Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
12 November 2011
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI    
 

 
L’UNIONE SARDA

 
1 - L’Unione Sarda / Prima Pagina (Pagina 1 - Edizione CA)
Consente di controllare le piaghe e di evitare l’amputazione
DIABETE, UN FARMACO “MADE IN CAGLIARI”
Un farmaco che consente di affrontare alcune gravi conseguenze del diabete che comportano l’amputazione degli arti è stato messo a punto da un gruppo di studiosi dell’Università di Cagliari. I primi risultati, prima sui topi poi su pazienti in condizioni gravissime, sono positivi.

Cronaca Regionale (Pagina 11 - Edizione CA)
Nasce a Cagliari nuovo farmaco per evitare il bisturi ai diabetici
Efficace contro le piaghe, consente di non amputare mani e piedi
di Lucio Salis
Nuovo farmaco per evitare le complicanze più gravi del diabete: piaghe, piede diabetico e dialisi per insufficienza renale. Lo ha messo a punto un’équipe di studiosi dell’università di Cagliari: Giovanni Brotzu, già ordinario di Chirurgia vascolare, Giovanni Biggio, titolare della cattedra di Neuropsicofarmacologia, Anna Fadda, docente nel dipartimento farmacochimico e tecnologico e la dottoressa Nicoletta Maxia, nota per l’attività nel campo della procreazione assistita.
Il medicinale fa parte di una terapia della microcircolazione che consente di curare, in molti casi, le conseguenze più terribili del diabete, come l’amputazione degli arti e di evitare, o rinviare, la dialisi. Già sperimentata sui topi da laboratorio, si è dimostrata efficace anche su una trentina di pazienti che rischiavano di perdere piedi e mani. Dopo questa prima fase, si passerà a una sperimentazione sistematica presso l’ospedale Brotzu, di Cagliari, grazie a una convenzione (che sta per essere firmata) fra gli autori della scoperta e Fase, società creata dalla Regione. Sullo stesso fronte, è in corso la pratica per il riconoscimento della nuova terapia da parte dell’Istituto superiore di Sanità e la procedura per brevettarla in Italia e all’estero. Nel frattempo, manifestano interesse anche due case farmaceutiche, una italiana, l’altra multinazionale. Se tutto procederà senza intoppi, il preparato potrebbe entrare in commercio nel giro di un anno e mezzo circa.
Promotore della ricerca, è il professor Giovanni Brutzu, figlio d’arte. Il padre, il grande scienziato Giuseppe Brotzu, ha scoperto una nuova classe di antibiotici, le cefalosporine (ed è stato presidente della Regione e sindaco di Cagliari). L’ex docente di Chirurgia vascolare si sta invece dedicando da tempo allo studio delle complicanze del diabete, legate ai problemi di microcircolazione che, a volte, richiedono l’intervento, radicale, del chirurgo. Secondo il professore, il bisturi si potrebbe spesso evitare grazie a un farmaco che assicura l’afflusso del sangue negli arti compromessi. La malattia infatti, attacca le cellule endoteliali che ricoprono il reticolo di vene, arterie e capillari del sistema circolatorio. In particolare, riduce il calibro dei capillari, impedendo il passaggio dei globuli rossi che non riescono più a nutrire i tessuti. Da qui la formazione di piaghe e cancrene che finiscono per danneggiare irrimediabilmente gli arti. E che Il medico tenta di curare con opportune terapie.
«Esiste già un farmaco - tiene a precisare Brotzu - impiegato per raggiungere questo obiettivo: la PGE1, appartenente alla famiglia delle prostaglandine. Quando raggiunge le cellule endoteliali, le riattiva, fino a farle tornare normali. Peccato però che sinora abbia dimostrato un’efficacia limitata. Infatti, una volta iniettato in vena e raggiunti i polmoni, si degrada, per il 90 per cento, nello spazio di un minuto».
Il problema era quindi fare arrivare la PGE1 alle cellule mantenendone al massimo l’efficacia. Gli studiosi cagliaritani ritengono di esserci riusciti, creando una sorta di "veicolo", in grado di trasportare il farmaco in tutto il reticolo dei capillari. «Grazie all’intervento della professoressa Fadda, (che ha curato gli aspetti fisico - chimici della ricerca) abbiamo inserito la PGE1 all’interno di liposomi (micro-palline di un grasso chiamato fosfatidilcolina) e a farlo depositare nelle cellule endoteliali dei capillari. Il risultato è stato positivo». I ricercatori lo hanno potuto constatare seguendo lo sviluppo delle cellule coi liposomi con l’ausilio di attrezzature dell’università, come il microscopio elettronico a scansione, in grado di ingrandire 35 mila volte un reperto (per il resto, lo studio è andato avanti anche grazie al contributo finanziario del professor Brotzu).
Inizialmente, la terapia "liposoma PGE1" è stata sperimentata (con successo) su ratti da laboratorio preventivamente fatti ammalare di diabete. In quella fase è emerso che il nuovo composto è efficace e non tossico. Successivamente, è stato somministrato ad alcuni pazienti, «casi disperati candidati alla sicura amputazione di arti. E abbiamo accertato che nei diabetici il trattamento previene non solo le piaghe, ma anche l’insufficienza renale. La ripresa della circolazione del sangue rallenta, quantomeno, il deterioramento del rene e ritarda il ricorso alla dialisi».
Il professor Brotzu ha trattato finora una trentina di casi, ma quello che lo ha colpito di più è stato «un paziente di 84 anni, con gli arti devastati dalle ulcere, che non camminava, non parlava, stava a letto o in sedia a rotelle, praticamente intrasportabile. E soprattutto, non ragionava più. L’ho curato, eccezionalmente, a casa sua. L’ho sottoposto al trattamento tre volte. Ora cammina, mangia, parla. I parenti mi hanno detto che è stato in grado di fare, da solo, la denuncia dei redditi».
L’effetto del nuovo preparato sulla circolazione sanguigna nel cervello è un campo ancora tutto da esplorare, che il professor Biggio conta di approfondire: potrebbe infatti riservare sviluppi interessanti.
Per ora, sulla ricerca non ci sono dati ufficiali, ma le rilevazioni effettuate dal professor Brotzu lasciano bene sperare: la nuova terapia si sarebbe rivelata efficace in circa l’80 per cento dei casi. Con un gradualità di risultati, in base alla gravità dello stato dei singoli pazienti.
Il metodo per praticarla è simile a quello impiegato sinora per somministrare la PGE1, ma prevede tempi più brevi: «Col sistema tradizionale, infatti, venivano praticate 28 infusioni della durata di 6 ore. Il nuovo preparato è invece iniettato con 5 infusioni, una volta alla settimana. Con risultati decisamente positivi. Sempre riguardo alla durata, nei casi gravissimi si possono fare due trattamenti all’anno, negli altri ne basta uno».
Si tratta di valutazioni effettuate sulla base delle esperienze pratiche del professore. Dati ancora più precisi si potranno avere una volta completato il programma di sperimentazione ufficiale al Brotzu (prima su volontari sani, poi su pazienti) e quando arriverà l’approvazione dell’Istituto superiore di Sanità. Tutte scadenze che precederanno l’arrivo del nuovo preparato nelle farmacie, per il quale il professor Brotzu non prevede tempi molto lunghi.
 
 
 
2 - L’Unione Sarda / Primo Piano (Pagina 7 - Edizione CA)
Per strada anche gli studenti, preoccupati dall’incognita-lavoro
«Ricerca abbandonata» I precari del Crs4 e l’assenza di certezze
Tra i manifestanti anche numerosi ragazzi delle scuole superiori isolane, che vedono il loro futuro nebuloso e senza prospettive e hanno portato la loro solidarietà a chi un lavoro non ce l’ha o l’ha perso.
GLI STUDENTI Tra loro, con lo slogan “Cagliari taglia, l’Italia deraglia”, un gruppo di studenti di San Gavino. Filippo Loi frequenta la prima liceo: «In futuro toccherà anche a noi cercare un posto di lavoro e sarà certamente arduo trovarlo. Per questo abbiamo deciso di batterci già da ora per tentare di avere un futuro meno nero di quello attuale». Sonia Caneglias studia all’istituto magistrale Lussu di San Gavino e sulla stessa lunghezza d’onda del suo collega: «Scioperiamo perché la scuola non è più in grado di ospitarci e perché vogliamo essere vicini ai lavoratori».
I RICERCATORI Preoccupati come tutti i manifestanti anche i dipendenti del Crs4, che si occupa di ricerca nel settore energia, ambiente, biomedicina e informatica, per la situazione nazionale e regionale del loro comparto. Così il ricercatore Guido Satta: «Da noi lavorano circa 205 persone, compresi i consulenti, di cui 80 precari. Aderiamo allo sciopero perché di fronte a noi vediamo un futuro denso di pericoli per i mancati investimenti che mettono in discussione la ricerca. Quest’anno, poi, ci saranno sicuramente meno finanziamenti anche da parte della Regione, con conseguenze immaginabili per i nostri colleghi precari».
Mauro Del Rio, laureato in ingegneria elettronica, lavora al Crs4 con contratto a tempo determinato: «Sarebbe giusto avere almeno una prospettiva di stabilizzazione. Invece allo scadere del contratto di tre anni per me ci sarà un grande punto interrogativo. L’azienda ha finanziamenti pubblici e se questi vengono meno, come si prospetta, per noi la perdita del lavoro sarà pressoché sicura».
I COMMERCIANTI Qualche commerciante al passaggio del corteo ha abbassato le serrande, più per solidarietà che per paura, felici gli extracomunitari, che hanno fatto affari d’oro vendendo centinaia di fischietti. Nel Largo Carlo Felice poi, dove i manifestanti di sono concentrati per sentire i discorsi dal palco, i negozi hanno continuato la loro attività normalmente, segno che l’impressione diffusa era di completa tranquillità, nonostante la grande massa di manifestanti presenti.
Sergio Atzeni

Primo Piano (Pagina 6 - Edizione CA)
«Vogliamo un futuro»
Pensionati, studenti, nonni e nipoti uniti nel lungo corteo:
«La politica eviti strumentalizzazioni e ci dia subito soluzioni»    
«Con 460 euro al mese di pensione diamo una mano anche a figli e nipoti che non trovano lavoro». Si è alzata all’alba Franca Toninelli, pensionata arrivata da Sassari per manifestare sotto il drappo rosso dello Spi-Cgil. «Perché protestare?», taglia corto: «Chiediamo di essere aiutati, visto che ai nostri ragazzi hanno tolto ogni speranza di un futuro». Il suo è uno dei 60 mila volti della manifestazione cagliaritana, ciascuno con una storia diversa da raccontare e una ragione per scioperare.
LA PROTESTA Nella pancia del corteo si viene ubriacati dagli striscioni e dalle bandiere sventolati: ce ne sono a migliaia e di tutti i colori. Rosse (Cgil), bianco-verdi (Cisl), blu (Uil) e poi ancora quelle di fabbriche, artigiani (Cna), partiti, movimenti e studenti. All’inizio si balla a suon di musica, ma poi la manifestazione cresce e prende forma e mostra anima, cuore, polmoni, cervello e muscoli. L’anima ha gli occhi scuri di Silvio Dessì e Roberto Usai, operai della Rockwool di Iglesias: «Noi un lavoro lo avevamo - spiegano con voce ferma - solo che la nostra fabbrica l’hanno portata in Croazia, dove l’operaio costa pochi euro. Ora alla politica chiediamo un nuovo posto, visto che il nostro ce lo hanno scippato». Superata la testa del corteo, coi vertici sindacali e i sindaci in fascia tricolore, si scorge il cuore. «Che speranze volete che abbia?», si scalda Irene Dessole, trentenne nuorese, «sono figlia di un muratore che mi ha fatto laureare per regalarmi un futuro: in sei anni ho trovato solo call center, pagata a provvigione e con contratti settimanali».
IL FLASH MOB Pochi metri più avanti, camminando controcorrente a fatica rispetto al fiume di persone, si incontrano i ragazzi del Pd e di Sel che, con scatole di cartone in testa, regalano un coloratissimo flash-mob. Poi arrivano gli operai delle vertenze più calde: Ila, Keller, Alcoa, i chimici di Porto Torres. I polmoni, invece, sono quelli instancabili di Antonello Pirotto, che urla a squarciagola al megafono: «Siamo allo stremo, ma non ci arrendiamo - incita, mentre gli operai battono i caschi sull’asfalto - siamo 31 mesi in questa situazione. Mille persone disperate, più altrettante nell’indotto: non può continuare così». Pochi metri e sbucano i precari della scuola e dell’università: il cervello sardo (spesso in fuga) della protesta. «A Boston mi davano 40 mila euro per un semestre di ricerca - svela Serena Meloni, biologa, 37 anni, di Cabras - qui bisogna elemosinare borse di ricerca annuali da 800 euro al mese. Ora manifesto, ma a gennaio riparto negli Stati Uniti».
L’ORGANIZZAZIONE E poi ci sono i muscoli, quelli dei sindacati, capaci di portare in piazza 60 mila persone e, nel contempo, organizzare un servizio d’ordine interno impeccabile. L’occasione arriva in via Sonnino, quando un gruppo di operai sventolanti bandiera Cisl si mette ad urlare contro alcuni consiglieri regionali e parlamentari, in testa al corteo: «Questa è una manifestazione di lavoratori e disoccupati», attaccano i contestatori, avvicinandosi: «Che ci fate voi che prendete 15 mila euro al mese?».
Francesco Pinna
 
Primo Piano (Pagina 7 - Edizione CA)
L’urlo di 60mila sardi
«Adesso basta, vogliamo occupazione, sviluppo e riforme»
Da Cgil, Cisl e Uil un appello al Governo e alla Giunta regionale Sperando che stavolta serva a qualcosa, rieccoli qui in piazza tutti i volti della disperazione di un’Isola intera. Ancora una volta a Cagliari, 644 giorni dopo l’ultimo sciopero generale della Sardegna, a coprire il tragitto piazza Giovanni XXIII-piazza Yenne. Portati da Cgil, Cisl e Uil per chiedere lavoro e dire alla politica (soprattutto alla Giunta regionale): «Adesso basta».
FOLLA RECORD Metti insieme operai, insegnanti, medici, pensionati, artigiani, ricercatori e tanti altri - anche categorie un tempo meno inclini alla protesta - e ottieni un serpentone di 60mila anime (stima benedetta pure dalla questura). «La più grande manifestazione popolare di sempre», per il leader Cisl Mario Medde. Lo sciopero dell’11/11/11 (e vabbè che era una data suggestiva, ma mai i sindacati avrebbero pensato di centrare in pieno l’epilogo del governo Berlusconi) supera, come partecipazione, il precedente del 5 febbraio 2010: buon per gli organizzatori, brutto segno per lo stato di salute dell’Isola.
Merita i complimenti chi ha scelto «Adesso basta» come slogan della giornata: sarà anche un’esclamazione generica e poco politica, ma sintetizza davvero l’umore generale. Molti erano qui anche nelle scorse occasioni, ci sono operai del Sulcis o di Porto Torres con più presenze ai cortei che non Buffon in nazionale: loro però stanno in cassa integrazione a 700 euro. Ci sono precari che invecchiano indossando cartelli che reclamano «stabilizzazione». Farebbero a meno di un’altra giornata di lotta, ma sono qui: sperando che stavolta serva a qualcosa.
I LEADER Perché finora si è ottenuto poco: Enzo Costa, segretario Cgil, chiude la mattinata ricordando dal palco che «per due anni e mezzo i sindacati hanno offerto al presidente Cappellacci di mettersi alla guida delle rivendicazioni dei sardi, abbiamo firmato con lui l’accordo del giugno 2010 per il lavoro: tutto disatteso. E non perché non fosse valido: per incapacità».
E allora, ha appena finito di dire Medde, «o il governatore dà una svolta, o è meglio che vadano a casa». La Giunta è il vero bersaglio, ma echeggia anche un avviso per il prossimo Governo. Ora basta, dice anche il numero uno della Cisl: basta «con la stagione della politica sarda succube di quella nazionale». Tanti gli accenti autonomisti, quasi indipendentisti: «Qui c’è la nazione sarda - urla Francesca Ticca, segretaria Uil - che manda un monito a tutta la classe politica». Quale monito? «Basta, basta, basta. I sardi non sono mazze da golf», aggiunge, alludendo alla recente legge varata dal Consiglio regionale, «chiedono lavoro e istruzione».
LE CATEGORIE Su quest’ultima insiste Alice Marras, studentessa del cda dell’Ersu: «Anche noi diciamo basta, dobbiamo ribellarci a chi smantella l’università pubblica». Basta con la politica del manuale Cencelli, chiede il presidente della Cna Bruno Marras, che ricorda le difficoltà degli artigiani: «Serve più serietà nell’amministrare la cosa pubblica, più rigore».
Marciano nel serpentone tanti sindaci (a partire da quello di Cagliari, Massimo Zedda) e amministratori provinciali. Cristiano Erriu, presidente dell’Anci, dà voce ai tormenti degli enti locali, che ritengono «necessario rispondere all’appello del mondo del lavoro e dell’impresa, per costruire un’alleanza che combatta parassitismo, sprechi e inefficienze». Con le fasce tricolori sfila in testa il ceto politico, quasi tutti i parlamentari, consiglieri regionali e leader del centrosinistra (ma Michele Piras, segretario di Sel, si mescola nella folla con le «magliette rosse» che animarono la campagna elettorale di Zedda).
Aderisce alla protesta anche l’informazione. Il segretario della Fnsi, Franco Siddi, esordisce (in limba ): «Né arresi né rassegnati, i sardi tirano fuori la testa». E poi: «I giornalisti non rappresentino solo gli interessi della finanza e dei ricchi». Per l’Usigrai parla Francesco Birocchi, presidente dell’Assostampa sarda, stufo di «una Rai che in certi tg nazionali, controllati da qualcuno che ben conosciamo, non dirà nulla di questa piazza». Ed è un peccato, perché sembra raccontare davvero l’umore della Sardegna. Adesso basta : ma chissà se basterà.
Giuseppe Meloni
 
 
 
3 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 25 - Edizione CA)
Giurisprudenza
Un convegno sulla tratta di esseri umani
Prosegue il ciclo di conferenze sulla condizione giuridica dello straniero e l’immigrazione in Italia organizzato dalle facoltà di Giurisprudenza ed Economia in collaborazione con la Caritas. Si tratta di una iniziativa cominciata nei mesi scorsi, alla quale partecipano giuristi dell’Ateneo cagliaritano e di altre università italiane, esponenti della società civile e delle istituzioni internazionali protagoniste dell’applicazione delle norme internazionali e nazionali in materia.
Oggi a partire dalle 9 Gianmario Demuro, ordinario di diritto costituzionale, modera un convegno sul fenomeno del trafficking, la tratta di esseri umani - soprattutto donne e bambine - in aumento in tutto il mondo.
Interverranno Olga Zhyvytsya (coordinatrice del progetto Coatnet, Caritas internationalis), Cataldo Motta (procuratore della Repubblica a Lecce), Lorenzo Trucco (avvocato e presidente dell’associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione).
 
 
 
4 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 27 - Edizione CA)
Ex chiesa di Santa Lucia
Scoperta una cripta in via Sardegna
Sotto i ruderi dell’ex chiesetta di Santa Lucia c’è una cripta. La scoperta è stata fatta alcuni giorni fa durante la seconda campagna di scavi nell’area di via Sardegna, in cui gli archeologi hanno riportato alla luce un locale sotterraneo con archi e volte. L’intervento è seguito dalla parrocchia di Sant’Eulalia, in collaborazione con la Sovrintendenza e l’Università.
«Finora», riferisce il parroco, don Marco Lai, «sono già stati rinvenuti diversi piani di pavimentazione, i resti dell’antico presbiterio e una sottostante cripta». Gli scavi proseguiranno fino al 31 dicembre grazie a un finanziamento del Banco di Sardegna.
La responsabilità scientifica dell’intervento è in capo a Donatella Mureddu e Rossana Martorelli. In campo anche l’archeologa Stefania Dore e il progettista e direttore dei lavori, Marco Cadinu. (p. l.)
 
 
 
5 - L’Unione Sarda / Cultura (Pagina 63 - Edizione CA)
Al Festival della Scienza incontro con l’astrofisico
La lezione di Bignami: «Il mestiere più bello è studiare il cosmo»
«Giordano Bruno, nel Cinquecento, aveva ragione. Esistono innumerevoli soli, innumerevoli terre». A parlare, all’Exmà di Cagliari, è Giovanni Fabrizio Bignami, da quarant’anni nella ricerca in astrofisica e in scienze e tecnologie dello spazio. Ed è piaciuto il suo viaggio tra cielo e terra all’edizione 2011 del Festival della Scienza che ha ancora oggi appuntamenti e poi la chiusura, sabato prossimo con Piergiorgio Odifreddi. «Qualcuno di voi sa quante stelle ci sono?», domanda agli studenti. Tra loro le tre classi del Liceo scientifico di Sant’Antioco, accompagnati dall’insegnante di Scienze, hanno chiesto un autografo sul libro al centro dell’incontro: "I Marziani siamo noi. Un filo rosso dal Big Bang alla vita", pubblicato lo scorso anno da Zanichelli e che avevano letto a scuola. Gli altri, dopo l’introduzione del giornalista scientifico Andrea Mameli e l’astrofisico Andrea Possenti, hanno appreso dell’autorevolezza dello scienziato in Italia e all’estero. Membro della Accademia dei Lincei, dell’Académie des Sciences e da un anno e mezzo guida l’Inaf, l’Istituto Nazionale di Astrofisico, oggi insegna Astrofisica a Pavia ed è diventato un celebre volto televisivo del National Geographic Channel, dove conduce il programma "I segreti dello spazio".
Al Festivalscienza prende per mano il pubblico mostrando prima un collage di foto scattate dal telescopio spaziale Hubble. E ammette di trovare commovente, «un momento storico», lo scatto strepitoso dell’immagine più lontana che esista della Terra. Merito del satellite Voyager, appena uscito dal sistema solare. L’hanno fatto girare e clic, quel puntino lontano siamo noi. La sonda Cassini - c’è del romanticismo nel sistema solare -, ci ha ritratto tra gli anelli di Saturno come una perla preziosa. E da Venere, l’occhio della sonda Venus Express, si incanta sul Pianeta blu in tutta la sua bellezza.
Ecco come siamo visti dallo spazio. Ma siamo soli nell’universo? Non è una domanda nuova e ci sono altre cose da scoprire. «Non abbiamo però alcuna evidenza che la vita si possa essere originata anche al di fuori del nostro pianeta», dice l’astrofisico. Che è comunque "ottimista". Infatti le recenti scoperte, quali la presenza di aminoacidi nei meteoriti e nelle comete e l’esistenza di numerosissimi pianeti extrasolari, aumentano le probabilità che altra materia biologica possa esistere in luoghi diversi da quelli che conosciamo . Il discorso Bignami lo prosegue nel nuovo libro, "Cosa resta da scoprire", appena uscito per Mondadori. In futuro ci saranno scoperte sensazionali che cambieranno la nostra visione del mondo e dello spazio. E per alcune risposte dobbiamo attendere il 2062, anno del prossimo passaggio della cometa di Halley. Quella stessa cometa della "Adorazione dei Magi" che Giotto affrescò nella cappella degli Scrovegni, a Padova.
E la fede nella scienza ha bisogno di nuovi fedeli nelle facoltà scientifiche. In Sardegna il radiotelescopio ha un’importanza nazionale ed europea, altra opportunità da cogliere. Agli studenti vuole dirlo: «Non c’è dubbio che il mestiere dello scienziato sia il più bello del mondo. L’Italia ha una grande tradizione scientifica e chi si laurea con noi non rimane senza lavoro».
Manuela Vacca
 
 
 
6 - L’Unione Sarda / Provincia di Cagliari (Pagina 37 - Edizione CA)
SENORBÌ. Fondato il Consorzio, Cantina Trexenta capofila
Rilancio dei vitigni pregiati con un piano da 7 milioni
Sette milioni di euro per il recupero dei vitigni autoctoni pregiati e per migliorare la qualità dei vini sardi. La Cantina Trexenta di Senorbì ha vinto la sua scommessa: coinvolgere istituzioni, facoltà universitarie, mondo scientifico, viticoltori, aziende e cooperative vitivinicole in un ambizioso progetto di sperimentazione e ricerca che punta al costante miglioramento dell’arte enologica.
IL CONSORZIO È nato così il "Consorzio dei vini in Sardegna" (Convisar) che mette insieme realtà produttive molto differenti tra loro per storia, tradizioni e struttura organizzativa: Argiolas di Serdiana, Li Duni di Badesi (Olbia-Tempio), Cantina delle Vigne di Piero Mancini di Olbia, cantina sociale del Mandrolisai di Sorgono, cantina sociale Gallura di Tempio e della Trexenta di Senorbì. Si tratta di una novità assoluta nel settore, quasi una rivoluzione nata dall’esigenza di fare rete. «Stiamo dando attuazione alla ricerca che ci ha permesso di raggiungere obiettivi di sicuro interessanti», dice Ennio Pasci, direttore tecnico della Cantina Trexenta. «Le singole aziende difficilmente possono condurre tali azioni individualmente e in modo ottimale. La linea principale di intervento è l’esaltazione del legame con il territorio con il recupero di vitigni autoctoni che riteniamo decisivo per avere successo sui mercati».
IL PROGETTO Il progetto scaturisce dall’accordo di programma quadro "Ricerca scientifica e tecnologia" stipulato tra la Regione, il ministero dell’Economia e il ministero dell’Istruzione e ricerca scientifica. Il Consorzio coinvolge nella ricerca anche le Università di Cagliari e Sassari e le agenzie agricole Agris e Laore. Strategia che è servita a intascare i sette milioni di euro previsti dal bando regionale
LE RICERCHE Le ricerche sono state condotte sui principali vitigni dell’Isola, nei territori di pertinenza della aziende coinvolte (Gallura, Mandrolisai, Trexenta, Parteolla e Sulcis) attraverso una serie di sperimentazioni che hanno portato alla comparazione di cento diversi nuovi vini. Tra gli obiettivi già centrati: l’individuazione e il recupero di vecchie varietà. La qualità e la biodiversità come antidoto alla crisi. «Stiamo moltiplicando gli sforzi per affrontare e superare nel migliore dei modi questo particolare momento di crisi generale e di difficoltà sul mercato», spiega Valeria Pretta, vicepresidente della cooperativa di Senorbì. I primi risultati non sono tardati ad arrivare.
Severino Sirigu
 
 
 
7 - L’Unione Sarda / Economia (Pagina 53 - Edizione CA)
Il master
La Sardegna esporta anche manager del turismo
La Hotel Business School, creata nel 2008 dal Forte Village, promuove la quarta edizione del “Master in Five Stars Hotel Management”, con una formula migliorata grazie alla collaborazione con partner alberghieri nazionali e internazionali. La quarta edizione del Master è partita nei giorni scorsi con l’obiettivo di rispondere alla esigenza di figure professionali specializzate nel turismo che proviene non solo dall’Italia, ma anche dal resto dell’Europa.
A conferma della sua vocazione internazionale, la percentuale di moduli didattici che saranno tenuti in lingua inglese si attesta sul 40%. La quarta edizione vedrà confermata la collaborazione con la Cornell University, prestigioso ateneo statunitense. Il Master è il prodotto di punta della Hotel Business School, creata dal Forte assieme alla Luiss Business School di Roma.
Dopo la prima edizione del corso, il 90% dei diplomati ha già trovato un’occupazione e il 70% di questi sono stati assunti, o hanno ricevuto proposte di assunzione dalla stessa struttura che li ha ospitati durante lo stage. Il Master si avvale di un “advisory board” di eccellenza, composto da figure note. Fra queste, Emma Marcegaglia, presidente di Mita Resort, Franco Fontana, direttore Luiss Business School, Massimo Caputi, ad Fimit, Massimo Egidi, rettore della Luiss e Lorenzo Giannuzzi, managing director del Forte Village. ( lan. ol. )
  


 
LA NUOVA SARDEGNA 
 
8 - La Nuova Sardegna / Pagina 3 - Fatto del giorno
Gli studenti: «La politica attacca la scuola è una crisi sociale oltre che economica» 
BETTINA CAMEDDA 
CAGLIARI. Entusiasmo, grinta, grande voglia di partecipare. Gli studenti universitari e delle scuole secondarie di secondo grado hanno partecipato in massa allo sciopero generale di Cgil, Cisl e Uil. «Siamo stanchi di un governo nazionale che non ci ascolta, siamo stanchi di un presidente della Regione inesistente a cui oggi chiediamo le dimissioni - dichiara Francesco Frau, studente in Scienze Politiche e vice segretario dei giovani democratici della provincia di Nuoro - si continua a promuovere una politica che va contro la nostra Costituzione, che attacca i lavoratori, la sanità, la scuola pubblica». «Dimissioni-dimissioni» è il grido rivolto a Ugo Cappellacci da parte di centinaia di studenti davanti alla sede del Consiglio regionale in via Roma.
In difesa dei propri diritti e dell’Università come ente pubblico e laico anche il gruppo Unica 2.0, guidato da un furgoncino bianco. Pronti ancora una volta a rivendicare «la legittimità alla protesta, alla lotta, ma soprattutto alla proposta e all’alternativa». Il popolo degli studenti è esplicito: né Berlusconi, né Monti. «È uno sciopero contro chi ha generato questa crisi e contro chi non si muove per cambiare le cose - afferma Marco Meloni - oggi ci viene difficile pensare che anche solo una parte di questa maggioranza possa dare delle risposte al Paese. Questa crisi non è solo finanziaria, è prima di tutto sociale, strutturale, e per uscirne bisogna investire in informazione e in cultura. Non si può pensare di colpire ancora i lavoratori e penalizzare gli studenti».
Ma c’è chi critica anche settori dell’opposizione. «A preoccuparci - viene detto - non è solo il governo nazionale e la sua maggioranza uscente, ma anche le esternazioni di alcuni esponenti dell’opposizione regionale che chiedono la chiusura dell’ateneo sassarese, 450 anni di storia d’Italia e di Sardegna che verrebbero cancellati in un sol colpo».
 
 
 
9 - La Nuova Sardegna / Cronaca di Cagliari (Pagina 28 - Edizione CA)
Le elezioni per il rinnovo del consiglio: urne aperte da oggi a lunedì
Medici, sfida per l’Ordine In corsa il presidente Ibba e il cardiologo Nissardi
Da una parte la continuità, che «coniuga anche il rinnovamento», come dice Mondino Ibba, presidente uscente dell’ordine dei medici; dall’altra una lista di «persone nuove, che rappresentano le diverse anime della sanità», come rilancia Vincenzo Nissardi, cardiologo del San Giovanni di Dio.
LE ELEZIONI La sfida inizierà oggi alle 9, quando nella sede di via dei Carroz verranno aperti i seggi per le elezioni del nuovo consiglio e del collegio dei revisori dei conti. Una partita dove, un po’ a sorpresa, giocheranno due squadre: quella guidata da Ibba, presidente dell’ordine per dieci volte consecutive, primo candidato della lista “Professione Futura”, e quella di Nissardi (Rinnovamento per Omeca), presentata a una settimana dall’appuntamento con le urne per settemila camici della provincia.
IL PRESIDENTE Ibba, che punta all’undicesimo mandato, divide gli obiettivi in due grandi ambiti: «Ci sono quelli di carattere nazionale, come la riscrittura della legge istitutiva degli ordini professionali. Poi, a livello provinciale, vorremmo cercare di ridurre il pressing sulla nostra professione da parte della politica. In realtà noi lavoriamo sempre più come vuole la Asl. Dobbiamo rivedere i rapporti tra lavoratori e datori di lavoro». Ma il presidente uscente punta anche sulla prevenzione «vogliamo creare dei gruppi di lavoro nei settori dell’ambiente, industria e agricoltura, che spesso sono cause di patologia per l’uomo. Senza la prevenzione non si può ridurre la spesa sanitaria». Poi due innovazioni: la «formazione telematica a distanza» e la «ridefinizione dei minimi tariffari: chi fa visite a venti euro non può certo dare garanzie sulla qualità».
LO SFIDANTE Nissardi, che lavora nella clinica cardiologica dell’azienda mista cagliaritana, vuole scalare il consiglio dell’ordine grazie ai voti del bacino universitario: «Nella lista sono stati inseriti tutte le categorie, dai medici di poliambulatorio all’università. C’è una grossa rappresentanza del mondo femminile: otto candidati su quindici sono donne». In caso di vittoria: «Speriamo di rendere più concreto l’ordine dei medici. Per ora è stato ben gestito dal presidente uscente, che ha buone capacità. Ma dopo trent’anni credo che ci sia bisogno di un rinnovamento». Nissardi vorrebbe che i medici fossero «più influenti sulla politica sanitaria regionale» e non solo: «L’ordine può svolgere un gran coordinamento tra la sanità territoriale e quella ospedaliera. E dovrebbe essere più vicino ai professionisti nella formazione. Noi abbiamo il dovere di aggiornarci in continuazione». Le urne rimarranno aperte fino alle 22 di lunedì.
Michele Ruffi
 
 
 
10 - La Nuova Sardegna / Pagina 6 - Cagliari
Skatepark, fondi inutilizzati 
Reginali: «Ci sono e si può cominciare subito» 
IGLESIAS.Esistono dei fondi già stanziati e destinati alla creazione di uno skatepark che non vengono utilizzati. Lo afferma Daniele Reginali, presidente provinciale del Pd ed ex assessore alle politiche giovanili della passata amministrazione comunale guidata da Pierluigi Carta. Fu lo stesso Reginali appena occupata la poltrona di assessore a ricevere tante segnalazioni riguardanti l’esigenza di tanti ragazzi che desideravano avere un luogo dove poter praticare uno sport sempre più a maggiore diffusione e sfogare le proprie emozioni sui muri tramite i graffiti. «Nel 2008 portammo avanti un progetto per la creazione di uno spazio apposito nell’area di via Renzo Laconi - spiega Reginali - si decise di collaborare con la facoltà di architettura di Cagliari e promuovere un concorso di idee, chiedendo agli studenti universitari di elaborare un progetto. Si creò un bando di concorso riguardante pertanto la realizzazione dello skatepark nel quartiere di Campo Romano. I vincitori ottennero una borsa di studio di 1000 euro. Grazie a questo studio riuscimmo a riqualificare il quartiere e al contempo regalare ai giovani skaters e writers uno spazio importante dove poter sfogare le proprie passioni ed esprimere le loro attività balistiche e creative. La Provincia finanziò 50mila euro per la realizzazione, ma quando tutto stava per partire cadde la Giunta Carta. Ora è da tempo tutto in stand by, anzi pare che la nuova amministrazione non intenda creare lo skatepark in quell’area perché non basterebbero i fondi stanziati. Eppure nel loro programma elettorale, lo skatepark doveva essere un caposaldo. Sarebbe uno spreco assoluto; lo studio effettuato per la progettazione e’ perfetto sotto tutti i punti di vista e basterebbe cercare altri fondi oppure ridimensionare il progetto ed adeguarlo con le finanze a disposizione».(a.s.)
 
 
 
11 - La Nuova Sardegna / Pagina 4 - Nuoro
Forestali, studenti a confronto 
Sei giorni di dibattiti organizzati dall’Ausfn 
Attesi 70 ragazzi in arrivo dalle facoltà di tutta Italia 
NUORO. L’Associazione universitaria studenti forestali Nuoro (Ausfn) in collaborazione con l’Ausf Italia organizza, nell’ambito delle celebrazioni dei 450 anni dell’Università di Sassari, la seconda Conferenza nazionale Ausf Italia-Sardegna 2011.
Per sei giorni (dal 14 al 19 novembre) settanta studenti arrivati da tutta Italia si confronteranno sui problemi del settore e sul mondo del lavoro con l’intervento di relatori qualificati.
«La Sardegna - spiega l’associazione nuorese - è stata scelta quest’anno poiché a Nuoro ha sede il corso di laurea in Scienze e tecnologie forestali e ambientali nonché la laurea magistrale in Gestione di sistemi arborei. Il progetto prevede l’incontro di tutte le Ausf nazionali provenienti dalle varie Facoltà di agraria italiane: Molise, Viterbo, Padova, Napoli, Torino, Palermo e Reggio Calabria. Si prevede la partecipazione di otto studenti per Ausf partecipante più 14 studenti del Corso di Nuoro per un totale di settanta studenti.
Gli stessi verranno ospitati per l’intera durata della manifestazione nella struttura “Galanoli”, presso il comune di Orgosolo, nella quale si terranno i seminari.
   
    

 
SARDEGNA QUOTIDIANO 
 
12 - Sardegna Quotidiano / Pagina 14 - Cagliari
UNIVERSITÀ
Insegnanti alla scuola di limba
Parte all’Università di Cagliari il progetto regionale Fils per la formazione degli insegnanti di lingua sarda. «Su Comitadu pro sa limba sarda valuta positivamente l’inizio del progetto Fils all’Università di Cagliari», commentano i rappresentanti del comitato. «Spiace rimarcare come l’Università di Sassari ancora non abbia ancora neanche iniziato un progetto analogo, soprattutto per il suo anacronistico rifiuto di insegnare il sardo curricolare almeno nel 50 per cento delle lezioni dirette e nel 50 per cento dei laboratori», contuinano dal Comitadu. «L’esperienza dell’Università di Cagliari potrà essere utile per la messa in pratica del Piano triennale 2011-2013».
  
     

 

QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa CRUI
Link: rassegna stampa MIUR

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