Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
21 September 2011

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL'UFFICIO STAMPA

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 20 - Edizione CA)
Polemica
Scontro con il Rettore: i sindacati in assemblea
 
Un incontro chiarificatore che, in realtà, è servito a poco. Nel corso della riunione del Consiglio di amministrazione della scorsa settimana, il Rettore Giovanni Melis aveva definito inutile, dannosa e destabilizzante la presenza del personale tecnico e amministrativo nel Cda. Ieri, il Rettore ha incontrato i rappresentanti sindacali e la Rsu. E ha espresso il suo rammarico per le frasi pronunciate in un momento di particolare tensione. Ma non fa un passo indietro. «Ha ribadito», scrive in una nota il vice coordinatore Rsu Anna Gabriella Allori, «la sua contrarietà a che il personale amministrativo possa essere rappresentato nel futuro Cda».
Posizione che, naturalmente, non piace ai rappresentanti sindacali. Che hanno deciso di convocare un'assemblea generale per lunedì prossimo (in programma dalle 11 alla 14 in una sede ancora da individuare). Il personale tecnico e amministrativo rivendica «una gestione dell'ateneo democratica e partecipata, ispirata alla pari dignità di tutte le componenti».
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Provincia di Sassari (Pagina 23 - Edizione OL)
Cancellato il concorso veloce
L'Università aveva avvisato i candidati poche ore prima
SASSARI. Dodici persone aspettavano la selezione per un posto di lavoro precario
 
Quando si dice un concorso veloce: all'università di Sassari dodici candidati per un posto di lavoro precario aspettavano di essere chiamati alla selezione. Però l'affissione sulla bacheca digitale, cioè il sito internet della facoltà, è avvenuta poche ore prima dell'esame. Si sono presentati in quattro ma, a volte succede, qualcuno degli idonei, che non si era accorto della chiamata, ha protestato e ha scritto una lettera. Costringendo l'università a fare marcia indietro e quindi ad annullare la selezione.
INDIGNATI SARDI È successo nell'ateneo di Sassari, nella facoltà di scienze politiche. Protagonista della vicenda è Eleonora Cresci. Trent'anni, curriculum di tutto rispetto ed esperienze maturate tra Perugia, Roma e Sassari, in tasca una laurea e due master, Eleonora decide di inviare la documentazione per partecipare alla selezione per un contratto all'interno di un master universitario. Il bando esce il 29 luglio: sei mesi di lavoro e dodici mila euro lordi di compenso. Non ci pensa due volte, compila le carte e le recapita in facoltà. La commissione la valuta idonea insieme ad altre undici persone. A quel punto non resta che aspettare di sapere quando avverrà il colloquio. Passano diverse settimane, arriva settembre. «Il dodici mattina, quindi lunedì, ho controllato il sito e non c'erano avvisi - racconta Eleonora - ma il giorno dopo, durante il pomeriggio, mi sono accorta che la selezione era stata già fatta». L'università, in poche parole, aveva dato ai candidati un preavviso brevissimo, meno di 24 ore, e così all'appuntamento di martedì 13, alle nove del mattino, si sono presentati in quattro.
UN VINCITORE La commissione svolge comunque il suo compito e assegna il posto a una ragazza. Poche ore dopo il suo nome compare anche sul sito della facoltà. Eleonora però non ci sta, accende il computer e sfoga tutta la sua rabbia scrivendo una lettera: «Il momento in cui preparo il curriculum da mandare è l'unico in cui mi ricordo chi sono realmente, quello che ho fatto, quello che meriterei. Racconto una cosa che sicuramente non stupirà. Ma la racconto lo stesso, perché se nessuno lo dice apertamente, se nessuno si indigna per quello che vede, o fa almeno notare che non è proprio normale, allora non possiamo lamentarci più di tanto se le cose continuano ad andare in un certo modo». Ma ciò che non manda giù è un'altra cosa, è non aver avuto neanche la possibilità di dimostrare il suo valore. La possibilità di ottenere quel posto, infatti, sapeva bene che era minima. «Quando il contratto è soltanto uno è raro riuscire a superare tutti i concorrenti, ma il momento in cui c'è la selezione è l'unico in cui si riesce ancora a sognare», spiega.
UNIVERSITÀ Ad ogni modo il comportamento dell'ateneo sassarese è stato corretto sotto il punto di vista formale. Nel regolamento, infatti, non è fatta menzione del preavviso. Va da sé però che meno di 24 ore non sono sufficienti. La protesta di Eleonora però alla fine ha dato i suoi frutti. L'amministrazione dell'università ha deciso di annullare i verbali della selezione avvenuta la settimana scorsa. Si rifà tutto daccapo perché, hanno riconosciuto, non era stato data sufficiente pubblicità all'avviso. E per rimediare, a scanso di equivoci, a ciascun candidato è stato spedito un telegramma: appuntamento al 26.
Antonio Muglia
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Cronaca Regionale (Pagina 9 - Edizione CA)
Calendario
Cinque giorni di dibattito su università e conoscenza
 
«Berlusconi lascerà un Paese da ricostruire dalle fondamenta. E tra queste ci sono l'università, la ricerca, la conoscenza, che il premier e la Gelmini hanno umiliato». Marco Meloni, consigliere regionale del Pd e responsabile nazionale del partito per la ricerca, racchiude in queste parole il senso della festa nazionale sull'università (da ieri a sabato 24 all'Exmà di Cagliari). Con lui, a presentare la manifestazione, Maria Chiara Carrozza e Micaela Morelli, presidenti rispettivamente dei forum nazionali e regionali sulla ricerca. Tra i saluti inaugurali, anche quello del sindaco di Cagliari Massimo Zedda. «La folla di stasera - commenta Franco Marras, coordinatore della segreteria regionale - dimostra che il Pd ha idee per il governo della Sardegna, e donne e uomini per realizzarle». Tra gli appuntamenti di stasera, un dibattito su crescita e impresa: interviene in videoconferenza Matteo Colaninno.
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 16 - Edizione CA)
Edilizia, stop ai pareri
Frau: «La commissione verrà soppressa»
MUNICIPIO. Piras (Pdl): «Negli uffici centinaia di pratiche bloccate»
 
Via la commissione edilizia. Al suo posto verrà nominata una «commissione per la qualità dell'architettura» che si limiterà a valutare solo le pratiche più importanti presentate agli uffici comunali. Per rendere l'idea, l'assessore all'Urbanistica Paolo Frau non usa giri di parole: «D'ora in poi la minutaglia verrà esaminata dai funzionari, che dovranno assumersi le proprie responsabilità», ha detto annunciando ieri in Consiglio la «soppressione» della commissione edilizia. Una novità illustrata un po' a sorpresa durante la risposta a un'interrogazione del consigliere Pdl Anselmo Piras, che poco prima aveva segnalato i «gravi ritardi» e «il blocco delle pratiche edilizie» legate al Piano casa. In attesa, negli uffici di via Sauro, ci sarebbero alcune centinaia di domande legate a ampliamenti e risanamenti che, per via di una «interpretazione» della struttura amministrativa, hanno bisogno dell'esame della commissione edilizia per avere l'approvazione. La commissione però, come ha ricordato Piras «non è stata ancora rinnovata dal sindaco, che farebbe meglio a prorogare temporaneamente l'incarico ai vecchi componenti». Frau ha anche annunciato che comunicherà agli uffici nuove disposizioni, proprio per evitare che la soppressione blocchi la procedura amministrativa.
FARRIS ATTACCA ZEDDA Ieri il capogruppo Pdl Giuseppe Farris ha attaccato il sindaco Massimo Zedda, non presente in aula (è intervenuto per un saluto alla Festa democratica all'Exmà) durante la prima parte della seduta: «È la seconda assenza consecutiva, il sindaco ci dica se ha intenzione di anteporre gli interessi personali a quelli della città. Non solo: faccio notare che oggi il numero legale è assicurato dall'apporto, responsabile, dell'opposizione». Poco prima anche la consigliera di Sel Marisa Depau aveva ritirato la propria mozione sulla riqualificazione del quartiere di Sant'Elia, proprio a causa dell'assenza di Zedda, arrivato pochi minuti dopo. Ma poco prima Farris aveva presentato un'interrogazione all'assessore all'Urbanistica, al quale ha chiesto di riferire dell'incontro di lunedì con i gestori dei chioschi del Poetto. Una riunione durante la quale l'amministrazione ha raggiunto un accordo i titolari dei bar: le demolizioni verranno portate a termine dai concessionari e non dal Comune. «Mi chiedo se ci sia l'intenzione di ritirare la delibera di Giunta che prevede gli abbattimenti, in via di autotutela». Il sindaco ha annunciato che parteciperà nei prossimi giorni alla riunione del Cda dell'Ersu, per discutere del campus di viale La Plaia.
Michele Ruffi
 

LA NUOVA SARDEGNA
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
Università, ultime battute per lo statuto
Gli studenti sono riusciti ad avere maggiore rappresentatività negli organi decisionali dell’ateneo
BETTINA CAMEDDA
 
CAGLIARI. Cambia volto l’Università degli studi di Cagliari che a breve adotterà il nuovo Statuto. Per mercoledì 28 settembre sono infatti previsti gli incontri tra il Rettore e i vari organi universitari. Un tour de force per varare il testo definitvo che regolerà l’università.
La Commissione Statuto, il Consiglio di amministrazione e infine il Senato Accademico avranno il compito di votare e approvare il testo che avrà validità il quindicesimo giorno successivo alla sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale. Per il momento si tratta di un documento, come ha dichiarato il Rettore in risposta alla nota di Cgil, Cisl, Uil, Snals Cisapuni e Rsu, che «è ancora nella fase della preliminare discussione politica». Intanto continuano i lavori per le eventuali modifiche del testo. Anche ieri mattina il Rettore dell’Università degli Studi di Cagliari, Giovanni Melis, ha incontrato in rettorato i membri del senato accademico. Buone notizie sul fronte studentesco, almeno per quanto riguarda la rappresentanza all’interno degli organi decisionali. «Siamo partiti da un modello iniziale di Statuto piuttosto farraginoso e malgrado questo abbiamo ottenuto dei risultati importanti - afferma Marco Meloni, rappresentante del Consiglio degli studenti e membro della commissione Statuto - come l’inserimento di una commissione paritetica all’interno di ogni facoltà in qualità di organo di monitoraggio e la nomina delle “rose” dei nomi da parte del Cda e non più solo dal Rettore, un passo importante in termini di democrazia». Tra le novità anche la presenza nel Cda di due studenti, anziché uno come deciso in altre Università: un dato rilevante nel processo decisionale che porta la componente studentesca ad una situazione di parità con il numero di membri esterni. «Speravamo nell’inserimento di una rappresentanza studentesca all’interno dei dipartimenti - spiega Marco Meloni - ma così non è stato». Intanto prende il via la manovra inserita nel ddl Gelmini di accorpamento delle facoltà che da 11 scenderanno a 6. Un provvedimento che taglia metà dei dipartimenti presenti.
 
LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 19 - Fatto del giorno
All’università solo attraverso inutili test
La follia della «grattachecca» come esempio di stupidità tutta italiana
Il quiz sulla granita ha spopolato nei mass media dell’intero Paese
 
La follia della grattachecca. Il quiz sulla granita ha spopolato nei mass media dopo i recenti test d’ingresso nelle università italiane. Se non sapevi che cos’era, dolori. Uno si poteva attaccare al significato delle parole: fra gratta e checca, il passo è breve. Diverso dal gratta e vinci, perché sicuro di ciò che ti rimane in mano, la checca appunto. Se sbagliavi la risposta, pazienza; ti beccavi un -0.25 di penalità, ma essere anche definito c. dal savio della Sapienza è troppo. Ormai si è perso il senso della misura.
 Tutti gli anni è la solita solfa, la gioventù italiana, il futuro del paese, che aspira ad entrare all’Università, rimane impegnata per mesi a memorizzare migliaia di quiz del tutto inutili. Inutili, certo, perché l’esperienza insegna che non vi è alcuna relazione fra il punteggio al test di ingresso nelle facoltà degli atenei italiani e la performance dei giovani nel corso degli studi che affronteranno succesivamente. I genitori dei candidati anche loro si trovano in prima linea, saltano le ferie per sostenere il figlio nell’impegnativa impresa, spendono soldi per corsi speciali e, similmente al proprio caro, entrano in uno stato di ansia alla ricerca disperata di improbabili accozzi. Anche i volontari delle associazioni studentesche, poverini, si attivano per aiutare i futuri colleghi a risolvere i quiz rompicapo. L’Università fa la sua parte, anche se non sa con precisione quale sia. È costretta a nominare una commissione per la gestione del concorso di ammissione. A dire il vero, non si tratta di una commissione, perché non decide e non corregge i compiti, non stila graduatorie: ha soltanto mera funzione di controllo. Ovviamente la gestione del concorso, con migliaia di candidati, necessita di una commissione adeguata e cansistente. Ecco, quindi, docenti e personale tecnico amministrativo, specializzandi e dottorandi di ricerca, studenti reclutati nella commissione. E alla fine di tutta quest’attività parossistica, come sempre, rimangono le polemiche e le recriminazioni.
 Appuntamento al prossimo anno, basta cambiare la data, tanto gli articoli sui giornali e i titoli dei palinsesti televisivi possono rimanere gli stessi. Salvo, però, riportare qualche altro esempio di quiz strampalato e sorriderci magari sopra, per non piangere.
Dipartimento di Scienze biomediche e di Fisiologia Università di Sassari
 
LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 5 - Nuoro
IL CONVEGNO
L’Isre apre l’archivio di Asproni
 
 NUORO.«Due idee condizionano il mio pensiero e la mia stessa vita: la causa italiana e il riscatto della mia misera terra d’origine». È solo uno dei tanti discorsi tenuti alla Camera dal deputato Giorgio Asproni, politico e giornalista barbaricino cui l’Istituto superiore etnografico della Sardegna dedicherà venerdì un convegno dal titolo “Giorgio Asproni negli archivi del Risorgimento”. L’obiettivo dell’Isre è riscoprire la figura di Asproni attraverso i documenti originali conservati negli archivi sardi e nazionali e riportare alla luce i manoscritti dei discorsi e dei tanti carteggi che l’intellettuale ha intrattenuto con i principali interpreti della stagione risorgimentale italiana. Al convegno parteciperanno studiosi di spicco come Stefano Pira e Liliana Saiu dell’università di Cagliari; Titò Orru, autore del saggio “Giorgio Asproni, un leader sardo nel Risorgimento”; Ester Gessa, direttrice della biblioteca universitaria di Cagliari; Alessandro Visani dell’università La Sapienza di Roma e gli archivisti Marinella Ferrai Cocco Ortu, Paolo Cau e Giovanni Fiori, rispettivamente dell’archivio storico Francesco Cocco Ortu e di quello del Comune e della Provincia di Sassari.
 L’appuntamento è per dopodomani alle 10 all’Auditorium del museo etnografico di Nuoro. Per il programma completo si può consultare il sito www.isresardegna.it. (f.p.)
 
LA NUOVA SARDEGNA
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
«Vogliamo un piano industriale»
La Regione detta le condizioni per garantire i debiti con le banche
 
 CAGLIARI. Niente commissariamente, per il momento. La Regione è pronta a fare la sua parte per aiutare l’Ente Lirico a uscire dal tunnel dei debiti, facendosi garante verso le banche per la sua ridiscussione. Ma in cambio vuole delle garanzie: chiede la presentazione di un piano industriale, ovvero un quadro esatto della situazione e dei programmi per il futuro. Questo è il principale risultato dell’incontro che si è tenuto ieri sera tra il sindaco Massimo Zedda (che è anche il presidente della Fondazione dell’Ente lirico), l’assessore regionale della Cultura Sergio Milia e il soprintendente Gennaro Di Benedetto. Al vertice, tenuto nell’assessorato regionale, hanno partecipato anche diversi componenti del Cda dell’Ente e il direttore generale della presidenza della Regione Gabriella Manca, al posto del governatore Ugo Cappellacci, assente perchè a Roma per le vertenze Keller ed Eurollumina.
 «Ci troviamo di fronte a una situazione debitoria importante - ha sottolineato l’assessore Milia - per questo stiamo chiedendo di disegnare un percorso che possa arrivare a una soluzione dei problemi. La Regione è molto vicina all’Ente Lirico e anche quest’anno abbiamo dato dieci milioni. E messo in campo altri cinque milioni per una collaborazione con il teatro De Carolis di Sassari». Il sindaco Zedda aveva chiesto alla Regione di intervenire con gli istituti di credito visto che la struttura del teatro lirico non può essere impegnata in quanto bene inalienabile del Comune. L’assessore Milia ha illustrato anche quali dovranno essere le principali caratteristiche del piano industriale: «Chiediamo che sia intrapreso un percorso condiviso al massimo anche con le componenti della Fondazione, le parti sociali e le maestranze». I sindacati da parte loro hanno chiesto più volte che il consiglio d’amministrazione dell’ente non rinnovi il mandato al soprintendente. Durante la mattinata di ieri Di Benedetto, alla domanda se avesse un piano industriale, aveva risposto che prima voleva avere certezza nelle risorse. E precisato che le attuali disponibilità sono sufficienti sino a novembre. Il quadro è molto critico.
 L’assessore Milia si è impegnato a portare in Giunta e in Consiglio la richiesta di impegno della Regione. Per il momento si è trattato di un incontro interlocutorio. E altri vertici vi saranno nei prossimi giorni. Sul piatto della bilancia c’è una situazione debitoria di ventuno milioni più altri quattro relativi al Tfr, il trattamento di fine rapporto dei dipendenti. Ma l’aspetto più critico riguarda le ingiunzioni di pagamento provenienti dai fornitori e dal set che non sono pagati dal 2009, per una cifra di circa quattro milioni e mezzo. In un precedente incontro con la Regione il sindaco Zedda era riuscito a ottenere garanzie per gli stipendi, ma col passare del tempo la situazione si aggrava.
 Complessivamente il bilancio 2010 racconta di un teatro lirico con venticinque milioni di euro di debiti, comprensivi del milione e duecentomila euro di disavanzo dello stesso anno. Anche se non tutti sono debiti legati alle banche e anche se si tratta di una situazione maturata con gli anni, la situazione richiede dei correttivi celeri. Mentre di Di Benedetto ha affermato ieri che quest’anno l’ente sarà in pareggio. Il rischio del commissariamento è legato principalmente alle ingiunzioni, qualora queste non venissero pagate. Poi c’è pure il problema del parco della musica che richiede risorse adeguate. In questo momento è del tutto inutilizato.
 Ieri sera, a margine dell’incontro sull’ente lirico si è parlato anche del campus universitario. In particolare il presidente dell’Ersu Daniela Noli ha invitato al prossimo consiglio d’amministrazione sia il Comune e la Regione per poter così cantierare la realizzazione dei primi 240 posti letto ed evitare la perdita del finanziamento. (r.p.)
 
LA NUOVA SARDEGNA
9 – La Nuova Sardegna
Pagina 26 - Sassari
Le donne nel cinema, convegno all’università
 
SASSARI. Domani e venerdì nella sala umanistica della facoltà di Lettere e Filosofia, in via Zanfarino 62, si terrà il convegno di studi: «Cinema e Letteratura femminile. Letterate italiane tra la pagina e lo schermo».
 L’evento, promosso dal dipartimento di Teorie e Ricerche dei Sistemi Culturali e dalla facoltà, in collaborazione con la Commissione Pari Opportunità del Comune di Sassari e la Libreria Koinè, è frutto di un progetto di ricerca finanziato e sostenuto dalla Regione.
 «Fin dal cinema delle origini - è spiegato nelle motivazioni dell’iniziativa - le donne hanno inciso inciso sugli schermi italiani segni profondi e tuttavia in larga parte ignorati». Da questo mancato riconoscimento partono le riflessioni del convegno che, a partire da alcune specifiche ricerche, intende offrire uno sguardo differente e far conoscere l’importante ruolo delle donne nel cinema.
 
LA NUOVA SARDEGNA
10 – La Nuova Sardegna
Pagina 43 - Cultura e Spettacoli
Il turismo, bellezza a perdere
Le prospettive di un’attività economica tra crisi e mutamento
Intervista con Antonietta Mazzette, che concluderà le due giornate di studio organizzate dall’Università di Sassari
 
COSTANTINO COSSU
 
Il turismo cambia, i paradigmi validi sino a pochi anni fa mutano radicalmente e chi resta con lo sguardo volto all’indietro rischia non soltanto di sbagliare analisi ma anche di andare incontro a disastri insieme economici e ambientali. Di questo si discute nel convegno in corso in questi giorni tra Sassari e Alghero sul tema «Mobilità turistica tra crisi e mutamento. Città e contesti mediterranei». I lavori si concluderanno oggi con una relazione di Antonietta Mazzette, responsabile del Centro di studi urbani dell’Università di Sassari, di cui anticipiamo qui i contenuti essenziali.
 - Professoressa Mazzette, che cos’è oggi il turismo in Sardegna e nell’area mediterranea?
 «Il turismo è diventato una complessa e articolata “macchina del consumo” che si è estesa a tutti i territori, compresi quelli che non avevano una riconosciuta vocazione turistica. Si tratta di una “macchina” che deve restare sempre accesa e in funzione, e perché ciò avvenga sono necessarie strategie attrattive efficaci. Le strategie prevalentemente adottate sono state simili tra loro negli strumenti e nella sostanza, anzitutto, perché hanno assunto il consumo e lo svago come funzioni primarie; in secondo luogo perché hanno marginalizzato tutte le altre funzioni, soprattutto quelle produttive (a partire da quelle legate alla terra), e quelle abitative (della cosiddetta prima casa). Il risultato è che si sono applicati strumenti di marketing che mettono in vetrina i diversi territori per attrarre visitatori, allo stesso modo in cui un prodotto viene promosso ed esposto per essere venduto sul banco di un supermercato. Certo il territorio è un prodotto eccezionale e non standardizzato, per cui si sottrae a letture monodimensionali, ma alla fine di questa operazione di marketing, ogni luogo finisce per assomigliarsi agli altri, quantomeno per ciò che offre: dalle mostre ai percorsi eno-gastronomici; dallo shopping alla musica, dalle sagre ai festival del libro, e così via».
 - Che rapporto esiste tra questo modello e le caratteristiche strutturali delle società contemporanee?
 «Secondo Zygmunt Bauman il consumo è diventato un modo centrale di intendere la complessiva vita sociale. Non è un caso che egli utilizzi la metafora del turista per rappresentare la totalità della vita e l’intera quotidianità. Il turista attraversa gli spazi in cui vivono i residenti, cioè coloro che sono investiti della responsabilità di costruirli e di rispettarli, ma i risultati delle fatiche degli abitanti stanziali non influiscono sul turista che, per sua natura, è mobile e provvisorio. In altre parole, il turista incide materialmente sul territorio e sulle scelte politiche locali, ma si sottrae quasi sempre a qualunque forma di impegno. In questo senso, il turista è una figura “sfuggente” ai costi sociali ed ambientali che crea, ma è anche un attore sociale che pesa sulle scelte politiche locali, anzi, il suo peso appare sempre più elevato rispetto a quello dei residenti. In termini concreti ciò significa che le esigenze del mercato turistico e dei suoi protagonisti sono nei fatti incompatibili con quelle di chi vi abita stabilmente».
 - Nella sua relazione, nell’analizzare il modo oggi prevalente di intendere la città, lei parla di «bellezza usa e getta»...
 «Negli ultimi tre decenni le città sono state attraversate da un insieme di cambiamenti che hanno portato ad una sorta di frenesia attrattiva. I contenuti di questi cambiamenti sono sinteticamente raggruppabili in tre tipi di pratiche orientate: 1) recuperare il patrimonio storico; 2) rinnovare l’immagine-città anche attraverso la costruzione di grandi opere architettoniche, possibilmente griffate; 3) rilanciare quelle parti della città che, svuotate delle funzioni produttive industriali (aree dismesse), sono state specializzate a fini cultural-ricreativi. Il tutto finalizzato ad attrarre consumatori, più che residenti stabili, qualunque sia la veste sociale con cui si presentano: businessmen, city users, turisti tout court. Gli elementi positivi sono stati molti e non vanno sottovalutati, ma gli effetti perversi sono stati più gravosi anche in termini di mobilità in entrata e in uscita. Negli ultimi due decenni le undici più grandi città italiane hanno perduto circa un milione di abitanti che sono andati a vivere in periferie sempre più lontane. Gran parte dello spopolamento proviene dai nuclei storici. Ad esempio, a Venezia restano circa 60.000 abitanti e, se si mantengono i ritmi attuali, nel 2030 non ci sarà più alcun residente; all’interno delle mura aureliane a Roma vivono meno di 100.000 abitanti; erano 370.000 nel 1951. Lo stesso sta accadendo in città di medie e piccole dimensioni, come Perugia e Alghero. Queste città sono diventate un modello di provvisorietà perché continuamente sottoposte a rapidi mutamenti sotto il profilo delle attività economiche e delle funzioni abitative. Luoghi urbani dove prevalgono negozi in franchising e di souvenir di vario tipo che si trovano un po’ ovunque (cambia soltanto l’oggettistica che deve richiamare la città che si visita), ristoranti locali ed etnici e strutture ricettive. Tutte attività effimere caratterizzate da una rapida obsolescenza e ricambio. In questo contesto, la bellezza continua ad essere la ragione centrale del turismo, ma questa sembra non bastare più al consumatore (turista o visitatore che sia) e alle amministrazioni, ed ecco che per poter mantenere sempre alto il livello di attrazione si è operata una trasformazione concettuale della bellezza ereditata dal passato».
 - Come superare tutto questo?
 «Il turismo è un settore economico importante per la complessiva economia italiana, ma non può essere né il principale né, tanto meno, l’unico settore trainante, semmai deve essere il risultato di politiche finalizzate a rendere le città belle e confortevoli, rivolte perciò in primo luogo alle popolazioni stanziali. Un luogo piacevole per chi lo abita può diventare altrettanto piacevole da visitare, ma raramente avviene il contrario. Inoltre, la provvisorietà turistica contrasta con l’idea di una città da intendere come prodotto storicamente e socialmente sedimentato. Si pensi a Roma, dove l’idea di città provvisoria contrasta in modo eclatante con l’immagine di Città Eterna, e dove i segni di questa contraddizione si vedono nel degrado diffuso dei suoi monumenti: il crollo della Domus Aurea docet».
 
Pagina 43 - Cultura e Spettacoli
IL PROGRAMMA
Oggi esperti a confronto
 
E’ cominciato lunedì il settimo Convegno mediterraneo di Sociologia del turismo. Tema scelto quest’anno: «Mobilità turistica tra crisi e mutamento. Città e contesti mediterranei». L’organizzazione è del dipartimento di Economia istituzioni e società dell’Università di Sassari e dell’Associazione mediterranea di Sociologia del turismo.
 Partecipano studiosi provenienti dalle maggiori università italiane, europee e dell’Africa del nord, che discutono delle diverse forme di turismo e degli aspetti problematici legati alla mobilità turistica, con l’obiettivo di riflettere sulla programmazione degli interventi nel settore turistico e di analizzare le ricadute positive e negative a livello locale.
 Oltre alle questioni legate al rapporto tra turismo, ambiente e sviluppo, si affronterà anche il tema delle interazioni tra città e territorio in presenza dei mutamenti legati alla mobilità turistica e si rifletterà sui diversi modi di percepire e vivere lo spazio turistico.
 Il convegno è stato aperto lunedì mattina nell’aula magna dell’Università di Sassari da Antonio Fadda, direttore del dipartimento di Economia, istituzioni e società, e sarà concluso oggi alle ore 18,30 al Centro congressi Quartè Sayal da Antonietta Mazzette.
 Subito dopo il programma del convegno prevede una tavola rotonda sul tema «La Sardegna nel turismo mediterraneo. Nodi problematici e modelli di sviluppo», coordinata dal giornalista Giacomo Mameli, alla quale parteciperanno: Gianni Giovannelli, sindaco di Olbia; Stefano Lubrano, operatore turistico, già presidente dell’Associazione industriali del Nord Sardegna; Giorgio Maccioccu, presidente Federalberghi della provincia di Sassari; Antonello Paba dell’Università di Sassari, già assessore regionale al Turismo; Gavino Sini, presidente Camera di commercio di Sassari; Marco Tedde, sindaco di Alghero.

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