Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
23 October 2011

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA

L’UNIONE SARDA 
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 23 - Edizione CA)
«Più si sa più si lavora»
Le università? Devono aprire 24 ore su 24
Parla l'ex presidente della Compagnia delle opere Giorgio Vittadini
 
«Per uscire dalla crisi dobbiamo investire nella formazione dei nostri giovani: non c'è alternativa». Giorgio Vittadini, presidente della Compagnia delle opere fino al 2002 e oggi numero uno della Fondazione per la sussidiarietà, da Cagliari lancia la sfida per il cambiamento. «Oggi si parla solo di Finanziaria e non di politica per lo sviluppo. L'Italia è diventata un Paese per vecchi, fatta di privilegi per pochi. Il debito pubblico è enorme e lo si può combattere soltanto aumentando il Pil. Ma la crescita», incalza Vittadini, «è possibile se puntiamo sul capitale umano. Finora l'educazione, da destra e da sinistra, è stata vista come una spesa da ridurre. Ma ragionando così l'Italia si impoverisce».
Oggi però si contano molti disoccupati fra i laureati.
«Questo corrisponde al vero. Tuttavia, le aziende continuano a cercare persone qualificate. Il rapporto sulla sussidiarietà del 2010 lo conferma: in Sardegna il 72% dell'offerta di lavoro è rivolta a lavoratori specializzati».
L'Università italiana si è allontanata dal mondo del lavoro?
«I nostri atenei hanno tante pecche. Ed è indubbio che l'Univesità sia lontana dalla realtà delle imprese. Servirebbero più master e dottorati ispirati al modello di formazione anglosassone. Ma è difficile quando i professori, come succede per esempio a Milano alla Bicocca, sono costretti ad andare via dai propri uffici alle 19. Le Università dovrebbero rimanere aperte 24 ore su 24».
La formazione deve restare una caratteristica esclusiva dell'Università pubblica?
«No. La formazione professionale può essere fatta bene anche dall'associazionismo e dal mondo delle imprese in generale. Di certo, si otterrebbero grandi risultati se pubblico e privato lavorassero assieme».
Tornando all'economia, lei parla di investire sul capitale umano e sull'iniziativa privata. Ma come è possibile se oggi di soldi ce ne sono pochi.
«Bisogna attrarre capitale estero. Il turismo in Sardegna può essere decisivo. Ma per convincere i vacanzieri a venire nell'Isola, è necessario offrire servizi di qualità. È qui si torna al nodo centrale: se non si investe in formazione, non andiamo da nessuna parte».
Essere bravi manager o imprenditori è sufficiente?
«Certamente non basta. Il turismo non può crescere senza trasporti e infrastrutture di livello. Questo, però, è compito dello Stato e della Regione».
Lanfranco Olivieri
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Commenti (Pagina 15 - Edizione CA)
Al direttore
LETTERE
Università: riforme, non tagli
 
L'Università di Cagliari ha grosso modo 33 mila iscritti, i fuori corso sono 14.865. Le problematiche non si risolvono con la tagliola, ma modificando in meglio l'università, evitando la dispersione, cambiando il modus agendi dei docenti, riformando la didattica, accompagnando i fuori corso alla laurea. Qui si è assistito ad un cambio delle regole in corsa per far entrare più soldi all'ateneo. Fra l'altro, i fuori corso pagano fino al 30 per cento in più della tassa base e, qualora non sostengano esami nell'anno accademico, anche un tassa di discontinuità di 100 euro. Quindi non hanno debiti verso i servizi, spesso scadenti. Leggo che il rettore si sente legittimato dal risultato ottenuto davanti al Tar. Ma in Italia i giudizi hanno più gradi. Il decreto del rettore resta un provvedimento retroattivo, illegittimo, che contrasta con norme sovraordinate. A dicembre sarà esaminato dal Consiglio di Stato. I cagliaritani sono discriminati rispetto ai colleghi di Roma, Firenze e altri atenei.
Fabio Musu
Cagliari
 
Regole e tempi certi per la laurea esistevano finché si applicava un'unica normativa nazionale. Ora ogni facoltà ha adottato scadenze diverse, il che discrimina gli studenti su base territoriale. Le nuove regole violano le leggi nazionali istitutive dei nuovi ordinamenti: una clausola di salvaguardia garantisce agli studenti già iscritti la prosecuzione degli studi secondo l'ordinamento precedente. Su questo avrà l'ultima parola il Consiglio di Stato. Non è vero, come sostiene Daniela Pinna, che un corso di studi stiracchiato non sia formativo: accresce il bagaglio culturale e modifica la forma mentis. La ragione impone eccezioni per situazioni particolari: altrimenti ci sarebbero sempre cittadini ai quali è preclusa la possibilità di migliorarsi. Una laurea in tempi lunghi non è un semplice pezzo di carta. È affiancata da un bagaglio di esperienze personali e lavorative importanti, non sempre acquisite dallo studente “regolare”.
Elisabetta Pistori
Fluminimaggiore
 

LA NUOVA SARDEGNA
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 21 - Sassari
L’azienda ospedaliera del futuro
Un nuovo edificio ospiterà i reparti e le attività delle vecchie palazzine
Se la Corte dei Conti dà l’ok a dicembre verranno accordati 95 milioni per gli ampliamenti
LUIGI SORIGA
 
 SASSARI. Il progetto è rimasto a decantare nei cassetti per due anni. Poi, un mesetto fa, dopo l’annuncio dei fondi Fas, il direttore generale dell’Aou Sandro Cattani (foto piccola) ha tirato fuori il fascicolo, gli ha dato una spolveratina e l’ha inviato al Ministero. Entro dicembre la Corte dei Conti dovrebbe pronunciarsi sulla sostenibilità economica del progetto.
 Novantacinque milioni di euro sono una cifra pesante, autorizzano a pensare in grande, e fanno atterrare sulla realtà anche i sogni. Perché quella bozza progettuale che ridisegnava il futuro dell’Azienda Ospedaliero Universitaria, che delineava un primo studio di fattibilità e trasformazione dell’area di viale San Pietro, senza questa valanga di finanziamenti non poteva superare il rango di piccola e suggestiva utopia. Se non è la cittadella sanitaria annunciata dai vate dell’urbanistica, si può considerare almeno un interessante trailer.
 Il progetto. Un nuovo edificio che sorge adiacente all’attuale stecca bianca, dai tratti architettonici simili. 40mila metri quadrati, quattro piani rialzati, un livello zero, più due seminterrati. Una sola struttura che andrebbe ad assorbire le attività che ora vengono svolte sull’altro versante di viale San Pietro, nelle vecchie palazzine concepite per tutto tranne che per dispensare assistenza ai malati. Quindi in un unico volume si concentrerebbero la clinica Materno infantile, Neurologia, Radiologia, Clinica Medica, più tutti i reparti ospitati nei sei piani del Palazzo Clemente. E il labirinto inestricabile delle così dette “stecche bianche”, fatto di scale, settori e corridoi senza meta, di apparenti doppioni, potrebbe sbrogliarsi una volta per tutte. Infatti i nuovi spazi che verranno realizzati consentiranno di spostare molte caselle finora inamovibili e razionalizzare così i servizi.
 La logistica. Sul lato sinistro di viale San Pietro, all’interno delle vecchie palazzine liberate dagli attuali reparti, troverebbero posto solo gli uffici e la didattica. «Per prima cosa prevediamo di traslocare in questi locali la parte amministrativa che adesso si trova a Cortesantamaria - dice Cattani - questo ci consentirà un notevole risparmio di risorse. Inoltre rientra nella logica complessiva dell’accorpamento dei servizi». Al momento la logistica non è affatto razionale. I pazienti ricoverati che devono svolgere più accertamenti diagnostici si ritrovano sballottati da una parte all’altra, spesso trasportati sulle ambulanze oppure scorrazzati sopra lettighe o sedie a rotelle all’interno di corridoi affollati.
 I percorsi. Nel nuovo edificio questa commistione tra malati, visitatori, utenti in attesa di un consulto, merci, operatori mensa non avverrà più. Ogni funzione avrà un suo percorso dedicato. I visitatori avranno un itinerario separato dal personale, e soprattutto l’area emergenza, la diagnosi, l’imaging, la terapia intensiva, il blocco operatorio e la zona parto saranno collegate tra loro da un cammino al quale il pubblico non avrà accesso, se non previa autorizzazione. Allo stesso modo le merci transiteranno in un tracciato a parte, e anche le salme avranno un sentiero esclusivo e decorso.
 I reparti. Al secondo sottopiano del nuovo edificio verrà ospitato l’obitorio, i depositi per attrezzature e materiali sanitari, e una parte degli impianti di riscaldamento ecc. Al primo seminterrato troveranno posto radioterapia (908 mq), medicina nucleare (1.112 mq) e diagnostica per immagini. Invece nel nuovo copro centrale di collegamento con le stecche bianche esistenti, sempre al livello -1 verranno sistemati altri depositi, gli spogliatoi (2.166 mq) e l’arrivo delle ambulanze. La porzione già esistente della stecca bianca continuerà ad essere adibita all’impiantistica. E veniamo al piano terra. Nel nuovo edificio verranno realizzati gli ambulatori chirurgici e l’endoscopia (1084 mq), il poliambulatorio day hospital (2082 mq), il blocco parto (994 mq) e un’area dedicata agli studenti specializzandi e agli uffici (1165 mq). Invece nel corpo centrale ci sarà la hall e l’accoglienza al pubblico (1866 mq), il ristorante, il bancomat ecc. Nella stecca bianca rimarrà il blocco operatorio e il day surgery e l’infermeria. Al primo piano, nel nuovo edificio, verrà ospitata l’area didattica e di ricerca, gli studi medici e i reparti per la degenza. Nel corridoio di collegamento troveranno posto altri servizi al pubblico, mentre nella stecca bianca ci sarà la rianimazione, terapia intensiva, degenze chirugiche e nuovi ambulatori. E infine i piani secondo-terzo-quarto nei quali, sia all’interno del nuovo edificio che nell’attuale stecca bianche, verranno sistemati i reparti di degenza e le aree riservate alla didattica e alla ricerca.
 Parcheggi. Del Palazzo Clemente si salverà solo la costruzione a sei piani, mentre il retro, con quella sorta di appendice che ospita i laboratori, verrà demolita. Al suo posto verrà ricavata un’ampia area per i parcheggi di superficie (14mila mq), ai quali si aggiungono altri 6mila mq di stalli interrati.
L’intera opera, se arriveranno subito i finanziamenti, dovrebbe essere completata nell’arco di 4 anni. Ma è probabile che il progetto venga comunque diviso in due parti: la priorità è realizzare subito la porzione che ospiterà i reparti del Materno infantile e renderla subito operativa. In questo modo verrebbe risolta la principale emergenza logistica dell’Azienda mista.
 
LA NUOVA SARDEGNA
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 52 - Sport
Premiate le tesi su vincolo e mobbing
Dopo il corso Fip su «Giustizia e sport» per studenti universitari, avvocati e operatori
 
 SASSARI. Si è tenuta nella sala di Giurisprudenza dell’Università di Sassari la premiazione delle due migliori tesi elaborate dagli studenti che, con avvocati e operatori sportivi, hanno partecipato al corso Giustizia e sport, organizzato dalla Fip regionale e provinciale, dal Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Sassari e dalla facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Sassari.
 Alla presenza di Stefano Scoca, docente incaricato, del presidente del Comitato provinciale Fip di Sassari, Maria Cristina Faedda, e della coordinatrice della Commissione formazione dell’Ordine degli Avvocati, Franca Solinas, i premi sono andati a Liviana Palmas per la tesina su “Il vincolo sportivo e le problematiche del dilettantismo” e Sonia Panzalis per “ La rilevanza del mobbing nel mondo del calcio professionistico”.
 Il presidente della Fip ha ringraziare la Fondazione Banco di Sardegna per il patrocinio, mentre Stefano Scoca ha rimarcato che tutti gli elaborati hanno affrontato con impegno e serietà aspetti anche originali. (ma.le.)
 

Questionnaire and social

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