Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
14 December 2010
Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa e web

 
1 – L’Unione Sarda
Prov Sulcis - Pagina 23
Una sinergia con l’Università
L’accordo. Protocollo d’intesa tra la Provincia e l’ateneo cagliaritano
 
Si comincerà con le convenzioni con il Dipartimento di Architettura e con la facoltà di Economia: saranno le prime di quella che si spera essere una lunga e fruttuosa collaborazione tra l’Università di Cagliari e la Provincia di Carbonia Iglesias.
Il protocollo d’intesa è stato firmato ieri mattina dal rettore dell’ateneo cagliaritano Giovanni Melis e dal presidente della Provincia Tore Cherchi: «Un accordo quadro di cooperazione - spiega Cherchi - che darà il modo di avviare collaborazioni tra le diverse strutture dell’Università e del nostro ente, fondando i progetti e i lavori futuri su quanto di più qualificato la ricerca scientifica possa offrire in questo momento. I quadri dell’amministrazione potranno così sviluppare nuove esperienze formative e arricchire il proprio bagaglio culturale. Un sistema di lavoro in sinergia già avviato negli anni scorsi con il Comune di Carbonia e che ha dato ottimi frutti».
Si comincerà a lavorare al piano di valorizzazione dei porti del territorio con il dipartimento di Architettura e con altri dipartimenti del settore Trasporti e Pianificazione e si collaborerà con la facoltà di Economia per la stesura del Piano strategico provinciale. Ma questo è (si auspica) soltanto l’inizio. «La sigla di protocolli d’intesa come questo - ha spiegato il rettore Melis - rappresentano il modo giusto per favorire la crescita del territorio: importante fare squadra con le imprese e con le amministrazioni realizzando scambi di esperienze e mettendo al servizio della società le conoscenze acquisite in ambito universitario».
Nel corso dell’incontro che ieri ha portato alla firma del protocollo d’intesa, si è anche concordato di sviluppare specifici studi sull’archeologia industriale e le relative infrastrutture e sull’elaborazione di standard edilizi volti all’incremento della qualità architettonica, della compatibilità ambientale e della riduzione del fabbisogno energetico degli interventi edilizi. (s. p.)
 
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari - Pagina 25
No alla riforma, sfilano gli studenti
In corteo anche operai Geas, pastori, precari e ricercatori
Università. Oggi dalle 9 manifestazione da piazza Garibaldi a piazza del Carmine
 
Gli studenti vogliono dare una spallata anche al governo Berlusconi nel giorno in cui la Camera vota la mozione di fiducia.
L’appuntamento è di quelli che contano. Perché dal voto di fiducia, in programma oggi alla Camera, dipende la sopravvivenza o meno del governo Berlusconi e, quindi, anche del disegno di legge Gelmini. Se a Montecitorio si procederà alla conta dei deputati, nelle piazze italiane gli universitari cercheranno di dare una spallata alla riforma. In città l’appuntamento è per le 9 in piazza Garibaldi, da dove partirà un corteo diretto in piazza del Carmine.
PARTECIPAZIONE La manifestazione è organizzata dagli studenti ma in strada ci saranno anche i lavoratori Geas, una rappresentanza del Movimento pastori sardi, i precari della scuola, i ricercatori e i lavoratori e dell’ateneo. La solidarietà agli studenti arriva anche dal Partito democratico, che ritiene la giornata di oggi «particolarmente significativa e innovativa sotto il profilo del coinvolgimento», perché organizzata spontaneamente dagli universitari «senza avere alle spalle alcun partito e alcun sindacato».
PERCORSO Tutti uniti per sfilare in piazza Garibaldi, via Sonnino, via XX settembre, via Roma, via Sassari e piazza del Carmine per ribadire il no al Ddl «che darebbe il colpo di grazia all’università, dopo vent’anni di indecenti riforme di ogni colore», come si legge nel documento programmatico presentato ieri mattina dagli organizzatori, al termine di un’assemblea tenutasi nell’aula 17 del Magistero, occupata.
IL PROCESSO «La nostra protesta contesta un progetto che parte da lontano», affermano gli studenti. Precisamente dal “processo di Bologna”, dal nome della sede dell’incontro internazionale, che nel 1999 ha stabilito l’iter dell’omologazione dei sistemi universitari dei paesi Ue. Un effetto concreto del “processo” è il sistema dei crediti e la maggiore presenza dei privati nei Consigli di amministrazione degli atenei. Secondo gli organizzatori, in questo modo si trasformerebbero «le università da luoghi di libera circolazione del sapere a mere fabbriche di eterni precari legati ai capricci dei capitali che andranno a finanziare le facoltà».
COMUNE La protesta di oggi investe anche le istituzioni locali. «In una città con circa 37 mila studenti sono disponibili solo mille posti letto», si afferma nel documento. Nel mirino il Comune, «che ha bocciato il progetto di Campus universitario, facendo così andare in fumo 120 milioni di euro. Mentre ha finanziato, assieme a Regione e Provincia una struttura ecclesiastica, il College di Sant’Efisio, con 20 milioni di euro».
MARIO GOTTARDI
 
Cronaca di Cagliari - Pagina 25
Siotto, i liceali occupano le aule della scuola
Oggi parteciperanno alla protesta contro il disegno di legge del ministro Gelmini
 
“ Pre - occupati ”, recita lo striscione che i ragazzi del liceo classico Siotto hanno preparato per il corteo di questa mattina. L’istituto ieri è stato occupato dagli studenti, in agitazione contro la riforma universitaria del ministro Gelmini.
All’ingresso, un gruppo di ragazze controlla che non entrino persone esterne al liceo, mentre sulla facciata dell’istituto sventola uno striscione con la scritta “ Il nostro futuro, la nostra lotta ”. Una protesta pacifica, iniziata ieri con un’assemblea, durante la quale alcuni studenti universitari hanno spiegato ai liceali i punti principali della riforma, e proseguita con laboratori, dibattiti e lettura dei giornali. «Siamo contro il taglio delle borse di studio e dei ricercatori, e contro l’entrata dei privati nel consiglio d’amministrazione dell’università», ha spiegato il rappresentante d’istituto Alberto Lostia. «La riforma riguarda l’università, ma anche noi che dovremo proseguire il nostro percorso di studi». Non una protesta politica, dato che anche i giovani di centrodestra approvano parzialmente l’iniziativa: «La condividiamo, sia per i motivi che per il metodo scelto, anche se valutiamo positivamente alcune parti della riforma», spiega Andrea Lai. «In questo modo facciamo sentire il nostro dissenso senza interrompere le lezioni».
La vicepreside Maria Pia Massetti aspetta l’evolversi della situazione: «Capisco i problemi dei ragazzi, ma se confermeranno la scelta di occupare la scuola durante la notte, sarò costretta, come prevede la legge, a chiamare la polizia», dice, quasi dispiaciuta. Intanto, anche gli istituti Brotzu e Pitagora sono in autogestione, e altre scuole sono pronte ad unirsi alla protesta. ( fr. fu. )
               
Cronaca di Cagliari - Pagina 25
l’iniziativa
I goliardi sotto il Consiglio
 
Quasi una versione riveduta e corretta della “corsa dei carretti”, organizzata dagli universitari fino al 1970, ricordata ieri da L’Unione Sarda . Peccato che non si trattasse di un evento goliardico ma di una protesta contro la riforma Gelmini. Circa 60 studenti ieri dalle 18, hanno distribuito volantini nel quartiere di Marina e attuato un secondo flash mob , un’azione insolita e fulminea in un luogo pubblico, dopo quello andato in scena il 4 in via Manno.
Scesi dal Palazzo delle Scienze occupato, gli universitari si sono ritrovati nel piazzale del Consiglio regionale. Non con un carretto ma a piedi. In testa non la feluca, il celebre cappello a punta simbolo del movimento goliardico, ma quello quadrato da dottore, a simboleggiare l’agognata laurea messa a repentaglio dai tagli previsti della riforma, raffigurati da un paio di forbici di cartone lunghe tre metri.
Armati di fischietti, gli studenti con i cappelli scappavano, correndo, dalle grandi forbici, che li tallonavano. Prima attraverso i portici di via Roma, poi nei vicoli di Marina, nelle vie Sardegna, Baylle e Sant’Eulalia, in piazza Dettori e poi in via Principe Amedeo, via Torino, via Manno e piazza Yenne.
Commercianti, artigiani e semplici passanti hanno assistito attoniti e divertiti al corteo, senza capire quello che accadeva fino a quando non è stato dato loro il volantino con le ragioni della protesta. (m. g.)
 
Provincia di Sassari - Pagina 27
Studenti in piazza col lutto al braccio
«L’istruzione muore»: protesta contro la riforma Gelmini
Sassari. Sfilano a centinaia, mentre dal rettorato arriva un appello ai senatori sardi
 
Al motto di "Se votate la riforma ce ne andiamo", circa duecento universitari hanno sfilato con un lutto al braccio, un libro, una valigia.
Qualcuno ha scelto destinazioni calde ed esotiche, la Colombia o la Giamaica. Altri hanno preferito restare in Europa, e quindi Bruxelles, Madrid o Parigi. Una cosa però è certa: via al più presto dall’Italia. Gli studenti e i ricercatori di Sassari non si rassegnano e sono tornati ancora una volta in piazza per manifestare contro la riforma Gelmini.
NUOVI EMIGRANTI Dopo il processo agli intellettuali che hanno fatto la storia della Sardegna, messo in scena qualche settimana fa, ieri mattina è stato un corteo a invadere le vie del centro. L’iniziativa ha il sapore amaro di chi sa di avere perso in partenza. Al motto di "Se votate la riforma ce ne andiamo", circa duecento universitari hanno sfilato con un lutto al braccio, un libro, una valigia e un cartello con la destinazione prescelta, per simboleggiare la partenza verso altri paesi, la cultura da difendere e il dolore per il crollo culturale del Paese. Accanto alle mete serie sono spuntate anche quelle ironiche. Roberto Farris, studente di Economia, ha scelto di partire per il Congo: «Vado in Africa - esclama - perché alla fine non so cosa è meglio». C’è anche chi la butta sull’umorismo e vorrebbe andare ad Antigua, l’isola a regime fiscale favorevole nota per gli investimenti del premier Berlusconi. E poi ancora Londra, Cina e San Pietroburgo.
PROTESTA PACIFICA I giovani hanno camminato sino a piazza d’Italia, passando per via Arborea, via Torre Tonda e via Carlo Alberto, un percorso deciso appositamente per evitare disagi agli automobilisti. L’iniziativa, ideata da Stefano Erriu, studente di Scienze politiche, si è conclusa con un flash mob, ovvero un’azione collettiva. I giovani hanno intonato a squarciagola la canzone Che sarà, dei Ricchi e Poveri e poi si sono incamminati verso la stazione per esprimere solidarietà agli operai della Geas.
APPELLO AI SENATORI Nel pomeriggio di ieri è arrivato anche un appello dell’Università di Sassari. In una nota, condivisa dal rettore Attilio Mastino e dal consiglio d’amministrazione dell’ateneo, si chiede ai senatori eletti nei collegi sardi di votare contro la riforma «perché sia preservato il patrimonio plurisecolare degli atenei di Sassari e Cagliari». «Onorevoli senatori - si legge - sappiate che la conseguenza dell’approvazione di questa legge sarà una Sardegna socialmente, culturalmente ed economicamente più povera e produrrà ricadute negative per la comunità dei sardi di cui dovrete assumervi la responsabilità».
ANTONIO MUGLIA
 
3 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari - Pagina 24
Caccia all’elisir di lunga vita nella città dei 42 centenari
Cagliari vanta il record di longevità nell’Isola ed è al centro degli studi portati avanti da un équipe internazionale di esperti
Provincia. Presentato il progetto di ricerca sulla longevità
La più grande comunità di centenari presente in Sardegna vive proprio in città: si tratta di 42 persone su 361 sparse in tutta l’isola che stanno calamitando l’attenzione dei ricercatori di tutto il mondo impegnati a capire, attraverso lo studio dei geni e dell’ambiente, il segreto della loro longevità. Il secondo centro della provincia col maggior numero di nonni che hanno spento più di cento candeline è Quartu Sant’Elena, dove vivono 11 centenari, ma ci sono anche Assemini e Capoterra che ne contano tre.
IL PROGETTO I dati sono stati raccolti nell’ambito del progetto “Comunità della longevità”, di cui la Provincia di Cagliari è socio fondatore assieme a quella dell’Ogliastra: all’iniziativa partecipano anche la regione di Okinawa in Giappone e quella di Gugoksundam in Corea, che ha lanciato l’iniziativa. Si tratta di aree, chiamate zone blu, accomunate da fenomeni di longevità e oggi sotto la lente d’ingrandimento degli studiosi che puntano a individuare i segreti capaci di portare al miglioramento della qualità della vita e all’allungamento della sua durata. Coordinato dal presidente dell’associazione culturale Trame intercultural links, Andrea Corriga, assieme alla coreana Youn Hee Park, il progetto nato nel 2007 è stato illustrato ieri dal presidente del Consiglio provinciale Roberto Pili, che ha annunciato l’istituzione di un comitato scientifico a supporto del programma: «Gli obiettivi - spiega - sono promuovere gli studi scientifici e mettere insieme ricercatori di popoli così lontani per studiare i fattori concomitanti che possano aiutarci a capire se, oltre al patrimonio genetico, esista anche una facilitazione di tipo ambientale tale da portare a questi risultati».
LA RICERCA Se l’elisir di lunga vita si nasconda nell’aria di mare che si respira in città, nei frutti delle campagne ogliastrine e asiatiche o nel patrimonio genetico degli abitanti, lo stabiliranno i ricercatori. Per ora resta il mistero che, come ha auspicato il presidente della Provincia di Ogliastra Bruno Pilia, dev’essere svelato a tutti i costi. Impegnati in prima linea nella ricerca ci sono Francesco Cucca, direttore dell’Istituto di Neurogenetica e Neurofarmacologia del Cnr della Cittadella universitaria di Cagliari, e Gianni Pes, docente della scuola di specializzazione di Scienze dell’alimentazione dell’università di Sassari, assieme a Luisa Salaris, della facoltà di Scienze Politiche di Cagliari, che ha elaborato i dati sui centenari nella nostra provincia.
CACCIA ALL’ELISIR Le attenzioni dei ricercatori si concentrano sui vari aspetti legati allo stile di vita, tra i quali giocano un ruolo fondamentale l’alimentazione e l’attività fisica, come ha sottolineato il ricercatore Gianni Pes, secondo il quale un modello di vita originario della Sardegna, una volta individuato e associato ai fenomeni di longevità, potrebbe essere proposto anche in altri Paesi.
NICOLA PERROTTI

 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
Incontro tra l’Ateneo e la Provincia
Ancora in forse la sopravvivenza della sede di Monteponi
PIERLUIGI CARTA
 
Restano ancora in sospeso le divergenze tra il presidente della Provincia di Carbonia-Iglesias Salvatore Cherchi e il rettore dell’università di Cagliari Giovanni Melis per quanto riguarda il mantenimento della sede decentrata di Monteponi. Ieri mattina nei locali del rettorato, in occasione dell’incontro per la firma di un protocollo d’intesa, hanno ribadito le loro posizioni. Il rettore ha dichiarato che si son fatti passi avanti riguardo i master e l’università on-line. Mentre si dimostra più deciso il presidente Cherchi, il quale annuncia: «Stiamo lavorando in sostegno dell’Ausi, in modo da potenziare la presenza accademica sul territorio. Noi ambiamo ad assicurarci il Centro Interdipartimentale di Ricerca per l’Energia, Ambiente e Materiali, con il sostegno di Sardegna Ricerche e, si spera, con quello dell’università». Su quest’ultimo punto il rettore Giovanni Melis non si è sbilanciato.
 Operativo da subito, l’accordo firmato ieri si tradurrà in uno strategico rapporto tra i due enti, al fine di consentire un’integrazione reciproca delle attività sul territorio della provincia. «È un accordo che favorisce tutte le parti - afferma il presidente Cherchi - le amministrazioni ne ricaveranno un surplus in competenze professionali, grazie all’affiancamento dei ricercatori e professori. Mentre l’università potrà sfruttare l’occasione di collaborare allo sviluppo effettivo del territorio tramite l’applicazione della ricerca».
 Infine: le prime due convenzioni stipulate da Provincia e università coinvolgeranno il dipartimento di Architettura e la facoltà di Economia.
 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 5 - Sardegna
Forbici, lutto al braccio e valigia: i flash mob contro la riforma Gelmini
 
SASSARI. Due ingredienti: folla e gambe svelte. Tutto il resto è contorno, un’aggiunta legata alle ragioni dell’evento. La valigia a Sassari, le forbici a Cagliari. I ragazzi con il lutto al braccio che cantano «Che sarà della mia vita, chi lo sa», gli universitari che corrono a sciami nelle strade dello shopping natalizio, in fuga dai tagli del governo. Flash mob in due declinazioni, uguale obiettivo, nell’isola come oltre il mare: flashmobbers in azione anche a Padova, Siena, Napoli e Torino. Tutti contro la riforma Gelmini, accabadora dell’università.
 A Oslo, il 29 maggio scorso, erano in 18mila: il più grande flash mob della storia (dall’inglese flash=breve esperienza e mob=folla) è andato in scena alla Telenor Arena, durante l’Eurofestival. Ma non è questo il più famoso: c’è stato quello di Napoli del 4 ottobre 2009, quando un gruppo di giovani si è radunato in piazza del Plebiscito e in onore di Michael Jackson, appena scomparso, si è scatenato nella coreografia di Beat it. Molti di quei ragazzi, due mesi dopo, hanno preso parte al primo flash mob sociale, ancora a Napoli, contro la camorra: 300 persone in piazza del Gesù sono cadute a terra, colpite dagli spari. Motivazione nobile, come quella che ha spinto a organizzare i due nell’isola, ieri mattina a Sassari e ieri pomeriggio a Cagliari. Gli studenti, quelli che vanno ancora a scuola e gli universitari, tutti insieme contro la riforma Gelmini. Il tam tam su Facebook, con gruppi nati per l’occasione. Le adesioni che aumentano di giorno in giorno, l’annuncio di solidarietà fisica e morale: tanti cliccano alla voce non parteciperò, perché quel giorno saranno lontani o impegnati al lavoro, ma garantiscono che faranno girare la voce. Su internet, ma anche con i più antiquati sms come attraverso i classici volantini. Funziona così: i partecipanti si incontrano a una certa ora in un punto stabilito, a volte già con il materiale necessario, a volte scoprono solo all’ultimo momento perché sono lì e che cosa devono fare. A Sassari e a Cagliari le informazioni sono arrivate in anticipo. A Sassari era obbligatorio presentarsi con la valigia, il cartello di destinazione, il lutto al braccio e uno o più libri. Il significato: se sarà approvata la riforma, saremo costretti a partire, ad andare a studiare lontano. Protesta ironica ma neanche tanto, tradotta in musica al coro di “Che sarà”, la canzone dei Ricchi e Poveri e Josè Feliciano. A Cagliari niente bagagli, solo il pileo (il cappello degli universitari) e un forbicione di 2 metri realizzato a tempo di record: simboleggia i tagli, la scure del governo, e i ragazzi corrono, scappano all’impazzata al grido di «Taglia, Tremonti taglia».
 È andata bene, il flash mob è stato un successo, al Nord come al Sud. Racconta Stefano Erriu, 24 anni, di Cabras, studente di Scienze politiche a Sassari, uno degli organizzatori dell’evento: «Eravamo almeno 300, c’erano anche tanti ragazzi delle Superiori, quelli che domani andranno all’università. E c’erano i ricercatori, quelli che la riforma Gelmini condanna a una vita da precari». Su Facebook il gruppo “Flash mob diritto allo studio” è una realtà che cresce, altre iniziative verranno programmate a breve. Protesta pacifica ed efficace, manifestazioni originali che stanno diventando fenomeni di massa. Anche se non sempre si caricano di un significato sociale o politico. Perché oltre al flash mob in movimento, c’è anche il freeze flash mob: è quello congelato, cioè immobile. I partecipanti affollano un luogo e all’improvviso, a un segnale prestabilito, si fermano. Restano impalati, inchiodati sul posto, neanche un battito di ciglia. È successo a Sassari, il 14 novembre 2009, all’Emiciclo Garibaldi. La gente guardava i ragazzi perplessa, loro da quel momento ci hanno preso gusto.
 
Pagina 1 - Cagliari
Universitari, happening lampo in via Roma sulla scia della «risata che sepellisce il potere»
Il forbicione taglia-studenti
«Vogliamo che cada il governo, così salta la riforma»
Un mini corteo improvvisato tra lo shopping
BETTINA CAMEDDA
 
 CAGLIARI. Un forbicione di due metri che insegue un centinaio di giovani con il «pileo», il celebre cappello da laureato. È la scenografia dell’ultimo flash mob studentesco andato in scena ieri sera, prima del fatidico “verdetto finale” di stamane che si deciderà in Parlamento. Al grido di «taglia, Tremonti taglia...» il corteo universitario ha invaso le vie cittadine e conquistato il pubblico.
 Per gli studenti tutti devono sapere anche a costo di bloccare il traffico e distogliere l’attenzione dei passanti dallo shopping natalizio. Si scende in piazza ancora una volta per denunciare i tagli indiscriminati alla cultura e al futuro di quei giovani che sperano di poter indossare, prima o poi, quel conquistato pileo. Appuntamento allora davanti al palazzo della Regione e poi di corsa lungo i portici di via Roma: pileo in testa, fischietto e volantini da distribuire. Da via Roma il corteo ha proseguito per via Sardegna fino alla via dello shopping, via Manno. Una corsa continua fino a piazza Yenne dove, tutti insieme, hanno lanciato in aria i cappelli. Vetrine addobbate a festa, luci soffuse colorate e dolci signorine vestite da Babbo Natale, ma l’attenzione era solo per gli studenti e per quell’insolito forbicione gigante, realizzato in due giorni. «Il flash mob, realizzato dal gruppo “flash mob Eventi”, è solo un modo ironico per sensibilizzare i cittadini - spiega Marco Meloni, presidente del consiglio degli studenti universitari - ma soprattutto un invito alla grande manifestazione di oggi che partirà da piazza Garibaldi e culminerà in piazza del Carmine dove si terrà un dibattito. La nostra speranza è che questo Governo cada, così la legge nno sarà approvata». Tra gli invitati non solo gli universitari ma tutti gli studenti, i ricercatori e chi in questi mesi ha sostenuto la loro protesta. «Con noi ci saranno anche i dipendenti del Teatro lirico - continua Marco Meloni - e altre vertenze che porteranno la loro solidarietà come i lavoratori della Geas, della Rockwool e i pastori». Per gli studenti «il voto contrario al ddl Gelmini deve arrivare prima di tutto dalle piazze».
 
Pagina 1 - Cagliari
Giovani e ricercatori col fiato sospeso
Manifestazione da piazza Garibaldi mentre si aspetta il voto alla Camera, test sulla riforma
 
CAGLIARI. Fervono i preparativi nelle ore che precedono la grande manifestazione nazionale di oggi. Una riforma della scuola appesa ad un filo strettamente correlato alla grande compravendita di parlamentari di questi ultimi giorni. Perché un dato per gli studenti è chiaro: se questo Governo otterrà la fiducia la riforma verrà approvata. Ieri mattina gli studenti, che da settimane occupano il Magistero hanno convocato un’assemblea nell’aula magna del corpo aggiunto per indicare le modalità della mobilitazione studentesca e spiegare, ancora una volta, il ddl Gelmini. Ieri sera invece alle 18 gli studenti si sono dati appuntamento per un altro flash mob: tutti in via Roma, davanti al Palazzo della Regione. Unica richiesta portare un cappellino da laureato. E stamane si riparte con la mobilitazione. L’incontro è fissato per le 9.30 in piazza Garibaldi da cui partirà un lungo corteo. Ci saranno anche i ricercatori che alle 9 faranno un presidio al rettorato. Quella di oggi è una giornata decisiva. Verso le 11 infatti è prevista la votazione alla Camera. Sostegno anche da parte degli studenti Erasmus che tra ieri e oggi si sono riuniti in diverse città d’Europa: «La nostra - fanno sapere gli studenti italiani all’estero - è e sarà un’unica voce, in quanto avvertiamo la necessità di far arrivare un segnale forte di solidarietà a chi protesta in Italia e di affermare il nostro rifiuto verso questa riforma». (b.c.)
 
Pagina 5 - Sardegna
L’APPELLO
Il rettore di Sassari: senatori, votate contro
 
SASSARI. Si rivolgono ai senatori eletti in Sardegna: «Non votate la proposta di legge di riforma dell’università». L’appello arriva dall’ateneo sassarese, in testa il rettore Attilio Mastino, ed è contenuto in un documento firmato da rappresentanti dei docenti, studenti e personale tecnico-amministrativo. Nella lettera inviata ai parlamentari, si chiede che «sia preservato il patrimonio pubblico plurisecolare rappresentato delle due università sarde. Dovete votare contro la riforma perché non si riducano ulteriormente i finanziamenti destinati allo studio e alla ricerca che vedono la nostra isola fanalino di coda in tutta Europa, perché i giovani non siano ulteriormente costretti a emigrare anche per studiare, perché non sia favorita la “perdita” di centinaia di persone qualificate che lavorano come precari nelle università sarde, perché sia garantito il valore d’indipendenza nella ricerca e nell’insegnamento». Nell’appello del mondo accademico sassarese si sottolinea come «il ddl voluto dal ministro Gelmini punirà soprattutto i più deboli, quelli che non sono tutelati, facendo pagare il conto solo alle nuove generazioni, cioè agli studenti e ai “giovani” ricercatori, precari e non. I ricercatori che oggi lavorano negli atenei della Sardegna sono oltre 750: se sarà approvata questa legge, saranno rottamati. La conseguenza dell’approvazione - prosegue il documento - sarà una Sardegna socialmente, culturalmente ed economicamente più povera. Al fine di salvaguardare la funzione strategica dell’università in Sardegna per assicurare davvero infrastrutture, diritto allo studio, dotazione di ricerca che garantiscano un’alta formazione pubblica di livello europeo, è necessario - si conclude l’appello - che forte e chiara si levi contraria la vostra voce».
 
Pagina 3 - Nuoro
Contro la Gelmini ballo sardo e perline
I mille volti dell’autogestione nelle Superiori che protestano per la riforma
Tra i vari comitati creati dai ragazzi c’è anche quello per realizzare collanine e finanziare così il viaggio d’istruzione
VALERIA GIANOGLIO
 
 NUORO. Maxi lezioni di ballo sardo, dibattiti sul futuro della scuola pubblica e dell’università, intere classi che intrecciano nastrini e perline per finanziarsi la gita, visti i tempi di magra per il settore istruzione. Passati i tempi delle autogestioni improvvisate, prive di contenuto, e terribilmente noiose. Nelle scuole superiori nuoresi che in questi giorni stanno protestando contro la riforma Gelmini, si vede davvero di tutto. C’è chi, come allo Scientifico, ha sfruttato l’occasione per discutere di un tema sempre attuale come la donazione degli organi. Chi, come gli studenti del Liceo Classico, ha preferito invitare un ricercatore sassarese originario di Irgoli, Gianni Battacone che è una specie di luminare sui temi della riforma Gelmini. C’è chi, come alle Magistrali, vista la scarsità dei fondi a disposizione delle scuole, per finanziare il viaggio d’istruzione a Bruxelles, ha deciso con molto spirito di iniziativa di impiegare il proprio tempo intrecciando nastri e perline. Per poi venderle e ricavarne qualche euro. E c’è persino chi, per non restare con le mani in mano, ha declinato la propria protesta contro la riforma scolastica, creando addirittura un «comitato di ballo sardo» nello storico ex istituto Magistrale.
 Chi pensava, insomma, che l’autogestione proclamata da giorni in tutte le scuole superiori cittadine contro la Gelmini, fosse una sorta di contenitore vuoto, una banale scusa per anticipare le vacanze di Natale, si sbagliava di grosso. Lo provano le decine di comitati creati dagli studenti, le altrettante occasioni di dibattito e discussione con esperti, i fili diretti con il Parlamento e il dibattito sulla riforma. Lo provano anche le idee che gli studenti, sollecitati da alcuni presidi, tirano fuori in questi giorni per dimostrare di essere alunni responsabili. Anche durante un’autogestione.
 Il preside dello Scientifico, Bachisio Porru, ad esempio, con i suoi studenti già dai giorni scorsi ha stipulato una sorta di patto di corresponsabilità, con tanto di fondo annesso. I suoi circa mille studenti, prima di cominciare l’autogestione, hanno versato ciascuno pochi euro, con uno scopo preciso: creare un fondo dal quale attingere nel caso di arredi della scuola danneggiati durante le giornate di protesta. Al liceo Classico presieduto da Antonio Fadda, invece, è già da un anno che gli studenti versano un euro al mese per creare un fondo scolastico a disposizione per varie occasioni. L’autogestione è una di queste. I panini da divorare tra un dibattito e l’altro, i cartelloni colorati, e tanto altro, sono stati finanziati, infatti, con i soldi di quel fondo. Alle Magistrali dirette dalla preside Carla Marchetti, poi, sono stati così creativi, che gli studenti hanno pensato bene di non perdere tempo prezioso in vista del concerto di fine anno: tra i vari comitati hanno creato anche quello musicale. Mentre nell’auditorium dello stesso istituto, un gruppone di ragazzi impiega le pause ballando sulle note di un organetto. Perché anche questo, a Nuoro, è autogestione: il comitato di ballo sardo.
 
Pagina 22 - Sassari
Rabbia e ironia, universitari con il trolley
«Se passa la riforma riparte la protesta»
ANTONIO MELONI
 
 SASSARI. Un trolley, il lutto al braccio e al collo un cartello con la destinazione. Sfuma la rabbia, monta l’ironia fra gli universitari alla vigilia del d-day. Oggi si vota il ddl Gelmini, ieri, in piazza d’Italia, nuova manifestazione del coordinamento studenti e ricercatori con più di duecento persone partite alle dieci dal Rettorato.
 Tre gli oggetti-simbolo al centro della tragicommedia inscenata poco dopo sul palco di piazza d’Italia. L’idea è venuta a Stefano Erriu, studente di Cabras a Scienze politiche immagi. «Se passa la riforma - spiega - buona parte di noi sarà costretta a emigrare e la valigia è il simbolo di questa migrazione intellettuale, rafforzata dai libri che ognuno tiene sotto un braccio listato a lutto per la scomparsa della cultura».
 Il tam tam è cominciato a voce nei giorni scorsi, poi su Facebook e con gli sms. Adesioni da Cagliari e Oristano, ma anche da Napoli, Siena, Padova e Torino dove hanno preso iniziative analoghe.
 Ieri in piazza Università c’era anche Alessandra Cattani, ricercatrice di Lingue: «Se il decreto passa - dice - non ci fermeremo, valuteremo l’opportunità di promuovere altre iniziative per continuare la protesta». In silenzio, scortati dalle forze dell’ordine, sono arrivati in piazza d’Italia percorrendo le vie Torre tonda, Enrico Costa e Carlo Alberto: traffico bloccato, ma solo per pochi minuti, giusto il passaggio del corteo.
 In piazza, due sirene in sequenza e poi tutti fermi sulle note e il testo di «Che sarà», la celebre canzone di Josè Feliciano, Sanremo 1971. «La speranza che il decreto non passi - dice Roberto Santoru, presidente del Consiglio studentesco - c’è sempre, il senso di questa manifestazione è proprio quello di non far calare l’attenzione sul problema a ventiquattr’ore dalla discussione in Senato».
 Al termine della rappresentazione, la proposta fuori programma di una visita di solidarietà agli operai Geas è stata accolta con slancio. Così, da piazza d’Italia, il corteo si è spostato sul Corso alla volta di porta Sant’Antonio e della Stazione. Anche lì un presidio fisso, storie difficli e l’attesa spasmodica di un segnale che riaccenda le speranze e dia via allo sblocco della vertenza.
 
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Oristano
Una rimpatriata prenatalizia per gli studenti del Consorzio Uno
 
ORISTANO. Una rimpatriata, ma sarà difficile vedere troppi capelli bianchi, vista la giovane età dell’università oristanese. Ad incontrarsi nell’auditorium San Domenico, venerdì alle 17.30, saranno infatti gli ex alunni dell’ateneo oristanese. E infatti l’iniziativa è stata denominata “Noi siamo Uno day”, riprendendo lo spot che l’università ha lanciato nelle sue campagne promozionali.
 Sarà l’occasione per festeggiare chi ha completato il proprio percorso di studi universitari in città e per scambiarsi gli auguri per l’imminente Natale, assieme agli studenti, ai docenti e agli amici della sede universitaria. Ospite d’onore sarà la scrittrice Michela Murgia, vincitrice dell’ultimo Premio Campiello.
 
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
In città sono quarantadue gli ultracentenari
Presentato in piazza Palazzo il progetto di studio «Comunità mondiale longevità»
 
 CAGLIARI. Nella provincia di Cagliari vi sono 99 ultracentenari. In quella dell’Ogliastra 13. Il record lo ha Cagliari con 42 persone che hanno superato il secolo, seguita da Quartu con 11 grandi anziani.
 Da qui il progetto «Comunità mondiale della longevità» promosso dalle due province e presentato ufficialmente ieri dal presidente del consiglio provinciale Roberto Pili. Il piano è stato sottoscritto anche dalla regione di Okinawa, in Giappone, e da quella di Gugoksundam in Corea per approfondire, dove la longevità accomuna le popolazioni con quella sarda. Nello scorso ottobre era stato presentato un memorandum d’intesa per la promozione di scambi pubblici e privati volti alla creazione di una «cultura della longevità». Alla presentazione di ieri hanno Bruno Pili, presidente della Provincia ogliastrina; Francesco Cucca, direttore Istituto Neurogenetica e neurofarmacologia del Cnr di Cagliari e professore associato nel dipartimento Scienze biomediche a Sassari; Gianni Pes, docente della scuola di specializzazione di Scienze dell’Alimentazione Università Sassari; Luisa Salaris, del dipartimento ricerche economiche di Scienze politiche a Cagliari; e Andrea Corriga, coordinatore del progetto e presidente dell’associazione culturale Trame Intercultural Links.
 La seduta dl consiglio provinciale è poi proseguita con la trattazione delle quattro priorità iscritte all’ordine del giorno: l’istituzione dell’«area protetta di Gutturu Mannu» e l’approvazione dell’accordo di programma; l’ordine del giorno presentato da Andrea Dettori (capogruppo Sel) sulla riduzione del numero di alunni per classe nel rispetto delle norme di sicurezza nelle aule; e la prosecuzione del dibattito sulla presentazione delle linee programmatiche di governo del presidente della Provincia.
 
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 22 - Sassari
I pastori a Scienze politiche stamane incontro con l’Mps
 
SASSARI. Gli studenti interrogano il Movimento dei pastori sardi. Stamane alle 10,30, nell’aula magna di Scienze Politiche, l’Associazione Scienze politiche di Sassari, la Libreria Odradek/Interno4 e il Circolo culturale eno-gastronomico «Il Vecchio Mulino» organizzano un incontro con il Movimento dei Pastori Sardi in cui sanranno discussi i problemi dell’agricoltura e della pastorizia in Sardegna, i nodi irrisolti e le ragioni che hanno portato alla mobilitazione e agli atti di protesta del Movimento dei Pastori Sardi.
 L’incontro si preannuncia particolarmente ricco di spunti soprattutto per gli studenti, che vogliono conoscere meglio i contenuti delle recenti manifestazioni di proptesta. Durante la mattinata interverranno Felice Floris (leader indiscusso del Movimento dei pastori sardi), Giuseppe Pulina (professore di zootecnica speciale della facoltà di Agraria e direttore del Dipartimento scienze zootecniche dell’università di Sassari), Luigi Bua (professore di sociologia dei processi Culturali della facoltà di Scienze politiche di Sassari), Giuseppe Doneddu (professore ordinario di storia economica della facoltà di scienze politiche e dipartimento di Storia dell’Università di Sassari) Dopo gli interventi programmati, è previsto il dibattito finale.
 L’incontro sarà moderato da un rappresentante dell’Associazione scienze politiche di Sassari.
 
 

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