Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
26 February 2011
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
 
    
 
L’UNIONE SARDA
  
1 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari - Pagina 28
Salute. Oggi un congresso
Malattie della tiroide, la prevenzione si fa al supermarket
È il sale della vita, ma solo quando sulla confezione è stampata la parola “iodato”. Gli endocrinologi continuano a ripeterlo: la carenza di sale iodato fa ammalare la tiroide, soprattutto in una regione dove la ghiandola vicino alla gola fa spesso le bizze: nell'Isola un abitante su due ha noduli, e le malattie autoimmuni bersagliano la tiroide più che altrove. Malgrado questo, al market, snobbiamo il sale iodato e acquistiamo quello “normale”, in barba a tutti gli appelli alla prevenzione.
«Non ci arrendiamo, continuiamo a ripeterlo», sorride Stefano Mariotti, direttore dell'unità complessa di Endocrinologia e Diabetologia del Policlinico universitario di Monserrato. Proprio per diffondere il verbo , oggi c'è un'iniziativa scientifica per sensibilizzare i medici di famiglia, affinché lo diffondano ai pazienti. L'hotel “Caesar's” in via Darwin ospita il seminario scientifico itinerante “Carenza iodica e autoimmunità tiroidea”, presieduto proprio da Mariotti: partecipa tra gli altri Aldo Pinchera, professore emerito di Endocrinologia all'Università di Pisa.
«In Sardegna», spiega Mariotti, «la prevenzione delle patologie tiroidee attraverso lo iodio è insufficiente. Anche per questo è più frequente il gozzo endemico, cioè l'aumento del volume della ghiandola, accompagnato dalla formazione di noduli». Se la carenza di iodio è grave, il gozzo porta con sé «aumentato rischio di aborto, nascita di bambini morti, deficit intellettivo e neurologico conosciuto come cretinismo endemico, ipotiroidismo nell'età adulta». Il dodici per cento degli italiani soffre di gozzo, ma la percentuale arriva al venti al Sud e nelle isole, nella popolazione in età scolare: significa uno su cinque.
In Sardegna, oltre che la persistente carenza di iodio, per motivi soprattutto genetici sono frequenti le malattie autoimmuni della tiroide (tiroidite di Hashimoto e morbo di Basedow): il sistema immunitario aggredisce la ghiandola come se fosse un corpo estraneo. Includendo le forme lievi, ne soffre tra il 5 e il 25 per cento delle donne e tra l'uno e il 5 per cento degli uomini. L'autoimmunità tiroidea, oltre che provocare vari gradi di ipo e ipertiroidismo, può rendere difficile l'identificazione dei noduli maligni, e recenti ricerche - che saranno discusse al congresso - suggeriscono una relazione tra tumori e autoimmunità tiroidea.
Da dove cominciare, per fare prevenzione? I medici ne parlano, il resto possiamo farlo noi al supermarket: scegliendo il sale iodato al posto del normale sale da cucina.
LUIGI ALMIENTO
 
 
2 - L’Unione Sarda / Cultura - Pagina 51
Le news al tempo delle menti unificate
«È terribile perdere la libertà ma è ancora più terribile perdere l'idea della libertà»: la citazione è di George Lakoff ma può valere come manifesto dell'Associazione Articolo 21 che da dieci anni, in Sardegna da sei, informando promuove e difende il diritto principe di ogni libertà e attraverso cui tutto passa: quello all'informazione.
Di concerto con la Fondazione Banco di Sardegna e Scienze Politiche, Articolo 21 proprio in facoltà ha avviato l'altra sera il primo dei quattro incontri pubblici con l'intento di portare - o spostare - l'attenzione su temi troppo spesso marginali nei media generalisti: la Costituzione (con la volontà di “lavorare per la conoscenza della Costituzione”), le libertà, la comunicazione, i diritti, il pluralismo, la democrazia, ovvero i principi fondanti di tutte le società libere e moderne. I prossimi incontri verteranno su “Diritto di cronaca e diritto della riservatezza tra stampa e televisioni” (31 marzo), “Stampa e televisione in Sardegna” (21 aprile) e, a maggio, “Internet e nuovi media: opportunità e pericoli”. Un po' seminario, un po' lectio ma anche possibilità di incontro, confronto e racconto tra le esperienze e le opinioni dei relatori e quelle del pubblico - numerosi i giovani in sala - che ha ascoltato ed è intervenuto alle sollecitazioni dei relatori. Presenti la preside della facoltà, Paola Piras, e i docenti Andrea Deffenu e Pietro Ciarlo, lo storico Gianluca Scroccu, il magistrato Mario Marchetti, i giornalisti Ottavio Olita e Romano Cannas e i rappresentanti di Articolo 21: la presidente Gianfranca Fois e il portavoce nazionale Giuseppe “Beppe” Giulietti.
Nella relazione Giulietti ha espresso subito un punto cardine: la libertà nel mondo non è acquisita mai ma è uno stato di tensione permanente. Tenere sempre vivo il fuoco insomma e mai abbassare la guardia e, meno che mai, dare la libertà per scontata o persino ovvia. Il rischio è alto: perdere l'idea stessa di libertà oppure vederla limitata, ridotta, edulcorata o, peggio, confusa e distratta. Per stare sulla comunicazione multimediale, i 1000 canali tv e altrettanti giornali possono fornire un'idea di pluralismo ma non necessariamente idee pluraliste. E a questo non giova la concentrazione in poche mani degli organi di informazione. Cita “Citizen Kane” di Orson Welles e riguardo lo stato di salute dell'informazione in Italia ecco i rapporti dell'agenzia Freedom House e di Reporter Sans Frontières che relegano l'Italia nelle posizioni basse della classifica. «La tv - dice Giulietti - non è un carro armato ma se propone dei modelli che si affermano come vincenti e la logica del “così fan tutti” non è neppure un innocuo elettrodomestico ma propone un pensiero unico televisivo e veicola visioni, schemi, consensi».
Che fare? Riprendersi i luoghi pubblici (per esempio ritrovandosi nelle piazze il prossimo 12 marzo senza bandiere di parte ma solo col tricolore e la Costituzione), non subire passivamente e acriticamente i messaggi che arrivano dai media, non usare gli stessi linguaggi degli avversari ma, se necessario, difendere anche la loro libertà di espressione e non lasciare la comunicazione solo ai giornalisti ma piuttosto proporre nuovi alfabeti e nuove espressioni. Può bastare? No, perché la politica deve fare la sua parte e finora è stata miope. Secondo il relatore non c'è stata una riforma seria del sistema radiotelevisivo e l'opposizione ha voluto perdere, non capendolo e sottovalutandolo, il grande tema del conflitto di interessi. Perché il pensiero unico televisivo e la contrazione di informazione - dice Giulietti - passano anche attraverso il pericolo « ...dell'omicidio di Avetrana a reti unificate e a tutte le ore». Eh già, ma se le storiche “3 S” (sesso, sangue, soldi) del giornalismo vincono da sempre a mani basse - persino sulle dotte ipotesi delle “3 C” (contenuti, credibilità, creatività) individuate nel libro “L'Ultima notizia” di Gaggi e Bardazzi - la cosa, da non facile, si fa complicata. Vai un po' a capire...
GIUSEPPE CADEDDU
 
 
3 - L’Unione Sarda / Gallura - Pagina 26
palau
Borse di studio per universitari
Il Comune mette a disposizione due borse di studio del valore di 5 mila euro ciascuna per gli studenti universitari più meritevoli iscritti all'anno accademico 2010/2011. Fino alle 12 del 10 marzo potranno presentare domanda i giovani iscritti agli anni successivi al primo, sia per corsi di laurea triennale che specialistica. I requisiti sono consultabili sul sito www.palau.it. Per informazioni 0789 770806 oppure 0789 770824.( i.c. )
 
 
 
 
LA NUOVA SARDEGNA 
 
4 - La Nuova Sardegna / Pagina 11 - Sardegna
Attesa per i piani Eni-Novamont a Porto Torres: «Faremo la nostra parte» 
Chimica verde, in campo anche l’università di Sassari 
ANTONIO MELONI 
Sassari. Scienziati e tecnici del settore dicono di sapere poco delle recenti mosse di Eni e Novamont, ma sono pronti a valutare soluzioni che vadano nella direzione della chimica sostenibile. A condizione che prima si proceda con le bonifiche e che esista un piano industriale ben definito.
Dal convegno «Il futuro della chimica in Sardegna» - promosso dal Gruppo universitario per la chimica in collaborazione con il Consiglio nazionale delle ricerche e l’Ordine dei chimici - filtra un messaggio chiaro: il destino del settore nell’isola è legato alla sinergia tra istituzioni, università e industria.
La chiave è la chimica sostenibile, quella che rispetta l’ambiente ed è, nel contempo, economicamente redditizia. L’università di Sassari è disposta a offrire la propria competenza per progetti specifici che vadano in quella direzione. «Siamo pronti a fare la nostra parte - ha spiegato a margine dell’incontro, svoltosi nell’aula magna dell’ateneo, Ugo Azzena, docente di chimica organica e componente del gruppo universitario istituito l’anno scorso -, c’è la volontà di lavorare per il territorio, a fianco di Confindustria e Asi, ma occorre anche programmazione da parte delle istituzioni. La politica non è compito del chimico, ma è certo che quella di chiudere non può essere una scelta giusta». Occorre dunque far convergere le forze verso un progetto condiviso: «Una strategia - conclude Azzena - che non può non dare dei risultati, a patto che sia preceduta da un’analisi meticolosa».
Sulla stessa lunghezza d’onda Mauro Marchetti (Consiglio nazionale delle ricerche): afferma: «La riconversione di produzione verso la chimica fine potrebbe essere la chiave di volta». Fa eco Oreste Piccolo, consulente industriale, fra i massimi esperti in Italia di biotecnologie bianche: «Prima di qualsiasi intervento è opportuno censire le risorse in campo e capire cosa si vuole fare».
Gli industriali hanno manifestato la più totale apertura alla collaborazione: «A patto che - ha tenuto a precisare Stefano Lubrano, presidente di Confindustria del Nord Sardegna - siano garantite le giuste ricadute sul territorio». Non è un caso che il convegno, aperto dal rettore Attilio Mastino e da Eusebio Tolu, delegato rettorale per i rapporti col territorio, cada a un anno esatto dall’occupazione dell’Asinara da parte dei cassintegrati Vinyls ai quali, durante i lavori, è stato rivolto un messaggio di solidarietà.
 
 
5 - La Nuova Sardegna / Pagina 28 - Sassari
Delegazione di amministratori in visita agli impianti della Novamont di Terni 
PORTO TORRES. Giudizio sospeso in attesa di conoscere il piano industriale per la chimica verde di Novamont. Questo il parere della delegazione di amministratori comunali che hanno visitato gli impianti di Terni dove viene prodotta la molecola “mater-bi” con la quale vengono realizzate materie plastiche biodegradabili. L’impressione ricavata dalla visita è stata comunque positiva, anche se ha destato qualche perplessità la dimensione degli impianti, soprattutto per chi è abituato al petrolchimico. «È vero ma almeno non hanno provato a raccontarci frottole - commentano l’assessore all’Ambiente Davide Tellini e il presidente della commissione Toni Chessa -. In quell’impianto lavorano 120 persone che producono 60 mila tonnellate l’anno di “mater-bi”, sufficiente a coprire il 30 per cento del fabbisogno nazionale di plastiche biodegradabili. Il progetto Eni-Novamont per Porto Torres prevede invece la costruzione di sette impianti, e allora i conti sul fronte occupazionale potrebbero tornare». Soprattutto se si considera che proprio a Porto Torres dovrebbe essere prodotta la materia base per il “mater-bi”, cioè l’amido di mais.
 Un progetto del genere prevede il coinvolgimento delle imprese agricole «ma per stabilire quali saranno le colture da mettere a dimora o implementare - ha aggiunto Toni Chessa - Novamont si confronterà con la facoltà di Agraria dell’università di Sassari». «Non solo - ha concluso Davide Tellini -: poichè l’azienda punta al “chilometro zero” intende coinvolgere le associazioni di categoria degli agricoltori del territorio, e soprattutto si è detta disponibile a incontrare i cittadini in un’assemblea pubblica, per illustrare il progetto per la chimica verde».
 
 
6 - La Nuova Sardegna / Pagina 17 - Fatto del giorno
LA POLEMICA
Sul parcheggio in Piazza d’Italia il Comune di Sassari sbaglia sia nella forma sia nel merito
Per respingere la pratica c’erano strumenti di legge rimasti inutilizzati
E poi le auto in quella zona la città non le vuole
di Antonietta Mazzette
COORDINATRICE   DEL CENTRO STUDI URBANI 
Sul manufatto che dovrebbe sorgere in Piazza d’Italia il Centro studi urbani dell’Università di Sassari ha scelto di rendere pubblici i punti di vista maturati, tanto sulla forma quanto sul contenuto della pratica avviata dal Comune.
La forma. L’assessore all’Urbanistica gavino Zirattu afferma correttamente che l’articolo 5 della legge regionale 4/2009, impropriamente nota come «Piano casa», sembrerebbe non richiedere, per gli interventi di demolizione/ricostruzione in zona «A» (centro storico) alcuna deliberazione del Consiglio comunale. Condizione per l’abbattimento è che il manufatto sia in contrasto con i caratteri architettonici e tipologici del contesto e che - afferma la circolare esplicativa per l’attuazione della legge - tale contrasto venga accertato dagli uffici che istruiscono la domanda. Tuttavia, si osserva: quando si tratta di ampliamenti volumetrici senza demolizione, la legge (art. 2, comma 7) richiede che il contrasto di cui si è detto - presupposto per la concessione dell’ampliamento - sia dichiarato da una delibera del Consiglio comunale. Poiché la demolizione/ricostruzione, ben più che un semplice ampliamento, merita di essere valutata dall’assemblea cittadina, si arguisce che anche per questa debba applicarsi in via analogica la prescrizione di cui alla citata norma (art. 2, co. 7); pertanto, quanto affermato in contrario dalla circolare esplicativa della Regione deve considerarsi illegittimo. Ma qualora si ritenesse di dover escludere l’applicazione analogica della regola, sorgerebbe un vizio ancor più grave: applicata come suggerito dalla circolare regionale, la norma in questione presenterebbe manifesti profili di incostituzionalità, per l’evidente disparità di trattamento (maggiori aggravi procedimentali) riservato al cittadino che chiede l’ampliamento rispetto a quello che richiede di demolire. In un caso e nell’altro, è assai dubbio che l’Amministrazione possa applicare la norma come la Regione suggerisce; sarebbe preferibile provocare una pronuncia dell’autorità giudiziaria sulla questione.
Il contenuto. Su di esso l’assessore non ha espresso alcun parere. Eppure, in Piazza d’Italia sorgerebbe un parcheggio interrato di tre piani. Su una ipotesi di tal genere, non molto tempo fa, la prevalente e più avvertita opinione aveva avuto modo di esprimersi negativamente. Se ora il parcheggio, che in quanto tale non dipende certo dal «Piano casa», fosse approvato, ciò significherebbe l’abbandono di ogni ipotesi di pedonalizzazione del centro storico e la riapertura al traffico di Piazza d’Italia. Una simile decisione interverrebbe non nell’ambito di una consapevole discussione sulla mobilità cittadina, ma incidentalmente, in occasione della approvazione della pratica edilizia di un privato.
Nota a margine. L’assessore pone il problema della mancata approvazione del Puc da parte della Regione. Certo, si può pensare che questa abbia voluto bloccare, per ragioni politiche, lo strumento predisposto dal centro sinistra sassarese. Ma ciò è successo un anno fa; ci sarebbe stato tutto il tempo per dimostrare infondate e strumentali le contestazioni della Regione, anche impugnandole. Se invece il Comune ha scelto di adeguare il suo strumento urbanistico ai rilievi mossi da Cagliari, con ciò riconoscendone il fondamento, allora forse sarebbe stato preferibile non inserire nello strumento adottato misure esposte a censura.


7 - La Nuova Sardegna / Pagina 24 - Sassari
Centri storici, recupero strettamente collegato al risparmio energetico 
A Putifigari uno scambio di esperienze tra esperti nell’ambito del progetto europeo «Case mediterranee» 
LEONARDO ARRU 
Putifigari. I partner del progetto europeo “Case mediterranee” (programma transfontaliero Italia-Francia - “Marittimo”) si sono riuniti per parlare di risparmio energetico e recupero degli edifici dei borghi storici, incentivando la sperimentazione e l’impiego di materiali e tecniche costruttive ad alto rendimento energetico. Promotori sono i comuni di Camogli (Capofila), Alghero, Putifigari e Portoferraio, il Dipartimento di Archittettura dell’università di Genova e la Chambre de metiers e de l’artisanat de la Corse du Sud.
Durante l’incontro, che si è tenuto nella sede del municipio, si sono svolti il Comitato tecnico-scientifico e il Comitato di pilotaggio. Il sindaco Giancarlo Carta ha sottolineato le motivazioni del Comune per lo sviluppo del Progetto, anche per valorizzare uno degli elementi identitari del territorio e della sua storia: il mestiere dei “muraioli”, ovvero il personale specializzato nella realizzazione dei classici muretti a secco. «Vera arte e profonda tradizione dei putifigaresi - ha sostenuto il sindaco -. Un’attività tramandata di generazione in generazione. Anche le antiche maestranze, sempre più difficili da trovare sul mercato, potranno avere ulteriori opportunità se valorizzate. Inoltre, per la salvaguardia e lo sviluppo dei centri minori - ha concluso Giancarlo Carta - è indispensabile lavorare in rete e evitare ogni azione mirata all’isolamento».
I responsabili tecnici del progetto per i comuni di Alghero, Putifigari, Camogli e la Camera dei mestieri della Corsica del Sud, hanno poi presentato uno studio preliminare dei cantieri. Gli interventi, coordinati da Enrico Rovida, consulente della Società Team, hanno riguardato l’esame delle normative e dei regolamenti edilizi; le tecniche e i materiali tradizionali utilizzati nei centri storici e le performance energetiche; le tecnologie innovative per il risparmio energetico; l’inserimento delle nuove tecnologie, materiali e tecniche costruttive nel restauro; la scelta degli edifici per la realizzazione dei cantieri pilota.
Costantino Mastino, del Dipartimento di Fisica tecnica della facoltà di Architettura di Cagliari ha illustrato i concetti fisici fondamentali per l’ottimizzazione dell’efficienza energetica del sistema edificio-impianti allo scopo di supportare le scelte dei partner nella corretta individuazione dei cantieri pilota.
Daniela Scudino, responsabile per l’attività di tutela della Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici di Sassari e Nuoro, ha sottolineato il ruolo di supporto e collaborazione al progetto auspicando la promozione di processi di valorizzazione dell’edificato storico, anche con l’uso razionale e compatibile di nuove tecnologie.
Luisa Puccioni del Segretariato tecnico congiunto, responsabile del monitoraggio del progetto per la Toscana, ha ribadito gli aspetti salienti delle procedure. Il progetto case Mediterranee si concluderà nell’aprile 2012.
 
 
8 - La Nuova Sardegna / Pagina 6 - Oristano
Masullas. Concorso letterario su Felice Pinna   
L’Unità d’Italia vista con gli occhi dei ragazzi 
MASULLAS. Buon compleanno Italia, tra le vagonate di retorica, i mal di pancia leghisti e le tante identità di popolo svanite come nebbia al sole, il gioco ad incastro delle mille variabili che se combinate in maniera differente avrebbero potuto produrre un quadro diverso da quello che conosciamo.
Con il rischio che la riflessione sul Risorgimento vada a ramengo. Un rischio che a Masullas l’amministrazione, su mandato del Comitato provinciale e in accordo con la Prefettura e l’Istituto comprensivo di Mogoro, ha voluto esorcizzare bandendo, il concorso storico-letterario, “Il masullese Felice Pinna e l’Unità d’Italia”. Come dire far conoscere al grande pubblico un personaggio del territorio, il commendatore Felice Pinna, che a cavallo dell’Unità (1861) ricoprì ruoli di notevole importanza nell’apparato statale in qualità di prefetto e questore in diverse città; notorietà che gli è valsa la citazione del cantante Lucio Dalla il quale in una delle sue canzoni lo definisce “amico di Garibaldi”. Il concorso, riservato alla quarta e alla quinta della scuola primaria, e alle prime, seconde e terze delle secondarie di primo grado, ha l’intento di suscitare interesse e curiosità verso le discipline storiche e letterarie, a partire dalla ricerca storica e analisi delle fonti documentarie presenti nel territorio, in Sardegna e in altre parti d’Italia (libri, lettere, diari, memorie, registri, monumenti, edifici, strade, luoghi) riferiti alla vita e all’attività svolta dal personaggio.
Possono essere presentati elaborati realizzati da classi intere o gruppi di studenti della stessa scuola; non sono invece ammessi lavori individuali. I concorrenti sono chiamati a produrre un elaborato scritto in forma di inchiesta giornalistica, saggio breve, lettera o diario, accompagnato obbligatoriamente da uno o più disegni o fotografie. Il termine ultimo per la presentazione degli elaborati, che saranno giudicati da una commissione presieduta dal docente dell’Università di Cagliari Gian Giacomo Ortu, è il 30 aprile.
T.S.
     
QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa CRUI
Link: rassegna stampa MIUR
 

Questionnaire and social

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