Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
09 September 2011

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI DELL’UFFICIO STAMPA 

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
Infermieri, in 3600 ai test
Disponibili solo 310 posti: «Prova difficilissima»
UNIVERSITÀ. Ieri i quiz per l'ammissione a uno dei corsi di laurea triennali
 
«A dir poco difficile. È triste che il mio futuro sia legato ad un quizzone, come se fossimo tutti concorrenti di Chi vuole essere milionario? ». Seduta in un gradino nei parcheggi della Cittadella universitaria di Monserrato ormai quasi deserti, una ragazza guarda partire gli autobus del Ctm semivuoti con gli occhi ancora lucidi dopo ore dal test. Non dovrà attendere l'esito, perché sa già di aver fallito la prova d'ammissione ad uno dei dieci corsi di laurea triennale in materie sanitarie. «È la terza volta che non ce la faccio», ha raccontato, «eppure volevo fare l'infermiera sin da quando guardavo i cartoni animati di Candy Candy».
ISCRITTI 3639 PER 310 POSTI Tutto si è svolto senza imprevisti e nel rispetto delle norme, rigidissime, ma ieri pomeriggio la Cittadella sembrava un campo di battaglia. E per capire il motivo bastava guardare i numeri del test d'ammissione alle lauree sanitarie, la prova che ha registrato il maggior numero di domande di partecipazione: 3639 iscritti per 310 posti (più 31 riservati a studenti extracomunitari e cinesi). Un esercito di ragazzi che sono stati distribuiti in 35 aule, vigilati da 120 commissari e docenti.
AFFLUENZA ALTISSIMA «L'affluenza è stata altissima», informa il preside di Medicina, Mario Piga: «Ha partecipato l'85 per cento dei candidati che avevano fatto domanda, per la precisione 3085 persone. Tutto si è svolto senza imprevisti e c'è stato un grande lavoro organizzativo per preparare la prova di tutti questi ragazzi».
L'assalto è iniziato di primo mattino, quando l'orologio ancora non segnava le 9.
CACCIA AL PARCHEGGIO Prima l'ingorgo di centinaia di auto bloccate sotto l'arco del “ponte strallato” di Monserrato e lungo la statale 554. Poi, arrivati in cittadella universitaria, per la caccia al parcheggio e all'aula assegnata, per fascia d'età, a ciascun gruppo di ragazzi. Il grosso degli aspiranti è arrivata per il corso in scienze infermieristiche (120 a Cagliari, 30 a Nuoro, 4 non comunitari e un cinese), ma la lista comprendeva ostetricia (20 posti + 3), fisioterapia (25+3), igiene dentale (20+3), tecnico di radiologia (20+3), assistente sanitario (20+3), tecnico di laboratorio (15+3), logopedista (10+3), tecnico per la riabilitazione psichiatrica (15+3) e per la prevenzione nei luoghi di lavoro (15+3). Alla fine, grazie al lavoro di carabinieri, vigili urbani e vigilantes, gli oltre tremila ragazzi sono riusciti ad arrivare in tempo per l'appello e le procedure preliminari, prima che le buste con le domande prestampate venissero aperte alle 11 in punto: ottanta quesiti di cultura generale da affrontare in due ore.
MOLTI NEODIPLOMATI Un esercito di diciottenni neodiplomati arrivati da tutta la Sardegna, ma anche numerosi ragazzi già laureati. «Il quiz era difficilissimo», assicura Giulia Marini, 33 anni di Monserrato con in tasca una laurea in lettere moderne. «Pur potendo insegnare italiano e latino, non vengo chiamata per le supplenze», racconta, «per questo ho tentato l'ingresso a scienze infermieristiche assieme ad altri colleghi che erano con me. Ma le domande di chimica, fisica e matematica erano impossibili, mentre in quelle di diritto, logica e ragionamento, penso di essermela cavata. C'è stata anche una polemica su quelle che riguardavano gli insiemi: a nostro avviso erano formulate male. Ora aspetto di sapere come sono andata».
COME UNA LOTTERIA Ma c'è chi è fiducioso. «Diciamo che non era impossibile», sostiene Emanuele Mura, 18 anni, arrivato da Carbonia: «Ma basta sbagliare una risposta per essere fuori, visto che i posti sono pochi e noi siamo tantissimi». Speranze e ambizioni, ma soprattutto la consapevolezza che superare il test, di questi tempi, è come vincere alla lotteria. «In tutti i corsi abbiamo una percentuale elevatissima di laureati rispetto agli iscritti», conferma il preside. «Alla fine tutti trovano lavoro: basti pensare a ciò che è accaduto con gli ultimi logopedisti, mentre i prossimi laureati sono tutti già prenotati».
Francesco Pinna
 
Cronaca di Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
Curiosità
Le domande custodite nel caveau dei carabinieri
 
Durante la prova banditi i telefonini e palmari, pena il ritiro del compito ed il rischio di denuncia penale. Ma non solo. Anche un blindatissimo sistema di sicurezza studiato dalla facoltà di Medicina per scongiurare eventuali fughe di notizie: le scatole con le buste sigillate contenenti le domande prestampate, una per ciascun candidato, sono arrivate in Cittadella universitaria solo ieri mattina, poco prima che iniziasse la prova. Giunti in aereo da Bologna, i faldoni con i test d'ingresso a tutti i corsi a numero chiuso di Medicina sono stati caricati in un furgone blindato e scortati dai carabinieri. A prendere in consegna il materiale sono stati proprio i militari della Compagnia di Quartu, comandata dal tenente Nadia Gioviale, che ha custodito tutto il carico nella zona più inespugnabile della caserma, il caveau blindato dell'armeria. «Abbiamo chiesto che fossero i carabinieri ad occuparsene», ha detto il preside Mario Piga. «Ora con lo stesso sistema le prove verranno rispedite in aereo a Bologna per la correzione». (fr.pi.)
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cronaca Regionale (Pagina 7 - Edizione CA)
Lavoro
Sanjust (Pdl):
«Tirocini a rischio per molti sardi»
 
La manovra bis appena approvata in Senato, secondo il consigliere regionale Carlo Sanjust (Pdl), «all'articolo 11 limiterebbe i tirocini ai soli disabili e diplomati e laureati da meno di un anno, tagliando fuori tutta una serie di categorie che, in una regione povera come la nostra, escluderebbe tantissima altra gente». Sanjust, che presenterà un'interrogazione alla Giunta, afferma: «In una situazione come questa, di forte recessione economica, verrebbe meno uno strumento fondamentale di inserimento in azienda, per tutti i soggetti che hanno difficoltà oggettive a trovare un lavoro e fra questi, principalmente, i giovani senza titolo di studio, le donne che sono rimaste - anche per esigenze familiari - fuori dal mercato del lavoro, adulti disoccupati e altri. E questa esclusione, nella nostra regione, non possiamo certamente permettercela visti gli standard economici e l'abbandono scolastico». Per questo - conclude Sanjust - «chiedo l'intervento del presidente della Regione, ma anche dei deputati sardi affinché, alla Camera, questa stortura possa essere corretta».
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 23 - Edizione CA)
Autonomia, convegno
 
Lunedì alle 18 nell'ex teatro dell'Istituto Ciechi, in viale Fra' Ignazio è in programma un convegno sul tema “Autonomia e/è responsabilità. Modelli di sviluppo per i Sardi e per l'Isola”, testo di Pasquale Mistretta e Chiara Garau. Partecipano Gianfranco Bottazzi, Paolo Maninchedda, Chicco Porcu, Pierpaolo Vargiu.
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Provincia di Oristano (Pagina 34 - Edizione CA)
Bonarcado
Basilica di Santa Maria: il titolo e tre convegni
 
Ai tempi dei Giudici d'Arborea il monastero di Bonarcado era celebre in Sardegna. Oggi, alle 19, presso la Basilica romanica, avrà luogo la conferenza di Giampaolo Mele, docente presso l'Università di Sassari e la Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna di Cagliari, sul tema “La Basilica di Santa Maria di Bonarcado nel culto e nella cultura del Medioevo sardo”. L'incontro, coordinato dal parroco don Isidoro Meloni, si svolgerà intorno alla novena e festa di Nostra Signora di Bonacatu, in vista della solenne proclamazione ufficiale pontificia della Basilica di Santa Maria prevista lunedì 19 sul sagrato, alle ore 10.30, alla presenza dell'arcivescovo monsignor Ignazio Sanna, e di altri presuli.
Sempre nel contesto di queste celebrazioni, è prevista la conferenza “Santo è il tempio di Dio che voi siete”, domani alle 19, relatore Antonio Pinna, mentre Carmelino Pitzolu, domenica, stessa ora, interverrà su “Momenti simbolico-liturgici del Romanico nella Basilica di S. Maria in Bonarcado”.
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda
Nuoro e Provincia (Pagina 35 - Edizione CA)
Richiesta al sindaco
Nuova caserma, i giovani aprono la discussione
 
Il demanio usi civici di Pratosardo sia restituito ai cittadini perché ne possano usufruire come zona agricola e legnatico. Questa sera, durante la “Maratona del dialogo” del Pd, al sindaco Alessandro Bianchi sarà chiesto di dare corso a quello che è un diritto sancito da una legge nazionale che la Regione ha recepito nel 1994.
LA PROPOSTA A portare la proposta, un movimento spontaneo che mercoledì si è dato appuntamento in uno dei luoghi simbolo delle incompiute nuoresi: il polifunzionale di via Roma. Partendo dalla constatazione che, tolti i 28 ettari per la struttura militare e i 44 destinati ad attività ludico-sportive (come da Puc in itinere) a Pratosardo ne rimangono circa 550 di usi civici, il gruppo suggerirà all'amministrazione di rimettere queste terre nella disponibilità dei residenti, attraverso un finora mai attuato apposito piano di valorizzazione. L'idea è che possano diventare fonte di nuova occupazione. L'incontro di Radio Barbagia alla “Satta” a quanto pare ha fatto scuola: sulla scalinata dell'ex rotatoria del vecchio carcere avantieri, oltre ad alcuni adulti, è presente una nutrita schiera di ragazzi tra i 16 e i 20 anni richiamati dall'opportunità di discutere e confrontarsi.
IL CONFRONTO Vari gli orientamenti politici e le categorie sociali: studenti delle scuole superiori, universitari, volontari delle associazioni, lembi della lista civica “Idea Comune”, gli indipendentisti di Prog.Res., compresi i rispettivi consiglieri, comunale (Stefano Mannironi) e provinciale (Bobore Bussa), e rappresentanti di “A manca pro s'indipendentzia”, Giorgio Devias in prima linea. Tema di partenza la caserma di Pratosardo, sulla quale quest'ultimo denuncia «il baratto fatto dal Comune di Nuoro per quella che è una beffa; i soldati se anche dovessero arrivare non farebbero certo girare l'economia locale come ci vogliono far credere». Dello stesso avviso Bussa che nel sottolineare l'inutilità di tale struttura riporta l'attenzione sull'esigenza di «ristabilire spazi di democrazia partecipata, in cui le scelte degli amministratori seguano le istanze e i bisogni reali della comunità».
Francesca Gungui
 
L’UNIONE SARDA
6 – L’Unione Sarda
Provincia di Sassari (Pagina 38 - Edizione CA)
Uri
Dibattito sulla Sardegna
 
A conclusione del convegno di studi "Giocos e Contos" la consulta pro sa limba e sa limba sarda Arvada ha organizzato per oggi e domani nella biblioteca di Uri un incontro sulla lingua e la cultura della Sardegna, moderato dal giornalista Mario Mossa. L'apertura dei lavori, prevista per le dieci, è affidata al presidente di Arvada, Gennaro Galzerano, che svilupperà interventi specifici sugli effetti dell'italianizzazione linguistica all'epoca dell'Unità d'Italia. Il rettore dell'università di Sassari Attilio Mastino terrà una relazione introduttiva. Seguiranno poi i rapporti sul quadro linguistico in Italia e in Sardegna dopo l'Unità e il sistema letterario sardo tra policentrismo e plurilinguismo e tra oralità e scrittura, elaborati rispettivamente da Giovanni Lupinu, docente di glottologia e linguistica della Sardegna, e da Dino Manca, docente di letteratura e filologia.
 

LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 6 - Sardegna
Sassari, tutti in fila per un posto da infermiere sognando un lavoro sicuro
 
SASSARI. Una folla enorme in attesa davanti ai cancelli. Ieri, di prima mattina, erano 1428 i candidati all’ingresso del Palazzetto dello sport di piazzale Segni. In mano un documento di identità, in testa la speranza di riuscire a strappare, come un biglietto vincente, uno dei 210 posti di Infermieristica o magari uno dei 10 di Logopedia. La vocazione è cosa per pochi, quel che conta è passare il test. Accedere alla professione di infermiere o fisioterapista può rappresentare una svolta: entrambe le lauree garantiscono un lavoro, e uno stipendio, a pochi mesi dal traguardo.
 Ragazzi sui vent’anni, freschi di diploma, trentenni con corsi di laurea alle spalle, titoli inutili su curricula stropicciati. Quasi tutti sono scortati da genitori e amici. A incuriosire sono i più grandi. Alcuni di loro sorridono, quasi colti da un senso di vergogna e si definiscono “multi-tester”, studenti che partecipano a tante prove d’accesso nella speranza di entrare subito in uno dei corsi di laurea più ambìti della Sardegna. Anche se in vetta alle preferenze, almeno a Sassari, resta il corso di Medicina e chirurgia. La ressa di lunedì scorso davanti ai cancelli del Palazzetto è stata un’ulteriore prova. Una folla che si è ripetuta ieri raggiungendo numeri straordinari.
 «Tante di queste persone sono in attesa dei risultati del test di Medicina - spiega Marco, tecnico faunistico di 40 anni in lizza per un posto in Logopedia -. La speranza è una sola: trovare lavoro in breve tempo una volta concluso il percorso triennale».
 I corsi di laurea in professioni sanitarie della facoltà di Medicina e chirurgia sono Infermieristica (210 posti), Ostetricia (20), Fisioterapia (20), Logopedia (10), Tecniche di laboratorio biomedico (15) e Tecniche audiometriche (10). Il bando universitario dice che “al momento di presentazione della domanda di ammissione è consentito esprimere fino a tre opzioni in ordine di preferenza”.
 «Un ventaglio di scelta è fondamentale una volta passato il test d’ammissione. A Cagliari questo non è possibile», dice Sara, 21 anni, accento campidanese.
 Le professioni sanitarie “tirano” soprattutto perché sono abilitanti all’esercizio della professione, di conseguenza non è richiesto l’esame di stato. Ma non c’è posto per tutti: dei 1428 candidati che ieri hanno svolto il test, moltissimi resteranno a casa. Chissà, forse ci riproveranno l’anno prossimo.
 
Pagina 6 - Sardegna
Tre anni e arriva lo stipendio
Opportunità nel pubblico e nel privato, molte richieste per l’assistenza domiciliare. Ma i concorsi sono pochi
 
SASSARI. Le lauree in Infermieristica e Fisioterapia sembrano essere le più gettonate da chi cerca un lavoro fisso. Visto che il mercato offre diverse opportunità, sia nel settore pubblico sia in quello privato.
 «In Italia c’è una carenza infermieristica spaventosa, con un’offerta che è molto al di sotto della richiesta. A essere carente è soprattutto l’assistenza domiciliare e molto spesso la figura dell’infermiere è confusa con quella delle professioni ausiliarie». Francesca Deledda, presidente dell’Ordine degli infermieri per la provincia di Sassari spiega la situazione che si vive nella sua professione e in particolare quella dei nuovi laureati. Secondo Francesca Deledda, chi conclude il corso di laurea triennale si affaccia subito nel mercato del lavoro e ha la possibilità di specializzarsi per acquisire ulteriori competenze, utili a migliorare nella professione. «La grande richiesta di infermieri è dovuta al fatto che la formazione all’inizio degli anni Novanta è passata all’università - aggiunge Francesca Deledda -. Con il numero chiuso, l’accesso alla professione è diventato più difficile, per questo si è creato un vuoto tra la domanda e l’offerta. Oggi con la laurea magistrale, gli aspiranti infermieri hanno la possibilità di specializzarsi ulteriormente».
 Ma sulla grande richiesta di fisioterapisti c’è chi non è d’accordo. Miriam Sanna, laurea nel 2007 in Fisioterapia, specializzata in linfodrenaggio, sostiene che il mercato a Sassari è già saturo. «Oggi esistono studi fisioterapici ovunque e non ci sono più assunzioni come qualche anno fa - dice Miriam -. Inoltre i concorsi pubblici sono pochissimi in tutta la regione. Credo che i nuovi laureati dei prossimi anni avranno difficoltà nel trovare un impiego».
 La possibilità di avere un lavoro è legata al possesso di una partita Iva. «È la soluzione migliore - continua Miriam -, infatti i fisioterapisti trovano le possibilità maggiori collaborando nei centri convenzionati, strutture private dove si opera soprattutto sulla rieducazione neuromotoria. Oppure nel proprio studio, dove si lavora molto con l’infortunistica e lo sport».
 I guadagni sono buoni e c’è anche la soddisfazione di poter gestire un’attività in proprio. Magari pubblicizzandola attraverso un profilo su Facebook, veicolo importantissimo per garantirsi sempre nuovi clienti. Specializzarsi però resta un problema e non sono tanti a perfezionare il proprio bagaglio tecnico: «Qui mancano i corsi post-laurea. E le specializzazioni danno la possibilità di garantirsi una fetta di mercato importante». (v.l.)
 
Pagina 6 - Sardegna
L’angoscia dei genitori sul futuro
«Ma così i nostri figli non riescono a seguire la loro vocazione»
 
 SASSARI. I genitori stavolta restano fuori, dubbiosi sulle ultime raccomandazioni fatte ai figli. Sono appena le nove e la mattina sarà lunga. La fine del test è prevista per le 13, ma non inizierà prima delle 11, dopo un’ attesa estenuante. Una prova davvero dura per la pazienza di tutti. Dall’altra parte del Palazzetto, smistata in tre entrate diverse, una folla enorme di ragazzi resta in piedi. Ingresso A: candidati nati nel 1991- 1992-1993. Ingresso B: 1989 e ’90. Ingresso C: nati negli anni precedenti. Il cartello dell’Università all’ingresso stabilisce la prima selezione.
 In fondo alla prima entrata, una folla di ragazzi aspetta che venga fatto il proprio nome tra i tanti studenti nelle stesse condizioni. Il megafono scandisce più volte nomi e cognomi dei candidati, perdendosi nell’aria. All’ingresso i genitori parlano tra loro e criticano la scelta del numero chiuso. «Dovrebbero dare la possibilità a tutti di studiare - dice uno -. La selezione poi sarà naturale nel corso dell’anno». Un altro se la prende contro le domande di cultura generale, riscuotendo il consenso di tutti gli altri presenti, tra conferme e risate sarcastiche. «Nella maggior parte di questi test vengono fatte domande che non hanno senso - spiega - Cose che con la cultura generale non hanno niente a che vedere. A cosa serve sapere come si chiamano le Winxs o chi ha vinto la prima edizione del Grande fratello?».
 L’istruzione di un certo tipo resta un privilegio riservato a pochi. Molti genitori ammettono che per mandare un figlio a studiare non basta più un solo stipendio. «Mia figlia tenta di accedere a Professioni sanitarie per la seconda volta - spiega -. L’anno scorso mi sono opposta con tutte le forze alla sua voglia di iscriversi in Lingue. Dopo il test fallito, ho deciso di mandarla in Inghilterra per un anno, per darle la possibilità di studiare la lingua. Ma ho dovuto chiudere il mio conto in banca per arrivare a questo». La presenza dei genitori quindi si fa sentire anche dopo il diploma dei figli, inevitabilmente dal punto di vista economico, finanziando studi che difficilmente portano a dei risultati.
 Il posto di lavoro resta un miraggio. Uno dei genitori in attesa, dopo aver ascoltato tutta la conversazione, rivolgendo uno sguardo ai ragazzi in fila dietro il cancello dichiara: «L’angoscia più grande per un genitore è vedere un figlio che non riesce a seguire la propria vocazione» (v.l.)
 
LA NUOVA SARDEGNA
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
«Tuvixeddu, Zedda apra il tavolo»
Dalla soprintendenza regionale l’invito a stabilire tutte le fasce di tutela
ALESSANDRA SALLEMI
 
 CAGLIARI. Una tomba non fa Tuvixeddu, è Tuvixeddu nel suo insieme che rende infinitamente preziose le fosse mortuarie fenicio-puniche in vista e quelle mai scavate però capaci di saltar fuori anche oltre le aree vincolate in passato dalla soprintendenza ai beni archeologici, come successe nel 1997. Il decreto 2323 del 9 agosto 2006 emanato dalla Regione mise in cassaforte questo luogo straordinario, il 3 marzo 2011 il Consiglio di Stato ha reso pubblica la motivazione di una sentenza che ha dato interamente ragione alla giunta Soru per la scelta di raccordare al migliore dibattito culturale sul paesaggio il monumento di Tuvixeddu e lo ha fatto con i giusti strumenti di legge, ancora oggi inespugnabili. La stessa sentenza, di cui ormai sarebbe indispensabile una lettura pubblica, quasi insegna di nuovo a tutte le entità in gioco cosa è corretto fare per restituire a quel luogo il senso della sua esistenza e alla città un «sito» di alto prestigio. Nel documento c’è un passaggio fondamentale, di una lungimiranza quasi profetica perché nei fatti dice cosa fare anche per i giorni che sarebbero venuti, gli attuali, nei quali bisogna trovare la strada della tutela del monumento con una visione paesaggistica e non solo strettamente archeologica e del riesame degli interessi privati che sono quelli dei proprietari delle aree sopra e accanto alla necropoli. Proprietari un tempo in pista per costruire moltissimo, poi meno, oggi nulla, ma comunque portatori di interesse.
 Dicono i giudici: «Resta stabilito, quanto alla concreta ed autonoma disciplina di salvaguardia, che la regolamentazione definitiva dell’area è rinviata ad un’intesa tra Comune e Regione, fermo che all’interno dell’area individuata è prevista una zona di tutela integrale, dove non è consentito alcun intervento di modificazione dello stato dei luoghi, e una fascia di tutela condizionata». La soprintendente regionale ai beni culturali della Sardegna, Maria Assunta Lorrai, responsabile massima della tutela di qualunque valore storico artistico in rappresentanza dello Stato, per ricominciare a trattare di Tuvixeddu invita a partire dall’importante sentenza del Consiglio di Stato che agli addetti ai lavori parla in modo molto chiaro. Dice Lorrai: «La prima cosa da fare è stabilire le varie fasce di tutela. Ci saranno zone di tutela massima e zone di tutela attenuata, gli enti dovranno stabilire dove e come, eventualmente, si potrà costruire e dove ci dovrà essere il verde». Quale ente deve aprire il tavolo? «Direi il Comune, che è il primo interessato perché il bene ricade nel suo territorio». Sui privati: «Prima gli enti, Comune e certo anche Regione, devono indicare le fasce e poi il privato dovrà essere coinvolto perché ci sono i loro interessi e, so, cause con richieste di danni». Secondo Lorrai è ovvio che l’accordo di programma stipulato un tempo fra Comune, Regione e privati debba essere modificato sulle linee di tutela affermate nel 2006 e ribadite dalla sentenza del Consiglio di Stato. Intanto nel dicembre 2010 la soprintendenza regionale ha firmato con l’ex sindaco Emilio Floris un accordo per «mettere in sicurezza il parco archeologico, ma quel documento deve essere ora ratificato dalla nuova giunta - continua la soprintendente -. Nel verbale si stabilivano alcune condizioni per la tutela archeologica e per l’apertura al pubblico, con l’indicazione esatta dei percorsi per i visitatori. Questa parte si potrebbe mandare avanti, assieme alla definizione, che, ripeto, resta urgente, delle fasce di tutela». Lorrai non ha dubbi: «Nell’esame di Tuvixeddu si deve partire dai vincoli, che sono indiscutibili: quello paesaggistico, quello archeologico e il minerario. E credo proprio che una volta per tutte si debba cominciare: la vicenda va conclusa, aperta fa male a tutti, Tuvixeddu per primo».
 
Pagina 1 - Cagliari
Beni dell’umanità ma soltanto per l’Unesco
 
CAGLIARI. Si è scoperto nelle settimane scorse che l’istruttoria per arrivare alla dichiarazione di bene dell’umanità dell’Unesco per Tuvixeddu si è arenata in qualche ufficio regionale, mentre per la rete dei nuraghi dell’intera isola non è mai potuta cominciare nonostante i suggerimenti degli stessi funzionari Unesco. C’è una domanda che, per primo, è rivolta all’assessore regionale all’Urbanistica, Gabriele Asunis, ma subito dopo anche al collega alla Cultura e Pubblica Istruzione, Sergio Milia e, dopo il grave flop dell’affluenza turistica, anche al responsabile del Turismo, Luigi Crisponi. Che cosa si aspetta per attivare un marchio che ovunque nel mondo costituisce richiamo per visitatori di qualità? I visitatori di qualità sono quelli che non toccherebbero un granello della spiaggia rosa di Budelli e che ben si guarderebbero dal non pagare il conto al ristorante: siamo sicuri di volerne fare a meno? (a.s)
 
Pagina 1 - Cagliari
L’intero colle in cassaforte: il plauso dei giudici
Utile la rilettura della sentenza del Consiglio di Stato pubblicata il 3 marzo 2011 che ha dato torto alla giunta Floris
 
 CAGLIARI. Il Consiglio di Stato nel 2008 venne chiamato a pronunciarsi su Tuvixeddu per il ricorso presentato dalla Regione di Soru contro la sentenza del Tar che dava ragione al Comune, a sua volta ricorrente contro un pezzo del piano paesaggistico regionale che trattava di Tuvixeddu. Nell’elaborazione del piano paesaggistico, la Regione aveva esteso all’intero colle di Tuvixeddu, 50 ettari, una tutela assoluta. Secondo il Comune (anche secondo il privato Coimpresa), l’aveva fatto con un’istruttoria carente e senza motivazioni fondate. Il Consiglio di Stato, con la sentenza di marzo, ha stabilito che bene fece, invece, la Regione a estendere la tutela massima, già prevista per i 22 ettari di tombe visibili, a tutti i 50 ettari di colle. Perché? Un esempio per tutti: il vincolo archeologico sui 20 ettari è del 1996, nel 1997, fuori dal quel perimetro, emersero 40 tombe intatte. Valeva la pena, insomma, di tutelare non solo la stretta porzione archeologicamente nota, ma anche il territorio, nel caso di Tuvixeddu ancora carico peraltro di una forte espressività naturalistica e di rappresentatività storica. I giudici del Consiglio di Stato affermano anche altre due cose. Una valutazione di tipo paesistico non è legata all’entrata in vigore del Codice Urbani: se non si è fatta in passato, cioè quando gli accordi su Tuvixeddu nascevano, può ben essere condotta successivamente e avere valore di legge. Infine: per contestare l’estensione della tutela integrale non è legittimo dire che «molto è già stato costruito», «la situazione materiale di compromissione della bellezza naturale - dicono i giudici - che sia intervenuta ad opera di preesistenti realizzazioni, anziché impedire, maggiormente richiede che nuove costruzioni non deturpino ulteriormente l’ambito protetto». (a.s)
 
LA NUOVA SARDEGNA
9 – La Nuova Sardegna
Pagina 7 - Cagliari
Fermo biologico, tempi e regole
L’isola di San Pietro è interessata alle norme regionali con postille specifiche che riguardano l’aragosta, il riccio di mare e il corallo
SIMONE REPETTO
 
CARLOFORTE. Settembre, inizia il periodo del fermo biologico per la pesca. A iniziare da quello per l’aragosta, che ha visto i pescatori di Carloforte partecipare al programma regionale di ripopolamento, collaborando anch econ il personale dell’Università di Cagliari al monitoraggio degli esemplari sottotaglia accidentalmente pescati e poi trasferiti vivi in vasche ossigenate. Una volta schedati, gli esemplari sono stati progressivamente rigettati in mare, in un’area appositamente individuata ad ovest dell’isola di San Pietro, fuori dell’isolotto del Corno, in cui sono vietati pesca ed ancoraggio. Fermo biologico fino a marzo per l’aragosta e fino al 15 ottobre per lo strascico e le volanti, essendo la messa in mare di queste reti possibile solo oltre il limite delle acque territoriali di 12 miglia. Intanto la Regione, attraverso l’agenzia Argea, ha pubblicato le domande ammissibili e finanziabili dei pescatori che hanno chiesto il fermo pesca per le volanti e lo strascico. La pesca del corallo, invece, nel rispetto della normativa regionale, si può esercitare fino al 15 ottobre. Un’altra specie presente nelle acque intorno San Pietro è il riccio di mare, il cui prelievo è possibile solo dal 15 dicembre al 15 marzo, in virtù delle regole restrittive imposte dal piano di gestione isolano. Il rispetto dei periodi di fermo, dei regolamenti e delle norme che disciplinano la pesca regionale e locale, sono fondamentali per evitare il depauperamento delle risorse presenti nei fondali.
 
LA NUOVA SARDEGNA
10 – La Nuova Sardegna
Pagina 23 - Sassari
Donna al vertice di Bankitalia
Cambio della guardia nella filiale
Dialma Fronzi ieri ha incontrato le autorità cittadine
 
SASSARI. Cambio di guardia ai vertici della filiale della Banca d’Italia. Ieri sera si è svolto il saluto del direttore uscente Gennaro Gigante che dopo quattro anni lascia l’incarico. Al suo posto si insedia Dialma Fronzi, già numero tre della sede di Cagliari dove è stata in forza per due anni. Ieri sera, appunto, nel giardino della Banca d’Italia in piazza Molino a Vento, si è tenuto un rinfresco durante il quale la nuova responsabile degli uffici ha incontrato i principali rappresentanti istituzionali: dal rettore Attilio Mastino alla presidente della Provincia Alessandra Giudici, dal direttore di Confindustria Marco Tarantola ai «capi» delle forze dell’ordine.
 Per Gigante l’esperienza a Sassari «è stata ricca di stimoli. Abbiamo svolto tantissime iniziative con l’aiuto delle istituzioni, dell’università e dell’imprenditoria ai più alti livelli».
 Emozionata la nuova direttrice. Cinquantottenne romana, conosce già la realtà sarda per aver lavorato nella sede di Cagliari. «Arrivo qui con grande entusiasmo e spero di far bene come ha fatto chi mi ha preceduto».
 
LA NUOVA SARDEGNA
11 – La Nuova Sardegna
Pagina 26 - Sassari
Lido Iride, la parola agli esperti
A giorni la commissione valuterà i 14 progetti di riqualificazione
Sarà pubblica la prima riunione a Palazzo Baronale
MICHELE SPANU
 
SORSO. La parola adesso passa agli esperti. Una commissione composta da architetti, ingegneri e docenti universitari tra pochi giorni inizierà a valutare le 14 offerte presentate.
 Progetti che hanno risposto al concorso di idee bandito dal Comune di Sorso per la riqualificazione del Lido Iride.
 Il calendario dei lavori è già fissato: nel giro di poche settimane, finalmente, si potrà conoscere il progetto che darà un nuovo volto allo stabilimento balneare ormai in rovina da anni.
 La commissione è stata nominata sulla base delle indicazioni dei rettori delle università di Cagliari e Sassari. Ci sono esperti di chiara fama come l’ingegnere Giampaolo Marchi, docente di Estimo nella facoltà di Architettura di Cagliari, l’architetto Caterina Giannattasio dell’ateneo di Cagliari, corrispondente per la Sardegna dell’associazione italiana di storia urbana, e l’avvocato Francesco Morandi, presidente del corso di laurea in Economia e Management del Turismo a Olbia.
 Ma anche componenti tecnici come l’ingegnere Maurizio Loriga, dirigente del 2º settore del Comune di Sorso e Antonio Maria Carboni, direttore del servizio tutela paesaggistica della Provincia di Olbia-Tempio.
 A partire dalla settimana prossima (la prima seduta di martedì 13 settembre, ore 10, al Palazzo Baronale è pubblica) i cinque membri inizieranno ad analizzare le buste che hanno dato risposta al concorso internazionale.
 La commissione è presieduta dall’ingegnere Maurizio Loriga del Comune di Sorso, che si dichiara ottimista sul calendario dei lavori. «Abbiamo già fissato una fitta serie riunioni per evitare tempi troppi lunghi. Ci incontreremo da mattina fino alla sera e in alcuni casi per due giorni consecutivi».
 Per il momento, però, è impossibile sapere quando finirà l’analisi. «I progetti sono tanti - dice Loriga - e a giudicare dalle dimensione dei plichi, penso che in qualche caso dovremo soffermarci per analizzare dei plastici».
 Le offerte saranno «pesate» da un punto di vista architettonico, ma non solo. Un altro criterio fondamentale è la fattibilità economica del progetto del nuovo Lido Iride, che tramite la formula del project financing, dovrà assicurare alla società vincitrice tutti gli introiti derivanti dalla gestione per i prossimi anni.
 I vincitori si aggiudicheranno inoltre un “pacchetto completo” che comprende anche i lavori di infrastrutturazione della fascia costiera: un investimento particolarmente goloso, su cui ci sono a disposizione ben nove milioni di euro già stanziati dalla Regione.
 Intanto il sindaco di Sorso, Giuseppe Morghen, insieme con il consigliere regionale del Pdl Antonello Peru, si dice soddisfatto per la tempistica. «Stiamo rispettando tutte le scadenze - afferma -: vogliamo che il Lido Iride si trasformi il prima possibile da un problema a una risorsa».

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