Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
06 April 2011

 

Rassegna quotidiani locali
A cura dell’Ufficio stampa e web

 L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
COMUNALI. Il presidente della Provincia nomina assessori un attore e una studentessa
«Ma il Pd vuol vincere le elezioni?»
Milia sfida i big: «Non si sacrificano, io sono disposto a farlo»
 
«È vero, sono pronto a candidarmi. L'ho detto in un paio di riunioni con i miei amici del partito». Nel giorno dell'annuncio della nomina di due nuovi assessori provinciali, il presidente Graziano Milia esce allo scoperto e lancia un messaggio di sfida ai vertici del Pd, nemmeno tanto velatamente accusati di non lavorare a sufficienza per sostenere il candidato a sindaco Massimo Zedda.
Perché la provocazione sulla candidatura?
«Perché la chiama provocazione? Io ritengo che sia un apporto utile, per smuovere una situazione che mi sembra preoccupante».
La lista che sta preparando il suo partito le sembra così debole?
«Devo premettere che non la conosco, visto che nessuno fin qui ha ritenuto necessario coinvolgermi. Ma tra i nomi che ho letto non sono apparsi quelli dei big del partito. Mi sono chiesto se non ci sia poca voglia di combattere. Tutto qui».
Avverte poca convinzione nel sostegno a Zedda?
«Il centrosinistra, favorito dalla divisione della destra, ha la grande occasione di vincere. Non capisco perché pezzi grossi del partito come Soru, Espa, Porcu, Fadda e altri non avvertano il dovere di scendere in campo in prima persona a cercare voti. Sapendo che qualcuno potrebbe rispondere chiamandomi in causa, io lo anticipo e li sfido. Io sono pronto a candidarmi. E loro?».
Lei ha troppa esperienza per non capire che difficilmente il suo invito sarà accolto. O no?
«Può darsi che sia così, come potrebbe anche essere vero il contrario. Io dico che siamo ancora in tempo quanto meno a provare a vincere queste elezioni».
Nel frattempo lei ne approfitta per allargare la Giunta.
«Si tratta di scelte meditate, che mettono a disposizione della Provincia di Cagliari due figure di alto profilo. Marta Ecca e Francesco Siciliano daranno un apporto all'insegna dell'entusiasmo e della competenza».
Perché un assessore di soli 26 anni?
«Marta Ecca è una studentessa universitaria che si occuperà di Politiche giovanili, università e politiche della legalità. Una scommessa vinta, il più giovane assessore provinciale d'Italia».
E il “non sardo”, l'attore Francesco Siciliano?
«È il vice-responsabile nazionale dell'informazione e della cultura del Pd, si occuperà di spettacolo portandoci la sua grande esperienza. Lo ringrazio anticipatamente per il contributo che saprà dare». ( a. mur. )
 
Cronaca di Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
Chi è Siciliano: da Ronconi alla politica
 
L'attore romano con la passione della politica e la studentessa di San Gavino laureanda in Giurisprudenza. Graziano Milia ha scelto due profili insoliti per i nuovi esponenti della sua giunta. Francesco Siciliano è nato a Roma nel '68 e lì risiede. Attore e regista, ha lavorato in teatro con Luca Ronconi e per altre importanti compagnie private. Per il cinema ha recitato con registi come Luigi Comencini, Bernardo Bertolucci, Angelo Longoni, Carlo Lizzani, Ettore Scola, con il quale per il film “La cena” ha vinto ex aequo il nastro d'argento come miglior attore non protagonista. Nel Pd è vice responsabile nazionale dell'informazione e cultura e coordina il forum per la riforma radiotelevisiva presieduto da Carlo Rognoni.
STUDENTESSA Marta Ecca, 26 anni, non ha nel curriculum esperienze lavorative se non una consulenza con la Provincia: dal settembre dell'anno scorso è infatti delegata alle Politiche giovanili e università del presidente. È inoltre membro dell'assemblea della Consulta provinciale giovanile e, come studentessa, ha collaborato con l'Ersu.
 
2 – L’Unione Sarda
Provincia di Sassari (Pagina 21 - Edizione OL)
CASTELSARDO. Hanno 200 anni
La scoperta archeologica: due cadaveri mummificati nella cripta della chiesa
VITO FIORI
 
CASTELSARDO Hanno duecento anni, più o meno, ma non li dimostrano. Grazie al particolare microclima creatosi all'interno della cripta, quei due cadaveri si sono mummificati naturalmente. Buona parte degli scheletri sono ancora ricoperti da tessuti e risultano pressoché intatti.
La scoperta è stata fatta dagli archeologi della Soprintendenza di Sassari che lavorano a un progetto di restauro della Cattedrale di Sant'Antonio Abate. Ieri mattina, la cripta è stata aperta per mostrare l'importanza del ritrovamento che consentirà all'équipe di ricercatori di risalire alle cause della morte e di collocare l'evento in uno spazio temporale ben preciso. Si pensa che i due corpi siano stati sepolti tra la fine del '700 e gli inizi dell'800.
Considerando l'editto napoleonico del 1806 che vietò le sepolture nelle chiese, il periodo del decesso è quello indicato dagli archeologi. «È chiaro che l'aiuto della scienza - spiega Franco Campus - sarà necessario per stabilire con una precisione diversa ciò che noi possiamo al momento affermare con approssimazione».
A ben vedere, quanto emerso a Castelsardo è il frutto di una collaborazione tra Soprintendenza, Università di Sassari e Ufficio Beni Artistici e Culturali della diocesi di Tempio-Ampurias. Un gruppo che si avvale dell'esperienza di studiosi cinesi e canadesi, almeno per quanto riguarda gli aspetti scientifici.
L'architetto Gianni Gallus, direttore degli scavi: «Si apre un nuovo capitolo che ci aiuterà a ricostruire la storia della Chiesa in questi contesti. Senza dimenticare le prospettive per un turismo di nicchia, cioè per chi ama interessarsi della terra che visita anche solo per una vacanza».
Di turismo, di quello religioso per intenderci, ha parlato il sindaco Matteo Santoni: «Per la nostra città è un altro tassello importante. Basta pensare alla sala torture della Santa Inquisizione, tra le più visitate, per capire cosa significhi questa scoperta».
Fra un paio di giorni, i due scheletri mummificati saranno trasportati al Dipartimento di scienze biomediche dove il professor Salvatore Rubino coordinerà gli esami che prevedono una Tac e l'analisi del Dna. È l'aspetto più rilevante perché solo grazie a questi accertamenti si potranno scoprire i dettagli.
ùIl direttore dell'Ufficio diocesano per i Beni Culturali, don Francesco Tamponi, non nasconde la sua soddisfazione. «Credo sia solo l'inizio di un lavoro lungo e impegnativo e per il quale, purtroppo, servirebbero molti soldi».
 
3 – L’Unione Sarda
Gallura (Pagina 19 - Edizione OL)
Santa teresa
Alcol, fumo e droghe: sabato un convegno
 
Il Palazzetto dello Sport di Santa Teresa Gallura ospiterà il 9 aprile il convegno "Alcol, fumo, droghe. Come Ulisse, è possibile resistere alle sirene?" La sede del Centro Taphros, scelta inizialmente, non è in grado di contenere tutti i partecipanti. Promossa dall'Assessorato alla Sanità e ai Servizi sociali, l'iniziativa è rivolta soprattutto agli studenti, ai fini dell'educazione alla salute. L'informazione su queste problematiche tuttavia è utile anche al mondo degli adulti. Sono stati invitati, infatti, anche i genitori degli alunni. Possono partecipare all'incontro i cittadini interessati agli argomenti. Relazionerà Gianluigi Gessa, professore emerito di neuropsicofarmacologia dell'Università di Cagliari. Illustrerà anche un quadro della situazione regionale, legata soprattutto al mondo giovanile. Un'occasione utile per evitare di cadere nella trappola della dipendenza. ( w.b. )
 
4 – L’Unione Sarda
Provincia Medio Camp (Pagina 23 - Edizione PC)
Arbus
Biologia marina, lezioni a Ingurtosu
 
Riprende il progetto "Le Vie del Mare", presso il Centro di educazione ambientale di Ingurtosu con una serie di seminari tenuti da studiosi di Università regionali e nazionali. Domani è la volta del professore Michele Scardi che ad Arbus, nell'aula consiliare di via Pietro Leo, parlerà di "Approccio statistico: ecologia marina". Sabato, dall'Università di Firenze arriva Sara Brusconi che ad Ingurtosu affronterà la problematica delle invasioni biologiche e Silvia Bertocchi con esercitazioni sullo stesso tema. (s. r.)
 
5 – L’Unione Sarda
Lettere & Opinioni (Pagina 38 - Edizione CA)
Addio, auto private
Contro la crisi in metro e bus
 
La questione energetica va imponendo che si compiano scelte sul tema della mobilità. In mancanza di un trasporto pubblico che, nelle linee, nelle frequenze e nei tempi di viaggio, sia una concreta alternativa all'utilizzo dell'autovettura privata, la mobilità è costretta a rivolgersi a quest'ultimo mezzo di trasporto.
E tuttavia siamo di fronte ad un problema: il prezzo della benzina è ulteriormente destinato ad aumentare; pertanto in quali termini il “pieno” della benzina (quante volte lo si fa in una settimana? )si ripercuoterà sui bilanci familiari?
A che cosa si dovrà rinunciare per soddisfare la necessità di spostarsi per motivi di lavoro e di studio, usando prevalentemente l'autovettura?
L'alternativa è un sistema di trasporto collettivo (e di aree/strutture per la sosta ed il parcheggio) fondato sul trasporto rapido di massa. La priorità non può che essere data al soddisfacimento dei flussi pendolari che quotidianamente devono venire a Cagliari: il potenziamento della viabilità di accesso non può che avere questa soluzione.
Quale sarà l'alternativa a Viale Marconi? La pendolarità da Pula, Villa San Pietro, Sarroch e Capoterra sarà soddisfatta dall'attuale Statale 195 attuale? È possibile pensare di trasformare questa strada in un asse urbano attrezzato, comprensivo anche di un tracciato di metropolitana leggera?
L'adeguamento della 554, una volta sistemate le intersezioni esistenti ed interconnessa questa strada, tramite lo svincolo di Quartucciu, alla nuova Statale 125, potrà essere dato anche da una metropolitana leggera che vada da Margine rosso all'aeroporto di Elmas, interconnessa con altre linee dirette a Piazza Repubblica ed a Piazza Matteotti? Si può pensare di trasformare la 554 e la linea di metropolitana in un asse urbano attrezzato, volto a migliorare i collegamenti verso Cagliari, ma anche tra i differenti centri abitati, così da concorrere alla realizzazione di un sistema urbano, ove sistemare servizi di livello provinciale e regionale, in una logica di riequilibrio territoriale, avvicinando i servizi alle origini degli spostamenti pendolari?
La questione energetica ci obbligherà a rivedere le scelte del passato. Per il futuro sarà necessario progettare un sistema urbano equilibrato, ove le strade, le ferrovie, e le strutture per la sosta ed il parcheggio siano finalmente intesi nella loro funzione “territoriale” e non più e non solo trasportistica. Probabilmente allora sarà anche possibile usare la bicicletta quale mezzo sicuro di trasporto, su strade alleggerite dal peso delle auto private. Qualora il trasporto collettivo rapido di massa in sede propria fosse la struttura portante del sistema infrastrutturale di trasporto, sarebbe possibile la pedonalizzazione di aree cittadine e la realizzazione di piste ciclabili.
FRANCESCO ANNUNZIATA
Università di Cagliari
 
6 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 39 - Edizione CA)
Il Risorgimento abita all'Archivio di Stato
AGENDA. Domani si inaugura a Cagliari una ricca esposizione documentaria
 
Per le celebrazioni dei 150 anni dell'Unità d'Italia l'Archivio di Stato di Cagliari ha allestito (per tutto l'anno) in via Gallura 2 una mostra documentaria sul ruolo dei sardi nel percorso di unificazione nazionale. Per la prima volta l'Archivio espone cimeli e armi che costituiscono il Museo del Risorgimento di Cagliari. Una collezione formatasi nel tempo ad opera dei reduci della Prima guerra mondiale. L'inaugurazione domani alle 16,30.
ETICANDO Domani alle 20, bottega Eticando (a Cagliari in via Iglesias, 19) Andrea Mameli presenta il suo “Manuale di sopravvivenza energetica”. Partecipa l'artista Augustine Namatsi Okubo.
ALFABETO DELL'ARTE Domani alle 17.30, Galleria comunale di Cagliari, appuntamento con l'Alfabeto dell'Arte. Conferenza della storica Pamela Ladogana.
PAOLO BRAVI Domani alle 18, a Cagliari, Biblioteca regionale viale Trieste 137, si presenta il libro di Paolo Bravi “A sa moda campidanesa. Pratiche, poetiche e voci degli improvvisatori nella Sardegna meridionale”, edito dall'Istituto superiore etnografico della Sardegna. Dopo l'assessore Sergio Milia e il presidente dell'Isre Salvatore Liori, interverranno Ignazio Macchiarella e Maurizio Virdis, Università di Cagliari, gli esperti di poesia sarda Paolo Pillonca e Paolo Zedda.
DOMUS ART Domani alle 18,30 a Quartucciu (Domus Art) “Conservare per conoscere - La valorizzazione dei beni culturali”. Organizza Bentu Nou. Relatori: il soprintendente per i Beni archeologici Marco Minoja, la direttrice del Museo archeologico di Cagliari Donatella Salvi, Andreina Catte, collaboratrice della Soprintendenza, le archeologhe Manuela Puddu e Sebastiana Mele, Luna Gubinelli, operatrice culturale.
SEMINARIO A PULA Domani alle 10, Parco tecnologico di Pula (Edificio 2, Piscinamanna), Sardegna Ricerche, Coni Sardegna e Area 3 srl organizzano il seminario “Un approccio scientifico al movimento umano: possibilità di sviluppo in differenti ambiti applicativi”.
LA CAVERNA DI PLATONE Per “Momenti gramsciani”, si presenta domani alle 17 a Cagliari, Società degli Operai di via XX Settembre 80, il libro di Eugenio Orrù “La caverna di Platone”.
 

LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
Provincia, due nuovi assessori a politiche giovanili e cultura
 
CAGLIARI. Sono Marta Ecca e Francesco Siciliano i due nuovi assessori che il presidente della Provincia di Cagliari, Graziano Milia, ha chiamato ieri a far parte dell’esecutivo.
 Marta Ecca, 26 anni, studentessa, si occuperà di Politiche giovanili, Università, Legalità e Pace.
 Francesco Siciliano, attore e regista, 42 anni, avrà competenza invece su Politiche culturali e Spettacolo.
 Attualmente Siciliano è vice responsabile nazionale dell’Informazione e Cultura del Partito Democratico e coordina il Forum per la riforma radiotelevisiva presieduto da Carlo Rognoni.
 I due nuovi componenti dell’esecutivo, dopo aver il decreto di nomina, saranno presentati ufficialmente oggi alle 11,15 in una conferenza stampa a Palazzo Regio.
 
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 32 - Nazionale
Università, via libera alla Fondazione
Raggiunto l’accordo sullo Statuto: gli enti fondatori sono Comune e Provincia
GIOVANNI BUA
 
 NUORO. Fumata bianca sulla Fondazione. Lunedì pomeriggio, nella sede provinciale del Pd, rappresentanti dei partiti della coalizione di centrosinistra, del Consorzio, di Comune e Provincia, hanno licenziato la bozza definitiva di Statuto.
 Bozza che adesso arriverà nelle due aule consiliari per la definitiva approvazione.
 Lo strumento su cui si è trovato l’accordo è quello della Fondazione di partecipazione, una delle più note forme di partnership tra pubblico e privato, che si è particolarmente diffusa in Italia nell’ultimo decennio come modello di gestione della sconfinata galassia del no-profit.
 In sostanza, rispetto alla Fondazione classica, la Fondazione di partecipazione è più «elastica», ammette la presenza di più fondatori (che si possono aggiungere anche in un secondo momento) e non deve perseguire uno scopo «cristallizzato» dalla volontà del fondatore ma può continuamente aggiornare la sua missione.
 In questa prima fase i soggetti fondatori saranno il Comune e la Provincia di Nuoro, che dovranno stanziare la «dotazione iniziale». Ma il progetto è quello di allargarla ad altri Comuni, ad altre Province (l’Ogliastra in primis), ad altri Enti e Fondazioni (quelle bancarie).
 L’accordo, ufficioso fino al passaggio in aula, è stato sottoscritto da tutti i soggetti impegnati nella trattativa. All’incontro di lunedì infatti (l’ultimo di una lunga serie) erano presenti il sindaco di Nuoro Sandro Bianchi, il presidente della Provincia Roberto Deriu, i responsabili comunale e provinciale dell’Università (l’assessore Paola Demuro e la delegata Franca Carroni) e il commissario del Consorzio universitario Caterina Loi. Ma soprattutto i rappresentanti di tutti i partiti della coalizione di centrosinistra, che hanno assicurato di dare gambe all’approvazione dello Statuto.
 La bozza elaborata lunedì sarà ora presentata ai consiglieri, e discussa (ed eventualmente emendata) dalle due commissioni. E infine dovrà arrivare nelle due aule consiliari per la definitiva approvazione.
 Si avvia dunque a conclusione un lungo percorso. E un braccio di ferro che ha visto impegnati per anni Comune e Provincia. L’ex sindaco Mario Zidda infatti non è mai stato convinto del vantaggio di passare dall’attuale Consorzio alla Fondazione, e sollevò durante il suo mandato una serie di problemi e perplessità. Tra cui quella relativa al fatto che né Regione né Stato erano stati coinvolti nella scelta. E questo poteva pregiudicare la validità stessa dell’accordo di programma sull’università barbaricina. Perplessità sempre rimandate al mittente da Roberto Deriu, talmente convinto della sua linea da abbandonare il Consorzio universitario e «metterlo in liquidazione». Difficile entrare nel merito di torti o ragioni. Sicuro è che il risultato della disputa era stato un lungo impasse, che ora sembra avviato a una soluzione.
 
9 – La Nuova Sardegna
Pagina 9 - Sardegna
Dalle due mummie abbracciate i segreti delle epidemie
Eccezionale scoperta in cattedrale: scienziati e archeologi al lavoro
 
 CASTELSARDO. Bob e Mary hanno resistito abbracciati a tre secoli di disinteresse. Dai loro scheletri inaspettatamente preservati dal tempo in una cripta troppo a lungo intatta, medicina e archeologia potrebbero ricostruire a braccetto brandelli di storia della Sardegna sette-ottocentesca, di Castelsardo e di tutto il nord dell’isola. Finanziamenti permettendo, perché l’operazione partita dalla cattedrale in riva al mare, rivoluzionaria proprio perché interdisciplinare, per far dialogare storia ed epidemiologia ha bisogno urgente di fondi.
 Quando Franco Campus, Luca Sanna e Maria Antonietta Demurtas, il pool di archeologi dell’ateneo sassarese che lavora al restauro di Sant’Antonio Abate (finanziato a inizio 2000), dieci giorni fa hanno rinvenuto tra mucchi di ossa quelle mummificate dei due soggetti che il codice internazionale chiama B e M, Bob e Mary per l’appunto, il loro sguardo di studiosi si è spinto ben oltre: «La decomposizione è inesistente - dice Campus, direttore del cantiere - e lo stato di conservazione eccezionale». Ogni cosa al suo posto, i tessuti intatti: nella piccola stanza sotto il pavimento della chiesa, il microclima ha preservato questi due sardi di fine settecento, gettati nella cripta insieme e così ritrovati. Praticamente abbracciati, forse legati da vincoli di sangue o matrimonio. Gli ultimi, secondo le prime analisi, ad essere sepolti in questa chiesa prima che l’editto di Napoleone vietasse quest’uso. E in un periodo interessato dall’ennesima epidemia di peste. Abbastanza da mettere in moto almeno tre categorie di studiosi e far brillare gli occhi di don Francesco Tamponi, direttore dell’ufficio beni culturali della diocesi di Tempio-Ampurias.
 La macchina è partita subito: dallo studio biomedico sui campioni di tessuto si capirà quanto eventuali agenti patogeni abbiano concorso alla morte dei due, quindi una ricerca sugli antichi registri ritrovati in cattedrale aiuterà a capire chi erano, come si chiamavano, quanti anni avevano. Nel frattempo saranno andate avanti la ricerca epidemiologica di una studiosa della Health Network University di Toronto e quella di David Kelvin, direttore dell’International Center Infection Immunity dello stesso ateneo e a capo di un pool che del caso Castelsardo potrebbero fare una miniera di scoperte.
 Bob e Mary, romanticamente avvinti in una delle quattro «capsule del tempo» di Sant’Antonio Abate, se tutto andrà come i soggetti interessati si augurano (il rettore Attilio Mastino, il responsabile di Scienze Biomediche Salvatore Rubino, quello dei Beni archeologici e monumentali della Soprintendenza Giuseppe Pitzalis), diventeranno i nocchieri di un cambiamento di rotta. Dal museo degli orrori che ieri, giorno della presentazione pubblica della scoperta, qualcuno prefigurava, è partito in realtà un cammino che fa venire l’acquolina in bocca: il sindaco Matteo Santoni vedrebbe piovere turisti e finanziamenti, biomedica ed etnoantropologia delineerebbero un quadro più preciso degli ultimi secoli sardi, del nord in particolare, gli archeologi potrebbero ricostruire la chiesa preesistente a quella attuale, edificata dopo oltre un secolo di lavori a inizio ’700. E le mummie di Castelsardo, colte da improvvisa celebrità, oltre a riacquistare il loro nome diverrebbero i ciceroni di un percorso che qualche anno fa pareva irrealizzabile. Da oggi, superata la prova dell’assalto di taccuini e telecamere, staranno in una più comoda stanza dell’università di Sassari.
 
10 – La Nuova Sardegna
Pagina 29 - Sassari
Furto ad Architettura, chiavi trovate per caso
L’ipotesi della polizia è che i ladri entrati per saccheggiare abbiano poi aperto il cassetto giusto
 
 ALGHERO. I ladri sono entrati nell’edificio con l’intento di saccheggiarlo. Poi per caso hanno trovato la chiave della cassaforte e sono fuggiti soltanto con i 13 mila euro che c’erano dentro. È l’ipotesi più accreditata sul furto commesso sabato notte nella sede amministrativa di Architettura.
 A due giorni dalla scoperta del colpo grosso ai danni della prestigiosa facoltà diretta da Vanni Maciocco, la polizia prosegue le indagini senza tralasciare nessuna pista. Ieri mattina, mentre gli uomini della Scientifica controllavano ogni centimetro del palazzo del Pou Salit alla ricerca anche di una minima traccia eventualmente lasciata dagli autori del furto, gli agenti del commissariato al comando del dirigente Valter Cossu si preoccupavano di indagare nell’ambito della malavita locale e di sentire alcuni impiegati della sede universitaria. Forse per capire se le chiavi del deposito valori fossero state ingenuamente conservate nel cassetto di una scrivania, benchè chiuso a doppia mandata. È evidente che se tutto ciò fosse confermato la tesi che si sia trattatto davvero di una sottrazione di denaro occasionale aumenterebbe di verosimiglianza. In altre parole, i ladri - dopo aver messo a soqquadro svariate stanze dell’edificio per poi sistemare computer e persino oggetti di cancelleria all’interno di buste della spazzatura - avrebbero casualmente notato dentro un cassetto una chiave lunga e con due alette. E non ci avrebbero messo molto per capire che si trattava proprio di quella che spalancava la cassaforte. Aperta in tutta tranquillità la cassetta di sicurezza si sarebbero poi impossessati dei soldi rinchiusi in una busta e soddisfatti del malloppo se la sarebbero data a gambe levate portandosi dietro soltanto qualche computer portatile.
 Supposizioni, certo. Anche perché, come spiega la stessa polizia, al momento certezze non ce ne sono. Se non quella che i ladri erano avvezzi a scassinare locali nella notte. E che più della metà dei tredicimila euro rubati era destinata a rimborsare gli studenti per le spese di alcuni viaggi d’istruzione all’estero. (a.m.)
 
11 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
Niente bus per il popolo della notte
Dall’osservatorio dei B&B cittadini le piccole carenze di una bella città
Oltre cento le case che accolgono turisti
Trasporti e apertura dei locali i nodi rilevati dagli ospiti
 
 CAGLIARI. Cagliari è bella, pochi sforzi in più e sarebbe un naturale collettore di turismo. Un turismo veloce, al massimo settimanale, deciso a non fermarsi nella sola città. Ma un turismo costante nei flussi e affezionato al punto da tornare anche un’altra volta, lontano dalla calca estiva per godersi il mare d’inverno e non solo. Tutto questo già succede nel giro dei Bed&Breakfast cagliaritani che sono più di cento e, miracolo, in larga parte si sono messi in rete per crescere e migliorare.
Il B&B è un piccolo osservatorio qualificato della domanda e dell’offerta turistica. Una breve ricognizione conferma alcuni difetti noti e mette in luce altre urgenze che, risolte, non favorirebbero solo un settore ma migliorerebbero la qualità della vita della città intera. Perché il segreto del turismo è forse una verità semplice: quel che fa star bene i cittadini attirerà anche i turisti. Dunque, in via Rockfeller dove Roberta Di Bella gestisce un B&B nella sua casa d’infanzia, si notano già due punti deboli della proposta turistica: locali non sempre aperti, pullman che finiscono il servizio tra le 23 e le 24, anche d’estate. «La domenica - spiega Roberta Di Bella - c’è grande difficoltà per trovare locali aperti. Soprattutto d’estate i ristoratori pensano che siccome fa caldo i turisti vanno al mare e invece non è sempre vero, per i 2 giorni in media che devono trattenersi in città, la vogliono visitare. Domenica scorsa in via Roma aperti c’erano solo Rinascente e un negozio di souvenir». Poi, i trasporti: «Finiscono alle 23, i turisti senza mezzo proprio non hanno scelta: il taxi o a piedi. Da Marina Piccola, d’estate, come si torna? Se Cagliari vuole essere turistica un modo per spostarsi lo deve offrire». I clienti sono soprattutto congressisti (c’è la Fiera), docenti universitari, funzionari ministeriali, sardi che abitano in altre parti dell’isola, proprietari di barca che vengono per il fine settimana magari in coincidenza con le regate. In genere la città non riceve particolari critiche: la trovano pulita, i quartieri storici in ordine. Silvana Cao ha il suo B&B citato nella guida Michelin nel cuore di Villanova: «Spesso i turisti ritornano, per il mare. Per vedere la città no, stanno uno, due giorni e poi vanno altrove. Io incentivo la presenza qui con la possibilità di praticare il golf e poi giri turistici. Qui il turista ancora non percepisce la possibilità di soggiornare in città e muoversi ogni giorno per visitare una località. Stanno due giorni qui, poi si trasferiscono per due giorni a Villasimius, il trasferimento si fa in auto, i pullman sono praticamente sconosciuti». In dieci anni il turismo è cambiato: «Io ho quest’attività da undici anni, quando i tedeschi venivano per una settimana. Da sette anni a questa parte il turismo è solo itinerante, Cagliari è vista non come una città di mare, ma una città da visitare. Fatta la visita, si va altrove. Invece da Cagliari nel raggio di 100 chilometri si possono fare escursioni senza valigie, ma è una cosa che constato io, è una possibilità che non si conosce e quando i turisti arrivano si sono già organizzati. Diverso invece è nel Nuorese dove soprattutto i tedeschi scelgono una località, si fermano una settimana e fanno varie gite in montagna. Un’altra caratteristica di Cagliari è che da circa 4 anni vengono molti giovani in agosto in vacanza per stare al mare e che viene apprezzata la vivacità della vita notturna». Gege Ciani ha il suo B&B in via dei Tritoni al Quartiere del Sole: un attimo andare al mare, un problema raggiungere il centro. «In estate dopo le 23 non ci sono mezzi - spiega - invece bisognerebbe organizzarli perché quando c’è la bella stagione sono tutti in giro. Per il resto della città i clienti sono soddisfatti, io d’inverno ho molti rappresentati, d’estate anche stranieri. Se pecca devo trovare direi che ci vorrebbe una migliore rete di trasporti per raggiungere località tipo Villasimius. Un problema è il raddoppio delle tariffe dei traghetti: tanti vengono con l’auto e tanti forse non verranno». (a.s.)
 
12 – La Nuova Sardegna
Pagina 19 - Gallura
Gian Luigi Gessa a Santa Teresa per parlare di alcol e droga
 
SANTA TERESA. Un interessante convegno sulle dipendenza da alcol, fumo e droghe con un prestigioso scienziato, Gian Luigi Gessa, professore emerito di neuropsicofarmacologia dell’università di Cagliari. L’appuntamento è per questo sabato, a partire dalle 11, al palazzetto dello Sport. L’iniziativa dell’assessorato alla Sanità guidato da Liliana Scano, è rivolta agli studenti delle scuole del territorio, ma anche agli adulti. La dipendenza da alcol, fumo e droghe non è una questione di carta di identità.
 Il sottotitolo dell’appuntamento di questo sabato è molto eloquente “come Ulisse è possibile resistere alle sirene?”. Gessa spiegherà in modo dettagliato quali sono gli effetti della sigaretta, dell’alcol e delle droghe sul cervello e sul corpo umano. Un viaggio nella scienza per sensibilizzare i giovani alle conseguenze di gesti che fanno sempre più parte della quotidianità dei giovani come accendersi una sigaretta. L’obiettivo è mostrare al pubblico i meccanismi della dipendenza, pericolosa trappola in cui si può evitare di cadere e resistere come Ulisse fece con il melodioso canto delle sirene. Nel corso della conferenza verranno forniti anche alcuni dati sul legame tra le diverse forme di dipendenza e il mondo giovanile. Per citarne alcuni, il 44 per cento delle ragazze sarde fuma più di 5 sigarette al giorno. Il 25 per cento dei giovani della nostra regione prende una sbronza, scientificamente detta intossicazione alcolica, più di 5 volte in un anno. Situazioni che mettono a rischio la salute. (se.lu.)
13 – La Nuova Sardegna
Pagina 33 - Cultura e Spettacoli
Ecco Grazia Deledda il Nobel che inventò il romanzo sardo
L’antica arte del racconto appresa non dal «Decameron» ma dalle storie del servo Proto
PAOLA PITTALIS
 
Chi è veramente Grazia Deledda? Uno dei pochi Nobel letterari italiani (unica donna), un’attività di scrittura di circa cinquant’anni, traduzioni in numerose lingue, da sempre testimonial della Sardegna nel mondo. Eppure forse «più conosciuta che letta» come lei stessa scriveva ad Albertini, storico direttore del “Corriere della sera”. Nuovi sguardi e nuovi inviti alla lettura arrivano nel 2007, ottantesimo anniversario del Nobel: fra l’altro tre convegni nazionali nati dalla collaborazione tra l’Istituto Superiore Etnografico della Sardegna e le Università degli Studi di Cagliari e Sassari. A suo tempo sono stati pubblicati, a cura di Marco Manotta e di Aldo Maria Morace, gli atti del convegno sassarese «Grazia Deledda e la solitudine del segreto», che orienta l’attenzione sulla produzione deleddiana posteriore al 1920, densa di nuove atmosfere e forme di scrittura. Escono ora gli atti del convegno di Cagliari «Dalla quercia del Monte al Cedro del Libano. Le novelle di Grazia Deledda», a cura di Giovanni Pirodda, e quelli del convegno di Nuoro «Il fantasma di Grazia. I narratori parlano di Grazia Deledda», a cura di Duilio Caocci (coedizioni ISRE-AIPSA, 20 ogni volume).
 Il suggestivo intervento di Giovanna Cerina conclude gli atti di Cagliari: un omaggio alla studiosa che ha curato per Ilisso i 6 volumi di novelle deleddiane. Preziose “divagazioni” sulla storia della narratrice, sullo sfondo dell’antica arte del racconto orale che Deledda apprende non dal «Decameron» o da «Le mille e una notte», ma dalle storie che il servo Proto raccontava nella cucina patriarcale di Cosima. Le novelle sono la «rappresentazione mimetica» di questo lontano archetipo: strategia narrativa e coscienza del bene e del male. Ne accompagnano l’attività, da «Sangue sardo» (1888) al postumo «Il cedro del Libano», segnando la «lenta ma innegabile evoluzione» del pensiero e dell’arte e i momenti importanti della vita, da «Primi passi» a «Agosto felice», premonitrice riflessione sulla morte («il perire - non la morte dunque, ma... quasi il dissolversi» nella natura, può fare paura?»).
 Nei singoli saggi un punto di vista eccentrico rispetto ai romanzi consente conferme e approfondimenti. A tutto campo: la collaborazione a riviste e quotidiani (è firma di prestigio del Corriere della Sera), l’idea che la scrittura sia impegno morale e non mestiere, l’abile mediazione della realtà sarda a lettori non sardi, l’ambigua attrazione dei paesaggi metropolitani e la scoperta dei linguaggi della modernità. Letture raffinate esplorano i meccanismi da cui nasce l’arte di Deledda, un’arte che indaga (per dirla con Milan Kundera) non «la realtà, ma l’esistenza», cioè l’infinito «campo delle possibilità umane».
 L’eredità più preziosa del convegno? Avere aperto una stagione di ricerche inedita: il recupero di una produzione novellistica molto ricca, ancora sommersa, rispetto alla quale il corpus delle raccolte note è una punta di iceberg.
 «Il fantasma di Grazia» è rivolto a un pubblico più ampio. Undici lettori particolari (scrittori sardi) fanno i conti con il “fantasma” di Deledda, quale si è formato negli anni, nell’immaginario comune, a prescindere dai testi letterari. Deledda è raccontata liberamente. Anzitutto ammissioni e sensi di colpa: una scrittrice snobbata (la scuola invita poco a leggerla e i suoi libri, nelle biblioteche di famiglia, sono talvolta intonsi), poco amata rispetto ad altri autori del Novecento (un peccato mortale?). Oppure ammirata in modo rituale (una questione di famiglia?) o, più perfidamente, inavvertita, elemento di un paesaggio cui si è fatta l’abitudine. Le colpe sono di Grazia, icona severa e non amabile; i meriti di Cosima, ragazza ribelle e caparbia, dall’inquieto mondo sentimentale, capace di sfidare il divieto di scrivere posto dalla società barbaricina a chi come lei è donna, nubile e autodidatta.
 I meriti del convegno. Liquida luoghi comuni: dichiarazioni di filiazione, deleddismo e antideleddismo di maniera, contrapposizioni di rito (Deledda e Dessì sono ricondotti a una “diversità” storica). Affronta un problema ineludibile. Deledda è certo la nostra «madre letteraria»: ha inventato il «romanzo sardo», ha forgiato un dispositivo narrativo potente evitando alla nostra letteratura modelli inventati da altri. Ma al fantasma di Deledda si accompagna un revenant pericoloso, un altro fantasma da esorcizzare: l’idea che sia ancora oggi unica depositaria dell’identità sarda, per cui essere scrittori significa scrivere come faceva lei nel primo Novecento. Un’ipotesi mistificante perché la Sardegna è cambiata, investita dal vento impetuoso della storia.
 Quali le eredità deleddiane? Vi sono, nei suoi confronti, i debiti dei narratori di cui tanto si discute a livello non solo nazionale. Ma vi sono anche le lezioni, «non piccole», osserva Mannuzzu. Il limpido senso del bene e del male che a noi manca, «sarà l’infame crisi di senso che siamo chiamati a vivere». La fedeltà alla propria vocazione di scrittrice, che respinge i dictat esterni: le fosche storie di sangue richieste all’inizio dagli editori e le storie «autoreferenziali e patriottiche» care al senso comune dei sardi. È una fedeltà rara, oggi, in un contesto, non solo italiano, nel quale «regola affannosa dello scrivere è inseguire il consenso».
 
 

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