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ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
07 April 2011
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
 
    
 
L’UNIONE SARDA
  
1 - L’Unione Sarda / Cultura - Pagina 44
BARUMINI. Sarà esposta da sabato nel Centro Giovanni Lilliu per la Settimana della cultura
La piroga che portò nell’Isola
quegli uomini arrivati dall’Est
Ricostruita da archeologi e artigiani un’imbarcazione neolitica di 8 mila anni fa        
Diecimila anni fa sbarcarono in Sardegna. Sfruttando le correnti e i venti dominanti del Mediterraneo, a forza di braccia e colpi di remi, ma forse anche con piccole vele quadre capaci di raccogliere il soffio di Eolo per andar spediti, più veloci tra le onde. Ci arrivarono nell’Isola, quei navigatori coraggiosi arrivati d’oltre Tirreno, magari seguendo la rotta breve tra Toscana e Sardegna e sfruttando le piccole terre dell’Arcipelago, a bordo di piroghe monossili lunghe dieci, dodici metri.
I PIONIERI Erano le avanguardie. I colonizzatori partiti da lontano, dalla Grecia e forse anche dal Medio Oriente per spingersi verso ovest. Nel Mediterraneo sconosciuto. Su per l’Adriatico, su per il Tirreno. Poi arrivarono gli altri, i loro fratelli . E con loro piccoli nuclei omogenei che si portarono dietro materiali e animali. Stipati su piroghe inventate da grossi tronchi e realizzate con tecniche costruttive eccezionali. Con fondi in parte piatti per una migliore stabilità e in parte dotati di chiglia per meglio fendere l’onda anche in caso di mare formato.
Per ora nessuno, tra gli archeologi sardi che il Neolitico stanno studiando per tentare di scoprirne, scriverne e riscriverne le vicende, è riuscito a mettere mano sui resti di quei manufatti lignei. Ma ci sperano. Aggrappati al sogno quando scavano e indagano, liberando la storia dalla terra, dalla melma delle lagune e degli stagni, dagli scrigni di fango che hanno custodito secoli e cultura. Come sta accadendo a Marceddì, dove sono in corso da qualche anno importanti ricerche archeologiche condotte da un’équipe mista e interdisciplinare di studiosi guidati dal professor Carlo Lugliè (Dipartimento di Scienze archeologiche dell’Università di Cagliari) e Ignazio Sanna (archeologo subacqueo della Soprintendenza di Cagliari-Oristano) che stanno facendo emergere importanti testimonianze proprio del periodo neolitico. A Sa Punta, a Saboccu, sulle attuali sponde dello stagno di San Giovanni. «Due zone oggi separate dall’acqua dello stagno e distanti tra loro circa quattro chilometri che si stanno dimostrando contesti di eccezionale valore e che ci stanno restituendo preziosissime informazioni. Per esempio, grazie ai pollini presenti nei diversi strati di terreno che la dottoressa Paola Pittau sta esaminando, qual era la vegetazione del tempo, quale ambiente esisteva prima dell’innalzamento di dieci metri del mare che ha modificato sostanzialmente il territorio costiero», spiegano Lugliè e Sanna.
IL SOGNO Ci sperano, gli archeologi, su quelle piroghe. Per confermare ipotesi e teorie. Per scrivere la verità sulle esplorazioni e la ricerca di nuove terre. E la Sardegna, evidentemente lo era per i popoli d’oltre mare.
È diventato una sorta di chiodo fisso, l’antica imbarcazione neolitica, tanto che hanno deciso di realizzarne una, Carlo Lugliè, Ignazio Sanna e Roberto Sirigu, grazie anche all’estro e alla manualità di due collaboratori della Soprintendenza, gli artigiani-artisti Alberto Cotza e Paolo Cossu. Fedele ricostruzione di quella piroga venuta alla luce diciotto anni fa durante i lavori di scavo nell’insediamento neolitico della Marmotta, una zona oggi sommersa dalle acque del lago di Bracciano, in territorio comunale di Anguillara Sabazia. È da lì, otto metri sotto la superficie, nel più antico villaggio neolitico perilacustre dell’Europa occidentale, che nel luglio del 1993 riemerse quella “canoa” di 6 mila anni prima di Cristo. Poi ne spuntarono altre quattro, ma fu quella prima, magnifica scoperta; fu quella prima, bellissima piroga, a regalare nuove informazioni straordinarie sul nostro passato. Su quella colonia d’uomini e donne di 7.800 anni prima di Cristo che si insediò e visse quel territorio a circa trenta chilometri dal punto esatto che molti, moltissimi secoli dopo ospito Roma.
Tre anni dopo la scoperta, un gruppo di studiosi della Repubblica Ceca guidati da Radomir Tickij la ricostruì. E con quella barca solcarono il Mediterraneo, da Lipari a Lisbona.
Ebbene, da quel legno di durissima quercia, da quell’esempio di “ingegneria navale”, gli studiosi sardi hanno attinto a piene mani per trasformare una roverella di quasi cinque metri (scala uno a due rispetto alla “vera” piroga neolitica) messa a disposizione dall’Ente foreste. Prua, fondo, chiglia: tutto realizzato col massimo rigore, copia assolutamente fedele seppure più piccola dell’originale per mancanza (per ora) di materia prima. Assicura, Ignazio Sanna, che sarà la prima ma non l’ultima.
IL FUTURO In attesa della scoperta eccezionale, di una piroga neolitica tutta sarda celata da qualche parte, nel fango di Marceddì o delle altre lagune dell’Oristanese, gli studiosi hanno intenzione di costruirne una seconda, magari proprio di dieci, dodici metri. Ma non con asce e lame di ferro. «Tenteremo di costruirla con gli stessi arnesi di cui l’uomo neolitico disponeva. Con la pietra, immedesimandoci nel loro lavoro», spiega Sanna. «Costruiremo gli strumenti e li useremo. Farlo correttamente consentirà anche di capire qualcosa in più della loro cultura», aggiunge Carlo Lugliè mentre mostra un’ascia di roccia verde alpina trovata proprio negli insediamenti dell’Oristanese. «Un tipo di roccia importato, non presente in Sardegna ma soltanto nelle Alpi Marittime, in Provenza e Liguria, nel Monviso», ricorda il docente universitario.
IN MOSTRA Intanto oggi la prima piroga sarà varata. E sabato raggiungerà Barumini per diventare l’attrazione della mostra sull’archeologia subacquea allestita dalla Soprintendenza di Cagliari Oristano, dal Comune e dalla Fondazione Barumini Sistema Cultura nel Centro Giovanni Lilliu. È qui, alle 17, che l’imbarcazione sarà presentata ufficialmente, nell’ambito della Settimana della cultura, durante la conferenza su “Spazi, tempi e modi del navigare tra ricerca e sfida”. Un incontro sulla navigazione come metafora di esplorazione, ricerca di conoscenza ed esperienza dell’ignoto a cui non poteva mancare Andrea Mura, l’uomo della vela, delle imprese oceaniche. Delle sfide.
ANDREA PIRAS
 
 
2 - L’Unione Sarda / Lettere & Opinioni - Pagina 43
Resta un’opportunità
Sì all’atomo e alla ricerca
La cosiddetta Primavera araba rende quanto mai attuale il problema della dipendenza energetica dell’Italia e della Sardegna. Difficile comprendere l’evoluzione nel breve e/ o lungo periodo dei sommovimenti popolari. L’Italia deve quindi affrontare, oltre all’emergenza migranti, la riduzione delle fonti di approvvigionamento energetico.
La posizione geografica della nostra Isola è strategica per quanto riguarda l’approvvigionamento del gas dall’Algeria, che per ora è solo sulla carta. Si impone invece di esaminare con attenzione e senza pregiudizi anche l’opzione nucleare. E non mi fa cambiare idea la paura scatenata dal caso Giappone.
Occorre che l’intera classe politica sarda si renda pragmaticamente conto del fatto che deve garantire alla Sardegna un adeguato mix di fonti alternative di risorse energetiche che non dipendano da altri Stati o da una politica statale appiattita sugli interessi contingenti.
Pensiamo alla Svizzera, paese a vocazione turistica per eccellenza, dove gli elementi caratterizzanti sono la pulizia, l’ordine, l’attenzione verso la natura e il paesaggio; difficilmente si potrebbe pensare che in quella nazione ci siano cinque centrali, più due in costruzione. La Sardegna, per la sua particolare conformazione geologica può essere il luogo scelto per ospitare una o più centrali nucleari. Spetta a noi negoziare con lo Stato nazionale le condizioni e i vantaggi in termini economici e di sviluppo che determinerebbero la vera nascita della Sardegna. L’intera classe dirigente sarda dovrebbe battersi perché siano le Università sarde a formare gli ingegneri, i fisici, i tecnici che per gestire e far funzionare le nostre e le altrui centrali nucleari. E perché siano sempre le Università e i centri di ricerca sardi a sviluppare l’utilizzo dell’atomo nelle scienze mediche.
Gli obbiettivi da raggiungere sono due. A medio termine, l’autosufficienza energetica, dove il costo per la Sardegna è pari a zero. Ma nel lungo periodo si può pensare di diventare esportatori di energia.
GIOVANNI A. LEDDA - ROVERETO


 
 
LA NUOVA SARDEGNA 
 
3 - La Nuova Sardegna / Pagina 20 - Sassari
OGGI L’ELEZIONE
La candidatura del magnifico alla Crui
SASSARI. Una nuova sfida attende il rettore dell’università Attilio Mastino. Si tiene infatti oggi l’elezione del nuovo presidente della Crui (la Conferenza dei rettori delle università italiane) e lui è fra i candidati alla carica. Ieri, alla vigilia della seduta dalla quale usicrà il nome del presidente Attilio Mastino ha rivolto un appello ai colleghi «magnifici» confermando la sua candidatura e soffermandosi sulle ragioni che l’hanno portato a cominciare questa avventura. «La mia candidatura intende interpretare il sentimento, decisamente maggioritario nel mondo universitario, di chi ha mosso severi rilievi alla legge 240. Nella sostanza, la riforma ha finito per fermare il sistema universitario italiano e rallentare tutti i processi di sviluppo in atto, senza vantaggi per nessuno». La critica è ovviamente rivolta alla legge Gelmini che incide pesantemente sulla struttra e sulll’organizzazione delle università italiane. «Credo di aver mantenuto con coerenza in questi anni una posizione critica - dice - aperta però al nuovo, partendo dalla rivendicazione di quell’autonomia universitaria riconosciuta dalla nostra Costituzione. Mi metto a disposizione con umiltà e spirito di servizio, per contribuire a costruire una alternativa e per rendere la Crui più dinamica e rappresentativa».


4 - La Nuova Sardegna / Pagina 43 - Cultura e Spettacoli
«Il cuore di Cagliari batte a Castello» 
La «lectio magistralis» di Giorgio Grassi alla Facoltà di Architettura 
PABLO SOLE 
CAGLIARI.«Il luogo è maestro». Il viaggio nel mondo dell’architettura del maestro Giorgio Grassi è partito da questo assunto di base, ribadito più volte anche nel corso della lectio magistralis tenuta martedì dal professionista milanese alla facoltà di Architettura di Cagliari. Il rispetto per il luogo, dunque, che diventa la principale guida per chi, quello stesso spazio, è chiamato a reinventarlo in assoluta coerenza con quanto già è stato fatto. Quale miglior esempio, allora, dei quartieri storici? Non a caso, Grassi ha parlato di «Progetti per la città antica» e l’ha fatto nel cuore di un rione storico come Castello, che ospita la giovane facoltà di Architettura. Classe 1935, Grassi ha insegnato nelle università di Pescara, Valencia, Losanna e Zurigo prima di approdare al Politecnico di Milano. Ad influenzare il suo percorso professionale sono stati i grandi dell’architettura mondiale, da Adolf Loos a Peter Oud fino a Heinrich Tessenow e Ludwig Hilberseimer. Normale che un ospite di tale rilievo abbia richiamato centinaia di persone per un intervento il cui filo conduttore è stata la progettualità, votata al reinventare rispettando la relazione vecchio/nuovo, un dialogo biunivoco basato sul confronto tra ciò che è stato e quel che potrebbe essere. «Gli studenti lavoreranno sul centro storico di Cagliari, per cui presenterò una serie di interventi realizzati in contesti simili al rione di Castello. Ho sempre seguito un percorso che parte dalla valutazione del carattere proprio di un sito - ha detto - e dalla ricerca delle ragioni per le quali quel sito è diventato tale e con quali peculiarità. Quali sono le forme che hanno portato alla sua realizzazione e in seguito alla sua trasformazione? È il luogo che lo dice, lo racconta: da qui l’espressione di “luogo come maestro”, o quantomeno capace di rivelarsi l’utile guida per la coerenza del lavoro progettuale, affinché questo abbia un senso». Grassi mostra una spiccata attenzione verso grandi precursori come Tessenow e Hilberseimer, con marcata attenzione al razionalismo tedesco. Da qui l’idea di un’architettura «fatta solo di cose necessarie, concrete e vere, di cose immediatamente comprensibili perché rispondenti soltanto al loro scopo». E, in definitiva, «un’architettura che non ha bisogno di artisti perché quello di cui è fatta è alla portata di tutti, che non ha bisogno di interpreti perché è di per sé evidente». Il dibattito è aperto, soprattutto in funzione di un nuovo modo di interpretare e reinterpretare gli spazi antichi di una città. Ed è proprio in questo senso che la facoltà di Architettura ha deciso di puntare sul confronto con i grandi maetri dell’architettura italiana. «Lavoriamo per offrire un servizio, un valore aggiunto al dibattito attraverso un percorso di animazione sulla trasformazione delle città - ha affermato in premessa il preside Antonello Sanna - anche perché riteniamo che questo ruolo rientri negli obiettivi della nostra istituzione». Il primo terreno di confronto, il quartiere di Castello. «Primo problema è far capire che i rioni come questo possono essere una grande risorsa. Quel che più crea meraviglia e sgomento - ha concluso Sanna - è l’enorme sproporzione tra l’importanza del luogo e la scarsa conoscenza. È da questa presa di coscienza che deve partire il confronto per rilanciare i centri storici delle città».
 
 
5 - La Nuova Sardegna / Pagina 3 - Cagliari
UNIVERSITÀ 
Un ponte con il Senegal 
CAGLIARI. L’associazione Africa e Mediterraneo, il Centro di Studi Africani in Sardegna e l’Associazione dei Senegalesi della Provincia organizzano, nell’ambito del programma Plasepri, un incontro per la presentazione del progetto Investir au Sénegal. Il Plasepri è una piattaforma di supporto agli investimenti dei Senegalesi e delle imprese disposte a diventare loro partner. Nato da un accordo tra il governo italiano e quello senegalese, il programma fornisce un sostegno finanziario. L’incontro si terrà venerdì alle 10 nell’aula magna della Facoltà di Scienze Politiche in via Sant’Ignazio. (b.c.)
 
 
6 - La Nuova Sardegna / Pagina 20 - Sassari
Ieri la firma con il governatore Cappellacci dopo il parere positivo del rettore e della facoltà di Medicina 
E’ SANDRO CATTANI IL MANAGER DELL’AZIENDA MISTA 
«Primo obiettivo l’atto aziendale, poi comincerò a sciogliere il nodo dell’edilizia» 
GABRIELLA GRIMALDI 
SASSARI. Con il placet dell’università è ufficiale la nomina di Sandro Cattani a direttore generale dell’azienda ospedaliero universitaria. Ieri pomeriggio la firma: adesso al giovane manager spetta il compito di portare efficienza nel settore della sanità, fortemente in crisi.
E proprio ieri al presidente della Regione Ugo Cappellacci è arrivata la lettera di Attilio Mastino. Oggetto della missiva è la comunicazione del parere positivo unanime del consiglio della facoltà di Medicina sulla nomina di Cattani. L’Aou viene così finalmente messa in grado di cominciare un percorso che si era interrotto a pochi mesi dall’istituzione della nuova azienda. Il primo direttore generale, Gianni Cherchi, infatti, era venuto a mancare a causa di una malattia a poco tempo dall’insediamento. Il lavoro già fatto quindi, sebbene di alta qualità, non era stato sufficiente a far decollare un’azienda del tutto nuova. Da allora alla guida dell’organismo si sono succeduti diversi commissari che, come si sa, non godono delle prerogative dei direttori.
Oggi, per la prima volta lo staff dirigenziale dell’Aou avrà pieni poteri e potrà affrontare tutti i difficili compiti che lo attendono. Sandro Cattani, 51 anni sassarese, ha già al suo attivo una lunga formazione all’interno della Asl: si occupava infatti da 5 anni del settore acquisti dell’azienda, il suo compito era quindi di dare vita agli appalti e di seguirne l’iter.
«Tra i primi obiettivi - dice - senz’altro l’atto aziendale, senza il quale è impossibile fare progetti e l’istituzione dell’Organismo di indirizzo che permetterà di armonizzare i rapporti con l’università e l’edilizia». Cattani è cosciente dell’enorme lavoro da svolgere in questo settore «tuttavia si tratta di vere e proprie emergenze sulle quali mettere mano al più presto. I soldi ci sono, non bisogna perdere tempo». Analisi lucida anche sulle dotazioni tecnologiche: «Non è accettabile avere tac a uno strato quando ormai si utilizzano quella a 128 strati, anche su questo piano ho avuto rassicurazioni da parte dell’assessore Liori». Un punto di forza Sandro Cattani ritiene sia il rapporto di reciproca stima con il direttore generale della Asl Giannico: «Lavoreremo in sinergia evitando doppioni e inutili sprechi».
Intanto il rettore ha espresso il parere suo e dell’università a Cappellacci: «Ho il piacere di comunicarle che il consiglio della facoltà di Medicina convocato per il 5 aprile, ha espresso all’unanimità il proprio parere favorevole sul nome del dottor Alessandro Cattani come direttore generale dell’Aou - scrive il rettore -.
chiedo pertanto di fissare un incontro in tempi brevi in modo da poter procedere alla firma dell’intesa, che deve partire dalla piena consapevolezza delle criticità della sanità nella Sardegna settentrionale e dall’esigenza di un forte rilancio dell’Aou in termini di risorse, attrezzature, impianti tecnologici e investimenti edilizi». Programma non da poco che l’università dichiara di voler attuare fianco a fianco alla Regione.
A Sandro Cattani spetterà dunque il compito, oltre che di far quadrare i conti, di cominciare a risolvere in tempi accettabili i più grandi problemi dell’azienda mista e di gestire non solo l’assistenza ma anche la ricerca e la didattica.

7 - La Nuova Sardegna / Pagina 20 - Sassari
Lettera al commissario 
«Caro Cavalieri un grazie dall’ateneo» 
SASSARI. Parole di apprezzamento quelle espresse dal rettore nei confronti di Gianni Cavalieri, il commissario dell’Aou che ha appena lasciato il suo incarico al timone dell’azienda ospedaliero universitaria. L’imprenditore è rimasto alla guida dell’Aou per più di un anno su richiesta dell’assessore regionale alla Sanità Antonello Liori. «A conclusione del tuo incarico - scrive Attilio Mastino - volevo ringraziarti a nome di tutto l’ateneo per l’intelligente azione svolta per il rilancio dell’Aou, pur con i limiti connessi a una gestione commissariale. Molti obiettivi sono stati raggiunti e il quadro finanziario è migliorato grazie al tuo impegno e all’attenzione della Regione».
 
 
8 - La Nuova Sardegna / Pagina 36 - Sassari
Presentazione del libro di Castellaccio 
PORTO TORRES. Domani alle 18, nella sala Filippo Canu, si terrà la presentazione del libro “Porto Torres, da colonia romana a capitale di un regno”, scritto da Angelo Castellaccio, docente di Storia medioevale dell’Università di Sassari. L’incontro è organizzato dalla Fidapa, dal Comune, dalla Consulta del volontariato e dal Lions club. Interverranno il rettore dell’Ateneo sassarese, Attilio Mastino e il preside della facoltà di Lettere e Filosofia, Aldo Maria Morace. Modererà l’incontro Eugenio Cossu.
 
 
9 - La Nuova Sardegna / Pagina 4 - Nuoro
Il concorso destinato ai giovani ingegneri 
Un premio del Rotary ricordando Mario Coinu 
NUORO. Per onorare la memoria del past presidente Mario Coinu, il Rotary Club nuorese ha premiato lo studente universitario iscritto alla facoltà di ingegneria Manolo Mureddu, di 23 anni, nato a Nuoro ma residente ad Orani. Il giovane, con la media di 29/30, è risultato il vincitore del concorso per un assegno di merito bandito dal sodalizio cittadino e fortemente voluto dalla signora Maria Mureddu Coinu per onorare la memoria del marito ingegner Mario Coinu, rotariano per oltre 20 anni, e presidente del Club, scomparso due anni fa.
L’altro fine dell’iniziativa, che rientra nell’ azione di servizio del Rotary in favore della gioventù, è quella di operare in sinergia con altri enti e istituzioni per contribuire a ridurre, per quanto possibile, la piaga della dispersione universitaria, incrementando il numero degli studenti in grado di concludere con maggiore regolarità il corso degli studi universitari. La cerimonia di premiazione si è svolta nei locali dell’Euro Hotel, alla quale ha presenziato l’ingegner Giuseppa Fadda, presidente dell’Ordine.
 
 
10 - La Nuova Sardegna / Pagina 11 - Cagliari
Tortolì. Decisivi i pareri dei docenti Filippo Lubrano e Giampaolo Marchi 
Lerede: ok a Janas entro aprile 
Il maxi piano turistico sarà portato in consiglio comunale 
Parla il sindaco: vale l’Intesa firmata nel 2009 
TORTOLÌ. Progetto Janas di valorizzazione integrata del sistema turistico: visti anche i pareri dei due consulenti del Comune, i docenti universitari Filippo Lubrano (Diritto amministrativo) e Giampaolo Marchi (Dipartimento di ingegneria del territorio), e sulla base della firma dell’Intesa (nella precedente legislatura) del 4 febbraio 2009 fra Comune, Provincia e Regione, l’amministrazione comunale approverà tale inziativa entro giovedì 28.
Il sindaco Mimmo Lerede (Pdl) afferma: «Dopo che si terrà una riunione di maggioranza, e anche sulla base di quanto riportato nel parere dei nostri due illustri consulenti, i docenti universitari Filippo Lubrano e Giampaolo Marchi, prepareremo la struttura della delibera con cui si dovrà approvare il Progetto Janas entro giovedì 28. Il giorno successivo scade la validità dei tre anni della Via (Valutazione di impatto ambientale) e la società proponente (Jana, del Gruppo Mazzella ndr) se non ci sarà il via libera ai lavori, dovrà ripresentare tutto». Il capo dell’esecutivo comunale precisa: «A noi il Progetto Janas ad Arbatax piace. Ma anche se volessimo non approvarlo, o cambiare delle parti, non lo si potrebbe fare. E va approvato entro giovedì 28, perché non possiamo permetterci di andare in causa e rischiare seriamente di perderla, visto quanto venne siglato con l’Intesa che firmata il 4 febbraio 2009, nella precedente legislatura, dalle allora maggioranze di centrosinistra del Comune, della Provincia e della Regione. Anche nei pareri dei nostri due esperti viene rimarcato quanto abbia inciso tale Intesa». Lo scorso 2 marzo, tramite uno studio legale cagliaritano, Jana chiese «l’immediata adozione di un provvedimento di ritiro di quanto deliberato in sede di adozione del Piano urbanistico comunale». Si tratta della deliberazione numero 42 del 23 aprile 2010, relativa alla precedente legislatura. Per la società proponente, nell’adozione del Puc non era stata recepita l’Intesa su Janas, che venne firmata il 4 febbraio 2009.
E in un passaggio del professor Giampaolo Marchi viene precisato: «L’Intesa deve essere trasferita tout court nello strumento urbanistico comunale in sede di adeguaamento al Ppr. Ed è proprio ciò che in sede di adozione del Puc (delibera consiliare comunale 24 del 23 aprile 2010) l’amministrazione di Tortolì non ha fatto, disattendendo l’Intesa sottoscritta dall’amministrazione stessa».
Per il professor Lubrano «l’indicazione relativa alla riduzione di cubatura si ritrova proposta in occasione della fase tecnica della procedura e in quella sede già attuata in modo limitato (verbale 30 gennaio 2009), onde una relativa possibilità di ulteriore riduzione non risulta formalizzata nell’atto di Intesa. E anzi si deve ritenere da questa del tutto esclusa».
 
 
11 - La Nuova Sardegna / Pagina 24 - Sassari
UNIVERSITÀ E EX-Q 
Incontri con Giulietto Chiesa 
SASSARI. Il giornalista e saggista Giulietto Chiesa sarà domani in città per alcuni incontri. In mattinata, alle 11,30 sarà alla facoltà di Lettere e filosofia in via Zanfarino, per parlare della «Crisi del Medio Oriente: nuove opportunità democratiche o fine dell’Impero?». Coordina e introduce il docente di Sociologia dei processi culturali e comunicativi Massimo Ragnedda, che interverrà su «Il ruolo dei social network nella crisi mediorientale. Previsto l’intervento di Pino Cabras, direttore di Megachip.info su: «Guerra o verità. Il ruolo dei media».
 Nel pomeriggio, alle 18,30, Chiesa e Ragnedda saranno all’Ex-Q per un incontro dal titolo: «Indagine sopra ogni sospetto. La riconquista dei beni comuni durante la transizione». Si parlerà delle mille contraddizioni della Sardegna, un eden martoriato tra basi ed esercitazioni militari, inquinamento ambientale e disoccupazione. Partecipano Mariella Cao («Gettiamo le basi»), la consigliera regionale Claudia Zuncheddu, Antonio Canu («Acqua pubblica») e Nicola Culeddu («No al nucleare»).
 
     
QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa CRUI
Link: rassegna stampa MIUR
 

Questionnaire and social

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