Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
23 March 2011

 

Rassegna quotidiani locali
A cura dell’Ufficio stampa e web

 L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 25 - Edizione CA)
«Aziende miste, servono i direttori»
Lettera dei rettori Melis e Mastino al governatore Cappellacci
SANITÀ. I vertici delle università isolane contro la proroga dei commissari straordinari
 
Non serve più un commissario straordinario, semmai un direttore generale «in grado di adottare soluzioni adeguate ai gravi problemi che continuamente si prospettano».
I rettori delle università di Cagliari e Sassari, Giovanni Melis e Attilio Mastino, scrivono al presidente della giunta regionale Ugo Cappellacci e all’assessore alla Sanità Antonello Liori per annunciare il loro parere negativo sulla proroga degli attuali commissari delle due aziende ospedaliere universitarie della Sardegna.
«BILANCIO NEGATIVO» «Dopo un anno e alcuni mesi di commissariamento», scrivono Melis e Mastino, «le due aziende continuano a presentare gravi problemi operativi» e a pochi giorni dalla scadenza del 30 marzo «il bilancio conclusivo di questo lungo periodo non è buono».
I MOTIVI «Esistono ragioni pressanti di funzionalità, di efficienza e di economicità che consigliano la nomina di un direttore generale, abilitato ad attivare l’atto aziendale, la nomina di un nuovo organo di indirizzo, la stipula del nuovo protocollo d’intesa con la Regione e l’adozione di una serie di provvedimenti ormai urgenti e indifferibili».
I COMMISSARI Già alla fine del 2009 Melis aveva chiesto a Cappellacci una «concertazione reale» tra ateneo e Regione per la nomina della guida dell’Aou. E ora, insieme al collega sassarese Mastino, mette le mani avanti su una possibile proroga di Ennio Filigheddu (commissario a Cagliari) e Giovanni Cavalieri (commissario a Sassari): «Le comunichiamo pertanto che le due università non intendono esprimere il dovuto assenso previsto dalla legge» per la proroga dei due commissari «che personalmente stimiamo e ringraziamo per l’opera svolta, ma che sono stati fortemente limitati nella loro azione».
Non solo: il«no» si estende anche alla «nomina di altro commissario», ribadendo che non si tratta di una sfiducia a Filigheddu e Cavalieri ma di una reale preoccupazione sullo stato e la governabilità delle due aziende miste.
«NESSUNA RESPONSABILITÀ» Ma nella lettera inviata, scritta a quattro mani venerdì scorso, Melis e Masino declinano ogni responsabilità su eventuali problemi causati dai ritardi sulla nomina dei direttori generali e chiedono in tempi brevi di potersi pronunciare sulla scelta di chi guiderà le due aziende: «I sottoscritti comunicano che non si assumeranno responsabilità sulle inefficienze e i ritardi che dovessero verificarsi alla scadenza del periodo commissariale e sollecitano l’indicazione di una rosa di nomi sulla quale esprimersi per la nomina dei nuovi direttori generali». ( m.r. )
 
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 23 - Edizione CA)
Facoltà di Fisica, il dibattito
«Fukushima, colpa del reattore vecchio: ora non accadrebbe»
 
«Il primo reattore di Fukushima è stato costruito nel 1967: centrali come questa devono essere chiuse, ovunque. Eppure, anche in Europa, ce ne sono diverse attive». Sergio Serci, ordinario di fisica nucleare all’Università di Cagliari, lunedì ha spiegato ai suoi studenti e a molti curiosi ciò che è successo nella centrale giapponese. A conferma dell’interesse per l’argomento, il dibattito è stato spostato all’ultimo momento in un’aula più capiente della Cittadella universitaria di Monserrato. Una discussione tecnica e non politica, ha precisato Franco Meloni, direttore del Dipartimento di Fisica: «Il dibattito non ha lo scopo di discutere la politica energetica italiana, né l’opportunità di utilizzare l’energia nucleare». L’incontro, a cui ha partecipato anche Paolo Randaccio, docente di fisica applicata, è iniziato con un suggerimento: secondo i relatori, fra le tante fonti d’informazione su internet, solo due sono affidabili: i siti www.iaea.org e www.enea.it.
LA CENTRALE Il sisma giapponese è un evento più che prevedibile: «Il venti per cento di tutti i terremoti del pianeta avvengono lì, ne viene registrato uno ogni cinque minuti», ha spiegato Serci. Il problema sono stati i reattori, del tipo «ad acqua bollente», abbastanza vecchi: il primo costruito nel ’67, gli altri fra il ’75 e l’80, e alimentati con il “mox”, una miscela di uranio e plutonio. Quando si è verificato il sisma, tutti i reattori si sono spenti automaticamente, e nell’impianto è mancata la corrente elettrica, sostituita da generatori diesel. Ma anche se la fusione si interrompe, il calore continua a crescere: «Si concentrano vapore ad alta pressione, temperature elevate e idrogeno, altamente infiammabile», continua Serci. «Le condizioni ideali per un’esplosione».
L’INCIDENTE Proprio in quel momento è arrivata l’ondata dello tsunami - quasi otto metri - che ha superato il muro di protezione alto sei metri e ha spento i generatori. La temperatura è aumentata a livelli pericolosi, «come 70 mila stufe da un megawatt accese in pochi metri cubi», sottolinea Serci. «Si è cercato di raffreddare il reattore in ogni modo, con aerei e camion carichi di acqua di mare, perché la vicina diga era stata distrutta dallo tsunami». Poi le esplosioni. Troppo presto per sapere che tipo di contaminazione c’è stata, ma in una centrale di ultima generazione questo non sarebbe successo: «Ora è possibile recuperare il reattore anche se il nocciolo è fuso».
FRANCESCO FUGGETTA
 
3 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 45 - Edizione CA)
Notizie in breve
Architettura sacra
«L’architettura sacra: le chiese e i complessi religiosi», è l’incontro odierno a Cagliari con Donatella Mureddu della Soprintendenza Archeologica e Roberto Coroneo dell’Università di Cagliari. Alle 16, al Ghetto (via Santa Croce 18).

LA NUOVA SARDEGNA 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 15 - Sardegna
Sanità, lo stop dei rettori ai commissari
Melis e Mastino a Cappellacci: «Gravi problemi, subito manager con pieni poteri»
 
 CAGLIARI. Clamoroso «stop» dei rettori di Cagliari e Sassari al commissariamento delle aziende ospedaliere universitarie: Giovanni Melis e Attilio Mastino hanno scritto a Ugo Cappellacci denunciando «gravi problemi» e annunciando il rifiuto a firmare l’intesa per la proroga degli attuali commissari o per la nomina di nuovi.
 A fine dicembre, quando prorogò per tre mesi i commissari delle Asl (cambiandone due, quelli di Sassari e di Nuoro), delle aziende ospedaliere universitarie di Cagliari e di Sassari e dell’azienda ospedaliera Brotzu, la giunta Cappellacci assicurò che entro il 31 marzo sarebbe stata approvata la riforma sanitaria e che dal primo aprile ci sarebbero stati all’opera i nuovi direttori generali: manager che, per legge, hanno i pieni poteri gestionali all’interno dell’indirizzo indicato dalla Regione.
 Nonostante i diversi vertici politici riservati all’argomento, il centrodestra non è riuscito ancora ad approvare in commissione Sanità il testo della riforma sanitaria. E a questo punto sembra difficile - visto tra l’altro l’idea di andare a una proroga dei commissari - che il provvedimento possa essere approvato anche dall’aula del Consiglio regionale entro la fine del mese.
 La lettera che i rettori delle due università sarde hano scritto al presidente della giunta e all’assessore alla Sanità indica quanto sia grave la situazione del settore in Sardegna. «Dopo un anno e alcuni mesi di commissariamento - hanno scritto - le due Aziende ospedaliere universitarie di Cagliari e di Sassari continuano a presentare gravi problemi operativi, perché in assenza del direttore generale il commissario non è in grado di adottare soluzioni adeguate ai gravi problemi che continuamente si prospettano. A pochi giorni dalla scadenza del 30 marzo, il bilancio conclusivo non è buono». Melis e Mastino sostengono che «esistono ragioni pressanti di funzionalità, di efficienza e di economicità che consigliano la nomina del direttore generale, abilitato ad attivare l’Atto aziendale, la nomina del nuovo Organo di indirizzo, la stipula del nuovo protocollo d’intesa con la Regione e l’adozione di una serie di provvedimenti ormai urgenti e indifferibili». Pertanto i due rettori hanno comunicato che «le due Università non intendono esprimere il dovuto assenso previsto dalla legge regionale per la proroga degli attuali commissari, che personalmente stimiamo e ringraziamo per l’opera svolta, ma che sono stati fortemente limitati nella loro azione». Inoltre, i due rettori «non intendono garantire il necessario concerto, previsto dalla legge, per la nomina di altri commissari».
 Infine, Melis re Mastoni hanno scritto a Cappellacci e Liori che «non si assumeranno responsabilità sulle inefficienze e i ritardi che dovessero verificarsi alla scadenza del periodo commissariale e sollecitano l’indicazione di una rosa di nomi sulla quale esprimersi per la nomina dei nuovi direttori generali» delle rispettive Aziende ospedaliere universitarie.
 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Oristano
Scuola di specializzazione in beni archeologici
Suddivisa in cinque indirizzi. Previste almeno sessanta iscrizioni al primo anno accademico
Presentato al Chiostro del Carmine il nuovo corso di studi approvato dal Consiglio di Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Sassari
CLAUDIO ZOCCHEDDU
 
 ORISTANO. L’ateneo oristanese rilancia non una ma cinque volte. Nonostante le difficoltà che stanno attanagliando le università di tutta Italia a seguito dell’approvazione della legge numero 240, meglio nota come “Riforma Gelmini”, Oristano sarà la sede della nuova scuola di specializzazione in beni archeologici “Nesiotika - Insulae Maris Nostri ed Externi”. Il corso di studi sarà attivato dal prossimo anno accademico (2011/12) e potrà offrire cinque indirizzi di specializzazione.
 La notizia è arrivata nella serata di ieri, dopo che il Consiglio di Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Sassari, riunito al Chiostro del Carmine, ha approvato all’unanimità la proposta di attivazione del nuovo corso di studi. I cinque indirizzi che animeranno la scuola saranno Archeologica preistorica delle insulae maris Nostri et Externi, Archeologia classica, Archeologia classica delle insulae maris Nostri et Externi, Archeologia tardo-antica e medievale e Archeologia Orientale delle insulae maris Nostri et Externi.
 Una prima stima sul numero di studenti che potrebbero arrivare a Oristano per affrontare i tre anni di specializzazione l’ha offerta il rettore dell’Università di Sassari, Attilio Mastino: “Già dal primo anno accademico contiamo di poter ricevere almeno sessanta studenti che, si spera, potranno diventare centoventi entro pochi anni”. Per completare l’offerta formativa, che sarà integrata dall’Università di Sassari con l’attivazione di diversi servizi come l’accesso per gli studenti oristanesi al sistema bibliotecario della sede centrale, saranno intensificate le collaborazioni scientifiche e gli scambi culturali con le altre realtà universitarie che si affacciano sul Mediterraneo: «Abbiamo aderito al sistema denominato Reti», ha spiegato ieri il preside della facoltà di lettere e filosofia dell’Università di Sassari, Aldo Maria Morace, «che collega tra loro atenei italiani, spagnoli, corsi, greci, maltesi e cretesi oltre che le università delle maggiori isole atlantiche vicine alle coste europee. La nostra idea è quella di creare a Oristano un vero e proprio centro internazionale dedicato all’archeologia».
 Ovviamente, per dare vita a un polo culturale cosmopolita è necessario investire anche sulle infrastrutture: «Siamo assolutamente convinti che investire sulla cultura possa essere una buona idea anche per portare avanti lo sviluppo del territorio», ha spiegato sempre ieri Eugenio Aimerich, direttore generale del Consorzio Uno, «nonostante le difficoltà siano sempre dietro l’angolo, ad esempio i ritardi nei pagamenti della Regione relativi al saldo dell’annata 2009, stiamo riuscendo ad andare avanti e a proporre nuove idee. Il futuro prossimo potrebbe essere la creazione di una sorta di campus universitario dotato di alloggi e strutture sportive per i nostri studenti.
 In alcuni casi, però, le idee sono già realtà: «La collana di studi Tharros-Phoenix è arrivata alla pubblicazione del quinto volume anche grazie alla collaborazione e alle idee degli studenti del corso di archologia subacquea», ha annunciato Raimondo Zucca, archeologo e docente universitario. Insomma, Oristano potrebbe presto diventare un polo culturale di interesse internazionale dedicato all’archeologia. Le basi ci sono, per il resto non rimane che attendere.
 
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 26 - Sassari
IL LIBRO
Il sogno di un mondo senza cancro
 
 SASSARI. Domani alle 17 l’ematologo Franco Mandelli, presenterà nell’aula magna dell’Università il suo libro «Ho sognato un mondo senza cancro». I proventi della vendita del libro, edito da Sperling&Kupfer, saranno devoluti all’Ail (Associazione contro le leucemie) di cui Mandelli è presidente nazionale. Previsti interventi di Marilena Rimini-Fiori, presidente dell’Ail Sassari che organizza l’incontro; e di Maurizio Longinotti, direttore dell’istituto di Ematologia della Università. Il convegno sarà aperto dai saluti del rettore Attilio Mastino e del sindaco Gianfranco Ganau.
 
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 7 - Fatto del giorno
Mastino: «Bombardare, un atto grave»
Timori per il patrimonio culturale dell’Africa Romana
PASQUALE PORCU
 
 SASSARI. C’è un doppio legame che unisce alla Libia Attilio Mastino, rettore dell’università degli studi di Sassari. La sua lunga attività di studioso dell’Africa Romana e poi la parentela con l’artista sardo Melkiorre Melis che fu a lungo direttore della Scuola di Arti e Mestieri di Tripoli. Mastino teme che i bombardamenti possano danneggiare un patrimonio culturale unico e irripetibile.
 In Libia e in particolare a Leptis Magna Mastino è stato tante volte per motivi di studio e di ricerca. Anzi la sua tesi di laurea, il professor Mastino, l’ha fatta proprio su Leptis Magna la città fondata dai coloni fenici 1100 anni prima di Cristo, sottratta dai Romani ai Cartaginesi nel 146 a.C.. Leptis fu ricca e potente grazie al suo porto e ai commerci marittimi, raggiunse il suo massimo splendore con l’imperatore Settimio Severo (193 d.C.), che era nato proprio a Leptis, e che spese per abbellirla e farla rivaleggiare con Cartagine e Alessandria.
 La notizia dei bombardamenti contro le truppe del colonnello Gheddafi hanno vivamente impressionato il Rettore. «Trovo gravi i bombardamenti in Libia di questi giorni - dice Mastino- Anche perchè mi pare ci sia un accanimento ingiustificato da parte dei paesi che hanno avviato le operazioni di guerra contro il rais. E non nascondo di essere molto preoccupato per la popolazione civile e per le conseguenze che questa guerra potrà avere sui legami che abbiamo stabilito con i libici nei tanti anni di collaborazione e di studio».
 Oltre ai rapporti tra le università italiane e i paesi del Maghreb (tra le quali Sassari occupa una posizione importante) Mastino cita anche il coinvolgimento degli istituti del Consiglio Nazionale delle Ricerche. «Ma gli interessi verso i Paesi del Nord Africa - dice - emergono dal numero consistente di corsi universitari dedicati alla storia antica, all’epigrafia e all’archeologia del Nord Africa anche a Sassari e Cagliari». A questi si aggiungano le occasioni di confronto a livello internazionale, la discussione su riviste specializzate, come i «Quaderni di archeologia della Libia», i congressi e i seminari.
 Una parte importante di quegli studi è espressa dai convegni dedicati a «L’Africa Romana» promossi dal Centro di studi interdisciplinari sulle province romane dell’università di Sassari, coordinati dallo stesso Mastino e arrivati alla diciannovesima edizione.
 In questo momento sono a rischio siti di eccezionale pregio quali Leptis Magna e Sabratha, prima insediamenti fenici poi grandiose città dell’impero romano, che si trovano rispettivamente ad Est e a Ovest di Tripoli, ricordate dall’Unesco nella Lista del Patrimonio dell’Umanità. L’oasi di Ghadames, la porta del deserto, la più nota delle antiche città carovaniere, ugualmente protetta dall’Unesco. Ma anche i villaggi berberi e la capitale, Tripoli, con le rovine del passato romano che si intersecano con le moschee della dominazione araba.
 Anche se il regime di Gheddafi non ha mai incentivato il turismo, dal mare al deserto la Libia racchiude nel suo territorio un patrimonio di tesori archeologici e naturalistici che i bombardamenti della coalizione occidentale potrebbero mettere in pericolo.
«In questi giorni non abbiamo sentito i nostri amici e colleghi libici- dice Mastino- Ma tra qualche settimana era in programma un viaggio di studio degli archeologi di Sassari e non so se si potrà realizzare». Attualmente sono in corso scavi a Tripoli, Sabratha, Leptis Magna, Cirene, Apollonia e Bou Ndjem.
 
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 7 - Fatto del giorno
ATENEO TURRITANO
Quella laurea mancata al Colonnello
 
 Era la primavera del 2009 e a qualcuno era venuto in mente di attribuire una laurea honoris causa a Muhammar Gheddafi che di lì a poco era atteso al G8. Il consiglio di facoltà di Giurisprudenza approvò la proposta all’unanimità. Apriti cielo! Striscioni, polemiche politiche da parte di esponenti della Destra di Storace, dell’Idv, dei radicali, del Pdl, di privati cittadini, centinaia di firme di doce4nti universitari convinsero il preside di quella facoltà, Giovanni Lobrano, a recedere dal progetto. Un autorevole parere contro quella idea la espresse in modo autorevole Attilio Mastino, candidato rettore e docente di Storia romana nell’ateneo sassarese, con una lettera a Lobrano che venne ripresa dalla stampa nazionale.
 
9 – La Nuova Sardegna
Pagina 11 - Cagliari
Un incontro di Laore sulla peronospora
Dorgali, tutti gli strumenti per difendere la vite dalla grave malattia
 
 DORGALI. Organizzata da Laore domani alle 17,30 nella sala convegni della Cantina sociale si terrà un incontro rivolto agli operatori del settore sul tema “Peronospora della vite: importanza del corretto impiego dei prodotti per la difesa”.
 Nel corso dell’incontro esperti dell’agenzia e del dipartimento di protezione delle piante dell’Università degli studi di Sassari, illustreranno in particolare il corretto impiego dei principi attivi e delle macchine irroratrici da utilizzare per la lotta e la prevenzione della patologia. Interventi tecnici previsti: «La peronospora della vite: strategie di difesa e corretto impiego dei principi attivi» a cura di Salvatorica Serra del Dipartimento di protezione delle piante Università di Sassari e «Criteri di scelta e corretto impiego delle macchine irroratrici» a cura di Renzo Peretto dell’agenzia Laore. «La peronospora della vite, causata da Plasmopara viticola, è ritenuta in molte regioni la più grave malattia di questa coltura a causa degli ingenti danni che può causare in condizioni ambientali favorevoli - spiegano i tecnici -. In Sardegna la peronospora è da sempre considerata una malattia secondaria, ma i cambiamenti climatici degli ultimi anni hanno determinato condizioni favorevoli al suo sviluppo che, non adeguatamente contenuto, ha determinato danni di rilievo in molti areali viticoli dell’isola. In queste condizioni per difendersi è necessario impostare una specifica e razionale strategia di difesa». (n.mugg.)

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