Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
12 December 2010
Rassegna quotidiani locali
A cura dell’Ufficio stampa e web
 
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari - Pagina 27
Università
I ricercatori incontrano gli studenti
Il teorema di Pitagora spiega il no alla riforma
 
La protesta non è un gioco. Ma agli occhi di un bambino non può che essere altrimenti. Per questo venerdì sera gli studenti che da poco più di una settimana hanno iniziato l’occupazione del Palazzo delle scienze, hanno ospitato i giovanissimi alunni di alcune scuole elementari nell’androne dei locali di via Ospedale. Qui li hanno intrattenuti con giochi contenenti una base scientifica.
Nozioni di matematica, chimica e fisica sono state sviluppate in piccoli passatempi divertenti per trasmettere un messaggio forte: «Il loro percorso di studi un giorno sarà compromesso dal disegno di legge Gelmini. Vogliamo un’università pubblica per il loro futuro». Lo sostiene Valentina Onnis, referente per l’ateneo di Cagliari della rete nazionale ricercatori “Rete 29 Aprile”.
L’esigenza di coinvolgere anche i più piccoli nelle iniziative di protesta è arrivata dagli stessi genitori. «Ci hanno contattato per chiederci in che modo potevano unirsi a noi - racconta - ma ovviamente non ci sembrava giusto portare dei bambini di 10 anni ai nostri cortei o manifestazioni, anche perché non sarebbero in grado di capire quali sono le nostre ragioni. Così abbiamo pensato di invitarli al Palazzo delle scienze, dove siamo in occupazione dal 30 novembre. Per non annoiarli ci siamo inventati alcuni giochi scientifici».
Così il Teorema di Pitagora è stato applicato a puzzle da risolvere, le bolle di sapone un pretesto per parlare di tensione superficiale e altro ancora. Il tutto attorno a un ambiente colorato di palloncini e sculture gonfiabili. Intanto gli universitari si stanno preparando al corteo in città in programma martedì.
STEFANO CORTIS
 
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari - Pagina 27
Chiesto intervento urgente
Tirocini soppressi: appello alla Regione di centodieci giovani
 
«Il tirocinio rappresenta l’unico vero contatto con il mondo del lavoro e non capirne l’importanza ci penalizza: per questo motivo ci sentiamo violati nel nostro diritto a un maggior accrescimento personale, alla possibilità di diventare competitivi nel mercato del lavoro, nonché nella possibilità di scelta riguardo alla fruizione della preziosa possibilità garantita ai laureati degli anni precedenti e a noi negata: riteniamo che la questione non sia stata compresa appieno oppure - ma non vogliamo crederlo - che si volesse favorire la partecipazione a Master costosissimi solo a chi i mezzi economici li possiede e se così fosse sarebbe non solo ingiusto ed eticamente inaccettabile, ma profondamente disonesto».
È uno dei passaggi di una lettera aperta che 110 laureati e laureandi che si definiscono «giovani meritevoli che cercano un’affermazione nel mondo del lavoro» hanno inviato al presidente della Regione, agli assessori al lavoro e alla Programmazione, a numerosi dirigenti e a tutti i consiglieri regionali. Una missiva dai toni civili e molto ragionata in cui si esprime il rammarico per il fatto di non poter partecipare al bando Master and Back 2010/2011 né per quanto riguarda la parte dedicata all’Alta Formazione - «emessi esageratamente in ritardo, senza consentirci di poter avere una borsa di studio in tempi utili per affrontare i costi dei corsi stessi e di sopravvivenza lontani dalle nostre famiglie e per di più con una regolamentazione di partecipazione al bando che suscita non poche perplessità» - né alternativamente per quello dei tirocini, «soppresso con la giustificazione di aver rilevato che il tirocinante veniva sottoutilizzato o adibito a mansioni inferiori rispetto alle sue competenze e che quindi l’investimento sul percorso non avrebbe portato i risultati sperati in termini di occupazione».
La motivazione addotta dalla Giunta è che «il tirocinante veniva sotto-utilizzato o adibito a mansioni inferiori rispetto alle sue competenze e quindi l’investimento sul percorso non ha portato i risultati sperati in termini di occupazione».
Una tesi che i «giovani meritevoli» smentiscono perché, fanno notare, «i tirocini sono uno strumento essenziale di avviamento qualificato al lavoro per un laureato e ...nella maggior parte dei colloqui uno dei requisiti a cui si presta maggiore attenzione è l’esperienza lavorativa pregressa nonché l’attività prestata a titolo di tirocinante»
Da qui l’appello: «Chiediamo a Voi Tutti un intervento urgente affinché l’amministrazione regionale possa invitarci ad interloquire nell’auspicio di trovare un’apertura per ripristinare i dovuti fondi per una risorsa così importate, quella dei Tirocini formativi, e che potrebbe aprirci le porte di un avvenire oggi sempre più difficile anche solo da immaginare!»
 
3 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari - Pagina 29
Mobilitazione
Università, occupazione simbolica del Rettorato
 
Ricercatori, professori, personale tecnico-amministrativo, studenti e precari dell’Università di Cagliari ribadiscono, in un documento, la contrarietà alla riforma Gelmini «la cui approvazione metterebbe in grave pericolo la qualità e l’essenza stessa dell’università pubblica statale». Per questi motivi una rappresentanza delle componenti accademiche e degli studenti martedì, alle 9, occuperà simbolicamente il Rettorato, in concomitanza con la manifestazione nazionale indetta da varie sigle. «Il disegno di legge che sarà discusso al Senato - è stato spiegato - non risolve nessuno dei gravi problemi che affliggono l’università italiana». Dal Rettorato le delegazioni si uniranno poi nella stessa mattina al corteo che, partendo dalla piazza Garibaldi, sfilerà per le vie del capoluogo sardo.
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
Università, protesta-lampo in via Roma
Appello degli studenti alla società civile in vista della manifestazione di mercoledì
BETTINA CAMEDDA
 
CAGLIARI. L’onda della protesta non si arresta e promette di coinvolgere tutti. In attesa della manifestazione nazionale del 14 dicembre, gli studenti lanciano un appello alla società civile e preparano un flash mob per domani.
  Un grido dalle università a tutti i settori in crisi affinché scendano in piazza a favore del diritto allo studio, contro il DDL Gelmini. «Lanciamo questo appello - scrivono gli studenti - a partiti politici, sindacati, associazioni, ai cittadini e a tutte quelle realtà che riconoscono l’importanza di un’università pubblica non subordinata al mercato, realmente meritocratica, che punti sulla ricerca e sull’innovazione in quanto utili strumenti di progresso del nostro Paese». Lunedì prossimo è in programma un “flash mob” (riunione lampo) in via Roma dalle modalità ancora segrete. L’obbiettivo dovrebbe essere il palazzo del Consiglio regionale. Gli studenti non si arrendono e sono pronti per la grande mobilitazione nazionale fissata per il 14 dicembre, giornata decisiva per le sorti del Governo e per la successiva discussione della riforma al Senato. A Cagliari l’appuntamento è in piazza Garibaldi alle 9,30: studenti, ricercatori, lavoratori della scuola, uniti in corteo per ribadire la sfiducia al Governo. Sempre martedì alle 9 una rappresentanza delle componenti accademiche e degli studenti occuperà simbolicamente il Rettorato. Le delegazioni si uniranno poi al corteo.
 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 45 - Cultura e Spettacoli
Tutela e promozione della lingua sarda: si comincia dalla scuola
L’assessore alla Pubblica istruzione Milia spiega i quattro obiettivi che la Regione intende seguire
Tra i progetti anche fumetti come «Sorigheddu» e un software per il T9 negli sms in limba
MARCO SEDDA
 
FONNI. I bambini che amano i fumetti della Walt Disney potranno leggere in sardo le avventure di “Sorigheddu”, mentre gli adolescenti che smanettano sulle tastiere dei telefonini avranno un T9 per i loro sms in limba. Sono questi i progetti più curiosi che l’assessorato regionale alla Pubblica Istruzione, come ha assicurato l’attuale titolare Sergio Milia, vuole portare a buon fine in tempi brevi. Davanti alla platea di appassionati e studiosi che a Fonni ha seguito i lavori dell’ultima giornata della Conferenza annuale regionale della lingua sarda, Milia ha spiegato cosa farà l’assessorato per la sua tutela e valorizzazione. A cominciare dalla scuola: «Il prossimo anno scolastico partirà con l’insegnamento della lingua sarda: è un impegno che prendo come assessore». Milia, dopo aver annunciato la preparazione nel giro di pochi mesi di un disegno di legge che superi l’attuale normativa sulla lingua sarda, ha poi illustrato le quattro aree di intervento: Tutela e valorizzazione delle varietà linguistiche della Sardegna; Promozione e pianificazione linguistica e culturale; Promozione e valorizzazione della cultura e della lingua della Sardegna a scuola e nell’università; Promozione e rivitalizzazione della lingua sarda nell’ambito liturgico ed ecclesiale. Nel concreto, la Regione continuerà a sostenere i premi letterari e poetici in sardo, realizzare ricerche sulla situazione linguistica dell’isola, tradurre i classici; ancora, promuovere festival di cinema, teatro, musica e letteratura in sardo, pubblicare opere per l’apprendimento della lingua, concludere l’Atlante linguistico multimediale, realizzare il dizionario normativo e il vocabolario generale della lingua sarda. Tra gli altri progetti, il T9 (un software che permette di completare le parole di un sms utilizzando un dizionario integrato nel telefonino) in sardo, la promozione di programmi di scambio tra le letterature di minoranze europee, il finanziamento alle università per realizzare corsi in sardo, il sostegno a istituti privati che organizzino corsi di formazione per docenti, la promozione del sardo tra i giovani.
 È poi intervenuto il direttore della sede regionale della Rai, Romano Cannas: «È la prima volta che la Rai viene coinvolta nei lavori sulla lingua sarda», ha premesso, poi ha ricordato che «si è aperta una fase nuova nella Rai: 4 anni fa alla radio è ripresa la programmazione del sardo e ora per la lingua sarda ci sono anche gli spazi televisivi». Tra gli altri, il professor Nicola Tanda ha spiegato che la facoltà di Lingue dell’università di Sassari ha costituito un comitato scientifico sulla lingua sarda, mentre Mario Carboni del Comitadu de sa limba sarda se l’è presa con l’Isre «che non fa una politica linguistica, come invece prevede il suo statuto». Infine lo studioso Diego Corraine ha ricordato il processo di «italianizzazione forzata» avvenuto nell’isola e ha sottolineato come il sardo per essere visibile debba circolare dappertutto.
 
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 6 - Nuoro
Facile dare calci alla Gelmini ma per la scuola servono idee
FRANCESCO SECHI
 
Mi riferisco all’articolo sulla riforma della scuola e della università italiane pubblicato sulle pagine della «Nuova Sardegna» il 26 novembre scorso a firma di Luciano Piras per invitare il maestro-scrittore Albino Bernardini a dare il suo contributo indicando i lati negativi della riforma e a proporre quelli che dovrebbero rilanciare, a parere suo, la cultura, la scuola e in particolare l’università.
 È troppo semplice per un insigne maestro limitarsi a uno spot, augurandosi di voler prendere a calci nel sedere il ministro Gelmini.
 È bene soffermarsi sullo stato di grave disagio che attraversa la scuola italiana da parecchi decenni e proporre almeno qualche linea guida per rilanciarla, allontanandola dallo status quo in cui dominano prevalentemente gli interessi dei baroni con i loro privilegi e con la numerosa corte di parentopoli.
 È arrivato il momento, per ridare serietà ed efficienza alla scuola, di abbandonare il partito (e il sindacato) della spesa incontrollata e puntare decisamente sulla meritocrazia, tagliando tutti i rami secchi, le rendite corporative; gli intrallazzi e rivolgendo ogni sforzo e attenzione essenzialmente verso i giovani seriamente impegnati nella scuola e nella ricerca, giovani che andranno a rappresentare la spina dorsale della nostra società.
 È bene ricordare, nel contesto generale, le difficoltà finanziarie in cui si dibattono tutti i governi europei, per cui è arrivato il momento di razionalizzare la spesa puntando sui risultati e sulle eccellenze dei docenti, diboscando quella enorme foresta fatta di ingordi e parassiti.
 Con l’attuale disavanzo pubblico e con l’oneroso aggravio di interessi passivi, nell’ordine di alcune decine di miliardi all’anno, non andremo da nessuna parte e ci vedremo costretti a sottrarre risorse cospicue alla ricerca e allo sviluppo, mortificando i giovani desiderosi di affermarsi nel nostro paese.
 

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