Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
30 August 2011

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA

L’UNIONE SARDA 
1 – L’Unione Sarda
Cronaca Italiana (Pagina 10 - Edizione CA)
Via ai test per gli aspiranti medici
Nella capitale le prime selezioni per l'ammissione alle facoltà di Medicina
ROMA. In tutta Italia, tra atenei pubblici e privati, conquisteranno un posto oltre 9.000 studenti
 
ROMA È aperta la caccia al camice bianco. La stagione dei test di ammissione a Medicina, la più ambita tra le facoltà universitarie a numero programmato, sarà inaugurata oggi dagli atenei privati. Obiettivo: accaparrarsi un posto in corsia. A tentare il test per primi saranno i candidati della Cattolica (282 posti al Gemelli) e del Campus Biomedico (110). Entrambe le facoltà si trovano a Roma.
Mercoledì invece sarà la volta di Milano, dell'Università San Raffaele: 100 i posti da assegnare.
In tutto, considerando atenei pubblici e privati, entreranno a Medicina in 9.501. Questo è il tetto stabilito dal Ministero dell'Istruzione. A provarci saranno, però, molti di più: decine di migliaia. Solo tra oggi e domani, in occasione di questa prima tranche di prove, circa 13.000 ragazzi lotteranno per uno dei 492 posti a disposizione.
Mettendo a confronto i dati sui candidati e quelli dei dei posti disponibili di alcune tra le principali università italiane, si evince che le probabilità di passare sono circa 1 su 10. A Bologna, ad esempio, si presenteranno in 2.937 per 363 posti, alla Federico II di Napoli in 4.099 per 400 posti. Alla Sapienza di Roma, in 7.287 per 500 posti al Policlinico Umberto I, 110 al polo pontino e 191 al Sant'Andrea. Più esclusivo, invece, l'ingresso alle facoltà private: al San Raffaele entrerà 1 su 37 (i candidati sono circa 3.700), alla Cattolica 1 su 35 (7.333).
Le prove per l'ingresso a Medicina negli atenei pubblici si terranno il 5 settembre (a seguire poi i test per futuri veterinari, il 6, architetti, il 7, professionisti sanitari, l'8). Saranno test uguali per tutte le facoltà, predisposti dal dicastero di viale Trastevere che per confezionarli si è avvalso di una commissione di esperti. Ottanta i quesiti a risposta multipla su argomenti di cultura generale e ragionamento logico (40), biologia (18), chimica (11), fisica e matematica (11). In caso di indecisione, meglio lasciare la risposta in bianco: in sede di valutazione verrà assegnato 1 punto per ogni risposta esatta, mentre verranno tolti 0,25 per ogni risposta errata, 0 i punti per le risposte non date.
Non saranno invece stabilite dal Miur, ma dal singolo ateneo, le prove di ammissione degli istituti privati.
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cagliari e Provincia (Pagina 19 - Edizione CA)
Parcheggio, stop definitivo
Il Comune potrebbe perdere fondi per 7,2 milioni
VIA ROMA. La Giunta dà mandato ai legali: trattino con l'impresa vincitrice
 
Il parcheggio di via Roma non si farà. O almeno questa è la strada indicata dalla Giunta comunale che giovedì scorso ha approvato una delibera che blocca ufficialmente l'affidamento del cantiere alla società vincitrice dell'appalto e allo stesso tempo dà mandato ai legali di instaurare una trattativa con l'impresa per arrivare a una transazione. Che ovviamente avrà un costo - a molti zeri - per il Comune.
LA DELIBERA L'esecutivo di Zedda ha seguito le indicazioni del Consiglio comunale (che a luglio aveva deciso di bloccare l'opera) e ha fondato la delibera anche sulla relazione del Cirem (Centro interuniversitario ricerche economiche e mobilità) dell'ateneo cagliaritano, che nello studio richiesto dal dirigente del Servizio urbanizzazioni e mobilità Sergio Murgia ha evidenziato «i possibili rischi di congestione e in generale di disagi per il traffico pubblico e privato». Insomma, il cantiere potrebbe paralizzare il traffico del centro cittadino.
I COSTI L'appalto, aggiudicato il 28 dicembre del 2009, prevede una spesa di 7,2 milioni di euro finanziati da Stato e Regione. Soldi che potrebbero essere persi dall'amministrazione comunale (a deciderlo definivamente saranno gli uffici regionali), insieme a quelli già spesi per la progettazione dell'opera - non a caso, nelle ultime sedute di Consiglio comunale, l'opposizione di centrodestra ha posto il problema di un eventuale «danno erariale» - che rientrava tra gli obiettivi fondamentali della Giunta Floris.
LE IMPRESE Il 15 luglio i legali della World trade srl, società che insieme alla Ciro Menotti costituisce il raggruppamento di imprese che avrebbe dovuto costruire il parcheggio sotterraneo da circa 400 posti auto, avevano notificato al Comune una lettera nella quale chiedevano l'immediata consegna del cantiere.
La risposta del responsabile unico del procedimento, il dirigente Mario Mossa, è arrivata il 2 agosto: non è possibile «emettere il certificato di cantierabilità propedeutico alla firma del contratto aggiuntivo, atto necessario e presupposto alla successiva consegna dei lavori». Nel frattempo il Comune dovrà acquisire un parere legale su una vicenda che la stessa delibera definisce «complessa», e che porta a un bivio: o l'amministrazione arriverà a una “transazione” con le imprese (cioè pagherà per non inaugurare il cantiere), oppure a decidere su un eventuale risarcimento danni sarà il tribunale. Passaggio che la Giunta comunale vorrebbe evitare: ecco perché i rappresentanti di World trade e Ciro Menotti potrebbero incontrare quelli del Municipio già nelle prossime settimane.
Michele Ruffi
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Nuoro e Provincia (Pagina 35 - Edizione CA)
Al via i corsi dell'Ailun
Pubblica amministrazione
Alta formazione su ambiente, contratti e servizi locali
 
L'Associazione per l'Istituzione della Libera Università Nuorese (Ailun), informa che sono aperte le iscrizioni ai corsi autunnali di alta formazione previsti per il mondo delle imprese, delle professioni e della dirigenza amministrativa della Sardegna.
In particolare è ancora possibile iscriversi a: Diritto Ambientale - tra legislazione codicistica e implicazioni pratiche. Il corso, che durerà dal 25 settembre al 14 novembre, offre una visione complessiva non frammentaria del diritto dell'ambiente, approfondisce temi legati al diritto pubblico costituzionale e amministrativo, diritto privato e internazionale, per una governance corretta, efficace e efficiente delle scelte legate al delicato tema ambientale. Le iscrizioni scadono il 12 settembre. Dal 27 settembre al 18 ottobre è possibile iscriversi al corso su servizi Pubblici Locali, che si propone come valido strumento formativo e di approfondimento per dirigenti della pubblica amministrazione, avvocati e commercialisti, sulla concessione dei servizi pubblici locali (nozione e modalità di affidamento), sulla gestione dei servizi a mezzo di società miste e in house. Anche il questo caso la scadenza delle iscrizioni è il 12 settembre.
Infine, dal 25 ottobre al primo dicembre è prevista la seconda parte del corso sul Codice dei contratti pubblici e relativo regolamento di esecuzione. La scadenza delle domande è prevista per il 3 ottobre. Informazioni dettagliate su www.ailun.it .
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Estate (Pagina 10 - Edizione IN)
Lawrence e le zanzare
CURIOSITÀ. Lo scrittore acuto osservatore
 
Il grande romanziere inglese David Herbert Lawrence, figlio di un minatore, molto criticato per il suo esasperato interesse nei confronti delle pratiche sessuali, fu un sostenitore ante litteram della generazione dei Figli dei Fiori. Nato ad Eastwood, l'11 settembre 1885, completati gli studi iniziò ad insegnare in una scuola nei pressi di Londra. A causa di due episodi di polmonite lasciò l'insegnamento dedicandosi all'attività di scrittore. Decisiva fu, nel marzo del 1916, la relazione con la moglie del suo professore, l'inglese Ernest Weekley, Frieda von Richthofen. Quest'ultima abbandonò il marito ed i tre figli per trasferirsi con lui prima in Germania poi in Italia. Ottenuto il divorzio si sposarono il 13 luglio 1914 in Inghilterra, da dove vennero espulsi, per il loro aggressivo pacifismo, nel 1917.
Autore prolifico scrisse 800 poesie, numerosi racconti, novelle e romanzi. Grande notorietà gli procurò la pubblicazione di L'amante di Lady Chatterley (1928). Questo libro scatenò accese polemiche per l'audacia del linguaggio con cui descrisse la vita sessuale dei personaggi traendo probabilmente ispirazione dalla relazione della moglie con l'italiano tenente Angelo Ravagli (poi suo terzo marito).
IL VIAGGIO Fra gli scrittori che hanno visitato nella passato la Sardegna, Lawrence, è stato sicuramente uno di quelli che, pur nella brevità del suo soggiorno (4-10 gennaio 1921) ha meglio percepito le peculiarità dell'Isola. Aveva visitato Cagliari, Mandas, Sorgono, Tonara, Gavoi, Nuoro, Orosei, Siniscola e Terranova. Delle osservazioni compiute aveva stilato degli appunti che aveva utilizzato per scrivere il libro Mare e Sardegna.
Lawrence, originale quale era, aveva scelto la Sardegna perché «La Sardegna è come il niente», cioè una terra che meritava di essere esplorata. «Si dice che né i Romani, né i Fenici, i Greci o gli Arabi abbiano mai sottomesso la Sardegna. È fuori dal circuito della civiltà … È vero, ora è italiana, con le sue ferrovie e i suoi omnibus ma è ancora una Sardegna indomita». Ne aveva compreso e sottolineato le caratteristiche ambientali e dei suoi abitanti. Sono di notevole interesse le osservazioni riguardanti, il problema millenario della Sardegna, la malaria.
LA MALARIA Infatti nel viaggio verso Sorgono scrive: «fin qui in tutte le stazioni c'erano zanzariere alle finestre. Questo significa zanzare malariche …ai locali non piace ammettere che c'è la malaria, ce n'è un poco, solo un poco. Appena si arriva dove ci sono gli alberi non ce n'è più. …. Ah! I boschi e le foreste del Gennargentu, i boschi e le foreste da su in cima, là non c'è la Malaria!». Lawrence era comunque rimasto affascinato da questi insetti. Al suo rientro dall'Isola aveva scritto, nel 1923, una poesia dedicata alle zanzare alle quali così si rivolgeva: «Perché te ne stai su quelle tue lunghe zampe? … Come puoi avere tanta malvagità in questo tuo trasparente fantasmatico fragile corpo?». Colpisce inoltre che nel suo libro La nave della morte abbia scritto, poco prima di morire: «La zanzara sa molto bene, piccola com'è di essere un insetto predatore. Ma dopotutto essa riempie solo la sua pancia e non deposita il mio sangue in una banca. La zanzara sà».
LA MORTE Lawrence moriva in Francia, a 45 anni, per una grave forma di tubercolosi, allora incurabile, il 2 marzo del 1930. Dopo la cremazione le sue ceneri erano state prima conservate nel cimitero di Vence, nei pressi di Parigi, e poi nella Cappella del Ranch Chiova nel Nuovo Messico. Secondo alcuni le sue ceneri sarebbero state prima buttate via dal Ravagli e sostituite poi con altre da lui consegnate a Frieda. La maggioranza degli studiosi ritiene però che le ceneri di Lawrence siano state effettivamente consegnate alla moglie che le avrebbe fatte mischiare al cemento utilizzato per la costruzione della Cappella Monumentale.
Ugo Carcassi
clinico universitario
 

LA NUOVA SARDEGNA
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 6 - Oristano
Ollolai. Patrimonio ambientale
La valle di san Basilio in un progetto dell’ateneo di Cagliari
 
OLLOLAI. San Basilio, a tre chilometri dall’abitato, è un’oasi naturalistica che fra le rocce e le grotte che conserva gran parte della storia antica del paese, capitale della Barbagia. È certo che la chiesetta posta a valle dell’omonima montagna, finestra su due mari, fosse la capella del convento dei frati francescani nel lontano secolo XIII. E si racconta anche che Ospitone abitasse fra quelle grotte. Ora San Basilio diventerà ancora più famoso e visitabile. Nei giorni scorsi infatti è stato presentato in Comune il progetto di valorizzazione di quel «compendio naturale e storico», che sarà finanziato dalla Regione attraverso i Pia e che è coordinato dalla facoltà di Architettura dell’università di Cagliari. L’equipe progettuale, coordinata dal docente Antonello Sanna, ha proposto l’elaborazione di “percorsi tematici” illustranti i tanti patrimoni di Ollolai, come le fonti del paese e i reperti archeologici.
 Ma nel progetto rientra soprattutto l’intera valle di San Basilio che verrà resa più percorribile per la fruizione di spettacoli e manifestazioni sportive, nonché per la scoperta e la scalata delle vette circostanti. L’obiettivo principale e la ricongiunzione del centro abitato con il monte e la valle di San Basilio per consentire a chiunque di conoscere quel prezioso tesoro storico e ambientale. Soddisfatto il sindaco Marco Columbu: «Sentiamo l’onore di portare a termine un obiettivo che intere generazioni di amministratori hanno sognato di realizzare. Grazie agli sforzi delle ultime consiliature che hanno messo le basi per il progetto e sono riuscite a ottenere i finanziamenti della Regione, siamo ora vicini a questo importante traguardo». (g.m.s.)
 
LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 22 - Sassari
Proiettato a Erula il video su un’attività scomparsa
In un documentario la storia delle antiche carbonaie sarde
 
ERULA. Hanno registrato un buon successo le proiezioni estive del documentario di Pietro Brundu e Maurizio Marras “La chea: l’antica arte dei carbonai in Sardegna” tenutesi in diversi centri dell’Anglona e della Gallura e non solo. Il video-documentario analizza e racconta la nascita, lo sviluppo e la fine dell’artigianato del carbone sardo attraverso diverse fasi: un’introduzione storica curata da Gian Giacomo Ortu (università di Cagliari) e da Manlio Brigaglia (università di Sassari) che narrano le varie fasi storiche (editto delle chiudende, rivoluzione industriale, ecc.) che hanno portato nella seconda metà dell’Ottocento all’arrivo di operai toscani sovvenzionati da finanzieri piemontesi (in accordo con Cavour) che avevano il compito di sfruttare i numerosi boschi sardi per ricavarne carbone vegetale. Tale sfruttamento era spesso indiscriminato, tanto che portò nei primi anni del Novecento ad una vera e propria distruzione della maggior parte dei boschi della Sardegna, così come si ritrova in alcuni scritti di Gramsci e della Deledda. Nel Campidano il disboscamento incontrollato portò uno sconvolgimento generalizzato di torrenti, letti naturali dei fiumi e disordini idraulici notevoli, il cui culmine fu l’alluvione del 1889 che segnerà la nascita dell’Unione Sarda, nata appunto in quell’occasione allo scopo di informare la popolazione. Il documentario raccoglie inoltre le interviste ad alcuni anziani su come venivano costruite le carbonaie, come impararono il lavoro da bambini, quali strumenti si utilizzavano ecc. Il tutto arricchito da riprese e foto di alcune delle ultime carbonaie. Gli strumenti originali d’epoca sono illustrati da Pier Giacomo Pala (direttore del museo etnografico Galluras) partendo dagli strumenti utilizzati dai primi operai toscani per il taglio degli alberi fino agli utensili in cui veniva utilizzato il carbone (cucine, ferri da stiro, bracieri, ecc). Il naturalista Alessandro Ruggero spiega come si trasforma la legna in carbone vegetale. Il film racconta inoltre lo sviluppo del commercio del carbone sino alla sua scomparsa dal mercato. Maurizio Marras e Pietro Brundu sono già autori di vari lungometraggi e documentari e hanno curato per intero le riprese, le interviste, i testi, il montaggio e la diffusione di questo interessante documento destinato a rimanere come ultima testimonianza di una società che ormai non esiste più. A settembre una copia del documentario sarà inviata a tutte le biblioteche sarde.
 La realizzazione del progetto è stata resa possibile grazie ai finanziamenti ottenuti dalla Provincia di Sassari, dall’Unione dei Comuni dell’Alta Gallura, dall’Unione dei Comuni dell’Anglona e della Bassa Valle del Coghinas e dai Comuni di Bortigiadas, Perfugas, Laerru, Erula, Tempio Pausania, Trinità d’Agultu, Chiaramonti, Tula e Viddalba. (m.t.)
 
LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Fatto del giorno
Snobbata l’Unesco
L’assessore: «Sui nuraghi non sapevamo nulla»
 
SASSARI. Il piano per far diventare tutti i nuraghi della Sardegna patrimonio Unesco non era di competenza dell’assessorato ai Beni Culturali. Tra i cassetti degli uffici di viale Trieste a Cagliari pare non risulti nulla. «Era un progetto vecchio - spiega l’assessore regionale Sergio Milia, - che non era gestito dai nostri uffici. Mi sto comunque informando per capire che cosa possa essere successo». In compenso spunta fuori dal cilindro una nuova candidatura: via i nuraghi, arrivano Pula e Nora, ovvero le due città fenicie di Nora e Bithia.
 Sembra che l’iter sia a buon punto, lo stesso Milia ne avrebbe parlato pochi giorni fa con Mario Resca, direttore generale del Ministero. Il problema però a questo punto diventa ingombrante: se la “questione nuraghi” non dipende dall’assessorato ai Beni Culturali, allora da chi dovrebbe dipendere?
 «La Regione ha le mani legate - risponde Milia - è il Ministero che ha voce in capitolo sulle procedure di protocollo Unesco». Già, i protocolli dell’organizzazione delle Nazioni Unite sono una sorta di bestia nera: arrivare ad avere il “bollino di qualità” e fregiarsi del titolo di “Patrimonio dell’Umanità” è una strada indubbiamente tortuosa e impegnativa ma che, una volta conclusa positivamente, ha delle ricadute positive sia in termini di tutela che di immagine in senso lato. Il rammarico che per il progetto della rete dei nuraghi non sia stato fatto abbastanza è palpabile, soprattutto interpellando gli addetti ai lavori. Alberto Moravetti, docente di Preistoria e protostoria della Sardegna dell’Università di Sassari è schietto e pratico su tutta questa vicenda: «Parliamoci chiaro, inserire tutti gli 8mila nuraghi in una rete e renderli Patrimonio Unesco, è una cosa impossibile. Questo perché non tutti hanno la monumentalità e l’ottimo stato di conservazione di Barumini, Orroli o Santu Antine, per fare qualche esempio. Molti sono ridotti a poche pietre, o peggio in ricoveri per animali difficili da raggiungere. Insomma sarebbe un’impresa complicata. Ciò non toglie - continua - che la Regione, se aveva in mano questo progetto, avrebbe dovuto portarlo avanti sino in fondo. Insomma, non può “chiudere bottega” e dire “non è colpa nostra”. L’impressione è che l’assessorato ai Beni Culturali non sia interessato a questo tipo di cose».
 Poi ovviamente ci sono anche altre questioni: le tombe dei giganti, i templi a pozzo, i villaggi come Serra e Orrios (Dorgali) o il complesso di Romanzesu (Bitti), che sono altre espressioni importanti della civiltà nuragica dove vanno a finire? La lista si allungherebbe all’infinito. Per questo, spiega ancora Moravetti, «è necessario fare una programmazione seria con gli archeologi e le Soprintendenze regionali. Se non si interloquisce con chi è del mestiere e con gli uffici periferici del Ministero, questo lavoro è come se fosse fatto a metà».
 Tutto era cominciato nel 2008 quando Manuel Guido, funzionario Unesco, aveva ipotizzato la possibilità di creare una rete tra i nuraghi e inserire tutti nel World Heritage Found, cioè il Patrimonio mondiale dell’Umanità. In quei giorni la Regione insieme alla Soprintendenza di Cagliari e Oristano stava lavorando sulle carte che avrebbero poi portato al riconoscimento di “Su Nuraxi” di Barumini, ma il rappresentante Unesco aveva definito «limitante» il fatto che il marchio fosse dato solo a Barumini e aveva proposto invece di allargarlo all’intera “civiltà dei nuraghi”. Era stato data anche una scadenza per chiudere la procedura, ma poi tutto era finito nel dimenticatoio.
 Un destino simile era capitato anche alla necropoli di Tuvixeddu che di lì a pochi anni avrebbe dovuto combattere la sua lotta di sopravvivenza contro il cemento della pianificazione edilizia. In quel caso era stato preparato un progetto dettagliato da parte di Piero Bartoloni, docente di archeologia fenicio-punica dell’Università di Sassari e dall’architetto Tatiana Kirova. Tutto finito nei cassetti non più riaperti di viale Trieste. Solo qualche mese fa un dirigente della Regione, senza alcuna richiesta da parte della giunta regionale e degli assessorati all’Urbanistica e alla Cultura, aveva inviato una lettera alla Soprintendenza per cercare di riannodare i fili di quel discorso interrotto quasi tre anni fa e provare a rimediare allo spreco di risorse e opportunità.
 Solo per il piano di gestione di Barumini l’Unesco aveva fatto arrivare in Sardegna 50mila euro attraverso il Ministero dei Beni Culturali, anche se, poi, il tavolo riunito intorno al “gigante” della Marmilla, alla presenza dei cinque comuni che ruotano intorno a Barumini, era rimasto freddo di fronte alla possibilità di creare una rete tra i nuraghi e di conseguenza allargare il piano di gestione. Perché il marchio Unesco, oltre a garantire tutela, porta con sé una marea di soldi a un indotto, quello culturale, perennemente a secco nel nostro Paese. Per questo arenare procedure di questo genere è un’azione doppiamente suicida.

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