Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
29 December 2010
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  
  
L’UNIONE SARDA
01 - Monteponi, fondi regionali per salvare Scienza dei materiali
02 - Bilancio di fine mandato per Floris, che punta al Senato
03 - L’Arst vuole collegare il policlinico universitario alla stazione
04 - Premio Aicun per tesi su marketing negli atenei
05 - Silanus, borse di studio
 
LA NUOVA SARDEGNA
06 - Sindaco di Cagliari, conferenza stampa di fine anno
07 - La contestatissima riforma resta legata alla firma di Napolitano 
08 - Is Mirrioni, ricercatore contro professore
09 - La generazione al potere ruba il futuro ai propri figli
10 - Giorgio Lenzotti: «A Sassari azienda unica per la sanità» 
11 - Sassari, stasera all’università concerto di fine anno
12 - Nuoro, preparazione per l’ammissione ai corsi di laurea scientifici
13 - Rabbia e livore contro studenti e precari che rivendicano un futuro
   

   
L’UNIONE SARDA
 
1 - L’Unione Sarda / Iglesias Pagina 2025
Per salvare il Corso in Scienza dei materiali occorrerebbero un milione e mezzo di euro
UNIVERSITÀ, MEZZO MILIONE PER SPERARE
Fondi regionali per Monteponi. Pili: «Bene ma non basta»
Dalla Regione arrivano 480 mila euro per la sede universitaria di Monteponi. Non bastano a far quadrare i conti ma sono un segnale.
Troppo pochi per dire che l’Università è salva ma abbastanza per ricominciare a sperare. La Regione stanzia 480 mila euro in favore di Monteponi, quasi 100 mila in più rispetto ai 399 degli ultimi anni, ma ancora molto lontani dagli oltre 700 mila del 2003 e quindi ben al di sotto del milione e mezzo rivendicato di recente dal Comitato costituito a sostegno dei corsi universitari. Un organismo presieduto dall’ex sindaco Paolo Collu e di cui fa parte, tra gli altri, il deputato Mauro Pili.
PILI Proprio il parlamentare del Pdl, meno di un mese fa, ha presentato in Parlamento un ordine del giorno sull’Università di Monteponi, evidenziando la necessità di promuovere, definire e sostenere, nell’ambito di appositi accordi con la Regione e l’Università di Cagliari, tutte le iniziative utili al perseguimento degli obiettivi fondamentali del progetto universitario nel villaggio minerario. «Lo stanziamento di 480 mila euro da parte della Regione può essere considerato un primo passo importante - commenta Pili - un segnale di interessamento che si contrappone ai disegni della precedente Giunta regionale il cui intento era quello di cancellare questa importante esperienza». Ma ancora non basta. «Questo interessamento - insiste il parlamentare - deve essere supportato da altre azioni. Monteponi deve diventare un polo strategico d’eccellenza, qualificarsi dal punto di vista della ricerca applicata e dalle altre attività collaterali, in particolare quelle legate alla Scienza dei materiali. Dobbiamo essere tutti convinti della necessità di potenziamento e per questo bisogna unire le forze: Consorzio Ausi, Senato accademico, Comuni e rappresentanti di tutte le istituzioni devono lavorare insieme per costruire il futuro di Monteponi».
FRONGIA Comunque sia, 480 mila euro sono assai lontani dal finanziamento sollecitato dai rappresentanti del Comitato tre settimane fa. «Certamente non può essere considerato un intervento risolutivo», ammette anche Roberto Frongia: «È un atto apprezzabile ma ci aspettiamo ancora interventi non soltanto volti ad affrontare l’emergenza bensì in grado di porre le basi per quell’ambizioso progetto legato a formazione, ricerca e sviluppo». L’obiettivo non è, dunque, solo quello di rilanciare Scienza dei materiali, il corso di studi arrivato al terzo e ultimo anno, dopo il trasferimento nella cittadella universitaria di Monserrato. Per Frongia è indispensabile puntare l’attenzione anche sul settore turistico, realizzando «una filiera formativa costituita da un diploma universitario in Tecnologia e gestione di piccole e medie organizzazioni del turismo, una laurea in Scienze e tecniche di gestione turistiche e un diploma di specializzazione post laurea in Economia dell’integrazione fra risorse culturali, naturali e turismo».
CINZIA SIMBULA


2 - L’Unione Sarda / Cagliari e Provincia - Pagina 19
Il primo cittadino parla di stadio, Tuvixeddu e campus universitario durante il tradizionale incontro con i giornalisti
«CAGLIARI ORA È UNA CITTÀ TURISTICA»
Bilancio di fine mandato per Floris, che punta al Senato
A pochi mesi dalla scadenza del mandato, il sindaco Emilio Floris fa un bilancio dei dieci anni che lo hanno visto alla guida dell’amministrazione comunale cagliaritana.
Lo dice en passant , in mezzo al lungo discorso di fine anno, anche se non riesce a nascondere l’orgoglio per essere uno dei sindaci più longevi di Cagliari: «Nessuno ha la mia esperienza, chi è durato per dieci anni?». E in effetti se si esclude Ottone Bacaredda, primo cittadino per ventitré anni - ma erano decisamente altri tempi - Emilio Floris non ha rivali: dal 2001 al 2011, un decennio «fatto intensamente», durante il quale ha contribuito «a cambiare radicalmente il volto della città. Se uno pensa a com’era il capoluogo all’inizio della mia esperienza, stenta a riconoscerlo oggi». La conferenza stampa di fine 2010 («anche se qualcuno può interpretarla come un bilancio di fine mandato»), è anche l’occasione per parlare dei progetti da finire, quelli che ancora devono essere iniziati e delle elezioni di primavera.
NUOVO SINDACO A chi gli chiede di fare un nome buono per la sua successione a Palazzo Bacaredda risponde: «Ci sono scelte che vanno fatte considerando sia il gradimento di una persona alla popolazione, sia gli equilibri politici. Il mix di questi due fattori è il risultato migliore. Comunque, conta la capacità dell’individuo». E se qualcuno prospetta l’ipotesi di un sindaco donna (riferendosi alla possibile candidatura di Ada Lai) risponde: «La distinzione tra generi è ormai fuori luogo. Lo dimostra il fatto che molti dei nostri dirigenti, anche tra i nuovi, sono donne».
IL CONFRONTO CON LA REGIONE Il 2011 sarà l’anno del confronto con la Regione, che Floris definisce «cassaforte», e di un nuovo «patto istituzionale che supporti il nostro modo di vedere la città con risorse finanziarie». Nei prossimi incontri - il primo avverrà proprio in questi giorni - con Ugo Cappellacci si parlerà dei soldi necessari «per terminare il Parco della musica, la Mediateca del Mediterraeo e per iniziare i lavori del parcheggio di via Roma e del Palazzetto dello sport». La parentesi dedicata alla struttura che nascerà in via San Paolo è ampia: «Lo ha disegnato Obermayer, uno degli architetti più in voga in questo momento. Sarà un’opera polifunzionale, dedicata al mondo dello sport ma non solo, perché potrà accogliere anche eventi di altro genere».
LO STADIO Ma l’anno che verrà potrebbe essere anche l’ultimo in cui il Cagliari giocherà al Sant’Elia. Su questo Floris è possibilista («ancora non è detta l’ultima parola, aspettiamo gli eventi») e riferendosi al presidente rossoblù Massimo Cellino, che non cita mai nel discorso, precisa: «L’imprenditore deve essere lasciato libero di investire dove vuole. A Cagliari le difficoltà sono legate al valore dell’area: i 30 o 40 milioni di euro che servono per acquistare i terreni di Sant’Elia non sono paragonabili a quelli spesi a Elmas». Ma se la strada annunciata si rivelerà realmente percorribile, allora «verranno valutate al meglio le destinazioni di quell’area. Lo stadio potrebbe essere trasformato in altro, magari con un bando di gara che veda la partecipazione del pubblico e del privato. È una zona di altissimo pregio su cui si possono sviluppare interessi diversi. Non sono preoccupato. Può essere una iniziativa in grado di portare molte risorse al Comune».
FRONTE DEL MARE È sicuro che a poca distanza verrà realizzato il porticciolo, rimasto impantanato negli uffici comunali e regionali per anni: «I lavori inizieranno entro la fine della consiliatura». Il nuovo fronte del mare è forse l’argomento di cui va più orgoglioso: «Provate a ricordare cosa era il molo Ichnusa nel 2001, con il muro della Marina militare che impediva di percorrere tutta la banchina. Ora c’è il terminal crociere, la passeggiata verrà inaugurata presto. Non c’è più la nave della Tirrenia ormeggiata in via Roma e non ci sono più le tre gru del molo Sant’Agostino».
IL CAMPUS UNIVERSITARIO Sul progetto campus universitario, che nei giorni scorsi è arrivato anche sul tavolo della Corte dei conti in un esposto depositato dai rappresentanti dell’Urban center, dice: «Speriamo che l’Ersu lo faccia, a noi va bene qualunque soluzione, in viale La Plaia o in un’altra zona. Possiamo fare anche una permuta con nostri terreni per favorire la realizzazione degli alloggi. Il vero problema è che si volevano fare 190 mila metri cubi dove se ne potevano costruire 85-90 mila. Per il vecchio progetto le concessioni dei nostri uffici c’erano già, non deve essere addebitata a me la mancata apertura dei cantieri».
TURISMO La metamorfosi della città sotto l’aspetto turistico è l’occasione per togliersi alcuni sassolini dalla scarpa: «Appena eletto avevo problemi a parlare di turismo con tutti, anche coi politici. Mi dicevano: Cagliari è una città borghese che non vuole stravolgimenti e preferisce continuare sulla strada del terziario tradizionale. Abbiamo dimostrato il contrario».
EDILIZIA POPOLARE Sant’Elia e i suoi palazzoni in disgrazia sono sempre «un tema prioritario», e lo dimostra il fatto che «ho sempre avuto consenso nei quartieri popolari perché mi sono sempre ricordato di loro». Ecco perché Floris giudica come «un tradimento non aver portato a termine le iniziative previste. Aspetto con ansia proposte dall’amministrazione regionale». Una cosa è certa: «Cagliari ha già dato per quanto riguarda l’edilizia popolare. Ora deve riqualificare i palazzi esistenti. Dobbiamo pensare semmai all’edilizia agevolata e per le giovani coppie. Per questo c’è il progetto di Su Stangioni e dell’ex mercato civico di viale Monastir».
TUVIXEDDU Il colle di Tuvixeddu e i progetti rimasti solo sulla carta «sono una spina nel fianco. È l’esempio di quanto il meglio sia nemico del bene. In attesa del meglio, non si fa neanche il bene». Eppure per sbloccare la situazione «abbiamo proposto tutto, anche l’asse stradale aveva una soluzione intermedia che poteva essere di gradimento per la Regione».
RIFIUTI L’ennesima proroga dell’affidamento della raccolta dei rifiuti scadrà alla fine dell’anno. E dal primo gennaio sarà necessario un altro rinnovo, visto che l’appalto (di due anni) non è ancora stato assegnato definitivamente. Il sindaco è convinto che l’ordinanza debba essere firmata dal «presidente della Regione». Da viale Trento però non sono dello stesso avviso (e la scelta sarebbe supportata anche da un parere del ministero), e allora Floris annuncia: «Penso che sarà l’unico atto di violazione che compirò coscientemente, per non lasciare la città in queste condizioni».
IL SENATO E il futuro? «Ho tante scelte. Fare il senatore? Mi piacerebbe. Vorrei portare la mia esperienza di 10 anni da sindaco a Roma. Ma l’augurio che faccio al governo è di durare fino al 2013. Se avrò la salute e la voglia che ho adesso, vedrò. Ma le attività di famiglia non sono di scarso interesse, potrei dedicarmi a queste. Una cosa è certa: non mi ritiro, e sarò a disposizione del nuovo sindaco. Chiunque esso sia».
Michele Ruffi


3 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari - Pagina 21
Presentato il piano investimenti per il prossimo anno, i lavori finirebbero nel 2015
Ottanta milioni per la metropolitana
L’ARST VUOLE COLLEGARE IL POLICLINICO UNIVERSITARIO ALLA STAZIONE
Il sindaco Emilio Floris però resta sulle sue: «Non conosco il progetto, abbiamo già un piano urbano della mobilità».
Collegare in trenta minuti piazza Matteotti con il policlinico universitario di Monserrato e poi con Sestu. È questa la scommessa del consiglio d’amministrazione dell’Arst, l’azienda per i trasporti regionali della Sardegna che, nella serata di ieri, ha deliberato il nuovo piano d’investimenti 2011.
METRO LEGGERA Tra i vari punti del piano, che riguarda molteplici interventi in tutto il territorio sardo, spunta dunque quell’idea che da anni tiene banco quando si parla della realizzazione di una mobilità più snella nell’area vasta di Cagliari, tesa a ridurre i tempi di percorrenza per spostarsi dall’hinterland in città e viceversa: una metropolitana leggera che, invece di fermarsi al capolinea di piazza Repubblica, possa arrivare fino alla stazione delle Ferrovie dello Stato, transitando per via Dante, viale Diaz e via Roma, sfruttando gli spartitraffico centrali come nel caso di viale Cimitero.
SERVONO 79 MILIONI I finanziamenti richiesti all’amministrazione regionale, circa 79 milioni di euro, sarebbero inoltre decisamente inferiori rispetto al progetto targato Ctm (non meno di 600 milioni di euro), proprio grazie alla caratteristica essenziale di voler far viaggiare i treni esclusivamente in superficie, senza passaggi sotterranei. Un piano figlio della pressante richiesta da parte degli utenti (sono circa 4700 quelli che ogni giorno utilizzano la metropolitana leggera a Cagliari), soprattutto studenti e lavoratori, che sperano nel prolungamento della tratta che da piazza Repubblica porta in via San Gottardo a Monserrato (nel piano è previsto il raddoppio dei binari, per un costo di 6,6 milioni di euro, che permetterà di aumentare la frequenza del servizio) e che, dalla fine del 2012 con l’ultimazione dei lavori, farà sì che si possa raggiungere direttamente su rotaia il Policlinico universitario e le varie facoltà scientifiche presenti oltre la statale 554.
TEMPI DIMEZZATI Dall’azienda insistono molto sul fatto che, in questo modo, si potrà finalmente avere la possibilità di avere tempi di percorrenza certi, dimezzati rispetto a quelli che offre l’autobus, l’unico mezzo di trasporto pubblico attualmente disponibile e che, peraltro, non è in grado di garantire orari precisi. È previsto che il numero delle auto (e l’inquinamento) diminuirà grazie all’utilizzo della metro, ma potrebbe aumentare il traffico per via dei nuovi semafori installati lungo il percorso. L’estensione del tracciato da piazza Repubblica a viale Diaz costerà 23 milioni di euro, quella da viale Diaz a piazza Matteotti altri 10,5 milioni, mentre per il tratto dal Policlinico di Monserrato a Sestu si prevede una spesa di 38,7 milioni.
IL NODO COMUNE I cantieri potrebbero aprire già alla fine del 2011 per chiudere non più tardi del primo semestre del 2015, sempre che si riescano a reperire i fondi richiesti e sempre che l’amministrazione comunale si esprima favorevolmente. A tal proposito il sindaco di Cagliari Emilio Floris fa sapere di non volere «rilasciare alcuna dichiarazione ufficiale su un argomento che non sia stato già discusso nel tavolo Regione-Comune, soprattutto non conoscendo dettagliatamente né il progetto né i relativi percorsi che si vorrebbero realizzare. È intenzione della giunta proseguire con le modalità che si sono sempre attuate, facendo rientrare il tutto, nel Piano urbano della mobilità, lo strumento a disposizione dei comuni per definire adeguati progetti relativamente al sistema territorio-trasporti».
Daniele Gamberini
 
 
4 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari - Pagina 25
Premio, tesi su marketing negli atenei
Tesi di laurea in comunicazione universitaria: l’Aicun (Associazione italiana comunicatori d’università) premia il lavoro che si è maggiormente distinto nel marketing e nell’organizzazione negli atenei. L’iniziativa dell’associazione è rivolta ai laureati negli anni 2008/09. Le domande vanno inviate entro il 31 dicembre. Il bando è consultabile sul sito www.aicun.it.
  
 
5 - L’Unione Sarda / Nuoro e Marghine - Pagina 23
Borse di studio
Silanus. Devono essere presentate entro domani le domande per accedere agli assegni di studio, riservati agli studenti iscritti alle scuole secondarie di primo e secondo grado. Le borse messe a disposizione dal Comune attraverso un apposito concorso premieranno anche gli studenti universitari che presenteranno tesi di laurea su Silanus e il Marghine. (f. o.)
    
 
LA NUOVA SARDEGNA 
 
6 - La Nuova Sardegna / Pagina 1 - Cagliari
«Rifiuti? Andrò contro la legge» 
«Per evitare che la città si riempia di spazzatura, farò un’altra proroga» 
Sullo stadio l’imprenditore fa le sue scelte anche in base al suo interesse ma non è ancora detta l’ultima parola 
ROBERTO PARACCHINI 
CAGLIARI. Il 2010 si chiude con uno strappo: quello del sindaco Emilio Floris che «per la prima volta in dieci anni» farà «un atto di violazione della legge, firmando l’ennesima proroga per il servizio di raccolta dei rifiuti», ha affermato ieri mattina nella conferenza stampa di fine anno. Tra pochi mesi il primo cittadino terminerà il suo secondo e ultimo mandato.
Un incontro a tutto campo, anche con un po’ di nostalgia e qualche elemento polemico. Vediamo.
Rifiuti. Nella gestione dei rifiuti sino ad oggi vi sono state otto proroghe, le ultime due con ordinanze del sindaco Floris. Il tutto in attesa della predisposizione del mega appalto (di sette anni più due per un totale di 390 milioni di euro) che da anni non si riesce a portare a compimento. Le pratiche del bando richiederanno almeno un altro anno. Per coprire questo intervallo il Comune ha fatto un appalto per un affidamento di due anni, ma i tempi tecnici necessari per l’assegnazione richiedono alcuni mesi, mentre l’ultima proroga scade il 31, tra due giorni. Interpellato, il ministero ha precisato che, senza gara pubblica, il Comune non può più fare assegnazioni per la gestione dei rifiuti. Possibili solo con l’intervento del presidente della Regione, in accordo col ministero delle Infrastrutture. «Prima mi han riferito che sarebbe stato possibile - ha precisato il sindaco - poi che non c’è la disponibilità. Allora per impedire che la città venga coperta di spazzatura, per la prima volta farò un atto contro la legge, prorogando l’attuale gestione dei rifiuti con una nuova ordinanza».
Tuvixeddu. «Si tratta d una spina nel fianco», ha affermato il primo cittadino parlando della vicenda che coinvolge la necropoli punico romana di Tuvixeddu. «Il meglio è nemico del bene», ha spiegato riferendosi all’idea di creare un grande parco su tutto il colle. «Al momento c’è un accordo istituzionale che dovrebbe permettere di riprendere i lavori per l’area tutelata. Ma non voglio dire niente per scaramanzia: ogni volta che se ne parla tutto si blocca di nuovo». Quello che il sindaco sottintende riguarda anche la possibilità di accordi con la Coimpresa per la riduzione della volumetria ipotizzata (270mila metri cubi) per la lottizzazione da realizzare a Tuvixeddu e Tuvunammo, lato via Is Maglias.
Stadio. Il presidente del Cagliari calcio Massimo Cellino vuole fare il nuovo stadio a Elmas. «L’imprenditore - ha sottolineato Emilio Floris - deve vedere anche i costi dell’operazione. Pare che il terreno dove vuole realizzare l’impianto sportivo gli costi circa cinque milioni, mentre l’area del vecchio stadio ha un valore di 30-40 milioni. Ma non è ancora detta l’ultima parola. Ad ogni modo, se cadrà l’interesse per l’impianto di Sant’Elia, come sede delle partite del Cagliari, quell’area potrà essere valorizzata in altro modo. Gli interessi sono tanti».
Sant’Elia. «Non aver relizzato la riqualificazione abitativa di Sant’Elia è stata una sorta di tradimento. Io ho sempre avuto molto consenso in queste aree», ha spiegato il sindaco. «No coment» sui 35 milioni a suo tempo messi a disposizione da Area (l’ex Iacp, l’ente rgionale per l’edilizia popolare) per l’intervento. «Aspetto risposte sulle risorse che Area metterà a disposizone su Cagliari, ma non per costruire nuove case di edilizia pubblica, ma per riqualificare l’esistente». Sull’accordo di programma Regione-Comune (dell’epoca di Renato Soru) non ratificato, ma che comprendeva anche i 35 milioni per la riqualificazione di Sant’Elia e il museo Betile, il primo cittadino precisa che i «finanziamenti erano solo una parte di quelli necessari». Ma non risponde alla domanda se si sia pentito di non aver sostenuto sino in fondo l’accordo (prima firmato dal sindaco e poi bocciato dalla maggioranza del consiglio comunale).
Universitari. Gli studenti fuori sede chiedono il campus, ma i finanziamenti disponibili sia per quello di De Martino (l’iniziale) che per quello di De Rocha (l’architeto chiamato da Soru) sono andati persi. Ma «noi non siamo mai stati contrari al campus di viale la Plaia, bensì alla cubatura eccessiva e fuori dagli standard. E per il primo progetto avevamo dato tutte le autorizzazioni». Per l’oggi pensiamo che si possono fare delle permute tra il terreno dell’ex Semoleria e altre zone: siamo disponibili. È l’Ersu che forse ha dei problemi interni. Gli studenti, per la città, sono importanti».


7 - La Nuova Sardegna / Pagina 2 - Cagliari
La contestatissima riforma della scuola e dell’università resta legata alla firma di Napolitano 
«L’unica speranza è il Capo dello Stato» 
BETTINA CAMEDDA 
CAGLIARI. Con l’arrivo del nuovo anno si prevedono altre mobilitazioni sul fronte universitario. Approvato il disegno di legge sulla riforma della scuola e trascorse le feste natalizie, si torna a parlare di università in vista della decisione del presidente della Repubblica.
Per ora Napolitano è l’unico interlocutore e probabile mediatore tra gli studenti e una classe politica che sfugge al confronto e dalla dialettica. Proprio il capo dello stato nei giorni scorsi ha incontrato una delegazione di studenti: undici giovani che hanno potuto esporre i tanti dubbi sull’attuale riforma e proposto alternative meno invasive rispetto al sistema scolastico. Per milioni di studenti il futuro della scuola pubblica ora dipende da una firma.
Gennaio dunque mese di esami per gli universitari e di lezioni per gli studenti medi ma anche di nuove proteste: «Attendiamo la fine delle festività e il rientro di tutti gli studenti a Cagliari, perché la maggior parte sono fuori sede - spiega Marco Meloni, presidente del consiglio degli studenti - poi tutti insieme, con ricercatori e studenti medi, vedremo di stabilire nuove iniziative finché Napolitano non firmerà. Poi abbiamo di fronte diverse possibilità come fare ricorso alla Corte Costituzionale. Stiamo vagliando una serie di ipotesi sia a livello locale che nazionale».
La riforma continua dunque a suscitare dubbi soprattutto su alcuni punti tra cui la composizione del consiglio di amministrazione e la forte presenza dei privati all’interno degli organi decisionali: «Nel giro di sei mesi una volta che verrà pubblicata la risposta ufficiale dovranno cambiare tutti gli organi che governano l’università a partire dall’organo amministrativo - spiega Meloni - che diventerà alla fine l’unico organo decisionale nel quale saranno presenti al massimo undici persone, il rettore e il quaranta per cento privati, che per tre anni non hanno avuto niente a che fare con l’università. Inoltre verrà affidato il diritto allo studio alle società private e questo è un rischio. Poi in Sardegna chi può permettersi di investire in ricerca e università?».


8 - La Nuova Sardegna / Pagina 2 - Cagliari
Medico denuncia primario «Contro di me vessazioni» La Procura indaga per mobbing 
Ricercatore contro il professore di Urologia De Lisa, di Is Mirrionis «Relegato a servizi minori». Il docente universitario: «È tutto falso» 
Tra le accuse anche l’aggressione con ferri chirurgici insanguinati 
CAGLIARI. Schiaffi, pugni, ferite con ferri sporchi, insulti e denigrazioni. Sono pesanti le accuse rivolte da un ricercatore universitario e medico del Santissima Trinità al primario di Urologia Antonello De Lisa, 55 anni. Il suo ex “secondo”, Paolo Usai, 42, è stato costretto a ricorrere al giudice del lavoro, che però ha negato l’istanza cautelare. Sulla vicenda indaga la procura della Repubblica, che ipotizza il reato di maltrattamenti. Attraverso il legale, il primario smentisce: «Tutto falso».
A Usai, 42 anni, figlio dell’ex primario Enzo ma soprattutto con alle spalle esperienza internazionale al fianco di un luminare dell’urologia mondiale, sarebbe stata preclusa la possibilità di effettuare interventi di alta chirurgia, per essere relegato a servizi “minori”. Usai ha vinto il concorso da ricercatore universitario, e dal 2002 lavora all’ospedale Santissima Trinità.
Nel ricorso al giudice si farebbe riferimento a De Lisa come presunto autore di ingiurie, tentativi di delegittimazione agli occhi del personale, riferimenti al padre. E supposti atti di violenza fisica: «Testate, calci, pugni, addirittura ferite con ferri chirurgici insanguinati nel corso dell’attività di assistenza». Di più, gli avrebbe rifiutato elementari dispositivi di sicurezza, come il camice impermeabile negato a lui e a un altro secondo operatore durante l’intervento ai reni ad un malato di Hiv. Quando Usai era andato a cercarne uno più adatto di quello in cotone, al ritorno aveva scoperto di essere stato sostituito. Questo ed altri episodi lo avrebbero portato a sentirsi isolato, emarginato. A metà settembre, dopo il ricorso, il primario ha poi indirizzato ai componenti del Collegio degli ordinari in Urologia d’Italia una lettera in cui descrive Usai come immaturo ed ambizioso. Tutto - sarebbe l’interpretazione del ricerecatore - con lo scopo di tenere per sé conoscenze e manualità con le tecniche operatorie più all’avanguardia. Per mantenere un monopolio e frenando, per converso, la carriera del più giovane ma brillante collega. Al giudice ha chiesto di riconoscere un atteggiamento vessatorio, mobbing che lo obbliga a svolgere mansioni inferiori a quelle per le quali si è formato. Comportamenti che gli avrebbero causato danni alla professionalità e danni esistenziali.
Il tribunale non è stato dello stesso avviso. Il 20 dicembre il magistrato, Angelo Caredda, ha rigettato l’istanza perché “priva di requisito di fondamento”, non sussistendo le esigenze cautelari, e lo ha condannato a pagare le spese. Ovviamente il medico potrà ricorrere contro questa decisione. «È la dimostrazione che quanto sostenuto da Usai è falso», assicura il legale di De Lisa, Stefano Casti.
Ma l’inchiesta penale del sostituto procuratore Marco Cocco è appena iniziata: nel fascicolo aperto in sordina una paio di mesi fa per l’ipotesi di maltrattamenti, ci sarebbero già verbali di interrogatorio ora secretati.
 
 
9 - La Nuova Sardegna / Pagina 19 - Fatto del giorno
LA LOTTA DEGLI STUDENTI 
La generazione al potere ruba il futuro ai propri figli 
La protesta vista dalla parte di un «barone», quale chi scrive dovrebbe essere, mette a nudo un vuoto di prospettive 
Che vogliono gli studenti che manifestano per le strade e sulle piazze d’Italia? Sono edonisti, come dice qualcuno dei tanti commentatori che si sono esercitati sul tema? Abbiano noi - intendo la nostra generazione - rubato loro il futuro, come dicono altri? Abbiamo pensato a supergarantirci in loro danno privandoli di qualsiasi prospettiva che non sia il precariato a vita?
Quesiti pesanti, complessi. Quali le impressioni di un “barone” - quale chi scrive dovrebbe essere? Più modestamente, cosa emerge dai contatti con loro nelle aule della Facoltà, nella Scuola di specializzazione per le professioni legali, nei colloqui pre e post-laurea? Anzitutto la prima impressione è che questi giovani siano generalmente miti e ben educati. Sono ragazzi animati da buoni sentimenti. In fin dei conti, salvo qualcuno, non hanno grandi pretese, cercano una collocazione qualsiasi. Già un lavoro è tanto, qualunque lavoro. Non sono schizzinosi, non guardano la porticina d’ingresso. C’è tempo per far valere le proprie qualità. L’importante, nell’immediato, è rendersi autonomi dalla famiglia, non cadere nella depressione e nella perdita di autostima che segue ai lunghi periodi di disoccupazione postlaurea. Ma, nonostante la buona preparazione (talvolta ottima) e l’impegno, le difficoltà son tante. E, a fronte di chi vince il concorso in magistratura o talvolta in altre amministrazioni, ci sono tanti giovani che, divenuti avvocati, stentano ad avere una collocazione professionale dignitosa. Altri impiegano anni a diventare avvocati o quasi rinunciano ai concorsi, vinti dalla sfiducia nella serietà delle procedure che sono adottate per il loro svolgimento.
Tuttavia, pian piano, dopo quattro-cinque anni ciascuno trova la sua strada. Sono pochi, ma esistono anche dei 110/110 che, dopo sei sette anni, over 35, sono ancora sbandati. Eppure son sempre miti. Non esiste in loro l’idea di organizzare una protesta a difesa dei loro interessi. E come potrebbero farlo? Non esistono ormai soggetti politici interessati o capaci di farlo.
La nostra generazione ha distrutto i partiti storicamente costruiti per lottare a difesa dei diritti del lavoro, per combattere il disagio sociale, per costruire una società più giusta. Così i giovani non possono andare oltre una protesta, la cui evidente difficoltà è di avere uno sbocco politico generale. È lo stesso limite che incontrano le lotte operaie, ognuna chiusa nelproprio particulare o impegnata ad attrarre, con azioni eclatanti, l’attenzione dei media, non potendo sperare in altro. E qui viene in risalto un punto rilevante: abbiamo tolto il futuro a questi giovani? Ho sempre pensato di no. Ora credo di sì. Abbiamo tolto loro il bene più prezioso,partiti seri per organizzarsi e combattere insieme agli altri, abbiamo loro dato il peggio della politica, quella litigiosa, degli opportunismi più manifesti, in cui naviga il Paese e il mondo. Ma li abbiamo privati anche di altro? Beh sì,abbiamo impedito loro di mantenere le garanzie che noi abbiamo avuto.
Non essendoci più soggetti politici che combattono per l’equità, le disparità, sono cresciute le diseguaglianze e la ricchezza si concentra in poche mani e così anche le classi medie scivolano verso il basso. Il precariato è la forma più evidente dell’assenza di garanzie. Sì, è la nostra generazione, compresa quella di sinistra, che ha tolto a questi giovani gli strumenti organizzativi e ideali per combattere, e dunque li ha privati anche della possibilità, se non di migliorare, di conservare le condizioni di vita dei genitori, prima fra tutte la democrazia e la Costituzione. Ed il disatro è stato così devastante che al momento non si vede una via d’uscita.
 
 
10 - La Nuova Sardegna / Pagina 6 - Sardegna
«A Sassari azienda unica per la sanità» 
La ricetta dell’ex dirigente Giorgio Lenzotti: nuovo ospedale e più lavoro di squadra 
PIER GIORGIO PINNA 
SASSARI. «Fare squadra, dare continuità agli investimenti, programmare e chiudere gli interventi: solo così si potrà rilanciare la sanità nel Nord Ovest dell’isola».
È questa la ricetta proposta da Giorgio Lenzotti per curare il grande malato, con 3mila dipendenti solo in città la più grande industria di Sassari. Nato a Nuoro 57 anni fa, laurea in medicina, Lenzotti, è stato direttore sanitario dell’Asl 1 nel 2005, durante la guida dell’assessorato regionale di Nerina Dirindin, voluta da Renato Soru nella sua giunta di centrosinistra. Poi ha lavorato con lo stesso ruolo a Olbia per 2 anni e mezzo. Ora è ai vertici della sanità a Modena, realtà europea all’avanguardia nell’assistenza.
Punti deboli. Non è l’unico in questi mesi a individuare ombre nella sanità sassarese. «In città operano professionisti capaci - dice Lenzotti - Ma ognuno è legato alle proprie individualità: pensa al suo cortile, non al palazzo». Solo problemi soggettivi, allora? «No: la questione di fondo resta la mancanza di programmazione generale - è la replica - L’accesissima conflittualità tra universitari e ospedalieri andrebbe superata grazie alla creazione di una unica azienda, con dentro il Santissima Annunziata. Quando ho cominciato a lavorare a Sassari, c’era un proliferare di servizi, macchinari spesso superati, strutture fatiscenti, carenze nelle manutenzioni. Intanto ciascuno cercava però di accaparrarsi strumenti che a volte poi non venivano usati».
Disfunzioni. Tanti, secondo il dirigente, i provvedimenti possibili: «Molti potrebbero contribuire all’interesse collettivo. Si dovrebbero poi spendere i soldi già stanziati. E assicurare una continuità gestionale che finora è sempre stata negata: a chiunque appare poco fruttuoso continuare con commissariamenti ogni tre mesi». E ancora, tra le misure più urgenti da attuare, per Lenzotti è indispensabile «portare a dama i piani predisposti perché i ritardi si accumulano». «Come mai - si chiede infatti - il nuovo complesso di via De Nicola è finito da un anno ma non apre? E se Ostetricia e Ginecologia sono in una struttura inadeguata, perché non li si colloca lì subito?» Più in generale, però, secondo Lenzotti «l’unica cosa saggia sarebbe costruire un nuovo ospedale da 700 posti letto».
Fratture. Ma quanto influisce davvero la divisione tra Asl 1 e azienda ospedaliero-universitaria? Secondo l’ex responsabile sanitario della prima delle due strutture «molto, e negativamente». Perché, afferma, «parecchi operatori dovrebbero scendere dal piedistallo, non pensare più al passato di prestigio: le cose non arrivano per diritto divino. Ma per estirpare certe malattie ci vogliono tanto tempo e un assessorato regionale forte dal punto di vista tecnico». E a chi ricorda come il centrosinistra alla Provincia e in Comune accusi la maggioranza alla Regione di una stagnazione penalizzante, risponde ammettendo «qualche squilibrio»: «Olbia è una città in crescita e negli anni scorsi non è stata supportata nonostante abbia usato appieno tutte le risorse. A Cagliari, poi, esistono una quantità di case di cura private e almeno 6 ospedali pubblici. Non per questo Sassari può ritenere di preservare in eterno la posizione di privilegio culturale detenuta per lungo tempo nel settore».
Conseguenze. Chiari, a detta del manager, gli effetti possibili: «I pazienti di Olbia che chiedono di venire assistiti a Nuoro e a Sassari in futuro rimarranno nella loro città, e ciò a prescindere dal San Raffaele. Un domani potrebbero essere i sassaresi a dover fare il viaggio inverso». Ma è vero, come si afferma da più parti, che la Giunta Cappellacci privilegia gli interessi dei privati e il territorio di Cagliari? «Qualcosa di vero c’è - sostiene Lenzotti - Faccio solo un esempio. Credo che nel capoluogo sardo ci siano 7-8 reparti pubblici di urologia: servono tutti? Ecco, la Regione deve svolgere con estremo equilibrio il suo ruolo di regia».
Gap. E Sassari supererà il divario da altre realtà? «Si può crescere e ridiventare competitivi solo sacrificandosi tutti assieme - dichiara in ultima analisi Lenzotti - Mettendo da parte gli individualismi e recuperando il senso di appartenenza si può puntare verso traguardi moderni». Un discorso che porta alle sue grandi potenzialità emiliane. Perché, come spiega il dirigente originario di Nuoro, a Modena c’è «la capacità tecnica di chiudere rapidamente i processi avviati dando continuità agli interventi» Una capacità che va di pari passo col rispetto del cittadino-malato, la programmazione, l’idea di fare squadra. E con il controllo sociale. «In Emilia - conclude Lenzotti - i pazienti e i loro familiari non tollerebbero mai situazioni d’inadeguatezza e disagio».
 
 
11 - La Nuova Sardegna / Pagina 26 - Sassari
STASERA ALL’UNIVERSITÀ
Concerto di fine anno
SASSARI. E’ in programma oggi, alle 20.30, nell’Aula Magna dell’Università, il concerto per il nuovo anno. L’iniziativa promossa dal Circolo Ricreativo e Culturale dell’ateneo, vedrà protagonista il Coro Laudate et Benedicite, diretto da Jana Bitti, che eseguirà Le Llibre Vermell de Montserrat (XIV secolo). Il Coro si avvale dell’accompagnamento al liuto rinascimentale di Calogero Sportato, e alla viola da gamba di Daniele Cernuto e Daniela Barca. Ai flauti Martina Allievi, Eleonora Biscevic e Mariagrazia Insam e alle percussioni da Marco Malatesta. Il concerto è basato sulle musiche de”Il Llibre”, manoscritto redatto alla fine del XIV secolo, ed è un insieme di composizioni poetico-musicali. Destinato all’esecuzione di cantori e musicisti, era anche conosciuto e cantato dai pellegrini che si recavano al Monastero di Monserrat sin dall’anno mille. In esso si parla del pellegrinaggio al Santuario della Vergine Nera. (p.g.)


12 - La Nuova Sardegna / Pagina 5 - Nuoro
NUORO. «Dictatum discere»
Preparazione per l’ammissione ai corsi di laurea scientifici a numero chiuso. L’associazione culturale Dictatum Discere, presieduta dal dottor Davide Matta (medico chirurgo), informa che a partire da gennaio 2011, dopo cinque anni di specifica esperienza nel settore, attiverà i suoi corsi anche nella città di Nuoro. I corsi, patrocinati dagli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri delle provincie di Nuoro e dell’Ogliastra, di Cagliari, di Oristano e di Sassari hanno un numero limitato di posti disponibili. Per maggiori informazioni e iscrizioni, chiamare il numero 328.2680426 (Daniela Cotza) o consultare il sito www.dictatumdiscere.it.
 
 
13 - La Nuova Sardegna / Pagina 19 - Fatto del giorno
Il clima d’odio che avvelena il Paese 
Il caso dell’ex terrorista nero che su Facebook incita alla violenza 
Rabbia e livore contro studenti e precari che rivendicano un futuro 
Le manifestazioni studentesche di una settimana fa contro la cosiddetta riforma Gelmini dell’Università, poi approvata in Parlamento poco prima di Natale, non cessano ancora di far parlare di sé, nonostante il clima pacatamente festoso di queste vacanze. Questa volta, infatti, a risvegliare il can che dorme è il precedente tormentone della “parentopoli” romana, legata alle assunzioni facili all’Atac capitolina, che ha coinvolto pesantemente lo stesso sindaco Alemanno.
Ne è protagonista proprio un neoassunto, fascista dichiarato, già a suo tempo processato per rapina e omicidio insieme ai fratelli Fioravanti nel 1978, il quale, presumibilmente in orario di servizio, si diverte a sfottere su Facebook gli studenti agitatori del 22 dicembre, dopo aver incitato le forze dell’ordine, durante la stessa manifestazione, a prenderli garbatamente a “colpi di mortaio” o a inondarli allegramente di “pece bollente”; non senza aver prima insultato i soliti “giudei”, che con la protesta studentesca non c’entravano un bel niente, per poi infierire contro i manifestanti con un categorico “Annate a lavorà e se non ce riuscite fateve raccomandà”. Che è poi un modo per dire: “Prennete esempio da me, che c’ho ancora quarche santo in Campidoglio”.
Le frasi incriminate di questo individuo sono decisamente gravi, e giustamente parecchi giornali ne stanno stigmatizzando l’accidiosa violenza, sia pure con qualche ritardo, relegando in tal modo ad incitamento residuale la proposta lanciata a suo tempo da un ben più autorevole ex fascista (ancora ex), l’onorevole Gasparri, che nelle stesse circostanze propose di “incarcerare preventivamente” i manifestanti riottosi.
In verità, il cosiddetto portavoce del governo attuale non ha ancora precisato chi avrebbe dovuto essere messo in galera: gli studenti costretti a stringere sempre di più la cinghia per potersi pagare gli studi, oppure i ricercatori precari, destinati a battagliare fra loro per garantirsi un futuro (parecchi al costo di un simbolico euro lordo all’anno!), nonostante l’impegno costante di garantire oltre il quaranta per cento delle attività didattiche? Tanto varrebbe, a questo punto, rinchiuderli tutti a doppia mandata all’interno delle rispettive facoltà e buttare via la chiave... Contrordine, Onorevoli! Giuro che stavo scherzando!
 
 

QUOTIDIANI NAZIONALI
Link:
rassegna stampa CRUI
Link:
rassegna stampa MIUR

 

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