Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
27 May 2011

 

Rassegna quotidiani locali
A cura dell’Ufficio stampa

 L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Provincia di Sassari (Pagina 27 - Edizione OL)
Sassari
Il rettore Mastino: «Grazie Regione»
 
«Ho chiamato il presidente della Regione per ringraziarlo e comunicargli il sincero apprezzamento dell'Ateneo per l'invito che ha rivolto al mondo universitario a collaborare allo sviluppo del nuovo polo per la chimica verde che sorgerà a Porto Torres».
Con queste parole, il rettore dell'Università di Sassari Attilio Mastino ha commentato le dichiarazioni del presidente Ugo Cappellacci, il quale ha manifestato la volontà della Regione di coinvolgere gli Atenei sardi nelle attività che seguiranno alla riconversione del sito chimico di Porto Torres.
«Siamo sempre pronti - ha aggiunto il rettore Mastino - a metterci al servizio del territorio. Quindi mettiamo da subito a disposizione i nostri gruppi di lavoro sulla Chimica verde e sulle Energie rinnovabili, i dipartimenti e le strumentazioni di ricerca in dotazione».
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
Il pm chiede il rinvio a giudizio
Pazienti dirottati alla clinica privata: tre medici indagati
 
Pazienti dirottati in clinica privata e farmaci sottratti da ospedali pubblici: con la richiesta di rinvio a giudizio si scopre che gli indagati sono tre. Oltre il primario della clinica oculistica del San Giovanni di Dio Maurizio Fossarello ci sono il ricercatore universitario Enrico Peiretti e il direttore sanitario della clinica Villa Santa Rita Francesco Sias.
Il pm Giangiacomo Pilia contesta a Fossarello la truffa per aver esercitato la libera professione in cliniche private nonostante avesse optato per un rapporto esclusivo di lavoro con l'Università che gli garantiva un trattamento economico aggiuntivo. Insieme a Peiretti il primario è accusato anche di abuso d'ufficio per aver usato l'ospedale per prestazioni sanitarie a scopi privati avvalendosi, tra l'altro, di due specializzande dell'Università: venivano fatte lavorare a Villa Santa Rita dove venivano indirizzati i pazienti.
Solo Sias deve rispondere di ricettazione di farmaci: nella sala operatoria della clinica sono stati trovati medicinali a uso esclusivo ospedaliero che, dunque, sono stati sottratti da una struttura pubblica.
Fossarello, difeso dall'avvocato Pierluigi Concas, sapeva di essere indagato: il 15 febbraio aveva subìto un sequestro preventivo per 104.000 euro. I carabinieri del nucleo antisofisticazioni erano arrivati a lui mentre indagavano su farmaci sottratti da strutture sanitarie pubbliche e ritrovati a Villa Santa Rita. Attraverso l'esame del registro operatorio avevano scoperto che tra i medici che eseguivano interventi chirurgici in quella clinica c'era Fossarello. Dal gennaio 2005 al gennaio 2008 aveva eseguito 112 interventi a Villa Santa Rita. Dunque, non si trattava di prestazioni sporadiche e occasionali ma di un impegno sistematico con un'evidente commistione col ruolo pubblico ricoperto. Insomma, nonostante il divieto di svolgere la libera professione fuori dall'ospedale, svolgeva attività libero-professionale non solo a Villa Santa Rita ma anche al centro oculistico laser Santa Lucia, alla Global vision e in uno studio privato
Era poi saltato fuori che i pazienti della clinica venivano indirizzati per la visita di controllo al San Giovanni di Dio dove, peraltro, di norma veniva loro prospettata la possibilità di interventi di iniezioni intraoculari di Avastin per maculopatia e cataratta nella Villa Santa Rita, e venivano esentati dal pagamento del ticket.
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Provincia di Cagliari (Pagina 35 - Edizione CA)
Quirra, bersagli “puliti”
Randaccio: non c'è traccia di uranio impoverito
VILLAPUTZU. I carri armati dissequestrati dal procuratore Fiordalisi
 
Nessuna traccia di uranio impoverito nei carri armati utilizzati come bersagli di razzi e mitragliatori nel poligono di Perdasdefogu e Quirra. Lo ha stabilito l'équipe del professor Paolo Randaccio, docente di fisica dell'Università di Cagliari. La qui la decisione del Procuratore di Lanusei, Domenico Fiordalisi: i bersagli sono stati dissequestrati e potranno essere di nuovo utilizzati per le esercitazioni militari. Perché - occorre ricordarlo - l'area militare resta sotto sequestro ed entro due mesi i pastori dovranno lasciare aree e pascoli concessi dal Ministero della Difesa dal 1956 a oggi (66 aziende e novemila capi di bestiame, ma sono consentite tutte le attività autorizzate dallo Stato (guerre simulate della Nato, test di industrie belliche, collaudo di armi da vendere all'Estero).
I PERITI Il parere di Randaccio non è una completa assoluzione del poligono (sospettato di aver provocato disastro ambientale e la morte per tumore di sette pastori della zona) né certifica che mai proiettili arricchiti con sostanze radioattive, pericolose per la salute umana, siano stati utilizzati nel poligono. Un altro consulente della Procura di Lanusei, il fisico docente di impianti nucleari al Politecnico di Torino, Massimo Zucchetti, ha firmato un documento che attesta il contrario: c'è uranio impoverito nelle ossa di un agnello nato con due teste nel 2003 in un ovile di Quirra, da genitori che sarebbero venuti a contatto con pascoli o pozze d'acqua contaminate. E un ex ufficiale del poligono, aveva raccontato agli inquirenti i test dei missili tedeschi cormoran con testata contenente uranio impoverito nel 1989.
LE RIESUMAZIONI Una ulteriore risposta poi arriverà dell'esame delle 19 salme di pastori morti nella zona di tumore o in seguito a misteriosi incendi dal 1980 a oggi, affidata a un altro fisico Lodi Rizzini, docente nell'università di Brescia e inserito tra i ricercatori del Cern di Ginevra che lavorano all'acceleratore di particelle più grande al mondo.
IN KOSOVO Come sia possibile non trovare uranio impoverito dove altri riscontri ne segnalano la presenza lo spiega il professor Massimo Zucchetti. «Quando è stata formata un'équipe di fisici per studiare la contaminazione dei territori dell'ex Jugoslavia bombardati dalle forze Nato, ci siamo presentati in Kosovo e Bosnia addirittura con le mappe delle zone dove sicuramente erano stati usati munizionamenti uranio impoverito che ci erano state fornite dagli stessi Usa. Ebbene, il risultato fu lo stesso ottenuto nei bersagli di Quirra: zero assoluto. Questo perché l'uranio impoverito si dissolve nei terreni, nelle acque e nell'aria: si deve cercare negli organi di particolari animali, nei muschi, nei licheni».
IN FRANCIA E infatti un gruppo di studiosi lo ha trovato nello scheletro di un soldato francese morto dopo una missione nell'ex Jugoslavia.
Proprio per questo da più parti, per esempio dal Comitato “Gettiamo le Basi”, è stato chiesto in tante occasioni uno studio specifico sui cosiddetti bioaccumulatori in grado di certificare l'inquinamento bellico causato in solo dall'uranio impoverito, ma anche da altre sostanze pericolose per la salute.
I PERICOLI Secondo le esperte dell'Enea e la docente universitaria Maria Antonietta Gatti, negli anni le attività svolte all'interno del poligono, soprattutto il brillamento di munizioni esauste, i test di razzi, le esercitazioni a fuoco e i test degli oleodotti, avrebbero provocato una contaminazione di acque, suoli e aria che rende pericoloso l'utilizzo dei pascoli all'interno del poligono. Una situazione ambientale che spiegherebbe anche perche gli agnelli, in un numero molto elevato, siano nati nella zona sventrati, con le orecchie al posto degli occhi oppure ultimamente sordi. Da qui la decisione del gip di Lanusei di sgomberare le aziende agro-pastorali. Passo importante nell'inchiesta che vede quattro ex ufficiali accusati di omicidio volontario con dolo eventuale.
Paolo Carta
 

LA NUOVA SARDEGNA
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 23 - Sassari
Identikit post-diploma
La metà degli studenti insoddisfatta delle scelte
AlmaLaurea punta sul profilo attitudinale per contrastare la dispersione universitaria
LARA GARGANO
 
 SASSARI. Su cento studenti a un passo dal diploma ben 47 cambierebbero corso di studi superiori se potessero tornare indietro: un segnale di incertezza confermato dal tasso di abbandono dell’Università, che oscilla fra il 20 e il 30 per cento degli iscritti al primo anno.
 La performance deludente degli studenti sassaresi esige risposte: per orientare i diplomandi alle soglie dell’Università, AlmaLaurea e AlmaDiploma sono scese in campo con il progetto di sperimentazione Adao: un metodo per offrire ai ragazzi del territorio un profilo attitudinale, cui hanno collaborato la Provincia, l’Università di Sassari e l’Ufficio Scolastico Regionale. A fare il punto sono stati il direttore del consorzio interuniversitario AlmaLaurea, Andrea Cammelli, con la sua équipe, e il direttore dell’associazione degli istituti secondari, AlmaDiploma, intervenuti al convegno nazionale AlmaDiploma, svoltosi ieri nell’aula magna dell’ateneo. All’incontro sono state presentate le condizioni occupazionali e formative dei diplomati del 2009 e del 2007 di nove regioni italiane, a un anno e tre anni dalla maturità. Ma il pezzo forte del convegno è stato il percorso orientativo che ha coinvolto 26 istituti del Sassarere: un progetto avviato a marzo, rivolto a 2.354 studenti alla vigilia della maturità, che ha messo a disposizione di ciascuno un profilo individuale su attitudini formative e professionali: «Uno strumento per determinare il loro futuro con maggiore consapevolezza, evitando il rischio della dispersione universitaria con le ricadute economiche che ne derivano», ha precisato Cammelli. Su cento ragazzi sassaresi vicini al diploma, ben 47 si dicono insoddisfatti del corso di studi scelto: un numero preoccupante, in linea col trend nazionale, che interessa il 45,5 per cento degli iscritti agli indirizzi professionali, il 36 per cento degli allievi degli istituti tecnici e il 51 per cento dei liceali. Un dato sintomatico di difficoltà di orientamento che dalle scuole superiori si trascinano fino all’università. Di qui l’esigenza di offrire al ragazzo un set informativo a tutto tondo sulle sue inclinazioni. Il profilo, costruitogli su misura da docenti qualificati ed esperti, si articola in quattro sezioni: la prima, risultante dal questionario AlmaDiploma, mette in luce i punti di forza di ciascuno e la sua percezione del corso di studi superiori appena concluso. La seconda, col percorso AlmaOrientati, fornisce indicazioni a quanti vogliano proseguire gli studi. La terza chiede di dare un voto alle 29 materie presenti nell’offerta formativa universitaria, e restiuisce una scala di corsi di laura ordinata in base alle preferenze espresse. La quinta sezione, invece, sonda quali sono gli aspetti del lavoro ritenuti rilevanti dal ragazzo e li mette a confronto con quelli indicati da laureati che a cinque anni dalla maturità già lavorano. Al diplomando viene così restituito il percorso formativo del predecessore modello che ha dato le sue stesse preferenze. Il convegno è stato la seconda tappa di una tre giorni, iniziata a Cagliari con l’incontro tra i rappresentanti di AlmaLaurea e AlmaDiploma e le imprese, e che prosegue oggi nell’auditorium di Porto Conte Ricerche.
 
LA NUOVA SARDEGNA
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
«Paura o libertà»: a convegno neuroscienziati e filosofi
Attacchi di panico e disturbi d’ansia tema del congresso
 
CAGLIARI. «Paura o libertà» è il titolo del convegno multidisciplinare che si terrà il 18 giugno al Mediterraneo organizzato da psichiatri e neuroscienziati ma aperto anche a un filosofo come Remo Bodei che verrà apposta da Los Angeles dove insegna per interrogarsi e parlare della relazione tra panico e libertà. Una relazione antica come l’uomo che viene continuamente resa attuale dagli intrecci contemporanei di tecnologia e umanità perduta, luoghi comuni e bisogni esistenziali, mode e inadeguatezze, pregiudizi e trasgressioni molto sofferte. Il convegno esplorerà l’essere umano nelle sue articolazioni neurologiche, psicologiche, sociali, filosofiche con lo scopo di tratteggiare quello che i medici chiamano disturbi d’ansia e attacchi di panico e che gli umanisti ridefiniscono con reazioni alle gabbie che di volta in volta si chiudono attorno alle persone.
 L’associazione culturale «GabbiaNo-attacchi di panico e disturbi d’ansia Onlus» organizza il convegno che comincerà alle 8.30 di sabato 18 luglio (hotel Mediterraneo) con lo scopo di divulgare argomenti scientifici e filosofici su un disturbo che è in crescente diffusione. «A farne le spese sono soprattutto le donne - spiega lo psichiatra Delio Spada presidente di GabbiaNo - colpite con una frequenza più che doppia rispetto agli uomini, e ai giovani, più impreparati ad affrontare la vita in questo vortice di sollecitazioni e trasformazioni sociali». Il convegno sarà moderato dalla farmacologa Maria Del Zompo, parteciperanno (oltre Spada che è anche psichiatra dell’Asl 8), Gian Luigi Gessa professore emerito del dipartimento di Neuroscienze (di cui è stato il fondatore), Giovanni Biggio direttore del dipartimento di biologia sperimentale dell’università, Bernardo Carpiniello direttore del dipartimento di clinica psichiatrica dell’università, Mario Guazzelli direttore del dipartimento di psichiatria, neurobiologia, farmacologia, biotecnologie dell’università di Siena, infine Remo Bodei dell’University of California.
 «Il convegno - spiega Spada - è rivolto a medici, psichiatri, psicologi, operatori socio-sanitari, ma presenta anche un carattere divulgativo che consente la partecipazione a tutti coloro che direttamente o indirettamente sono interessati al problema». Infatti una corretta informazione «costituisce un efficace strumento di prevenzione e di contrasto di tali patologie». L’attacco di panico è una crisi di ansia acuta di breve durata che si manifesta a volte in maniera prevedibile. «Altre volte invece - dice ancora lo psichiatra - la imprevedibilità o la mancanza di una causa apparente lo fa apparire incomprensibile e perciò ancora più inquietante. Col ripetersi delle crisi il soggetto si avvia verso uno stato di isolamento fisico e psicologico da cui diventa difficile liberarsi senza l’aiuto di un supporto specialistico».
 
LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 4 - Cagliari
Stipendio pieno malgrado l’attività esterna e le visite in privato
Sollecitato il processo anche per il direttore della Santa Rita
L’inchiesta dei Nas partita nel 2008 con numerosi indagati
Pazienti dirottati sulle cliniche: chiesto il rinvio a giudizio per due medici dell’università
 
 CAGLIARI. C’è anche il nome di un terzo medico nella richiesta di rinvio a giudizio che il pm Giangiacomo Pilia ha firmato a conclusione dell’inchiesta sull’oculista e docente Maurizio Fossarello, direttore della clinica oculistica del San Giovanni di Dio, accusato di truffa e peculato aggravati per aver incassato gli stipendi di un professionista che lavora in esclusiva per l’ospedale per poi operare anche all’esterno: è Enrico Peiretti, titolare di un assegno di ricerca concesso dall’Università.
 Peiretti deve rispondere soltanto di concorso in peculato con Fossarello per aver usato farmaci ospedalieri per prestazioni private su cinque pazienti. I due medici sono accusati anche di aver indirizzato quattro persone che si erano rivolte alla struttura sanitaria pubblica alle cliniche in cui esercitavano la libera professione. Sotto accusa anche Francesco Sias, direttore della clinica privata Santa Rita: per il pm Pilia dev’essere rinviato a giudizio per ricettazione. Stando all’indagine condotta dai Nas avrebbe utilizzato farmaci rubati da qualcuno al San Giovanni di Dio e dalla casa di cura ‘Clinica di Quartu’ per curare pazienti all’interno della sua struttura privata.
 Stando alle accuse Fossarello, 58 anni, originario di Savona, ha incassato per quattro anni di seguito lo stipendio maggiorato che spetta a chi lavora solo in ospedale e a tempo pieno con la formula dell’intramoenia. Ma di nascosto all’amministrazione sanitaria ha eseguito da gennaio 2005 a gennaio 2008 almeno 112 interventi chirurgici nella casa di cura Villa Santa Rita, nel centro oculistico laser Santa Lucia srl di cui possedeva il cinquanta per cento delle quote e di cui è stato amministratore fino al 2008. Fossarello operava anche alla Global Vision srl e in uno studio privato. Stando all’indagine condotta dai carabinieri del Nas, pazienti di Fossarello venivano indirizzati al San Giovanni di Dio per le visite di controllo e qui esentati dal pagamento del ticket. Se poi qualcuno si rivolgeva a lui quando si trovava all’ospedale pubblico, qualche volta partiva un suggerimento discreto: per curare la maculopatia o la cataratta meglio andare alla clinica privata Santa Rita. L’accusa di peculato è riferita alla quota che il medico avrebbe dovuto versare alla struttura pubblica sulle parcelle incassate per l’attività interna - e autorizzata - all’ospedale: ha incassato interamente anche quella. Fossarello - stando alla ricostruzione del Nas, confermata dal magistrato - ha interrotto la doppia attività soltanto nel 2008, quando ha optato per il tempo ospedaliero definito. Una scelta che a giudizio della Procura non può cancellare il reato commesso nei quattro anni precedenti, quando il direttore della clinica oculistica ha percepito 141 mila euro di indennità sullo stipendio come compenso economico di un rapporto esclusivo che non ha rispettato. Ogni anno finivano nelle tasche del direttore da venti a ventisei mila euro in più.
 
LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 23 - Sassari
In piazza Tola dalle 18 musica e giochi
«Universitari in Piazza» con i Modena e i Mau Mau
 
 SASSARI. Musica rock, giochi, un po’ di goliardia e un pensiero all’Unità d’Italia. Sono gli ingredienti della quarta edizione di «Universitari in Piazza», la manifestazione in programma stasera in piazza Tola, nel cuore del centro storico, a partire dalle 18. Non mancheranno i nomi di richiamo. Sul palco saliranno infatti anche i cantanti dei Mau Mau e dei Modena City Ramblers. Ma ci sarà spazio anche per i nostrani Almamediterranea, Mariamarì e tanti altre band locali. Nell’arco della serata, organizzata da nove associazioni studentesche, sarà dato grande spazio alla musica: alle 18 si svolgeranno infatti le finali regionali dell’University Rock - Un palco per tutti «Mart Live Sardegna», una manifestazione canora a cui partecipano gruppi universitari. Sul palco si contenderanno il titolo di rappresentante di «Marte Live» gli «Iskeed» e i «Buccia di Ciogga» che hanno vinto le selezioni alla «Squola Serale». I vincitori della serata parteciperanno alle finali a Roma. La serata di festa è stata organizzata in collaborazione con l’Ateneo e con il Comune. Quest’anno le associazioni degli studenti hanno individuato la ricorrenza dei 150 anni dell’Unità d’Italia come tema portante della serata. Ogni associazione allestirà uno stand nella piazza in cui saranno fornite informazioni sulle materie di studio, ma ci sarà spazio anche per dei giochi. Chiunque tra il pubblico potrà partecipare, versando un piccolo contributo. Una parte dei proventi dei giochi sarà devoluta all’associazione benefica Save the children.(l.f.)
 
LA NUOVA SARDEGNA
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 6 - Sardegna
Energia, a Macomer scuola supertecnica
Nasce nel Marghine uno dei 58 istituti italiani post diploma, unica sede per tutta la regione
Due anni di corso dopo il normale ciclo di studi. Selezione aperta a 20 ragazzi di ogni parte dell’isola
 
 
 MACOMER. Il lavoro incontra la scuola, la scuola incontra il lavoro: nasce nel cuore della Sardegna uno dei centri pilota per garantire il futuro di tanti diplomati. A settembre sorgerà proprio qui, nell’antica cittadina del Marghine, uno dei 58 Super Tecnici d’Italia. Li ha voluti il ministro Gelmini: «È una delle alternative agli studi universitari», dice. A Macomer ci sarà un corso biennale per il risparmio energetico, aperto a 20 ragazzi provenienti da tutta l’isola.
 I finanziamenti? Grosso modo, mezzo milione. Assieme all’impegno d’industriali sardi già in attesa di questa manodopera qualificata, i soldi serviranno a permettere l’avvio di un mestiere subito dopo la fine dell’apprendimento tra i banchi da parte dei ragazzi.
 Lo snodo di tutto è l’istituto professionale Amaldi, ente di riferimento ufficiale per l’iniziativa. Suoi partner sono il Comune, la Regione, la Ceccato Spa, la spagnola Acciona Agua, Centralabs, Crs4 di Cagliari, Ial-Cisl Sardegna. Dice la preside, Rossella Uda: «Oggi da noi frequentano circa 200 allievi. Ma il nuovo piano non s’inserisce nel normale ciclo didattico di 5 anni. Sarà un percorso post diploma e rappresenterà un’ulteriore attrattiva. Il bando per le iscrizioni verrà reso noto quest’estate. E sappiamo già che il 50% dei docenti arriverà dal mondo del lavoro».
 L’insieme del pacchetto d’interventi su scala nazionale è stato presentato a Roma: occasione per confermare i progetti nell’unica sede sarda di Macomer. Ma qual è con esattezza l’idea di fondo? Eccola: «Formare specialisti che abbiano i i profili richiesti dalle imprese del territorio», spiegano gli organizzatori. Insomma: l’incontro effettivo tra la domanda e l’offerta di occupazione. Con un obiettivo collaterale, spiegato da Mariastella Gelmini: «Dare una risposta concreta ai giovani senza lavoro e contrastare l’abbandono scolastico». Le neocostituite fondazioni avranno quindi lo scopo di creare una sinergia più stretta fra istruzione e mercato. I fondi per i 4 semestri arriveranno da ministero e assessorato sardo alla Cultura.
 «La scuola speciale di tecnologia durerà 1.800-2.000 ore», informa la preside di queste Professionali intitolate alla memoria di Edoardo Amaldi (1908-1989), scienziato di grande levatura, con Fermi, Segrè e Majorana tra i ragazzi di via Panisperna che rivoluzionarono la fisica. Un istituto, quello di Macomer, che in passato ha dato vita ad altre iniziative coraggiose sul piano della didattica. «Adesso confidiamo molto nel rapporto con le aziende e con le altre istituzioni interessate al progetto», conclude Rossella Uda.
 Negli altri 57 Super Tecnici italiani studieranno applicazioni per il Made in Italy nella moda, nella casa e nei servizi per le aziende. O punteranno su altri settori emergenti. Nel Marghine hanno scelto di privilegiare l’efficienza energetica. L’iniziativa è stata promossa dal consigliere regionale sardista Paolo Maninchedda e s’inserisce nella programmazione per lo sviluppo di questa parte dell’isola (importanti i risultati già conseguiti nell’area di Tossilo).
 Messo in tasca il diploma a luglio, gli studenti sardi che pensano di essere tagliati per questo percorso possono dunque assumere tutte le informazioni all’Amaldi e poi partecipare alle selezioni. Un’opportunità in una regione falcidiata dalla disoccupazione giovanile. «Ma non pensino a un sesto e a un settimo anno delle Superiori», dicono ancora i motori del progetto. «Perché sarà piuttosto un canale formativo di livello post-secondario parallelo ai percorsi accademici», spiegano. Nel Marghine si prevedono lezioni in aula e in laboratorio, tirocinii obbligatori per almeno il 30% del monte orario e, in uscita, una certificazione delle conoscenze acquisite. Al termine, verrà rilasciato un diploma con l’indicazione del tipo di formazione.
 Gli altri primattori del progetto sono il sindaco Riccardo Uda, l’assessore Sergio Milia, il presidente del neocostituito Istituto tecnico superiore Silvano Tagliagambe, il responsabile della sezione energie rinnovabili del Crs4 Bruno D’Aguanno, l’amministratore della Ceccato Giuseppe Angelico. Oltre naturalmente ai dirigenti della multinazionale Acciona e del sindacato Cisl.
 Oggi così a Macomer, per evitare i pericoli sempre in agguato nelle nuove situazioni, tutti sognano un traguardo: «Costruire non una università di serie B ma una scuola tecnologica superiore di serie A». Un compito non semplice a prima vista, secondo molti. Ma se Edoardo Amaldi da qualche spazio indefinibile della metafisica veglierà su tutta l’operazione col suo genio da ragazzo di via Panisperna e con la magnanimità da benefattore che l’ha contraddistinto nella vita, magari l’obiettivo almeno questa volta sarà centrato davvero.

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