Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
08 November 2011

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL'UFFICIO STAMPA

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
Fisco
Università, tirocini per studenti e neolaureati
 
Al via i nuovi tirocini formativi per studenti e neolaureati frutto della collaborazione tra Fisco e Università. I processi di formazione e sviluppo, la comunicazione interna, la gestione delle risorse umane nell'ambito dell'amministrazione finanziaria sono i temi-guida di due stage formativi che si tengono nella sede cagliaritana della direzione regionale dell'Agenzia delle Entrate.
Un percorso didattico ad alto tasso di specializzazione che rappresenta solo l'ultimo tassello di un mosaico di 200 tirocini per universitari e neo laureati, realizzati negli uffici del Fisco in Sardegna nel corso degli ultimi cinque anni grazie alla collaborazione tra Entrate, Agenzia regionale del Lavoro e gli atenei di Cagliari e Sassari. Una cifra cui si aggiungono i 120 stage riservati agli alunni delle scuole superiori dell'Isola dal 2007 a oggi. In particolare, l'ultima iniziativa si propone di formare professionisti con elevate competenze nel settore della gestione delle risorse umane, partendo dalla conoscenza della realtà operativa e organizzativa dell'Agenzia delle Entrate. (p.l.)
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cagliari Quartieri (Pagina 23 - Edizione CA)
Monte Claro
Insegnanti a confronto
 
Manifestazione per i 150 anni dell'Unità d'Italia a Monte Claro. L'appuntamento è fissato per il 15 novembre, a partire dalle 16, nella sala polifunzionale dell'area verde provinciale di via Cadello. L'organizzazione sarà curata dal Cidi (Centro di iniziativa democratica degli insegnanti). In programma c'è un incontro durante il quale saranno presentati i lavori prodotti da diverse scuole cittadine. Introdurrà i lavori Gianluca Scroccu del Dipartimento di Studi storici dell'Università. Coordinerà la manifestazione Gianna Lai, vicepresidente del Cidi Cagliari. Conclusioni affidate alla presidente, Rosamaria Maggio. L'obiettivo del Cidi è contribuire a realizzare una scuola democratica, più attrezzata culturalmente e soprattutto più vicina agli interessi di ragazze e ragazzi. (p.l.)
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Cagliari Quartieri (Pagina 23 - Edizione CA)
Scavi nell'ex chiesetta
Entro l'anno sarà ultimata la piazzetta
SANTA LUCIA. Lavori archeologici nel tempio della Marina
 
È ripartita in via Sardegna la campagna di scavi sotto i ruderi dell'ex chiesetta di Santa Lucia di Marina. Il secondo stralcio dell'intervento di recupero e di indagine archeologica, finanziato dal Banco di Sardegna, ha preso avvio il 17 ottobre scorso e si concluderà entro il 31 dicembre.
I DETTAGLI I lavori sono eseguiti dalla ditta Re.Co. Restauri srl di Dolianova, con la supervisione della facoltà di Architettura e del dipartimento di Scienze archeologiche dell'Università. Coinvolta nel progetto anche la parrocchia di Sant'Eulalia e le Sovrintendenze per i beni archeologici e architettonici. La responsabilità scientifica dell'intervento è in capo a Donatella Mureddu e Rossana Martorelli. In campo anche l'archeologa Stefania Dore e il progettista (nonché direttore dei lavori) Marco Cadinu.
DISCARICA Incastonati tra le vie Barcellona, Sardegna, Napoli e Cavour, i ruderi di Santa Lucia erano rimasti per tanti anni nascosti dietro un ponteggio e una recinzione fatiscente. All'interno l'area archeologica si era trasformata in una pattumiera a cielo aperto oltre che in un dormitorio di fortuna per barboni e tossici.
NUOVA VITA Da un po' di tempo, per fortuna, la musica è cambiata. L'area è stata ripulita e aperta al pubblico trasformandosi in una sorta di piazzetta (sempre custodita da una coppia di guardiani) sormontata dalla porzione di edificio ancora in piedi. Il nuovo intervento avviato a ottobre si prefigge di completare l'opera, per restituire definitivamente dignità all'ex chiesetta e consegnare l'intera struttura di origine medioevale a cagliaritani e turisti. (p. l.)
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 46 - Edizione CA)
Il libro di Francesca Pau
Giorgio Asproni, l'universalità della politica
 
Studiare il modo migliore di governare e di amministrare i popoli dovrebbe essere l'occupazione di ogni cittadino, colto o incolto che sia. Perché la politica abbraccia il senso dell'universale. È in questa frase tratta dal suo “Diario Politico” che si può leggere la profondità di pensiero di un grande uomo politico repubblicano, democratico e intellettuale sardo del Risorgimento: Giorgio Asproni. Appare così particolarmente significativa, in occasione di questo 150esimo anniversario dell'unificazione italiana, la pubblicazione del volume di Francesca Pau “Un oppositore democratico negli anni della Destra storica. Giorgio Asproni parlamentare 1848-1876” (Carocci, pp. 412, € 44). La giovane ricercatrice sarda, dottore di ricerca in Storia delle Dottrine Politiche con alle spalle un significativo lavoro alla Sapienza di Roma, ricostruisce nei particolari il pensiero e l'azione del politico e pubblicista di Bitti. Il volume, edito nella Collana del Dipartimento di Storia dell'Università di Sassari, ci fornisce un quadro esaustivo degli interventi parlamentari di Asproni, soprattutto grazie alla presenza antologica opportunamente commentata. Si può così seguire la coerenza di un repubblicano senza reticenze, sia nella Sardegna preunitaria quando forte è la sua critica al dispotismo accentratore sabaudo, sia dopo l'unificazione, quando il suo professarsi repubblicano non era certo in linea con gli atteggiamenti filo monarchici di gran parte della classe politica regia.
Il suo impegno fu sempre guidato dal rifiuto di ogni pratica compromissoria, a favore di un impegno sui fatti per cancellare le ingiustizie attraverso un riformismo graduale, così da riaffermare i principi del diritto naturale. Per fare questo, e l'autrice lo mette ben in evidenza, un uomo pubblico non deve mai rinunciare alle sue capacità di analisi critica, perché primaria dev'essere la valorizzazione della dimensione partecipativa intesa come principio di responsabilità civica e di buona politica. Per il deputato di Bitti chi si occupa dei problemi dello Stato deve sempre affermare i principi dell'autonomia della legge naturale. E questo sia quando si interessa dei principi cardine della rappresentanza istituzionale, o si batte per uno stato laico e aconfessionale. Per Asproni sono questi i fondamenti alla base del suo essere repubblicano e democratico, contro ogni tendenza monopolistica o monarchica del potere. Il materiale su cui ha lavorato Francesca Pau integra al meglio atti parlamentari e materiale d'archivio, conservato nei principali archivi e istituti culturali come dimostrano i carteggi con uomini come Garibaldi, Mazzini e Cattaneo, cui si accompagna un'ampia conoscenza della letteratura storiografica che in Sardegna deve molto a studiosi come Maria Corona Corrias e Tito Orrù. Un volume prezioso, perché ci riporta l'esempio di un uomo che seppe battersi con competenza e passione per la democrazia e il progresso.
Gianluca Scroccu
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 16 - Edizione CA)
POLICLINICO. Il processo
«È depresso»
Una perizia su Santa Cruz
 
L'ex direttore di Anatomia patologia del Policlinico universitario Giuseppe Santa Cruz è depresso al punto che non sarebbe in grado di affrontare coscientemente il processo in cui è accusato di rifiuto di atti d'ufficio, interruzione di pubblico servizio, abuso d'ufficio e violazione di domicilio. «Soffre di uno stato d'ansia profondo che scatena in lui attacchi di panico continui e frequenti». È il quadro clinico che emerge dalla consulenza di parte depositata ieri dalla difesa del professore e che ha convinto i giudici della prima sezione penale del Tribunale a chiedere per l'imputato un accertamento di natura psichiatrica. Il perito del collegio, che riceverà l'incarico all'udienza del 14 novembre, dovrà, appunto, accertare se Santa Cruz sia capace o meno di stare in giudizio. Un colpo di scena che ha impedito di interrogare i tanti medici citati per l'udienza di ieri dai pm Gaetano Porcu e Daniele Caria. Se ne riparlerà dopo la perizia.
La battaglia all'interno di Anatomia patologica, andata avanti dal 2002 al 2007, viene rievocata davanti ai giudici molti anni dopo i fatti costati il rinvio a giudizio a Santa Cruz (difeso da Francesco Onnis e Raffaello Spano). Sul banco degli imputati ci sono anche la figlia Rosa Santa Cruz (concorso in abuso d'ufficio), alla quale il padre aveva affidato l'incarico di responsabile dei laboratori di biologia, i medici Davide Matta e Stefano Angius e il tecnico Antioco Angelo Casula (violazione di domicilio): il 26 gennaio 2007 si sarebbero introdotti clandestinamente nel laboratorio di Tossicologia forense dove avevano effettuato riprese con una telecamera. L'inchiesta era scattata dopo la denuncia dell'ex direttore di Chirurgia Nanni Brotzu, sentito come teste alla prima udienza: «Ci veniva negata l'analisi dei reperti durante gli interventi chirurgici - aveva detto in aula -, il servizio non era mai decollato e la mia impressione è che Santa Cruz non avesse alcun interesse perché voleva lavorare in Medicina legale dov'era stato trasferito dal Rettore Mistretta ma il Tar aveva annullato quel provvedimento».
 
L’UNIONE SARDA
6 – L’Unione Sarda
Provincia di Sassari (Pagina 23 - Edizione OL)
Mediterraneo delle Università
L'Ateneo aderisce al progetto Erasmus col Nord Africa
SASSARI. Gli studenti hanno trasmesso una petizione alla Commissione europea
 
L'Ateneo sassarese ha aderito alla petizione dell'Unione delle Università del Mediterraneo per un «Erasmus» esteso ai Paesi della sponda sud del Mediterraneo. È una battaglia culturale particolarmente importante nell'attuale momento storico alla quale saranno chiamati a partecipare gli studenti invitati alla raccolta di firme.
L'iniziativa è caldeggiata dai delegati del rettore per la mobilità internazionale studentesca Piero Sanna, Elena Sanna Ticca e Quirico Migheli e dal Comitato Lifelong learning programme Erasmus. Cinque eurodeputati, Francoise Castex et Vincent Peillon (Francia), Franziska Brantner (Germania), Cristian Dan Preda (Romania) e Ivo Vajgl (Slovenia), hanno sottoscritto un appello per sollecitare la commissione europea a varare un nuovo programma Lifelong learning Erasmus e Leonardo da Vinci che abbracci l'intero spazio Mediterraneo, coinvolgendo negli scambi formativi tutti i Paesi del Nord-Africa. «La petizione - informano i delegati rettorali - sarà attiva fino al 15 novembre 2011».
 
L’UNIONE SARDA
7 – L’Unione Sarda
Gallura (Pagina 20 - Edizione OL)
S. teresa
Novemila euro per due universitari
 
Il Comune di Santa Teresa ha stanziato, con fondi propri, anche borse di studio per gli universitari. Le due borse, da novemila euro l'una, sono destinate a studenti residenti a Santa Teresa che abbiano conseguito la maturità nell'anno scolastico 2010-2011 e che siano iscritti al primo anno di un corso universitario. I novemila euro saranno così suddivisi: tremila all'immatricolazione e tremila per i due anni successivi nel corso dei quali gli studenti dovranno mantenere una media di 24/30. Le domande devono essere presentate entro il 14 novembre. I moduli possono essere ritirati all'Ufficio Pubblica istruzione o scaricate dal sito internet del Comune. Sono invece scaduti il 4 novembre i termini per le borse di studio destinate agli studenti delle scuole medie e superiori.
 

LA NUOVA SARDEGNA
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 19 - Sassari
Un giovane su due è senza lavoro
L’indice di povertà supera il 24 per cento, siamo all’emergenza
Il segretario della Cisl Gavino Carta: «Infrastrutture, istruzione, coesione sociale per uscire dalla crisi»
VANNALISA MANCA
 
 SASSARI. Il territorio è ormai da tempo sotto la soglia di emergenza. Gli indicatori sono drammatici. Cresce la povertà, con un indice che supera il 24 per cento; un giovane su due non ha un lavoro; i disoccupati sfiorano le 50mila unità, mentre sono oltre 23.000 i cosiddetti inoccupati, quelli che il lavoro l’hanno cercato e non l’hanno mai avuto neppure per un’ora, oppure la loro attività è da annoverare nelle statistiche del lavoro nero. Un territorio che non vede prospettive, dove si registra una contrazione degli investimenti, con un’industria ormai evanescente, un’agricoltura che arranca, le banche che finanziano sempre meno le intraprese, l’edilizia che in due anni ha perso il cinquanta per cento degli addetti. Cassa integrazione e mobilità sono spesso le poche entrate di molte famiglie. Un contesto di crisi che trascina inevitalmente nell’incertezza anche il settore terziario, su cui si è da sempre basata l’economia di Sassari; non ci soldi, la moneta non gira, i consumi si contraggono, i negozi chiudono. Tutto cade in un vortice pericoloso, da cui non si riesce a intravedere una luce.
 Il quadro è piuttosto deprimente. E il territorio si ribella. Venerdì prossimo i sindacati territoriali Cgil, Cisl, Uil chiamano a raccolta lavoratori, disoccupati, pensionati, giovani e donne per lo sciopero generale della Sardegna. Per protestare contro le misure economiche inique del governo e contro la Regione che non si è mostrata in grado di affrontare la gravità della situazione sarda.
 Secondo le ultime rilevazioni del Centro Servizi per il lavoro di Sassari, il nostro territorio registra un totale di 48.521 disoccupati, 25.495 maschi e 23.026 femmine; un totale di 23.604 inoccupati, di cui 8.219 maschi e circa il doppio di femmine (15.385). E ancora, sono 4329 i lavoratori in mobilità e 1081 i cassintegrati in deroga.
 «Sono dati allarmanti - commenta Gavino Carta, segretario generale della Cisl di Sassari -. L’area di crisi, quella che una volta veniva indicata come triangolo industriale Sassari-Alghero-Porto Torres, non riesce a trovare sbocchi. Non si sono creati i presupposti per dare un futuro ai nostri giovani. Basti pensare che a Sassari il tasso di disoccupazione giovanile, dati Istat, è del 49,9 per cento per ragazzi tra i 15 e i 24 anni e del 17,2 per cento per i 25/34enni. Un record negativo che peggio di noi vede il Sulcis Iglesiente. Significa che la politica è distante anni luce dalla realtà in cui si trovano le famiglie spesso monoreddito che hanno in casa figli laureati o comunque con alta scolarizzazione che cercano inutilmente un’occupazione». A questi si aggiungono i giovani che non hanno fatto alcun percorso di formazione e istruzione e che denunciano il loro disagio sociale. «Noi chiediamo un patto per il lavoro giovanile; qui non ci sono prospettive - dice ancora Gavino Carta -. I ragazzi sono disorientati, quando possono vanno via e non possiamo recriminare se non ritornano per mettere al servizio di questo territorio la loro professionalità». Occorrono misure adeguate per contrastare il fenomeno e disegnare un futuro. «Il piano straordinario per il lavoro, varato dalla Regione, è rimasto lettera morta - commenta ancora Gavino Carta -. Dalle nostre parti l’unico progetto di cui si parla è quello della chimica verde. Vedremo, ma non basta. Le infrastrutture cedono: alla fine del prossimo anno il 1º e 2º gruppo della termocentrale di Fiume Santo saranno spenti, sessanta persone andranno in Cig e altrettante dell’indotto saranno fuori produzione. Nel frattempo, manca un sistema di regole e di garanzie sul piano energetico e resta l’incerto sul quinto gruppo che E.On dovrebbe costruire».
 A questo si aggiunge Trenitalia che non investe, che non realizza il dente d’attracco merci a Porto Torres, causando disagio nei trasporti con costi superiori del 20 per cento rispetto a quelli dove la ferrovia funziona. C’è ancora altro nella crisi del territorio: si chiama sanità pubblica e privata e assistenza sociale. La scure dei tagli si abbatte anche su questi settori delicati e intanto si dibattono nell’incertezza strutture socio-sanitarie di eccellenza come il «San Giovanni Battista» di Ploaghe.
 Insomma, infrastrutture, istruzione e coesione sociale: senza questi elementi fondamentali è davvero difficile superare la crisi. Investire nel welfare, correggere le distorsioni del mercato: «Uno Stato che non pensa agli ultimi, ma soltanto ai primi - commenta amaro il segretario della Cisl - cancella il Paese dalle sue scelte».
 
LA NUOVA SARDEGNA
9 – La Nuova Sardegna
Pagina 19 - Sassari
Crollo dalle antiche mura
Transenne in via Torre Tonda vicino al bar Accademia
L’edificio ha necessità di restauri: Comune e Università stanno lavorando insieme
 
 SASSARI. Un distacco di calcinacci dalle antiche mure di via Torre Tonda. È accaduto nei giorni scorsi e il Comune ha provveduto a transennare con una palizzata in legno l’area interessata dal piccolo crollo, il marciapiede a fianco al gazebo del bar «Accademia» dove sono caduti pezzi di cemento e tufo, alcuni del diametro di una decina di centimetri. È stato proprio il titolare del bar, Piero Muresu, a segnalare agli uffici comunali l’accaduto. Quel pezzo di marciapiede, durante la bella stagione, viene utilizzato per sistemarvi tavolini all’aperto dallo stesso esercente, che ha la concessione di suolo pubblico per occuparlo e cura anche la piccola aiuola verde. Sempre in quel suggestivo angolo c’è una fontanella, una delle poche funzionanti in città.
 Quanto è avvenuto in via Torre Tonda ha messo in luce due problemi: la necessità di procedere a un restauro delle mura quattrocentesche e di fare una messa a punto sugli interni dell’edificio, un tempo sede dei bagni pubblici e dove abitano alcune persone, con quale titolo è ancora da verificare. Lo stabile è stato in parte ceduto dal Comune all’Università una decina di anni orsono e all’interno è in uno stato di degrado. «Il crollo ha interessato una parte che è ancora di proprietà comunale, come risulta al nostro ufficio tecnico - afferma Piero Canu, responabile dell’ufficio «patrimonio» dell’ateneo -. E infatti è stato il Comune a intervenire per mettere in sicurezza l’edificio. Ma già da qualche tempo l’Università di concerto con Palazzo Ducale sta pianificando interventi per il recupero dell’antico edificio, che ha grande valore storico per la città».
 Della messa in sicurezza è stata incaricata dal Comune la Cooperativa Archeologia di Firenze, la stessa che sta curando il restauro della falegnameria Clemente in via Carmelo. «Per ora il nostro intervento si è limitato alla protezione con la palizzata - dice Alessandro Piras - per garantire la sicurezza al bar Accademia. Non abbiamo rilevato lesioni strutturali, quanto è avvenuto dipende dall’azione degli agenti atmosferici e dall’utilizzo di cemento fatto in passato per ricostruire la facciata». (p.f.)
 
LA NUOVA SARDEGNA
10 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Prima Pagina
L’INTERVENTO
Il Banco di Sardegna e le aspettative rimaste deluse
ANTONIO SASSU
 
Da dieci anni l’istituto è sotto il controllo della Popolare emiliana Resta da chiedersi quali siano stati i vantaggi. Ci pare opportuno tentare una valutazione del percorso finora compiuto.
 Partiamo dalle aspettative che la comunità regionale si proponeva di ottenere a seguito della vendita del Banco imposta dalla legge Amato-Ciampi. Tre erano quelle principali. Innanzitutto quella di vedere il Banco di Sardegna come un autentico volano dello sviluppo. Il tessuto produttivo della regione stava indebolendosi, il credito alle imprese era in forse come obiettivo fondamentale della banca e l’efficienza era bassa sotto tanti aspetti. Si auspicava, perciò, un maggiore efficientamento in termini di prodotti e di servizi che permettesse di riconquistare almeno parte delle quote del mercato del credito e garantisse un contributo allo sviluppo economico, soprattutto, all’espansione delle piccole e medie imprese. Inoltre, si sperava che il Banco tornasse ad essere un punto di riferimento culturale e tecnologico. Orbene, è migliorata un po’ l’efficienza, ma la quota di mercato è decisamente diminuita (non solo per l’aumentata concorrenza) e la società regionale non gli attribuisce più quel ruolo di strumento importante dello sviluppo. In generale, si può dire che si è fortemente attenuata l’affezione al Banco, specialmente dei dipendenti, e non c’è più l’osmosi con la gente che c’era una volta. L’impresa capogruppo viene percepita come totalmente estranea agli interessi regionali e si sente che il Banco non appartiene più alla comunità.
 La seconda aspettativa era quella di acquisire una maggiore apertura nazionale e, forse, internazionale. Si diceva che la banca era troppo grande per la nostra regione e troppo piccola a livello nazionale e internazionale. Erano necessarie una maggiore visibilità e apertura in un contesto di mercato più ampio. Con l’esperienza si può vedere che questa aspettativa non si realizza: l’impresa capogruppo non accetta che un’ impresa del gruppo possa avere una propria visibilità, soprattutto maggiore della sua, tutto deve essere finalizzato al suo “buon nome”. È questa che decide come le diverse banche del gruppo devono espandersi in funzione della sua crescita, è questa che ha il compito di limitare o incentivare l’attività delle singole banche. Così, se la capogruppo ha obiettivi limitati o una struttura deficitaria, è chiaro che, applicando le sue regole, anche le banche del gruppo devono adeguarsi verso il basso. Gli esempi, in questo campo sono moltissimi. Si pensi al settore dei titoli. Il Banco, non solo ha dismesso la propria società, ma, quello che è più grave, ha anche ridotto il personale che può dare consulto ai propri clienti. Si pensi al settore del leasing. Sono tante le occasioni in cui si è tentato di limitare, se non di chiudere, la società del Banco (la Sardaleasing) e oggi si è arrivati a circoscrivere la sua attività al territorio regionale. Esattamente il contrario di ciò che si sperava nel momento dell’acquisizione da parte di una impresa che non fosse regionale.
 La terza aspettativa, ugualmente molto ambiziosa, era quella di avere un nuovo e più moderno know-how a favore del pubblico e una crescita intellettuale e professionale del personale sardo.
 Una volta eliminata la piattaforma tecnologica, poco rimane del settore informatico e della “comunication technology” all’interno del Banco e il know-how che viene applicato appare poco innovativo. Non c’è crescita neppure nel settore del personale. I funzionari “mandati” da Modena ricoprono posti di primaria importanza e assicurano una totale omogeneità di vedute e di programmi e, specialmente, totale lealtà. Né c’è la possibilità che la banca del gruppo prenda dal mercato il personale di cui ha bisogno. Sarebbe un ammettere che la capogruppo non ha le risorse umane per svolgere una data funzione.
 Pertanto, se diamo uno sguardo alle aspettative che ci eravamo fatti, dobbiamo dire che i risultati sono, per il momento, piuttosto deludenti. Forse, con la nuova dirigenza qualcosa si muove.

Questionnaire and social

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