Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
10 November 2011

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
Il tesoro dimenticato dell'Università
Finanziato nel 1992, l'Archivio storico dell'ateneo è ancora chiuso
L'INCHIESTA. La responsabile Luisa D'Arienzo limita l'accesso alla struttura: «Rubato del materiale»
 
«Sono state avanzate ripetute richieste, purtroppo non accolte» da chi continua a tirare in ballo «i soliti problemi di carattere logistico, per accedere all'Archivio storico dell'Università di Cagliari». Così scrive il giornalista Walter Falgio nel suo recente volume Libro e Università nella Sardegna del '700 . Infatti, il luogo che conserva i faldoni con i documenti che permettono di ricostruire la storia della principale istituzione culturale sarda, non è mai stato aperto. E questo nonostante i finanziamenti pubblici per il riordino e l'apertura al pubblico siano stati stanziati nel lontano 1992 e affidati alla professoressa Luisa D'Arienzo. La paleografa detiene le chiavi e decide, a sua discrezione, chi possa avere o meno il privilegio dell'accesso al “tesoro” che permette di indagare su almeno tre secoli di cultura isolana.
IL MURO DI GOMMA La nota critica di Falgio è solo l'ultima di una lunga serie. Prima di lui già autorevoli storici come Antonello Mattone e Italo Birocchi, si erano scontrati con questo muro di gomma. «È assurdo che un bene così importante per la storia culturale della Sardegna non sia fruibile», denuncia Mattone, che ha curato la pubblicazione di due volumi di circa 800 pagine sulla Storia dell'Università di Sassari . Resa possibile perché, a differenza del cagliaritano, l'archivio dell'ateneo sassarese è riordinato e, soprattutto, aperto al pubblico. Un lavoro al momento impossibile realizzare nel capoluogo sardo. Per farlo «servirebbero gli acta graduum (i registri dei laureati, ndr ) e i carteggi tra ateneo e ministero», spiega Mattone. Tutti documenti preziosi accessibili, però, solo a pochi eletti.
L'ORIGINE DELLO SCANDALO Luisa D'Arienzo è direttore dell'Archivio dal 1992, anno in cui le è stato dato anche l'incarico di riordinare i faldoni e compilare gli inventari per la successiva apertura al pubblico delle stanze del piano terra di via Università. Tutto finanziato con soldi pubblici, provenienti sia dall'ateneo, sia dalla Regione. Quantificare la cifra degli stanziamenti è stato impossibile. I funzionari delle due istituzioni non sono stati in grado di fornire dati in merito. «È passato troppo tempo», si giustificano. L'affidamento, dunque, avviene agli albori del lungo “regno” di Pasquale Mistretta, terminato due anni fa.
LE RAGIONI DELLA CHIUSURA L'ex rettore spiega che «i documenti dell'Archivio sono ordinati da almeno dieci anni. I faldoni sono negli scaffali, mentre quelli che non ci stavano sono nei tavoli e in terra». Insomma, i locali sono troppo piccoli per contenere tutto il materiale, «ma non ce ne erano altri da destinare a quell'uso», specifica Mistretta. Che sottolinea come «a parte qualche laureando in lettere (la facoltà della D'Arienzo, ndr ) è stato fatto entrare qualche ricercatore. Ma non c'è mai stata una richiesta tale da giustificarne un'apertura a orario pieno». Però i finanziamenti sono arrivati perché l'Archivio aprisse. E, in ogni caso, se è già riordinato perché non si procede alla sua apertura? «Bisognava avere dei locali appositi, che non c'erano, e pagare del personale specializzato, per cui mancavano fondi. L'Archivio è importante ma avevo altre priorità: la biblioteca di Economia, l'orto botanico, il policlinico di Monserrato», spiega Mistretta.
La professoressa D'Arienzo giustifica la sua parsimonia nel far accedere ricercatori nell'Archivio: «Quando si è facilitato l'accesso ai documenti certi materiali non sono più tornati. E poi i locali non sono adatti per essere aperti al pubblico». Insomma, ci si scontra sempre con «i soliti problemi di carattere logistico». Nonostante l'importanza che rivestono quei documenti e il fatto che siano passati vent'anni.
Mario Gottardi
 
L’UNIONE SARDA
Cronaca di Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
Il futuro
Il rettore: «Aprirà presto»
 
Uno spiraglio di luce alla fine di un tunnel lungo vent'anni si inizia a vedere. È la stessa direttrice dell'archivio a spiegarlo. «Abbiamo digitalizzato tutti i documenti. L'archivio è in fase avanzata di sistemazione. Lo renderemo pubblico in un paio di mesi», afferma Luisa D'Arienzo. Il rettore Giovanni Melis invece non preferisce sbilanciarsi sui tempi, ma conferma che «stiamo facendo uno sforzo perché il materiale divenga fruibile al più presto. Siamo in attesa che la biblioteca universitaria (che dipende dal ministero dei Beni culturali e non dall'ateneo, ndr ) restituisca all'ateneo una parte dei locali di cui usufruisce».
Ma oltre dello spazio fisico, un archivio ha necessità di personale specializzato. Per questo Melis ha attivato una collaborazione con la Soprintendenza archivistica per la Sardegna. «Ho chiesto al Consiglio di amministrazione di valorizzare questo patrimonio dell'Università», sottolinea il rettore.
Insomma, le intenzioni dell'attuale “magnifico” sono quelle di velocizzare i tempi, «inizialmente rendendo pubblici una parte dei documenti, in vista di un luogo definitivo dove sistemarli definitivamente».
Dunque sembra che l'archivio sia diventata una priorità dell'ateneo. Anche se, prima di esultare, bisognerà vederlo aperto. Dopo vent'anni di attesa, una dose di scetticismo è più che giustificata. (m. g.)
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 20 - Edizione CA)
Il parto si fa in famiglia
Il direttore: «Dobbiamo ridurre i cesarei»
OSPEDALE CIVILE. Alla nascita del bebè parteciperanno i parenti
 
Altri tempi quando l'aspirante papà passeggiava fuori dalla sala parto fumando cento sigarette all'ora in attesa di notizie. Ora la sala del San Giovanni di Dio dove nascono i bebè si trasforma in un open space aperto a genitori, zii e, naturalmente, ai futuri padri. I medici e le ostetriche della Clinica Ostetrica e ginecologica dell'ospedale Civile stanno promuovendo il parto in famiglia attraverso corsi di accompagnamento alla nascita aperto, appunto, a tutta la famiglia.
IL CORSO «È un sistema che abbiamo già sperimentato e che stiamo riproponendo grazie al contributo di una fondazione», spiega Gian Benedetto Melis, direttore della Clinica dell'Azienda mista. «Dal primo dicembre partiranno gli incontri che si terranno in un albergo cittadino in attesa che diventi disponibile il blocco Q del Policlinico universitario di Monserrato. Il corso - spiega Melis - è completamente gratuito ed è articolato in otto riunioni (una alla settimana della durata di due ore) coordinate da volontarie, psicologhe e ostetriche che prestano la loro opera a titolo gratuito». (Per informazioni telefonare ai numeri 070/652797 - 389/4759619).
Perché coinvolgere tutta la famiglia in un evento così speciale? «Per tranquillizzare la donna che sta partorendo e regalare alle persone più strette momenti indimenticabili». Sempre che qualche genitore o suocera non decida di svenire sul più bello.
DIMINUIRE I CESAREI Per Melis è ormai una missione. «In Italia su cento bimbi 38 nascono con il taglio cesareo, la percentuale più alta del mondo. In Sardegna sono 36 su cento. Arrivare ai numeri dell'Irlanda (10%) sarebbe un sogno, però dobbiamo cercare in tutti i modi di abbassare la media. Anche perché il costo sociale è veramente elevato e non più sostenibile». Perché le donne preferiscono partorire con quella che è un'operazione a tutti gli effetti? «Per un motivo psicologico ed estetico. Le partorienti - spiega il direttore delle Clinica universitaria - hanno terrore del dolore e, soprattutto, di smagliature e deformità che spesso sono una conseguenza del parto naturale». Ci sono sistemi per ridurre se non evitare questi effetti negativi? «Abbiamo tutti gli strumenti, uno su tutti il corso che prepara la donna alla nascita del proprio figlio».
IL FUTURO Gian Benedetto Melis apre il libro dei progetti. «Presto, al Blocco Q del Policlinico, ci saranno a disposizione 6 stanze con sala e vasca per il travaglio con annesso salottino dedicato alla famiglia».
Andrea Artizzu
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 20 - Edizione CA)
Università
Paolo Fadda presenta nuovi sistemi per i container
 
Oggi alle 10,30, nella sala conferenze dei laboratori di Ingegneria, alla Cittadella universitaria di Monserrato, l'ex Autorità portuale Paolo Fadda, ordinario di Progettazione di sistemi di trasporto, presenta le recenti novità scientifiche e l'avanzamento dei progetti di ricerca compiuti grazie al Chameleon, alle camere anecoica e riverberante, e al processo fotovoltaico.
Il simulatore di gru portainer dell'università di Cagliari (ribattezzato “Chameleon”, camaleonte, per la sua versatilità) è uno strumento virtuale di analisi per l'implementazione della sicurezza e della produttività all'interno del terminal container.
Sistema innovativo, fisico e containerizzato, ha lo scopo di svolgere l'attività di formazione dei gruisti di banchina dei terminal portuali. Ma è utile anche alla ricerca di base con lo studio del livello di prestazione dell'uomo nelle diverse modalità operative, ad esempio, gestione e analisi dei test sull'affaticamento. Chameleon è finanziato dal consorzio CyberSar dell'Università.
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Provincia Medio Camp (Pagina 25 - Edizione PC)
Sardara
Stage formativi nelle aziende
 
Sardara apre le porte ai percorsi formativi promossi dall'Università di Cagliari, facoltà di Scienze Politiche, e dall'Agenzia regionale del lavoro. Per i prossimi tre anni i giovani potranno così fare esperienze formative direttamente nei luoghi di lavoro. «L'iniziativa», dice il sindaco Giuseppe Garau, «è figlia di una convezione che il Comune ha stipulato con l'Università». (s. r.)

LA NUOVA SARDEGNA 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 33 - Cultura e Spettacoli
Il mistero della salma di Garibaldi tra mito e ipotesi scientifiche
 
Non è controverso che il mito di Garibaldi abbia resistito molto al di là della sua stessa vita: solo in questi ultimi mesi lo dimostrano, se mai ce ne fosse stato bisogno, le tante celebrazioni per ricordarlo nel 150º anniversario dell’Unità d’Italia. Quel che resta in parte circondato da un alone di mistero è il giallo su alcuni aspetti della sepoltura, avvenuta ai primi di giurno del 1882 nell’arcipelago della Maddalena, una settimana dopo la morte.
 Ma enigmi e rebus non si limitano a questo. Per anni è stata alimentata una leggenda secondo la quale la salma non si troverebbe più a Caprera. Sono poi seguite mille diverse voci su possibili blitz ideati per portarlo altrove. Senza dimenticare la sparizione di cimeli funebri. Ed è riaffiorato un antico dubbio: c’è stata la cremazione, richiesta dal generale, o il corpo dell’Eroe dei due mondi è stato imbalsamato? Se appare pacifico escludere la prima soluzione, in un interessante saggio del medico Ugo Carcassi si avanzano adesso altre ipotesi e ci si sofferma su liti, frizioni e incertezze che accompagnarono le diverse fasi di quest’operazione: senza svelare troppi dettagli, la conclusione è che siano state adottate particolari misure «conservative», ma non l’imbalsamazione.
 La tesi - corredata da inediti - verrà esposta domani pomeriggio, alle 18, nella sala convegni della Camera di commercio sassarese, in via Roma 74. Dove appunto sarà presentato il libro «Giuseppe Garibaldi: la salma imbalsamata o bruciata? Fatti e ipotesi». Edita da Carlo Delfino, l’opera di Carcassi (professore universitario a Siena, Cagliari e Roma, internista e reumatologo) è stata realizzata in collaborazione con il pittore e disegnatore Leandro Mais, meticoloso collezionista di documenti sull’epopea dei Mille.
 Presentano il saggio Giuseppe Garibaldi, presidente dell’Istituto internazionale di studi sul generale e conservatore onorario del compendio di Caprera, e Tito Orrù, docente emerito di storia del Risorgimento all’università di Cagliari.
 Oltre all’autore e all’editore, interverrà Andrea Montella, direttore del dipartimento di Scienze biomediche della facoltà di medicina sassarese. E certo uno degli aspetti più interessanti dei nuovi sviluppi sarà rappresentato dalla chiave di lettura di alcuni fatti accaduti dopo la morte dell’Eroe dei due mondi. AvvenImenti interpretati da Ugo Carcassi, che è membro della Royal Society of Medicine di Londra e della New York Academy of Sciences, in un’ottica medico-scientifica. Così come aveva già fatto nel caso di numerosi lavori riguardanti Medicina interna e le specialità correlate e in volumi dedicati a Cristoforo Colombo, Giacomo Casanova, Maria Stuarda, Nicolò Paganini, Vincenzo Bellini, Ludwig Van Beethoven, Galileo Galilei e la casata dei Medici di Caffagiolo.
 
LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 33 - Cultura e Spettacoli
Le celebrazioni dell’Unità
All’università la mostra Buon compleanno Italia
 
SASSARI. Sabato alle 18, nell’Aula Magna dell’Università di Sassari, in piazza Università, si terrà l’inaugurazione della Mostra “Buon Compleanno Italia. Dalla Biblioteca Universitaria di Sassari: libri opuscoli e giornali (1847 - 1915)”. All’evento, presentato da Manlio Brigaglia, interverrà il rettore dell’ateneo sassarese, Attilio Mastino. L’iniziativa è organizzata, all’interno delle celebrazioni del 150º anniversario dell’Unità, dalla Biblioteca Universitaria e dal Ministero per i Beni Culturali con il patrocinio del Comune e con il contributo della Regione, della Provincia, della Fondazione Banco di Sardegna e della Banca di Sassari. La mostra della Biblioteca Universitaria, diretta da Maria Rosaria Manunta, si compone di libri, giornali, documenti e da una vasta produzione editoriale ottocentesca e dei primi del novecento. L’esposizione si articola in 5 sezioni: Sassari prima e dopo l’Unità d’Italia; Economia e infrastrutture; Scuola, cultura e società; La letteratura e l’editoria d’occasione: scritti encomiastici e celebrativi; La crisi di fine del secolo, l’età giolittiana e la Prima Guerra mondiale.

Questionnaire and social

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