Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
09 October 2011

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL'UFFICIO STAMPA

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
Medicina
Interventi coronarici, esperti a confronto
 
Domani alle 17, nell'Aula magna della facoltà di Medicina del Policlinico universitario, si terrà un convegno in cui verranno illustrati i risultati e le prospettive degli interventi coronarici percutanei.
All'incontro, patrocinato dalla Azienda ospedaliero universitaria e dalla Società di cardiologia invasiva, parteciperà Renu Virmani, massimo esperto mondiale degli assetti anatomopatologici delle placche aterosclerotiche. L'incontro sarà coordinato da Luigi Meloni, direttore della clinica cardiologica e daRaimondo Pirisi, responsabile della struttura di cardiologia invasiva. L'angioplastica coronarica è una tecnica invasiva percutanea che permette di dilatare i restringimenti delle coronarie con un piccolo palloncino, evitando in molti casi il più aggressivo e rischioso intervento cardiochirurgico di by-pass aorto coronarico. Per migliorare il risultato dell'angioplastica, viene impiantato nelle coronarie uno stent che fornisce risultati migliori rispetto alla angioplastica. In Sardegna nel 2010, sono state eseguite 2528 angioplastiche coronariche in 2240 pazienti.
 

LA NUOVA SARDEGNA
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 24 - Sassari
Codice etico per l’Ateneo
Lo ha varato il Senato Accademico sulla base dei valori della Costituzione
 
 SASSARI. L’università si è dotata di un Codice etico. Lo ha varato il Senato Accademico, facendo propri i valori alla base della ricerca e della didattica. Con il Codice etico - si legge in un comunicato - l’Ateneo si impegna a promuove la creazione di un ambiente improntato al dialogo e alle corrette relazioni interpersonali, all’apertura e agli scambi con la comunità scientifica internazionale, all’educazione rivolta ai valori e alla formazione della persona in tutti i suoi aspetti. Ma per adempiere ai rispettivi doveri e in relazione ai ruoli e alle responsabilità assunte, sia individualmente, sia nell’ambito di organi collegiali, l’università chiede di rispettare, proteggere e promuovere la valorizzazione del merito e delle diversità individuali e culturali.
 «Il principio di responsabilità nell’adempimento dei doveri da adempiere nei confronti della comunità, l’onestà intellettuale, l’integrità morale e la professionalità nella ricerca e nella didattica», oltre alla leale collaborazione e trasparenza come parametri di comportamento nelle relazioni interne ed esterne. Questi i passi salienti del Codice etico: «L’Università riconosce i valori custoditi nella Costituzione della Repubblica italiana, in particolare per quanto attiene allo sviluppo della cultura e della ricerca scientifica e tecnica, alla libertà d’insegnamento, al diritto per i capaci e meritevoli di raggiungere i gradi più alti degli studi». Secondo il rettore Attilio Mastino, «troveremo le occasioni per riflettere in Ateneo sulla nuova normativa che impone obiettivi alti di impegno personale e di trasparenza e raccomanda il riconoscimento e il rispetto dei diritti individuali e l’accettazione dei doveri e delle responsabilità nei confronti dell’istituzione universitaria”.
 
LA NUOVA SARDEGNA
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
In gara contro la vita sedentaria
Convegno su asma e obesità, poi la maratona
 
 CAGLIARI. Camminare, correre, muoversi senza macchina, acquistare la consapevolezza che non c’è sempre bisogno di un mezzo di trasporto diverso dalla propria persona per andare da qualche parte. In queste semplici pratiche è l’arma più efficace per prevenire l’obesità, le malattie cardiovascolari, ma anche per convivere molto meglio col diabete e con l’asma. Vale per gli adulti e soprattutto per i bambini, che in nessun caso devono essere tenuti lontano dall’attività fisica: per la salute e la buona crescita del loro corpo e per la qualità delle relazioni umane che migliorano sempre quando il tramite è lo sport. Il messaggio arriva ancora una volta dai medici, ma in questo caso i due specialisti Paolo Serra (allergologo dell’Azienda mista ospedale università) e Stefano Salis (pneumologo al Binaghi), oltre a un convegno di due giorni (Asma e sport: l’adulto e il bambino) articolato in sessioni scientifiche ed altre di taglio divulgativo, hanno organizzato la mezza maratona «Città di Cagliari», che si chiama «Cagliari Respira 11» e si terrà il prossimo 6 novembre. Per avere la misura dell’impegno necessario: la mezza maratona è un percorso di 21 chilometri, che è come fare per tre volte consecutive l’andata e ritorno tra Marina Piccola e lo stabilimento balneare dell’Ottagono. Il nemico da affrontare è la sedentarietà che è l’essenza degli ambienti e dei comportamenti cosiddetti obesogeni: il tragitto sempre troppo breve tra il divano da cui si guarda la tv e il frigorifero, un tempo troppo lungo trascorso su un videogioco, la macchina che viene scelta come mezzo di trasporto anche se ci si deve spostare di poche centinaia di metri fanno danni importanti in un’epoca in cui c’è maggiore disponibilità di cibo e non ci si regola con le porzioni, col risultato che il 42 per cento degli italiani è obeso. «L’obesità - spiega Serra - è fattore di rischio anche per l’asma bronchiale, la cui importanza, anche in questo caso, si è dimostrata in correlazione diretta col peso corporeo. E’ dimostrato che anche una particolare forma di asma, quale è l’asma correlato all’esercizio fisico, migliori con l’esercizio fisico stesso se praticato in modo costante, con una buona frazione di riscaldamento».
 
LA NUOVA SARDEGNA
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
Ogni anno nell’isola 50 nuovi casi di autismo
Negli ultimi vent’anni è stato riscontrato un aumento del 600%
Un convegno all’ospedale Brotzu: una malattia misteriosa comunque curabile se diagnosticata in tempo
BETTINA CAMEDDA
 
 CAGLIARI. In Sardegna sono diverse migliaia: l’autismo non è una malattia rara ma se diagnosticata in tempo, permette notevoli miglioramenti. Non è certamente una patologia semplice, però non va ridotta all’immagine data nel Film “Rain man” visto che Mozart e Einsten sono considerati due Asperger (una forma dello spettro autistico “ad alto funzionamento”).
 Negli ultimi venti anni si è riscontrato un aumento della diffusione del 600 per cento sulla popolazione globale. Basti solo pensare che la percentuale dei bambini con autismo è superiore a quella dei piccoli affetti da tumore, diabete e Aids messi insieme. La ricerca ha fatto passi avanti ma è ancora difficile stabilire che cosa è l’autismo. Ed è difficile capire quale metodo di insegnamento adottare per aiutare l’autistico ad essere più autonomo, più sociale. Su questa linea in Sardegna nasce nel 2003 il Centro per i disturbi pervasivi dello sviluppo dell’Ospedale Brotzu, diretto dal professore Giuseppe Doneddu. «Il Centro segue oltre 1200 persone affette da autismo di tutta l’isola. In Sardegna l’incidenza della patologia è di 50 nuovi nati per anno come la media internazionale - afferma il direttore Doneddu - a livello internazionale si parla di 1 nato su 110 normali». Capire l’autismo nelle sue forme è uno degli obiettivi del seminario «L’apprendimento nell’autismo in età prescolare: dalla ricerca alla pratica clinica» tenuto in settimana presso l’ospedale Brotzu, da uno dei maggiori esperti in materia, lo psicologo e ricercatore Giacomo Vivanti. «In questo momento l’idea che abbiamo dell’autismo è che sia un disturbo genetico legato a un diverso sviluppo del cervello che fa sì che i bambini leggano le informazioni intorno a loro in modo diverso. Il 75 per cento dei bambini ai quali è stata diagnosticata in tempo la malattia è in grado di parlare - spiega Vivanti - bisogna ancora capire perché il 15 per cento non risponde al trattamento». Le difficoltà nel comunicare, nel capire gli altri e imparare dagli altri, così come il ripetere continuamente le stesse azioni sono solo alcuni dei sintomi legati all’autismo. Eppure la maggior parte delle persone che ne soffrono possiedono delle abilità fuori dal comune rispetto ai non autistici. Il loro, scriveva lo psichiatra infantile Han Asperger nel 1944, è prima di tutto «un modo diverso di essere al mondo». Un mondo che la ricerca deve ancora scoprire del tutto. Vivanti si interessa in modo particolare all’autismo perché ha due fratelli autistici. Ma per poter fare ricerca, una volta laureato nel 2003, si è trasferito in America, all’University of California: «In Italia la ricerca nelle università è basata su gruppi di potere che facilitano l’ingresso ad amici e parenti. Spesso i ricercatori devono lavorare anni da volontari e la loro età media è di 40 anni. Io volevo fare ricerca a 30».
 
LA NUOVA SARDEGNA
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 24 - Sassari
Guerra tra agronomi, docente a processo
Sul suo sito aveva pubblicato l’esposto contro il presidente del Consiglio nazionale
L’ordinario di Zootecnia Giuseppe Pulina imputato per diffamazione e pubblicazione di atti coperti dal segreto istruttorio
Cinque consiglieri accusavano il vertice di gestione ambigua
ELENA LAUDANTE
 
 SASSARI. Una battaglia ai vertici dell’ordine nazionale degli agronomi a colpi di esposti e accuse pesanti, di aver gestito l’organismo in maniera personalistica, abusando della propria posizione.
 Quelle accuse si sono però ritorte contro chi le aveva lanciate: il docente universitario sassarese Giuseppe Pulina, 55 anni, è sotto processo per diffamazione e pubblicazione arbitraria di atti di un procedimento penale, una contravvenzione. I fatti risalgono al 30 settembre 2005 e si riferiscono ad un esposto pubblicato sulla pagina “Casa rurale”, raggiungibile attraverso il sito www.agronomiforestali.it, del quale l’ordinario di Zootecnia speciale all’Università di Sassari era amministratore. Nel mirino dello scritto c’era l’allora presidente pro tempore del Consiglio dell’ordine nazionale dei dottori agronomi e i dottori forestali, Pantaleo Mercurio, pugliese, nominato nel maggio 2005. Contro di lui si erano schierati cinque componenti il Consiglio, tra i quali lo stesso Pulina, che in seguito a contrasti sulla gestione dell’ente allora commissariato avevano presentato un esposto alla procura della Repubblica di Roma adombrando sospetti sulla liceità del suo operato e dubbi sulla moralità. Quello stesso esposto era stato inserito nel sito del quale Pulina era amministratore. Per lui i guai giudiziari sono iniziati quando sono finiti quelli del presidente, la cui posizione è stata a quel punto valutata dalla magistratora romana che alla fine dell’inchiesta lo aveva scagionato del tutto. Quindi Mercurio aveva decide di querelare gli autori dell’esposto, attraverso l’avvocato romano Francesca Silvestrini. A metà settembre si è aperto il processo, al quale Pulina (assistito dall’avvocato Michele Saba) ha preso parte. Dopo aver annullato la lista testi per tardività della presentazione, il giudice ha rinviato il processo al 30 marzo.
 
LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 13 - Attualità
 “Generazione P” senza casa né lavoro
Bankitalia: il 60% degli italiani tra i 18 e 34 anni vive ancora con mamma e papà
ANNALISA D’APRILE
 
 ROMA. Sono la “Generazione P”, dove “p” sta per precari. Sono i giovani senza futuro, senza speranza. Sono ignorati dal governo, esclusi dall’ordine del giorno degli interessi della politica, al punto che per ricordare la loro esistenza scendono in tutte le piazze d’Italia ogni settimana da oltre un anno. Sono talmente al margine delle politiche sociali, del lavoro, della crescita e dello sviluppo che per loro manca proprio lo spazio fisico. Così sono costretti a restare a oltranza a casa di mamma e papà occupando la stessa cameretta che li ha visti bambini, adolescenti, giovani e poi giovani-vecchi.
 I “bamboccioni” (così ribattezzati dall’ex ministro Tommaso Padoa Schioppa), oggetto degli appelli del presidente Giorgio Napolitano e del governatore di Bankitalia Mario Draghi, sono anche protagonisti di numerosi studi di quello e di quell’altro istituto di ricerca e di statistica. L’ultimo, scoraggiante, punto di situazione sui giovani a carico dei genitori arriva proprio dalla Banca d’Italia: affitti troppo cari e appartamenti incomprabili fanno desistere i giovani dal proposito di andare via di casa. Il 60 per cento degli italiani tra i 18 ed i 34 anni vive ancora in famiglia (negli anni’80 erano meno del 50 per cento). E la percentuale sale fino al 90 per cento per i ragazzi sotto i 24 anni. Risultato: diminuiscono sempre più le nuove generazioni che riescono a mettere su famiglia. Secondo lo studio degli economisti Francesca Modena (Università Trento) e Concetta Rondinelli (Banca d’Italia), il 26 per cento dei giovani, causa lavoro e reddito inadeguati, ha serie «difficoltà a trovare un’abitazione» che possa mantenere. E quelli che invece hanno lasciato il nido lo devono comunque ai genitori che o hanno comprato loro casa o l’hanno ereditata e donata ai figli. Peggio è andata l’impennata dei prezzi del mercato immobiliare di 5-6 anni fa che ha tarpato le ali agli allora 22-29enni in procinto di rendersi autonomi. L’indagine spiega che i bamboccioni italiani diventano grandi attraverso questi passaggi: fine degli studi, ricerca di un lavoro stabile, matrimonio o convivenza. E, in media, passano almeno sei anni tra il primo lavoro e la prima casa. Ora questo (già lento) meccanismo di crescita si è inceppato, perché la crisi economica planetaria ha ridotto le possibilità di occupazione per i giovani, e ha ridotto anche i redditi delle famiglie, che fanno più fatica ad avere a carico questi figli.
 Proprio sul fronte disoccupazione giovanile, è l’Istat a snocciolare dati aggiornati. L’ultimo bollettino è del 30 settembre scorso: il tasso di disoccupazione dei giovani tra i 15 ed i 24 anni è pari al 27,4 per cento, con un picco del 44 per cento per le donne del Mezzogiorno. L’Istat segnala il dato del 27,4 per cento come un accenno di ripresa del secondo trimestre del 2011, visto che nel lo stesso periodo del 2010 il tasso di disoccupazione era pari al 27, 9 per cento. Ma questo +0,5 per cento non è davvero abbastanza. Soprattutto, a crescere, è il fenomeno dei “neet”: la categoria di coloro che non studiano e non lavorano - come ha evidenziato il rapporto Ocse 2011 - sfiora ormai il 20 per cento.
Nella ruota del criceto che è l’Italia per questa generazione di dimenticati, non manca nessuno: gli studenti (sempre di più e sempre più giovani) che venerdì scorso erano nelle piazze di 90 città, i precari che ieri erano in corteo per le vie del centro di Roma con la Cgil, gli universitari (e non solo) che il prossimo 15 ottobre a Roma aderiranno alla mega protesta degli “indignados” d’Europa. In un crescendo di malessere giovanile, non più scatenato solo dai tagli inflitti all’istruzione dalla riforma Gelmini, ma alimentato dalla percezione di non essere considerati e di non avere prospettive, il “movimento dell’Onda” del 2008 ha lasciato il posto alla “Generazione P” del 2011.
 
LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 5 - Sardegna
L’ESPERTO DI TURISMO
Marcetti: la Geasar ha le competenze, ci guadagnerebbero tutti
 
 OLBIA. «Il coordinamento sul mercato nazionale e su quello internazionale dei tre aeroporti sardi sarebbe un fatto molto positivo. Non è un’opinione, è un dato incontrovertibile». Carlo Marcetti, docente di economia del turismo all’università di Sassari, sede di Olbia, da anni ragiona su come migliorare l’offerta turistica della Sardegna. «E il primo punto da cui partire è quello dei collegamenti aerei - spiega -. Come far arrivare i turisti? Come proporre all’esterno l’immagine e l’offerta della Sardegna? Come fare sistema? Queste sono le domande a cui cerchiamo di dare risposte da decenni. Il fatto che il gruppo Meridiana, con le sue comprovate competenze, possa avere la guida dei tre aeroporti sardi non può che essere un vantaggio per tutti: per la Regione, per gli imprenditori turistici e per i lavoratori del settore, per i vacanzieri».
 Marcetti, dati alla mano, chiarisce concretamente quali sarebbero le opportunità date da una regia unica. «È l’occasione per uscire dalla concorrenza fra le tre società aeroportuali sarde che, finora, ha prodotto solo perdite per le casse pubbliche - dice il docente universitario -. Se i tre aeroporti fossero gestiti dal gruppo Meridiana, la Sardegna avrebbe non solo una riduzione dei costi, ma potrebbe sfruttare al meglio le potenzialità dei tre scali».
 Anche in questo caso, Marcetti si basa sui numeri. «La società di Olbia, la Geasar, che fa parte del gruppo Meridiana, fornisce un alto livello qualitativo dell’offerta e, particolare fondamentale, chiude i bilanci in attivo. La sua esperienza potrebbe servire per aiutare anche gli aeroporti di Alghero e Cagliari».
 Per Marcetti, non ci sarebbe neppure il rischio di un monopolio. «Ripeto, a guadagnarci di più sarebbero le istituzioni pubbliche. Che cosa succede oggi? Faccio un esempio. Se si vuole conquistare il mercato russo, a Mosca ci vanno le tre società di gestione. Quella di Olbia fa i suoi interessi, quella di Cagliari si muove per portare a casa i propri vantaggi, quella di Alghero idem. Risultato: c’è una lotta intestina che indebolisce tutt’e tre e rischia, nella maggior parte dei casi, di non ottenere alcun risultato. In più - aggiunge Marcetti - si dà troppo potere alle compagnie aeree low cost, come è successo, in passato, con Ryanair. Solo loro che, di fatto, sfruttando la debolezza del sistema sardo, definiscono le politiche degli aeroporti sardi. Non è accettabile».
 La soluzione prospettata da Meridiana, per Marcetti, avrebbe una doppia utilità. «La gestione degli scali sarebbe fatta dal privato, con logiche di mercato - chiude il docente - ma dentro Meridiana spa, se l’operazione si concretizzerà, ci sarà la Regione, che avrà quindi il potere di indirizzare le scelte strategiche dei tre aeroporti». (g.pi.)

Questionnaire and social

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