Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
08 March 2011

 

Rassegna quotidiani locali
A cura dell’Ufficio stampa e web

 L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Primo piano – pagina 4
«Non si può chiedere al medico
di tutelare il diritto alla morte»
Salvatore Pisu, docente di bioetica all'Università di Cagliari
 
«Inutile nascondersi dietro a un dito: aiutare a morire una persona, togliendole l'idratazione e l'alimentazione, significa praticare l'eutanasia. Solo che nessuno delle persone che oggi grida allo scandalo ha il coraggio di dirlo ad alta voce. E senza un minimo di onestà intellettuale la discussione non ha senso».
IL TESTO Salvatore Pisu, medico del 118 e docente di Bioetica presso l'Università di Cagliari, nel promuovere questo disegno di legge sottolinea che «certo, qualsiasi testo è migliorabile, soprattutto se si tratta una tematica così complessa. Tuttavia, anche alla luce di quanto è successo con la povera Eluana Englaro, che è stata lasciata morire su disposizione di un giudice senza che nemmeno uno scritto provasse le sue reali volontà, era necessario mettere dei paletti. E questa proposta di legge dice chiaramente che è inammissibile che il sistema sanitario nazionale tuteli il diritto alla morte».
IN OSPEDALE Pisu su questo punto è molto chiaro: «Nessuno viene costretto a stare in ospedale e subire una terapia. Nessuno costringe la famiglia di un paziente in stato vegetativo persistente, o malato di Sla, a lasciarlo nelle mani dei medici: se si ritiene che non siano in grado di fare il suo bene, se si vuole che muoia perché ogni cura è ormai inutile, che lo si porti a casa e si faccia quello che si ritiene giusto. Invece no: chi oggi si batte il petto gridando al diritto di libertà di morire e all'autodeterminazione chiede che sia il medico a occuparsi dei momenti finali. Si chiede che sia una struttura sanitaria, come è stato fatto con Eluana, a sostenere una scelta di morte.
EUTANASIA Ma il medico ha giurato all'inizio della sua professione di fare il bene del paziente: togliere l'alimentazione e l'idratazione forzata, ovvero l'acqua e il cibo, non è il bene del paziente a meno che questo non peggiori le sue condizioni. Morire di fame e di sete è orribile, Terry Schiavo morì di stenti in 14 giorni. Chi ammette una simile morte dovrebbe essere più onesto e ammettere che è molto più “umana” un'iniezione letale. Solo che questo significa ammettere l'eutanasia e purtroppo non sarebbe popolare»
Prima della morte di Eluana, Pisu era quasi contrario al testamento biologico: «Un medico degno di tale nome non ha bisogno di indicazioni preventive e fa sempre il bene del paziente - spiega - lo cura, lo tiene costantemente informato sul percorso clinico e sulle terapie, terapie che il paziente se vuole può rifiutare». Sempre che possa dirlo.
IL DUBBIO «Il punto è proprio questo: siamo certi che la volontà di una persona poi non cambi? Chi ci autorizza a pensare che un paziente che aveva lasciato scritta una disposizione di fine vita non abbia poi cambiato idea? E se non ha fatto in tempo a dirlo? Credo che non vincolare il medico a quelle disposizioni serva proprio per far sì che non vengano prese decisioni affrettate. Quante volte cambiamo idea? Quante volte scopriamo che su certi argomenti abbiamo una posizione completamente diversa rispetto al passato? Io credo che sia giusto permettere al medico di farsi queste domande e di non sentirsi vincolato da uno scritto. Poi è scontato che chi ha avuto modo di parlare col paziente, di conoscerlo, cercherà di prendere una decisione giusta e in linea con le sue aspettative. Ma questo non significa avere il diritto alla morte: un uomo può avere diritto a togliersi la vita ma non a imporre a un medico di togliergliela. La differenza è sostanziale». (s. p.)
 
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari – pagina 17
Dibattito sul clima nel Mediterraneo
Oggi, alle 8,30 al Caesar's Hotel convegno “MediClima 2011 - Clima e confort nell'area mediterranea”. Il dibattito è organizzato dal Gruppo fisica delle facoltà di Architettura di Cagliari e Alghero in collaborazione con l'Agenzia per l'energia della Provincia di Cagliari. Info su fisicatecnica-unica.it.
 

LA NUOVA SARDEGNA
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Gallura
«Nel turismo si lavora conoscendo le lingue»
Economia, la facoltà di Sassari presenta il progetto Erasmus
ALESSANDRO PIRINA
 
 OLBIA. Non si può fare turismo senza conoscere le lingue. L’inglese in particolare, ma anche il tedesco, lo spagnolo, il russo sono tutti necessari per affermarsi nel mondo del turismo. Proprio per tale motivo l’università di Sassari invita gli studenti a presentare domanda per far un’esperienza all’estero. Cidalia Romao, responsabile dell’ufficio relazioni internazionali della facoltà di Economia, era ieri in città per incontrare gli allievi del polo universitario cittadino. Una trasferta a Olbia per motivare i ragazzi e spiegare l’importanza e le conseguenze positive di un soggiorno in una città estera.
 «Purtroppo da Olbia abbiamo registrato poche richieste - ha spiegato la Romao -. Anche per Valencia, dove c’è un indirizzo turistico simile a quello di Olbia. Nel 2010 il preside del corso di laurea, Francesco Morandi, era anche riuscito a raddoppiare le borse. Da due a cinque. Ma alla fine se le sono aggiudicate solo studenti di Sassari». A dare manforte alla Romao, Giacomo Del Chiappa, docente di gestione e marketing del turismo. «Uno può conoscere a memoria qualsiasi teoria sul turismo, ma se non riesce a metterla in pratica rimarrà sempre un disadattato. Non è pensabile lavorare in questo ambito senza sapere le lingue. Il mondo del turismo ruota tutto intorno a esse. Ecco perché io invito a fare l’esperienza all’estero». Come testimonial l’università ha scelto una studentessa, Giovanna D’Amato, di Monti, che nel 2010 ha studiato in Germania e con 14 esami di business e management sostenuti all’estero è risultata la migliore allieva Erasmus e ha portato a termine gli studi a Olbia con un curriculum di rilievo internazionale. «All’inizio non è stato facile ma è normale. In quei mesi ho imparato tanto, è stata un’esperienza fantastica, che, se potessi, rifarei». Il corso di laurea in Economia e management del turismo è affiliato a 21 atenei stranieri in 13 Paesi europei. A disposizione degli universitari 71 borse per soggiorni in Francia, Germania, Irlanda, Spagna, Belgio, Lussemburgo, Repubblica Ceca, Turchia, Slovenia e molte altre sedi straniere di corsi di economia. Le domande online dovranno pervenire entro le 12 del 16 marzo.
 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Gallura
LUISS
A caccia dei migliori studenti
 
 OLBIA. Anche quest’anno la Luiss gira la penisola per reclutare i migliori talenti delle scuole superiori. La tappa olbiese è fissata per giovedì alle 11.15 al liceo Gramsci, dove si terrà un incontro rivolto agli studenti di ultimo e penultimo anno delle scuole di Olbia. L’evento, organizzato in collaborazione con Confindustria Nord Sardegna, avrà come oggetto le opportunità di studio e gli sbocchi professionali offerti dalla Luiss, l’università promossa da Confindustria e presieduta da Luca Cordero di Montezemolo. Dopo i saluti della dirigente Elisa Mantovani, interverranno Marco Tarantola, direttore di Confindustria Nord Sardegna, Rita Santarelli, vice della Luiss, e Alessandro Petti, responsabile relazioni associative, mentre il docente Michael Martone presenterà l’offerta formativa delle tre facoltà dell’ateneo: Scienze Politiche, Economia, Giurisprudenza. Seguirà la testimonianza di Giuseppe Pinna, studente di Olbia iscritto alla Luiss. (al.pi.)
 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 17 - Fatto del giorno
I media italiani e il mondo che cambia
Gli evidenti limiti di analisi di fronte alle rivolte in Nord Africa
di Alessandro Mongili
 
Mentre il mondo cambia, l’Italia sembra fuori dal mondo. Il diversivo sembra imperare sui media, così come l’incapacità di capire, l’incapacità di descrivere, l’incapacità di tradurre e spiegare la vita fuori dall’inner circle fra Saxa Rubra, Arcore e le banalità da opinionista alla moda. Il mondo arabo, il nostro vicino, cambia. Dopo la dominazione ottomana, il colonialismo, la nascita di Israele, il nazionalismo nasseriano, il fondamentalismo, la rivoluzione iraniana, ecco nuovamente una altra svolta, un’altra breccia sul muro dei pregiudizi e dell’eterno dato per scontato. Il mondo arabo si muove, faticosamente, verso la democrazia.
 Pochi eventi hanno messo in luce il carattere provinciale e inadeguato della nostra classe dirigente come questo sommovimento epocale. L’informazione è incapace di interpretare, ma anche di mostrare, di farci capire i nessi fondamentali fra gli avvenimenti. Chi può, si deve rifugiare nelle solite BBC, Al Jazeera, insomma, nell’Oltrechiasso mediatico. In Italia, contrariamente ai Paesi occidentali di riferimento, l’Accademia è così conservatrice da non avere generato il gigantesco settore di studi che altrove si chiama Studi postcoloniali. Abbiamo un solo storico del colonialismo italiano, Angelo Del Boca, ma in questi giorni mi sembra che taccia. Tutto viene riferito, come nel Settecento, ai “caratteri” dei popoli, se non direttamente al clima. Così, ci avevano spiegato in lungo e in largo, gli Arabi sono inadatti alla democrazia, e ci avevano atterriti con le storie del fondamentalismo. Anni e anni di donne col burqa, preghiere collettive, folle urlanti e signori barbuti e intabarrati, accompagnati da barconi carichi di tutti questi pericolosissimi brutti, sporchi e cattivi all’attacco delle villette al mare a Lampedusa si sono ridotti a una mediocre chiave analitica quando, banalmente, un povero ambulante tunisino si è dato fuoco per l’umiliazione ricevuta dagli sgherri di Ben Alì. Un’ondata possente ha rivelato la debolezza dei regimi dispotici puntellati dall’Europa e dall’America in funzione falsamente “antislamica”, ma in realtà come ultimo baluardo del neocolonialismo. Nessuno che rifletta sugli errori dell’essenzialismo, cioè sul fatto di attribuire a un’entità già di per se complessa, come “un popolo”, addirittura un “carattere”. Edward Said, nel suo classico libro “Orientalismo”, ci aveva ben spiegato come l’immagine dell’Oriente in Occidente si sia costruita in modo del tutto infondato in base ad impressioni romantiche, a interessi coloniali, a necessità comunicative, ma che non abbia nessuna capacità di analizzare seriamente quello che è l’Oriente.
 Non è stato sempre così. La rivoluzione iraniana (1978-1979) venne seguita per “Il Corriere della Sera” da un reporter eccezionale, Michel Foucault, probabilmente uno dei maggiori pensatori della seconda metà del XX secolo (oggi ripubblicati come “L’Islam e la rivoluzione iraniana”, a cura di Renzo Guolo). Un réportage famoso perché diede la mazzata finale all’idea polverosa di Modernità, una categoria che oggi per tutti è ovviamente inutile ad analizzare le società contemporanee, ma soprattutto perché problematizzava ciò che accadeva. Oggi invece sembra che ci sia una corsa a banalizzare questi grandi eventi, e che il giornalismo sia rappresentato solo dal salto di Fabrizio Corona all’interno della casa di Sara Scazzi.
* DOCENTE DI SOCIOLOGIA UNIVERSITÀ DI PADOVA
 
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 7 - Nuoro
BOLOTANA
«Il mese della cultura»
 
 Ha preso il via sabato scorso, a Badde Salighes, il borgo sui monti di Bolotana, il primo appuntamento del ciclo di convegni dal titolo «Il mese della cultura: quattro appuntamenti di divulgazione scientifica» organizzato dall’associazione naturalistico-culturale Passiflora e dall’Unione dei comuni del Marghine, in collaborazione con l’università di Sassari. Scopo dell’iniziativa è quello di coinvolgere i giovani ricercatori dei dipartimenti scientifici dell’ateneo sassarese nella divulgazione degli studi e delle ricerche effettuate sul campo e nei laboratori sui temi dell’ambiente, della botanica e dell’ecologia. Hanno esposto le loro tematiche di ricerca Antonio Brundu, Mara Pilloni, Stefania De Riso, Stefano Cuccuru, Stefano Andreucci, Salvatore Virdis, Giovanni Depilano, Luca Doro e Luca Mercenaro, tutti ricercatori beneficiari degli incentivi per la ricerca della legge nº 7 del 2007 voluta dalla giunta di Renato Soru. Il secondo appuntamento si terrà il 12 marzo prossimo. Sono previste anche escursioni ambientali e archeologiche nel territorio montano del Marghine. (f.s.)

Questionnaire and social

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