Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
04 January 2011
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
 
    
 
L’UNIONE SARDA
  
1 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari - Pagina 21
Originale presepe all’Orto Botanico
È visitabile sino al 6 gennaio il presepe realizzato dai tecnici del Dipartimento di Scienze Botaniche. Quest’anno la sacra rappresentazione è stata realizzata sotto le radici colonnari che sostengono il Ficus magnoloides all’ingresso dell’Orto. L’apertura è garantita tutti i giorni dalle 8,30 alle 13,30. L’ingresso è gratuito.


2 - L’Unione Sarda / Prov Sulcis - Pagina 19
Iglesias. Le trattative sono in corso. Il presidente Tore Cherchi: «Ospiterà corsi di alta formazione»
Le Nazioni Unite a Monteponi
Nella sede Ausi l’agenzia Onu per l’ambiente
Si chiama Unep, acronimo inglese di Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente. Ebbene, una delle sedi operative di tale organismo potrebbe nascere a Monteponi, nella sede dell’Università del Sulcis.
Forse Scienza dei materiali è un capitolo chiuso, ma Monteponi si accinge ad ospitare una delle sedi operative dell’Unep. L’acronimo sta per United Nations environment programme, ovvero Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente, una sorta di agenzia che ha tra i compiti quello della tutela ambientale e dell’utilizzo sostenibile delle risorse. Il tutto attraverso un lavoro coordinato (che coinvolge partner istituzionali e privati in tutto il mondo) improntato soprattutto allo studio e alla ricerca. A confermare che si tratta di molto più di un’indiscrezione è Tore Cherchi, che in qualità di presidente della Provincia Carbonia-Iglesias presiede anche il Cda del Consorzio Ausi, ente che sostiene l’Università di Monteponi: «Ci sono trattative in corso e posso dire che siamo in presenza di segnali concreti che ci inducono a guardare al futuro con fondata prospettiva».
IL PROGETTO Una frase che può sembrare un tantino enigmatica, ma dalla quale si intuisce che il presidente dell’Ausi considera concreta la possibilità di dislocare a Monteponi una delle sedi dell’agenzia. Un progetto che prevede la cooperazione dell’Unep con gli enti locali per il tramite proprio dell’Ausi, che coinvolgerebbe l’Università. Le finalità sarebbero molteplici e Tore Cherchi le sintetizza in due passaggi: «Il primo prevede l’attivazione di progetti di alta formazione e innovazione in campo ambientale; il secondo la cooperazione decentrata sullo sviluppo, attuando progetti con altre località del Terzo mondo da non confondere assolutamente con l’assistenza, visto che parliamo di sviluppo».
I FINANZIAMENTI Le risorse per le attività arriverebbero direttamente dal Governo, attraverso il Ministero degli Esteri, seppure siano previsti investimenti anche da parte degli enti locali. Ma è chiaro che le ripercussioni positive sarebbero notevoli. «Fare diventare Monteponi uno dei centri di riferimento dell’Unep sarebbe una conquista enorme - commenta il presidente - un fatto di prestigio sia se consideriamo l’aspetto culturale e formativo, sia se ci soffermiamo sul piano dello sviluppo economico». Il quartier generale dell’Unep ha sede a Nairobi, in Kenya, e svolge i suoi compiti istituzionali in coordinamento con gli altri programmi e agenzie delle Nazioni Unite, ma anche con gli stati e le organizzazioni internazionali e quelle non governative o i soggetti privati. Le azioni dell’Unep sono finalizzate non soltanto a monitorare la situazione ambientale a livello globale, ma realizzare studi e ricerche trasferendo conoscenze e tecnologie nel campo dello sviluppo sostenibile.
L’AMBIENTE Al momento non si conoscono ulteriori dettagli sul progetto ed è prematuro parlare di tempi, ma non è escluso che il nuovo anno possa portare novità piacevoli. Sarebbe un tassello importante anche nell’ottica del rilancio dell’Università di Monteponi, le cui sorti sembravano segnate per sempre. Al momento, infatti, nella palazzina Bellavista sono presenti soltanto gli studenti del terzo e ultimo anno in Scienza dei materiali, corso trasferito due anni fa alla cittadella universitaria di Monserrato. Ancora prima Iglesias aveva perso Ingegneria ambientale e Informatica.
Intanto è confermato l’avvio del corso "e-learning" in Pubblica amministrazione, in via sperimentale già a partire da questo mese. Ciò vuol dire insegnamento a distanza e con l’ausilio della rete internet, che sarà possibile grazie a una convenzione stipulata con l’Università di Cagliari.
CINZIA SIMBULA
 
 
3 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari - Pagina 16
La replica. L’immunologo Paolo Emilio Manconi risponde a chi chiede l’apertura di un centro nell’Isola
«Curiamo il lupus in Sardegna da anni»
«Non è necessario andare fuori dall’Isola o creare strutture che si chiamino per esempio Lupus Hospital per curare questa patologia. I nostri centri già lo fanno da anni e sono all’avanguardia, intervenendo con il massimo dell’efficacia».
L’immunologo Paolo Emilio Manconi (nella foto), ordinario di Medicina interna all’Università di Cagliari, interviene dopo l’appello lanciato da Federica Floris, referente sarda dell’associazione nazionale contro il lupus che nei giorni scorsi aveva chiesto la realizzazione di una lupus clinica anche in Sardegna, denunciando la necessità di effettuare viaggi fuori dall’Isola per curarsi.
«Lanciare solo il sospetto che nella nostra regione non si possa essere curati è pericoloso», prosegue il docente che è anche direttore della struttura complessa di medicina interna, allergologia e immunologia clinica dell’azienda mista San Giovanni di Dio-Università di Cagliari. «Anche perché chi già lo sta facendo potrebbe pensare che le cure qui siano inadeguate. Al contrario la nostra isola è tra le regioni in cui questa malattia è affrontata al meglio. Mi occupo di pazienti con lupus dal 1968 e posso assicurare che le strutture all’avanguardia non mancano: ci sono centri a Cagliari e Sassari, più quelli territoriali di allergologia, immunologia clinica e reumatologia, che affrontano quotidianamente e con successo un elevato numero di casi».
Malattia autoimmune che si manifesta con molti volti, i pazienti colpiti dal lupus vengono aggrediti nel proprio sistema immunitario. «Lavoro presso strutture di Immunologia clinica da 42 anni», prosegue, «e da 12 anni ne dirigo una. Il lupus fa parte delle patologie di cui mi sono sempre occupato, essendo legato ad alterazioni del sistema immunitario. Nel complesso, non abbiamo niente da invidiare agli altri centri italiani, neanche i più prestigiosi, ma non c’è bisogno di nomi roboanti, come Ospedale del LES: la diagnostica e la terapia che servono, quel poco di ricerca scientifica che è necessaria ci sono già». E anche sulle liste d’attesa, il primario è chiaro: «Se necessario nei casi urgenti i tempi sono inferiori alle 24 ore, per gli altri casi qualche settimana, massimo qualche mese per i primi accertamenti non urgenti. Spero che questa guerra non dichiarata», conclude, «questa smania di dichiarare quanto la sanità sarda in questo settore sia insufficiente, abbia presto termine. In questo modo, si creano strumentalmente difficoltà alle persone che ne hanno meno bisogno: i pazienti».
FRANCESCO PINNA



 
LA NUOVA SARDEGNA 
 
4 - La Nuova Sardegna / Pagina 26 - Sassari
Concorsi all’Università
L’Università di Sassari assume due ricercatori con contratto a tempo determinato della durata di tre anni. I termini per la presntazione delle domande scadono il 20 gennaio. Gli interessati possono ritirare copia del bando presso l’Ufficio Concorsi, via e largo Macao 32 o prenderne visione nel sito internet www.uniss.it.
 
 
5 - La Nuova Sardegna / Pagina 1 - Gallura
Al ventenne Salvatore Cherveddu è andata una preziosa penna Mont Blanc 
Concorso della Luiss su John Lennon: vince la poesia di un universitario olbiese 
OLBIA. Uno studente olbiese, Salvatore Cherveddu di vent’anni, ha vinto il concorso letterario promosso dalla Mont Blanc fra gli universitari che frequentano la Luiss (Libera università internazionale degli studi sociali). Il concorso era intitolato: You may say that i’m a dreamer: il sogno di John Lennon oggi. Cherveddu ha vinto la sezione poesia con i versi intitolati «Frammenti di un sogno» che in parte ricalcano la canzone Imagine, la più celebre composta dall’artista di Liverpool, dopo lo scioglimento dei Beatles.
La giuria ha anche designato il vincitore della sezione racconto breve (Lettera ad amcin lontani, di Guido tonini). Ai vincitori è andato una penna Mont Blanc.
 
 
6 - La Nuova Sardegna / Pagina 31 - Altre
Parla Hassan Ben Bouzid, Fillea Cgil 
«Ci sono laureati in fila per un posto da operai nei cantieri» 
OLBIA. Hassan è un osservatore speciale della condizione dei lavoratori. Conosce a fondo la realtà delle fasce meno protette, gli stranieri, le braccia da lavoro nero, la carne da cantiere. Materia umana preferita dagli speculatori del mattone. Hassan Ben Bouzid è il segretario provinciale della Fillea Cgil. Il primo straniero alla guida di un settore del sindacato. Non ha paura di denunciare la situazione di estrema difficoltà che vive l’edilizia. «Siamo arrivati a un livello mai visto - dice -. Non solo il poco lavoro che si trova è tutto in nero, ma c’è un disperato bisogno di un impiego. Ho casi concreti di ingegneri che cercano lavoro in qualche cantiere edile. C’è una forte perdita di addetti del settore. Un crollo del 20 per cento degli occupati in pochi mesi. Solo nel 2010 oltre 4mila i posti di lavoro persi nel nostro territorio. Come sindacato ogni giorno viviamo in prima linea questa emergenza. Tra gente che perde il lavoro. Imprenditori che faticano a rimanere a galla anche con la cassa integrazione». Hassan mette l’accento su chi in questi mesi è scivolato nella soglia di povertà. «Sono tantissime le famiglie che mese dopo mese hanno visto la loro condizione economica peggiorare - dice Ben Bouzid -. Dal lavoro alla cassa integrazione, all’impiego in nero, alla disoccupazione. C’è una profonda contraddizione in questo territorio. Vediamo tantissime gru, ma non c’è lavoro. È tutto fumo. Non c’è sostanza. Il piano casa si è rivelato una bufala. L’edilizia popolare, che avrebbe potuto dare una boccata di ossigeno al mercato, è rimasta sulla carta. Ci sono 500 domande per un alloggio popolare. Si potrebbe dare lavoro a tante persone e una casa ad altre, ma la Regione rimane insensibile. E molte delle responsabilità per una situazione di tale collasso è sua. Capisco anche chi è costretto ad accettare di lavorare in nero pur di portare a casa qualche soldo. In questa situazione gli stranieri sono ancora più svantaggiati. Soli, spesso con meno tutela, sono pronti a tutto pur di non perdere una opportunità di lavoro. Le imprese per continuare a produrre tagliano per prima cosa sulla sicurezza. Come testimoniano i tanti incidenti sul lavoro. Dobbiamo insistere per portare avanti una cultura della sicurezza e della legalità». (l.roj)
 
 
QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa CRUI
Link: rassegna stampa MIUR
 

 

Questionnaire and social

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