Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
24 December 2011

ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  
    


 

 

1 - L’Unione Sarda / Cagliari e Provincia (Pagina 21 - Edizione CA)
Master in Sardegna, l’assessore Liori ha firmato il protocollo d’intesa
Alta formazione, accordo Regione-Università

L’assessore regionale del Lavoro, Antonello Liori, ha firmato ieri il “Protocollo d’intesa per l’Alta formazione” insieme ai Rettori delle Università di Cagliari, Giovanni Melis, e di Sassari, Attilio Mastino.

Il progetto dei “Master in Sardegna” per l’alta formazione post universitaria è già stato avviato nel 2011 in maniera sperimentale e ha visto la realizzazione di cinque master, suddivisi in nove corsi con sede non solo nel capoluogo sardo, ma anche in altri due Comuni di grande rilevanza come Sassari e Nuoro.

L’accordo firmato nella giornata di ieri prevede fondamentalmente la costituzione di un gruppo di lavoro, che secondo il documento sottoscritto dell’assessore regionale e dai Rettori dovrebbe restare in carica per cinque anni, con riunioni che si svolgeranno ogni mese.

«L’Alta formazione è strumento idoneo a favorire la qualificazione e lo sviluppo della nostra isola - ha dichiarato Liori - perciò la Regione è fortemente impegnata nel predisporre un adeguato programma per i prossimi anni, studiando e creando percorsi virtuosi insieme con le istituzioni universitarie. Predisporremo - prosegue l’esponente della Giunta capeggiata da Ugo Cappellacci - un programma di assoluto valore nazionale e internazionale, accrescendo l’offerta formativa post laurea e realizzando un adeguato utilizzo delle risorse. Un’iniziativa importante per migliorare competenze e professionalità nei settori strategici e per incrementare la conoscenza in una prospettiva di integrazione e di crescita del potere attrattivo nel contesto economico e culturale europeo e internazionale».

 

 

2 - L’Unione Sarda / Economia (Pagina 61 - Edizione CA)
BORORE. Le proposte alla Regione dei giovani che hanno lavorato fuori
«Master & back da ripensare»

Si sono ritrovati a Borore per cercare di dare un senso alla loro esperienza di ricercatori, altamente specializzati, alla ricerca di un futuro che sembra non avere sbocchi facili in terra sarda. Sono i tanti giovani del Master and back di ritorno da tutte le destinazioni in giro per il mondo e alle prese con un percorso che, nato per far acquisire competenze da spendere in Sardegna, fanno i conti con un meccanismo che sembra frustrare le opportunità che prometteva, nonostante le risorse stanziate nei giorni scorsi dalla Regione.

All’appello hanno risposto una ventina di partecipanti, ma la loro presenza nella sala riunioni del Museo del Pane, era ben più nutrita. In molti hanno infatti utilizzato il canale web per fare arrivare le loro domande e considerazioni. Fra i presenti Salvatore Razzu, 34 anni, una laurea in Lettere e un Master in Sviluppo locale conseguito ad Alessandria. «Sono uno dei fortunati che attualmente svolge la sua attività di rientro presso il comune di Osilo - racconta - ma sono in molti gli amici che non credono più nel Master and back e che stanno già cercando opportunità di lavoro soprattutto all’estero».

Nel dibattito interviene via Skype la ricercatrice Serena Orizi che sta svolgendo una ricerca sul fenomeno della fuga di cervelli dalla Sardegna e la mobilità dei giovani sardi in possesso di istruzione terziaria. I dati del suo studio messi a disposizione della riflessione comune, sembrano inequivocabili: «Circa la metà di chi parte non rientra. È dunque evidente che già viviamo una situazione di drenaggio di capitale umano che non fa di certo bene allo sviluppo dell’Isola. I costi sono doppi: per la Sardegna nel suo complesso e per le singole persone che vorrebbero rientrare e non possono». Sintomi di un meccanismo che non funziona e andrebbe rivisto. Il movimento dei Master and back ha le idee ben chiare su come risolvere la questione. «Ci proponiamo - sostengono gli organizzatori dell’iniziativa - di redigere un documento programmatico da sottoporre all’attenzione del governatore Cappellacci, per riuscire ad avviare un tavolo di confronto tecnico. L’obiettivo è quello di far uscire il programma Master and back dalla mera logica dell’emergenza inquadrandolo all’interno di una razionalizzazione di spesa di più ampio raggio». Tale proposito - spiegano - mira a non smettere di investire sulle persone e sui loro progetti di ricerca per poterli invece far ricadere su piani di sviluppo avanzati e strategici che investano tutto il territorio sardo e le competenze interessate. «Si pensa in tal modo di poter colmare il grave ritardo che una regione come la Sardegna paga ancora in termini di sviluppo», hanno sottolineato i giovani.

Luca Contini

 

 

3 - L’Unione Sarda / Libri (Pagina 66 - Edizione CA)
Quell’italica allergia
La Storia tra le materie meno amate 

Per i 150 anni dell’Unità d’Italia si è ascoltata molta retorica sul valore della memoria storica e sull’importanza di conoscere la storia nazionale. Parliamo di retorica perché è risaputo quanto poco gli italiani amino e conoscano il loro passato in genere e non sarà certo un anniversario, per quanto importante, a mutare le cose.

E che ci sia una italica allergia alla conoscenza della materia basta un qualunque quiz televisivo a documentarlo: le risposte fioccano se si parla della “fiamma” di George Clooney, mentre se si va sul passato non gossipparo i concorrenti annaspano. Una semplice conferma arriva dai numeri forniti da Arianna Informazioni Editoriali ed elaborati da iBuk a inizio 2011: secondo questi dati la percentuale di saggistica storica venduta in Italia nel corso del 2010 sarebbe di poco superiore al 2,2 per cento del totale.

Insomma il tema interessa poco, forse perché la maggior parte delle persone conosce la storia solo per averla studiata a scuola, dove però viene insegnata generalmente poco e male. Molti insegnanti la considerano la sorella minore della letteratura e gli stessi programmi ministeriali più recenti hanno accorpato la storia alla geografia destinando alle due materie due ore settimanali soltanto. Ovvio che gli studenti si impegnino su altro dai banchi di scuola e considerino la storia inutile.

Il problema nasce ancora più a monte, cioè nelle università e tra gli specialisti che la storia la studiano per professione e che dovrebbero avere il compito di divulgarla. Bisogna dire, infatti, che anche a livello accademico la storia è sempre stata una sorta di “Cenerentola” rispetto agli studi letterari e filosofici. Prova ne è che solo recentemente nelle università sono state istituite lauree indipendenti; in precedenza ci si laureava in filosofia o lettere, scegliendo poi, all’interno del percorso di studi, un indirizzo di tipo storico. Non dev’essere considerato un caso che in Italia ci siano stati e continuino a esserci grandi storici, ma manchi una tradizione e una scuola di pensiero che stia alla pari con l’impatto e l’influenza a livello globale delle scuole nate - e fiorenti - in Germania, Francia e nel mondo anglosassone.

Sempre dal mondo accademico nasce un altro freno alla diffusione presso il grande pubblico di opere di carattere storico. Gli esperti del settore sentono di appartenere a un circolo chiuso, molto autoreferenziale, e si crogiolano nella produzione di saggi iperspecialistici - e spesso barbosi - guardando con una certa sufficienza all’opera diretta alla divulgazione. Le eccezioni, in questo senso, sono veramente poche: Franco Cardini, Alessandro Barbero, Valerio Massimo Manfredi, solo per fare qualche nome.

Per molti Soloni che albergano nelle nostre università, divulgare è comunque sinonimo di banalizzazione di argomenti per pochi iniziati e quei testi che tendono a rendere più digeribili argomenti magari ostici vengono guardati con sufficienza. E chi tra gli accademici si concede al grande pubblico viene additato con quella punta di ironia che nasconde in realtà solo una grande invidia.

Il risultato è che è più facile trovare nelle librerie e nelle collane storiche delle maggiori case editrici - basti vedere i cataloghi della Laterza e della Bur, per fare degli esempi - opere di divulgazione di autori anglosassoni e francesi, i quali, viceversa, mostrano molta più attenzione al largo pubblico e conoscono l’importanza della comunicazione allargata. A differenza dei loro colleghi italiani, che magari si lamentano pure dell’ignoranza storica dei loro connazionali.

Roberto Roveda

 


 

 

 

4 - La Nuova Sardegna / Pagina 21 - Sassari

Apre la farmacia comunale 

L’esercizio entrerà in funzione nella borgata di Ottava 

È un primo passo per dare risposte a chi chiede più attenzione come ha evidenziato la visita della commissione 

VANNALISA MANCA 

Sassaei. Aprirà nella borgata di Ottava la prima farmacia comunale. Sarà affidata in gestione a una società a totale partecipazione pubblica dal Comune e coinvolgerà direttamente l’Università di Sassari con la facoltà di Farmacia.

 Ieri mattina il consiglio comunale ha approvato con voto unanime (32 su 40 i presenti) la delibera che è stata illustrata dall’assessore alle Attività produttive Gianni Carbini. È stato votato anche il regolamento, rispettando i termini del diritto di prelazione per l’apertura della nuova farmacia cittadina, esercitato dal Comune lo scorso giugno. Carbini ha anche spiegato che con l’Università è già in atto un’interlocuzione e adesso sarà possibile stringere l’accordo per la nascita della nuova società di gestione della farmacia.

 L’obiettivo ha diverse sfaccettature: in primo luogo, dare un servizio a un territorio che comprende le borgate di Ottava, Villa Gorizia e San Giovanni, ambiti densamente popolati e i cui cittadini da tempo chiedono una maggiore attenzione da parte della pubblica amministrazione. In secondo luogo, si vuole mantenere stretto quel rapporto con l’ateneo turritano dando una spinta in più al progetto di Sassari città universitaria. La società Comune-Università potrà garantire anche un percorso didattico-formativo per gli studenti di Farmacia, anche attraverso tirocini nel nuovo Servizio comunale.

 Inoltre, non ultimo, c’è da considerare i guadagni che la farmacia comunale potrà maturare annualmente. Studi dell’assessorato alle Attività produttive hanno previsto buoni margini di utile per la nuova farmacia e - come ha detto ieri Gianni Carbini - sarà possibile drenare risorse per scopi sociali, ad esempio la distribuzione di farmaci agli anziani della zona. Nell’esercizio comunale opereranno, almeno inizialmente, due farmacisti (un direttore e un collaboratore) e un operatore a tempo parziale. Saranno assunti dalla società con concorsi e selezioni pubbliche, salvaguardando il principio del «controllo analogo» necessario per l’affidamento di un servizio pubblico a una società. Nel frattempo, il Comune cerca (attraverso un bando pubblico) i locali dove organizzare la farmacia.

 Non è casuale che sia stata individuata Ottava come sede del nuovo esercizio. È una borgata che si sente lontana dalla città e non solo fisicamente. In questa zona vivono quattromila persone che spesso si sentono trascurate dall’amministrazione pubblica. L’altra mattina, la commissione Lavori pubblici ha effettuato un sovralluogo verificando che nella borgata mancano molti servizi, parecchie strade interne devono essere ancora urbanizzate, non si fa sfalcio dell’erba e anche le manutenzioni sono carenti. Nella traversa di via Murenu si vive nel fango, mentre in via Stanis Dessì è stata appena realizzata l’ultima parte della rete fognaria. Ma è ancora poco rispetto alle necessità.

 

 

5 - La Nuova Sardegna / Pagina 31 - Sassari

Cerimonia di fine anno all’Università

Si è tenuto nell’aula magna dell’Università il tradizionale scambio di auguri per le prossime festività natalizie e di inzio 2012. Nell’occasione sono state consegnate le targhe ai direttori dei Dipartimenti che hanno lasciato l’incarico. Ha chiuso la cerimonia il Coro dell’Università, diretto dal Maestro Daniele Manca.

 
  


QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa CRUI
Link: rassegna stampa MIUR

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