Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
26 August 2011

 

Rassegna quotidiani locali a cura dell’Ufficio stampa

 L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Estate (Pagina 11 - Edizione IN)
Nella Via Lattea
Un pianeta come un diamante
 
Nella Via Lattea, a circa 4.000 anni luce dalla Terra, c’è un diamante immenso: è un pianeta dalla massa più grande di Giove, fatto interamente di questa gemma. La scoperta, preziosa, è proprio il caso di dirlo, è annunciata su Science da un gruppo internazionale al quale partecipa l’Italia con l’Osservatorio di Cagliari dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e l’università di Cagliari. Il pianeta è circa 20 volte più denso di Giove e orbita intorno a una stella morta, della quale resta solo il nucleo densissimo: è una pulsar millisecondo che ruota a una velocità incredibile, compiendo circa 173 giri su se stessa ogni secondo.
A differenza di Giove, il pianeta di diamante non è fatto di idrogeno ed elio ma di carbonio e ossigeno, allo stato cristallino. Il pianeta è affascinante non solo per la sua composizione, ma per la sua storia: si pensa che in passato sia stato una stella massiccia, che si è trasformata in un pianeta.
La materia gassosa della stella, secondo i ricercatori, sarebbe stata travasata per oltre il 99,9% verso la pulsar durante un processo, ormai concluso, che ha riaccelerato la pulsar fino all’elevatissimo ritmo di rotazione attuale. «In quella fase la pulsar doveva essere una potente sorgente di raggi X, con caratteristiche simili alle cosiddette Binarie a raggi-X Ultra Compatte di Piccola Massa, di cui PSR J1719-1438 e il pianeta compagno dovrebbero dunque rappresentare dei discendenti», ha spiegato Andrea Possenti, direttore dell’Osservatorio di Cagliari e fra gli autori della ricerca con Marta Burgay, Nichi D’Amico e Sabrina Milia (D’Amico e Milia insegnano anche all’università di Cagliari).
Secondo lo studio, coordinato dall’università australiana Swinburne University of Technology, il pianeta impiega solo 2 ore e 10 minuti per ruotare intorno alla pulsa. Ha una massa di poco superiore a quella di Giove, ma un raggio inferiore alla metà. Ciò fa supporre che la densità del pianeta sia molto più elevata di Giove. Sono state queste evidenze che hanno fatto concludere ai ricercatori che il pianeta dovrebbe essere composto in gran parte di carbonio e di ossigeno allo stato cristallino e che dovrebbe avere dunque una struttura simile a un diamante.
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Provincia Sulcis (Pagina 31 - Edizione CA)
Ultime 3 lauree, poi il buio
L’Università di Monteponi è arrivata al capolinea
IGLESIAS. Nessuna svolta: il corso di Scienza dei materiali ucciso dalla crisi
 
Il sipario è calato: il capitolo Scienza dei materiali può dirsi concluso. Qualcuno sperava in un epilogo diverso, invece l’esperienza iniziata nel 1997 nel villaggio minerario Monteponi, a Iglesias, è archiviata. Fra qualche settimana, quando inizierà il nuovo anno accademico, i corridoi della palazzina Bellavista saranno deserti. Si popoleranno giusto a settembre, quando tre studenti concluderanno il corso con la discussione delle tesi di laurea.
TRASLOCO Un destino dovuto alla decisione presa nel 2009 dal corpo docente che aveva deciso di dirottare le nuove iscrizioni alla cittadella universitaria di Monserrato. Un trasloco forzato e sofferto, arrivato al termine di una lunga vertenza con la Regione, che qualche anno prima aveva deciso di ridurre i finanziamenti. I tagli da parte del Governo centrale hanno fatto il resto e ora l’Università tutta fa i conti con una politica di tagli che non lascia intravedere buone prospettive.
E-LEARNING «Non c’è stata alcuna inversione di tendenza» conferma Anna Musinu, presidente del corso di laurea - tutto il sistema universitario è in sofferenza, mancano docenti e al momento ci sono posti soltanto per ricercatori precari. Il futuro è grigio». Impensabile ipotizzare un cambiamento di rotta, con l’istituzione di nuovi corsi didattici. Chissà in quanti potranno consolarsi all’arrivo dei corsi in modalità e-learning, ovvero con l’ausilio di internet. Già istituito, in via sperimentale, il corso di laurea in Amministrazione e Organizzazione, con la facoltà di Scienze politiche e il Consorzio Unitel Sardegna, di cui sono soci le Università di Cagliari e Sassari. Il sindaco Gino Perseu la considera una proposta valida, ma non certo sostitutiva dell’attività didattica tradizionale: «Servono i corsi formativi tradizionali e l’attività di ricerca. Questo territorio è un laboratorio aperto per quanto riguarda materiali, ambiente e bonifiche. Non sfruttarlo per la formazione è sbagliato».
Cinzia Simula
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Provincia di Nuoro (Pagina 36 - Edizione CA)
Nuoro
«Confronto libero sulla vera università»
 
In una nota Radio Barbagia spiega la sua decisione di convocare per il 2 settembre alle 19 i giovani all’assemblea dibattito organizzata a Nuoro nella biblioteca Satta per «dare voce agli studenti in cerca di risposte ma soprattutto vogliosi di dialogare e di fare proposte». Il dibattito, coordinato dal direttore dell’emittente don Francesco Mariani, sarà introdotto dal consigliere comunale Marcello Seddone (che ha aperto il dibattito sulla convenzione con Giurisprudenza di Sassari decisa dal commissario straordinario che impegnando 11 milioni di euro per sedici per un corso di laurea triennale ipoteca pesantemente le scelte future), e il consigliere provinciale Efisio Arbau che per rompere il monopolio dei due atenei storici ha proposto l’Università unica della Sardegna. «Un’assemblea - spiegano a Radio Barbagia - senza etichette a cui anche amministratori, parlamentari, consiglieri regionali, sindacati e associazioni imprenditoriali devono sentirsi liberi di partecipare senza, una volta tanto, dover rispondere a un invito formale insieme ai giovani e ai cittadini che vogliono concorrere a un progetto comune o, più semplicemente, porre domande e contribuire a cercare risposte».
 

LA NUOVA SARDEGNA
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 10 - Sardegna
Scienziati cagliaritani tra gli scopritori del pianeta-diamante
È a quattromila anni luce dalla Terra, è formato da carbonio e ossigeno e ha un’enorme densità
ROBERTO PARACCHINI
 
 CAGLIARI. Gli antichi Greci pensavano che i diamanti fossero frammenti di stelle caduti dal cielo. Ora un corpo celeste chiamato “diamante” è stato scoperto a circa quattromila anni luce dalla Terra. Ma il problema è che non potrà essere mai indossato da nessuno e non solo perchè la distanza è tale che le attuali tecnologie (e teorie fisiche) rendono difficile raggiungerlo, ma soprattutto perché ha un diametro un po’ grande: settantunmila chilometri, sei volte quello della Terra e la metà della larghezza di Giove. Ma ha un’enorme densità ed è formato da carbonio e ossigeno, gli stessi componenti del diamante. Una constatazione che dà a questo pianeta una formazione cristallina e una durissima consistenza, proprio come i diamanti.
 La scoperta è stata fatta da un gruppo di ricerca internazionale a cui ha partecipato anche l’Italia con il gruppo dell’osservatorio astronomico e dell’università di Cagliari, formatosi attorno a Nicolò D’Amico (direttore del progetto del radiotelescopio di San Basilio). All’importante risultato, che oggi sarà pubblicato su Scienze press, ha concorso anche l’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf) e altre tre equipe di studiosi: inglese, americana e australiana. Ed è proprio dal radiotelescopio situato in Australia che è stata fatta l’osservazione che ha portato al gigantesco “diamante”.
 «Siamo arrivati a questa scoperta nel proseguo di un lavoro portato avanti da anni e che riguarda le pulsar, corpi con una densità immensa», racconta D’Amico. Nel 2003 il responsabile del progetto di San Basilio ha collaborato alla scoperta della prima doppia pulsar, un evento che ha permesso anche ulteriori conferme delle teorie einsteniane grazie alla formazione di campi gravitazionali potentissimi e in grado di piegare quello che viene chiamato lo “spazio-tempo”. «In particolare - continua l’astronomo - abbiamo rilevato un sistema binario, ovvero composto da due entità celesti che ruotano una attorno all’altra: una è una pulsar e l’altra il pianeta che abbiamo chiamato “diamante”».
 Quest’ultimo un tempo «era una stella molto grande, ben di più del nostro Sole - prosegue D’Amico - poi piano piano è implosa su se stessa diventando una nana bianca». Ed è qui che è intervenuta la pulsar che ha «non solo una densità immensa ma anche una velocità di rotazione su se stessa per noi inimmaginabile: di 5,7 millisecondi, 173 giri ogni secondo. Ma è anche velocissima nella sua rotazione attorno al “diamante”: due ore e venti minuti».
 Fatti con cui gli astronomi vanno a nozze e che hanno prodotto anche un’altra conseguenza: «La forte gravità e velocità della pulsar ha risucchiato gran parte della massa dell’altro corpo, l’attuale “diamante”, facendolo ulteriormente collassare». E questo ha prodotto un pianeta estremamente compatto «con la metà del diametro di Giove ma con la sua stessa massa e formato di carbonio e ossigeno».
 Tra le caratteristiche dei diamanti che esistono sulla Terra c’è quella di avere un punto di fusione altissimo, di seimila e 900 gradi, due volte e mezzo quello dell’acciaio. Miliardi di anni fa le forze elementari di calore e pressione trasformarono il carbonio in diamante. Ora la spinta al collassamento (implosione) ha spinto il corpo celeste, detto “diamante”, ad avere intriganti affinità coi diamanti che tutti conoscono.
 Il pianeta “diamante” è affascinante non solo per la sua composizione, ma per la sua storia visto che in passato è stato una stella massiccia, che si è trasformata in un pianeta. La materia gassosa della stella, secondo i ricercatori, sarebbe stata travasata per oltre il 99,9 per cento verso la pulsar durante un processo, ormai concluso, che ha riaccelerato la pulsar fino all’elevatissimo ritmo di rotazione attuale. Oltre a D’Amico l’equipe cagliaritana della scoperta è composta da Andrea Possenti, Marta Burgay e Sabrina Milia.
 
LA NUOVA SARDEGNA
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 6 - Cagliari
Under 35 con diploma ma senza lavoro: una generazione non ha più futuro
Spietata analisi dopo i numeri che assegnano alla Provincia la maglia nera in Italia
GIANFRANCO NURRA
 
 CARBONIA. Una condizione già nota da tempo e sulla quale a tempi ricorrenti l’area del Sud ovest lancia l’allarme: è il disastro sotto il profilo occupazionale, con indici di disoccupazione di ampiezza quasi incredibile. Il dossier di Confartigianato che nello specifico fronte della disoccupazione giovanile colloca la provincia di Carbonia Iglesias all’ultimo posto in Italia, evidenziando che il 38 per cento degli under 35 non ha una occupazione, ha avuto ora il merito di divulgare il dramma dell’area a livello nazionale. «Si tratta di un elemento numerico di un settore parziale, quello della disoccupazione giovanile, ma che è comunque generalizzato - spiega il segretario della Cgil Roberto Puddu -. Il problema più grave è che i numeri della disoccupazione sono in crescita incontrollata ormai da qualche anno, segno della profonda crisi che ha investito il territorio. Basta pensare che il tasso di disoccupazione era del 10 per cento nel 2008, migliore che nel Mezzogiorno d’Italia e dell’intera isola: è schizzato in un biennio al 19 per cento, ben cinque punti più alto di quegli stessi riferimenti». E, a guardare i numeri, il problema non è quello di persone senza professionalità o senza titolo di studio. Nella fascia di età dai 15 ai 24 anni sono in cerca di lavoro 121 giovani provvisti di licenza elementare, 3490 con titolo di studio licenza media, 2218 diplomati e 37 laureati. Nella fascia da 25 a 35 anni i disoccupati con titolo di studio licenza elementare sono 888, con licenza media 8010, con diploma superiore 7800 e con laurea 2240. Percentuali che si ripetono, della stessa gravità, in tutte le fasce di età. Nella fascia tra i 30 e i 34 anni, anzi, il possesso del diploma superiore appare prevalente. «La situazione è gravissima - spiega l’assessore provinciale alle attività produttive Alberto Pili -. Di fatto ci troviamo davanti ad una intera generazione che non ha davanti un futuro e che non ha speranza di mutamento della sua condizione. Ciò che preoccupa di più è che la situazione sotto il profilo occupazionale è letteralmente crollata negli ultimi due anni, facendo segnare una escalation nei tassi di disoccupazione e di inoccupazione, ma anche nell’accesso agli ammortizzatori sociali. L’area della provincia è al collasso. E senza interventi di riassetto economico consistenti la situazione sembra destinata ad aggravarsi. Siamo diventati la maglia nera italiana sotto il profilo occupazionale. Ma è ancora più grave il fatto che siamo anche l’area dove, in rapporto alla popolazione, nell’ultimo periodo si è attuato il più grosso smantellamento di attività produttive registrato in ambito nazionale. Se non si modifica questa condizione non c’è speranza».
 

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