dichiarazione del rappresentante dei giovani della facoltà di lettere Federico Tolu, con riferimento alla selezione per bibliotecario documentarista del Suap del comune. Il parere è stato condiviso da Francesca Cadeddu, presidente dell’Associazione italiana biblioteche, Carla Ferrante dell’associazione archivisti e Giuseppina Manca di Mores di Ana, associazione nazionale archeologi.
«La notizia della sospensione della selezione è stato un vero sollievo - hanno detto - anche grazie alla protesta. Ora auspichiamo l’apertura di un dibattito sul ruolo delle professioni della cultura». Un dialogo con le istituzioni regionali e le università che guardi al mercato del lavoro. «È il momento - si legge nella nota - di riportare qualità nei servizi pubblici e privati attraverso la formazione universitaria e post universitaria». Per questo, le associazioni si batteranno per contribuire ad elevare il livello del sistema culturale. ( a. br. )
 

 
LA NUOVA SARDEGNA 
 
3 - La Nuova Sardegna / Pagina 26 - Sassari
LE PROFESSIONI DELLA CULTURA 
Occorre una legge che definisca i corsi dell’archivista 
di Gavino Masia
SASSARI Le associazioni dei Beni culturali (Alef per gli studenti della facoltà di Lettere, Aib per i bibliotecari, Anai per gli archivi e Ana per gli archeologi), si sono riunite per elaborare un documento mirato alla definizione chiara e codificata delle professioni della cultura. La nota prende spunto dalla recente sospensione della selezione pubblica per titoli e colloquio, fortemente invocata dalle stesse associazioni, per il conferimento di un incarico di bibliotecario-documentalista da inserire nell’archivio Suap del Comune. «È necessario ripresentare il bando di selezione per bibliotecario documentalista — sostiene la presidente Anai Carla Ferrante —, senza escludere, come invece avvenuto, chi ha effettuato un percorso formativo appropriato come gli archivisti. Le associazioni ritengono che sarebbe sufficiente l’approvazione di una legge, ferma in Parlamento dal 2008, che porterebbe ad una definizione delle professioni della cultura: alla definizione di archivista, del percorso universitario di formazione e dei settori della cultura in cui si potrebbe operare. «Sarà presto organizzato un dibattito — aggiunge il presidente dell’Alef Federico Tolu —, che, includendo le istituzioni regionali e le università della Sardegna, parta dalla reale spendibilità sul mercato del lavoro del titolo di laurea in Scienze e Conservazione dei beni Culturali (indirizzo archivistico-librario, archeologico e demoetnoantropologico), che vede la preparazione di figure altamente professionalizzate che poi non trovano alcuno sbocco lavorativo se non in percorsi completamente differenti dalla formazione ricevuta». Le associazioni ribadiscono che i corsi di formazione regionale abilitanti non possono essere anteposti, e in taluni casi preferiti, all’attuale laurea in Scienze e Conservazione dei beni culturali o ai vecchi ordinamenti della laurea in Lettere. Convinti, soprattutto, che sia giunto il momento di ridare qualità al sistema culturale attraverso la formazione universitaria e post universitaria, e di fare in modo che la classe dirigente smetta di anteporre i particolarismi alle necessarie esigenze del sistema culturale.
 
 
5 - La Nuova Sardegna / Pagina 25 - Sassari
CINQUANT’ANNI DI ATTIVITÀ
Donne e professioni, i traguardi Fidapa 
di Daria Pinna
SASSARI Una storia lunga cinquant’anni tracciata all’insegna dell’onestà, della trasparenza e della profonda amicizia fra donne. Valori importanti al giorno d’oggi, che hanno portato la sezione cittadina della Fidapa a festeggiare il cinquantesimo anno di attività e di impegno sociale con le donne e per la collettività. «E’ un momento importante per la nostra città che ha visto crescere un sodalizio sempre attento agli aspetti femminili della società, alle pari opportunità, alla presenza «rosa» in politica- ha detto l’assessore Monica Spanedda durante la cerimonia a Palazzo Ducale -. E anche se alcune donne hanno raggiunto dei ruoli di potere, sono ancora pochi gli esempi in cui l’esperienza e la sensibilità femminili possono esprimersi al meglio». A tessere le fila dei ricordi lunghi mezzo secolo è stata la presidente della Fidapa di Sassari Luisanna Tedde, che ha illustrato, accanto alla presidente nazionale Eufemia Ippolito e alla presidente del distretto Sardegna , Elena Burrai, le numerose attività portate avanti dalla sezione sassarese. Oltre all’impegno per le attività artistiche e culturali, la Fidapa ha trattato argomenti importanti come l’educazione alla salute, con particolare riguardo al tema dell’anoressia e della bulimia, affrontati con i ragazzi delle scuole del territorio. La sezione ha anche effettuato una raccolta di dati e firme sulla situazione del servizio sanitario nazionale relativamente alle problematiche del tumore al seno, cui ha fatto seguito una precisa richiesta alla Regione Sardegna, in ordine alla cura e alla prevenzione. Doveroso annoverare la miriade di convegni di carattere informativo promossi in città, primo fra tutti il tema sulla raccolta e trasformazione dei rifiuti urbani e l’incontro sul tema delle professioni del terzo millennio “Nuovi orizzonti per le donne”. Un colore squisitamente locale ha avuto l’edizione del 2006 del premio di poesia e prosa sassarese intitolato a Rosilde Bertolotti, luminosa figura di maestra elementare. Nel pomeriggio di venerdì, la cerimonia è proseguita nell’aula magna dell’ateneo, alla presenza del rettore Attilio Mastino, della presidente della Provincia Alessandra Giudici, e del comandante della Brigata Sassari Maurizio Sulig.Quindi la premiazione di Marilena Rimini Fiori, presidente dell’Ail (Associazione italiana leucemie), di Valeria Alzari, giovane ricercatrice del dipartimento di chimica dell’università, e di Cinzia Pinna, caporal maggiore della Brigata Sassari. Tre donne straordinarie che raccontano tre modi diversi di esaltare il proprio genere: Marilena Rimini Fiori per il costante impegno nel volontariato e nella cura del prossimo, Valeria Alzari , simbolo della donna impegnata nella ricerca che ha già ricevuto un premio Unesco per i suoi studi sulla grafite. E Cinzia Pinna, donna soldato in Afghanistan, premiata per il suo coraggio e la sua determinazione in un mondo tradizionalmente maschile come quello militare.
 
 
6 - La Nuova Sardegna / Pagina 51 - Sport
La polemica 
Il Cus Cagliari al sindaco Zedda: «Scusate, ci siamo anche noi» 
CAGLIARI L’incontro tra il sindaco Massimo Zedda e la Dinamo Sassari è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. A sentirsi tradito è stato il Cus Cagliari, che dopo tanti anni ha riportato la massima serie nel capoluogo. In un comunicato stampa la società di Sa Duchessa ha voluto sottolineare la scarsa attenzione del sindaco.Non si tratta di gelosia nei confronti del sodaliziopresieduto da Sardara, ma semplicemente della constatazione che verso le universitarie non sia mai arrivato un minimo sostegno morale, neppure un biglietto di auguri per un ritorno in A1 dopo 34 anni.«Il Cus si aspettava più considerazione – dice la nota –. Il Cagliari Calcio e la Dinamo Sassari sono alla pari del Cus Cagliari squadre che militano nella massima serie dei rispettivi campionati». (m.g.p.)
 
 
7 - La Nuova Sardegna / Stop alle rinunce per (quasi) tutti i fabici 
I risultati di due anni di ricerca aprono un spiraglio se verranno sostituiti i cultivar tradizionali 
ALGHERO Arrivano dalla Francia le fave non tossiche. E’ questo il risultato di uno studio al quale ha partecipato una équipe dell’ospedale civile di Alghero. Ora la speranza è riposta negli agricoltori che dovrebbero sostituire le vecchie cultivar con un processo nuovo. Così, anche i soggetti affetti da favismo, quindi carenti di G6pd e cioè portatori di una variante dell’enzima glucoso-6-fosfato deidrogenasi, potrebbero mangiare fave. Ma solo quelle a basso tenore di due composti glucosidici: vicina (V) e convicina (C), che nei fabici possono causare anemia anche grave. Sembra dimostrare questo, lo studio sperimentale portato avanti per due anni su soggetti parzialmente (eterozigoti) carenti di G6pd in una prima fase e, in seguito, su soggetti con carenza totale dell’enzima. In campo, per affrontare questo studio, guidati dal primario del Laboratorio analisi di Alghero Gino Simula e medici, infermieri e tecnici dell’ospedale civile di Alghero, sono impegnati i ricercatori del Dipartimento di genetica, biologia e biochimica dell’Università di Torino con a capo il professor Paolo Arese e l’équipe guidata da Gérard Duc dell’Inra, l’Istituto nazionale della ricerca agronomica di Digione in Francia. Lo studio parte dalla ricerca congiunta realizzata dall’Inra di Digione in collaborazione con l’università di Torino. Il gruppo francese ha selezionato alcuni ceppi di fave a bassissimo contenuto di componenti tossici per i soggetti G6pd carenti. "Questi legumi potrebbero rappresentare una soluzione al problema del favismo - afferma Gino Simula – ma non esisteva ancora alcuno studio nutrizionale che ne accertasse la innocuità anche per soggetti G6pd-carenti". Questo studio conclusivo è stato condotto nel marzo 2011 e ha dato risultati sovrapponibili a quello eseguito sulle donne con carenza parziale. "Durante l’osservazione - spiega ancora il primario del Laboratorio analisi di Alghero -volontari abbiamo somministrato 500 grammi di fave fresche ogni 70 chili di peso corporeo, una quantità superiore dieci volte un normale pasto. Con cadenza oraria abbiamo monitorato i valori dei globuli rossi nel sangue. A distanza di 10 ore e poi di 24 e 48 ore dall’ingestione non si è avuto né alcun danno biochimico ai globuli rossi né alcun segno di emolisi".
 

QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa CRUI
Link: rassegna stampa MIUR

 

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