Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
06 March 2011

 

Rassegna quotidiani locali
A cura dell’Ufficio stampa e web

 L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Provincia di Cagliari - Pagina 35
Assemini
Premio Ichnusa per studenti universitari
 
C'è tempo fino al prossimo quindici marzo per la presentazione dei progetti alla terza edizione del “Premio Ichnusa”, l'iniziativa rivolta agli studenti delle Università di Cagliari e Sassari. Il concorso prevede l'ideazione di un piano di marketing a sostegno del marchio e del suo legame storico con l'isola. Gli autori dei migliori elaborati avranno la possibilità di partecipare a uno stage di formazione dove ne verrà selezionato uno destinato a uno stage retribuito della durata di sei mesi. (g.l.p.)
 
2 – L’Unione Sarda
Cronaca Regionale - Pagina 5
Ripensare la 554, il progetto c'è già
Disponibili 60 milioni per cambiare volto alla strada-killer
 
Una strada statale di circonvallazione importantissima per Cagliari e tutto il suo hinterland: la 554 ha urgente bisogno di essere rivisitata. Il progetto esiste già, servono altri 30 milioni.
Il primo tratto, dal Quadrifoglio all'uscita per Baracca Manna, è famigerato per le lunghissime code che si formano all'ora di punta e che costringono i pendolari ad attese di oltre mezz'ora per percorrere appena due chilometri. Il secondo, da Monserrato a Quartu, è famoso per l'eccessiva pericolosità causata dagli incroci e da una sfilza sconfinata di accessi laterali (103 lungo tutta la statale tra stradine e ingressi di aziende), da cui spuntano continuamente all'improvviso veicoli, mezzi agricoli o camion con rimorchio. Il progetto preliminare per rendere più sicura e snella la circonvallazione 554 esiste, approvato dalla Regione con un accordo di programma siglato tre anni fa (4 luglio 2008). Per trasformarlo in cantieri occorrono poco più di 90 milioni di euro, 60 dei quali già disponibili.
PERICOLI Delle 19 persone che hanno perso la vista negli ultimi dieci anni lungo i 13 chilometri della statale “Cagliaritana”, la maggioranza è rimasta vittima di incidenti in prossimità di svincoli: mancate precedenze, oppure infrazioni al semaforo o manovre azzardate da parte di altri veicoli che tentavano un cambio di marcia. In misura minore, poi, c'è chi è morto in tamponamenti o perdendo il controllo della moto. Ma le due insidie maggiori, stando agli esperti, restano gli incroci e l'assenza della barriera spartitraffico centrale nel primo tratto (nel secondo tra Quartucciu e Quartu è stata realizzata).
PROGETTO Redatto dalla Proiter, firmato dagli ingegneri Luigi Giglio e Lorenzo Badalacco, il progetto preliminare per la nuova statale 554 prevede, già dall'incarico, «l'eliminazione degli svincoli a raso». Nella mezzaluna d'asfalto a quattro corsie che collega Cagliari con Quartu, passando per Monserrato, Selargius e Quartucciu, scompariranno dunque gli incroci con semaforo e quasi tutti gli accessi ritenuti pericolosi. Trenta milioni di euro sono già nelle casse della Regione e altrettanti sono stati stanziati, mentre la Provincia ha già da tempo completato lo svincolo nei pressi del Policlinico universitario, dominato dal ponte strallato. Ne restano da fare altri nove, compreso quello più importante sulla nuova statale 125 (costa da solo 30 milioni di euro), gli ingressi di Su Planu e la risistemazione del quadrifoglio sulla Carlo Felice.
La prima rotatoria, piccola, consentirà di entrare a Su Planu, mentre un viadotto legherà Barracca Manna con Su Pezzu Mannu, cancellando finalmente il primo semaforo del rettilineo che crea il maggior intralcio alla circolazione. Già aperto quello nei pressi della Cittadella universitaria, la seconda uscita di Monserrato (che si affaccia sulla SS 387) sarà regolata da un cavalcavia con rotatoria, così come quello al primo ingresso di Selargius. Stessa soluzione anche per il secondo svincolo selargino, mentre a Quartu (compreso Pitz'e Serra) ci saranno tre rotatorie senza sovrappasso. Discorso a parte, invece, per lo svincolo di Quartucciu sulla statale 125 che, una volta aperta, dovrà raccogliere il traffico proveniente dell'Orientale sarda. L'ultimo tratto di circonvallazione, dal Margine rosso a Pitz'e Serra, una volta completato risulterà molto simile, come viabilità, al litorale del Poetto.
APPALTI I soldi per rifare da cima a fondo la strada ci sono, ma per gli appalti bisognerà capire come si concluderà la battaglia sulla classificazione della circonvallazione. Attualmente è classificata come “strada statale di interesse nazionale”, dunque l'ente appaltante dovrebbe essere il proprietario: l'Anas (che vuole chiudere gli accessi per farla diventare scorrevole come una qualsiasi quattro corsie). Ma le aziende (Confindustria, sindacati e operatori) chiedono che venga declassata, così da mantenere buona parte degli ingressi. In questo secondo caso, l'ente appaltate potrebbe diventare la Provincia. Intanto che si decide, i soldi restano fermi nelle casse della Regione.
INTERROGAZIONE Due mesi fa, alla vigilia di Natale, un'interrogazione alla Giunta regionale è stata presentata dai consiglieri Simona De Francisci e Carlo Sanjust. I due esponenti del Pdl avevano sottolineato i rischi delle strade del Cagliaritano, prima fra tutti la 554. «Sarebbero previsti» scrivono i due consiglieri in una nota «interventi tampone per la messa in sicurezza, per un importo di circa 80 milioni di euro: lavori che, al momento, non avrebbero alcuna copertura finanziaria».
FRANCESCO PINNA
 
Cronaca Regionale - Pagina 5
Il viadotto tra Monserrato e Sestu
Bello e avveniristico: quel ponte strallato ha eliminato l'ingorgo
 
È stato dedicato a Emanuela Loi, l'agente di scorta del giudice Paolo Borsellino uccisa nell'attentato mafioso di via D'Amelio nel 1992. Il ponte strallato sulla strada provinciale 8, tra Monserrato e Sestu, è una delle opere più importanti mai realizzate dalla Provincia di Cagliari.
TRE ANNI Pensato e finanziato durante la presidenza di Sandro Balletto, il progetto ha visto la luce solo dopo molti anni. Costato poco meno di 10 milioni di euro (9 milioni e 270 mila euro, per la precisione), per costruirlo ci sono voluti circa tre anni, dai primi del 2007 sino al dicembre 2009. Finanziato all'85% dalla Regione e per il resto dalla Provincia, l'opera ultratecnologica è stata realizzata dalla ditta Pellegrini (la stessa che ha costruito il sofisticato svincolo di Is Pontis Paris su viale Marconi a Cagliari).
I TIRANTI La scelta di costruire un ponte retto da tiranti è dovuta non a questioni d'estetica, bensì alla necessità di superare alcuni problemi tecnici, primo fra tutti il fatto che sotto ci scorre la statale 554. Il viadotto, infatti, avrebbe dovuto scavalcare la quattro corsie con un'unica campata perché non era possibile inserire dei pilastri in mezzo alla strada come appoggi intermedi. In più, i progettisti hanno dovuto affrontare la questione della metropolitana leggera che collegherà la stazione Monserrato con la Cittadella universitaria, ideando un sottopasso ferroviario.
LA TECNICA Il ponte è lungo 82,5 metri, ha una struttura in cemento armato con un'antenna di 59 metri. L'opera, unica nel suo genere in Sardegna, ha consentito anche di eliminare uno dei semafori della circonvallazione 554, quello che provocava lunghissime code lungo la provinciale alla fine delle lezioni universitarie in Cittadella. Di fatto, è stato il primo intervento innovativo su una strada che ora ha urgente bisogno di essere complessivamente rivisitata. E, come dimostra la realtà, quello del ponte strallato è il tratto della 554 che adesso è diventato più scorrevole.
F.P.
 
3 – L’Unione Sarda
Provincia di Cagliari - Pagina 35
Visita della polizia nei magazzini del Poligono di Perdasdefogu e di Capo San Lorenzo
Quirra, sequestrati i filmati dei test
Esami su carri armati, trovate 100 batterie per radiobersagli
I filmati coprirebbero un arco temporale di 30 anni: erano custoditi nella base di Perdasdefogu e nel poligono a mare di Capo San Lorenzo.
 
Quirra, l'attività investigativa sul caso uranio non si ferma. Ieri gli agenti della Squadra mobile di Nuoro hanno acquisito negli uffici del Poligono sperimentale interforze di Perdasdefogu-Salto di Quirra (Pisq) tutti i filmati sulle esercitazioni e i test fatti negli ultimi 30 anni nei 13 mila ettari del poligono. Secondo gli inquirenti, con l'aiuto dei filmati (realizzati con mezzi ad altissima risoluzione e con sistemi di controllo per apparecchiature militari) sarà possibile ottenere nuovi elementi sulle attività svolte nell'area addestrativa. I filmati erano custoditi in magazzini «dedicati» sia nella base di Perdasdefogu, sia nel poligono a mare di Capo San Lorenzo.
L'INCHIESTA La nuova fase dell'inchiesta (diretta dal procuratore della Repubblica di Lanusei, Domenico Fiordalisi, che indaga per accertare eventuali collegamenti tra le attività militari e i casi di tumore tra la popolazione e malformazione di animali), si sta sviluppando in parallelo con gli esami tecnico scientifici sulle casse con emissioni radioattive, cominciati giovedì scorso nel bunker del Laboratorio del servizio di radioprotezione della Facoltà di Fisica dell'Università di Cagliari, nella Cittadella universitaria di Monserrato. L'Aeronautica militare ha spiegato che la sistemazione delle parti radioattive della strumentazione dismessa dal poligono in un bagno di cemento è la procedura regolare imposta dal Centro studi militare di Pisa (Cisam).
BATTERIE Anche ieri i consulenti incaricati dalla Procura hanno effettuto una serie di prelievi su vecchi carri armati, bersagli delle esercitazioni e dei test svolti in decenni di attività addestrativa e sperimentale. Durante i prelievi agenti di polizia e un tossicologo hanno trovato in serata oltre cento batterie gialle: giacevano sul greto di un ruscello e sarebbero state utilizzate per radiobersagli.
ESAMI Esami-tampone sono stati eseguiti anche sul materiale posto sotto sequestro nelle scorse settimane. Proprio per questo motivo sarebbe stata revocata, il giorno stesso dell'emissione, un' ordinanza di sgombero e divieto di pascolo per consentire la bonifica delle aree addestrative che era stata disposta dal comandante del Pisq, generale Sanzio Bonotto il 17 febbraio scorso.
IL PROCURATORE Ieri il procuratore Fiordalisi ha autorizzato un'attività di bonifica ordinaria che dovrà essere fatta alla presenza di agenti di polizia giudiziaria per evitare che si possano alterare le situazioni preesistenti.
 
4 – L’Unione Sarda
Provincia di Sassari - Pagina 47
Sassari. Alle cliniche di San Pietro da diversi giorni gravi disagi per i pazienti
Caldaia in tilt, solo acqua fredda nei reparti
 
È come stare in un ospedale da campo, l'acqua calda, se serve, la si scalda con un fornellino. Succede a Sassari. In alcuni reparti dell'Azienda ospedaliero universitaria il problema è noto ma di risolverlo ancora non se ne parla. Chi subisce un intervento e si ricovera ha due alternative: non lavarsi o prendere coraggio e usare l'acqua gelida.
Nelle cliniche di urologia, ortopedia e otorinolaringoiatria i pazienti ricoverati si lamentano da giorni. Dal rubinetto scende acqua ghiacciata. La doccia la si fa soltanto quando è strettamente necessaria, per il resto ci si lava a pezzi. Il bidè glaciale è servito per tutti, anche per chi ha subito operazioni delicate. Quando però non si può proprio fare a meno dell'acqua calda infermieri e parenti corrono in soccorso. Basta una pentola e un fornello e il gioco è fatto.
Quando manca il gas si usa anche il microonde: qualche minuto e il malato può godere di un privilegio che non dovrebbe essere tale. Facendo una passeggiata tra i reparti, però, dottori e infermieri raccontano di casi limite. L'acqua calda arriva anche dalle macchinette automatiche per il caffè. Una delle sezioni dove la situazione è più critica è quella di Urologia, al secondo piano dell'ala di Chirurgia, in viale San Pietro. I pazienti sono scoraggiati. In tutte le testimonianze il numero dei giorni di permanenza corrisponde a quello delle docce polari, cioè due giorni di degenza significano due giorni di “lavaggio a freddo”.
«Ho aperto tutti i rubinetti per trovare un po' di sollievo - racconta C. A., ricoverato da tre giorni - è stato inutile, ma ero disperato». Un altro paziente ha dichiarato di essere stato otto giorni senza sentire il piacevole torpore scorrergli tra le dita. Protestare è inutile. Dottori, infermieri e personale conoscono il problema alla perfezione da anni. Secondo l'azienda la colpa è dello stato pietoso delle tubature.
Negli anni passati non è mai stata fatta la manutenzione necessaria e, complice il calcare, adesso i tubi si rompono facilmente. Oltre a questo, avant'ieri si è rotta una delle tre caldaie e i tecnici hanno aumentato la potenza delle due funzionanti. Ieri gli esperti erano al lavoro, durante la sera qualche rivolo caldo è tornato a sgorgare.
A. M.

LA NUOVA SARDEGNA
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
Metropolitana leggera: veloce, comoda, antistress ambientalmente corretta
I risultati della ricerca condotta dal Crimm sull’uso del trenino rivelano l’alto gradimento degli utenti
 
CAGLIARI. Ci si può distrarre, si arriva prima, evita l’incubo del parcheggio e scarica la coscienza dal peso di inquinare l’ambiente a ogni accelerata. Cosa c’è di meglio della metropolitana? Niente, per il campione di viaggiatori che ha risposto al questionario del Crimm (Centro universitario che si occupa di studiare modelli di mobilità diretto da Italo Meloni) distribuito su Metrocagliari.
 Dal questionario emerge che prendere la metropolitana leggera sul troncone piazza Repubblica-Monserrato è una scelta, perché gli utilizzatori (soprattutto non studenti) hanno a disposizione almeno una macchina. Il motivo degli spostamenti del campione delle 5 mila persone che ogni giorno salgono sul trenino è vario: la metà lo fa per lavoro o per studio, tutti gli altri se ne servono per andare a fare sport, commissioni, shopping. Varia anche la frequenza (i dati sono elaborati dall’ingegnere Erika Spissu): il 43 per cento la usa ogni giorni, da 2 a 4 volte al giorno, il 23 per cento più volte la settimana, il 19 per cento almeno una volta la settimana e il rimanente 15 per cento almeno una volta al mese. Vuol dire che il 34 per cento la usa occasionalmente in relazione alle commissioni da svolgere e vuol dire anche che «una quota dei 5 mila utilizzatori quotidiani è composta da persone diverse. La natura discrezionale di questa ampia fetta di spostamenti - sottolinea Spissu - denota proprio il gradimento degli utenti nei confronti della Metro e in generale della tipologia del sistema (corsia riservata, affidabilità, regolarità, tempi certi di viaggio, confortevolezza). Infatti, più dell’80 per cento degli intervistati afferma che il minor tempo di viaggio ha inciso molto sulla decisione di usare la Metro e addirittura l’88 per cento la usa per evitare lo stress del traffico». Un’altra scoperta è che la tutela dell’ambiente non è più un problema per gli attivisti: «... il 72 per cento del campione ha tenuto conto nella sua decisione che il metro inquina meno rispettando l’ambiente. Sempre in quest’ottica, gli intervistati ritengono che l’utilizzo della metro dia un contributo alla salute pubblica (68 per cento), alla vivibilità della città (72 per cento) e alla realizzazione di condizioni di mobilità sostenibile (75 per cento)». Dunque «alla luce dei circa 500 questionari raccolti fino a questo momento (90 per cento del campione, 25 per cento di tutti gli utilizzatori sopra i 18 anni), viene confermato (rispetto alla prima parte dell’indagine) che il 20 per cento arriva in auto alle fermate e solo il 16 per cento in autobus, denotando in quest’ultimo caso la scarsa integrazione bus-metro». Prima conclusione: una piena integrazione tra bus e metro (corrispondenza di orari, fermate contigue attrezzate, informazione) agevolerebbe il trasporto collettivo.
 
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 59 - Sport
La salute nasce sulla tavola
Monitorate le abitudini di un gruppo di liceali sassaresi
Ma nelle scuole si fa sempre poca attività fisica
Presentati i risultati del progetto del Coni «Adolescenza e attività fisica»
FEDERICO SANNA
 
SASSARI. I nostri ragazzi fanno abbastanza attività sportiva? Quali sono le loro abitudini alimentari? Quanto dipende il loro stato di salute dalle prime due condizioni? Sono queste le principali domande alla base del progetto “Adolescenza e attività fisica” promosso dal Coni provinciale in collaborazione con l’università di Sassari. I risultati, mostrati ieri nell’aula magna dell’università, sono il frutto di un lavoro durato oltre due anni.
 Il programma ha visto, oltre al coinvolgimento a tempo pieno dello staff del Coni, anche la partecipazione di alcuni alunni del liceo classico “Azuni” e del liceo scientifico “Spano”. A commentare gli esiti della ricerca, coordinati dal giornalista della Nuova Sardegna Andrea Sini, erano presenti oltre al presidente del Coni Gian Nicola Montalbano, anche il rettore Attilio Mastino, il professor Marcello Caria, i docenti Marco Pinna e Gian Mario Pittorru e il professor Andrea Montella.
 «E’ stato un lavoro intenso e coinvolgente» ha esordito Gian Nicola Montalbano. Entusiasta Montella: «Si tratta di un lavoro di ricerca importante - spiega - che deve spingere i giovani a capire che una corretta alimentazione ed un’adeguata attività fisica sono i cardini per una vita sana». Le indagini, eseguite su un campione di ragazzi di età compresa i 14 e i 15 anni, si sono svolte in tre fasi sotto la supervisione di Marco Pinna e Gian Mario Pittorru: prima lo studio delle abitudini alimentari tramite la compilazione quotidiana del cosiddetto quaderno alimentare, poi la monitorizzazione del metabolismo con l’ausilio di un apposita apparecchiatura che alcuni ragazzi hanno indossato per un’intera settimana, e infine un test di valutazione della massima potenza aerobica.
 A far notare due dati interessanti è Marco Pinna: «L’elemento che ci ha maggiormente colpiti è che tra i soggetti che praticano attività sportiva e quelli considerati sedentari non vengano registrati valori considerevolmente distanti, bensì piuttosto ravvicinati. Questo risultato deve far riflettere. Così come il fatto che nelle scuole italiane, rispetto alla media europea, si dedichi un tempo estremamente ridotto alla pratica dell’attività fisica».
 Infine Marcello Caria ha spiegato come «i dati raccolti abbiano messo in evidenza una situazione tutt’altro che preoccupante, considerando che la percentuale dei ragazzi in sovrappeso si sia rivelata al di sotto della media».
 
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 10 - Cagliari
Nelle viscere della terra per testare il corpo umano
Santadi, Giancarlo Sulas ci riprova e presto resterà in grotta per mesi
ENRICO CAMBEDDA
 
SANTADI. «Senza tempo». Un progetto di permanenza solitaria nelle viscere della terra da parte dello speleologo Giancarlo Sulas. L’iniziativa è sponsorizzata dal Comune e dalla coop Monte Meana (quella che gestisce le grotte di Is Zuddas), collaborano Asl 7, Università di Cagliari e lo Speleoclub Santadi. Fra qualche settimana Giancarlo Sulas tenterà di restare a lungo dentro cavità carsica in totale isolamento. Lo speleologo non è nuovo di queste imprese. Ha trascorso in isolamento 233 giorni in diversi periodi tra il 1997 ed il 2008. L’ultimo tentativo, interrotto dopo 55 giorni, fu proprio del 2008. La durata del prossimo esperimento, che sarà avviato progressivamente, dovrà essere decisa da una squadra esterna, composta de medici specialisti, che monitorerà 24 ore su 24 la permanenza in grotta di Giancarlo Sulas. Non si parla, adesso, di tentativi di record di permanenza ma è chiaro che se si dovesse presentare l’occasione non si lascerebbe nulla d’intentato per raggiungere un prestigioso risultato. Per ora le finalità sono solo scientifiche e riguardano prima di tutto la sperimentazione clinica. Cioè, variazioni comportamentali, emodinamiche, omeorologiche e psichiche all’esposizione per lunghi periodi a condizioni di vita ed ambienti estremi. La sperimentazione tende a valutare le modificazioni psicofisiche di un individuo sottoposto ad isolamento, con modificazioni temporospaziali, dopo una lunga permanenza all’interno di una grotta senza alcun contatto con l’esterno tale da alterare il suo ritmo circadiano e provocare modificazioni del comportamento, dell’assetto ormonale e buon umorale, ematochimico e modificazione del ritmo sonno-veglia. Infine, cronobiologia e underterapia. L’assenza del tempo in grotta determina, con un’opportuna preparazione psicologica, l’attivazione di potenti meccanismi antistress, l’aumento delle capacità di performance e l’insorgere di uno stato di benessere psicofisico avente funzione antidepressiva. La scoperta degli aspetti terapeutici legati all’isolamento spazio temporale, sta spingendo degli studiosi ad un nuovo tipo di cura: l’underterapia, che costituirebbe una sorta di punto di incontro tra tecniche di socio rappresentazione ed effetti dell’ isolamento in grotta.
 
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 26 - Sassari
Studiare all’estero con l’Università
Atenei spagnoli, francesi, inglesi, turchi e molte altre destinazioni europee
Scade il 16 marzo l’iscrizione alla selezione per il progetto Erasmus che offre nuove forme di incentivazione
 
 SASSARI. Frontiere sempre più aperte per studiare all’estero con l’università. Sono aperti fino al 16 marzo i termini per presentare la domanda di partecipazione al bando Erasmus 2011/2012 dell’Università di Sassari. Gli studenti iscritti all’Ateneo possono prendere parte alle selezioni per compiere un’esperienza di studio all’estero, per un periodo che va dai 3 ai 12 mesi.
 Con la pubblicazione, il 28 febbraio, dell’elenco delle borse e delle sedi bandite, articolato per facoltà, si è chiusa la fase preliminare del bando: gli studenti hanno ora a disposizione il quadro completo e aggiornato delle borse disponibili nell’ambito degli accordi di cooperazione Lifelong Learning Programme Erasmus in vigore tra l’Università di Sassari e le altre Università europee.
 L’Università di Sassari è collegata, attraverso appositi accordi di partenariato Erasmus, con oltre 200 atenei, distribuiti in 30 paesi appartenenti all’Unione Europea o partecipanti al programma (come, per esempio, la Turchia, l’Islanda o la Norvegia). L’offerta delle possibilità di studio all’estero dell’Università di Sassari è particolarmente ampia e articolata, e comprende più di 40 università spagnole (tra cui Barcellona, Madrid, Valencia, Valladolid, Albacete, Cordoba), 21 università tedesche (tra cui Freiburg, Hannover, Mainz, Heidelberg, Leipzig), 19 università francesi (tra cui Parigi, Montpellier, Grenoble, Bordeaux, Toulouse), 13 università portoghesi (tra cui Lisbona, Porto, Coimbra), una decina di università, rispettivamente, in Gran Bretagna (tra cui Londra, Cardiff, Liverpool, Edimburgo-Scozia), in Turchia (tra cui Ankara e Istanbul), in Romania (tra cui Bucarest e Brasov), in Polonia (tra cui Krakow e Warsaw), e molte altre università in Belgio, Olanda, Grecia, Ungheria, Svezia, Austria, Svizzera, Bulgaria, Danimarca, Irlanda.
 Gli interessati possono trovare la nuova guida-vademecum e tutte le informazioni utili sul sito internet dell’Università all’indirizzo www.uniss.it/php/erasmus.php.
 La candidatura si effettua online all’indirizzo: www.uniss.it /applicazioni/erasmus.php.
Finanziamenti e anticipazioni L’Università di Sassari, in virtù dei finanziamenti che è riuscita a ottenere per la mobilità internazionale studentesca (dall’Unione Europea - Agenzia nazionale Italia, dal Miur e dalla Regione Sarda), assicura ai suoi studenti delle borse Erasmus molto più consistenti di quelle di cui dispongono gli altri studenti italiani ed europei.
 Negli ultimi anni, a parte i contributi delle singole facoltà, la borsa “Erasmus for study” erogata dall’Università di Sassari si è attestata tra i 550 e 600 euro mensili, a cui si aggiunge per i più meritevoli la borsa-premio annuale di 700-900 euro.
 A tutti gli studenti assegnatari della borsa Erasmus l’Università di Sassari offre, infine, una significativa anticipazione della borsa, per un importo di circa 1200-2000 euro, che viene erogato alla vigilia della partenza per far fronte alle prime spese. I criteri di attribuzione di queste anticipazioni dipendono dai parametri di reddito del richiedente e dalla durata della permanenza. Per gli studenti disabili sono previsti ulteriori specifici contributi.
 La didattica Al centro del progetto formativo dello studente c’è la tempestiva programmazione del percorso di studi presso l’università ospitante, efficiente trasferimento dei risultati di profitto conseguiti all’estero nella carriera dello studente. Una partecipazione attiva e sempre più consapevole dello studente che viene preparata già a Sassari grazie alla guida dei docenti e con l’aiuto degli sportelli di “tutorato-Erasmus”, recentemente istituiti in tutte le facoltà. Importante è anche la creazione del nuovo modulo per la presentazione della candidatura, che contiene l’elenco degli esami già superati, quelli che si prevede di sostenere a Sassari e quelli all’estero. L’esperienza formativa e il percorso didattico all’estero verranno accuratamente programmati e monitorati, mettendo a frutto le esperienze compiute da altri studenti Erasmus nelle singole sedi negli anni precedenti.
 Premialità L’Università di Sassari ha già riproposto per il 2010-11 e ripropone per il 2011-12 un sistema di premi integrativi varato e sperimentato nel 2009-10 per incentivare i risultati di profitto conseguiti dagli studenti nel loro percorso all’estero. Si tratta di un programma che ci vede all’avanguardia in campo nazionale. Intendiamo premiare l’impegno nello studio e nell’allargamento delle conoscenze, favorire l’emulazione, incentivare l’apprendimento della lingua straniera, il superamento degli esami e l’acquisizione di crediti formativi presso le università ospitanti.
 Sistema e servizi Erasmus fortemente migliorati e rinnovati secondo le linee di un vasto programma di rinnovamento voluto dal Rettorato Mastino e guidato dal Comitato LLP-Erasmus d’Ateneo (del quale fanno parte i delegati Erasmus delle 11 facoltà).
 «Il ruolo della Regione Sardegna a sostegno della mobilità studentesca è determinate da molti anni - dice Piero Sanna, delegato rettorale per la mobilità studentesca e il progetto Erasmus. - Già dalla precedente legislatura il governo regionale, in modo lungimirante, investe rilevanti risorse per sostenere la mobilità internazionale studentesca, favorendo così l’integrazione del sistema dell’alta formazione delle due università sarde nel contesto europeo».
 Per ulteriori informazioni gli interessati possono recarsi, dal lunedì al venerdì, dalle 10.30 alle 12.30, all’ufficio Relazioni internazionali, in via Largo Macao 32.
 
9 – La Nuova Sardegna
Pagina 21 - Sassari
«La facoltà di Architettura è salva»
Lo dice il preside Vanni Maciocco dopo la bufera sull’ipotesi di chiusura
 
 SASSARI. Sembrava il classico caso capace di far scoppiare una polemica furibonda, con studenti in piazza, insegnanti sui tetti e politici sulle barricate. E invece a sgonfiare la notizia sulla presunta diminutio della facoltà di Architettura di Alghero, che presto si chiamerà dipartimento, ci pensa il numero uno del pluripremiato istituto della città catalana, Vanni Maciocco: «Ma quale declassamento, da questa riforma potremo trarne al massimo vantaggi».
 Il polverone stava per investire tutti quando, nel pomeriggio di venerdì, le agenzie di stampa riferivano dei tagli alla scuola sarda previsti dal provvedimento targato Gelmini. E dell’urgenza da parte delle università isolane di recuperare più di dodici milioni di euro per evitare di finire nel gruppo di atenei «non virtuosi». Poi l’annuncio, apparso sulle prime inquietante: persino la facoltà di Architettura di Alghero - negli ultimi due anni riconosciuta dal Censis come la migliore d’Italia - in base ai vincoli sul numero dei docenti si trasformerà in un «semplice» dipartimento. Apriti cielo.
 Eppure per Vanni Maciocco, che di quell’istituto accademico con seicento studenti è il capo, si tratta di un gigantesco equivoco, generato forse da una cattiva interpretazione delle parole del rettore dell’università di Sassari Attilio Mastino. «La legge 240 - spiega - nota come Riforma Gelmini, elimina tutte le facoltà, non la nostra in particolare. E questo, cercando di dirlo con le parole più semplici, perchè stabilisce che per i docenti ci sia una sola casa, chiamata appunto dipartimento, dove svolgere sia la didattica sia la ricerca».
 Una «casa», dunque. La cui costruzione, giusto per stare nella metafora, ad Alghero da bravi architetti avevano ampiamente previsto. «Quando nel 2001 abbiamo istituito ex novo la nostra struttura - continua Maciocco sottolineando la lungimiranza - noi avevamo appunto creato una facoltà per l’attività didattica e un dipartimento, e non otto, per la ricerca». In pratica, già dalla sua nascita, gli insegnanti della facoltà di Architettura di Alghero facevano contemporaneamente parte del dipartimento. «E infatti - precisa il preside - noi siamo sempre stati un unico centro di spesa, così come io sono sia preside della facoltà sia direttore del dipartimento».
 Ma allora da adesso in poi che cosa cambierà? «Nulla, nella peggiore delle ipotesi», risponde Maciocco. «Ma - aggiunge - la legge prevede anche che due o più dipartimenti con almeno trentacinque docenti, se lo ritengono opportuno si possano organizzare nelle cosiddette strutture di raccordo».
 Una grande opportunità, sembra di capire. «Certo - spiega ancora quello che alla luce di quanto detto si potrebbe chiamare padrone di casa - perchè in un’isola come la Sardegna tutto dobbiamo fare tranne che sposarci tra di noi. E infatti ad Alghero, sin dall’inizio, abbiamo creato dei rapporti nazionali e internazionali di altissimo livello. E questo potrebbe consentirci di sfruttare al massimo i raccordi con altri dipartimenti stranieri e diventare, chissà, addirittura una Scuola internazionale».
 
Pagina 21 - Sassari
Al ministero la proposta di un dipartimento internazionale
Il rettore Attilio Mastino «Cavalcheremo il cambiamento»
GABRIELLA GRIMALDI
 
 SASSARI. L’atmosfera non è esattamente euforica, perchè i tagli all’università ci sono e sono pesanti. Ma il rettore Attilio Mastino decide di gettare acqua sul fuoco della polemica relativa alla facoltà di Architettura di Alghero. «Proprio in questo caso - dice - non ci sono rischi di ridimensionamento. È vero che la facoltà di Architettura si trasformerà in dipartimento perchè così prevede la legge Gelmini, ma per gli studenti e per i corsi di laurea attualmente attivi non cambierà nulla».
 Eppure l’allarme era scattato immediatamente dopo l’audizione dei due rettori delle università sarde davanti alla terza commissione regionale, quella del Bilancio. Da quella riunione era emersa non soltanto una situazione di allarme rosso per quanto riguarda il blocco totale dei fondi di funzionamento da parte del ministero ma si era fatto riferimento al “caso” della facoltà di Architettura.
 Mastino in quella occasione aveva spiegato che si trasformerà in un dipartimento: «Potrà restare facoltà nel caso in cui si crei un raccordo con un dipartimento straniero. Ma questo rimane un punto interrogativo». Ieri il rettore ha meglio specificato la situazione: «Le facoltà con almeno 35 docenti sopravviveranno e si trasformeranno in dipartimenti dove saranno concentrate le attività di ricerca (proprie degli attuali dipartimenti) e quelle di didattica (che venivano svolte dalle facoltà). La nostra università subirà la cancellazione di quasi metà delle facoltà perchè in molti casi manca il numero minimo di insegnanti. Ciò non vale per Architettura, che ha in organico 37 docenti».
 Non c’è da gioire, è ovvio. Ma almemo, a quanto dice Mastino, la struttura di Alghero manterrà la sua autonomia. La prospettiva, poi, è che venga inserita in una rete di facoltà catalane e che diventi scuola internazionale. La proposta verrà presentata a giugno al ministero. Intanto i rettori sardi mercoledì saranno davanti al ministro Fitto per chiedere lo sblocco dei fondi regionali.
 
10 – La Nuova Sardegna
Pagina 7 - Sardegna
La Procura visiona i filmati dei lanci
Sequestrati duemila documenti video sui dieci anni di attività della base
Bonifiche, le rigide regole del procuratore di Lanusei, Fiordalisi
VALERIA GIANOGLIO
 
 PERDASDEFOGU. Filmati fatti con vecchie ma precise apparecchiature in grado di riprendere, momento per momento, la traiettoria dei razzi, ma anche dvd decisamente più moderni: la nuova tappa dell’inchiesta giudiziaria su Quirra, ieri, scava per la prima volta nella videoteca del poligono di Perdasdefogu. In un paio di ore di lavoro, gli agenti della squadra mobile nuorese, su disposizione del procuratore Domenico Fiordalisi, acquisiscono circa duemila filmati. In mezzo, ci sono le registrazioni dei lanci dei missili, i filmati delle esercitazioni militari, i video di alcuni esperimenti. Gli investigatori, in questi giorni, li guarderanno uno ad uno, nella speranza di ricavare qualche informazione utile per l’inchiesta. Si punta anche a risalire ai materiali utilizzati nel corso degli anni all’interno del poligono perché la Procura di Lanusei sospetta che possano avere inquinato l’ambiente e influito sulla salute umana e degli animali.
 Sempre ieri mattina, intanto, nel terreno della base, rientra di nuovo in azione Pierluigi Caboni, il tossicologo dell’università di Cagliari che qualche giorno fa era stato nominato come consulente dal procuratore Fiordalisi, e aveva già fatto una prima tranche di rilievi alla base prelevando “carote” di terreno, vicino a una delle discariche di metallo scoperte, e campioni di acqua. Ieri mattina, invece, le attenzioni dell’esperto chimico si concentrano sui bersagli del poligono e su tutta l’area che li circonda. Nel corso dei prelievi il tossicologo e la polizia trovano un centinaio di piccole batterie di colore giallo vicine al greto di un fiume. Sembra che fossero utilizzate come radiobersagli.
 Nel frattempo, a Cagliari, continuano anche le analisi di un altro consulente della Procura di Lanusei, il fisico Paolo Randaccio. Era stato lui, qualche giorno fa, ad aprire le quindici casse con tracce di radioattività che erano state sequestrate nei giorni precedenti in alcuni magazzini del poligono. L’esperto avrà trenta giorni di tempo per depositare la sua perizia. Certo è che le casse aperte contenevano valvole di radar e vecchi metal detector. E in alcune casse, questi oggetti erano già stati pre-trattati, ovvero immersi nella malta cementizia, nell’attesa di spedirli al Cisam di Pisa, l’ente che si occupa anche di stoccare i materiali radioattivi della basi militari. In base alle disposizioni del Cisam, tuttavia, quelle parti di radar avrebbero dovuto essere inviate dieci anni fa allo stesso ente per essere stoccate. Le analisi di Randaccio vanno avanti in queste ore. Il fisico sta controllando alcune centinaia di parti di valvole e di radar. È un lavoro di precisione perché punta a conoscere il livello esatto di radioattività dei materiali.
 Sempre nella giornata di ieri il procuratore Domenico Fiordalisi ha disposto che qualsiasi operazioni di bonifica venga fatta nel territorio della base - comprese quelle dell’Aeronautica militare, si potrà fare solo alla presenza della polizia giudiziaria. Lo scorso 17 febbraio, il generale Sanzio Bonotto, comandante del poligono, aveva disposto una ordinanza di “sgombero permanente” di persone e animali in alcuni punti del poligono indicati con precise coordinate, per consentire nuove bonifiche. Ma questa ordinanza era stata subito dopo revocata perché gli inquirenti stavano già eseguendo i loro rilievi nella zona.

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