Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
24 October 2011

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL'UFFICIO STAMPA

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 13 - Edizione CA)
Congresso sulla salute mentale
La depressione è rosa,
sono donne tre malati su quattro
 
Un uomo depresso e una donna depressa hanno la stessa malattia? La risposta alla terapia farmacologica è identica nei due soggetti a parità di condizioni? E gli effetti collaterali sono gli stessi? A queste e altre domande hanno provato a dare risposta i più autorevoli specialisti di psichiatria in Italia, riuniti nei giorni scorsi alla Fiera di Cagliari per il primo congresso nazionale su “Differenze di genere e salute mentale”.
«Aspetti culturali, genetici e ormonali», dice il professor Bernardo Carpiniello, direttore del Dipartimento di Psichiatria dell'Università, «determinano le caratteristiche delle malattie mentali». Gli esempi possono essere tanti. La depressione, patologia molto diffusa che coinvolge il 15 per cento della popolazione, colpisce in modo prevalente la donna ma non risparmia comunque l'uomo. La schizofrenia, invece, nell'uomo si manifesta almeno 3-5 anni prima che nella donna.
GLI STUDI Perché tutte queste differenze? «Non esiste una risposta precisa», spiega il professor Carpiniello, organizzatore del congresso. «Le differenze di genere relative alla salute mentale, infatti, sono legate a diversi fattori, ciascuno dei quali contribuisce a spiegare il fenomeno». In Sardegna, così come avviene nel resto d'Italia, la depressione è una malattia più femminile che maschile. «Ogni quattro persone depresse tre sono donne. E le cause sono biologiche, culturali e psicosomatiche», spiega ancora Carpiniello.
RISCHIO SUICIDIO Una delle ricadute sociali legate a questa malattia è il suicidio, che in Sardegna ha un'incidenza abbastanza elevata rispetto al resto del Paese. In novanta casi su cento, dietro il suicidio ci sono problemi mentali; nell'ottanta per cento dei casi questi problemi derivano dalla depressione. «Proprio sul tema del suicidio le differenze di genere sono ancora più evidenti», dice Carpiniello. «I tentativi di suicidio che vanno a segno sono 3-4 volte più frequenti negli uomini. Tra le donne, invece, dietro i tanti tentativi di suicidio, non c'è, spesso, una vera volontà di farla finita». Dunque, per quanto la depressione colpisca maggiormente le donne, sono, però, gli uomini a subire le conseguenze maggiori. Nei casi di depressione post parto, poi, il rischio di suicidio è abbastanza contenuto come il fenomeno dell'infanticidio: «È un evento rarissimo».
Mauro Madeddu
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 15 - Edizione CA)
Arte, servono più fondi
Hinna: «Coinvolgere le fondazioni bancarie»
EXMÀ. Ieri Laboratorio 5, gli “stati generali” della cultura cittadina
 
«Così non si può più andare avanti». Sono queste le parole d'ordine che hanno unito gli oltre 40 esponenti del mondo dell'arte cittadino che ieri hanno partecipato al convegno Laboratorio 5 all'ExMà. Il momento di confronto è stato organizzato dal Consorzio Camù (che gestisce i principali centri d'arte comunali) e coordinato dal tenore e scrittore Gianluca Floris. Secondo il cantante lirico, quella di ieri è stata la prima occasione per «creare un momento di democrazia partecipata».
LE TEMATICHE La giornata si è aperta con cinque relazioni, una per ambito tematico. Ha aperto i lavori Alessandro Hinna, ricercatore dell'università di Tor Vergata (Roma) e membro del comitato di valutazione del ministero dei Beni culturali e della Fondazione Cariplo, che ha parlato degli aspetti economici e dei servizi. Secondo l'accademico «è la cultura con il suo indotto che serve all'economia e non il contrario». Inoltre, ha spiegato cosa, secondo lui, dovrebbe fare il Comune in tempi di ristrettezze finanziarie: «Favorire contatti con fondazioni bancarie, anche nazionali, per l'attivazione di microcredito a favore di progetti vincenti e innovatori». L'educazione è stato il tema affrontato dal regista Enrico Pau, secondo cui «è necessario educare alla bellezza», perché solo così si garantisce una tutela del patrimonio culturale, architettonico o paesaggistico. Della produzione ha invece parlato il regista Giancarlo Biffi: «È necessario avere delle certezze pluriennali delle risorse». Elemento fondamentale per poter fare una programmazione culturale. Il “padrone di casa”, Fabrizio Frongia del Camù, sottolinea come negli ultimi anni, «gli spazi sono aumentati del 70% ma i fondi per la loro gestione sono diminuiti del 90%».
CRITICHE E PROPOSTE Quest'ultimo tema è stato il leitmotiv di tutti gli oltri 40 interventi che si sono susseguiti durante la giornata, tra cui quelli di Paolo Fresu, Massimo Cugusi dello Ied e Fabio Marceddu, applauditissimo. Tutti hanno chiesto un cambio di passo rispetto al passato: più trasparenza, burocrazia più snella, regole certe e valide per tutti.
Secondo la presidente della commissione Cultura del Consiglio comunale, Francesca Ghirra, quello di ieri è stato un «risveglio positivo d'animi», e ha ricordato come «sono già stati calendarizzati una serie di incontri con le associazioni per stabilire regole certe e condivise». Sulla stessa linea l'assessore comunale alla Cultura Enrica Puggioni, che ha partecipato da spettatore. «Sono qui per ascoltare», commenta, ma risponde anche alla critica sulla burocrazia: «I bandi e i controlli degli spazi pubblici certificano la trasparenza dell'amministrazione». Che poi è quello che ha chiesto a gran voce il mondo culturale cittadino.
Mario Gottardi
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 32 - Edizione CA)
La fragilità della società italiana
Fascismo, i comandamenti di una vuota religione
Cagliari, convegno patrocinato dalla Fondazione Siotto e promosso dalla Sissco
 
Le “Rappresentazioni del fascismo” sono state protagoniste della seconda sessione del convegno “Il fascismo nella storia d'Italia. Tradizione e modernità del regime”, che nei giorni scorsi si è svolto a Cagliari, nelle sale del Palazzo Siotto. Vecchi e nuovi modelli di interpretazione storiografica si sono avvicendati nel tentativo di descrivere l'invisibile ragnatela di rapporti nata fra il popolo italiano e il mito fascista, addobbatosi di estetiche e ritualità che diventarono elemento fondamentale nell'esperienza del ventennio.
Una strada indicata per la prima volta da Mosse, nel 1974, con “La nazionalizzazione delle masse” e sviluppata in Italia, nei primi anni '90, da Emilio Gentile con l'opera “Il culto del littorio: la sacralizzazione della politica nell'Italia fascista”. Da allora la “religione” fascista è diventata un serbatoio di indagine per i ricercatori impegnati a cristallizzare in concetti la sfuggente esistenza dell'imperfetto totalitarismo italiano.
Nel suo intervento, “Esibire il passato imperiale”, Maddalena Carli ha preso in esame la Mostra augustea della romanità, voluta proprio dal duce nel 1937. Nei cinquantanove ambienti del Palazzo delle Esibizioni, ha sottolineato la ricercatrice dell'Università di Teramo, è possibile osservare il desiderio fascista di «far diventare il passato un presente eterno». La sala della famiglia, quelle degli imperatori, delle conquiste e dell'agricoltura: il duce diventa l'erede di un'infallibile tradizione imperiale, il popolo italiano diventa il terreno sul quale far crescere il mito dell'eternità.
Una continuità, quella fra romanità e fascismo, che diventa pendolo per l'ipnosi di massa, con i suoi biancori mediterranei e la barbara fierezza della nuova Sparta, sbriciolatasi con i fulminei insuccessi della sua posticcia macchina militare.
Basato su una vasta ricerca fotografica condotta sulla stampa italiana e tedesca, l'intervento della ricercatrice della Ca' Foscari, Camilla Poesio, “Mussolini als mythos, le immagini di Mussolini e di Hitler in una prospettiva comparata”. «Un'incursione certamente formativa, quella nell'iconografia fascista - ha affermato l'autrice di “Il confino fascista” (Laterza) - per una che come me si è occupata sempre di repressione». Le istantanee analizzate dalla Poesio riguardano tre incontri ufficiali di Hitler e Mussolini: Venezia nel '34, Monaco nel '37 e poi Roma, Napoli e Firenze nel 1938.
Le inquadrature dei fotografi di regime, abiti, luoghi, posture ed espressioni dei dittatori nelle reciproche visite di Stato: tutto racconta di un rapporto diplomatico nato con la venerazione del Fuehrer, piccolo borghese impacciato nell'impermeabile del '34, e conclusosi con l'asservimento del duce e dell'Italia al delirio conquistatore nazista.
Di matrice classica l'analisi di Gianni Fresu, ricercatore dell'Università di Cagliari e segretario della Fondazione Siotto, finanziatrice dell'incontro che ha trascinato in Sardegna il fervido dibattito storiografico promosso dalla Società italiana per lo studio della storia contemporanea.
L'analisi del fascismo operata da Gramsci è stato il nucleo essenziale delle osservazioni di Fresu. Il fascismo non è stato, come sostenne Croce, un'improvvisa malattia morale, ma una manifestazione della strutturale fragilità della società italiana. Una nazione nata più per il favorevole convergere di pulsioni storiche europee che per la lucida volontà di un popolo, spaccato a metà da secoli di opposte dinamiche di progresso economico e sociale.
Il fascismo, insomma, è il ciclico materializzarsi degli istinti sovversivi di una classe dirigente ambigua e trasformista, attratta dalle opportunità dello Stato ma tanto distante dai propositi nazionali da esser capace di affrescare sui muri della storia le forme e i comandamenti di una religione vuota.
Luca Foschi
 

LA NUOVA SARDEGNA
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 19 - Cronaca
UNIVERSITÀ
Cerimonia facoltà lingue
 
Oggi nell’aula magna dell’ex Clinica Aresu in via San Giorgio 12, la facoltà di lingue e letterature straniere inaugurerà l’attività didattica. Sandro Catani, consulente per lo sviluppo umano, terrà la prolusione.

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