Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
21 December 2010
Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa e web

 
1 – L’Unione Sarda
Primo piano – pagina 3
I giorni caldi della protesta studentesca
Nell’Isola si moltiplicano occupazioni e autogestioni degli istituti
 
In Sardegna occupazioni e autogestioni nelle scuole e negli atenei in vista del voto finale sulla riforma dell’Università.
Più autogestioni che occupazioni, di sicuro nelle scuole e negli atenei sardi la guardia resta alta, in vista del passaggio finale del disegno di riforma all’Università al Senato. L’attenzione degli studenti è puntata su Roma, dove già oggi potrebbero esserci manifestazioni attorno a Palazzo Madama. Ma il giorno chiave sarà domani, quando il provvedimento del ministro Gelmini arriverà al voto decisivo. Dalla Sardegna non mancherà una delegazione.
LA SITUAZIONE A CAGLIARI Ieri è cominciata l’autogestione al liceo scientifico Pacinotti, mentre uno striscione con la scritta «Liceo Dettori occupato» è stato esposto all’ingresso della scuola di via Cugia. Il preside ha autorizzato tre giorni di autogestione e ieri pomeriggio si è svolto anche un concerto con la partecipazione del dirigente scolastico. Al Pacinotti c’è stata un’assemblea per parlare di riforma con i rappresentanti del movimento dell’Università di Cagliari. Oggi è in programma una riunione del coordinamento delle scuole superiori per decidere le forme di lotta in vista del voto di domani.
GLI UNIVERSITARI Gli universitari ieri si sono riuniti al Palazzo delle Scienze, occupato ormai da venti giorni, per un’assemblea sulla riforma in Italia e in Europa. In programma anche la proiezione del film “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto” del regista Elio Petri. Una delegazione potrebbe partire per Roma per partecipare alla manifestazione nazionale di domani, mentre in città si punta a piccoli blitz nel centro, come il flash mob in via Roma della scorsa settimana.
IL DONO DA SASSARI Un pacco dono natalizio per il ministro Gelmini. Lo prepareranno oggi gli studenti dell’Università di Sassari alla vigilia della votazione del disegno di legge sulla riforma dell’Università al Senato. La preparazione del pacco avverrà alle 10 e 30 con la partecipazione di studenti e interessati alla vita dell’Ateneo. Nella sede centrale dell’Università gli studenti sceglieranno il dono ritenuto più idoneo, e poi gli incaricati della spedizione raggiungeranno la sede delle Poste centrali in via Brigata Sassari.
LEZIONI A NUORO Lezioni regolari negli istituti superiori di Nuoro dopo una settimana di autogestione che ha visto gli studenti, a detta degli stessi dirigenti scolastici, «dimostrare grande maturità». È rientrata anche l’ultima coda della protesta al liceo scientifico Fermi: la settimana scorsa era dovuta intervenire la polizia per far desistere i ragazzi da un tentativo di occupazione attuato con una catena che ha bloccato i cancelli. A tal proposito, il Consiglio d’istituto ha sottolineato che alcune cronache «non hanno reso giustizia al clima di partecipazione che si era creato nei giorni dell’autogestione».
 
2 – L’Unione Sarda
Lettere e opinioni – pagina 44
«In piazza per il diritto al futuro Ma alla violenza dobbiamo dire no»
Testimonianza di una studentessa cagliaritana sugli scontri a Roma
 
Sono una cagliaritana, studentessa a Pisa. Martedì, a Roma c’ero anche io. Mi sarebbe piaciuto cominciare questa lettera dicendo: non siamo stati noi. Ma dopo le assemblee che si son svolte in tutta Italia, temo, in tutta onestà, di non poterlo più fare. Rimbalzano su tutti i volantini, sui post di Facebook, e sui vari siti del movimento, le rivendicazioni dei gesti efferatissimi commessi durante la manifestazione. Io sono una di quelle che è scesa in piazza, tutti i giorni, per due mesi di fila; che ha preparato gli esami di notte perché la giornata era occupata da volantinaggi e cortei; che era lí mentre si bloccava la Torre di Pisa, ed esultava per ogni conquista studentesca in tutta la penisola.
Ed ero in Piazza del Popolo quando le camionette sono entrate a tutta velocità tentando di investire gli studenti. Ho pianto, e mi sono indignata: delle cariche della polizia, delle manganellate, degli arresti di persone prese a caso. Ma ho pianto altrettanto e mi sono indignata di più nello scoprire che le mani di coloro che lanciavano pietre e incendiavano auto erano mani di persone abituate a stringere una penna, a stare sedute nelle aule universitarie. Studenti come me. Io e tanti altri (ma tanti per davvero) vogliamo continuare a urlare i nostri slogan, a ribadire il nostro diritto al futuro, ma senza mai usare la violenza, senza mai passare dalla parte del torto. Vorrei rivolgere a tutti gli studenti un appello al buon senso. Ma anche ai politici, alla nostra classe dirigente: migliaia di ragazzi, giovanissimi e disperati hanno visto come ultimo ed estremo rimedio quello di lanciare sassi e incendiare auto. E per la strada, per le assemblee, ovunque, raccolgono sempre più simpatie. Questo, per quanto deplorevole, è un dato di fatto, un dato politico che merita tutta l’attenzione possibile. Martedì a Roma, si è vista la punta dell’iceberg di un profondo disagio sociale, specie tra i più giovani. Spero che chi di dovere si faccia un profondo esame di coscienza e tenti di rimediare all’irrimediabile. Ho vent’anni, e gli Anni di piombo li ho sempre e solo conosciuti dai libri di scuola. E voglio continuare a non conoscerli mai dal vivo.
CAROLA LUDOVICA FARCI
Grazie per la sofferta testimonianza a Carola, già studentessa eccellente del liceo classico Siotto di Cagliari e brillante vincitrice di un concorso per giovani scrittori. Tanti di noi che abbiamo attraversato gli Anni di piombo da studenti (critici verso il “sistema” ma lontani dai violenti) avvertono uno sgradevole senso di déja vu. Speriamo che il tuo appello al buon senso ottenga ascolto: dai tuoi coetanei e dalla classe politica tutta.
DANIELA PINNA
 
3 – L’Unione Sarda
Cultura – pagina 45
Gaudì il mistico in mostra alla Passeggiata
 
Genio solitario, anima sensibile, costruttore audace. Antoni Gaudì ha sperimentato ogni materiale funzionale alla sua idea di un’architettura che riproduceva le forme della natura e i colori degli abissi marini. Autore di “sacre mostruosità”, aveva studiato letteratura e storia dell’arte e riteneva che la filosofia fosse l’unico mezzo per arrivare alla conoscenza. La sua prima opera importante, la Casa Vicens, già rivoluzionava lo stile mudéjar, il connubio tra i mattoni dei mastri catalani e gli azulejos ereditati dai Mori. Lo avevano colpito le teorie di Ernst Haeckel sulle forme dei protozoi, dei radiolari, delle meduse. Inserito con qualche semplificazione nella corrente del modernismo, ha immesso nella sua vasta produzione motivi orientaleggianti e medievali, la tradizione artigianale iberica, i simboli del cristianesimo, gli influssi contemporanei del movimento “Arts and Craft”.
INNOVATORE Gaudì è stato un innovatore anche dal punto di vista tecnico: riuscì a ridurre al minimo i muri interni e a eliminare gli archi rampanti. I suoi edifici non hanno angoli ma curve, ondulazioni, smussature, globi e bulbi. Le ceramiche che ricoprono tetti e prospetti riproducono rose d’India e girasoli, le ringhiere si intrecciano come le foglie della palma, le colonne richiamano i funghi, le torri somigliano a minareti.
Al Park Güell, i più celebri giardini di Spagna, una salamandra protegge il troppopieno della cisterna, e un drago, mosso da un meccanismo nascosto, vigila sul portale d’ingresso. Quando progettò la Casa Milà, nel Paseo de Gratia, era ormai un professionista affermato. Ma molti concittadini non apprezzarono La Pedrera e una rivista satirica pubblicò una caricatura del palazzo raffigurato come un oggetto gonfio e sbilenco che dà ricovero agli aeroplani e porta in alto la scritta “garage”. Attentissimo ai dettagli (a Casa Clavet volle posare su un battiporta una piccola cimice schiacciata da una croce greca), Antoni disegnava anche i mobili.
Nato a Reus nel 1852, figlio di un ramaio, si era laureato all’Accademia di Madrid dopo aver frequentato la Scuola Superiore di Arquitetura a Barcellona. Suo padre aveva dovuto vendere dei terreni per pagargli gli studi, ma il ragazzo aveva un talento che si appalesò fin dagli esordi nell’ideazione di straordinarie abitazioni private e di non pochi edifici religiosi.
L’EREDITÀ Morto malamente sotto le ruote di un tram nel 1926, Gaudì l’eclettico lasciò incompiuta la più importante delle sue creature, la Sagrada Familia di Barcellona. A commissionargli il lavoro - inizialmente affidato a Francisco De Paula de Villar - fu nel 1883 Joan Martorell. L’artista si dedicò a questa impresa con totale passione (nel senso di pathos), diminuì gli impegni che potevano distrarlo e dal 1914 abbandonò ogni altro incarico profano. Cominciò dalla cripta per poi passare all’abside neo-gotica alta cinquanta metri. Il tempio-caverna acuì la sua tendenza al misticismo ma qualche volta lo faceva felice. Quando tirò su il primo campanile intitolato a San Bernabò, vide che «quella lancia univa il cielo alla terra». E alla terra si manteneva ben saldo egli stesso, poiché ci sono le tartarughe a sorreggere il peso della Cattedrale dei Poveri e le lumache sugli stipiti, le allegorie della Vanità, le statue degli Angeli trombettieri.
L’ESPOSIZIONE Parte della suggestione di questa “fabrica” che è il testamento spirituale di Gaudì è ora visibile a Cagliari, alla Passeggiata coperta, in un evento curato da Angelo Ziranu, membro della “grande officina tecnica” che prosegue i lavori di un cantiere aperto da 128 anni. Patrocinata dalla Regione in collaborazione con l’Università e il Comune di Cagliari, l’esposizione propone al pubblico fino al 19 febbraio (ingresso gratuito, tutti i giorni dalle 9,30 alle 21) pannelli fotografici, modelli in grande scala, maquettes, simulazioni digitali e la ricostruzione della Cappella col Portale della Gloria. In anteprima nazionale, è stata inaugurata lunedì scorso alla presenza delle autorità locali e del direttore dei lavori Jordi Bonet y Armengol. Si prevede che tutto sarà compiuto entro il 2026.
ALESSANDRA MENESINI
 
4 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari – pagina 23
Campus universitario, giallo sui fondi
Gruppo di studenti presenta un esposto alla Corte dei conti
Per costruirlo erano stati stanziati 29 milioni, con 38 l’Ersu ha acquistato solo le aree
 
È un giallo l’importo dell’acquisto dei terreni dell’ex semoleria di viale La Playa per costruire il campus universitario.
Sull’acquisto dei terreni dell’ex semoleria di viale La Playa per costruire il campus universitario, pagati dall’Ersu circa 38 milioni di euro, un gruppo di diciassette studenti che fanno capo all’Urban Center ha presentato ieri mattina un esposto alla procura della Corte dei Conti.
Qualche giorno fa, dopo il riesplodere delle polemiche sul costo delle aree ed un lungo dibattito ospitato anche sui forum di internet, gli universitari avevano deciso di scrivere all’attuale presidente dell’Ersu, Daniela Noli, chiedendo spiegazioni sulla vicenda dei terreni che dovrebbero ospitare la cittadella degli studenti.
38 MILIONI DI EURO «Nel 2009», scrive Stefano Gregorini e gli altri firmatari al procuratore regionale contabile Tommaso Cottone, «dopo 9 anni di iter amministrativo travagliato, l’Ersu di Cagliari pagò alla società Edilia, proprietaria delle aree, una cifra di circa 38 milioni di euro. Questa somma, a nostro avviso, appare del tutto sproporzionata, in rapporto agli accordi che gli stessi due contraenti stipularono nell’anno 2006».
LA VICENDA Per capire la questione bisogna fare un salto nel passato, come spiegato dagli studenti nel corso di una conferenza stampa. «Nel febbraio del 2000», chiarisce Gregorini, «l’Ersu pubblica un bando per l’acquisizione di un immobile da adibire a casa dello studente. Un mese dopo, marzo 2000, la società Edilia Costruzioni s.p.a. presenta al Comune di Cagliari una proposta per un programma integrato di riqualificazione urbanistica che prevede la realizzazione di un complesso immobiliare nell’area ex-Sem per complessivi 95.234 metri cubi da adibire, tra le altre funzioni, a studentato».
IL SÌ DELL’ERSU Pochi mesi dopo arriva il parere favorevole dell’Ersu al progetto, mentre ad ottobre dello stesso anno il Consiglio comunale approva la proposta di piano integrato avanzata dal privato. Due anni più tardi, maggio 2002, l’Ente regionale per il diritto allo studio delibera di acquistare due fabbricati da Edilia, per circa 20 milioni e mezzo di euro. Nell’aprile del 2003, poi, il Comune approva la nuova proposta di Piano integrato, ma subito dopo arriva un contenzioso tra il privato e l’Ersu che sfocia con un ricorso davanti al Tar Sardegna. «Nel settembre 2004», prosegue Gregorini nell’esposto, «Edilia stipula una convenzione per la cessione al Comune del Silos Vecchio e dell’area destinata alla viabilità. Nel 2005 arrivano le concessioni edilizie, mentre a novembre, per concludere il contenzioso con una transazione», proseguono gli studenti, «Edilia propone all’Ersu la vendita dei fabbricati per 29 milioni di euro. Da qui la richiesta di intervento della magistratura contabile, arrivata pochi giorni dopo la lettera alla presidente dell’Ersu, Daniela Noli».
LETTERA APERTA «Abbiamo ricostruito la vicenda e chiesto conto di quanto avvenuto, mettendo in rilievo il fatto che sono stati spesi 38 milioni di euro e che non esiste alcun campus, mentre quattro anni fa per 29 milioni la stessa società aveva promesso la costruzione del campus chiavi in mano».
L’esposto degli studenti è stato firmato anche da Antonello Gregorini, presidente del Polo Civico, tra i fondatori di Urban Center. «Non ci sono solo i ragazzi che protestano nelle strade» dice Gregorini (zio del primo firmatario), «ma anche quelli che studiano e poi chiedono conto alla classe dirigente delle scelte compiute e delle risorse spese».
FRANCESCO PINNA
 
5 – L’Unione Sarda
Cronaca di Nuoro – pagina 21
Università. Gli obiettivi
Il Consorzio punta al rilancio dell’Ateneo nuorese
 
Nel clima di forti polemiche che stanno accompagnando la riforma del ministro Gelmini, il Consorzio universitario di Nuoro punta a rilanciare l’offerta formativa nel territorio. Lo scorso 2 dicembre il sodalizio, composto dalle amministrazioni comunale e provinciale, ha nominato alla guida dell’ente Caterina Loi, già presidente della Commissione provinciale per l’Università. Nei giorni scorsi il neo commissario ha già dato vita a una serie di incontri con tutti i soggetti coinvolti, «che - spiega - fanno ben sperare nella realizzazione di un ambizioso progetto che necessita innanzitutto di risorse finanziarie, ma anche di un sostegno corale da parte delle istituzioni e degli altri soggetti pubblici e privati operanti del territorio, oltre che dei cittadini e degli utenti».
Naturalmente saranno determinanti le scelte degli atenei di Cagliari e di Sassari «che dovranno realizzare proposte finalizzate ad attuare a Nuoro una presenza universitaria completa, con corsi esclusivi nell’ambito della Regione e progetti di ricerca altamente qualificati».
Ma anche la politica dovrà fare la sua parte. Per questo lo scorso mercoledì si è svolto un incontro negli uffici dell’assessorato regionale della Pubblica istruzione, a cui hanno partecipato il commissario Loi, l’assessore regionale Sergio Milia, l’assessore comunale di Nuoro Paola Demuro, la rappresentante per l’università della Provincia Franca Carroni e il consigliere regionale del Pd Giuseppe Luigi Cucca.
Il commissario ha chiesto all’assessore Milia l’immediata liquidazione dei fondi regionali per l’università relativi al 2010, ad oggi non ancora deliberata. Inoltre ha illustrato le linee di un progetto di crescita e rilancio dell’Ateneo nuorese, all’interno del quale l’amministrazione Regionale dovrà rivestire un ruolo di rilievo, con un forte sostegno finanziario e non solo.
L’Assessore Milia ha annunciato l’imminente deliberazione della giunta regionale relativa alla ripartizione dei fondi per l’università dell’anno 2010, e inoltre assicurato l’intervento della Regione laddove i progetti andranno nella direzione di un miglioramento dell’offerta formativa.
Offerta che può gia contare sui due master che stanno per decollare a Nuoro, per l’anno accademico 2010-2011: uno su "Diritto ed economia per la cultura e per l’arte" e l’altro su "Sviluppo sostenibile, Ambiente, Territorio", con spese a totale carico del Consorzio universitario nuorese. ( f. c. )

 
6 – La Nuova Sardegna
Prima pagina - Cagliari
Campus a La Playa, esposto alla Corte dei Conti
Il Comitato promotore dell’Urban Center ipotizza una cattiva gestione dei fondi pubblici
 
CAGLIARI. La Procura della Corte dei Conti è stata investita dei ritardi nella realizzazione del campus universitario nelle aree ex Sem. Con un esposto al Procuratore regionale Tommaso Cottone, il presidente del Comitato Promotore dell’Urban Center Stefano Gregorini, ha chiesto chiarimenti sulla vicenda, ipotizzando una cattiva gestione dei fondi pubblici.
 
Pagina 8 - Sardegna
Il campus mai nato
Cagliari. Presentato un esposto alla Corte dei conti
 
CAGLIARI. La Corte dei Conti indagherà sull’Ersu e sulla delibera con la quale l’Ente per il diritto allo studio ha pagato alla società Edilia l’area dell’ex Semoleria di viale La Playa. Ieri mattina il presidente dell’Urban Center Stefano Gregorini ha consegnato un esposto alla Procura regionale della corte dei Conti, nel quale si chiedono chiarimenti sull’iter che ha portato all’acquisto dell’area dove un tempo vi era la Semoleria dei Cellino. Nell’esposto si riporta la cronistoria di una vicenda che approderà, molto probabilmente, in una aula di giustizia, per adesso solo contabile.
 La storia infinita del campus a La Playa è vecchia di dieci anni e risale al febbraio del 2000, quando l’Ersu pubblicò un bando per l’acquisizione di un immobile da adibire a Casa dello studente. Solo un mese dopo la Edilia Costruzioni presentò al Comune una proposta per un programma integrato di riqualificazione urbanistica che prevedeva la realizzazione di un complesso immobiliare nell’area ex-Sem 95mila metri cubi. Pochi mesi dopo arrivò il parere favorevole di Ersu, e il via libera del consiglio comunale alla proposta di Piano Integrato avanzata dalla proprietà. Nel maggio del 2002 l’Ersu delibera di acquistare due fabbricati da Edilia per 20,5 milioni. E l’anno dopo il Comune approva anche la nuova proposta di Piano Integrato e i progetti esecutivi che su quell’area prevedono le opere di urbanizzazione primaria.
 
Pagina 1 - Cagliari
«Milioni sprecati per il campus»
La procura della Corte dei conti si occupa del caso Sem-Edilia
Questa vicenda ha contorni poco nitidi; c’è stata una cattiva gestione di fondi pubblici a danno degli studenti e dello stesso Ersu
GIUSEPPE CENTORE
 
 CAGLIARI. La Corte dei Conti indagherà sull’Ersu e sulla delibera con la quale l’Ente per il diritto allo studio ha pagato alla società Edilia l’area dell’ex Semoleria di viale La Playa. Ieri mattina il presidente dell’Urban Center Stefano Gregorini ha consegnato un esposto alla Procura regionale della corte dei Conti, nel quale si chiedono chiarimenti sull’iter che ha portato all’acquisto dell’area dove un tempo vi era la Semoleria dei Cellino. Nell’esposto, firmato anche da una decina di studenti universitari, in quanto tali parti interessate al caso, si riporta la cronistoria di una vicenda che ora uscirà dai mormorii e dalle frasi fatte dei salotti della politica e approderà, molto probabilmente in una aula di giustizia, per adesso solo contabile. La storia infinita del campus a La Playa è vecchia di dieci anni e risale al febbraio del 2000, quando l’Ersu pubblicò un bando per l’acquisizione di un immobile da adibire a Casa dello Studente. Solo un mese dopo la Edilia Costruzioni, (prima della Legacoop poi controllata dall’imprenditore Romano Fanti) presentò al Comune una proposta per un programma integrato di riqualificazione urbanistica che prevedeva la realizzazione di un complesso immobiliare nell’area ex-Sem 95mila metri cubi. Pochi mesi dopo arrivò il parere favorevole di Ersu, e il via libera del consiglio comunale alla proposta di Piano Integrato avanzata dalla proprietà. Nel maggio del 2002 l’Ersu delibera di acquistare due fabbricati da Edilia per 20,5 milioni. E l’anno dopo il Comune approva anche la nuova proposta di Piano Integrato e i progetti esecutivi che prevedono le opere di urbanizzazione primaria del tratto di viabilità pubblica in cessione, la sistemazione del Viale La Playa e la ristrutturazione del fabbricato denominato “Silos Vecchio”, sul quale grava anche un vincolo paesaggistico. Nel 2003, l’allora commissario dell’Ersu, Silvaldo Gadoni, decide di cambiare passo e ipotizza la realizzazione del Campus, a costi più bassi, nell’area di via Is Maglias, vicino a quasi tutte le facoltà, ma la sua uscita dall’Ente fa riportare in auge il progetto ex Sem. Il predecessore di Gadoni, il presidente Luigi Sotgiu aveva espresso nell’ultima parte del suo mandato idee chiare su chi dovesse guidare il processo di realizzazione del Campus e quali benefici dovevano arrivare per le casse dell’Ente. Dopo due anni arrivò la stipula tra Edilia e il Comune della convenzione per la cessione allo stesso Comune del Silos Vecchio e dell’area destinata alla viabilità. In questa concessione si ribadiva che le volumetrie non avrebbero supererato i 95mila cubi. Edilia si impegnava a concludere i lavori entro i cinque anni successivi. Nel maggio del 2005 il Comune rilasciò le concessioni edilizie. A novembre Edilia propose un’offerta per la vendita dei fabbricati ad Ersu per 29 milioni di euro. Dal febbraio del 2006 però la Regione, modificò il quadro con atti legislativi che potenziavano il ruolo di Ersu, che a quel punto potè acquistare l’intera area; obiettivo la realizzazione di un campus per studenti universitari per almeno 1000 posti letto. «Per realizzare questo progetto - dice lo stesso Gregorini - la Regione ha stanziato complessivamente, a valere sui fondi del 2006 e del 2007, altri 35 milioni di euro. Nel giugno 2006 ERSU tentò di chiudere il contenzioso attraverso l’acquisizione dell’intero comparto da Edilia per complessivi 55 milioni di euro. Nel luglio successivo la transazione si chiuse con un accordo che prevedeva un corrispettivo per Edilia di 55 milioni di euro. Perché la cifra pattuita nel novembre 2005 è lievitata di 26 milioni in soli sette mesi?».
 Gregorini, nel corso di una conferenza stampa convocata ieri mattina prima dell’invio formale dell’esposto in Procura, ricorda come nell’agosto del 2006 la Regione e il Comune stipularono un protocollo di intesa che, tra le altre cose, prevedeva una diminuzione delle volumetrie ed un incremento delle aree destinate a verde. «Ma nel marzo del 2007 un progetto preliminare redatto dall’architetto brasiliano Paulo Mendes da Rocha, (e presentato con grande favore degli esperti alla prima edizione del Festarch, ndr) prevedeva un significativo incremento di volumetrie. Progetti solo sulla carta, perché a fine anno, Ersu comunicava ufficialmente al Comune di essere diventato proprietario dell’area ex-Sem e di essere titolare degli obblighi contrattuali in capo ad Edilia nella convenzione stipulata da quest’ultima col Comune nel settembre 2004. Successivamente viene stipulato un accordo transattivo tra Ersu, Regione e Edilia per cui la società incassa 38 milioni di euro (9 in più dei 29 previsti per realizzare il tutto) e si impegna a realizzare il Campus disegnato dall’architetto sudamericano per la stessa cifra precedentemente pattuita. L’accordo - conclude Gregorini - secondo noi prevedeva che Edilia si sarebbe fatta carico della progettazione De La Rocha (pagando anche la parcella dell’archistar brasiliana). Naturalmente alla scadenza dell’accordo l’iter di approvazione non si è concluso, e il risultato è che molti milioni di euro sono stati spesi e che la città non ha un campus universitario. Chi paga per questo ritardo? Di chi è la responsabilità per queste spese a questo punto inutilmente sostenute». La parola ai giudici contabili, se la Procura riterrà che spetterà a loro interessarsi di quest’affaire.
 
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 8 - Sardegna
Devono anticipare le spese di vitto e alloggio
Sassari, 550 idonei ma senza borsa di studio
SILVIA SANNA
 
 SASSARI. La manovra c’è stata e i soldi, almeno in teoria, ci sono. Però ancora non arrivano. Succede all’Ersu di Sassari, dove 550 studenti giudicati idonei a ottenere la borsa di studio, non hanno ricevuto l’assegno. E, probabilmente, non avranno i soldi prima della fine di gennaio, nonostante le garanzie avute dall’ente. La ragione è semplice: l’Ersu, per evitare di lasciare alcuni idonei a bocca asciutta, ha deciso, così come gli anni scorsi, di disporre una variazione di bilancio per incamerare la cifra sufficiente a soddisfare tutte le richieste. In totale, 1milione 730mila euro, che si sommano ai 4milioni 800mila già stanziati. Con quasi 6 milioni di euro sarebbe stato possibile garantire la borsa (di importo variabile) a tutti i 2800 idonei. Il problema è che la “manovrina” è stata approvata solo ai primi di novembre, e la giunta regionale non ha ancora dato il via libera decisivo. «Dunque - dice Laura Dussoni, una studentessa -, io e altri 549 non riceveremo la tredicesima a Natale. Anzi, dovremo stringere ulteriormente la cinghia per tirare a campare». Laura si domanda perché il cda dell’Ersu, presieduto da Gianni Poggiu, abbia aspettato così tanto per deliberare la variazione di bilancio, considerati i tempi della Regione «che sotto Natale ha altre priorità», e visto che, per legge, tutte le borse di studio dovrebbero essere assegnate entro il 31 dicembre. «Ci hanno illuso - dice Laura - dicendoci che entro i primi del mese i soldi sarebbero entrati nelle nostre tasche, nessuno si è preoccupato di avvisarci dei ritardi». Il risultato è che i 550 idonei sono obbligati a sborsare il canone d’affitto per gli alloggi, «ci costringono a chiedere i soldi a casa», e non ricevono i ticket per la mensa, «l’unica aperta per 2000 persone, dove facciamo ore di fila per poter mangiare. Alla faccia del diritto allo studio».
 
Pagina 26 - Sassari
LA PROTESTA
I ritardi dell’Ersu
per le borse di studio
 
Le proteste degli studenti non riguardano solo la riforma Gelmini. A Sassari c’è anche altro. Ci siamo noi che a Natale non ritireremo la tredicesima ma neanche la borsa di studio.
 Noi: gli idonei non beneficiari di Borsa Ersu.
 Chi siamo? Siamo i 550 studenti dell’Università di Sassari che a Natale, e non solo purtroppo, stringeremo ulteriormente la cinghia per tirare a campare.
 Insufficienza di fondi? No, stavolta non è questo il problema. Questa volta i soldi ci sono, ma qualcuno o qualcosa si preoccupa con molta calma di farceli avere.
 Perchè, se i fondi sono stati stanziati da settembre, il consiglio di amministrazione ha aspettato fino ai primi di novembre per fare approvare la manovra di bilancio alla giunta regionale, che sotto Natale ha ben altre priorità? Perchè non avvisarci per tempo degli eventuali ritardi, anzichè illuderci che i soldi sarebbero entrati nelle nostre tasche già dai primi di dicembre, poi a fine anno, per arrivare all’ultima (forse!) data, prevista per la fine di gennaio?
 Questa è la situazione che stiamo vivendo quest’anno.
 E come se non bastasse, siamo tenuti a pagare il canone di locazione per gli alloggi (tanto poi ce lo rimborsano, ripetono); come dire, oltre il danno la beffa.
 In fondo è un canone abbastanza esiguo, soprattutto se si pensa ai servizi che l’Ersu ci sta offrendo: una mensa che conta circa 2000 utenti al giorno, costretti a fare ore di fila prima di poter mangiare, vista la chiusura della mensa di via Padre Manzella; residenze nelle quali non si ha a disposizione una rete Internet, se non per qualche ora al giorno (problema fondamentale, questo, visto anche il gran numero di studenti Erasmus che vi alloggiano); e ancora, ritardi sulla manutenzione delle stanze; pulizie precarie degli spazi comuni, etc...
 Ebbene, in tutto ciò l’Ersu di Sassari dov’è? Che posizioni intende assumere? Vuole continuare a darci risposte vaghe e vane promesse per tenerci buoni e nel frattempo farci fessi e contenti? Noi avremmo solo un desiderio da esprimere per questo Natale, ed è quello di vederci riconosciuto il nostro diritto allo studio, diritto che vogliamo esercitare con i soli nostri strumenti, senza affidarci ancora al sostegno materiale dei nostri genitori.
Laura Dussoni
 
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 9 - Attualità
Gli studenti: «Non violeremo la zona rossa»
Ma vogliono far arrivare la protesta a Napolitano. Città blindata con duemila agenti
Lunga assemblea alla Sapienza: «Sarà un corteo pacifico»
ANNALISA D’APRILE
 
 ROMA. Manifesteranno il loro dissenso al Capo dello Stato ma non ci sarà violazione della zona rossa. Lo slogan della mobilitazione di domani sarà «Voi chiusi nei palazzi, noi liberi per la città». E’ questa la linea uscita dopo ore di assemblea alla Sapienza di Roma. «Giorgio Napolitano dovrà firmare quella legge - ha detto un rappresentante degli studenti - e noi dobbiamo manifestargli il nostro dissenso».
 Quindi tutti in piazza, ma pacificamente. In un susseguirsi di assemblee che durano da giorni in ogni ateneo, gli studenti continuano a mettere a punto le modalità delle proteste che da Roma al resto d’Italia domani li porteranno ancora una volta in strada per contestare la riforma dell’università.
 Una riunione si è tenuta ieri sera anche al Viminale tra il ministro Maroni e il capo della polizia Manganelli. «Ad azioni dure da parte dei manifestanti ci sarà una reazione dura da parte delle forze dell’ordine: l’obiettivo è che non si ripetano gli atti di violenza e devastazione di martedì 14» è stato detto. La capitale dunque si prepara a vivere un’altra giornata di tensione e di blindatura militare. Il piano che la questura sta definendo prevede un’estesa zona rossa intorno al quadrilatero dei Palazzi (il Senato è presidiato dalle forze dell’ordine già da ieri), tolleranza zero per il lancio di oggetti e l’impiego di circa 2mila uomini, il doppio di quelli utilizzati il 14 dicembre.
 Nelle facoltà invece, dalla Sapienza a Roma 3, dai licei alla Rete degli alunni delle medie, gli studenti sono in fibrillazione. Le incombenti vacanze natalizie non hanno svuotato gli atenei, e alla Sapienza l’ultimo incontro tra collettivi è andato avanti fino a tarda sera. Due i cortei che a Roma dovrebbero partire da Piramide e dalla Sapienza. «Le nostre saranno proteste sceniche - spiega una ragazza di Rete Lettere di Roma 3 - non violente. Il problema che ci stiamo ponendo ora è quello del messaggio: non possiamo più contrastare la riforma, ma vogliamo dire che da gennaio torneremo a fare opposizione».
 Ieri i rappresentanti di Udu, Link e Rete 29 aprile, hanno incontrato il vice capogruppo Pdl al Senato Gaetano Quagliariello. Poliziotti e studenti invece, si sono incontrati nella sede del Pd, alla presenza del segretario Bersani.
 Domani le agitazioni percorreranno molte città. A Pisa otto studenti hanno iniziato uno sciopero della fame e promettono di portarlo avanti finché il ddl non sarà ritirato; cortei e flash mob sono previsti a Pescara, Genova, Cosenza, Palermo, Milano, Napoli, Bari, Venezia.
 
Pagina 8 - Sardegna
Flash mob e un pacco dono al ministro
Manifestazioni alla vigilia del voto in Senato sul disegno di legge di riforma
Riesplode la protesta nelle università Per studenti e docenti l’ultima battaglia
BETTINA CAMEDDA
 
CAGLIARI. Studenti e lavoratori della scuola e dell’Università non mollano. Oggi a Cagliari, al Palazzo delle Scienze, si deciderà sulla forma di protesta da attuare alla vigilia del voto sul testo di riforma in Senato. Da Sassari partirà un pacco dono indirizzato al ministro Gelmini.
 A Cagliari gli studenti delle scuole superiori andranno avanti con assemblee, autogestioni e occupazioni per solidarietà con gli universitari asserragliati da ormai venti giorni all’interno del Palazzo delle Scienze. La protesta riesplode anche in Sardegna in occasione del voto finale sulla contestata riforma. Oggi nel quartier generale della rivolta occupato dallo scorso 30 novembre, ci sarà una riunione di coordinamento per preparare l’ultima battaglia in concomitanza con la discussione del disegno di legge in Senato. E probabilmente gli universitari del capoluogo partiranno con i flash mob in giro per la città: nessuna manifestazione di massa come quella di martedì scorso ma blitz che facciano molto rumore.
 Gli studenti vogliono essere ascoltati: lo ripetono dai tetti, nelle assemblee, nei sit-in, attraverso i flash mob, durante le occupazioni e nei lunghi cortei funebri in commemorazione della scuola pubblica. “Non vogliamo questa riforma” si legge sugli striscioni appesi nelle facciate dei licei di Cagliari, nel Palazzo delle Scienze e al Magistero mobilitato. E ieri sera nell’atrio del Palazzo delle Scienze si è tenuto un dibattito sulla Riforma e sulla globalizzazione. Arriva così dagli studenti la volontà di trovare un’alternativa concreta attraverso la comparazione del discusso testo della riforma Gelmini con altri esempi di progetti di riforma che arrivano dall’ Europa. Al dibattito sono intervenuti anche Marco Pitzalis, docente di Sociologia presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’università di Cagliari, e Giorgio Paterna, coordinatore nazionale dell’Unione degli universitari. La riforma non convince neanche i sindacati che attraverso una nota hanno chiesto “a tutte le componenti universitarie di intensificare la protesta e di partecipare il 21 dicembre ad una Giornata nazionale di mobilitazione in tutti gli Atenei”. Una riforma debole che secondo la Flc-Cgil si fonda su criticità, poiché riduce l’accesso all’Università da parte di studenti e di docenti-ricercatori, vanifica il diritto allo studio e mette tutto in mano ai privati, “espelle dall’Università intere generazioni di studiosi precari che hanno dedicato, spesso senza alcun riconoscimento dei risultati raggiunti, tanti anni alla ricerca e all’insegnamento, e non assicura gli strumenti necessari all’indispensabile ricambio generazionale”. Intanto domani il testo del disegno di legge verrà portato al voto del Senato.
 E oggi, alla vigilia del voto a Palazzo Madama, gli studenti universitari di Sassari invieranno un pacco dono natalizio per il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini. La riunione per la preparazione del pacco è convocata alle 10,30 e parteciperanno gli studenti e anche semplici interessati alla vita dell’Ateneo.
 Nella sede centrale, in piazza Università, gli studenti sceglieranno il dono ritenuto più idoneo e lo chiuderanno in una bella confezione prima di affidarlo agli incaricati della spedizione che raggiungeranno la sede delle poste centrali in via Brigata Sassari.
 
Pagina 2 - Cagliari
STUDENTI
Scuole occupate in attesa del decreto Gelmini
 
CAGLIARI. Si allunga la lista dei licei e istituti secondari di secondo grado in occupazione. Ieri con l’approdo del ddl Gelmini al Senato anche gli studenti del Liceo scientifico Pacinotti hanno dichiarato lo stato di occupazione ad oltranza. È un fenomeno in crescita che va ad aggiungersi alle innumerevoli forme di protesta che si stanno susseguendo in tutto il Paese. Anche la Rete della Conoscenza, il gruppo degli studenti medi, universitari, dottorandi e accademici di tutta Italia invita a manifestare il proprio dissenso alla riforma della scuola con lo sciopero della fame. Un’iniziativa drastica intrapresa il 16 dicembre a Roma da un folto gruppo di studenti e docenti e che si protrarrà fino al 22 dicembre, giornata in cui è fissata la votazione del ddl. Si continua invece con lo sciopero bianco all’Istituto Pertini che ieri si è riunito in un’assemblea per discutere sulle modalità dell’iniziativa e proprio in questi giorni, dopo il lungo periodo di pre-occupazione, anche gli studenti del Liceo Classico Siotto sono ufficialmente in occupazione così come il Liceo scientifico Pitagora, il Dettori e l’Eleonora d’Arborea. Anche per gli studenti medi è un periodo di preparativi: si fanno assemblee, si discutono le iniziative da portare in piazza, si tiene viva la protesta perché domani sarà una lunga giornata.(b.c.)
 
Pagina 9 - Attualità
LA GELMINI
«Ritirare la riforma? Neanche per scherzo»
 
 ROMA. «Non diciamo neanche per scherzo che è meglio ritirare il ddl di riforma dell’Università e aprire una discussione infinita. Chiamare frettoloso questo lavoro certosino significa disconoscere l’enorme impegno parlamentare». Lo ha detto il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, intervenendo in aula al Senato al termine della discussione generale sulla riforma dell’Università e sottolineando che la riforma è «indispensabile e indifferibile». Il ministro ha assicurato il suo «impegno» a dar vita ai «regolamenti attuativi nel più breve tempo possibile». Gelmini ha invitato l’opposizione a «non far mancare il suo contributo. Bisogna avere coraggio di cambiare».
 
 

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