Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
29 March 2011
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
 
    
 
L’UNIONE SARDA
  
1 - L’Unione Sarda / Provincia di Sassari - Pagina 22
ALGHERO. Ieri mattina il preside Giovanni Maciocco ha lanciato un grido d'allarme alle istituzioni
Architettura sfiancata dai debiti
La Facoltà migliore d'Italia rischia di chiudere
Da due anni non usufruisce dei finanziamenti regionali e ora, la facoltà di Architettura di Alghero, eccellenza in campo nazionale, rischia seriamente di dover chiudere i battenti.
Senza soldi in cassa non sarà possibile programmare l'attività didattica, rinnovare i contratti dei trentasette docenti di ruolo, dare certezze agli oltre cinquecento studenti che frequentano i quattro filoni disciplinari.
LENTA AGONIA Una lenta agonia iniziata nel 2008, da quando la facoltà algherese è stata relegata a sede sub-urbana di Sassari e dunque tagliata fuori dal fondo riservato alle università decentrate. Una definizione impropria e senza senso geografico. Ieri il preside Giovanni Maciocco ha lanciato un grido d'allarme alle istituzioni: «Riaccendete le luci su di noi, aiutateci a superare questo momento e a costruire una prospettiva di lungo respiro». Accanto al preside anche Ivan Blecic, componente della commissione statutaria dell'Università di Sassari, Paola Idini, laureanda in Architettura e la dottoranda Giuliana Frau.
Servono almeno ottocentomila euro all'anno per la gestione della didattica e la manutenzione ordinaria delle cinque sedi, senza contare i crediti pregressi, «Cinquecentomila euro per il 2009 - svela Maciocco - e altri cinquecentomila per il 2010».
DUE PESI Non è come chiedere la luna visto che per garantire i propri corsi Oristano ha già ottenuto due milioni di euro mentre Nuoro ha portato a casa addirittura tre milioni. Invece la facoltà di Architettura non ha visto un centesimo da Cagliari: è sopravvissuta attingendo dal fondo unico ministeriale, duecentocinquantamila euro concesse dall'ateneo madre.
MOBILITAZIONE Nulla è cambiato insomma, dal giorno della mobilitazione generale, avvenuta la scorsa primavera, quando in migliaia erano scesi in piazza per chiedere a gran voce che il corso di laurea continuasse a esistere con i livelli qualitativi che da sempre l'hanno distinto in questi dieci anni di vita. «Prima facoltà scientifica d'Italia nella classifica del Censis e prima facoltà in assoluto dell'intero Centro-Sud».
PROMESSE Erano seguiti la visita ufficiale del presidente della Regione Ugo Cappellacci e una serie di promesse non ancora mantenute. «Molti mesi di rinvii - commenta Giovanni Maciocco - che hanno contribuito ad aggravare la situazione della facoltà». Nemmeno il protocollo d'intesa Regione-Università per il 2011-2013 sembra promettente per Architettura «che non viene citata nemmeno una volta nello svolgimento del lunghissimo testo». La bozza di protocollo, inoltre, inserisce una quota del dieci per cento del fondo unico per premiare i risultati, senza però fornire criteri certi di valutazione. «Premiare i risultati straordinari è un bene - ha sottolineato il preside - ma non può essere la condizione d'essere dei finanziamenti».
La facoltà di Alghero è anche pronta alle sfide future. «Se ci faranno continuare a vivere creeremo una scuola internazionale con i nostri partner stranieri».
CATERINA FIORI
 
 
2 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari - Pagina 21
Unità d'Italia, incontro al Ghetto
Il Comitato tecnico di Cagliari Monumenti Aperti propone domani alle 16, nel Centro comunale d'arte e cultura “Il Ghetto” (nella foto) in via Santa Croce 18, il secondo appuntamento del ciclo di conferenze “Cagliari dall'Unità d'Italia a oggi - luoghi e monumenti fra passato e presente”. In questo incontro Rita Ladogana e Simona Campus (Università di Cagliari) si confronteranno sul tema: “L'architettura laica: i palazzi delle istituzioni”.
 
 
3 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari - Pagina 21
Mulinu becciu “I media e i giovani”,
incontro all'Area 3 “I media e i giovani. Strategie e comportamenti da adottare per un corretto inserimento del punto di vista dei giovani nella comunicazione mediatica”. È il titolo dell'iniziativa organizzata dall'associazione ArCoEs con il contributo della Provincia che si terrà oggi a partire dalle 9.30 al Centro comunale Area 3 di via Carpaccio 16. Aprirà l'incontro la redazione cagliaritana di ragazzi dai 12 ai 18 anni inserita all'interno del progetto “Teen Press” del Centro nazionale documentazione e analisi sull'infanzia e l'adolescenza, che presenterà l'esperienza già maturata in un anno di lavoro. Per dare un ulteriore possibilità ai giovani di parlare della propria specificità è stata invitata la redazione di Unica Radio, radio gestita da studenti universitari, che spiegheranno come poter avviare una web radio.


4 - L’Unione Sarda / Economia - Pagina 12
Secondo la classifica del Sole 24 Ore il capoluogo sardo è al 13° posto con 27.545 euro pro capite
Redditi, Cagliari prima nell'Isola
Sanluri e Villacidro ultime tra le città italiane
Quando si parla di redditi, l'Italia va sempre a due velocità: da una parte il Nord, dall'altra il Mezzogiorno. La Sardegna è più vicina alle regioni del Sud, con qualche eccezione però: Cagliari sorride, risultando 13esima nella classifica nazionale subito dopo Parma. Si trova invece a metà del guado Sassari (61esima fra Ferrara e Savona). Tutto ciò emerge da uno studio del quotidiano “Il Sole 24 Ore” che ha elaborato i dati 2009 del Dipartimento delle Finanze. I numeri, comunque, non si basano sul reddito medio dei contribuenti Irpef, ma su quello denunciato dai soggetti tenuti a versare l'imposta. E questo elimina dal conteggio i contribuenti che hanno azzerato l'Irpef, grazie a esenzioni e detrazioni: in Italia sono 10,5 milioni su 41,5.
LA CLASSIFICA Cagliari, dunque, è il capoluogo sardo con il reddito medio più alto dei contribuenti che pagano l'Irpef (27.545 euro), e si colloca al 13esimo posto nella graduatoria italiana guidata da Milano con un reddito pro capite di 34.964 euro. Al contrario, gli altri capoluoghi di provincia dell'Isola seguono distanziati. In particolare, dopo Cagliari, che rispetto alla graduatoria del 2005 ha guadagnato cinque posizioni, si trova al 61esimo posto Sassari con 24.006 euro (+10 posizioni rispetto al 2005). A ruota si incontrano al 67esimo Oristano con 23.887 euro (guadagna sei posizioni rispetto al 2005) e al 78° Nuoro con 23.316 euro (+12 posizioni). In coda ci sono le nuove province: al 110esimo posto Olbia con 20.827 euro, al 111esimo Iglesias con 20.616, al 112esimo Carbonia con 20.563, al 113esimo Tortolì con 20.021, al 114esimo Lanusei con 19.901, al 115esimo Tempio Pausania con 19.818, al 117° Sanluri con 18.745 e al 119° (ultimo posto in Italia) Villacidro con 17.011 euro.
LE IMPRESE «Credo che questi dati vadano presi con le pinze», dice Italo Senes, presidente della Confapi Sardegna. «A noi risulta evidente che anche Cagliari sia in sofferenza. Di certo», aggiunge Senes, «le aree metropolitane sarde sentono la crisi meno delle zone interne, che dipendono soprattutto dai redditi generati dall'industria, oggi in forte difficoltà». Massimo Putzu, presidente regionale di Confindustria, nota invece che «nell'Isola, in cinque anni, la distribuzione della ricchezza rimane concentrata sempre nelle aree più urbanizzate, mentre quelle rurali segnano il passo. È evidente che le politiche comunitarie e regionali non hanno fatto bene il loro dovere».
I SINDACATI «L'economia isolana è spaccata in due: da un lato il polo di Cagliari, dall'altro quello di Sassari. E in mezzo ci sono i piccoli paesi che soffrono», commenta Francesca Ticca, segretario generale della Uil Sardegna. «Dobbiamo riscoprire le vocazioni dei territori: dall'artigianato all'ambiente fino ad arrivare all'agroindustria. Perché un tempo eravamo leader nel sughero e oggi dobbiamo importare i due terzi della produzione dall'Africa?». Preoccupato anche Mario Medde, leader della Cisl Sardegna. «I dati confermano quanto denunciamo da tempo: le famiglie continuano a impoverirsi e la Sardegna si conferma terra di disoccupati, precari e pensionati. Per ripartire dobbiamo puntare su due obiettivi: la vertenza entrate e la rinegoziazione del patto di stabilità». Secondo Enzo Costa, segretario generale della Cgil sarda, «occorre che la politica ridisegni un modello di sviluppo economico più equilibrato, per arginare lo spopolamento dei piccoli centri. Ci sono troppe diseguaglianze», conclude Costa, «e se continuiamo di questo passo, la forbice fra zone ricche e zone povere continuerà ad allargarsi».
LANFRANCO OLIVIERI
 

 
 
LA NUOVA SARDEGNA 
 
5 - La Nuova Sardegna / Pagina 10 - Sardegna
Architettura ad Alghero: è la migliore per il Censis ma da 3 anni è senza fondi 
ALGHERO. Si dovrebbe parlare di eccellenza e invece la parola giusta è emergenza. Pessima rima, per la facoltà di Architettura di Alghero. Il Censis la certifica come «migliore d’Italia» e ha tutti i numeri per diventare Scuola internazionale. Ma ci sono problemi persino per pagare l’energia elettrica o il servizio di pulizia. La verità è che dal 2008 non riceve più i finanziamenti regionali destinati alle sedi accademiche decentrate. La città catalana, infatti, è incredibilmente considerata periferia di Sassari. «Un non senso geografico», dice il preside Vanni Maciocco.
Per la legge regionale numero 3 del 2008 Alghero starebbe dunque a Sassari come Rho sta a Milano. O - giusto per fare un esempio sardo - come Quartu sta a Cagliari: città perfettamente unite da una stessa strada urbana e collegate da un’unica rete di mezzi pubblici. Non è ovviamente una questione di campanilismo o di rivendicazioni di peculiarità culturali. Ma di soldi. «In base a questa acrobatica logica - spiega Maciocco senza mascherare l’amarezza - a noi non spetta nulla, mentre Nuoro e Oristano per i loro corsi universitari hanno avuto soltanto nel 2010 rispettivamente tre e due milioni di euro». L’ipotesi di far rientrare la facoltà di Architettura di Alghero in un finanziamento specifico nel protocollo d’intesa «Regione-Università» sarebbe stata vanificata nello scorso dicembre dalla proroga del protocollo 2009, che appunto considerava la stuttura universitaria della città catalana come sede «suburbana». Una beffa passata sotto il silenzio generale, nonostante le rassicurazioni del presidente della Regione Ugo Cappellacci. A garantire la sopravvivenza della facoltà di Architettura rimangono 250mila euro messi a disposizione dal rettore di Sassari e prelevati dal Fondo unico di ateneo. Poi la «generosità» dell’amministrazione comunale di Alghero, che cede gratuitamente gli edifici per la didattica e la ricerca.
«Tuttavia - continua il preside - la nostra struttura ha necessità di finanziamenti a regime per almeno 800mila euro all’anno, più un pregresso di un milione relativo al 2009 e al 2010».
Maciocco non vuol farne una questione di meriti. «Ma è difficile - continua - non sottolineare l’iniquità di una politica che emargina una sede come quella di Alghero e che al tempo stesso non la mette a confronto con le altre sedi, non dico sui risultati, ma almeno sui parametri che potremmo definire strutturali e che riguardano l’esistenza e la consistenza delle attività». Si riferisce al numero e al tipo di corsi che costituiscono l’offerta formativa, al numero degli studenti (600) e dei docenti (37), ma anche alla quantità delle sedi e al fatto che quella di Alghero è una facoltà/dipartimento.

 
6 - La Nuova Sardegna / Pagina 10 - Sardegna
ROMA
Vertice dei rettori dell’isola con i ministri Gelmini e Fitto
ROMA. Si è svolto a Roma un incontro tra i rettori degli atenei del Mezzogiorno e i ministri Mariastella Gelmini e Raffaele Fitto. L’obiettivo è stato l’approfondimento delle questioni legate all’attuazione della riforma universitaria e del Piano Nazionale per il Sud. Nel corso della riunione sono state affrontate le criticità specifiche del sistema universitario meridionale per comprendere meglio come queste possano essere affrontate sfruttando le opportunità che deriveranno dall’attuazione della riforma. Ai rettori è stato richiesto un contributo di proposte da inserire in un Contratto Istituzionale di Sviluppo per realizzare una sinergia virtuosa tra governo centrale, Regioni e sistema universitario. I ministri hanno espresso un giudizio ampiamente positivo sui contenuti della riunione e sul generale apprezzamento dell’iniziativa manifestato dai rettori. «L’incontro è stato un segno positivo di attenzione sulle specifiche tematiche degli atenei meridionali» ha detto Giovanni Melis rettore dell’Università di Cagliari.
Il rettore dell’Università di Sassari, Attilio Mastino, ha posto all’attenzione il tema delle Università sarde nei tempi di un federalismo che rischia di essere poco solidale e ha parlato della necessità di un accordo federativo tra i due atenei dell’isola.
 
 
7 - La Nuova Sardegna / Pagina 2 - Oristano
La tesi di laurea di una ragazza oristanese studia prodotti alimentari adeguati 
Il mangiar sardo dei celiaci 
«L’industria isolana deve sviluppare capacità e qualità» 
La prima ricerca sviluppata nei corsi del Consorzio Uno 
ORISTANO. Un pane senza glutine ma ben lievitato, leggero e fragrante: quasi un sogno, per i celiaci, riuscire a trovarne in commercio. Presto potrebbe essere possibile, grazie ai risultati della tesi di laurea in Tecnologie alimentari, di Sabrina Dessì, prima laureata al corso istituito a Oristano dal Consorzio Uno e la facoltà di Agraria di Sassari.
È la prima tesi di laurea che indaga l’evoluzione del processo e del prodotto alimentare sulla base delle esigenze dei soggetti celiaci in Sardegna.
Frutto di una collaborazione con la Asl di Nuoro e con l’industria, attraverso lo studio della genesi di uno specifico prodotto “gluten-free” analizza la capacità dell’industria alimentare isolana di reagire all’emergere di una nuova domanda di mercato in forte crescita, quella dei consumatori intolleranti al glutine comunemente presente nei cereali quali grano, farro, segale, orzo, avena.
La celiachia è una malattia diffusa, ma fino a tempi recenti non altrettanto conosciuta, a causa della genericità di sintomi (stipsi, diarrea, dolori addominali) spesso associati all’insorgenza di complicanze severe quali il diabete mellito, tiroidite, osteoporosi, artrite reumatoide. Su un’incidenza nazionale di uno a 100, spicca la Sardegna con percentuali pari ad un soggetto ogni 70 adulti. Non esistono farmaci per combattere questa malattia, silenziosa e subdola, potenzialmente molto dannosa. L’unico mezzo di difesa per il paziente celiaco è una dieta rigorosamente priva di glutine.
Sotto la guida del professore Antonio Piga, docente di Operazioni unitarie della tecnologia alimentare ed esperto di valorizzazione dei prodotti tipici della Sardegna, Sabrina Dessì ha condotto una doppia indagine sul campo, sulla malattia e sulla filiera, seguendo il processo di evoluzione di un prodotto da forno specificamente studiato per le esigenze dei pazienti celiaci, all’interno di un’azienda sarda. Dice la neo laureata: «L’industria si sta attrezzando per coprire tutte le esigenze del consumatore. Ma non basta produrre alimenti senza glutine: occorre salvaguardare l’equilibrio degli apporti nutrizionali in termini di sali, fibre, vitamine. Insomma: massima qualità, a costi da grande distribuzione».
Il ruolo del tecnologo alimentare si fa sempre più prezioso per le aziende moderne, che alla ricerca di nuovi mercati intendono investire sulla qualità e sulla competitività. «La sfida - osserva il professor Piga, - è quella di abbattere i limiti sensoriali talvolta ancora presenti soprattutto sui prodotti da forno e nella tenuta in cottura delle paste fresche». Le nuove tecniche consentono di usare sostanze alternative che simulano gli effetti strutturali ottenuti con il glutine, il cui sviluppo permette di trattenere i gas sviluppatisi durante la fermentazione nell’impasto, consentendo di ottenere un pane che risulta ben lievitato, leggero e fragrante.
Un dato a conferma degli sbocchi professionali del corso triennale in Tecnologie alimentari. Dall’anno accademico 2001/2002 a oggi sono 53 i laureati. Dai dati dell’Ufficio Management del Consorzio Uno risulta che a 12 mesi dal conseguimento del titolo di studio quasi il 50 per cento risulta occupato, il 30% prosegue gli studi mentre una percentuale inferiore al 20% è disoccupata o in cerca di occupazione.


8 - La Nuova Sardegna / Pagina 8 - Sardegna
LUNEDÌ TAVOLA ROTONDA
Sviluppo e crescita al di là del Pil
La «Stima di un indice di qualità della vita nelle province sarde» è un focus inserito nel 7º rapporto Iares sull’economia sociale e civile dell’isola. La presentazione ufficiale avverrà lunedì, alle 16.30, nella facoltà di scienze politiche cagliaritana, in viale Fra Ignazio. Ci saranno prima i saluti di Ottavio Sanna (responsabile regionale Acli), Antonello Arru (presidente della Fondazione Banco di Sardegna che ha supportato l’intera iniziativa), Antonello Caria (direttore Iares), del docente Vittorio Pelligra. Seguiranno le comunicazioni della ricercatrice Sara Frau e del sociologo ed economista Gianfranco Bottazzi. Alla fine, una tavola rotonda su «Nuova crescita e sviluppo al di là del Pil». Parteciperanno fra gli altri Silvio Lai, Angela Maria Quaquero, Anselmo Piras.


9 - La Nuova Sardegna / Pagina 2 - Cagliari
CITTADELLA 
Domani seminario del Crs4 
CAGLIARI. Mercoledì dalle 16 alle 18 nell’Aula Magna della Cittadella Universitaria di Monserrato si terrà un seminario organizzato dal CRS4 su “Studi di associazione genetica e disegno Sperimentale caso-controllo. Applicazioni a diabete di tipo 1 e sclerosi multipla sulla popolazione sarda”. Il seminario è rivolto a studenti e ricercatori che operano nell’ambito delle scienze della vita e nel campo dell’informatica elettronica. La ricercatrice del CRS4, Ilenia Zara, spiegherà che cos’è uno studio di associazione genetica, concentrando l’attenzione sullo studio chiamato GWAS (Genome Wide Association Scan), che si estende all’intero genoma. Verranno precisati quali sono i vari stadi di un GWAS nell’ambito di un “caso-controllo”, quali fattori possono condizionarlo, le motivazioni per cui si decide di intraprendere questo tipo di studio e quali sono i risultati che è possibile ottenere. Saranno inoltre illustrati i risultati di una serie di studi GWAS, volti a identificare varianti genetiche predisponenti al Diabete di Tipo 1 e alla Sclerosi Multipla nella popolazione sarda.
 
 
10 - La Nuova Sardegna / Pagina 8 - Sardegna
GLI AUTORI E LE PROCEDURE
Ricerca con metodi innovativi
«I soldi non fanno la felicità...», «Il denaro non è tutto», «L’importante è la salute». È proprio partendo dall’analisi di affermazioni tanto concise e lapidarie come queste, spesso frutto solo di luoghi comuni, che gli autori della ricerca tentano di dare risposte decisamente più ampie riguardo a tutti gli aspetti che oggi spiegano l’esistenza di un individuo nell’isola. E che quindi, come loro stessi sottolineano, contribuiscono a definire la realtà sarda. I ricercatori di Iares, società che da tempo svolge indagini economiche e sociali nella regione, cercano però di andare oltre il concetto di misura della disponibilità economica. E individuano così le altre dimensioni che concorrono a qualificare benessere e livelli di vita in un territorio. Lo studio è firmato da un gruppo di ricerca del quale hanno fatto parte Sara Frau, Riccardo Piras, Vania Statzu. Coordinamento scientifico del docente di economia sociale Vittorio Pelligra, in collaborazione con lo statistico Francesco Mola, entrambi dell’università di Cagliari.
 
 
11 - La Nuova Sardegna / Pagina 29 - Sassari
Un convegno venerdì 
La biodiversità nel Parco di Porto Conte 
ALGHERO. «Conservazione della biodiversità vegetale in ambiente mediterraneo: il caso del Parco regionale di Porto Conte». È il titolo del convegno che si svolgerà venerdì prossimo dalle 16 a Casa Gioiosa, sede del Parco. L’organizzazione è del dipartimento di Scienze botaniche ecologiche e geologiche dell’università di Sassari. Tra i relatori, John D. Thompson, del «Centre d’Ecologie Fonctionnelle et Evolutive» di Montpellier, poi i ricercatori Emmanuele Farris, Stefania Pisanu, Mauro Rustici e Marcello Budroni. Chiuderanno i lavori Donatella Spano, delegato rettorale per la Ricerca, Antonio Francesco Piana, responsabile dell’Ufficio ricerca dell’Università di Sassari, il direttore del Parco di Porto Conte Vittorio Gazale e il responsabile scientifico del Piano del Parco Nicola Sechi.
 
 
12 - La Nuova Sardegna / Pagina 13 - Gallura
Armati di obiettivo per scoprire il Limbara 
«Visioni di paesaggi», workshop fotografico della facoltà di architettura 
PIETRO ZANNONI 
CALANGIANUS. Con la digitale in giro sul Limbara per tre domeniche. Conta oltre 30 iscritti, almeno la metà studenti galluresi il workshop di fotografia della facoltà di architettura di Alghero “Visioni di paesaggi”, ideato e organizzato dalla docente Anna Uttaro (laboratorio Matrica) e diretto dalla collega Lidia Decandia con la consulenza del fotografo Alessandro Graffi. La prima uscita si è svolta il 20 marzo a Calangianus; domenica 3 aprile tocca al centro storico di Tempio e a Vallicciola; il 10 a Berchidda, Oschiri e il Limbara di quel versante.
Le domande di base: come vedono il proprio paesaggio gli abitanti del territorio del Limbara? Quali sono i tratti che amano di più e che ritengono più significativi o da migliorare? E quelli legati a un ricordo particolare o che vorrebbero far conoscere? «Vogliamo sensibilizzare gli abitanti dei Comuni che circondano il Limbara ad osservare e far osservare il proprio paesaggio», dice Uttaro.
Il via col bando della Regione Sardegna per il quinto “Premio del paesaggio -sezione fotografie”, con cui la Regione intende raccogliere contributi da parte delle popolazioni per l’identificazione e la caratterizzazione del paesaggio sardo così come percepito dalle popolazioni che interagiscono attraverso la storia, la cultura e le tradizioni, in linea con la Convenzione europea del paesaggio.
Due le tipologie dei partecipanti: senior (professionisti) e junior (scuole e non professionisti) per un premio complessivo di 37.000 euro. I lavori prodotti faranno parte di una mostra collettiva. Il tutto nel quadro del “Progetto nel contesto sociale” del corso di laurea in pianificazione territoriale, urbanistica e ambientale di Alghero.
L’iscrizione è gratuita ma i costi del materiale fotografico sono a carico dei partecipanti.
   
 
13 - La Nuova Sardegna / Pagina 30 - Sassari
Progetto per costruire la casa della legalità 
Undici Comuni del Goceano uniti per combattere le devianze 
FRANCESCO BELLU 
BONO. Costruire mattone su mattone la legalità nei ragazzi, darle solide fondamenta e radicarla nella loro testa. Soprattutto in una zona in perenne allarme come il Goceano. Si chiama “Cantieri della legalità” non a caso, il progetto finanziato dalla Regione Sardegna (Por 2007-2013) e gestito dal Consorzio di sviluppo civile di Bono. Ne fanno parte undici Comuni riuniti in un assemblea presieduta da Pietrina Picca, primo cittadino di Illorai, l’università di Sassari, il Coni e il Corpo forestale.
Gli obiettivi sono molteplici anche se si possono riassumere in un unico concetto: instradare i più giovani (il “target” va dai 14 ai 30 anni) al rispetto della legalità e farli portatori di valori di giustizia nei loro territori. I modi studiati dal progetto si incanalano in una serie di «percorsi virtuosi» utili a rimuovere gli ostacoli allo sviluppo e alla crescita economica in alcune aree della regione, per promuovere azioni mirate su categorie e soggetti definiti «a forte rischio devianza». Sul piano più concreto gli interventi serviranno anche ad aumentare la percezione di sicurezza attraverso una partecipazione dei ragazzi coinvolti in attività di formazione, animazione socio-culturale e sportiva. Il rispetto delle regole e dei propri avversari in una sana competizione sportiva, ad esempio, aiuta a comprendere in maniera più pratica e immediata tutta una serie di valori, che poi sono validi anche al di là del campo da gioco e si riflettono nei gesti di tutti i giorni, in qualsiasi contesto.
Tutte le azioni messe in campo andranno poi a formare un quadro unico di intervento, un po’ come i fili di diverso colore che alla fine vanno a comporre un tappeto. E i nodi da intrecciare in queste terre sono tanti e necessari, perché i cittadini adulti di domani nascono dai ragazzi di oggi. Un lavoro non semplice, ma necessario, oggi più che mai: i recenti fatti di cronaca che hanno investito il Goceano sono un segnale preoccupante che non deve essere sottovalutato.
Uno dei modi per combattere violenze e soprusi è proprio attraverso un lavoro paziente di educazione alla legalità e al rispetto delle leggi. Il progetto “Cantieri della legalità” in questi mesi se n’è assunto l’onere e non ha intenzione di mollare la presa.
 
 
14 - La Nuova Sardegna / Pagina 8 - Sardegna
A picco la qualità della vita nell’isola 
In coda Medio Campidano, Ogliastra, Sassarese. In testa Cagliaritano, Nuorese e Gallura 
SASSARI. Quali sono le province sarde dove si sta meglio? Il Cagliaritano, il Nuorese, la Gallura. E quelle dove si vive peggio? Medio Campidano, Ogliastra, Nordovest, con Sassari emblema della crisi. Stavolta i parametri dell’ultimo report portato a termine da Iares non si fondano solo sul livello di benessere rappresentato dalla ricchezza individuale o familiare, No, si va più in là. I dati appena elaborati sono basati infatti su diversi fattori d’osservazione. Come la salute, le pari opportunità, l’ambiente, il lavoro, i diritti, l’istruzione, la cultura, il disagio sociale.
Un panorama di valutazioni più ampio della norma, insomma. E per nulla confortante, visti i risultati deprimenti che caratterizzano il quadro complessivo dell’isola: appena tre i segni «più».
L’ultima messa a fuoco sembra solo parzialmente in linea con gli allarmi periodici che sotto questo profilo arrivano da altri enti, società e istituzioni. Ma il contrasto è apparente. Una volta che si conoscono gli indicatori per esaminare i fenomeni, tutto collima. Compreso il bilancio finale. Che, nella sua amararealtà, spiega il perché di tante battute d’arresto registrate in vaste regioni dell’isola.
Ma ecco, zona per zona, l’esito dell’indagine.
Linee generali. Le province sarde più ricche (o, meglio, meno povere) si confermano le stesse «percepite come tali dall’uomo comune», rilevano gli autori dello studio. In particolare Olbia-Tempio e l’area di Cagliari: le uniche contrassegnate da numeri positivi insieme con il Nuorese. «Colpisce invece la terzultima posizione del Sassarese, che riflette probabilmente la situazione di difficoltà e immobilismo da decenni denunciata dalle élite culturali e politiche della città - commentano i ricercatori - Troppe volte Sassari finisce in fondo alla graduatoria o sotto la media, sebbene mantenga posizioni ottime - ma mai la migliore - per quanto concerne l’istruzione, la cultura o la salute». È poi importante, secondo gli specialisti, sottolineare come il Nordovest sia l’area più compromessa per il disagio sociale.
Tutte le nuove province tranne la Gallura sembrano aver ereditato difficoltà. «Tuttavia al loro interno ci sono situazioni assai diverse - rimarcano gli studiosi - Così, mentre Carbonia-Iglesias pare essere molto legata alla provincia di origine (Cagliari), Medio Campidano e Ogliastra se ne distinguono nettamente: a indicare, come per Olbia-Tempio, una peculiarità che nel bene e nel male può essere una risposta a chi si chiede se sia opportuna l’esistenza di queste ulteriori realtà istituzionali». La conclusione è, «che rimangano o no, il quadro delineato dall’indicatore di qualità della vita mostra chiaramente come necessitino di politiche adeguate».
Ambiente e salute. Le province con più posti letto, strutture assistenziali, medici e infermieri non ottengono lo stesso buon andamento nelle strategie per salvaguardare il territorio. Alle più popolose e industrializzate - Cagliari e Sassari - s’associa la miglior performance nella sanità. Mentre se aumentano le aree verdi e lo spopolamento, come nelle Barbagie, si rivela maggiore l’attenzione per l’ambiente. «Ciò - spiegano i professionisti di Iares e dell’ateneo cagliaritano - può dipendere dal fatto che, al di là della diversa disponibilità di risorse, una più alta densità demografica stimola l’offerta di servizi sanitari pubblici. Al contrario, la presenza di oasi protette e una minore industrializzazione spingerebbero a dare più rilevanza ai temi della difesa di paesaggio e territorio».
Cultura e partecipazione. L’accostamento, per i promotori dell’indagine, consente una radiografia «dal punto di vista della vitalità intellettuale e politica». Nell’isola, secondo i ricercatori, è infatti possibile ipotizzare «una relazione diretta più o meno costante fra l’offerta di beni e servizi come spettacoli, musei, biblioteche e una popolazione residente istruita e partecipativa, interessata ai percorsi di elevata specializzazione (istituti tecnici superiori e università) e ai meccanismi di coesione e mobilitazione, come volontariato, informazione quotidiana, adesione alle manifestazioni culturali». Nel caso dell’istruzione occupano i primi posti le province di Cagliari, Sassari e Nuoro. Nell’indicatore della «partecipazione» quelle di Nuoro, Cagliari e Olbia-Tempio.
Diritti e pari opportunità. I relatori, dati alla mano, si sono fatti una convinzione: in Sardegna la discriminazione di genere è oggi legata a prassi, strutture sociali e organizzazione della vita domestica. Non appare più solo questione legale o giudiziaria. Riguarda dunque concetti vicini alla realtà politica, all’economia, ai servizi. Così le province di Cagliari e del Sulcis - più dotate di scuole, meccanismi di inclusione sociale e “utilità” per i cittadini come banche e farmacie - «non offrono altrettanta attenzione alla parità». Il che emerge in modo chiaro soppesando i numeri di asili nido e consultori, oltre che la partecipazione femminile agli organi di governo locale.
Lavoro e disagio sociale. Nelle province di Sassari, del Medio Campidano, dell’Ogliastra e di Nuoro i valori assunti dai due macroindicatori sono molto simili tra loro, a volte quasi coincidenti. «Per Oristano, Cagliari e Carbonia-Iglesias si registra invece una situazione migliore dal punto di vista del disagio sociale rispetto alla dimensione economica, e la differenza è più evidente nell’Oristanese», annotano i ricercatori. «La forbice maggiore - aggiungono - è però quella relativa alla provincia di Olbia-Tempio, al primo posto in ambito economico ma con un livello di disagio sociale piuttosto elevato, secondo solo alla provincia di Sassari».
Qualità della vita e Pil. Il confronto tra indicatore di benessere e reddito mostra che Cagliari e soprattutto Olbia-Tempio presentano il maggiore livello di ricchezza. Le province più povere si confermano invece Carbonia-Iglesias e Medio Campidano. Hanno però un valore di qualità della vita notevolmente superiore all’indice di reddito. Nuorese, Ogliastra, Oristanese e Sassarese presentano valori molto simili di ricchezza e qualità della vita. Da qui l’augurio finale degli stessi ricercatori perché le strategie politiche delle pubbliche amministrazioni puntino d’ora in poi a far coincidere ricchezza e benessere in maniera omogenea in tutta l’isola.
      
 
QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa CRUI
Link: rassegna stampa MIUR
 

Questionnaire and social

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