Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
30 June 2011

 

Rassegna quotidiani locali
A cura dell’Ufficio stampa

L’UNIONE SARDA 
1 – L’Unione Sarda
Esteri (Pagina 13 - Edizione CA)
Oxford
Napolitano, compleanno con laurea honoris causa
 
Tra Mameli e Yesterday passando per God Save The Queen sotto il soffitto affrescato come se fosse un cielo romano dello Sheldonian Theatre di Oxford. L'inno nazionale italiano è in onore del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ieri è stato insignito del dottorato honoris causa in diritto civile.
In latino un professore dell'Università ha evocato la carriera di Napolitano, «capo di uno Stato a cui siamo legati da stretti legami di amicizia». Napolitano, che «in gioventù andò incontro a pericoli per combattere contro la tirannia e difendere la libertà del suo Paese» e che è rimasto «calmo, giusto e incorruttibile, in qualsiasi grave circostanza». Il presidente della Repubblica proprio ieri ha compiuto 86 anni ed è apparso commosso mentre veniva letta la laudatio . «Ha guidato i suoi concittadini cum consilio et ratione ».
Il dottorato cum diploma, quello riservato ai capi di Stato, gli è stato attribuito «in ammirazione della sua eminente sagacia, saggezza e cultura». Altri riconoscimenti sono andati dopo di lui a sette personalità.
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 22 - Edizione CA)
Nuova cura per le epatiti
Tecnica già sperimentata al Brotzu, salvata una vita
Presentazione in un convegno in città alla presenza di due luminari
 
Si chiama Mars (Sistema di adsorbimento molecolare ricircolante) ed è la nuova metodica terapeutica fatta propria in questi giorni dall'Azienda ospedaliera Brotzu, che permette il trattamento di gravi insufficienze epatiche acute, soprattutto nei pazienti in attesa di trapianto al fegato.
La tecnica prevede un circuito extracorporeo che consente di eliminare sia le sostanze tossiche sia quelle idrosolubili che vengono prodotte dalla malattia, è stata presentata durante un convegno divulgativo svoltosi al T Hotel, al quale hanno partecipato esperti di fama internazionale come Faouzi Saliba (dell'ospedale Paul Brousse di Villejuif, in Francia) e Gilnardo Novelli (dell'università La Sapienza di Roma).
Entrambi hanno illustrato la loro esperienza nell'impiego della Mars, portando a conoscenza i successi di una tecnica che a oggi è già stata utilizzata su oltre 40 mila pazienti affetti da forme di insufficienza epatica. «Per il nostro ospedale rappresenta un'acquisizione fondamentale per la gestione ottimale dei casi clinici», ha spiegato Maria Rosaria Piras, del coordinamento Trapianti di fegato del Brotzu.
Già la scorsa settimana è stato effettuato il primo trattamento Mars a Cagliari su una donna di 48 anni colpita da epatite fulminante virale, grave patologia che lascia poche speranze di sopravvivenza anche a chi si dovesse sottoporre in tempi brevi a un trapianto. «Abbiamo salvato una vita che senza la Mars probabilmente avremmo perso», ha raccontato la Piras, che ha precisato quanto sia costoso il trattamento (si parla di 5 mila euro a ciclo). «Per questo che vorrei ringraziare pubblicamente la direzione del Brotzu per il grande sforzo economico che ha messo in preventivo di sostenere».
Daniele Gamberini
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Ogliastra (Pagina 37 - Edizione CA)
Lanusei
Murru completa la triade Asl
 
Attilio Murru, economista di Tortolì, è il nuovo direttore amministrativo della Asl di Lanusei. La notizia della sua nomina è arrivata ieri dalla Regione. Consigliere provinciale d'opposizione (Pdl) nella scorsa legislatura, Murru si era dimesso negli ultimi mesi di mandato per ricoprire l'incarico di direttore amministrativo all'azienda mista ospedaliera di Cagliari. Ora torna in Ogliastra per rivestire lo stesso ruolo alla Asl di Lanusei.
 

LA NUOVA SARDEGNA
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 11 - Sardegna
Turismo, la Gallura resiste alla crisi meno del Nordovest
Bianca Biagi: La ripresa prevista per l’industria delle vacanze non si sta realizzando
 
 SASSARI. Il turismo tiene meglio nel Nordovest che in Gallura: e l’estate appena cominciata, tra caro-traghetti e flotta regionale, sarà un banco di prova per questa linea di tendenza. Ma nell’isola, un po’ dappertutto, c’è comunque una mancata crescita di produttività. Un crollo che, a detta degli osservatori, deriva sostanzialmente da due fattori: carenza di governance e scarse competenze. Questi alcuni dei nuovi dati salienti sull’economia dell’isola. Dati che emergono dalle ricerche condotte da Crenos, Associazione industriali Nord Sardegna, filiale cittadina della Banca d’Italia.
 Analisi. Prospettive. Confronti. L’appuntamento è per stamane nell’aula magna dell’ateneo di Sassari: ore 10.30, piazza Università. Un dibattito che si annuncia di sicuro interesse e che segue i report presentati a Cagliari nelle scorse settimane.
 Il 2010 non è stato certo un periodo favorevole. «E oggi, a due anni dalla crisi finanziaria, la nostra piccola realtà fatica: la ripresa prevista dall’Organizzazione mondiale che si occupa d’industria delle vacanze non si realizza in Sardegna», rileva uno degli analisti impegnati nel progetto, Bianca Biagi, ricercatrice di politica economica all’università di Sassari. Referente scientifico di Crenos per i due atenei sardi proprio in questo settore, Biagi studia soprattutto i sistemi turistici e gli incrementi nella qualità della vita. «Se nel 2009 la crescita della domanda era rallentata (+3,5% gli arrivi e 0,1% le presenze) ma sembrava non temere fenomeni recessivi, dall’anno scorso si cominciano invece a registrare andamenti negativi», prosegue l’analista, che opera nel Dier, il Dipartimento sassarese di economia, impresa e regolamentazione.
 L’Osservatorio economico sardo sotto questo profilo dà infatti numeri e cifre non confortanti. Nel 2010, l’ultimo anno per il quale esiste una situazione ufficiosa certificata, gli arrivi diminuiscono del 2,7%, le presenze dell’1,2%. E calano specialmente gli stranieri. Non è un buon periodo per le province di Cagliari, Nuoro, Olbia-Tempio. Spiccano le performance dell’Oristanese (+6,4%) e dell’Ogliastra (+5%). E nel settentrione dell’isola la mazzata riguarda in particolare la Gallura: «Con 18 esercizi in meno, 14 dei quali extralberghieri», comunica Bianca Biagi.
 Nella stessa area, sempre per il 2010, si assiste a un calo doppio rispetto alla media regionale: -5,2%. «Tutto questo pare accompagnato dalla mancanza di una guida nell’analisi - commenta la ricercatrice - Anche perché tra operatori privati e pubblici nella zona di Olbia-Tempio il livello di collaborazione effettivo resta piuttosto basso».
 In quei dodici mesi sono così sbarcati in Gallura 45mila turisti meno che nel 2009 e i pernottamenti sono scesi di 124mila unità, con una vistosa riduzione delle presenze di persone provenienti da altre regioni italiane. Nel frattempo aumentano in Costa Smeralda gli scandinavi e i russi.
 In provincia di Sassari, invece, diminuiscono gli stranieri ma resistono le presenze degli italiani. In tutto il nordovest si nota un’espansione delle strutture ricettive, bed & breakfast in particolare (+48 strutture rispetto al 2009). Nei camping ci sono meno stranieri che in passato. Ma i pernottamenti salgono del 2%. «Per quest’anno, qui, gli operatori si attendono una crescita dell’1,2%. Però il questionario per le risposte è stato loro distribuito prima del caso determinato dal caro-traghetti - osserva ancora Biagi - A queste ultime difficoltà si aggiunge la permanenza di un sistema arretrato per quanto concerne i trasporti interni e i collegamenti via mare. Il quadro complessivo che ne scaturisce non è dunque incoraggiante».
 Sul credito, sulla capacità di creare reddito e ricchezza, sulle ragioni alla base del profondo disagio vissuto oggi nell’isola ha invece indagato Luca Deidda. Docente di economia, sempre all’università di Sassari, opera anche lui al Dier. La sua ricerca porta a concludere che «la mancata crescita economica, strutturale negli ultimi 15 anni, è causata dalla mancata crescita della produttività». Spiega infatti Deidda: «Alla radice, oltre a clientelismo e malaffare, c’è una carenza di competenze. Competenze come strumenti per istruire i processi che portano alle decisioni sull’allocazione delle risorse».
 Deidda è stato in grado di trovare riscontri in Sardegna ai bassi livelli di scolarizzazione, all’abbandono prematuro degli studi, allo scarso numero di laureati in materie scientifiche. «I nostri lavoratori dal 2001 hanno poi prodotto via via meno valore rispetto alla media europea - chiarisce - Una delle ragioni è che il nostro capitale umano si è deprezzato perché investiamo meno e perché, soprattutto, investiamo male».
 E aggiunge: «Da questo punto di vista l’università ha un ruolo importante da giocare: tradurre le conoscenze in competenze più direttamente spendibili per la soluzione di guai molto concreti. Una bella sfida: passa attraverso la costruzione di un rapporto sano con il territorio e con le istituzioni».
 Un rapporto dove il professore intravede segnali per coltivare un minimo di ottimismo. «Nel mercato del credito - afferma - c’è l’esempio del Master in finanza, banca e impresa: ha preso il via lo scorso anno accademico e presto sarà affiancato da un altro sulle assicurazioni. È un esperimento su cui l’attuale rettore e quindi il governo d’ateneo hanno creduto e scommesso».
 «Un secondo caso da citare è l’idea di collaborare con la Sfirs sulla valutazione degli effetti del piano microcredito», conclude Deidda. Ma basterà qualche sasso buttato nella palude per smuovere realmente le acque? La risposta, stando alle ultime analisi, dovranno darla i politici sardi e la classe dirigente, oggi in pesante deficit nelle scelte di largo respiro.
 
Pagina 11 - Sardegna
L’ANALISI
Indispensabili riforme strutturali
 
Mentre il governo si appresta a varare una manovra finanziaria quantitativamente importante, molti si chiedono se all’entità delle misure previste, certamente in linea con le indicazioni dell’Ue, corrisponda una qualità degli interventi capace di aggredire il male principale che affligge il Paese: la bassa crescita economica. Il risanamento finanziario, infatti, da solo non basta. Certo, può servire a prosciugare le ampie sacche di inefficienza della sfera pubblica e a restituire interessanti spazi all’iniziativa privata. Ma senza la rimozione dei limiti strutturali che da decenni frenano la crescita della produttività nazionale (pubblica e privata), difficilmente l’Italia potrà liberarsi dai condizionamenti del suo enorme debito pubblico. Si tratta di una situazione molto complicata, con inquietanti aspetti circolari alla catch 22, della serie: non trovo lavoro (il debito è alto) perché non ho esperienza (la crescita è bassa), non ho esperienza (la crescita è bassa) perché non trovo lavoro (il debito è alto). A ben vedere, però, nell’ultimo decennio non sono mancate finanziarie lacrime e sangue o giù di lì, ma i problemi rimangono o addirittura si acuiscono; mentre i Paesi con cui ci confrontiamo riescono a risalire la china e oggi, vedi la Germania, crescono come e più di prima.
 Serve evidentemente una azione più incisiva, che al rigore della spesa unisca una serie di riforme strutturali sulle questioni classiche ancora irrisolte, come le liberalizzazioni (di mercati e professioni); gli investimenti in ricerca e istruzione; la riforma del mercato del lavoro (che tiene fuori i giovani, anche quelli più qualificati, o li include a condizioni inaccettabili); la tassazione (forte con i fattori produttivi e col lavoro dipendente, debole nei confronti della rendita), la riduzione dei divari territoriali (nel 150º dell’Unità d’Italia verrebbe da dire: l’unificazione economica e sociale del paese).
 Intorno a questi temi, con un’enfasi sull’evoluzione dell’economia della Sardegna fotografata dai Rapporti della Banca d’Italia e del CRENoS, si tiene oggi a Sassari, nell’aula magna dell’università, il consueto appuntamento annuale - il quarto - promosso dalla Filiale di Sassari della Banca d’Italia, dall’Associazione industriali del Nord-Sardegna e dal CRENoS (Università di Cagliari e di Sassari). Entrambe le indagini autorizzano a ritenere improbabile, in termini di crescita, che la Sardegna possa fare meglio della media italiana: sia per le specifiche debolezze strutturali che ne attenuano la capacità di agganciarsi direttamente alla ripresa internazionale svincolandosi dall’andamento della domanda nazionale, sia per un persistente gap, spesso più di idee che di mezzi, che caratterizza a macchia di leopardo tanto il sistema pubblico quanto quello privato, che impedisce di imboccare credibilmente percorsi innovativi di sviluppo o, più semplicemente, di emulare le prassi migliori a livello internazionale.
 Esistono tuttavia diversi segnali positivi, legati prevalentemente alla positiva dinamica del settore dei servizi e all’occupazione giovanile e femminile in particolare, che indicano chiaramente una delle direttrici principali lungo la quale si può e si deve agire.
 *Economista, direttore del Deir, stamane coordina il convegno di Sassari
 
Pagina 11 - Sardegna
Paolazzi (Centro studi di Confindustria): «Bisogna reagire subito»
 
SASSARI. «Il grave ritardo della nostra economia, la mancanza di crescita e la carenza di competitività possono essere superate solo a patto che le élites politiche del Paese agiscano subito». È uno scenario realistico, e davvero allarmante, quello tratteggiato da Luca Paolazzi, direttore del Centro studi nazionale di Confindustria. Ed è lui stesso a spiegarne i perché alla vigilia del dibattito che oggi a Sassari lo vedrà tra i protagonisti della tavola rotonda: «Esistono una serie di fattori d’incertezza: la crisi dei debiti sovrani, il tasso di disoccupazione, la fragilità del mercato immobiliare, un sistema creditizio molto selettivo con i tassi d’interesse in auumento. L’unico elemento positivo è lo sviluppo dei Paesi emergenti».
 «Ma l’Italia in questo momento registra una bassa competitività e un export non adeguato: così le nostre aziende devono contenere i listini - afferma il dirigente del Centro studi - È da 15 anni che perdiamo opportunità di crescita. E questa crisi, paradossalmente, ha avuto il merito di evidenziare la gravità della situazione, facendo crollare il Pil per abitante e rendendo insopportabile la mancanza d’azione». Paolazzi è convinto che il quadro italiano non sia quello di Grecia, Portogallo, Irlanda. «Ma non possiamo permetterci la deflagrazione di nessuna di queste situazioni nazionali - sostiene - Anche perché finora sono state colpite le regioni italiane con il maggior livello di esportazioni. Ma, nonostante il rimbalzo non si rivelerà così profondo e veloce come nella caduta iniziale, a cascata verranno adesso toccate tutte le altre aree. A cominciare da settori come vacanze, tempo libero, consumi delle famiglie». (pgp)
 
LA NUOVA SARDEGNA
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 6 - Oristano
Cercasi filmini familiari
La raccolta nel Centro servizi di Macomer
 
 MACOMER. Il Centro servizi culturali di Macomer ha aderito al progetto “Film di famiglia in Sardegna” dell’Istituto superiore regionale etnografico (Isre), dell’Università di Sassari e dell’associazione Home Movies (Archivio nazionale per la valorizzazione dei film di famiglia amatoriali in pellicola). Il Centro sarà uno dei punti di raccolta delle pellicole donate che verranno catalogate, digitalizzate ed eventualmente conservate in copia originale nella sede dell’Isre a Nuoro e nella facoltà di Lettere di Sassari. Ai proprietari verrà restituita una copia su supporto dvd delle pellicole consegnate. Il Centro invita chi possiede pellicole familiari amatoriali ed è disponibile a donarle, a contattare lo 0785-71164. (t.g.t.)
 
LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 9 - Sardegna
Ritirerà l’opposizione ai vincoli
Cagliari, su Tuvixeddu svolta radicale della giunta Zedda
MAURO LISSIA
 
 CAGLIARI. Arriva una svolta politica nell’eterna controversia legale su Tuvixeddu: l’amministrazione Zedda non affiancherà più Nuova Iniziative Coimpresa nella battaglia davanti ai giudici amministrativi per l’edificazione del colle punico, come aveva scelto di fare la giunta Floris. La decisione è apparsa chiara ieri mattina all’udienza sul vincolo imposto nel 2009 dalla Sovrintendenza architettonica, contro il quale si erano schierati con due ricorsi Coimpresa e il Comune: la responsabile dell’ufficio legale Carla Curreli ha chiesto ai giudici un rinvio: «L’amministrazione - ha spiegato - sta valutando la possibilità di rinunciare al ricorso». Chiara la scelta politica del sindaco Massimo Zedda e dell’assessore all’urbanistica Paolo Frau: dopo un decennio al fianco del costruttore, la nuova giunta passa con le sovrintendenze e con le associazioni culturali ed ecologiste per impedire che la necropoli punico-romana più importante del Mediterraneo venga accerchiata da palazzi e ville. (m.l.)
 
Pagina 1 - Cagliari
Ora il Comune sta con gli ecologisti
Ieri in un ricorso al Tar il Municipio si è smarcato dalla Coimpresa
In precedenza c’era stato un ricorso contro il vincolo protettivo sul canyon disposto dalla soprintendenza
MAURO LISSIA
 
 CAGLIARI. Arriva una svolta politica nell’eterna controversia legale su Tuvixeddu: l’amministrazione Zedda non affiancherà più Nuova Iniziative Coimpresa nella battaglia davanti ai giudici amministrativi per l’edificazione del colle punico, come aveva scelto di fare la giunta Floris. La decisione è apparsa chiara ieri mattina all’udienza pubblica sul vincolo per interesse culturale e storico imposto nel 2009 dalla Sovrintendenza architettonica sull’area del canyon, contro il quale si erano schierati con due ricorsi la società del gruppo Cualbu e il Comune: la responsabile dell’ufficio legale Carla Curreli ha chiesto ai giudici un rinvio della decisione a data da destinarsi, manifestando implicitamente una caduta d’interesse per la causa e di conseguenza un cambio d’indirizzo sulla complessa questione di Tuvixeddu: «L’amministrazione - ha spiegato l’avvocato - sta valutando la possibilità di rinunciare al ricorso». A quel punto è stato il legale di Coimpresa, l’avvocato Pietro Corda, a insistere perchè il Tar andasse comunque a sentenza. I giudici - presidente Rosa Panunzio, relatore Marco Lensi, consigliere Francesco Scano - si esprimeranno comunque nei tempi tecnici necessari. Ma al di là delle questioni di merito - l’abbandono annunciato dal Comune potrebbe pesare sulla decisione, ma non è detto - conta la scelta politica del sindaco Massimo Zedda e dell’assessore all’urbanistica Paolo Frau: dopo un decennio in cui l’ente pubblico si era schierato apertamente al fianco del costruttore, investendo corpose parcelle sulla difesa del piano di edificazione dei colli punici e della costruzione del parco archeologico pubblico, la nuova amministrazione di centrosinistra passa dall’altra parte, dove si trovano le sovrintendenze ai beni culturali e storici con le associazioni culturali ed ecologiste - Gruppo di Intervento giuridico, Italia Nostra e Legambiente - impegnate in un confronto senza esclusione di colpi per impedire che la necropoli punico-romana più importante del Mediterraneo venga accerchiata da palazzi e ville. Parlare di svolta storica è forse eccessivo. Di certo con questa decisione clamorosa il giovane sindaco ha mostrato di voler giocare davvero la partita del cambiamento, in linea con chi l’ha votato e con l’origine politica della sua candidatura. Il confronto su Tuvixeddu ha assunto ormai da anni una valenza che va al di là delle questioni di merito: sull’opportunità di realizzare o no il piano Coimpresa si sono scontrate due anime lontane della città, quella che fa capo all’impresa dominante del cemento e l’altra, che in una battaglia impari contro la giunta Floris ha cercato di opporsi con ogni arma legale. Curiosamente, l’amministrazione Zedda si ritrova adesso fianco a fianco con la giunta Cappellacci, che nel passaggio elettorale ha ereditato dal governo Soru la vertenza legale su Tuvixeddu ma ha scelto di non cambiare rotta. All’udienza di ieri ha partecipato anche Legambiente con l’avvocato Giuseppe Andreozzi, mentre le ragioni dell’ufficio ministeriale erano tutelate dall’avvocatura dello stato.
 Quest’ultima vicenda è cominciata a metà del 2009, quando il sovrintendente Gabriele Tola decise di avviare la procedura di vincolo sull’area del canyon - dov’era previsto il passaggio di una strada d’accesso al quartiere - in quanto zona interessata da archeologia mineraria e quindi tutelabile in base al codice Urbani. La procedura andò avanti senza concludersi nei 210 giorni indicati dalla legge, ma all’udienza del 24 marzo 2010 le parti in causa - a ricorrere sono stati Coimpresa e il Comune - scelsero di attendere la decisione del Tar senza tener conto dei termini scaduti. A distanza di sedici mesi i giudici si sono ritrovati davanti a una situazione cambiata: l’amministrazione comunale non preme più perchè quel vincolo venga annullato. A esercitare il diritto di ricorrere contro quella scelta è rimasto solo il costruttore, reduce da una sconfitta davanti al Consiglio di Stato: i giudici di palazzo Spada hanno stabilito che le norme del piano paesaggistico valgono pienamente su Tuvixeddu, quindi anche i vincoli imposti a suo tempo dalla Regione.
 
LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 10 - Sardegna
Immigrati, finanziati due progetti
La divulgazione della lingua e delle tecnologie con le risorse del Fondo europeo
 
CAGLIARI. Son stati finanziati con 400 mila euro del Fondo europeo per l’integrazione due progetti in favore di extracomunitari residenti nella provincia di Cagliari. Si tratta di interventi per i quali il Consiglio per l’immigrazione di Cagliari aveva espresso parere favorevole. E’ stato finanziato con 141 mila euro un progetto presentato dall’associazione interculturale Nur di Cagliari, denominato «Parlo dunque sono», che ha come obiettivo quello di promuovere la conoscenza della lingua italiana e l’orientamento civico da parte dei cittadini extracomunitari. Altri 250.000 euro circa serviranno per un progetto presentato dall’amministrazione provinciale di Cagliari denominato «Immigrati-Tecnologie per l’integrazione», con cui si intende promuovere un’integrazione a 360 gradi degli interessati senza interferire con i concomitanti impegni familiari, lavorativi e di studio degli immigrati. Per la prima volta dall’istituzione del Fondo europeo per l’integrazione sono stati quindi approvati e finanziati in Sardegna due progetti dei 21 presentati.

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