Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
15 July 2012
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  
    

 
L’UNIONE SARDA

1 - L’Unione Sarda / Economia (Pagina 12 - Edizione CA)
Quanto contano sei mesi fuori
Erasmus non vuol dire solo studio
Androulla Vassiliou
Commissario Europeo Istruzione, cultura e multilinguismo
È stato nel 1987 che, per la prima volta, alcuni studenti Erasmus hanno fatto le valigie per lanciarsi in un’avventura che non avrebbero dimenticato presto. Oggi 33 paesi fanno parte del programma: i 27 Stati membri dell’Unione europea (Ue), la Croazia, l’Islanda, il Liechtenstein, la Norvegia, la Svizzera e la Turchia. E quasi 3 milioni di giovani europei hanno ricevuto una borsa Erasmus. Oggi le borse di studio rimangono la scelta più popolare, ma più di 40 mila borsisti hanno fatto un’esperienza professionale nelle imprese, contribuendo a rinsaldare i vicoli tra il mondo professionale e il mondo universitario. Erasmus non si rivolge solo agli studenti: anche gli insegnanti e gli altri componenti del personale universitario possono ottenere borse.
Il prossimo capitolo si sta ancora scrivendo. Questo 25 esimo anniversario è celebrato nel momento in cui la Commissione europea si prepara a varare “Erasmus per tutti”, il suo nuovo programma per l’istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport, previsto per il periodo 2014-2020. La Commissione ha proposto un importante aumento di bilancio: da 2,5 milioni di euro per il periodo di bilancio attuale (2007-2013) a quasi 5 milioni per i successivi sette anni. Questo aumento consentirà di aumentare il numero di borse disponibili per studiare, insegnare, seguire una formazione o svolgere attività di volontariato all’estero.
I due terzi del bilancio saranno destinati alle borse destinate al rafforzamento delle conoscenze e delle competenze. Il programma sarà aperto ai paesi non membri dell’Ue. In tal modo, potranno essere concesse borse a studenti o a membri del personale educativo che si recano in un paese terzo e a studenti e membri del personale di paesi terzi che desiderano studiare, formarsi e insegnare nell’Unione europea. La Commissione ha inoltre proposto di creare un fondo di garanzia di prestiti, nel quadro di Erasmus per tutti. Questo fondo sarebbe destinato agli studenti che intendono effettuare un ciclo completo di master in un altro paese europeo, dal momento che è spesso difficile per loro ottenere un prestito a un tasso ragionevole. Condividendo i rischi del mancato pagamento con gli istituti di credito, questo meccanismo si propone di concedere prestiti a 330 000 studenti nel periodo 2014-2020. La proposta della Commissione è stata sottoposta agli Stati membri dell’UE e al Parlamento europeo per esame e negoziazione.
 

 
LA NUOVA SARDEGNA 
 
2 - La Nuova Sardegna / Pagina 20 - Sassari
«Il cda senza donne è illegittimo» Guerra rosa in ateneo 
Il Comitato di garanzia per le pari opportunità e i consigli di Agraria e Scienze politiche chiedono interventi al rettore 
Maria Lucia Piga La mancanza di rappresentanza femminile che avevamo più volte richiesto porterà l’università all’ingovernabilità
di Paoletta Farina
SASSARI Scoppia la battaglia per le quote rose all’università. A dar fuoco alle polveri sono state le nomine, praticamente tutte maschili, nel consiglio d’amministrazione dell’ateneo, eletto il 27 giugno scorso e insediatosi appena quattro giorni fa. Nomine che violerebbero i principi costituzionali di trasparenza e di pari opportunità previsti dalla riforma Gelmini con la legge 240 del 2010, secondo la quale l’equilibrio tra consiglieri uomini e donne deve essere rispettato in ogni componente: interna, esterna e studentesca. L’unica, quest’ultima, che sia riuscita ad eleggere due universitarie nell’organo di governo con una votazione che però si era svolta separatamente. Un pasticcio, quello dell’assenza femminile, a cui una parte del mondo accademico chiede ora di rimediare, anche adottando provvedimenti in autotutela «perchè c’è il rischio reale che si metta in crisi la governabilità dell’ateneo – dice la presidentessa del Comitato di garanzia per le pari opportunità Maria Lucia Piga–. A fronte di un cda composto senza tener conto della legge 240, chiunque può impugnare un suo atto ritenendolo illegittimo».La presidentessa, con due comunicazioni al rettore, al direttore generale e ai senatori del 26 giugno e del 10 luglio scorsi, chiedeva sia provvedimenti per riequilibrare l’organismo che la sospensione dell’insediamento del cda. Ma alle sue richiesta non è arrivata nemmeno uno straccio di risposta e il rettore Attilio Mastino, facendo imbufalire l’altra metà del cielo universitaria, avrebbe liquidato la vicenda come «una questione interna». Ma intanto è cresciuta la mobilitazione. I consigli dei dipartimenti di Agraria e di Scienze politiche hanno votato, entrambi all’unanimità, mozioni in cui si esprime preoccupazione e disagio . Di più. I docenti di Agraria chiedono al rettore «di voler riconsiderare la composizione di genere del cda in ragione della competenze che a lui sono attribuite dal nuovo statuto di ateneo e per le prerogative che gli sono proprie di “assicurare l’osservanza delle norme dell’ordinamento universitario”». Una presa di posizione seguita a quella personale deldirettore del dipartimento di Agraria, Giuseppe Pulina, che rivolgendosi al Magnifico aveva dato man forte alla Cpo segnalando una «carenza» nell’assenza di rappresentanza femminile e segnalando che «altri atenei, come quello federato di Cagliari, hanno invece previsto espressamente nel loro statuto la pari opportunità di genere per una quota pari almeno a un terzo dei componenti del cda». Infatti, nella nuova “carta” dell’ateneo la rappresentanza femminile non viene fissata, ma demandata alle disposizioni di legge. Anche questa una “dimenticanza” che è un campanello d’allarme. Una cosa, intanto, è certa: già dall’inizio dell’avvio delle procedure di nomina del consiglio d’amministrazione, per le donne non tirava un’aria buona. E lo si capisce dal fatto che pur tra tante autorevoli candidature femminili, soltanto due donne siano state giudicate idonee, e solo nella fascia dei docenti. Non elette, appunto, una di loro, successivamente, è stata scelta per la squadra dei 27 delegati del rettore che completano la nuova governance di ateneo. A vederlo da fuori, sembrano le classiche lacrime di coccodrillo del solito maschilismo dilagante; ogni tanto prova vergogna e cerca di metterci una pezza. Ora bisognerà vedere cosa accadrà. Sulla composizione del cda potrebbe essere il ministero a voler dire la sua, affermano alcune correnti di pensiero. Da parte sua il rettore, si dice, avrebbe ottenuto da giuristi consultati il via alle nomine. Non si sa se i giuristi chiamati ad esprimersi siano stati uomini o anche donne. 
  
      

QUOTIDIANI NAZIONALI
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