Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
11 October 2011

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cagliari e Provincia (Pagina 15 - Edizione CA)
Assunzioni
L’università cerca tre ingegneri
 
L’Università ha indetto una selezione pubblica per assumere a tempo determinato tre ingegneri per le attività connesse al rilascio dei certificati prevenzione incendi degli immobili per alcuni siti dell’Ateneo. I vincitori del concorso saranno destinati alla direzione per le Opere pubbliche, con contratti di 24 mesi, con possibilità di proroga per un anno. Le domande di partecipazione devono essere presentate entro il 4 novembre. 
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Iglesias (Pagina 21 - Edizione PC)
Università, chiusura fatale
Coro unanime sulla fine di Scienza dei materiali
Intellettuali, professionisti, studenti: la città perde una risorsa preziosissima
 
L’opinione è comune: la conclusione del capitolo Scienza dei materiali è un danno, ma Iglesias non ha la forza di ribellarsi. Esponenti del mondo culturale cittadino, studenti, ex amministratori guardano con preoccupazione a ciò che accade a Monteponi, dove sembra svanito il sogno di trasformare l’antico villaggio minerario in polo universitario d’eccellenza.
SOFFERENZA Celestina Sanna, a lungo dirigente dell’archivio storico comunale, non riesce a nascondere i suoi sentimenti: «Provo sofferenza nel vedere che la mia città continua a perdere d’importanza. Ciò che è accaduto con l’Università è emblematico: avere un corso così specifico significava valorizzare tutto il nostro bacino minerario, promuovere la formazione dei giovani indirizzandola verso uno studio all’avanguardia nel campo ambientale». C’è amarezza per un’opportunità di sviluppo che ormai sembra sfumata.
IMPOVERIMENTO CULTURALE Antonio De Rubeis, da un anno in pensione dopo una vita trascorsa a insegnare ai bambini delle elementari, parla di «fatto gravissimo» e aggiunge: «Siamo di fronte all’ulteriore segno di impoverimento culturale». Una forte responsabilità è a carico della classe dirigente: «Non è stata in grado di valorizzare a dovere quell’esperienza. Tutti, di volta in volta, l’hanno utilizzata come un pennacchio da esibire sul cappello, ma in concreto non si è fatto nulla per evitare questo epilogo. Come in molti altri casi si gioca in difesa senza troppa convinzione, piuttosto che farsi avanti con proposte».
CAMPANE A MORTO La parola d’ordine sembra essere rassegnazione. Ne è convinto anche Aurelio Fanni, neuropsichiatra ed ex esponente politico (Msi e poi An) tra i più apprezzati a livello bipartisan: «Nella zona ormai si sentono soltanto campane a morto e io, dalla chiusura dell’ospedale Crobu, ho capito che noi iglesienti non siamo in grado di reagire. La città è apatica, indifferente di fronte ai problemi». Eppure, all’epoca delle proteste operaie, era pronta a scendere in campo per farsi sentire: «Le lotte dei minatori sono lontanissime, non c’è più quella coesione e siamo pronti ad accettare qualunque cosa con cristiana rassegnazione».
SFORZO CONCRETO Per Lorenzo Espa, di Carbonia, rappresentante degli studenti nel Cda dell’Università, «con Scienza dei materiali si è persa l’occasione di garantire una formazione specifica e sviluppare i progetti di ricerca». Sulle responsabilità lo studente ha idee precise: «È vero che la riforma ministeriale bandisce le sedi staccate ma il discorso vale per quelle che non avevano specificità o che sono nate per compiacere il politico di turno. Non è certo il caso di Monteponi. È arrivato il momento di fare uno sforzo concreto.
Cinzia Simula
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Provincia Medio Camp (Pagina 24 - Edizione PC)
Alla luce il papà di tutti i sardi
Uno scheletro di 9000 anni fa, il più antico trovato nell’isola
ARBUS. La scoperta di due archeologhe in un anfratto davanti al mare della Costa Verde
 
Con pazienza da chirurgo l’hanno strappato alla terra che lo conservava da millenni: millimetro dopo millimetro usando il bisturi. Non potevano permettersi di danneggiare quelle ossa umane raccolte in posizione fetale in un anfratto di arenaria davanti al mare di Costa Verde. Circondato da un corredo votivo di conchiglie, lo scheletro dovrebbe avere novemila anni, il più antico trovato in Sardegna. È il papà di tutti sardi. Gli hanno dato anche un nome, Amsicora, l’eroe della rivolta anti-romana.
UNIVERSITÀ Rita Melis, ricercatrice nella Facoltà di Scienze della Terra a Cagliari usa tutti i condizionali del caso. Ma definisce comunque «una scoperta di eccezionale valore scientifico internazionale» quella del litorale di Arbus, fatta assieme a Margherita Mussi, archeologa del Dipartimento delle scienze antiche della Sapienza a Roma. Sono le stesse ricercatrici che da anni seguono il sito archeologico, scoperto quindici anni fa per caso da un gruppo di ragazzi.
BENIAMINO Da una parete franata intravidero uno scheletro (poi ribattezzato Beniamino) che però risultò inutilizzabile per il test sul carbonio 14 (assenza di collagene). Quattro anni fa le due studiose ritrovarono altri reperti stavolta utili: all’Università di Tucson in Arizona le analisi stabilirono che risalivano a 8500 anni fa. Un punto fermo.
Amsicora è stato invece recuperato in uno strato più profondo e quindi è ipotizzabile una datazione più lontana «nell’Olocene antico», tra i Neolitico e il Mesolitico.
GLI SCAVI La scoperta è avvenuta qualche giorno fa nel corso di una campagna scavi-lampo, finanziata dalla Provincia e dall’Università: da martedì a sabato. «Sapevamo dove cercare -spiega la professoressa Melis - il sito è al centro delle nostre ricerche da anni». Le due studiose, aiutate da un appassionato, Giorgio Orrù, del Gruppo archeologico Neapolis, hanno lavorato giorno e notte, perfino sotto la pioggia per riuscire a completare il lavoro. C’era un rischio: il sito (in località Su Pistoccu) è a pochi metri dal mare e una mareggiata prima o poi l’avrebbe danneggiato, portando via le ossa di Amsicora, cancellando per sempre una traccia unica sulla storia antica della Sardegna. Pezzettino a pezzettino alla luce è venuta tutta la parte inferiore, gambe e bacino. Attorno allo scheletro un corredo funebre di conchiglie.
LA SCHIUMA Per metterlo in salvo senza rovinarlo, le ricercatrici hanno usato la schiuma speciale conosciuta nell’edilizia e dopo aver ricevuto l’ok della Soprindentenza l’hanno portato a Cagliari. Ora è in una cassa nella Facoltà di Geologia in attesa delle analisi.
Test sul carbonio 14 e sul Dna, prima di tutto. «Non solo: bisogna effettuare un’altra serie di ricerche interdisciplinari sui reperti raccolti. Sono certa che daranno tantissime informazioni», conclude Melis. Tanto per capire: com’era l’ambiente, quali modificazione ha subito nel tempo, come mangiavano i nostri antenati, perfino da dove venivano. Amsicora può farci scoprire chi siamo.
Antonio Martis
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Provincia di Cagliari (Pagina 29 - Edizione CA)
Sinnai
Giornata della salute: oggi dibattito
 
Secondo appuntamento oggi alle 18 a Sinnai con le "Giornate della salute". Interverrà il professor Quirico Mela, docente di medicina interna dell’Università di Cagliari. Si parlerà di patologie osteo-articolari: artrosi, osteoporosi e artriti in particolare. Seguirà il dibattito. L’incontro si terrà nella sala conferenze del centro culturale di via Colletta. Gli appuntamenti si terranno ogni martedì sino a febbraio. Organizza Roberto Demontis, assessore alla Sanita del Comune di Sinnai. (ant.ser.)
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda
Sulcis Iglesiente (Pagina 23 - Edizione PC)
IGLESIAS. Pili a Cherchi
«Serve unità per risollevare il territorio»
 
Un richiamo all’unità del territorio per superare l’agenda della speranza e tentare di costruirne una d’azione. «Non dobbiamo più perdere tempo, la classe dirigente deve smetterla con l’indignazione e agire».
L’INCONTRO Il deputato Mauro Pili si presenta senza bandiere partitiche all’incontro “Per il bene comune del Sulcis Iglesiente”, promosso da Provincia e Diocesi e spara a zero su un sistema che nel Sulcis Iglesiente più che in qualunque altro territorio, ha tagliato le gambe allo sviluppo: «Il tema essenziale è la mancanza di libertà dal bisogno e tutto questo viene usato per perseguire interessi di parte». Sotto accusa il precariato, con un riferimento preciso al lavoro interinale «che alimenta le clientele e provoca dipendenza. Se è vero che questa formula è nata nel 1996 con uno schieramento diverso dal mio, devo dire che la mia classe politica ha non solo reiterato, ma talvolta peggiorato il sistema».
L’APPELLO Da qui un appello al vescovo, ai sindaci di Iglesias e Carbonia e al presidente della Provincia, del quale in più occasioni ha apprezzato l’impegno e le capacità di sintesi: «Voi potete aiutare chi libero non è, bisogna smetterla di concentrarsi sul fine, costituito dal lavoro, e puntare l’attenzione ai mezzi per perseguirlo. Iniziamo dalla battaglia per l’Università». Diversi i riferimenti al turismo alle infrastrutture, alla necessità di ripristino ambientale e un accenno anche al Parco geominerario. (c.s.)
 
L’UNIONE SARDA
6 – L’Unione Sarda
Nuoro e Provincia (Pagina 15 - Edizione NU)
Commento
Lista d’attesa o lauree brevi per aspiranti spazzini
Michele Tatti
 
Per 149 giovani, di cui 87 del Nuorese, che hanno deciso di iscriversi al nuovo corso triennale che l’Università di Sassari ha attivato a mezzadria (videoconferenza) a Nuoro, 230 disoccupati nei prossimi giorni si sottoporranno a una prova di ramazza. Test, non informatizzato, per poter (forse) lavorare a Nuoro Ambiente: lista d’attesa della disperazione, 15 “eletti” candidati di volta in volta a sostituire i dipendenti del gestore della nettezza urbana che, Dio non voglia, si dovessero ammalare. In Municipio, la chiamano operazione-trasparenza, che poi si tradurrà in una scontata operazione-pulizia perché basta passeggiare per i marciapiede cittadini per capire quanto ci sia bisogno di una salutare, appunto, ramazzata. Insomma, “Più Bianchi non si può”: trasparenza sia e deve essere, secondo il volere del sindaco. Salva, comunque, la curiosità di sapere quale giudice è in grado di capire chi e in base a che cosa si è più bravi (scusate, professionale) spazzando le strade.
A terra, scopa o non scopa (stiamo parlando di lavoro e non del più classico gioco a carta), resteranno 215 giovani e meno giovani. Per loro Nuoro città, comunque, offre un’alternativa in grado di lenire l’inevitabile cocente delusione: iscriversi all’Università nella facoltà di Scienze ambientali e sperare che, nella futuribile prossima selezione, non sia solo prevista una prova attitudinale: magari qualcuno penserà bene di conoscere la varietà delle foglie che sarete ogni giorno costretti a spazzare o quale animale (è attivabile una Triennale in Veterinaria?), ha lasciato i “bisognini” nelle strade da pulire.
 
L’UNIONE SARDA
7 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 46 - Edizione CA)
Baldussi-Manduchi
Gramsci appartiene al mondo
 
Gramsci «fa oramai parte del nostro universo intellettuale». Così il grande storico inglese Eric J. Hobsbawn si riferisce al pensatore sardo in un saggio inedito presente in una sua raccolta di scritti pubblicata recentemente in Italia.
Un utile complemento alle sue parole, anche in relazione al ruolo che la figura gramsciana può ancora esercitare per comprendere alcune delle dinamiche della globalizzazione, lo si evince dalla lettura del volume curato da Annamaria Baldussi e Patrizia Manduchi “Gramsci in Asia e in Africa” (Aipsa, pp. 360, € 20). Il libro, che raccoglie gli atti di un convegno organizzato a Cagliari nel febbraio 2009 dalla Facoltà di Scienze Politiche e dal Dipartimento Storico-Politico-Internazionale dell’Università di Cagliari, con la collaborazione della Fondazione Istituto Gramsci e dell’associazione Terra Gramsci, vuole innanzitutto mettere in evidenza il carattere globale degli studi gramsciani, che come risalta da molti dei contributi del volume stanno avendo una particolare fioritura e attenzione in questi ultimi anni nei due continenti citati nel titolo.
Un filo conduttore degli interventi è infatti quello che fa emergere un Gramsci come pensatore capace di attrarre interessi di studiosi provenienti da aree geografiche assai variegate, a dimostrazione della vitalità del pensiero delle sue categorie politiche. Appare significativo in questo senso l’interesse verso i suoi scritti in un paese come la Cina, anche alla luce del nuovo ruolo di potenza globale conquistato da Pechino in questi ultimi anni all’interno di un contesto di ridefinizione della geopolitica internazionale. A cui si affianca la scoperta del pensiero gramsciano in Africa e nel Vicino Oriente, con un’attenzione particolare nel mondo arabo o in una nazione come l’Iran. Per non parlare dell’influenza del pensiero gramsciano sui subaltern studies e gli studi post-coloniali, molto importante per l’analisi delle strutture sociali dei paesi usciti dai domini della sudditanza secolare degli imperi europei, anche se c’è chi evidenzia come sia necessaria una certa prudenza nel separare il pensiero del fondatore del Partito comunista italiano dalle vicende nazionali.
Occorre ricordare, del resto, come lo stesso Gramsci, già negli anni giovanili della sua formazione a Torino, si fosse interessato in maniera non episodica alle questioni politico-sociali delle due aree geografiche in parecchi dei suoi interventi sulla stampa socialista dell’epoca.
Il libro è dedicato al filosofo Giorgio Baratta, fondatore di Terra Gramsci, scomparso poco prima della pubblicazione del volume, del quale è riprodotto anche il testo dell’intervento inviato al convegno nonostante le sue precarie condizioni di salute.
Gianluca Scroccu
 
L’UNIONE SARDA
8 – L’Unione Sarda
Oristano e Provincia (Pagina 15 - Edizione OR)
Oristano
Università, test d’ammissione
 
L’Università degli Studi di Sassari ha pubblicato il bando per le prove di ammissione a Nesiotikà, la Scuola di specializzazione in beni archeologici di Oristano, riservata a 32 studenti già in possesso della laurea magistrale o specialistica in Archeologia. Le domande devono pervenire all’Università di Sassari entro il 3 novembre.
 
L’UNIONE SARDA
9 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
Sportello
“Informa cancro”, selezione per volontari
 
Migliorare la conoscenza e la consapevolezza della dimensione familiare, sociale e sanitaria delle patologie tumorali, per superare l’isolamento e la penalizzazione dei malati oncologici in ambiente sociale e lavorativo. È l’obiettivo del progetto “Informa cancro” promosso dall’Azienda ospedaliero-universitaria di Cagliari, in collaborazione con la Federazione delle Associazioni di Volontariato in Oncologia (Favo). Il progetto prevede l’assegnazione all’Azienda mista di due volontari da utilizzare per lo sportello informativo e di accoglienza. Gli interessati, di età compresa tra 18 e 29 anni, possono scaricare il bando dal sito www.aoucagliari.it, nella sezione primo piano e notizie. Il bando scade alle 14 di venerdì 21 ottobre. Il compito dei volontari del servizio civile sarà quello di ascolto e di accoglienza dei malati oncologici e di chi sta loro vicino, fornendo un’informazione che sia il più possibile mirata e personalizzata sulla malattia, i trattamenti e i loro effetti collaterali. Ma anche, sull’accesso ai benefici previsti dalle leggi in ambito lavorativo, previdenziale e assistenziale. I volontari saranno affiancati da una équipe composta da oncologi, psicologi e assistenti sociali. Info: Bruno Massidda 328.4146981.
 

LA NUOVA SARDEGNA
10 – La Nuova Sardegna
Pagina 32 - Nazionale
Dopo le polemiche, Giurisprudenza al via
Prima lezione per il corso di laurea in Diritto delle amministrazioni, boom di iscrizioni
Caterina Loi agli allievi: «Vi proponiamo di essere soggetti attivi della rinascita del territorio»
 
NUORO. E se anche non si inizia al ritmo di Pomp and circumstance, - la marcia che accompagna le cerimonie di laurea nelle università americane - al più potrebbe risuonare al termine dei corsi -, la sobrietà dell’avvio delle lezioni del corso di laurea triennale in Diritto delle amministrazioni e imprese pubbliche e private, suona comunque come un piccolo trionfo. A sancirlo non è l’establishment accademico, pure rappresentato in questa lectio intialis.
 No, il trionfo ha il volto dei ragazzi che affollano l’aula magna della sede del Consorzio per gli studi universitari, in attesa che siano pronti (presto) gli spazi nell’ex convento delle carmelitane. Sono loro, seduti ad ascoltare la lezione di Diritto della navigazione con la quale il professor Michele Comenale Pinto apre l’anno accademico del corso voluto a Nuoro dal Consorzio e dalla facoltà di Giurisprudenza di Sassari. Dopo le polemiche, che al di là di tutto, sono state utili perchè se qualcuno se lo fosse dimenticato università vuol dire scambio, confronto e anche dissenso ma comunque fermento, l’anno accademico è formalmente iniziato. Lo ha ricordato Caterina Loi, commissario del Consorzio con un saluto breve; e non a caso, dopo il riconoscimento al vice preside di Giurisprudenza Domenico D’Orsogna - che Giommaria Uda, nuorese e ordinario di Diritto privato a Sassari individua come l’architetto che sta dietro a questo illuminata operazione realizzata nel capoluogo -, e agli altri docenti dell’ateneo, si è rivolta ai ragazzi. «La vostra presenza in questa sede da voi scelta all’atto dell’iscrizione, ci ripaga degli sforzi e delle non poche difficoltà incontrate per l’attivazione del polo didattico a Nuoro. La realtà dei numeri sugli iscritti ha spazzato via le polemiche e dimostrato la validità di questa scelta, per chi progetta il proprio futuro nelle professioni giuridiche e nelle attività di amministrazione degli enti pubblici e privati e del terzo settore».
 Diamoli, i numeri. Domande prorogate al 14 ottobre perchè già 149 ragazzi, di cui 87 della provincia di Nuoro, si sono iscritti a quella che non si può chiamare facoltà di Giurisprudenza perchè le spie della Gelmini si annidano ovunque e hanno disseminato di trappole il percorso di chi ha il coraggio di dire apertamente quello che tutti pensano; e cioè che lo sbarco a Nuoro della facoltà di Legge apre la porta alle lauree magistrali di notaio, magistrato e avvocato, ma anche ad altre legate alla gestione di enti o terzo settore.
 Allora: il volto della lezione inaugurale è quello di Alessio, di Nuoro, al secondo anno e in attesa di sbarcare Diritto della navigazione e Filosofia del diritto. «Sono contento siano a Nuoro, è una importante opportunità». O di Sara di Dorgali. «Ho scelto di studiare qua per motivi logistici, diversamente sarebbe stato molto più difficile iscriversi a Sassari o a Cagliari». C’è Francesco, di Nuoro «Una opportunità per la città, idee nuove e studenti non possono che fare bene a Nuoro che ha bisogno di giovani e di formazione superiore. Mi fa piacere mantenere il contatto con la società in cui sono nato e dove vorrei dare un contributo». Michela, di Mamoiada, è sicura: «Restare qui non è una diminutio, solo un’opportunità in più». E Paola di Nuoro, che ha ripreso in mano i libri dopo anni di lavoro: «Mi hanno licenziata ma forse non è stato un male. Nel senso che questo fatto mi ha permesso di capire cosa volessi realmente fare. L’università a Nuoro darà gambe a questa mia volontà».
 A tutti parla Celestino Locci, presidente dell’Elsa, l’associazione degli studenti europei di Giurisprudenza. Studia a Sassari, ai colleghi nuoresi spiega «voi come noi, avrete accesso a tutti gli strumenti così come chi studia a Sassari, facoltà premiata lo scorso anno per la qualità dei servizi offerti agli studenti».
 Oltre il dire e il politically correct, e le polemiche. Se non le danze, sono iniziate le lezioni. Scusate se è poco.
 
LA NUOVA SARDEGNA
11 – La Nuova Sardegna
Pagina 21 - Sassari
Nascono i dipartimenti con quattro facoltà
L’ateneo turritano si adegua ai nuovi indirizzi di legge e studia le future strutture
UNIVERSITÀ Incontri del rettore per esaminare i progetti da attuare entro febbraio
 
SASSARI. Lo ha stabilito la legge recepita dal nuovo statuto e l’Ateneo turritano si adegua e discute della costituzione dei nuovi dipartimenti. Saranno dodici e potranno essere raccordati in quattro strutture che saranno denominate facoltà. Nei giorni scorsi, il rettore dell’Università Attilio Mastino, ha promosso tre incontri di Ateneo per discutere del futuro ateneo.
 Si seguono gli indirizzi della legge 240 e le linee guida che fissano al 31 ottobre la data di scadenza per la presentazione dei progetti d scientifici e didattici per iniziativa di almeno 40 proponenti. Entro il prossimo 21 novembre il senato accademico, esaminati i progetti presentati e sentito il parere del consiglio di amministrazione, si esprimerà in merito alle proposte di costituzione dei nuovi Dipartimenti, adottando la relativa delibera formale. Ultimo passaggio entro il 29 febbraio 2012, sarà quello di dare vita alle nuove strutture di raccordo tra due o più Dipartimenti.
 A norma del nuovo Statuto dell’Università, che nei prossimi giorni sarà approvato dal ministero e pubblicato in Gazzetta Ufficiale, il Dipartimento sarà la struttura su cui si fonderà l’organizzazione dell’Ateneo, costituita sulla base di un progetto scientifico e didattico, chiamata ad esercitare le funzioni finalizzate allo svolgimento della ricerca scientifica, delle attività didattiche e formative, delle attività rivolte all’esterno, nonché a determinare le politiche di reclutamento del personale docente.
 I tre incontri, che hanno coinvolto le aree umanistica, scientifico-sperimentale e sanitaria, sono stati importanti momenti di confronto e di dibattito che hanno visto un’attiva partecipazione di docenti e rappresentanti del personale tecnico-amministrativo.
 Il rettore, pur esprimendo le perplessità nei confronti della riforma Gelmini, ha ribadito l’importanza epocale del cambiamento che deve essere affrontato con serenità, spirito critico e visione del futuro, partendo da forti sinergie e individuando soluzioni condivise che guardino ad una profonda trasformazione dell’Ateneo sassarese, in una prospettiva ultradecennale in chiave di modernità, internazionalizzazione e rinnovamento.
 Il dibattito proseguirà nelle prossime settimane all’interno delle facoltà e degli attuali dipartimenti, per definire, entro il 31 ottobre, i nuovi organi statutari. Al momento l’intenzione, emersa dai dibattito in corso, è quella di dare vita a dodici Dipartimenti che, presumibilmente, potranno essere successivamente raccordati, entro fine febbraio, in quattro strutture che, in base al nuovo Statuto, saranno denominate Facoltà. Le denominazioni dei nuovi Dipartimenti e delle nuove Facoltà sono ancora in via di definizione, sulla base di un dibattito che si sta sviluppando in Ateneo. È finora garantita la trasformazione di alcune Facoltà in Dipartimenti: Architettura ad Alghero quindi, a Sassari: Agraria (viale Italia), Medicina Veterinaria (via Vienna), Giurisprudenza ed Economia (Quadrilatero di viale Mancini). È stata ipotizzata la nascita di un polo chimico-farmaceutico in via Vienna. Ancora in discussione la prospettiva delle attuali Facoltà di Lingue, Lettere e Scienze Politiche. Infine, si discutono le aggregazioni dei corsi di laurea dell’attuale Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche Naturali. Nella facoltà di Medicina nasceranno almeno due dipartimenti, uno di Biomedicina ed uno di carattere clinico, che si articoleranno al loro interno nei Dipartimenti Assistenziali Integrati nella Azienda ospedaliera universitaria.
 In previsione nuovi incontri per definire gli assetti e le denominazioni dei nuovi organismi statutari.
 
LA NUOVA SARDEGNA
12 – La Nuova Sardegna
Pagina 35 - Cultura e Spettacoli
Dalla sabbia riemerge Amsicora
Il più antico scheletro umano che sia mai stato rinvenuto in Sardegna
Scavi sulle dune della Costa Verde Il periodo è quello tra mesolitico e neolitico
ALESSANDRA SALLEMI
 
CAGLIARI. La settimana scorsa sotto la pioggia e il vento Rita Melis e Margherita Mussi sono andate a fondo nella ricerca geoarcheologica cominciata a maggio con gli studenti della scuola di specializzazione in archeologia di Cagliari e lasciata in sospeso causa l’eterno problema dei soldi che non si trovano mai. La nuova campagna l’hanno fatta loro, col solo appoggio dell’ispettore della soprintendenza di Cagliari Massimo Casagrande e l’aiuto di qualche volontario della zona nonché dei Forestali perché attorno alla spiaggia nella Costa Verde, dove da 25 anni saltano fuori ossa umane e altri reperti di 8 mila anni fa, si è creato un cordone di solidarietà scientifica. Venerdì è arrivato il grande premio: Amsicora, scheletro umano intatto dalla vita in giù, adagiato di fianco, vicino al corredo di conchiglie rivenuto in primavera e a qualche metro da «Beniamino», i frammenti di un piede scoperti nel 2007 da una pattuglia condotta dalle due docenti. Rita Melis insegna geoarcheologia a Cagliari, dipartimento di Scienze della terra, Margherita Mussi paletnologia all’università La Sapienza di Roma. E’ dall’alba degli anni Duemila che le due studiose frequentano questa zona richiamate dal gruppo Neapolis, custode di alcuni reperti molto preziosi: le ossa umane coperte di ocra rossa trovate da ragazzini proprio in quella spiaggia nel 1985. Melis ha ottenuto una concessione di scavo dal ministero dei Beni culturali e appena mette assieme qualche finanziamento ci torna con la collega di tanti scavi. Ogni volta, un risultato, stavolta un risultato enorme. Melis si esprime con molta cautela («dobbiamo studiare, bisogna capire»), però non minimizza la portata del ritrovamento: è lo scheletro umano più antico mai ritrovato in Sardegna, ma è la sua posizione che lo rende straordinario per l’Europa intera perché si può affermare che sia ricollegabile a una sepoltura, situazione non frequente per quel periodo nell’archeologia del Vecchio Continente. Gli strati di terra parlano alla geoarcheologa: in quell’epoca che segna il trapasso dal mesolitico (gli uomini cacciavano e raccoglievano il cibo) al neolitico (gli uomini cominciavano a praticare l’agricoltura) la spiaggia era più lontana. Lo scheletro è stato trovato con uno scavo a gradoni dall’alto verso il basso, ma il luogo dov’era sdraiato risulta essere stato «un riparo sotto roccia nelle arenarie». Posizione, strati di rocce, frane, il corredo di conchiglie non in posizione casuale racconteranno molto una volta eseguiti tutti gli esami oggi possibili: paleodna e isotopi possono spiegare cosa mangiavano, com’era l’ambiente attorno, ma anche le ragioni degli spostamenti di popolazioni seminomadi. Amsicora, chiamato così su consiglio di un volontario che voleva un nome sardo per questo antenato destinato alla fama, è un uomo del mesolitico in un’isola del Mediterraneo non facile da raggiungere. Il femore non è troppo corto, segno che la statura non doveva essere modesta. Melis spiega che i resti non sono stati portati via uno a uno, ma in blocco, con una spuma che si asciuga e trattiene tutto. Il futuro delle ricerche su Amsicora ancora una volta è legato ai finanziamenti. Una datazione costa 600 euro, la ricerca degli isotopi mille euro. I 25 anni trascorsi dalla prima scoperta non sono stati una scelta. La Provincia del Medio Campidano è stata benevola: nel 2007 aveva finanziamento le analisi sulle ossa di «Beniamino», a maggio il soggiorno degli specializzandi. La spedizione ha potuto contare anche su un mecenate gradito: il proprietario del «Corsaro Nero» ha garantito i pasti, l’alloggio è stato nell’unica casa della zona. Ma gli scavi devono continuare: il ritrovamento di Amsicora non è casuale, bensì frutto dello studio sulle informazioni delle campagne precedenti. I cervi in libertà passeggiano su un vero giacimento geoarcheologico.
 
LA NUOVA SARDEGNA
13 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
Uno sportello informativo per i malati di cancro e i familiari
 
 CAGLIARI. Al via il progetto per lo sportello «Informa cancro» dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Cagliari il cui bando scade il 21 ottobre. L’iniziativa - si legge in una nota - punta a migliorare la conoscenza e la consapevolezza della dimensione familiare, sociale e sanitaria delle patologie tumorali, per superare l’isolamento e la penalizzazione dei malati oncologici in ambiente sociale e lavorativo. Il progetto è coordinato dall’oncologa Maria Teresa Ionta e fa capo all’Oncologia Medica dell’ateneo di Cagliari, diretta da Bruno Massidda. «Informa cancro» è alla seconda edizione, si giova del supporto del servizio civile del ministero dell’Interno e prevede l’assegnazione all’Azienda mista di due volontari da utilizzare per lo sportello informativo e di accoglienza. Gli interessati, di età compresa tra 18 e 29 anni, possono scaricare il bando dal sito www.aoucagliari.it, nella sezione «primo piano e notizie». Tra i compiti dei volontari anche dare informazioni sull’accesso ai benefici previsti dalle leggi in ambito lavorativo, previdenziale e assistenziale. I volontari saranno affiancati da una equipe interdisciplinare composta da oncologi, psicologi e assistenti sociali.
 
LA NUOVA SARDEGNA
14 – La Nuova Sardegna
Pagina 8 - Sardegna
Tracce di metalli pesanti nei malati di Sla
I risultati di una ricerca Usa su un campione del Medio Campidano
LUCIANO ONNIS
 
 SANLURI. Sono arrivati gli americani a scoprire che nelle urine di una decina di malati di Sclerosi laterale amiotrofica (Sla) che abitano nel Medio Campidano, in particolare a San Gavino e a Villacidro, sono presenti significative quantità di metalli pesanti e tossici.
 Al risultato sono giunti i ricercatori di un laboratorio specializzato dell’Illinois lavorando sui prelievi fatti in Sardegna attraverso una procedura eseguita con farmaci chelanti.
 La scoperta apre nuove strade sulla genesi della malattia e per capire quale sia la causa della presenza dei metalli nei pazienti colpiti da Sla. Da qui si potrebbe partire per verificare se il gene responsabile, identificato recentemente in uno studio scientifico italo-americano effettuato dalla Feinberg School of Medicine della Northwestern University di Chicago con la collaborazione del professor Giuseppe Borghero, neurologo del Policlinico universitario di Cagliari-, subisca la mutazione anche per un fattore esterno quale l’inquinamento ambientale.
 Le analisi che evidenziano concentrazioni di alluminio, stagno, piombo, cesio, uranio e cadmio, pongono molti interrogativi sulle concause della Sla.
 Nel Medio Campidano i casi accertati di Sla sono una trentina. C’è un sospetto per la forte incidenza in alcune aree campidanesi, e in particolare a San Gavino e Sanluri. Ma solo un sospetto perchè gli studi scientifici finora effettuati non hanno dato conferma su quali siano le prove provate sull’origine della terribile malattia. Le ombre del sospetto si stagliano sulla ormai dismessa fonderia del piombo e dello zinco di San Gavino che nella sua più che secolare attività ha rilasciato dalle sue due gigantesche ciminiere i fumi di lavorazione.
 Fumi che, ovviamente, sono andati a impregnare l’aria circostante, spandendosi tutt’attorno in un raggio di almeno una decina di chilometri, e il terreno. I primi a farne le spese potrebbero essere stati gli abitanti di San Gavino, il cui centro abitato è proprio a ridosso della fonderia, e più in là quelli della vicina Sanluri dove i fumi ricchi di sostanze tossiche venivano trasportati dal maestrale, vento che nella zona soffia percentualmente due giorni su tre.
 Ma anche Villacidro e Gonnosfanadiga, limitrofi a San Gavino e dirimpettai dell’area industriale dove hanno sbuffato per 30 anni le ciminiere di Snia ed Enichem, non sono immuni dai casi di Sla.
 Non c’è solo la presenza industriale a interessare gli studiosi di Sla. Ipotesi espressa dallo stesso professor Borghero tempo fa in una intervista, vuole che possa esserci anche il fattore genetico a determinare la malattia in alcune aree.
 Ovvero che qualcuno abbia potuto introdurre il gene secoli addietro o che soggetti lo abbiano sviluppato attraverso mutazione genetica per poi trasmetterlo nel tempo, attraverso generazioni, sul territorio.

Questionnaire and social

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