Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
25 January 2011

 

Rassegna quotidiani locali
A cura dell’Ufficio stampa e web

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari – pagina 19
Scienze politiche
Caos in Tunisia, incontro-dibattito
 
La facoltà di Scienze Politiche ha organizzato per oggi un incontro-dibattito sulla fine dell'epoca Ben Ali dal titolo “Tunisia. La rivoluzione dei gelsomini?”.
L'incontro, di scottante attualità, si terrà nell'aula magna della facoltà alle 16,30. Ne discutono Francesco Birocchi, Raffaele Cattedra, Hamze Jammoul, Patrizia Manduchi, Giovanni Sistu. Previsto, durante i lavori, un collegamento dalla Tunisia: parleranno gli studiosi Abdelfeth Kassah, Awatef Abiadh, Daouda Sow, Messaoud Yamoun.
Il presidente Ben Ali è fuggito in Arabia saudita dieci giorni fa dopo 23 anni di regime, dopo le sommosse nel paese, le fughe di massa dalle carceri, i saccheggi e le devastazioni. Il presidente del Parlamento Foued Mebazaa ha assunto temporaneamente i poteri presidenziali.
 
2 – L’Unione Sarda
Spettacoli e Società - Pagina 41
Londra premia Salvatore Mereu
Business Award per il microbudget di “Tajabone”
Cinema. Il riconoscimento britannico apre la possibilità di una coproduzione per “Bellas Mariposas”
 
Potremmo chiamarlo Premio Austerity, o magari Oscar Low Cost. In realtà l'UK-Italy Business Award conferito a Salvatore Mereu giovedì scorso al Palazzo delle Borse a Milano è un riconoscimento al basso budget impiegato per girare il suo “Tajabone”, ma anche e soprattutto alla qualità del film, che con il suo ingente capitale di entusiasmo e i suoi più che limitati mezzi finanziari approdò allo scorso festival del cinema di Venezia, salutato da un'ovazione.
Il film è stato girato in due scuole cagliaritane, la Alagon di San Michele e quella di via Schiavazzi, nel quartiere di Sant'Elia: gli alunni hanno seguito un corso di cinema che si è trasformato in un esempio sul campo di come si fa un film, trasformando le lezioni in una pratica e mutando gli studenti in autori, sceneggiatori e interpreti che si sono mossi sotto la regia - letteralmente - di Mereu.
Dopo gli applausi veneziani ecco il Business Award, conferito dal governo di Sua Maestà e dall'UK Trade & Investment, l'agenzia governativa britannica che lavora per rendere la vita facile alle imprese che vogliono approdare nel Regno Unito e a chi vuole stabilire alleanze commerciali e creative con l'Inghilterra.
Mereu, quanto è costato “Tajabone”?
«Non abbiamo un consuntivo esatto, ma comunque pochissimo. Siamo oltre i diecimila euro dichiarati prima della postproduzione, ma ben al di sotto due milioni di budget dei film che avevamo accanto a Venezia...».
Come si fa a stare in un budget così?
«Il film è anche il risultato di una serie di combinazioni fortuite, ma si è lavorato molto per farle accadere. “Tajabone” nasce in un laboratorio scolastico e cresce oltre le nostre aspettative: quando capiamo che si può andare oltre il progetto iniziale, cioè due cortometraggi, e realizzare un film basso costo, ci scommettiamo e io per primo attivo tutti i miei contatti».
Il resto è una storia di applausi e di premi.
«Il premio mi rincuora e mi gratifica molto, è la prova che siamo andati nella direzione giusta».
A quanto ammonta?
«Il riconoscimento non è in denaro, ma direi che ha un valore superiore a un sia pur ricco assegno perché apre la porta a una coproduzione con la Gran Bretagna, un Paese che generalmente non si fa coinvolgere in questo genere di progetti, con la possibilità che istituzioni culturali prestigiose come Channel Four e e la Bbc adottino il mio prossimo progetto».
Qual è?
«Come ho già avuto modo di dire, la prossima estate spero di girare a Cagliari “Bellas mariposas”, dal romanzo di Sergio Atzeni».
E il premio sarà di aiuto, presumibilmente.
«Lo scopo del Business Award è creare partnership tra due Paesi: non ti garantisce un produttore, ma il fatto che siano l'ambasciata e due grandi istituzioni culturali a presentarti, ti mette in grado quantomeno di bussare alla porta principale».
Siamo in tempi di tagli alla cultura e per qualche masochista un budget ridotto, o sforbiciato, è “più uno stimolo alla creatività che un limite”. È così?
«È un'emerita sciocchezza. E già che ci siamo, sfatiamo il luogo comune dei soldi “buttati” nello spettacolo: il denaro investito nel cinema riporta sul territorio cifre cinque volte superiori. Da poco un convegno a Dorgali, al quale purtroppo non potuto partecipare, ha dimostrato come il remake di “Travolti da un insolito destino” abbia portato molti più soldi di quanti ne sono stati erogati dalle istituzioni locali. E questo è il motivo per cui Paesi come Francia e Germania, dove pure la crisi costringe a stringere i cordoni della borsa, continuano a investire nel cinema e in genere nella cultura e nello spettacolo. Ma se dagli scenari europei possiamo tornare per un momento in casa nostra, vorrei chiudere ringraziando le scuole cagliaritane (senza di loro il film, e il premio, non sarebbero stati possibili), l'Istituto superiore regionale etnografico e l'Università di Cagliari».
CELESTINO TABASSO
 
3 – L’Unione Sarda
Oristano e Provincia - Pagina 15
Università
Da Pisa, Creta e Andalusia per studiare Archeologia subacquea
 
Nasce a Oristano la scuola di specializzazione in Archeologia subacquea. Il corso biennale di laurea è stato inaugurato ieri mattina nella sede di Consorzio uno al chiostro del Carmine.
Presenti per l'occasione il direttore della scuola Raimondo Zucca, il rettore dell'Università di Sassari Attilio Mastino, il preside della facoltà di Lettere e filosofia di Sassari Aldo Maria Morace, il direttore del Dipartimento di Storia sassarese Alberto Moravetti, nonché il consigliere regionale Attilio Dedoni.
Si tratta di un percorso post laurea di alta formazione professionale unico in tutta Italia. Per quest'anno accademico sono stati ammessi 11 studenti: uno da Oristano e uno da Sassari, altrettanti da Pisa e Catanzaro, Creta e Andalusia, ben tre da Catania e due da Napoli.
«Dobbiamo essere orgogliosi del fatto che la scuola possa contare sulla presenza di studenti stranieri e di altre regioni d'Italia - ha affermato Zucca - nel pieno della libertà di insegnamento, i lavori di ricerca e docenza saranno fatti sul campo». La scuola è stata inclusa nell'elenco Unesco delle università e degli enti di formazione che operano nell'ambito degli studi e della valorizzazione del patrimonio storico dei fondali marini.
«Oggi l'Università di Sassari e la città di Oristano acquisiscono un vero centro di eccellenza», ha affermato il rettore Mastino. Lui stesso ha annunciato che il corso è stato finanziato con 5 milioni. Inoltre, «per la facoltà di Agraria sono state istituite due borse di studio da ricercatore, finanziate con la collaborazione di Consorzio Uno» continua il rettore.
Inoltre è pronto anche il finanziamento del Demanio per affidare alla facoltà gli scavi della Torre vecchia a Tharros.
CATERINA COSSU
 
4 – L’Unione Sarda
Nuoro e Provincia - Pagina 15
pratosardo Cade l'ultimo ostacolo
Nuova caserma, la Soprintendenza autorizza i lavori
 
«Gli immobili non presentano requisiti di interesse culturale». Con queste parole la Soprintendenza ha dato il via libera al ministero della Difesa per l'abbattimento dei nove locali nell'ex polveriera di Pratosardo dove sorgerà la nuova caserma dell'Esercito. La comunicazione del ministero dei Beni culturali sblocca l'iter legato ai lavori di Pratosardo che daranno una nuova sede ai militari della Brigata Sassari consentendo che l'ex Artiglieria, in viale Sardegna, diventi campus universitario. A questo punto, infatti, il ministero della Difesa può consegnare l'area di Pratosardo al Comune, beneficiario di un finanziamento regionale di 12 milioni di euro per realizzare la nuova caserma.
In municipio c'è aria di soddisfazione, anche perché il sottosegretario alla Difesa Giuseppe Cossiga, in visita in città l'autunno scorso, aveva annunciato entro dicembre la soluzione del problema. «Il procedimento è stato lungo, faticoso e difficile, ma ora c'è un pronunciamento chiaro - dice il sindaco Alessandro Bianchi -. Abbiamo intensificato le interlocuzioni con l'Esercito per definire al più presto le azioni conseguenti. È un atto importante che dà una prospettiva strategica a quell'area ma anche al territorio». I tempi del passaggio di consegne al Comune? «Spero che si confermi la velocità di pensiero e di azione manifestata dal sottosegretario Cossiga che intendeva dare l'area entro la fine dell'anno», sottolinea il sindaco.
Il Comune, in effetti, è già pronto. Oltretutto ha già fatto l'appalto, vinto dall'impresa Pellegrini di Cagliari che, però, deve aggiornare il progetto visto che il ministero della Difesa ha cambiato nel frattempo esigenze e struttura.
L'adeguamento riguarda il progetto preliminare da allineare a quello definitivo. Poi - spiega l'assessore comunale ai Lavori pubblici Angelo Serusi - è necessario il via libera dall'ufficio tecnico regionale. Adempimento che richiede comunque il suo tempo perché l'impresa dovrà provvedere infine al progetto esecutivo che va presentato all'Esercito e alla Regione. «L'inizio dei lavori potrebbe avvenire tra inizio e fine estate. In ogni caso ora siamo nelle condizioni di lavorare per il campus universitario con un concorso di idee che definiscano le linee di progettazione», sottolinea Serusi, impegnato nel progetto assieme all'assessore all'Università Paola Demuro. ( m. o. )
 
5 – L’Unione Sarda
Nuoro e Marghine - Pagina 19
I diplomati guardano all'Università
L'85 per cento degli studenti si iscrive alle facoltà sarde
Macomer. In crescita il numero dei ragazzi che decidono di proseguire gli studi
Uno studio del Liceo “Galilei” sulle scelte dopo la maturità radiografa le scelte dei ragazzi guidate anche agli sbocchi professionali
 
L'Università come prospettiva privilegiata per il proprio progetto di formazione e di futuro professionale per gli studenti di Macomer e del territorio.È questo il quadro che emerge dallo studio realizzato nel Liceo scientifico “Galileo Galilei” che fotografa le scelte operate dagli studenti alla conclusione del loro corso di studi. Nato dalle esigenze dei docenti di approfondire l'offerta formativa da garantire ai ragazzi, lo'analisi rappresenta un vero e proprio spaccato delle aspettative delle nuove generazioni e indica la loro capacità di progettare la propria vita mettendo in risalto al contempo le nuove tendenze di studio legate spesso alle aspettative professionali.
VERSO LA LAUREA L'università rimane lo sbocco naturale dei giovani dopo il diploma visto che nel 2009 l'85 per cento degli studenti ha scelto l'approdo in facoltà. Nel 2010 su 94 alunni sono stati 72 (il 77 per cento) a fare la stessa scelta. Un calo del tutto fisiologico che non modifica il dato ormai consolidato della prosecuzione degli studi. Anche sulla destinazione dallo studio emergono indicazioni precise: la gran parte degli alunni (l'85 per cento) sceglie le università sarde e solo il restante 15 varca il Tirreno non solo per frequentare percorsi formativi assenti nell'Isola anche alla ricerca della qualità e di un confronto con le migliori proposte formative che il mercato può offrire.
ASPIRANTI INFERMIERI Sulle specifiche scelte dei percorsi formativi lo studio fa emergere alcune caratteristiche peculiari.Contro una tendenza degli anni passati risultano fra le preferite le facoltà scientifiche a cui si rivolgono il 53 per cento dei maturati dal Liceo scientifico, ma anche una percentuale di poco inferiore di quelli che hanno conseguito la maturità classica. Fa la parte del leone il corso di ingegneria (civile, ambientale, elettronica e informatica), ma nuovi fenomeni si affacciano fra le preferenze dei ragazzi visto che entra prepotentemente fra i più gettonati il corso di Scienze infermieristiche che, sottolinea il responsabile dello studio Salvatore Manchinu, dimostra l'attenzione dei giovani anche ai possibili sbocchi professionali.
RAGAZZE IN DIVISA Per il resto se resistono Giurisprudenza e Medicina, Economia e Lingue, le scelte sono fra le più disparate con casi anche molto singolari: c'è chi ha scelto di diventare criminologo o erborista, ludotecario o scienziato delle ambasciate. Si ritaglia uno spazio importante anche per le ragazze l'Accademia militare.
LUCA CONTINI

LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Fatto del giorno
«Economia ferma, la laurea non basta»
Sassari, dopo l’università a caccia del lavoro che non c’è
L’analisi di AlmaLaurea mette a nudo la povertà del tessuto produttivo
SILVIA SANNA
 
SASSARI. Studiano di più e si laureano più tardi. Inseguono la specializzazione, si presentano ben corazzati di fronte allo spietato mercato del lavoro. Perché sanno che un bagaglio di conoscenze superiore può fare la differenza, in un territorio arido di opportunità occupazionali. Ma spesso non basta, e i laureati sassaresi restano delusi: cinque anni dopo l’addio all’università, molti, troppi di loro sono ancora a spasso. Lo dice l’indagine firmata dalla società di ricerca bolognese AlmaLaurea, che ha analizzato la situazione dell’ateneo sassarese negli ultimi dieci anni, prendendo in esame i suoi laureati. Alla Camera di commercio, per iniziativa della fondazione Antonio Segni, l’indagine è stata illustrata da Andrea Cammelli, docente universitario e direttore di AlmaLaurea. Il quadro cupo lascia un’espressione allarmata sul volto del rettore Attilio Mastino. Che prima fa il mea culpa, «è vero, nel nostro ateneo ci sono luci e ombre, aumentano gli studenti fuori corso e gli abbandoni», ma subito dopo sottolinea quanto sia difficile operare «all’interno di un tessuto produttivo molto debole, nell’isola e nel Sassarese in particolare. Che non consente di stabilire collegamenti proficui tra formazione e mercato del lavoro». Difficile spiegare altrimenti perché, rispetto alla media nazionale di 81 laureati su 100 che lavorano a cinque anni dalla laurea (preriforma), a Sassari gli occupati siano solo 71. O perchè tra chi ha conseguito la laurea specialistica nel 2008, abbia trovato un impiego solo il 30,8 per cento, a fronte del 56,7 medio tra i 62 atenei fotografati da AlmaLaurea. Una situazione in cui le donne sono più deboli: più studiose rispetto alle colleghe della Penisola ma a Sassari vittime più degli uomini della disoccupazione. Un dato sottolineato dal sindaco Gianfranco Ganau: «Qui sono penalizzate soprattutto le donne e i giovani dai 15 ai 24 anni. Questo dipende dal contesto economico ma anche dalla qualità della formazione insufficiente. E non solo all’università, soprattutto nei livelli d’istruzione precedenti. In questo senso, il piano di dimensionamento nazionale, che prevede la chiusura delle scuole nei piccoli comuni, contribuisce ad aggravare il problema». D’accordo con Ganau l’assessore regionale alla Cultura Sergio Milia: «Il 70 per cento di abbandoni nei primi due anni degli istituti professionali è un dato devastante. Per questo è fondamentale arrivare quanto prima a disporre il Pof, piano dell’offerta formativa, che tenga conto e valorizzi i settori occupazionali che tirano: è quella la direzione da seguire per invertire il trend. E l’università non può restare sulla torre a guardare». Al contrario, «l’ateneo deve avere un ruolo forte - dice Mario Segni, presidente della Fondazione -, anche perché in momenti di crisi come quello attuale ci rendiamo conto che è una delle poche ricchezze che Sassari può ancora vantare». Di certo, anche alla luce della riforma Gelmini, l’offerta formativa va rivista. Tenendo conto che alcuni comparti produttivi versano in stato comatoso più di altri: è il caso dell’industria, che a Sassari accoglie un terzo dei laureati rispetto alla media nazionale. Vanno invece le professioni sanitarie, con un’altissima percentuale di occupati (soprattutto donne), a Sassari come un po’ dappertutto: «Ma anche in questo caso - ammonisce Andrea Cammelli - occorre prestare attenzione, perché prima o poi anche lì non ci sarà più posto». L’unica soluzione restano gli investimenti, in un Paese che però all’istruzione riserva attualmente lo 0,88 per cento del suo Pil: peggio dell’Italia è messa solo la Repubblica Slovacca.
 
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 32 - Nazionale
Caserma, via libera della soprintendenza
L’ex deposito munizioni può essere abbattuto. Presto i lavori
GIOVANNI BUA
 
 NUORO. Anche l’ultimo «pezzo di carta» che teneva lontani i Dimonios da Pratosardo è arrivato.
 Il ministero per i Beni e le Attività culturali ha trasmesso all’ispettorato delle infrastrutture dell’esercito il parere sui nove immobili dell’ex deposito munizioni. Documento che recita: «Visto il parere della Soprintendenza per i beni archeologici delle provincie di Sassari e Nuoro, la direzione regionale dichiara che i nove immobili non presentano i requisiti di interesse culturale e pertanto non risultano soggetti all’applicazione della disciplina di tutela».
 Tradotto in soldoni significa che l’area di Pratosardo che dovrebbe ospitare la nuova caserma è libera da vincoli. L’esercito la può cedere al Comune che potrà iniziare la perimetrazione dell’area, firmare il contratto con l’impresa che si è già aggiudicata i lavori. Demolire ciò che resta dell’ex deposito munizioni. E mettere la prima pietra della caserma che, secondo le recenti promesse del sottosegretario alla Difesa Giuseppe Cossiga, ospitarà un reggimento della Brigata Sassari.
 Si avvia dunque alla fine la telenovelas iniziata nel 1997, quando i ministeri della Difesa e delle Finanze, Regione, Provincia e Comune di Nuoro e università firmarono un accordo di programma. Che prevedeva, nell’area dell’ex artiglieria di viale Sardegna, la realizzazione del campus della nascente (e ora agonizzante) università nuorese. In cambio, l’esercito avrebbe realizzato a Prato una base logistica-addestrativa con almeno 400 militari e un centinaio di civili.
 Stanziati i fondi, 40 miliardi, diventati 20 milioni nel passaggio lira-euro. Scesi, per varie traversie, a 17 milioni e mezzo. Poi a 12,3 tutt’ora sepolti (dopo essere stati «ripescati» da un tentativo di dirottamento) nei residui di bilancio della Regione con vincolo per l’edilizia universitaria. E nel mentre, accordo rimodulato nel 2008, per venire incontro alle nuove esigenze dell’esercito (non più base logistica-addestrativa ma sede di una compagnia). Progetto preliminare ri-licenziato nel 2009. E la sinistra sensazione che lo Stato maggiore stesse cercando il modo di tirarsi indietro.
 Poi l’annuncio del sottosegretario alla Difesa, Giuseppe Cossiga. Fatto a Sassari, a margine del cambio della guardia al vertice dei Dimonios. E ripetuto a Nuoro poche ore dopo di fronte al sindaco Bianchi e al deputato Bruno Murgia.
 «Pratosardo intressa l’esercito che ci ospiterà un reggimento della Sassari».
 Tra i quattrocento e i cinquecento soldati (quasi tutti sardi) che risiederanno a Nuoro, dando nuovo ossigeno alla asfittica economia locale. Con l’esercito che contestualmente libererà l’ex caserma Loi nel centro della città, lasciando spazio all’altrettanto atteso campus universitario.
 
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 9 - Sardegna
Archeologia sub, a Oristano il primo master in Europa
 
ORISTANO. Di Oristano ce n’è uno solo e in tutto, assieme al suo collega che arriva dall’Università di Sassari, sono gli unici due studenti sardi del primo anno dell’unica scuola in Italia di specializzazione in archeologia subacquea e dei paesaggi costieri. Una scuola di specializzazione appena istituita ma ha già un respiro internazionale. Non soltanto perchè degli undici ammessi al corso (su 25 candidati) due (uno spagnolo, l’altro di Atene) sono stranieri.
 Ma soprattutto perchè il corso biennale prevede attività didattiche anche fuori dai confini italiani, ad esempio, a Nabuel, la Neapolis tunisina, il tutto a seguito di un accordo stilato di recente fra l’Ateneo sassarese, dal quale il corso dipende e il ministero della Cultura del paese Nordafricano.
 A queste si aggiungono le università di Barcellona e della Tuscia, essendo appunto l’ateneo di Viterbo il patner scientifico di assoluto rilievo, avendo istituito, primo in Italia, un corso di laurea in archeologia subacquea.
 Insomma, una straordinaria opportunità per l’università gemmata di Oristano, che arriva dopo mesi di incertezze e i timori (legati ai tagli del Governo) che la scuola di specializzazione universitaria non solo non potesse mai nascere, ma che addirittura, venisse cancellato il curriculum di archeologia subacquea già attivato da qualche anno. Da qui la comprensibile soddisfazione espressa ieri mattina nel corso della cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico 2010-2011, con il Rettore dell’università di Sassari, Attilio Mastino, che ha avuto parole di apprezzamento per la tenacia con cui, il Consorzio Uno ma anche gli amministratori locali e soprattutto, i docenti della Facoltà di Lettere e Filosofia hanno portato avanti il progetto. «È il primo percorso specialistico post lauream di questo tipo istituito all’interno dell’ordinamento italiano ed europeo» ha sottolinato Mastino, ricordando come la scuola si proponga come un punto di riferimento internazionale per l’alta formazione nel campo della tutela, conservazione e valorizzazione dei beni archeologi sommersi. Aldo Maria Morace, preside della Facoltà di Lettere e Filosofia ha definito l’istituzione della scuola di specializzazione come «un piccolo miracolo accademico e scientifico», annunciando che si avvalrà della collaborazione «del meglio delle docenze italiane ed europee in questo specifico campo».
 Insomma, a Oristano nasce quello che il direttore del dipartimento di Storia, Alberto Moravetti «un vero e proprio centro di eccellenza». Ad illustrare le attività sul campo che attendono gli allievi del primo corso, è stato il professor Raimondo Zucca: «per la prima volta svolgeremo indagini sui fondali del fiume Temo e del Flumendosa; in Sicilia saremo a Pantelleria».
 E l’Università oristanese già pensa di allargare i suoi orizzonti. Ieri mattina è stato ancora il rettore ad annunciare l’ampliamento delle attività.
 Per Archeologia, si punta ad esempio a creare nuovi corsi, magari sull’archeologia medioevale, mentre per la facoltà di Agraria, sono già in programma rinforzi nel campo della zootecnia e della microbiologia alimentare.
 Un piano che vedrà come alleato il presidente della commissione regionale alla Cultura, Attilio Dedoni che ha annunciato una iniziativa in Consiglio regionale a sostegno dell’università di Oristano.
 
 

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