Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
15 June 2011

 

Rassegna quotidiani locali
A cura dell’Ufficio stampa

 L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Provincia di Cagliari (Pagina 23 - Edizione CA)
Docenti, la cattedra è un sogno
Poche speranze anche per le donne con due lauree
Per l'Istat il 62 per cento delle insegnanti in provincia rinuncia alla ricerca del lavoro
 
Hanno una, anche due lauree, per lo più sono donne, ma soprattutto disoccupate. Nel migliore dei casi precarie. Al lavoro però, le docenti della provincia di Cagliari che hanno o stanno per conseguire la laurea in Scienze della Formazione Primaria, non hanno rinunciato. Non ancora almeno. Nonostante la tendenza generale, a dirlo sono i dati Istat. «Circa il sessantadue per cento della popolazione femminile», spiega Nicola Marongiu, segretario della camera del lavoro Cgil, «dopo i trentacinque anni rinuncia alla ricerca del lavoro: per una donna trovare un secondo lavoro è quasi impossibile». La tendenza a interrompere la ricerca è alta anche per gli uomini: il quarantadue per cento circa. Un dato allarmante: la popolazione invecchia nell'età e nello spirito.
SACRIFICI Non tutti. Ci sono donne e uomini che sono disposti a fare grandi sacrifici pur di vedere realizzati i loro diritti: al lavoro e alla stabilità. Hanno conseguito la laurea (per tanti è la seconda) in Scienze della formazione Primaria, corso di studi quadriennale e abilitante per la scuola dell'infanzia e la primaria, che fino a qualche anno fa, consentiva a tutti l'inserimento nelle graduatorie a esaurimento. Il decreto Gelmini (il 44) ha cambiato le regole del gioco di punto in bianco, stabilendo la non inclusione in Gae per gli immatricolati dopo il 2007.
SPERANZE «A breve mi laureo, forse per niente», dice Gloria Scalas, 34 anni di Assemini e una laurea in Lettere moderne. «Senza l'inserimento in graduatoria, abbiamo poche speranze. Perché non chiudono il corso di laurea se, come dicono, non ci sono posti per i docenti?». Un provvedimento che crea discriminazioni tra i docenti stessi: quelli che si sono immatricolati prima del 2007, che potrebbero laurearsi dopo i colleghi del 2008, ma che potranno essere inseriti, e gli altri invece, destinati a restare fuori. «Ho una laurea in Lettere moderne, e sono iscritto al II anno di Scienze della Formazione Primaria», dice Giovanni Marras, 39 anni di Decimo. «Circa ventimila aspiranti docenti abilitati e abilitandi in Italia, stanno vivendo con profonda frustrazione questi ultimi giorni che precedono l'approvazione di un provvedimento legislativo che li vuole escludere dal mondo del lavoro. Il Governo, anziché eliminare gli impedimenti alla realizzazione lavorativa dei suoi cittadini, sta creando nuovi disoccupati, spesso con figli a carico e mutui da pagare. Nonostante tutto, ho ancora speranza di diventare maestro».
L'ANIEF Dall'Anief, associazione professionale sindacale, dicono che il Miur continua a rilasciare titoli abilitanti tramite l'Università ma non spendibili nel campo dell'istruzione, nonostante sia l'ente stesso a decidere per entrambi i settori, formazione e lavoro. Poi sottolineano che non è stata considerata la legge (124 del 99) del reclutamento scolastico che stabilisce l'immissione in graduatoria, per tutti gli abilitati. «Stiamo facendo pressione perché il decreto sia emendato, la seconda via sono i ricorsi».
Dalla Cgil affermano che la gestione del reclutamento sta diventando sempre più caotica, con modifiche ingiustificabili e anche anticostituzionali. «Sospettiamo che il ministro Gelmini punti al reclutamento per chiamata diretta del preside. Se le cose non cambieranno, la seconda strada da battere saranno i ricorsi».
Cristiana Sarritzu
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
Intesa tra Ersu e Rotary
Servizi sanitari e consulenze per gli studenti
 
Una nuova biblioteca, incontri per l'orientamento professionale e consulenze sanitarie: il Rotary Club Cagliari Nord ha deciso di sostenere gli studenti universitari. Ieri mattina la firma dell'accordo, fra la presidente dell'Ersu Daniela Noli e la presidente del Club Myriam Quaquero. Tutti i nuovi servizi - gratuiti - saranno disponibili dall'autunno nella sede Ersu di corso Vittorio Emanuele 68.
GLI STUDENTI «Questa è la casa degli studenti, non una sede di rappresentanza», ha chiarito Daniela Noli. Una scelta in linea con la sua decisione di aprire agli studenti gli ultimi quattro piani del palazzo dell'Ente, «prima vergognosamente chiusi». Proprio al settimo piano nascerà la nuova biblioteca: «Uno spazio particolarmente utile per i pendolari», ha sottolineato la presidente dell'Ersu nel corso della conferenza, a cui ha partecipato anche il consigliere d'amministrazione Alessio Mereu. Soprattutto ai fuorisede, lontani dai propri medici di base, potrà servire la seconda iniziativa: l'offerta, da parte dei medici rotariani, di consulenze specialistiche in odontoiatria, pneumologia, radiologia e ginecologia.
SERVIZI GRATUITI Opportunità che non avranno alcun costo per l'Ersu, né per gli studenti: penserà a tutto il Rotary Club Cagliari Nord. «Le linee guida del nostro Club, nato nel 1977, sono professione, cultura e sostegno solidale», ha spiegato la presidente Myriam Quaquero. «Oggi i giovani hanno necessità di trovare la strada giusta nel minor tempo possibile: per loro abbiamo pensato a degli incontri informativi su varie figure professionali». Gli studenti potranno approfondire fra ottobre e maggio le figure dell'agronomo, dell'assicuratore, dell'avvocato, del commerciante, dell'editore, dell'esperto di musica elettronica, dell'etnomusicologo, del fotografo, del giornalista, del mediatore culturale, del notaio, dell'operatore sociale, del percussionista e dello psicologo. Professioni a cui potrà aggiungersi quella dell'agente di polizia, come ha suggerito l'ex questore di Sassari Vincenzo Carrozza, prossimo presidente del Rotary Club Cagliari Nord. (fr. fu.)
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Primo Piano (Pagina 2 - Edizione CA)
La maggioranza tiene sul “collegato”
Test positivo per il centrodestra al ritorno in Consiglio dopo la tempesta degli ultimi giorni
 
La colla scelta negli ultimi giorni da Cappellacci per ora tiene e la maggioranza supera senza intoppi il ritorno in Aula per il collegato alla finanziaria. Alla seduta partecipano il governatore e buona parte della Giunta. Fila liscia l'incognita del voto segreto e il centrodestra riesce a respingere le bordate dell'opposizione. Il test è positivo dopo la tempesta che ha fatto ballare il governo regionale, ma resta da valutare la tenuta alla distanza, con nuovi approfondimenti nei prossimi passaggi in Consiglio.
SEI MILIONI ALLE UNIVERSITÀ In mattinata arriva il via libera per l'articolo omnibus che fissa contributi un po' in tutte le direzioni. La maggioranza porta a casa il risultato, nonostante molti distinguo che partono dai banchi dell'Udc, dei Riformatori e del Psd'Az. A vuoto i tentativi dell'opposizione di aprire varchi nella coalizione di centrodestra, con diversi emendamenti soppressivi dei quindici commi dell'articolo 15 quater del collegato. Via libera ai 6 milioni che finanzieranno la legge regionale sulle università sarde. C'è anche il sì di Pd, Idv e Sel-Comunisti-Indipendentistas, che puntano il mirino contro i «tagli statali».
GLI ALTRI STANZIAMENTI Stanziati due milioni a favore dell'Ersu, mentre due milioni andranno ai comuni per l'inserimento di minori soggetti a provvedimenti dell'autorità giudiziaria. Centomila euro serviranno per la sperimentazione dell'insegnamento della lingua sarda nelle scuole e 500 mila euro sono stati riservati ai Comuni che fronteggiano l'emergenza immigrazione dal Nord Africa.
OPPOSIZIONE ALL'ATTACCO Il centrosinistra non fa mancare le critiche all'azione generale del centrodestra. Per Luciano Uras (Sel), «la Sardegna ha bisogno di un rigore nuovo che questa maggioranza e questa giunta non potranno garantire», mentre Francesca Barracciu si sofferma sull'«inconsistenza» del collegato, ribadendo la richiesta di dimissioni per Cappellacci.
 

LA NUOVA SARDEGNA
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 17 - Fatto del giorno
 
IL RAPPORTO CRENOS-ECONOMIA
E’ la forza lavoro femminile nell’isola a fare la differenza
Rinaldo Brau
 
Il 18º Rapporto Crenos-Economia della Sardegna ha descritto un quadro economico drammatico che ai pesanti deficit strutturali affianca un incremento congiunturale del numero di disoccupati, cresciuti del 46% in 3 anni. Tuttavia, mentre il tasso di disoccupazione raggiungeva nel 2010 il 14,1%, il numero di occupati è rimasto costante e il tasso di attività è risalito al 59,5%, 9 punti in più del Mezzogiorno ed a meno di 3 punti dalla media nazionale, allontanando lo spauracchio di una «ri-meridionalizzazione» della struttura dell’ economia sarda. Certo i posti di lavoro creati sono nei servizi, «meno pregiati» di quelli persi nell’industria e nelle costruzioni, ma la differenziazione rispetto all’andamento nazionale e del Mezzogiorno è innegabile.
 Negli ultimi 3 anni l’economia sarda si è contraddistinta anche per la variabilità e l’asimmetria con cui si sono distribuiti gli effetti della crisi economica. Saltano all’occhio ad esempio le oscillazioni stagionali del tasso di disoccupazione. A fronte di un tasso medio del 14% nel 2010, si scende in media sotto il 13% nel 2º e nel 3º trimestre, e si sale sopra al 15% nel 1º e nel 4º trimestre. Non solo, dal 2008 i tassi nei mesi invernali sono cresciuti molto di più che nei mesi centrali.
 Come mai questa variabilità in Sardegna è molto maggiore che nel resto del Paese? La spiegazione più verosimile è legata all’impatto stagionale del turismo. Infatti nella nostra Isola le presenze totali, grazie soprattutto ai flussi internazionali, hanno risentito solo in minima parte degli sconvolgimenti dell’economia mondiale nel periodo 2008-2010. Senza la crescente importanza del settore turistico gli effetti della recessione sarebbero stati più forti. E’ vero che l’occupazione creata dal turismo è in parte di bassa qualità, che il suo venir meno nei mesi invernali provoca un picco nei tassi di disoccupazione, ma essa contribuisce a mantenere attive un buon numero di persone che altrimenti abbandonerebbero il mercato del lavoro. Il campione di questo fenomeno è rappresentato dalla provincia di Olbia-Tempio: il tasso di disoccupazione medio è superiore alla media regionale, ma la percentuale di popolazione attiva è superiore alla media italiana e simile a quella delle aree più ricche del Paese.
 La seconda peculiarità dell’economia sarda negli anni della crisi è rappresentata dalla dinamicità della forza lavoro femminile. Se la Sardegna può ancora dire di essere un gradino sopra il Mezzogiorno, lo deve alla dinamica dell’occupazione femminile, che ha compensato il «profondo rosso» di quella maschile. Differenziandosi nettamente rispetto al resto del Paese, in Sardegna nel 2010 è aumentato il numero di donne occupate ed è diminuito il numero di quelle disoccupate. I dati sono ancora più eclatanti se si guarda non all’occupazione ma alla «occupabilità». Negli ultimi due anni, la differenza di genere nei tassi di disoccupazione giovanile di lunga durata si è ribaltata: il tasso di disoccupazione maschile di lungo periodo tra i 15-24 anni tra il 2008 e il 2010 passa dal 10 al 17%, il tasso femminile in pratica si dimezza, raggiungendo l’11% e facendo meglio della media nazionale.
 Alcuni dati suggeriscono un’interpretazione che spiega sia l’exploit delle giovani lavoratrici sarde nell’adattarsi al cambiamento innescato dalla crisi economica che la performance molto negativa dei giovani maschi. Mentre il Rapporto Crenos andava in stampa segnalando l’incapacità della Sardegna di portare i tassi di dispersione scolastica al di sotto del valore medio del 23% raggiunto nel 2007, l’Istat diffondeva il dato del 2010 scomposto per sesso: se circa il 15% delle ragazze sarde risulta aver abbandonato prematuramente gli studi la percentuale maschile si attesta invece sul 32%, il peggior dato a livello nazionale. Le macroscopiche differenze nei risultati occupazionali di questi due anni ci dicono che l’attuale struttura del sistema economico sardo non può più permettersi un tale enorme spreco di potenzialità e che è urgente proporre delle politiche credibili che affrontino questo problema in maniera specifica.
 
LA NUOVA SARDEGNA
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 4 - Sardegna
Crisi? No, si «dimettono» i franchi tiratori
Cappellacci: «Primarie nel Pdl». Idv: «Non utilizziamo i referendum contro la giunta»
Fondi alle università, nuove polemiche sui «tagli» ai disabili
 
CAGLIARI. Crisi alla Regione? No. Per il momento si sono arresi i franchi tiratori, Ugo Cappellacci ha così tirato un sospiro di sollievo. Ieri il centrodestra è stato compatto sul disegno di legge collegato alla Finanziaria, ma il dibattito post referendum si è comunque acceso. Il presidente ha detto «sì» alle primarie nel Pdl e l’Idv ha detto «no» alla richiesta di dimissioni della giunta.
 La settimana scorsa la giunta Cappellacci è andata sotto sei volte di fila a causa dei franchi tiratori nella maggioranza. Su richiesta del Pdl le votazioni erano state sospese e sono riprese ieri. Nel frattempo il governatore, minacciando le dimissioni e quindi le elezioni anticipate, aveva presieduto sabato un vertice dei partiti del centrodestra e lunedì una riunione dei consiglieri del Pdl. Tutti si erano impegnati a fare quadrato e ieri la verifica sul campo è stata positiva per il presidente, che però è stato contestato dalle opposizioni.
 Numerose le votazioni. Il centrosinistra aveva chiesto la soppressione di un stanziamento ulteriore di due milioni al Sisar, il sistema informatico del servizio sanitario, ma la maggioranza ha retto, anche se si sono astenuti il capogruppo dell’Udc, Giulio Steri, e il presidente della commissione Bilancio, Paolo Maninchedda (Psd’Az). Nel voto sui 6 milioni alle università c’è stata l’unanimità: l’aiuto era stato chiesto dai rettori. Alghero avrà un finanziamento di 250 mila euro per l’evento mondiale «Sardegna Marathon 2011», nonostante i rilievi mossi dagli algheresi Carlo Sechi (Sel) Mario Bruno (Pd). Sempre su Alghero voto unanime, invece, per autorizzare la vendita dell’immobile dell’ex hotel Esit, con vincolo di destinazione d’uso alberghiero. Il ricavato verrà utilizzato per la costruzione del nuovo istituto alberghiero. E’ passato anche lo stanziamento di 3,8 milioni per il riuso turistico delle borgate marine di Fertilia e San Giovanni di Sinis. Polemiche infine su un taglio dei fondi della legge per l’assistenza ai disabili: contrasti sono emersi anche nella maggioranza.
 Durante gli interventi il dibattito si è concentrato anche sui risultati dei referendum. La vice segretaria del Pd, Francesca Barracciu, ha chiesto le dimissioni della giunta Cappellacci sottolineando che la maggioranza di centrodestra, considerando anche le elezioni comunali, si è preaticamente disciolta anche a livello regionale.
 Contro le dimissioni di Cappellacci, così come ha fatto Di Pietro nei confronti di Berlusconi, si è schierato il segretario dell’Idv, Federico Palomba, secondo il quale «i referendum non vanno utilizzati a fini strumentali». «Non abbiamo bisogno dei referendum, che tra l’altro sono stati votati anche da elettori del centrodestra - ha detto Palomba - per sostenere che il berlusconismo è finito. Continuiamo a fare opposizione di merito e impegnamoci a costruire una solida alternativa».
 Intervistato da Radio 24 a proposito della crisi del Pdl, Ugo Cappellacci si è detto «d’accordo con il pensiero di Formigoni, bisogna cambiare e stringere ulteriormente per una svolta decisiva. I nostri elettori sono arrabbiati, chiedono al governo segni tangibili, vogliono meno carico fiscale». Il governatore sardo si è detto «favorevole alle primarie nel Pdl». (f. per.)
 
LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 3 - Cagliari
Ersu e Rotary siglano un patto per nuovi servizi ai fuorisede
Previste anche consulenze sanitarie gratuite
PIERLUIGI CARTA
 
CAGLIARI. Ieri mattina nella sede Ersu, il presidente dell’ente, Daniela Noli, ed il presidente del Rotary club Cagliari nord, Myriam Quaquero, hanno firmato un protocollo d’intesa per fornire nuovi servizi agli studenti universitari.
 Nonostante il periodo di penuria economica in cui versano le strutture universitarie, da settembre sarà possibile far partire un ciclo di incontri informativi sulle figure professionali a disposizione del Rotary club, per offrire un’impronta di orientamento professionale agli studenti; inoltre alcuni medici appartenenti al club si renderanno disponibili per delle consulenze sanitarie gratuite a beneficio degli studenti. Sempre da settembre, nel 2º piano della sede Ersu, verrà predisposta una biblioteca che servirà da sala studio e da spazio ricreativo. La sala, pensata principalmente per i fuori sede, servirà a tamponare l’inadeguatezza degli spazi pubblici di socializzazione.
 Daniela Noli ha aperto la conferenza riprendendo il discorso iniziato l’anno scorso all’interno dell’ente per il diritto allo studio, che verteva sulla promozione di tutte quelle associazioni che si occupano degli studenti. Quasi la totalità di essi non ha mai avuto relazioni con l’ente, il quale è infatti conosciuto solo dai beneficiari della borsa di studio e della casa dello studente; mentre si è fatto ben poco per agevolare le condizioni degli altri 34mila. Un esempio indicativo riguarda la sede in Corso Vittorio Emanuele, considerata, dai pochi studenti che la conoscono, come un edificio di rappresentanza e nulla più. Gli ultimi tre piani dello stabile sono rimasti chiusi dal giorno dell’acquisto, «Un vero peccato, - afferma la Noli - ed è proprio in quegli uffici che vorremmo tenere le consulenze mediche e gli incontri coi professionisti». Il calendario definitivo sarà pronto da settembre, e gli studenti potranno attingere da una lista di professioni che in questo momento, rappresentano le maggiori opportunità di inserimento lavorativo. «Il servizio di consulenze mediche specialistiche è stato pensato per dare un sostegno reale agli studenti - afferma Myriam Quaquero - secondo le possibilità dei nostri soci». Per quanto riguarda il servizio di medicina di base, tanto utile quanto atteso dai fuori sede, il presidente Noli non si sbilancia, lasciando intendere che le trattative sono ancora in corso.
 
LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 17 - Fatto del giorno
ITALIA AL SETTIMO POSTO
Industria debole perché non investe sul valore delle sue risorse umane
Siamo stati superati da India e Corea del sud nonostante l’eccellenza dei nostri prodotti legati al manifatturiero
 
Il primo decennio degli anni 2000 ha rappresentato la premessa di quella che è una vera e propria «svolta storica», per l’industria italiana come per quella mondiale, ha sottolineato il II rapporto sugli scenari industriali presentato nei giorni scorsi da Confindustria. Non è solo che la globalizzazione ha favorito la nascita ed il rafforzamento di nuovi protagonisti, dalla Cina al Brasile, ma la domanda di questi nuovi soggetti, per loro stessi e per i beni che esportano verso di noi, ha sconvolto il mercato delle materie prime accrescendo le difficoltà di reperimento e, con le marcate fluttuazioni incentivate dalla speculazione finanziaria, hanno reso ancor più rischiose le attività aziendali. Nel complesso le conseguenze per l’Italia sono pesanti. Nel 2000 eravamo il quinto Paese industriale, nel 2010 siamo scesi al settimo posto: India e Corea del Sud ci hanno superato, mentre il Brasile c’è alle calcagna. Ed invece l’industria, quella manifatturiera in particolare, resta l’asse portante della nostra economia. Non solo circa un terzo del valore aggiunto nazionale dipende da lei ed un suo ripiegarsi implicherebbe una riduzione del reddito complessivo, ma contribuisce per quasi il 70% delle nostre esportazioni, indispensabili per pagare i beni che dobbiamo importare. Se la nostra ripresa dopo la crisi è a passo di lumaca, in buona parte dipende proprio dalla circostanza che la produzione industriale nel 2010 era ancora del 17,5% inferiore al picco precedente crisi e l’avvio del 2011 non pare molto incoraggiante.
 Non tutto, per altro, va male. Confindustria ha raccolto un gruppo di alcune centinaia di imprese che crescono e, senza essere la maggioranza non sono marginali, per comprendere quali siano state le politiche aziendali che hanno consentito loro di espandersi pur in presenza di una situazione difficile. Ne emergono aspetti di grande interesse. In particolare i fattori principali che hanno consentito lo sviluppo sono più di natura immateriale che fisica. Si va dalle conoscenze tecnologiche a quelle di mercato, ma soprattutto si tratta di conoscenze in continuo divenire che non possono essere considerate acquisite una volta per tutte. Il mondo è in continua mutazione. Di qui l’importanza del capitale umano. Non è privo di significato che le imprese di successo abbiano il 18% del personale laureato ed un ulteriore 43% provvisto di diploma. C’è, inoltre, un aspetto nuovo nell’utilizzo del patrimonio di conoscenze acquisito: possono essere utilizzate in ambiti diversi da quelli dello specifico settore merceologico nel quale l’azienda operava. Tipico, ma sicuramente non unico, il caso della Carraro che ha saputo impiegare il know-how che veniva dagli ingranaggi per macchine agricole per costruire pale eoliche. Da un punto di vista strutturale queste imprese di successo non hanno caratteristiche radicalmente diverse da quelle che, invece, faticano molto ad andare avanti ed è addirittura dubbio se ce la faranno. Fanno parte anche loro di quelle società familiari (nell’82% dei casi studiati l’amministratore delegato è un componente della famiglia) che il Governatore Draghi nella sua ultima relazione considerava una delle ragioni della scarsa propensione alla ricerca ed alla presenza sui mercati lontani. Il problema, quindi, è quello dei valori con cui si svolge l’attività imprenditoriale. Come diffondere quelli positivi? Lo studio della Confindustria afferma che «le imprese aiutano le imprese, con l’esempio». Purtroppo non basta per determinare quella svolta che sarebbe necessaria. Occorrerebbero una classe politica virtuosa ed uno Stato che incentivi la crescita. Ma forse si sconfina nell’utopia.
 
LA NUOVA SARDEGNA
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 12 - Cagliari
Non ci sarà ripescaggio, per il Cus Cagliari un’altra stagione in A2
La società precisa: «Vogliamo conquistare il titolo sul campo»
MARIA GRAZIA PAIS
 
CAGLIARI. Ora è ufficiale, il Cus Cagliari disputerà anche la prossima stagione nella serie A2 femminile di basket. All’indomani della sconfitta di Alcamo si era parlato a lungo di un possibile ripescaggio, facendo leva sulle difficoltà economiche in cui versano numerose società della massima serie.
 Il fatto stesso che il sodalizio di Sa Duchessa avesse concluso velocemente i contratti delle giocatrici più forti, lasciava presagire che nell’aria ci fosse qualcosa, invece la società stessa, nella persona del dirigente Marcello Vasapollo, ha comunicato la decisione di non presentare la domanda di ripescaggio confermando quello che è sempre stato l’intento del sodalizio universitario, cioè fare sport e quindi conquistare gli eventuali titoli sul campo. «Il Cus è convinto che la squadra meritasse a pieno titolo il salto di categoria - conferma Marcello Vasapollo - ma la presenza di una sola promozione e la finale giocata al meglio delle due e non delle tre gare ci hanno sicuramente penalizzato. D’ altro canto queste regole erano note sin dall’inizio del torneo e quindi, sportivamente, vanno assolutamente rispettate». Rinunciare alla serie A1 non significa comunque ridimensionare le proprie ambizioni, infatti il Cus precisa che continuerà a puntare in alto perché stagioni vincenti come quella appena trascorsa creano tanto entusiasmo soprattutto nel settore giovanile, vero punto di forza delle universitarie che possono contare su un vivaio molto attivo. «Quest’anno più abbiamo volte riempito il Palakus - chiude Vasapollo - e alimentato l’interesse dei media, creando tanto entusiasmo nell’ambiente. Molte bambine si sono avvicinate al basket per cui siamo sicuri che prima o poi qualcuna di loro riuscirà a ripetere le gesta di giocatrici che in passato hanno fatto grande la pallacanestro isolana, come Addari, Lenzu o Scameroni o in tempi più recenti Carta e Brunetti». Una scelta dolorosa, ma necessaria per continuare a crescere senza fretta, ma avendo delle basi solide per potere un domani entrare in A1 dalla porta principale.
 
LA NUOVA SARDEGNA
9 – La Nuova Sardegna
Pagina 22 - Sassari
Il tempo e il ritratto: convegno all’Università
 
SASSARI. Una riflessione sul ritratto e il suo rapporto con il tempo. È il tema del convegno internazionale in due giornate Tempo e ritratto. La memoria e l’immagine dal Rinascimento a oggi, organizzato dal dipartimento di Scienze dei linguaggi della facoltà di Lingue dell’Università di Sassari. L’incontro è articolato in due giornate, in programma domani e dopodomani nell’aula magna e nell’aula Eleonora d’Arborea, in piazza Università. Studiosi italiani ed europei si confronteranno sul genere del ritratto: la sua evoluzione dal Rinascimento a oggi e le sue declinazioni nelle arti visive, nel cinema e in letteratura. Il convegno sarà inaugurato domani alle 15 nell’aula magna dell’Università.

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