Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
28 April 2011

 

Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa e web

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cagliari e Provincia (Pagina 15 - Edizione CA)
«Perché dobbiamo finanziare noi l'ateneo?»
UNIVERSITÀ. Risposta degli studenti al rettore, che ha chiesto il 5 per mille
 
Risposta al rettore Giovanni Melis - che con una lettera ha chiesto a studenti e loro famiglie di destinare il 5 per mille all'Università - da parte degli studenti del collettivo studentesco “Entula Arrubia” della facoltà di Scienze politiche. Gli universitari si chiedono perché mai le loro famiglie debbano «destinare il loro 5 per mille, che lo Stato decide di non trattenere affinché possa essere destinato alle organizzazioni no profit, per colmare un qualcosa che lo stesso Stato ha deciso di non finanziare più».
Il j'accuse degli universitari su tutta la politica messa in atto dal rettore è tagliente: «La sua lettera si conclude affermando che i primi risultati del suo lavoro (leggasi: applicazione dei tagli) sono confortanti. Per parte nostra», scrivono, «ci sentiamo di poter affermare il contrario: il calo degli iscritti e la consistente migrazione verso altri atenei lo dimostra».
Nella sua missiva Melis ha chiesto agli iscritti “fiducia” e “aiuto”. La prima gli studenti non sono intenzionati a concederla: «Come si può dare fiducia a chi l'ha già tradita?». Il riferimento è «al tentativo di coprire posti vacanti di ricercatore assumendo persone non retribuite». Poi i ragazzi si chiedono retoricamente: «È questo il modo attraverso il quale ha deciso di far fronte alla crisi e migliorare la qualità dei servizi didattici?». E citano come prova i tagli a tutoraggi ed esercitazioni come quelli di «Statistica, Politica economica e Sociologia, tutte materie fondamentali in Scienze politiche».
Gli studenti chiedono anche «chiarezza e impegno» a Melis su tre questioni: il campus di viale La Playa, quello diffuso e sul college di Sant'Efisio. «E una presa di posizione su tutte le questioni poste nella lettera». Si attende la replica da via Università.
 
2 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 46 - Edizione CA)
Vittorio Gallese e i neuroni specchio: la ragione è emozione, il corpo è mente
Una scoperta che apre una nuova alleanza tra psicoterapia e neuroscienze
L'EVENTO. Dopodomani a Cagliari, al Teatro Massimo, il convegno internazionale promosso dall'Iefcostre
 
Sapete quando siamo davvero irrazionali? Quando agiamo convinti di non esserlo, e crediamo di non farci condizionare dalle emozioni che ci provengono dagli altri. Ma noi non siamo computer, il nostro cervello non è un elaboratore di dati che provengono dall'ambiente, è parte integrante di quell'ambiente. Proprio per questo, tanto più crediamo di agire in base a modelli di razionalità, tanto più siamo “irrazionali”. La mente non è svincolata dalla corporeità, la ragione dal sentimento, ma al contrario il corpo è parte integrante di quei movimenti che descriviamo come “mentali”.
A dare un colpo ulteriore alle teorie del cognitivismo classico - «stelle morte che continuano a mandare luce anche quando non ci sono più», le definisce Vittorio Gallese - è la scoperta dei neuroni specchio, che è stata per la psicologia (come dice un illustre neuroscienziato indiano) quello che il dna è stato per la biologia. Protagonista di questo fondamentale passo avanti, negli anni Novanta, è stato il team di neuroscienziati dell'Università di Parma diretto da Giacomo Rizzolatti che ha proprio in Gallese un punto di riferimento fondamentale.
Il neuroscienziato ha individuato come alcune aree del nostro cervello, che hanno il compito di guidare il movimento, siano dotate di neuroni che si attivano sia quando si compie un'azione sia quando si osserva un altro mentre la compie. Il neurone di chi osserva, insomma, rispecchia il comportamento di chi viene osservato, come se stesse compiendo l'azione egli stesso. Questi neuroni, individuati nei primati e nell'uomo, hanno una importanza fondamentale per una nuova alleanza tra psicoterapia e neuroscienze. E sarà lo scienziato dei neuroni specchio, dopodomani al Teatro Massimo di Cagliari, uno dei protagonisti di una giornata memorabile organizzata dall' Iefcostre (Istituto Europeo di Formazione Consulenza Sistemica e Terapia Relazionale, riconosciuto dal Ministero dell' Università), di cui è presidente il neuropsichiatra e psicoterapeuta Luigi Onnis. Durante il convegno, che si aprirà in mattinata per concludersi nel pomeriggio, si parlerà di intersoggettività e neuroni specchio, e si tracceranno le linee di un appassionante rapporto di scambi e confronti tra le due discipline. Con Gallese ci sarà Daniel Stern, psichiatra e psicoanalista di fama mondiale.
Professor Gallese, la scoperta dei neuroni specchio può rappresentare un colpo alla separazione cartesiana corpo-mente che tanto ha condizionato il nostro modo di pensare? Insomma, Spinoza, con la sua mappa delle emozioni, è più attuale di Cartesio?
«Sì, senz'altro. Se questa concezione di una mente svincolata dalla corporeità lascerà il campo all'idea di un corpo che nella sua espressività è parte integrante di quei contenuti “mentali”, si apriranno orizzonti molto nuovi. Quanto alla filosofia, li perlustra da tempo. Lei cita Spinoza, io citerei Husserl, la fenomenologia, e il duplice aspetto del corpo: che è oggetto materiale, Körper, ma anche Leib, espressione dell'esperienza vitale. Ormai la convinzione per cui solo risalendo alle idee si può spiegare compiutamente il comportamento sembra fare acqua da tutte le parti. Il cognitivismo classico mi fa pensare a quelle stelle morte che continuano a mandare la luce anche quando non ci sono più. Diciamo che i neuroni specchio, (ma non solo loro) approdano a risultati che suggeriscono come questa tripartizione tra azione, percezione e cognizione non regga più. I neuroni specchio dimostrano che la percezione è una modalità dell'azione e che questa integrazione tra aspetti dell'azione e della percezione svolge un ruolo cruciale nei nostri processi cognitivi».
Spesso si parla di Quoziente Intellettivo riferendo l'intelligenza alla pura logica, ma l'intelligenza è anche altro, è emozione...
«Certamente, il contributo di Antonio Damasio e della sua scuola dimostra come il nostro comportamento diventa veramente “irrazionale” proprio quando viene meno il connotato emozionale. Ma anche due grandi economisti come Daniel Kahneman e Amos Tversy dimostrano come anche le nostre decisioni non siano mai frutto della pura razionalità ma siano condizionate da come ci sentiamo valutati dall'altro».
Siamo simili ai nostri genitori per via del dna, ma quanto la gestualità delle persone con cui viviamo, l'empatia che creiamo con loro, è più forte della voce dei geni?
«Qui mi verrebbe da dire che la distinzione netta tra innatismo geneticamente determinato e apprendimento è messa in discussione quando si dimostra che l'espressione di un gene è condizionata non solo dal gene, ma anche dalla progenie. Diciamo che la teoria dell'evoluzione sta recuperando elementi del lamarckismo, nessun direbbe che la giraffa ha il collo lungo perché a ogni generazione le allungavano il collo, ma non siamo molto lontani... Nella misura in cui i neuroni specchio sono fondamentali per le nostre competenze empatiche, si può dire che a parità di predisposizione genetica uno se la gioca sul fronte dell'ambiente umano in cui agisce».
Siamo esseri sociali sin dal ventre materno?
«Il comportamento dei gemelli in utero è un'ulteriore dimostrazione che il nostro sistema motorio si sviluppa tanto precocemente da permettere in una fase prenatale di organizzare i movimenti in modo diverso a seconda di dove siano diretti. Una gravidanza gemellare dimostra quanto siamo predisposti all'interazione sociale. La vecchia intuizione di Martin Buber per cui nel principio è la relazione non è una metafora, è un dato di fatto».
Neuroni specchio e condizionamento politico: si può ipotizzare di imporre una dittatura attraverso un processo indotto di rispecchiamento? E i mass media stanno uniformando le nostre emozioni?
«Stiamo attenti a non fare semplificazioni. Io non vedo connessione diretta tra l'esposizione alla violenza attraverso i media e comportamenti conseguenti nella vita quotidiana. Non dimentichiamoci che viviamo in una società meno violenta rispetto a quattro-cinque secoli fa, e allora non c'era la tv. Il discorso è più complicato, ed è vero che una costante esposizione a certe tematiche può portare a fenomeni di desensibilizzazione. E poi, senza tirare in ballo i neuroni specchio, è altrettanto vero che la cornice di significato che viene proposta può essere condizionante. Ma questo non è una novità, la manipolazione dell'opinione pubblica è vecchia quanto l'Ars retorica, bastano Quintiliano o Cicerone. Diciamo che i media amplificano la possibilità di manipolare le opinioni e quindi c'è bisogno di un pensiero critico. Quanto alle neuroscienze cognitive, possono essere un'arma a doppio taglio: forniscono ulteriori strumenti di manipolazione, ma anche i mezzi per smascherarle..».
Maria Paola Masala
 
Cultura (Pagina 46 - Edizione CA)
Daniel Stern, noi ci riflettiamo negli altri
L'altro grande protagonista della giornata di studi di sabato è uno dei massimi psicoanalisti viventi
 
Nel campo della psicologia e della psicoterapia quando si parla di “mondo interpersonale del bambino”, “costellazione materna”, “intersoggettività”, il punto di riferimento è lui. È Daniel Stern, uno dei massimi psicoanalisti viventi, per quanto il suo rapporto con la psicoanalisi ortodossa non sia stata, spesso, senza contrasti.
Nei suoi studi sullo sviluppo psicologico del bambino, (nel filone della cosiddetta “infant research”) Stern ha messo in evidenza che sulla costruzione del mondo psichico, più che le istanze pulsionali di cui aveva parlato Freud, giocano un ruolo essenziale i rapporti interpersonali concretamente sperimentati con le figure significative di riferimento, in particolare la madre. Stern mette, dunque, al centro dello sviluppo psicologico e della stessa funzione della mente, la relazione intersoggettiva: «Non vi è mente - afferma - senza continua interazione con l'altro». Questa concezione è stata oggi ampiamente confermata dalle neuroscienze, attraverso l'importante scoperta dei “neuroni specchio”, che onora la ricerca italiana perché è stata compiuta da Rizzolatti, Gallese e altri ricercatori dell'Università di Parma. Si tratta di neuroni che hanno una funzione di rispecchiamento delle azioni, delle percezioni e delle emozioni degli altri. Indicano, quindi, una sorta di predisposizione neurobiologica dell'individuo umano all'intersoggettività.
Ma come si esprime l'intersoggettività? Non si tratta, naturalmente, solo di scambi verbali, ma di esperienze emozionali condivise, che utilizzano linguaggi impliciti, come quelli che permettono al bambino di apprendere e comunicare con la madre, attraverso i gesti, gli sguardi, la mimica, il contatto fisico. O, ancora, come quella sintonizzazione e sincronizzazione emotiva che consente a due innamorati di lanciarsi l'uno nelle braccia dell'altro e di unirsi in un bacio appassionato con un “atterraggio morbido” senza rischiare di compromettere la reciproca integrità dentaria.
Questa “conoscenza relazionale implicita”, attraverso cui anche inconsapevolmente le menti si incontrano, ha per Stern un'enorme importanza ed è l'elemento fondante dell'intersoggettività. Essa svolge un ruolo essenziale anche in psicoterapia, perché solo se la relazione terapeutica diventa veicolo di empatia può produrre efficacemente cambiamento. Le tecniche terapeutiche (le interpretazioni verbali) da sole non bastano. È necessario quel “qualcosa in più” di cui parla Stern, che coincide con una reciproca circolazione affettiva, che implica altri linguaggi mediati dal corpo. Questa concezione, dunque, riaggrega la mente al corpo riprendendo le intuizioni anticipatrici della filosofia fenomenologica. Dà alla mente quella dimensione “embodied” (incarnata) che oggi le neuroscienze le riconoscono; e fa della corporeità la base della intersoggettività e il centro di emanazione di quelle “forme di vitalità” di cui Stern parla nel suo ultimo libro ( Le forme vitali , Ed. Cortina, 2011).
Tutto ciò non significa sottovalutare l'importanza del pensiero razionale, ma sottolineare (come confermano le neuroscienze) che la razionalità non può essere svincolata dalle emozioni, e queste sono legate ai linguaggi del corpo. «La natura - scrive Stern - ( Il momento presente , 2006), ha avuto la saggezza di non iniziare i bambini all'uso del linguaggio verbale prima di un anno e mezzo di età, per dar loro il tempo di apprendere come funziona veramente il mondo umano, senza la distrazione e le complicazioni delle parole, ma solo con l'aiuto della musica del linguaggio».
Luigi Onnis
 
3 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
È un Master senza più back
«Lo avevano promesso per marzo, ora slitta ancora»
I laureati specializzati attendono da molti mesi il bando per i “Percorsi di rientro”
 
Hanno studiato fuori dalla Sardegna, sono tornati nell'Isola dove speravano di mettere a frutto le loro conoscenze. E si ritrovano con un pugno di mosche. Sono i ragazzi che attendono il bando “Percorsi di rientro 2010”, in pratica, l'inserimento lavorativo del “Master & back”. Molti di loro sono tornati da un anno e oltre e ancora non riescono a trovare una collocazione nel mondo del lavoro. Perché il bando, promesso per il primo trimestre 2010, ancora non è uscito.
LA SITUAZIONE E, da quello che raccontano i laureati del “Comitato Master & back”, la situazione è ancora molto lontana dal trovare una soluzione. «Dall'Urp dell'Agenzia per il lavoro», scrivono, «ci è stato recentemente comunicato che il bando uscirebbe a giugno o, ancora più tardi, in autunno». Il tempo passa e l'ingresso nel mondo del lavoro si allontana. «Anche perché», raccontano i laureati, «ultimamente siamo venuti a sapere che c'è l'intenzione di unire il bando 2010 con quello 2011».
I NUMERI Un problema molto serio per i giovani che hanno frequentato master o corsi di specializzazione. E, sia chiaro, non si parla certo di pochi eletti: a seguire i percorsi di “Alta formazione” sono stati in 450 mentre hanno partecipato a “Tirocini” altri 614 giovani; a questi devono aggiungersi i 31 che hanno seguito “Percorsi artistico-musicali”. Un totale di 1.095 giovani, senza contare un altro migliaio di assimilati (quelli che hanno seguito percorsi alternativi). Tutti fermi, forse in attesa dei circa duecento che dovrebbero partecipare ai “Percorsi di rientro 2011”.
IL LAVORO Un'attesa snervante. Anche perché, tra il bando e l'effettivo ingresso nel mondo del lavoro, passa molto tempo. Basti pensare che l'ultimo back dell'ottobre 2009, chiuso a dicembre dello stesso anno, si concluso, in molti casi, con l'attivazione dei contratti nel luglio del 2010. Dunque, se il bando 2011 avesse seguito gli stessi tempi, i laureati avrebbero dovuto cominciare a lavorare quest'estate. Invece, sono ancora in attesa e non sanno niente. «L'Agenzia per il lavoro ha fatto tutto quello che doveva. Ma, visto che manca il bando, il ritardo è dovuto alla Regione», affermano gli studenti.
I FONDI Non soltanto: molti di questi giovani avranno difficoltà anche dopo il bando. Perché in tanti erano destinati a lavorare nelle fondazioni o nelle università. Ma i tagli fatti dal governo hanno tolto ossigeno alla ricerca. Al tempo stesso, c'è stato un ridimensionamento anche dei finanziamenti per i “Percorsi di rientro” da parte della Regione: quest'anno, ci sono circa 15 milioni di euro, una cifra che non è in grado di soddisfare le esigenze. Dunque, molti giovani non saranno in grado di poter utilizzare nell'Isola le conoscenze che hanno appreso durante i percorsi di “Alta formazione”. «Ci dicono che il back non è nostro diritto. Magari hanno anche ragione. Ma il back è, certamente, un dovere delle amministrazioni. E queste non stanno adempiendo al loro dovere». La conclusione? Imprevedibile, è ovvio. Ma per molti ragazzi la conclusione potrebbe essere quella più amara. «Siamo andati via dalla Sardegna per un anno per specializzarci. Rischiamo di dovercene andare definitivamente per poter trovare lavoro».
Marcello Cocco
 
4 – L’Unione Sarda
Economia (Pagina 44 - Edizione CA)
Il Sud al centro del Dl sviluppo. Oggi nuova riunione per limare il pacchetto
Tasse destinate a crescere
Allarme dei commercialisti sulla pressione fiscale
Dalla redazione
 
ROMA Nei prossimi anni non ci sarà da dormire sonni tranquilli. Sulla base delle previsioni del Documento Economico Finanziario del governo «la pressione fiscale crescerà». Il dato è del presidente dei commercialisti, Claudio Siciliotti ed è stato presentato ieri in audizione alla Commissione Finanze della Camera. La variazione è minima (su una base di partenza drammatica), ma è servita per riportare all'evidenza del Parlamento una situazione critica: il peso del fisco «crescerà al 42,45% nel 2011, 42,71% nel 2012, 42,56% nel 2013 e 42,43% nel 2014». Si aspetta la riforma fiscale, ma intanto sono in arrivo le misure per ridurre l'oppressione sulle imprese e introdurre una fiscalità di vantaggio per il Sud. Siciliotti propone tre ricette: semplificare gli adempimenti delle imprese che operano con l'estero; sbloccare la compensabilità dei crediti vantati dalle imprese verso le pubbliche amministrazioni con i debiti verso l'erario e, infine, rimuovere l'obbligo di identificazione con il codice fiscale dei cittadini che effettuano acquisti di importo superiore a 3.600 euro.
DECRETO Mancano circa dieci giorni alla presentazione del pacchetto sviluppo voluto da Tremonti per “scongelare” l'economia. Si andrebbe verso una rimodulazione del sistema delle imposte al Sud per favorire gli investimenti, ma siccome è necessario il via libera della Commissione Ue, il decreto sviluppo verrà presentato in Europa il 16 (Ecofin) e il 17 maggio (Eurogruppo), insieme alla Decisione di economia e finanza e al Piano nazionale di riforme. Mezzogiorno al centro, quindi. Con la richiesta avanzata a Bruxelles di poter ottenere forme di fiscalità di vantaggio. A questo va ad affiancarsi la "centralizzazione" degli interventi a partire dalla gestione delle risorse, anche europee che le Regioni meridionali non riescono a spendere.
ALTRO ROUND Oggi è prevista una nuova riunione al Tesoro per mettere e a punto il provvedimento che conterrà - oltre al credito di imposta del 90% per le imprese che commissionano ricerche o finanziano investimenti nelle università e negli istituti di ricerca - anche gli sgravi per le ristrutturazioni, le agevolazioni per la conversione dei mutui da tasso fisso a variabile fino alla riproposizione del «piano casa».
EDILIZA PUBBLICA Snellimento delle procedure per gli appalti pubblici: introduzione delle percentuali fisse per le cosiddette opere compensative chieste dagli enti locali, viene introdotto un tetto del 20% anche ai maggiori costi intervenuti e alle varianti in corso d'opera.
PROCESSO CIVILE Smaltimento dei processi arretrati e velocizzazione.
E.Z.
 
5 – L’Unione Sarda
Cronaca di Oristano (Pagina 16 - Edizione OR)
Istar
Per Sa Die la conferenza sul Giudicato all'Hospitalis
 
Appuntamento di alto spessore quello previsto domani all'Hospitalis Sancti Antoni nell'ambito delle celebrazioni per Sa die de sa Sardigna. Stefano Pira, docente dell'Università di Cagliari terrà la conferenza “La memoria del Giudicato d'Arborea e il risveglio della Nazione Sarda alla vigilia del 28 Aprile 1794”. L'evento sarà introdotto dai saluti del sindaco Angela Nonnis e dell'assessore comunale alla Cultura Luca Faedda. Prevista anche la partecipazione del presidente della Regione Ugo Cappellacci e dell'assessore regionale alla Cultura Sergio Milia. Al tavolo d'onore inoltre il presidente della commissione Cultura del Consiglio regionale Attilio Dedoni e il presidente dell'Istar, Istituto storico Arborense, Walter Tomasi. I lavori saranno coordinati dal direttore scientifico dell'Istituto storico arborense il professor Giampaolo Mele.
L'iniziativa che avrà inizio alle 17,30 nel complesso dell'ex Asilo (ingresso via Cagliari) è a cura dell'Istar, della Regione e del Comune, con la collaborazione della biblioteca comunale, dell'Archivio storico e del Centro servizi Unla di Oristano. ( c. c. )
 
6 – L’Unione Sarda
Sulcis Iglesiente (Pagina 23 - Edizione PC)
Iglesias
Convegno sui rischi ambientali
 
Si parlerà di rischi naturali e antropici alla conferenza internazionale che inizierà oggi, alle 11, nella sede dell'Università di Monteponi. I lavori proseguiranno venerdì e sabato. Parteciperanno esperti di diversi settori disciplinari che si confronteranno su specifiche attività di ricerca relative ai fenomeni del danno del territorio e alla predisposizione di interventi di mitigazione dei rischi ambientali e territoriali. Saranno presenti 70 studiosi provenienti da diversi Enti di ricerca italiani ed europei e da alcuni Paesi dell'Africa. (c. s.)
 

LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
Convegno sui disturbi dell’apprendimento
Promosso dall’Airipa Sardegna si terrà domani e sabato a Scienze della Formazione
 
CAGLIARI. Cos’è la discalculia? Quando ricorrere allo specialista se il bambino legge con difficoltà? E se è troppo attivo e non riesce a concentrarsi? L’importante è non avere paura né lasciarsi trasportare dal panico, anche perché non si tratta di malattie, ma di difficoltà, affrontabili e risolvibili quasi per intero. La storia di personaggi come Tom Cruise, Picasso e Einstein, tutti affetti da questo tipo di difficoltà, lo dimostra.
 Eppure sono queste le domande sempre più ricorrenti che spesso rivelano l’inadeguatezza di educatori e genitori di fronte a un problema, quello dei disturbi specifici dell’apprendimento, che si può affrontare efficacemente prima che diventi disagio.
 Il tema sarà analizzato e discusso domani e sabato a Cagliari, in occasione del primo congresso regionale dell’Airipa Sardegna. Esperti e specialisti della materia faranno il punto nella aule della facoltà di Scienze della formazione dell’ateneo cagliaritano (via Is Mirrionis 1) durante una duegiorni ricca di spunti stimolanti. Tra i relatori saranno presenti, oltre al presidente nazionale dell’Airipa, Cesare Cornoldi (Università di Padova), anche Graham Hitch (facoltà di Psicologia dell’Università di York) e Fabio Celi (Università di Parma).
 Il congresso è rivolto a psicologi, ricercatori, neurospichiatri, pediatri, insegnanti e a tutti i professionisti che, a vario titolo, operano nel campo dello studio dei bambini che presentano problemi di sviluppo e apprendimento. Un disturbo - spiegano gli esperti - sempre più ricorrente che anche nell’isola ha assunto proporzioni importanti. Sintomi inizialmente sfumati, ma che possono nascondere problemi sui quali bisogna intervenire tempestivamente per evitare che possano avere future conseguenze sulla formazione della personalità e sul loro rendimento una volta diventati adulti. In occasione del congresso, il coordinamento ha attivato una segreteria organizzativa alla quale ci si può rivolgere per iscriversi ai lavori che si apriranno il 29 aprile. Si possono contattare Dolores Rollo, rollo@unica.it o Maria Chiara Fastame, chiara.fastame@unica.it del dipartimento di Psicologia dell’università.(a.m.)
 
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Prima Pagina
LA BEATIFICAZIONE
La grandezza di Wojtyla
ATTILIO MASTINO*
 
Cinque anni fa nella Università M. Assunta di Roma si tenne il convegno «Il titolo di Magno dalla Repubblica all’impero al papato».
 
Pagina 4 - Sardegna
SEGUE DALLA PRIMA
Karol il Grande? Ecco perché
ATTILIO MASTINO*
 
Quel convegno da noi organizzato fu aperto dal cardinale polacco Zenon Grocholewski. Ne abbiamo poi ricavato un libro assieme a Maria Pia Baccari, presentato a Desulo in occasione della dedica della statua di Giovanni Paolo Magno sulla Punta Norcià. E poi di nuovo ne parlammo a Sassari, in ateneo, nel gennaio 2010, con Giorgio La Spisa, Aldo Morace, Antonio Delogu. Volevamo riprendere l’idea lanciata dal cardinale Angelo Sodano il 3 aprile 2005, poche ore dopo la morte del Papa, che lo ricordò come «Giovanni Paolo II il Grande, morto con la serenità dei santi». Occorre partire dal mio contributo su Magnus nella titolatura degli imperatori romani, sulle orme di Alessandro Magno: l’attributo Magnus rimanda in origine all’idea di impero universale, alle vittorie militari, all’ideologia cosmocratica, alla imitatio Alexandri. Le radici culturali dell’epiteto greco mégas così come del titolo latino si individuano nel soprannome «il Grande» portato da Alessandro per distinguersi dai predecessori e per richiamare la conquista dell’Asia e il collegamento ideale con i celebrati imperi universali, quello dei Persiani, prima ancora quelli degli Assiri e dei Babilonesi. L’aggettivo finì per piegarsi «a indicare le doti di Alessandro come conquistatore di terre sino ad allora sconosciute, sovrano pacificatore, convinto sostenitore della fratellanza tra gli uomini, capace di fondere «in una coppa dell’amicizia» due popoli».
 Se si torna indietro nel tempo, l’attributo (riferito a divinità salutari e di carattere cosmico) compare nella titolatura degli imperatori romani in particolari circostanze talora collegate ad un trionfo, per indicarne le specifiche virtù personali che meritano la lode dei contemporanei e anche la memoria riconoscente dei posteri. Il vertice di tale impostazione è individuato, dopo il precedente di Pompeo Magno, nel principato di Caracalla, in relazione all’emanazione della constitutio antoniniana de civitate e alla modifica del nome stesso del principe che dopo la morte fu ricordato come Antonino il Grande per le imprese militari ma soprattutto per le decisioni politiche. Infatti solo per Caracalla è sicura l’adozione di Magnus in via ufficiale all’interno del formulario onomastico, forse in seguito a una acclamazione del Senato o del popolo durante la permanenza del principe a Roma nel corso del 212 d.C. Le forme seguite per l’attribuzione del titolo Magnus hanno un peso giuridicamente rilevante, tanto che può supporsi che sia stato assegnato a seguito di un senatoconsulto, come testimonia l’adozione generalizzata dopo la morte, tale da caratterizzare e distinguere Caracalla rispetto agli altri Antonini.
 Per tutti gli imperatori il modello rimase vitale, ma «l’attributo non fu compreso tra quelli assunti a carattere ufficiale, ebbe un impiego epigrafico complessivamente sporadico e rivestì un generico significato encomiastico-celebrativo, che si coglie anche in occasionali riferimenti letterari». Di conseguenza in genere nelle iscrizioni compare all’esterno del nome sia in dediche ufficiali sia a livello ufficioso. Il modello propagandistico fu mantenuto fino al IV secolo con Costantino Magno, il protagonista della pace religiosa, ormai privo di quelle che erano state le caratteristiche costitutive, cioè l’adozione ufficiale, l’inclusione all’interno del nome e il collegamento con l’idea dell’impero universale. Il suo riemergere nella titolatura dei romani pontefici a partire da Leone Magno difensore della romanità, poi con altri due «Papi di battaglia» come Gregorio Magno (morto nel 604 d.C.) e Niccolò Magno (morto nell’867), testimonia una vitalità e una carica semantica che sembrano sottolineare la dimensione universale del magistero della Chiesa, erede delle secolari tradizioni dell’impero. Proprio da Desulo rilanciammo l’idea di attribuire il titolo al grande papa polacco, secondo una tradizione secolare che voleva che fosse il popolo cristiano a riconoscere la dignità del nuovo nome dopo la morte, con un bilancio di un grande pontificato speso per riaffermare la dignità della persona e la pace.
*rettore dell’università di Sassari
 
9 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Oristano
Memoria del Giudicato
Sa Die de sa Sardigna 2. Conferenza di Stefano Pira
 
 ORISTANO. “La memoria del Giudicato d’Arborea e il risveglio della Nazione Sarda alla vigilia del 28 Aprile 1794”. È il titolo della conferenza che Stefano Pira, docente dell’Università di Cagliari, terrà domani alle 17,30, all’Hospitalis Sancti Antoni (ingresso via Cagliari) nell’ambito delle celebrazioni per Sa die de sa Sardigna. La conferenza sarà introdotta dai saluti del sindaco Angela Nonnis, dell’assessore comunale alla Cultura Luca Faedda, del presidente della Regione Ugo Cappellacci, dell’assessore regionale alla Cultura Sergio Milia, del presidente della Commissione cultura del Consiglio regionale Attilio Dedoni e del presidente dell’Istar Walter Tomasi. Coordina i lavori il direttore scientifico dell’istituto storico arborense Giampaolo Mele.
 
10 – La Nuova Sardegna
Pagina 27 - Sassari
«Sa Die» e l’autonomia
Relazioni di accademici e storici dell’arte alla conferenza organizzata da Logosardigna
DONATELLA SINI
 
 CASTELSARDO. «Sa Die de sa Sardigna nel 150º dell’Unità d’Italia: quale autonomia per la Sardegna?». È questo il titolo della conferenza organizzata dalla rivista culturale «Logosardigna» per questo pomeriggio, con inizio alle ore 18, nell’ufficio comunale nella banchina del porto turistico. Il pubblico potrà ascoltare le riflessioni di storici dell’arte e docenti universitari.
 Parteciperanno alla manifestazione in qualità di relatori Alessandro Ponzeletti, Giuseppe Zichi, Bartolomeo Porcheddu, Omar Chessa. Sono previsti anche interventi del sindaco Matteo Santoni e dell’assessore comunale alla Cultura Michele Salvo.
 La conferenza sarà aperta da Alessandro Ponzeletti (storico dell’arte e membro della sezione sassarese di Italia Nostra) che parlerà di «Arte celebrativa post-unitaria in Sardegna». Seguirà una relazione di Giuseppe Zichi (docente di Storia del Risorgimento nella facoltà di Scienze politiche dell’Università di Sassari) che tratterà il tema «La Chiesa sarda e l’Unità d’Italia».
 Il convegno proseguirà con l’intervento di Bartolomeo Porcheddu, direttore di Logosardigna, che parlerà delle «Minoranze linguistiche nell’Italia unita». Omar Chessa (docente di Diritto costituzionale nella facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Sassari) parlerà di «Specialità sarda e questione federale».
 Non è un caso che gli organizzatori abbiano scelto il 28 aprile, Die de sa Sardigna, per cercare di rispondere al quesito «quale autonomia per la Sardegna?» con autorevoli studiosi che tratteranno argomenti di estrema attualità nel centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia.

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