Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
11 April 2011
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
 
    
 
L’UNIONE SARDA
  
1 - L’Unione Sarda / Cultura - Pagina 51
LA RIVELAZIONE
1961. La polmonite della Taylor
Quando la scoperta di Giuseppe Brotzu salvò la vita a Liz
Quando Giuseppe Brotzu isolò il fungo cephalosporium nell'acqua di Su Siccu, non sapeva che la sua scoperta, anni dopo, avrebbe salvato la vita di Liz Taylor. La diva dagli occhi viola, scomparsa il 23 marzo scorso all'età di 79 anni, mezzo secolo fa si salvò solo grazie al farmaco. A raccontarlo è il figlio dello scienziato, il professor Giovanni Brotzu: «Nel 1961 l'attrice, mentre si trovava a Londra, fu colpita da una terribile broncopolmonite. I medici accorsi al suo capezzale tentarono di curarla con diversi antibiotici, ma senza esito. Infine si decise di provare in via sperimentale con la cefalosporina, che allora non era in commercio». L'attrice guarì, ma Brotzu non rivelò l'episodio. «Lo seppi anni dopo da un dipendente della Glaxo: mio padre non me ne parlò mai». Presidente della Regione, sindaco di Cagliari e rettore dell'Università, Brotzu nei ricordi del figlio era un uomo molto timido e riservato.
IL FUNGO Brotzu scoprì l'antibiotico in un modo curioso: notò che il tifo intestinale nel rione Marina aveva una virulenza minore rispetto agli altri quartieri, e collegò questo fatto all'abitudine dei suoi abitanti di fare il bagno nell'acqua di Su Siccu, inquinata dagli scarichi fognari, e mangiarne i frutti di mare. «Ci dev'essere qualcosa nell'acqua che fa scomparire la Salmonella Typhi», ipotizzò. Prelevò alcuni campioni, li studiò con l'aiuto del suo assistente Antonio Spanedda, ed ebbe la conferma: il responsabile era un fungo, il cephalosporium, che impediva ai germi di proliferare. Era il 20 luglio 1944, ma la cefalosporina ebbe una lunghissima sperimentazione e fu messa in commercio solo nel '65: Brotzu, infatti, aveva aderito al fascismo, e per questo motivo i finanziamenti per le ricerche gli furono negati. I primi ad essere curati con esiti positivi furono dei cagliaritani malati di tifo, ma l'antibiotico si rivelò efficace anche contro la peste e il colera.
LE RICERCHE «Mio padre in quel periodo lavorava come consulente all'Erlaas, l'ente per la lotta alla malaria», ricorda Giovanni Brotzu. «Conobbe un ufficiale medico inglese, a cui consegnò alcuni ceppi del fungo: lui li fece arrivare al patologo Howard Florey, che li studiò, e successivamente al biologo Edward Abraham, allievo di Fleming, che isolò la cefalosporina». Abraham brevettò la scoperta, che fu venduta in tutto il mondo dalle case farmaceutiche Glaxo ed Eli Lilly. Brotzu, invece, non ebbe alcun vantaggio economico: per lui, la scienza era un bene dell'umanità intera.
LA TARGA Oggi, all'Istituto d'Igiene di via Porcell, una targa ricorda il luogo dove Brotzu isolò il micete: un'iniziativa di Alessandro Riva, ordinario di Anatomia all'Università di Cagliari e recentemente nominato Professore Emerito. «Nel venticinquesimo anniversario della morte di Brotzu, proposi una targa simile a quella che a Londra commemora lo scopritore della penicillina Alexander Fleming», spiega Riva. «Sia lui che Florey ottennero il premio Nobel per le loro scoperte, un riconoscimento che avrebbe meritato anche Giuseppe Brotzu». E non solo per aver donato cinquant'anni di vita in più alla diva dagli occhi viola.
FRANCESCO FUGGETTA


2 - L’Unione Sarda / Prima pagina
Una rivoluzione culturale
L'immigrazione non è un pranzo di gala

di Giuseppe Marci
Negli scorsi giorni, a Cagliari, gli insegnanti di lingua hanno discusso di multiculturalità: come è giusto che sia, per chi non deve occuparsi soltanto di lessico e grammatica, ma anche della storia culturale e della civiltà dei popoli.
Il tema sempre più sta uscendo, con una forza finora impensabile, dalle aule scolastiche e universitarie e investe l'intera società. Dobbiamo capire e attrezzarci. Ciò che ci sta di fronte non è né facile, né opzionale: è piuttosto inevitabile e necessario.
Hamadi Redissi, che insegna Scienze politiche all'Università di Tunisi, ha dichiarato: «Chi parte per l'Europa su barconi di fortuna sa bene che la Tunisia per molti anni ancora non potrà offrirgli una condizione di vita accettabile». La Tunisia, come tanti altri paesi dell'Africa.
Quello a cui stiamo assistendo è l'inizio di un fenomeno dalle proporzioni obiettivamente incalcolabili. Possiamo scegliere di averne paura, lanciare proclami feroci, manifestare per le strade con cartelli che chiedono a chi arriva di starci fuori dai piedi, inventare ridicole distinzioni fra profughi e clandestini. Oppure possiamo provare ad essere adulti e forti e studiare i modi per far fronte a questo fenomeno epocale.
Mi interrogo su un aggettivo usato dal cardinale Peter Erdo, per definire l'afflusso di migranti che giungono in Europa: commovente. Significa che ci devono commuovere la fame degli altri, la disperazione, l'estenuante fatica della vita, la negazione del futuro per i figli. Il loro è un nostro problema. Non solo per le responsabilità specifiche dell'Italia e dell'Europa nello sfacelo dell'Africa, ma semplicemente perché riguarda altri esseri umani in forte difficoltà.
Certo sarà necessario attrezzarci, materialmente e culturalmente. Non è sufficiente dire che ogni straniero è nostro fratello e che ciascuno di noi è clandestino. Servono strategie e risorse economiche, trattative diplomatiche e piani di investimento, strutture e norme che aiutino a governare il fenomeno. La fame, come la rivoluzione, non è una festa di gala.
Servirà conoscenza; molta e acuta. Multiculturalismo significa confronto, serena consapevolezza di sé e curiosità nei confronti dell'altro, equilibrio fra la nostra e l'altrui cultura, costruzione del rispetto reciproco.
Non sarà facile, e abbiamo di fronte anni densi di problemi. Ma può anche essere un'avventura commovente e ricca di conoscenza. In fondo era molto semplice, quando dovevamo imparare a dire «Yes, Sir», a un signore in bombetta, o «Oui, Madame» a una signora elegante e profumata.
Ora dobbiamo imparare a dire «Sì» a donne e uomini che hanno dalla loro la forza della verità di chi ha fame e desiderio di vivere una vita diversa rispetto a quella cui è stato condannato non da un cinico destino ma dal secolare sfruttamento della propria terra.
 
 
3 - L’Unione Sarda / Cultura - Pagina 51
AGENDA
Alla facoltà cagliaritana di Lettere lezione pubblica del politologo tedesco
Mercoledì Nida-Rümelin sale in cattedra
“I limiti del linguaggio” sarà il tema della lezione, aperta a tutti, che il filosofo tedesco Julian Nida-Rümelin terrà mercoledì pomeriggio alle 16,30 a Cagliari, nell'aula magna Motzo della facoltà di Lettere e Filosofia. Visiting professor del Dipartimento di Filosofia, dove fino a maggio condurrà corsi rivolti ai dottorandi, è docente di Filosofia alla Ludwig-Maximilians-Universität di Monaco, è stato ministro della Cultura con Schroeder. È membro dell'Accademia delle Scienze di Berlino-Brandeburgo, dell'Accademia europea delle Scienze, professore onorario nella facoltà di Filosofia della Humboldt Universität di Berlino e presidente della Società tedesca di Filosofia. Tra i suoi ambiti di ricerca, la teoria politica e in particolare lo studio della democrazia.
 
 
4 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari - Pagina 13
Piste ciclabili, incontro al Search
La necessità di incentivare in città la cultura della mobilità sostenibile e l'esigenza di poter usufruire di piste ciclabili sono gli argomenti principali dell'incontro “Per una mobilità sostenibile a Cagliari e hinterland” che si terrà oggi alle 18 nel sottopiano Search del Palazzo Civico di via Roma. L'iniziativa si deve alla onlus “Cagliari Città Ciclabile”, presieduta dall'americano Kevin Bruce Legge. Interverranno esperti di mobilità sostenibile, tra cui docenti universitari come Italo Meloni e rappresentanti delle istituzioni come l'assessore regionale alla Programmazione, Gianni Vargiu, e i tecnici di Comune e Provincia, Efisio Passa e Daniele Pileri. Maggiori informazioni ai numeri di telefono 070/41861, 070/9198501. (p.l.)
 
 

  
LA NUOVA SARDEGNA 
 
5 - La Nuova Sardegna / Pagina 20 - Nazionale
PER GLI STUDENTI 
Il campus mai realizzato 
CAGLIARI. Gli studenti dell’ateneo fuori sede presenti in città sono circa diciottomila. Di questi almeno dodicimila abitano a oltre 50 chilometri dalla città. E anche se si considerano soltanto gli universitari che, secondo l’Ersu, meriterebbero (per profitto e condizioni economiche) un posto letto in una casa dello studente, si arriva a un deficit di millecinquecento. Il che significa un danno per il diritto allo studio. Eppure c’erano due progetti pronti (con tanto di finanziamento) per circa mille posti. Ma non sono stati utilizzati: uno era nell’accordo di programma del 2008 non ratificato. E il fatto che il Comune affermò che non c’erano gli standard edilizi necessari, non elimina il problema visto che nemmeno l’altro progetto è andato a buon fine. (r.p.)
 
 
6 - La Nuova Sardegna / Pagina 4 - Sardegna
I giovani sognano il posto fisso 
La proposta: «Defiscalizzare i contributi per le nuove assunzioni» 
ALFREDO FRANCHINI 
CAGLIARI. Un paese che non cresce, redditi non sostenuti, cassa integrazione dilagante. La Sardegna avrebbe bisogno di crescere non con una spesa pubblica facile ma di qualità ma gli interventi languono. Nel frattempo la disoccupazione giovanile è al 44,% e sono i precari a pagare più di tutti il peso della recessione. Dei giovani sardi «terzomondizzati» si è occupata la Cna sarda.
Un’indagine condotta dagli artigiani della Cna esplora il pianeta dei giovani sardi tra i quali «prevale ancora il sogno di un posto fisso: il lavoro dipendente, magari nel contesto di una piccola azienda». Ecco, la Cna sfata il primo luogo comune e cioè che sarebbe stato bello avere e cambiare nella vita dieci lavori, «a patto di trovare il primo»... Ma i giovani sardi apprezzano anche il lavoro autonomo e il 37% si dichiara interessato a intraprendere un mestiere da artigiano. Un elemento che fa pensare alle politiche di autoimpiego che però dovrebbero essere accompagnate dalla semplificazione burocratica: poter aprire un’impresa rischiando anche il fallimento senza per questo dover essere inseguiti per decenni dal fisco o dalle camere di commercio. Dall’indagine svolta dalla Cna su un campione significativo dei 260 mila giovani tra i 18 e i 30 anni distribuiti nelle otto province dell’isola, emerge l’immagine di un giovane molto critico con la scuola e in particolare con il sistema universitario sardo. L’Università è vista come un sistema autoreferenziale del tutto scollegata con il territorio.
«La ricerca ci restituisce l’immagine delle condizioni in cui si trovano i ragazzi sardi», afferma Francesco Porcu, segretario generale della Cna, «e tutto ciò impone un ripensamento delle politiche a partire dal livello nazionale e regionale». Per la confederazione degli artigiani servono scelte coraggiose per imboccare una via alta allo sviluppo. In Sardegna è ripresa l’emigrazione e stavolta vanno via le intelligenze, i ragazzi migliori: su 5.717 immatricolati all’università, diciotto ragazzi su cento hanno scelto di studiare fuori dall’isola. (Le principali sedi scelte sono Roma, Milano, Bologna, preferita soprattutto dagli ogliastrini; seguono Torino, scelta in particolari dai giovani nuoresi, e poi Pisa, Firenze, Genova). «Occorre proporre un processo di riallocazione delle risorse concentrandole su un ristretto numero di assi strategici: infrastrutture, efficienza energetica, ambiente, conoscenza». Cna propone di destinare anche in via sperimentale una parte delle risorse finanziarie contenute nel Piano per il lavoro per abbattere «attraverso una defiscalizzazione contributiva l’assunzione di giovani (e donne) a tempo indeterminato per un periodo di almeno tre anni», affermano Bruno Marras e Francesco Porcu, presidente e segretario della Cna.
«L’intensità dell’aiuto andrebbe regolata e potrebbe crescere per l’inserimento lavorativo di soggetti diplomati o laureati e ancora più se assunti dalle imprese con meno di quindici dipendenti».
Questa è la fotografia dei giovani prima della laurea; dopo la percentuale di ragazzi sardi che trovano un lavoro è comunque più bassa rispetto alla media nazionale di 15-20 punti mentre risulta più alta la percentuale di disoccupati. La maggior parte dei laureati che trova impiego è occupata nei servizi. La disoccupazione tra i giovani - rileva lo studio della Cna - è cresciuta molto in provincia di Cagliari ma è ancora più elevata nella provincia di Sassari dove è un po’ minore tra le donne, così come in provincia di Nuoro e in Gallura. Nel 2009 gli occupati con età inferiore ai 34 anni sono stati circa 168 mila, il 28,4% del totale; nella fascia tra i 15 e i 24 anni, però, ha lavorato solo il 4,6 per cento, media tra le più basse d’Italia. Resta per il lavoro l’anomalia di una domanda senza offerta e resta il «paletto» di mestieri che riguardano quasi eslusivamente i servizi. Se il mondo del lavoro prima era raffigurato come una piramide alla cui base c’erano le occupazioni più umili, con il ceto medio impiegatizio collocato al centro, oggi si raffigura come una clessidra dal cui collo stretto è difficile venire fuori per chi non è un top manager.
 
 
7 - La Nuova Sardegna / Pagina 9 - Sardegna
Regione, presto in discussione la proposta di legge del Pd 
«COSÌ TUTELEREMO MINERALI E FOSSILI» 
Intendiamo disciplinare comportamenti scorretti e proteggere al meglio il grande patrimonio naturalistico dell’isola 
SASSARI. Vuole tutelare il patrimonio dell’isola regolando meglio la raccolta di fossili e minerali da collezione l’iniziativa di legge presentata in consiglio regionale dal Pd. «La proposta approderà presto in commissione e con ogni probabilità sarà discussa nelle prossime settimane», precisa il primo firmatario, il sassarese Gavino Manca. Che spiega: «Non ci prefiggiamo d’individuare beni o parti di territorio soggetti a salvaguardia paesaggistica, ma di disciplinare, limitare o vietare condotte negative nella caccia a minerali e testimonianze paleontologiche: comportamenti, come è chiaro, pregiudizievoli per la conservazione dell’ambiente».
Il testo della proposta, che dovrà raccordarsi con la legislazione nazionale, reca la firma di parecchi altri consiglieri pd: Caria, Cucca, Giampaolo Diana, Cuccu, Barracciu, Sabatini, Agus, Antonio Solinas, Pietro Cocco. Numerose le novità rispetto alle norme base sulla materia. «Estrazione e ricerca - sottolinea Manca - andranno ovviamente svolte in modo da non compromettere l’equilibrio idrogeologico, la stabilità del terreno e l’integrità dei giacimenti, oltre che la flora e la fauna». Da qui, per esempio, l’avvio di una procedura d’autorizzazione «per enti pubblici o associazioni che intendano acquisire pezzi unici o intere collezioni esclusivamente a scopi didattici, scientifici o culturali». La proposta si compone di 13 articoli. Nel 3º un’altra innovazione: la nascita del registro regionale dei ricercatori e dei raccoglitori. Gli articoli dal 4 all’8 disciplinano la collezione di fossili e minerali. Mentre il 9º ribadisce «il divieto di commercializzazione, con tassative eccezioni in favore di enti pubblici e associazioni». Le successive disposizioni delineano l’impianto di sanzioni e controlli. E l’articolo 13 indica infine le modalità per il reperimento, nel bilancio regionale, delle risorse necessarie all’attuazione della legge.
Gli appassionati di minerali e fossili nell’isola sono molti. Qualcuno calcola siano tra i dieci e i ventimila. Non è una coincidenza. La Sardegna, una delle terre più antiche del globo, è stata sempre considerata una palestra per gli studi geologici: vede rappresentate tutte le fasi dell’evoluzione. Il sottosuolo, i tacchi, le pareti calcaree conservano una quantità impressionante di tracce che, se valorizzate, costituirebbero una prospettiva di sviluppo economico da affiancare ai tesori archeologici. Di recente ha dunque cominciato a riscuotere nuovo interesse il meraviglioso mondo nascosto in grotte, cavità, anfratti. Non è perciò casuale l’attenzione riservata a un’opera divulgativa scritta da specialisti dell’università di Cagliari, Salvatore Barca e Carlo Spano. «Rocce e fossili raccontano la Sardegna - Un fantastico viaggio lungo 600 milioni di anni»: questo il titolo del libro scritto dai due docenti per l’editrice Cuec. Analoga attenzione, negli ultimi mesi, hanno incontrato altre iniziative e manifestazioni culturali nell’isola. (pgp)
     
QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa CRUI
Link: rassegna stampa MIUR
 

Questionnaire and social

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