Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
29 December 2011
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  
    

 
L’UNIONE SARDA

1 - L’Unione Sarda / Prima Pagina (Pagina 1 - Edizione CA)
Le difficoltà nel mondo del lavoro
I giovani devono imparare a non avere paura
GIUSEPPE MARCI
Se potessi, in questo inizio dell'anno 2012, esprimere un sincero augurio ai lettori, lo farei con le parole pronunciate dal professor Ugo Carcassi, nel corso della cerimonia che l'Università di Cagliari ha organizzato per festeggiare i 90 anni dell'illustre clinico.
Ci sono uomini che, a contrasto con una generale fralezza, appaiono, e sono, quali querce maestose che sfidano i venti.
Il professor Carcassi, classe 1921, ha raccontato delle molte difficoltà incontrate, al ritorno a casa dopo la guerra, quando i posti di lavoro, anche nel settore medico, erano occupati da coloro che la guerra non l'avevano fatta.
Lo ha detto rivolgendosi ai giovani allievi, per spiegare che le difficoltà, sicuramente deprecabili, che i giovani incontrano oggi per l'inserimento nel mondo del lavoro, e la stessa crisi dell'economia, non sono una novità e altre volte si sono verificate, sono state affrontate e vinte, nella storia del mondo.
Non lui, ma i suoi allievi hanno fatto il lungo elenco delle realizzazioni compiute dall'insigne docente: le specializzazioni conseguite, la brillante carriera universitaria percorsa, i successi nella ricerca, le pubblicazioni scientifiche, la costituzione di una scuola di valore internazionale.
Il Professore ha detto: "Non abbiate paura". E lo ha ripetuto più volte, per infondere coraggio a chi lo ascoltava.
Con la stessa convinzione trasmetto le sue parole a chi legge il giornale: non abbiate paura.
La crisi economica si fonda su ragioni strutturali ma per una non trascurabile parte, in Italia e nel mondo, dipende da elementi imponderabili, dalle preoccupazioni degli investitori, dal minor coraggio di imprenditori che temono il rischio implicito nel loro mestiere, dalle remore di chi, così, rinuncia a percorrere sentieri nuovi e potenzialmente produttivi, per sé e per gli altri.
Ciò vale per tutti noi, beninteso, quando rinunciamo a superare un problema che potremmo affrontare e chiediamo assistenza.
Ci sono garanzie che distinguono una civiltà e debbono essere difese. Nello stesso tempo è inopportuno pensare che tutto ci sia dovuto, quasi fossimo bambini impauriti da ciò che appare più grande di noi.
Diventare adulti e forti significa imparare a non aver paura e a prendere di petto le difficoltà come fanno gli individui maturi e forti.
Non abbiate paura del 2012 che inizia.
 
 
2 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 18 - Edizione CA)
BUONCAMMINO. Le opinioni del preside di Architettura sul futuro dell'istituto
«Il carcere? Parco urbano» Il soprintendente Tola: edificio storico, vincoli rigidi
Il conto alla rovescia per la chiusura del carcere di Buoncammino è già iniziato. Il vecchio istituto di pena, con l'apertura di Uta, sarà a disposizione della città, dei cagliaritani e dei turisti. Sul suo impiego futuro i vertici di Regione, Provincia e Comune invitano a decisioni condivise e democratiche. Ma che ne sarà dell'edificio realizzato oltre 150 anni fa in un punto tra i più belli del capoluogo? Quali saranno le soluzioni per il suo impiego visto che è un monumento (con vincoli rigidi della Soprintendenza) e che il Dipartimento penitenziario vuole tenere per sé la parte amministrativa per trasferirci la sede del Dap attualmente ospitata in una palazzina in affitto in via Tuveri? Museo, campus universitario, albergo, biblioteca? È opportuno iniziare a ragionare sul tema in tempi molto brevi.
«UN BENE STORICO» Gabriele Tola è soprintendente per i beni architettonici e paesaggistici della Sardegna. «Difficile ipotizzare soluzioni sino a che il carcere di Buoncammino non verrà dichiarato dismesso con un decreto del ministro della Giustizia». Il provveditore Gianfranco de Gesu ha annunciato il completamento dei lavori dell'istituto di pena di Uta a giugno. Almeno c'è una data di riferimento. «Come tutte le grandi opere il penitenziario di Buoncammino è imbarazzante. È un monumento storico per la città, un'opera architettonica di valore inestimabile e per questo motivo sottoposto a vincoli di tutela molto rigidi. Una cosa è certa - afferma il soprintendente Tola - l'edificio che ospita il carcere deve essere conservato». Demolirlo? «Non se ne parla neanche: la legge lo vieta». La soluzione? «Bisogna partire dal fatto che la città ha fame di luoghi. Serve un percorso di riflessione con tutti gli enti interessati, scartando scelte irrealizzabili: trasformare le celle in suite di lusso sarebbe certamente troppo costoso». Il Dap ha messo il veto sugli uffici. Rimane da valutare l'impiego della zona detentiva. Sull'argomento Tola è scettico. «Non è possibile pensare che una parte venga utilizzata dal Dipartimento penitenziario e l'altra venga dismessa. La coabitazione di due realtà diverse sarebbe difficile, soprattutto in un edificio così omogeneo».
PARCO URBANO Il carcere è solo un tassello di un mosaico che comprende grandi aree pubbliche. È da questo presupposto che parte il ragionamento di Antonello Sanna, preside della facoltà di Architettura. «Penitenziario, Orto botanico, Ospedale civile, Anfiteatro, Terrapieno fanno parte di un grande Parco urbano. Un polo della cultura e dell'istruzione che va restituito al capoluogo nel quale l'Università è disposta a giocare un ruolo». Rispettando vincoli e opzioni, quale potrebbe essere l'utilizzo della struttura? «Gli edifici potrebbero essere trasformati facilmente in strutture di archivi e biblioteche universitarie aperte al pubblico. Prima - precisa il preside - bisogna conoscere come è fatto il carcere, come sono disposte le celle, i corridoi, gli spazi. E questo, per ovvi motivi di sicurezza, si potrà conoscere solo una volta che il penitenziario verrà dismesso. Per decidere il destino, comunque, è fondamentale una partecipazione pubblica. Tutti devono essere coinvolti».
UTA, LE CRITICHE Dal vecchio carcere di Buoncammino al nuovo di Uta. «Locali inadeguati, spazi insufficienti per gli operatori e i colloqui con i familiari, servizi e rete viaria carenti. Il nuovo carcere di Cagliari, che sta sorgendo in una landa desolata nel comune di Uta, rischia di nascere con una serie di pecche che ne condizioneranno la funzionalità». Lo denuncia Maria Grazia Caligaris, presidente dell'associazione Socialismo diritti riforme. «È indispensabile convocare all'inizio del nuovo anno una conferenza dei servizi che coinvolga tutti i soggetti istituzionalmente responsabili per trasformare un territorio isolato in un zona accogliente, con apposite strutture ricettive, servita da collegamenti pubblici. In caso contrario verranno ulteriormente compromessi l'umanizzazione della pena e il diritto all'affettività, nonché quello alla salute considerata la distanza dalla città di Cagliari e quindi dagli ospedali».
Andrea Artizzu
 
 
3 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
SANITÀ. I casi urgenti smistati tra gli altri ospedali, gli altri dovranno attendere qualche giorno
Tac guasto, disagi per i pazienti
Binaghi senza tomografo, un mese fa si era rotto quello del Policlinico
In fila per una Tac. Ieri il tomografo, il macchinario per fare la Tac, utilizzato all'ospedale Binaghi si è guastato e solo per i casi più urgenti si è proceduto all'esame. Non certo nel presidio sanitario di Monte Urpinu, ma negli altri ospedali della Asl 8. Mentre chi poteva attendere è stato invitato a ripresentarsi fra qualche giorno. Giusto il tempo per la riparazione, «che avverrà entro 24 ore», fa sapere la Asl.
AL POLICLINICO Al Binaghi, inoltre, erano stati dirottati diversi pazienti dal Policlinico universitario di Monserrato. Anche nei reparti dell'Azienda mista, infatti, il 29 novembre si è rotta l'apparecchiatura per fare la Tac, pare a causa di un improvviso calo di tensione nella corrente elettrica. Racconta un paziente che vuole mantenere l'anonimato: «Dovevo fare una Tac ma mi hanno detto che a causa di un interruzione dell'energia elettrica il tomografo si è guastato. Così mi hanno detto di ritornare che mi avrebbero fatto l'esame senza dover rifare la fila». Dall'Azienda mista confermano che «quel giorno la Tac non si poteva fare», e che «i pazienti sono stati riassegnati». Peccato che non sia stato così.
AL BINAGHI «Mi hanno detto che dovevo aspettare, così mi sono rivolto al medico che mi aveva in cura che mi ha consigliato chiamare il Cup (Centro unico di prenotazioni) della Asl e prenotare l'esame». Primo giorno disponibile ieri, al Binaghi. Però le disavventure non arrivano mai sole. «Martedì mi hanno chiamato dicendo che si era rotto».
LA ASL «In realtà non si è guastato il macchinario, ma solo una scheda che ne permette il suo funzionamento», fanno sapere dalla Asl 8, «in ogni caso entro 48 ore verrà sostituita e sarà possibile fare gli esami diagnostici». I disagi fortunatamente riguardano solo cinque pazienti. I casi più urgenti sono stati “smistati” tra gli altri ospedali, mentre quelli per cui era possibile attendere qualche giorno, sono stati invitati a ripresentarsi.
IL PROBLEMA Il punto è che il tomografo del Binaghi è un macchinario vecchio e l'ospedale attende che venga cambiato. Ci vorrà ancora qualche mese, infatti «i finanziamenti per quello nuovo sono stati già stanziati», afferma la Asl. Il bando per l'assegnazione della commessa «è in fase di pubblicazione». Dunque il presidio sanitario di Monte Urpinu avrà presto una nuovo tomografo. (m. g.)
 
 
4 - L’Unione Sarda / Cronaca Regionale (Pagina 9 - Edizione CA)
IL CASO. Così i piccoli imprenditori e gli artigiani finiscono per fallire
Dagli appalti al Tribunale Opere Pubbliche e i lavori pagati in grave ritardo
Su L'Unione Sarda di ieri, a pagina 23, per decisione del giudice, siamo stati costretti a pubblicare integralmente la lettera di rettifica speditaci questa estate da Opere Pubbliche, lettera che era stata già pubblicata parzialmente (per evitare l'eccessiva lunghezza del testo). Per aiutare i nostri lettori a capire e per dare voce ai piccoli imprenditori, ricostruiamo l'intera vicenda aggiungendo molti fatti nuovi.
Il «sistema» è semplice e terribilmente efficace: la “Opere pubbliche”, grossa società per azioni con sede amministrativa a Cagliari e filiali in Libano e Giordania, si aggiudica gare per grandi cantieri e subappalta immediatamente i lavori ad altre imprese. Pesci piccoli, di fronte al colosso della famiglia Gariazzo, che eseguono le opere e non vengono pagati. Almeno non subito. Il «sistema» prevede proprio questo: anche se la “Opere pubbliche” incassa da Stato, Regione o altri Enti locali le commesse - spesso milionarie - non trasferisce i soldi alle ditte che hanno portato a termine i cantieri. E a loro, le piccole imprese, rimane solo la strada della causa civile in tribunale. Tradotto: anni e anni di battaglie legali che magari si risolvono con una vittoria a tempo ormai scaduto. Quando, cioè, il pesce piccolo è già fallito, morto, spinto a fondo da quello più grande. Questo è il «sistema», ma guai a chiamarlo in questa maniera perché la Opere pubbliche Spa nega tutto: è semmai colpa della «crisi generalizzata», della «attuale situazione congiunturale» e via coi luoghi comuni.
LE IMPRESE Eppure sono le imprese a definirlo così. Giulio Garau, della Sub Service Srl, racconta chiaramente quello che succede a chi lavora con la società amministrata da Alessandro, Roberto e Francesco Gariazzo: «Le ditte che riescono ad arrivare al decreto ingiuntivo sono una piccolissima percentuale, in quanto strutturate nell'organizzazione tecnico-amministrativo-legale. Le altre invece, non arriveranno mai ad avere quanto dovuto perché soccombenti rispetto al sistema di capacità giudiziaria della società Opere pubbliche che ha un ufficio legale e una politica aziendale tesa a evitare con tutti i mezzi qualsiasi pagamento ai subappaltatori, prestatori e fornitori». Garau descrive un mondo dove c'è una grande impresa di costruzioni che detta legge e una galassia di piccoli imprenditori che è costretta a sottostare al «sistema», perché spesso è l'unico modo per lavorare in questo momento. E spiega che, almeno apparentemente, per la “Opere pubbliche” non valgono le stesse regole che gli altri devono rispettare per ricevere i soldi dalla Stato.
I PAGAMENTI «Il decreto legislativo 163 del 2006», dice il rappresentante della Sub Service, che ha lavorato con la società cagliaritana - sede in viale Bonaria e a Roma, in via Guidubaldo Del Monte, ai Parioli - parla chiaro: «Prevede che prima di effettuare i pagamenti degli stati di avanzamento dei lavori dell'impresa, l'amministrazione appaltante, attraverso il responsabile unico del procedimento, deve richiedere all'impresa appaltatrice il deposito delle fatture dei subappaltatori quietanzate entro venti giorni successivi al pagamento dello stato di avanzamento dei lavori. E solo dopo aver ottemperato a quest'obbligo», che garantisce proprio i subappaltatori, si può «pagare il nuovo stato di avanzamento dei lavori». Invece la società di Garau, subappaltatrice della Opere pubbliche nei cantieri del G8 a La Maddalena, non ha mai ricevuto questa tutela nonostante l'abbia chiesta più volte, con diverse raccomandate, alla “Struttura di missione” che doveva occuparsi dei preparativi del summit, la stessa finita nel mirino della magistratura fiorentina. La procedura richiesta dall'articolo 118 del decreto legislativo «non è stata attivata nei confronti dei subappaltatori di Opere pubbliche». La società però è stata «interamente pagata». E allora l'unica via d'uscita è costituita da «cause civili con lunghissimi tempi, costi e spese accessorie e conseguente mancanza di liquidità».
LE LEGGI SUGLI APPALTI Il “Codice dei contratti pubblici” prevede molte garanzie per i subappaltatori e per evitare le infiltrazioni mafiose nei grossi appalti. Come il divieto di subappaltare più del 30 per cento dei cantieri. La normativa stabilisce anche la possibilità di pagare direttamente ai subappaltatori il conto dei lavori realizzati. Ma si tratta di un'opzione che utilizzano in pochi. Perché per le grandi imprese è meglio ricevere i soldi direttamente dalla «stazione appaltante», cioè lo Stato, e poi trasferire, magari in ritardo, i soldi alle ditte che hanno lavorato insieme a loro. Peccato che questa cascata a volte si blocchi proprio prima di arrivare a valle. Dove ci sono, ad aspettare, anche i professionisti che hanno lavorato ai progetti. E anche la “Opere pubbliche” non farebbe eccezione. Dagli avvocati che seguono i profili legali, ai commercialisti che si sono occupati degli aspetti fiscali. Perfino gli ingegneri che si sono occupati dello sviluppo dei cantieri lamentano ritardi nei pagamenti.
GLI APPALTI La società dei Gariazzo - originari di Carloforte - nonostante il «sistema» però vince tutti gli appalti che contano. Come quello per il nuovo carcere di Uta. Un progetto che costerà in tutto allo Stato 85 milioni di euro. O il “blocco Q” del Policlinico di Monserrato, quello che dovrebbe consentire il trasferimento di molti dipartimenti del vecchio ospedale San Giovanni di Dio e della clinica pediatrica Macciotta. Ma nel portafoglio della Opere pubbliche c'è pure la «depurazione e il sollevamento delle acque nel Cagliaritano e nel Sulcis» e altre commesse di Abbanoa. Ma i ritardi spesso non sono legati solo ai pagamenti delle imprese subappaltatrici, ma anche alla realizzazione delle opere. E le due cose sono spesso in un rapporto di causa-effetto.
IL CARCERE Il penitenziario che sta sorgendo nei terreni di Santa Chiara a Uta, che sostituirà quello di Buoncammino, doveva essere inaugurato a marzo 2011. Così decretò il Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) all'affidamento dei lavori. Il traguardo però è slittato di molti mesi, tanto che ancora oggi, a fine dicembre, la struttura non è ancora finita. A contribuire al rallentamento è stata anche la protesta degli operai che hanno costruito buona parte del carcere. Che lo scorso ottobre lamentavano di non aver ancora ricevuto lo stipendio dell'agosto precedente. Non solo: proprio in quei mesi sono arrivati i licenziamenti, denunciati dai sindacati Cgil, Cisl e Uil: 50 persone in primavera e altre 30 a ottobre.
Michele Ruffi
 
 
5 - L’Unione Sarda / Provincia di Sassari (Pagina 21 - Edizione OL)
Concerto nella Cattedrale
Alghero
Questa sera alle 20, nella Cattedrale di Santa Maria, la Celebrazione dell'anniversario della nascita dell'Università di Sassari con il concerto dell'orchestra da camera Ellipsis, il Coro polifonico algherese e il solista Tony Chessa.
   


 
LA NUOVA SARDEGNA 
 
6 - La Nuova Sardegna / Pagina 2 - Oristano
Cultura. L’attribuzione riconosce nei fatti la bontà della proposta dei corsi istitutiti nella città tra i quali emergono eccellenze assolute 
UNIVERSITÀ, AL CONSORZIO 200MILA EURO IN PIÙ 
Il finanziamento assegnato dalla giunta regionale. Soddisfatta la presidente Tarantini  
Un importante segnale per il territorio e per il futuro 
SIMONETTA SELLONI 
Oristano. Un sospiro di sollievo sulle prospettive dell’Università di Oristano, alla quale la Regione ha destinato 2 milioni 247mila euro.
Non che la grande paura sia del tutto passata, nel senso che sul futuro dell’Ateneo oristanese pende l’incognita della prossima finanziaria regionale (per i tagli - asseriti per errore - al fondo unico); ma la buona notizia è che, evidentemente, anche alla Regione si sono resi conto che l’eccellenza costituita da Oristano (dove è stata anche avviata la Scuola di specializzazione in Archeologia subacquea dell’Università di Lettere di Sassari) era meritevole di robuste iniezioni di fiducia. Che, tradotto, significa denari: per dare gambe a progetti e impegni assunti con studenti, docenti. Con il territorio.
Allora. Il 23 dicembre la giunta regionale ha dato il via libera al finanziamento di 6 milioni di euro per le università decentrate che prevede l’attribuzione all’ateneo oristanese di 2 milioni, 247mila 246,70, attraverso il Consorzio Uno di cui è presidente la professoressa Pupa Tarantini. Rispetto a quanto avuto lo scorso anno, Oristano incamera quindi circa 200mila euro in più: molto più che un atto di fede rispetto alla genunità della proposta curriculare, una evidente apertura di credito che presuppone l’analisi del merito di quanto l’università sta facendo. E se per il prossimo anno Oristano ha chiesto più fondi (circa due milioni 516mila), la presidente Tarantini è comunque soddisfatta e se proprio non grida allo scampato pericolo, sottolinea la «positività di una decisione che segna un deciso passo in avanti e ci permette di continuare a progettare». Nella stessa delibera di giunta dell’assessore alla Pubblica istruzione Sergio Milia, per fare un altro esempio, l’ateneo nuorese perde circa 250mila euro, e viene evidenziata la criticità di altre sedi decentrate. Non Oristano, in serena e ottimistica crescita.
 
 
7 - La Nuova Sardegna / Pagina 21 - Sassari
Grande festa con la partecipazione di oltre 200 studenti 
Un menù prelibato, canti e balli per il Natale alle mense dell’Ersu 
SASSARI. Un menù ricco di piatti tipici della tradizione sarda, ricette di terra e di mare: pasta fresca, sughi elaborati, porcetto e moscardini nel cenone di Natale realizzato nei giorni scorsi nella mensa Ersu di Via dei Mille.
L’iniziativa, voluta dagli studenti e sostenuta dall’Ente per il diritto allo studio, si è trasformata in una grande festa in cui si sono incontrati per gli auguri oltre duecento studenti dell’università sassarese.
«L’idea è nata dal desiderio dei fuori sede di trovare un luogo di incontro per festeggiare insieme il Natale e il nuovo anno prima del tradizionale ritorno in famiglia - dice il rappresentante degli studenti Giosuè Cuccurazzu-, per questo abbiamo chiesto uno spazio idoneo all’Ersu che ci ha subito offerto la possibilità di usufruire della mensa di via dei Mille, ma anche della grande fantasia e abilità dei suoi cuochi che hanno predisposto un menù ricco di cibi selezionati tra quelli più prelibati della tradizione natalizia sarda». Per gli studenti è stato un motivo di soddisfazione. «Per noi è stato molto importante avere il sostegno e la fiducia dell’Ente per creare questa occasione unica di incontro alla quale hanno partecipato universitari fuori sede, ma anche tanti sassaresi e molti rappresentanti dell’amministrazione Ersu».
Dopo la cena gli studenti hanno dato vita ad una autentica festa improvvisando canti e balli sardi che hanno animato la serata sino a tarda sera. Proposte culinarie di altissimo livello anche nel pranzo di auguri allestito nella mensa di via Padre Manzella. «La funzione principale dell’Ersu è quella di tutelare e garantire il diritto allo studio - dice il presidente Gianni Poggiu - ma crediamo sia importante anche sostenere le iniziative culturali e di convivialità mirate a creare aggregazione e coesione sociale. Anche noi che ora siamo chiamati a ricoprire un ruolo di amministrazione e direzione siamo stati studenti e sappiamo che nella festa ci si incontra, si ride e si scherza ma si impara anche a conoscersi meglio».
 
 
8 - La Nuova Sardegna / Pagina 3 - Gallura
SCUOLA E FORMAZIONE 
Polo universitario, la Regione incrementa il finanziamento 
OLBIA. Buone notizie per il polo universitario. La giunta regionale, infatti, ha premiato la qualità e l’efficienza della sede olbiese con un incremento del finanziamento annuale pari al venti per cento dell’attuale dotazione finanziaria. Ne ha dato notizia ieri Francesco Morandi, preside del corso di laurea in Economia e management del turismo.
«Per il terzo anno consecutivo - ha spiegato Morandi - l’eccellenza dei risultati raggiunti ha convinto l’amministrazione regionale a investire nel corso di laurea in Economi e management del turismo e, più in generale, nel polo universitario olbiese. Significa che l’assessore alla Cultura, Sergio Milia, guarda con rinnovata attenzione all’università di Olbia e alle sue potenzialità di ulteriore sviluppo».
«Il finanziamanto regionale - aggiunge ancora il preside Morandi - associato al sostegno del comune di Olbia, garantisce il consolidamento del corso di laurea e consentirà di investire su alta formazione, ricerca e internalizzazione».
Intanto, il polo universitario guarda con legittima fiducia ai prossimi appuntamenti: il consiglio del corso di laurea, convocato per il 16 gennaio ha già all’ordine del giorno una serie di nuove iniziative anche in vista del compimento del decimo anniversario di nascita dell’università.
 
 
9 - La Nuova Sardegna / Pagina 3 - Gallura
UNIVERSITÀ 
Premio di laurea Rotary-Geasar
Si informano gli studenti che il Rotary club di Olbia e la Geasar spa, in collaborazione con la facoltà di economia promuovono, per l’anno accademico 2011-2012, la prima edizione del premio di laurea Rotary-Geasar per l’attribuzione di una borsa di studio del valore di 4.000 euro finalizzata alla frequenza di un corso di specializzazione in materie di economia e management, sviluppo turistico, economia e gestione dei trasporti aerei, marketing aeroportuale, da svolgersi all’estero. La scadenza il 27 luglio 2012.
Bando sussidio straordinario 2010-2011
L’Ersu ha pubblicato il 16 novembre 2011 il bando di concorso per l’attribuzione dei sussidi straordinari per l’anno accademico 2010/2011. Il sussidio è un intervento mirato a porre rinedio a situazioni di particolare disagio economico, tale da ostacolare o compromettere la prosecuzione agli studi. Gli studenti interessati possono presentare domanda sul modulo predisposto dall’ente, debitamente compilato in ogni sua parte, pena l’esclusione dal concorso, completa della documentazione relativa ai punti con risposta affermativa, entro 30 giorni dalla pubblicazione del bando. Le domande di partecipazione, indirizzate al direttore dell’Ersu di Sassari, devono essere presentate allo sportello dell’Ufficio diritto allo studio (via Coppino, 18) nel seguente orario: da lunedì a venerdì dalle 11 alle 13 e il martedì dalle 16 alle 18. È consentito l’invio della domanda, completa di tutti i dati richiesti, a mezzo raccomandata, all’Ersu (via Coppino, 18 - 07100 Sassari). I documenti da presentare, in carta semplice, sono i seguenti:
a) dichiarazione dello studente, su modulo compilato e sottoscritto, corredata di tutta la documentazione idonea a comprovare lo stato di particolare disagio. Il relativo modulo può essere richiesto al settore diritto allo studio o può essere scaricato dal sito www.ersusassari.it;
b) copia completa della dichiarazione sostitutiva unica corredata dell’attestazione contenente gli indicatori Isee e Ispe calcolati dai centri di assistenza fiscale (Caf) e relativi al reddito e patrimonio familiare per il 2009;
c) documentazione in carta semplice relativa alle risposte affermative dichiarate nel modulo di richiesta (ad esempio: certificato di disoccupazione, invalidità, malattia).
Calendario esami sessione gennaio - febbraio
È stato pubblicato il calendario degli appelli della sessione d’esami di gennaio-febbraio 2012. Il calendario è consultabile nel sito internet e nelle bacheche del polo universitario. La sessione prevede due appelli per ciascun insegnamento. L’iscrizione all’esame è consentita fino a 5 giorni prima della data. Info: 0789.642184 o uniolbia@uniss.it
Orari segreterie e servizi per gli studenti
Lo sportello unico (segreteria studenti, Ersu, Cus) è aperto il lunedì, martedì, mercoledì dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 18; il giovedì e il venerdì dalle 9 alle 13. La segreteria didattica è aperta tutte le mattine, dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 e i pomeriggi del martedì e del giovedì dalle 15 alle 18.
Biblioteca
La fruizione del servizio prestito e dei servizi web della biblioteca è possibile solo dopo aver richiesto la tessera personale. La biblioteca organizza il proprio materiale bibliografico e documentario a scaffale aperto. I libri e le riviste collocati nella sala di consultazione a scaffale aperto vanno richiesti al personale addetto alla distribuzione attraverso la compilazione di apposita scheda. Il sistema bibliotecario di ateneo (Sba) si arricchisce di tre nuovi servizi: il prestito interbibliotecario, che consente agli utenti l’accesso alle collezioni librarie delle biblioteche di altri enti; il prestito intrateneo, che consente agli utenti l’accesso alle collezioni librarie del sistema bibliotecario di ateneo; il document delivery, che consente agli utenti l’accesso agli articoli o ai documenti delle biblioteche di altri enti. Il servizio sarà attivo dal lunedì al venerdì, al mattino dalle 9 alle 13; al pomeriggio dalle 14 alle 18.
Tesseramento Cus
È partita la nuova campagna tesseramento Cus. La tessera permette agli studenti che l’hanno richiesta l’accesso alle agevolazioni previste nelle palestre ed impianti convenzionati. Per il tesseramento è possibile rivolgersi al punto Cus allo sportello unico del polo universitario di Olbia. Per il rilascio della tessera è necessario essere iscritti all’università per l’anno accademico 2011/12: presentare un certificato medico di idoneità alla pratica sportiva non agonistica; versare una quota di iscrizione di 7 euro.
Sportello stage
Gli studenti e i laureati del corso di laurea in Economia e management del turismo, interessati ad intraprendere un’esperienza di tirocinio formativo presso le imprese del territorio, possono consultare il sito internet del Polo universitario. Per ulteriori informazioni è possibile rivolgersi allo sportello stage nei seguenti orari: lunedì, mercoledì, giovedì e venerdì dalle 9 alle 13; lunedì, mercoledì e il giovedì pomeriggio dalle 15 alle 18.
Associazione laureati economia Olbia (Aleo)
Presso il Polo universitario di Olbia ha sede l’Associazione dei laureati dei corsi di laurea in Economia e imprese del turismo ed Economia e management del turismo. Per curiosità riguardo le attività dell’associazione e per avere informazioni sulla modalità di iscrizione, la segreteria è aperta tutti i venerdì dalle 14 alle 16. Inoltre, è possibile contattare l’Aleo all’indirizzo mail aleo@uniolbia.it
 
 
10 - La Nuova Sardegna / Pagina 22 - Sassari
Risultati sorprendenti in un convegno sull’archeoastronomia nella Sardegna antica 
LE TOMBE E I FENOMENI ASTRALI 
I sepolcri venivano orientati secondo la posizione delle stelle 
SASSARI. L’orientamento delle tombe neolitiche presenta ricorrenze non casuali che implicano l’adozione di un possibile criterio nel posizionamento degli impianti funerari. È ragionevole supporre che i prenuragici avessero una certa confidenza con i fenomeni del cielo, nozioni funzionali alla conoscenza di un elementare calendario utile alle comunità di agricoltori sparse nell’isola.
Sono i primi, importanti risultati, benché parziali, emersi dai lavori del primo convegno nazionale di archeoastronomia in Sardegna, svoltosi a Sassari nell’aula magna dell’Università centrale. Dalla relazione di Gian Nicola Cabizza e Michele Forteleoni, presidente quest’ultimo della Società astronomica turritana, curatori della parte astronomica del progetto «La misura del tempo», sembrerebbe emergere una ricorrenza non casuale di alcune importanti rilevanze statistiche durante i sopralluoghi su 156 ipogei della provincia di Sassari. Astronomi e archeologi, in un reciproco rapporto di scambio, grazie all’impiego di strumenti tecnici, hanno rilevato che numerose tombe, presenti su siti diversi, sono state realizzate con lo stesso criterio di orientamento. «Questo - ha spiegato Cabizza - ci autorizza quantomeno a fare delle congetture relative alla possibile conoscenza dei fenomeni celesti fra i sardi del Neolitico». C’è una particolare ragione per cui le tombe sono orientate a Est e non a Ovest che induce gli studiosi di Aristeo e della Sat a domandarsi se i sardi del Neolitico fossero conoscitori dei fenomeni del cielo. «Conoscenza - hanno spiegato i relatori - che sarebbe funzionale alle esigenze di una comunità che proprio in quel periodo sperimentava la pratica dell’agricoltura». Ma se trarre delle conclusioni è ancora prematuro (il programma prevede di effettuare sopralluoghi su almeno 600 impianti funerari) certo è invece che l’archeoastronomia, disciplina ormai ammessa e rispettata dalla comunità scientifica, con il convegno promosso e organizzato da Aristeo è entrata a pieno titolo nelle aule d’accademia. Lo ha rimarcato anche il rettore Attilio Mastino, in apertura di lavori, evidenziando non soltanto il fatto che per anni nei confronti di questa disciplina c’è stato un eccesso di prudenza, ma soprattutto che nel tempo è cresciuto l’interesse della comunità scientifica nei confronti di un approccio capace di gettare nuova luce su questioni assai dibattute.
Significativa, al riguardo, la posizione dell’archeologo Alberto Moravetti, ordinario di preistoria e protostoria nella facoltà di Lettere di Sassari, il quale ha auspicato una collaborazione proficua tra astronomi e archeologi e la necessità di adottare un modello unico per scongiurare il pericolo dell’autoreferenzialità. Sulla necessità di adottare un metodo condiviso è intervenuta anche Simonetta Castia, archeologa, presidente dell’associazione culturale Aristeo, che con la Sat ha promosso e organizzato l’evento: «Occorre individuare un metodo - ha detto - capace di portare a risultati certi, non a verità assolute e soprattutto che consenta di non scadere nella spettacolarizzazione». I lavori del convegno, il primo a carattere nazionale organizzato in Sardegna in un’aula universitaria, si sono avvalsi di diversi preziosi contributi, tra cui quello dell’archeologo cagliaritano Roberto Sirigu, di Elio Antonello, presidente della Sia (Società italiana di archeoastronomia) e Mario Codebò del Centro ricerche archeoastronomia Ligustica di Genova, nonché dell’intervento del sindaco Gianfranco Ganau.
 
 
11 - La Nuova Sardegna / Pagina 2 - Cagliari
Centomila pasti gratuiti in nove mesi 
La Caritas: «Ora gli indigenti sono anche laureati» 
MARIO GIRAU 
Cagliari. Anche i poveri cercano sicurezze, la certezza di poter trovare, sempre, in città una mano tesa, qualcuno in grado di rispondere ai loro bisogni vitali. La Caritas è riuscita nell’impresa di stendere intorno a loro un reticolato protettivo formato da ventisei opere-segno. La rete della solidarietà è composta, tra l’altro, da centri d’ascolto, tre mense, sportello legale, fondazione antiusura, microcredito, prestito della speranza, studio medico polispecialistico, centro di assistenza pronto intervento, “magazzino del carcere”, solo per citare i più gettonati. Nessuna ipertrofia caritativa, solo l’essenziale, diversificato ma efficiente e soprattutto proporzionato ai fabbisogni di un popolo in crisi che, con dignità e nel silenzio, sempre più numeroso chiede aiuto al volontariato Caritas. Ai 12 centri di ascolto distribuiti nel territorio diocesano nei primi nove mesi di quest’anno si sono rivolte 1.414 persone (1.005 italiani e 386 stranieri). I 30 uffici di assistenza messi in campo dalla diocesi fino allo scorso settembre hanno aiutato 1.742 poveri (802 sardi, 940 immigrati). Pellegrinaggio continuo alla città della solidarietà, nell’ex mattatoio di via Po, per chiedere sostegno, soprattutto alimentare, vestiario e farmaci: 1.500 assistiti, molti dei quali una volta al mese per un totale di 10.800 persone, un terzo bambini. Solamente la mensa di viale fra Ignazio in nove mesi ha erogato 106.095 pasti, poco più di 500 ogni giorno (colazione, pranzo e cena). «Da anni diciamo che la società della nostra diocesi presenta crescenti difficoltà, derivanti - ha riferito don Marco Lai, direttore Caritas, alla presentazione di un volume sullla solidarietà curato da Sergio Nuvoli - dalla crisi economica». Prima causa della povertà, anche per la Caritas cagliaritana come per i sindacati, l’assenza o la perdita del posto di lavoro. Il 70 per cento degli uomini e il 65,4 delle donne che hanno chiesto aiuto ai centri d’ascolto nei primi nove mesi 2011 si trovano senza occupazione, il 6,1 per cento sono laureati. I bisogni prevalenti degli assistiti sono di natura economica (36,0 per cento), segnale incontrovertibile di povertà, la richiesta di lavoro (25,9), mentre le problematiche familiari sono esigenza prevalente del 9,6 degli utenti dei centri d’ascolto. «Il fenomeno povertà - aggiunge don Marco Lai - non riguarda solo i soggetti privi di lavoro, ma aggredisce fasce sempre più ampie della società colpendo non soltanto i redditi bassi, come accade all’8 per cento dei pensionati, ma anche lavoratori in servizio come dimostra il 16 per cento di persone che si rivolgono ai nostri centri».
 
 
12 - La Nuova Sardegna / Pagina 11 - Fatto del giorno
L’OPINIONE 
Un’iniezione di fiducia resta il peso del debito 
ALESSANDRO VOLPI, Università di Pisa
Il buon esito dell’asta dei Bot a sei mesi dimostra un temporaneo allentarsi della pressione sulle scadenze più brevi del debito italiano: i primary dealer, le banche italiane ed estere impegnate nell’acquisto e nel collocamento dei titoli, hanno svolto bene il loro compito anche grazie alla massiccia liquidità messa a disposizione dalla Bce. In questo senso le scadenze semestrali sono ampiamente coperte dalle iniezioni di liquidità a tre anni garantite dall’istituto guidato da Mario Draghi che sta dando tempo ai paesi in difficoltà per avviare le riforme di sistema.
Sugli spread, e in particolare su quelli dei Btp a più lungo termine, continuano a pesare però alcuni elementi di criticità evidenti.
 1) La massa del debito pubblico italiano in scadenza nel 2012 che dovrà essere rifinanziata. Si tratta di circa 360 miliardi di euro in titoli, compresi i Bot, che mettono l’Italia alle spalle della sola Francia (366 miliardi) nel quadro europeo.
 2) Le difficoltà delle banche italiane che hanno attinto a piene mani alla liquidità della Bce ma che hanno il duplice problema di coprire i propri bond in scadenza senza dover fare appello ai costi di finanziamento del mercato, nel quale pagherebbero cinque-sei punti in più di quanto è costato prendere a prestito liquidità dalla Bce, e di dover sostenere le perdite dettate dalla svalutazione degli stessi titoli di Stato italiani stabilita dall’Eba, la nuova autorità di vigilanza europea. Se i titoli italiani continuassero a deprezzarsi per le banche italiane sarebbe molto costoso continuare a comprarli perché la svalutazione che subirebbero al proprio patrimonio sarebbe più pesante rispetto ai benefici dei maggiori rendimenti pagati dai titoli stessi. In simili condizioni, con le banche estere in fuga dal debito italiano, gli spread non potrebbero che aumentare ancora. Del resto la scelta degli istituti europei, italiani compresi, di depositare larghissima parte della liquidità ricevuta dalla Bce, 411 miliardi su poco meno di 500, presso la stessa Bce al tasso risibile dello 0,25 piuttosto che metterla in circolazione nell’interbancario costituisce almeno per ora una sterilizzazione priva di effetti sul mercato del debito.
 3) La minaccia incombente di una crisi dell’euro legata all’ipotesi di un duro default della Grecia che nel marzo del prossimo anno vedrà scadere il mega-bond da 14,4 miliardi di euro ad oggi non finanziabile se non attraverso una pesante “ristrutturazione” del debito greco nelle mani dei creditori privati per una percentuale fino al 60%. Ne deriverebbe un costo stimato per il sistema bancario europeo ben oltre i 100 miliardi e destinato a scatenare reazioni a catena in termini di svalutazione dei patrimoni bancari e di liquidità disponibile. In tale clima è assai significativo che Cina e Giappone abbiano deciso di compiere le reciproche transazioni nelle monete nazionali, yen e yuan, per evitare i contagi delle altre valute internazionali, dollaro ed euro, nei confronti delle quali peraltro sono già molto esposte.
 4) La struttura della manovra italiana che, pur assolutamente necessaria, avrà inevitabili effetti recessivi rendendo ancora più critico il rapporto debito/deficit e Pil.
 5) Il quadro politico italiano, che risulta nell’insieme estremamente “anomalo”, con un governo tecnico che si regge su una maggioranza politica assai eterogenea in uno scenario di costante fibrillazione non ancora sedato.
 Rispetto a tali criticità il soddisfacente risultato dell’asta dei Bot semestrali fornisce qualche motivo di timidissima speranza: la liquidità della Bce può garantire una copertura almeno temporanea alle scadenze più brevi del debito che potrà contare il prossimo anno anche su un calendario delle aste di collocamento molto più flessibile e potrà vedere la comparsa di titoli di Stato riservati ai piccoli risparmiatori. La battaglia del debito è appena cominciata e deve essere combattuta con grande intelligenza, tecnica e politica.
 
  

QUOTIDIANI NAZIONALI
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