Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
08 December 2010
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
 
       
L’UNIONE SARDA
01 - Bergonzoni, domani alle 11 l’incontro con gli studenti dell’Università
02 - Cure a distanza per il cuore dei sardi
03 - Nuoro Corteo e incidente, ingorgo
04 - La Sardegna alla conquista dell’IPad
05 - Scala, lacrimogeni e feriti. Tutti in piazza contro i tagli alla cultura
06 - Bergamo. Vendetta degli studenti, sterco a casa Gelmini

LA NUOVA SARDEGNA
07 - Nuoro: «Addio polo universitario»
08 - Bergamo, sacchi di letame sotto casa della Gelmini
09 - Scuola: «Occorre razionalizzare le spese e dare risorse alla ricerca»
10 - Finanziaria, soldi alle scuole private e tagli al cinque per mille
11 - Tutela del sardo, a Fonni tre giorni di intenso dibattito 
  
QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa CRUI
Link: rassegna stampa MIUR
    
  
 L’UNIONE SARDA
 
1 - L’Unione Sarda / Spettacoli e Società - Pagina 54
Appuntamenti
BERGONZONI
Riviato a domani alle 11 l’incontro tra Alessandro Bergonzoni e gli studenti dell’Università di Cagliari. L’attore, in scena ancora oggi al Massimo con Urge , si confronterà con il pubblico nell’aula verde della Cittadella dei musei, in piazza Arsenale. Ingresso libero.
 
 
2 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari - Pagina 25
Presentato il progetto Remote. Nell’Isola alta incidenza delle cardiopatie congenite
Cure a distanza per il cuore dei sardi
Sistema testato dalla Cardiologia pediatrica del Brotzu
Fare una diagnosi a distanza. Ora, sarà possibile grazie a un progetto portato avanti da Brotzu e Crs4.
Valutare in tempo reale le condizioni di un neonato affetto da cardiopatia congenita attraverso un dialogo a distanza tra un ospedale periferico e un centro ad alta specializzazione. È l’obiettivo del progetto Remote (acronimo di Risorse e modelli organizzativi in telecardiologia) presentato ieri all’ospedale Brotzu di Cagliari. L’iniziativa nasce da una collaborazione tra l’Azienda ospedaliera e il Crs4, il Centro sardo di ricerca e sviluppo di studi superiori.
LA NOVITÀ Il cosiddetto teleconsulto remoto si inserisce nella più ampia gamma di possibilità offerte dalla telemedicina che sfrutta per scopi clinici le possibilità offerte dalla telecomunicazione. «Il sistema permette di eseguire una prestazione sanitaria a distanza abbattendo le barriere geografiche», chiarisce il direttore della Cardiologia pediatrica del Brotzu Roberto Tumbarello, «infatti nel caso di neonati con problemi cardiaci è necessario decidere rapidamente se procedere o meno al trasferimento verso una struttura specializzata». Attualmente è operativo un prototipo che connette Cagliari all’ospedale Nostra Signora della Mercede di Lanusei, rappresentata ieri dal commissario straordinario della Asl 4 Francesco Pintus. La nuova fase del progetto coinvolgerà altre tre strutture cagliaritane: la Ginecologia del Santissima Trinità, la Terapia intensiva neonatale, Nido e Puericultura della Clinica Macciotta e il Dipartimento di Scienze cardiovascolari dell’Azienda ospedaliero universitaria.
COME FUNZIONA «Attraverso un collegamento telematico il medico avvia la richiesta di teleconsulto al centro specializzato», spiega Francesca Frexia del Crs4, «la connessione permette allo specialista di ricevere in tempo reale le immagini ecografiche inviate dal collega. Inoltre, tramite un sistema di webcam lo specialista può monitorare cosa accade nell’ambulatorio e dare indicazioni su come eseguire l’ecocardiografia. In breve tempo si ottiene una diagnosi precisa ed è possibile prendere una decisione su come procedere, evitando magari trasferimenti inutili. Il tutto con costi relativamente bassi. La condizione necessaria è infatti la possibilità di collegare un video server all’ecografo». Da considerare anche l’opportunità di ricorrere alla cosiddetta second opinion, ossia la richiesta di un secondo parere specialistico.
CARDIOLOGIA Non è casuale la scelta della cardiologia pediatrica come punto di avvio di una sperimentazione che, come ha sottolineato il commissario straordinario del Brotzu Antonio Garau, potrebbe estendersi a altre branche mediche con notevoli risparmi. Infatti, «l’incidenza delle cardiopatie congenite in Sardegna è del 2 per cento tra i nati vivi, il doppio rispetto a quella dei paesi occidentali», precisa Tumbarello. Incidenza che aumenta nelle zone interne dell’Isola: qui le comunicazioni non sono ottimali e una diagnosi tempestiva è fondamentale.
Il progetto Remote si è classificato primo nell’ambito del bando regionale sulla ricerca scientifica (legge 7 del 2006) e ha ottenuto un finanziamento di 260 mila euro. Presto si potrebbe arrivare alla connessione con altre strutture sanitarie e creare in Sardegna una sorta di ambulatorio virtuale di cardiologia pediatrica fino alla nascita di reti integrate di servizi clinici specialistici.
CARLA ETZO
 
 
3 - L’Unione Sarda / Cronaca di Nuoro - Pagina 23
traffico in tilt
Corteo e incidente, ingorgo
Un incidente con due camion e altrettante auto coinvolte e il concomitante corteo degli studenti che contestano la riforma Gelmini, hanno praticamente paralizzato per alcune ore ieri mattina il traffico cittadino. A provocare l’incidente in via Manzoni è stato un camion della nettezza urbana che in fase di manovra ha travolto un’utilitaria che a sua volta è stata tamponata da un’altra vettura mentre un altro grosso mezzo non è riuscito a frenare completando il tamponamento a catena. Nonostante la paura (anche per la presenza di alcuni bambini a bordo delle vetture), l’incidente si è chiuso con un bilancio tutto sommato positivo - quattro feriti lievi - rispetto alla mobilitazione provocata. Sul posto infatti hanno operato per lungo tempo anche i vigili del fuoco impegnati a liberare la carreggiata, mentre gli agenti della Stradale hanno effettuato i rilievi. Grande lavoro anche per i vigili urbani che hanno dovuto faticare per regolare il traffico e sbrogliare gli ingorghi che si sono formati soprattutto a Mughina e in pieno centro nella zona del Tribunale e di piazza Vittorio Emanuele.
A complicare ulteriormente la situazione è stato il corteo degli studenti partito da viale Sardegna verso le vie del centro. Centinaia di ragazzi delle scuole superiori hanno scandito slogan contro la riforma della scuola voluta dal ministro Gelmini. Particolarmente significativa la presenza alla manifestazione degli studenti dell’Università di Nuoro che, in linea con quanto sta succedendo in tutta Italia, hanno voluto portare in piazza tutto il loro malcontento per la riforma degli atenei voluta dal Governo. Alle proteste di carattere nazionale, a Nuoro si aggiungono i problemi per l’Università locale dal futuro più che mai incerto, tanto che L’Associazione per il sostegno dell’università nella Sardegna centrale nei giorni scorsi ha incontrato l’assessore regionale alla Pubblica istruzione Sergio Milia per denunciare «la mancanza di qualsiasi azione volta a realizzare quanto previsto dalla Finanziaria regionale per il polo con Oristano e la bocciatura di una richiesta relativa all’istituzione di un tavolo tecnico presentata a Nuoro a fine agosto dal gruppo consiliare “Città in Comune” e discussa durante l’ultima riunione del Consiglio comunale di Nuoro».
 
 
4 - L’Unione Sarda / Cronaca Regionale - Pagina 5
L’ex assessore regionale Ketty Corona guida una società che produce applicazioni per la Apple. Presto on line la collana della cucina sarda
La Sardegna alla conquista dell’IPad
Le ricette della tradizione culinaria sarda. Le filastrocche per i bimbi. La medicina omeopatica. Perfino la lettera a Babbo Natale, o la storia della 500 Fiat. E sono solo alcuni esempi. C’è un pool di aziende sarde che sfida il mercato delle applicazioni per l’Ipad e l’IPhone - 40 milioni di persone, disseminate in tutto il mondo - e produce le “app” che si acquistano con un clic sul proprio telefono o pc. Il super smart phone della Apple, l’industria dell’high tech col simbolo della mela, e il mini computer piccolo come un notes sono i veicoli dentro i quali scorre, si sviluppa e cresce di minuto in minuto un mercato senza limiti, dove si cerca e si trova - bastano pochi euro e qualche secondo di tempo - qualsiasi sistema per l’intrattenimento, l’informazione, moda e tendenze, i giochi e la geografia, i libri e la musica. “Pulsanti” che, con lo stesso percorso di una navigazione su Internet, permettono un arricchimento della conoscenza assolutamente senza confini.
Una imprenditrice cagliaritana, l’ex assessore regionale Ketty Corona, guida un’azienda che produce contenuti soprattutto in forma multimediale, con un recente sbarco nel dorato pianeta delle applicazioni della Apple. «Il breve ma importante passaggio alla Regione mi ha permesso di ampliare le mie conoscenze, ho cercato di capire come valorizzare al meglio le realtà imprenditoriali e della ricerca che abbiamo in Sardegna». Ora è convinta: «Abbiamo tutto ciò che ci serve per affacciarci ai mercati mondiali. La nostra università dà una preparazione di altissimo livello, in molti casi».
LA STORIA Ketty Corona guida una società, la Discolibro, che da diciotto anni produce contenuti, oggi anche multimediali. Fra i numerosi lavori, anche la collana della cucina sarda distribuita con L’Unione Sarda , iniziativa che aveva riscosso un clamoroso successo. Poi la collaborazione per la realizzazione delle collana sui costumi sardi e prossimamente in uscita i volumi sulla cucina italiana. Ora Discolibro pensa e realizza per l’Ipad: «Un mezzo intuitivo, veloce, dinamico e rivoluzionario», dice la Corona, «entrare nel mercato delle “app” non è facile, ma grazie ai nostri collaboratori e al collegamento fra l’Università e le aziende possiamo proporre dei contenuti che cominciano a piacere». Discolibro ha stretto una partnership con un’altra società sarda, la Xorovo: «Giovani, bravissimi, specializzati nei nuovi media e in tutto quello che riguarda le nuove frontiere dei contenuti», sottolinea Ketty Corona, «dal libro elettronico alle “app” dedicate ai più piccoli». Xorovo ha realizzato una applicazione sugli animali che è stata acquistata 10 mila volte negli ultimi trenta giorni. «Tutti i nostri contenuti, in collaborazione con la Xorovo, vengono ripensati secondo i canoni tecnici legati alle applicazioni dell’Ipad. C’è un rapporto diverso col mezzo, devi fornire anche altri servizi e non solo la trasposizione in formato elettronico dell’opera». Se la Xorovo pensa alla parte tecnica, la redazione di Discolibro ha i contenuti: «Lavoro solo con sardi, credo siano i migliori», sottolinea la Corona.
IL FUTURO Sono pronte una ventina di applicazioni, le prime sono state già spedite elettronicamente alla Apple che, in una settimana, procede all’approvazione. «Vedremo come reagisce il mercato», dice l’imprenditrice, «stiamo preparando la spedizione dei 26 volumi, in formato per IPad della collana della cucina sarda. Ci sarà un forte profumo della nostra Isola fra le decine di milioni di clienti della Apple: noi puntiamo anche, perché no, ai milioni di sardi sparsi nel mondo, desiderosi di leggere e conoscere quanto di meglio la nostra terra sa produrre». Fra pochi giorni, in italiano e inglese, sarà disponibile - per i più piccoli - una letterina per Babbo Natale: «Parte dei guadagni servirà a finanziare un’associazione che aiuta i bimbi dell’Ecuador». L’obiettivo: «Chi ha idee vincenti, ci contatti». ( e. p. )
 
 
5 - L’Unione Sarda / Spettacoli e Società - Pagina 55
Tafferugli davanti al teatro milanese dove è andata in scena la prima di “Die Walküre”
Scala, lacrimogeni e feriti
Tutti in piazza contro i tagli alla cultura
Una prima scaligera indimenticabile. Non (solo) per la bellezza di Die Walküre: e della musica di Wagner, non (solo) per le contestazioni alla regia di Guy Cassiers, ma soprattutto per i tafferugli che hanno caratterizzato la prima dell’opera inaugurale della stagione milanese. Colpi di manganello, cariche delle forze dell’ordine, lancio di petardi e bombe carta da un lato e di lacrimogeni dall’altro. E nove appartenenti alle forze dell’ordine (più un funzionario colpito alla testa) leggermente feriti. Questo il bilancio in Piazza della Scala, dei tafferugli scoppiati tra i Collettivi studenteschi e universitari durante la manifestazione che ha riunito, con gli studenti, molti immigrati e lavoratori dello spettacolo.
Non sono mai riusciti a scavalcare la doppia fila di transenne che blindava Piazza della Scala, ma i circa cinquanta giovani dei Collettivi studenteschi erano comunque giunti in linea d’aria evidentemente troppo vicini all’ingresso del teatro dal lato di via Santa Margherita - con i loro striscioni anti Gelmini e anti Berlusconi - e indossando stavolta (ironici) cappellini da Babbo Natale e qualche casco. Troppo vicini soprattutto per possibili lanci di uova e pomodori. E così, dopo un primo contatto, quando gli agenti in assetto antisommossa sono riusciti a respingerli di una decina di metri, c’è stata una prima carica, seguita da una seconda.
Sono volati colpi di manganello, e lanci di tre bombe carta. E così Piazza della Scala, a circa tre quarti d’ora dall’inizio dell’opera, si è trasformata in un’arena: pochi minuti di scontri durante i quali i manifestanti sono stati ricacciati indietro da carabinieri e polizia, fino all’ingresso di Palazzo Marino, a «invadere» lo spazio della protesta pacifica della piazza, quella dei lavoratori dello spettacolo, degli immigrati che avevano inscenato una protesta con tanto di torre di legno a simboleggiare le manifestazioni di via Imbonati a Milano e della gru a Brescia.
La manifestazione era cominciata tranquillamente con i lavoratori dello spettacolo che avevano tappezzato le transenne che blindavano la Piazza con i loro striscioni e i rappresentati degli immigrati che manifestavano sotto il modelli di un torre di legno, alta cinque metri, per ricordare a chi entrava nel teatro le iniziative di via Imbonati e quella sulla gru di Brescia. A circa mezz’ora dall’inizio, e mentre dalle prime berline scendevano vip, toilette griffate e politici, sono cominciati gli scontri. Alla fine gli studenti e gli immigrati confinati dall’altro lato della piazza hanno scandito a lungo il nome del Capo dello Stato. «Napolitano alza la mano. Presidente aiutaci, siamo disperati». Poi tutto si è concluso.
IN SALA Gli scontri di piazza si sono riverberati sul palcoscenico. Così, prima di prendere in mano la bacchetta per dirigere l’amato Wagner, Daniel Barenboim ha salutato il capo dello Stato si è detto felice di dirigere ancora una volta alla Scala, ma «a nome dei miei colleghi sono molto preoccupato per il futuro della cultura in Italia e in Europa». Quindi ha letto l’articolo 9 della Costituzione, nel quale si afferma che la Repubblica promuove la cultura e la ricerca scientifica.
LISSNER «Mi spiace, quando ci sono manifestazioni così è sempre triste». Lo ha ribadito il sovrintendente alla Scala, Stephane Lissner, commentando le manifestazioni che hanno agitato Piazza Scala. «Purtroppo sono cose che succedono in tutta Europa e avvengono perché non c’è dialogo». Lissner ha suscitato un coro di polemiche col suo commento sulla clamorosa assenza del ministro alla cultura Sandro Bondi: «Avrà avuto altro da fare». Attaccato da più parti, ha aggiunto: «Non c’è nessuna intenzione di polemizzare con il ministro Bondi. Mi hanno chiesto solo se c’era e ho detto di no. Senza ironia».
 
 
6 - L’Unione Sarda / Cronaca Italiana - Pagina 11
Bergamo. L’atto di protesta scatena una condanna bipartisan
Sterco a casa Gelmini Vendetta degli studenti
A Roma scontri tra universitari, vigilantes e polizia. Uno studente ferito, dodici fermati e poi denunciati.
BERGAMO Contestazione nei confronti del ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini: la scorsa notte a Bergamo davanti alla sua abitazione alcuni studenti, per protestare contro la riforma dell’università, hanno appeso uno striscione alla cancellata dell’edificio dove vive il ministro, scaricando dello sterco davanti al cancello.
A ROMA 12 FERMI Ma le contestazioni sono continuate in tutta Italia, non solo alla Scala di Milano, ma anche a Firenze (corteo e occupazione di facoltà), Bari (occupata Lettere) e soprattutto Roma, dove alcuni studenti hanno fatto un blitz alla Fondazione Roma nei pressi di via del Corso, con il bilancio di una vetrata rotta dopo uno scontro con i vigilantes dell’edificio, uno studente ferito e 12 fermati e poi denunciati.
LA PROTESTA L’eco maggiore l’ha avuta la protesta contro l’abitazione del ministro Gelmini: «La città di Bergamo - hanno spiegato gli autori dell’iniziativa - ospita nella sua roccaforte alta il ministro più amato da tutti gli studenti d’Italia. Abbiamo violato questa roccaforte e scaricato davanti a casa Gelmini la ’naturalè reazione alla sua riforma».
SOLIDARIETÀ Pronta la solidarietà bipartisan del mondo politico, in particolare dei presidenti di Senato e Camera, Renato Schifani e Gianfranco Fini. Tra i primi messaggi quello del rettore dell’ateneo di Bergamo, Stefano Paleari ha espresso «profondo rammarico per l’episodio avvenuto presso l’abitazione del ministro Gelmini. Tutti sono consapevoli del momento delicato che attraversa il Paese per aspetti che vanno ben al di là di quelli pur importanti riguardanti la Scuola e l’Università. Proprio per questo è richiesto un atteggiamento sereno e pacato e nel quale le opinioni anche fortemente contrapposte trovino una sintesi politica che rispetti le regole democratiche. Tutta l’Università degli Studi di Bergamo nel condannare fortemente questo gesto esprime le propria solidarietà al ministro Gelmini», conclude il rettore.
IL GOVERNO Messaggi di solidarietà sono venuti, tra gli altri, dai ministri del governo Berlusconi: Mara Carfagna, Angelino Alfano, Franco Frattini, Giorgia Meloni, Altero Matteoli, Raffaele Fitto, Gianfranco Rotondi, Ignazio La Russa e anche dai sottosegretari Paolo Bonaiuti, Rocco Crimi, Stefania Craxi, Elisabetta Alberti Casellati.
PDL E PD Vicinanza al ministro dell’Istruzione è stata data anche dal portavoce del Pdl, Daniele Capezzone e dal senatore della Lega, Mario Pittoni. Dal Pd è arrivata una «condanna senza riserve» del gesto.
STUDENTI DI DESTRA Solidarietà anche dalle organizzazioni degli studenti di centrodestra, mentre la Fds ricorda che si è trattato «soltanto di una goliardata».
    
 
LA NUOVA SARDEGNA 
 
7 - La Nuova Sardegna / Pagina 4 - Nuoro
In piazza contro la Gelmini gli studenti dell’ateneo e quelli delle superiori 
«Addio polo universitario» 
Gli studenti annunciano: da giovedì autogestione 
MARIA GIOVANNA FOSSATI 
NUORO. Combattivi, arrabbiati, propositivi, mai scoraggiati: gli studenti di Nuoro marciano per le vie della città e manifestano tutto il loro «sdegno nei confronti della riforma Gelmini che ci fa tornare indietro di 40 anni quando il diritto allo studio era prerogativa dei figli dei riccchi». Destinazione, la sede del Consorzio universitario in via Salaris. Una protesta che ha visto insieme per la prima volta, universitari e studenti delle superiori. Tutti contro la riforma Gelmini. Aprono il corteo, partito dai terminali dell’Arst di viale Sardegna, manifesti e striscioni. Il primo ha impresso il messaggio che gli studenti vorrebbero fosse chiaro a tutta la città: «Università nuorese per il futuro del paese». Gli altri, ironici, pungenti ed esplicitamente irriverenti. Uno per tutti: “EnteroGelmini per un’università che fa c...”. Perché la manifestazione cominci ad animarsi i ragazzi intonano “Bella ciao” e gridano slogan classici: “Chi non salta del governo è”. Rullano i tamburi, suonano le vuvuzelas, stavolta i problemi dell’istruzione a Nuoro si fanno sentire: «Addio terzo polo universitario. Se passa questa riforma, il nostro diritto all’istruzione va a farsi benedire - commenta Luca Goddi di Aritzo studente di Scienze forestali - Il nostro corso verrebbe soppresso e noi dovremmo continuare gli studi a Sassari. Quelli come me per esempio, che non possono permettersi di pagare un affitto smetterebbero di studiare».
Con i manifestanti anche neolaureati del corso di Scienze forestali. Tra loro, Sebastiano Mastinu 25 anni di Seneghe: «Manifesto in solidarietà agli studenti - dice - È possibile che la sede di Nuoro venga soppressa. E se chiude una sede non c’è la possibilità di continuare da un’altra parte. L’università a Nuoro esiste solo perché il consorzio universitario si impegna a versare una quota dei finanziamenti che non versa lo Stato. Se questa legge passasse è evidente che il Consorzio non si potrebbe fare carico dell’intero ammontare della cifra che serve per mandare avanti i corsi. Per sopravvivere, questo corso sarebbe parificato a quelli del Cepu. Il Cepu essendo una università privata potrebbere accedere ai fondi pubblici e finanziarsi. Con tutto il rispetto per il Cepu, noi non vogliamo finire in un vicolo cieco. Desideriamo che in Italia l’istruzione continui a rimanere pubblica». Sebastiano sta per finire la specialistica e vorrebbe intraprendere la carriera accademica, ma «la lista d’attesa è lunghissima e ormai satura per i possimi 15 anni. Credo che diventare ricercatori sarà proibitivo». A fine manifestazione gli studenti delle superiori annunciano: «Nelle scuole da giovedì prossimo si farà autogestione».
 
 
8 - La Nuova Sardegna / Pagina 9 - Attualità
Bergamo, sacchi di letame sotto casa della Gelmini 
Provocazione contro il ministro della riforma. Cariche della polizia nel centro di Roma, fermati dodici giovani. I collettivi: il 14 assedieremo la Capitale 
ROMA. Contestazione nei confronti del ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini: la scorsa notte a Bergamo davanti alla sua abitazione alcuni studenti, per protestare contro la riforma dell’università, hanno appeso uno striscione alla cancellata dell’edificio dove vive il ministro, scaricando dello sterco davanti al cancello. Ma le contestazioni sono continuate in tutta Italia, a Firenze (corteo e occupazione di facoltà), Bari (occupata Lettere) e soprattutto Roma, dove alcuni studenti hanno fatto un blitz alla Fondazione Roma nei pressi di Via del Corso, con il bilancio di una vetrata rotta dopo uno scontro con i vigilantes dell’edificio, uno studente ferito e 12 fermati e poi denunciati.
«Ci spingevano, hanno fatto una vera caccia all’uomo minacciandoci e dicendo ‘vi facciamo pagare quello che avete fatto i giorni scorsi, così imparate a comportarvi». Così gli studenti universitari ricostruiscono gli scontri di ieri. Era «un’azione dimostrativa e pacifica», spiegano, «abbiamo srotolato uno striscione e fatto volantinaggio. Il vigilante ha reagito in maniera scomposta, gettando un ragazzo contro la porta a vetri dell’edificio, che è crollata, e ha minacciato di spararci in testa». A quel punto, prosegue il racconto, gli studenti sono andati alla fermata dell’autobus lì vicino, dove presto li hanno raggiunti due camionette: «Erano piene di poliziotti in tenuta antisommossa, che ci hanno picchiato e minacciato. Una vera vendetta, ci dicevano ‘dovete pagare per quello che aveva fatto in queste settimane’». Per il 14 dicembre, in contemporanea al voto di fiducia, è prevista una manifestazione nel centro di Roma.
L’eco maggiore l’ha avuta la protesta contro l’abitazione della Gelmini. «La città di Bergamo - hanno spiegato gli autori dell’iniziativa - ospita nella sua roccaforte alta il ministro più amato da tutti gli studenti d’Italia. Abbiamo violato questa roccaforte e scaricato davanti a casa Gelmini la ‘naturale’ reazione alla sua riforma». Pronta la solidarietà bipartisan del mondo politico, in particolare dei presidenti di Senato e Camera, Schifani e Fini. Dal Pd è arrivata una «condanna senza riserve» del gesto. Solidarietà anche dalle organizzazioni degli studenti di centrodestra, mentre la Fds ricorda che si è trattato «solo di una goliardata».
 
 
9 - La Nuova Sardegna / Pagina 30 - Sassari
La riforma della scuola è necessaria 
«Occorre razionalizzare le spese e dare risorse alla ricerca» 
FRANCESCO SECHI 
Mi riferisco all’articolo del 26 novembre a firma di Luciano Piras per invitare il maestro Albino Bernardini a dare il suo contributo indicando i lati negativi della riforma e a proporre quelli che dovrebbero rilanciare, a parere suo, la cultura, la scuola e in particolare l’Università. È troppo semplice per un insigne maestro limitarsi ad uno spot, augurandosi di voler prendere a calci nel sedere il ministro Gelmini. È bene soffermarsi sullo stato di grave disagio che attraversa la scuola italiana da parecchi decenni e proporre almeno qualche linea guida per rilanciarla, allontanandola dallo status quo in cui dominano prevalentemente gli interessi dei baroni con i loro privilegi e con la numerosa corte di parentopoli. È arrivato il momento, per ridare serietà ed efficienza alla scuola, di abbandonare il partito (e il sindacato) della spesa incontrollata e puntare decisamente sulla meritocrazia, tagliando tutti i rami secchi, le rendite corporative; gli intrallazzi e rivolgendo ogni sforzo e attenzione essenzialmente verso i giovani seriamente impegnati nella scuola e nella ricerca, giovani che andranno a rappresentare la spina dorsale della nostra società. È bene ricordare, nel contesto generale, le difficoltà finanziarie in cui si dibattono tutti i governi europei, per cui è arrivato il momento di razionalizzare la spesa puntando sui risultati e sulle eccellenze dei docenti, diboscando quella enorme foresta fatta di ingordi e parassiti. Con l’attuale disavanzo pubblico e con l’oneroso aggravio di interessi passivi, nell’ordine di alcune decine di miliardi all’anno, non andremo da nessuna parte e ci vedremo costretti a sottrarre risorse cospicue alla ricerca e allo sviluppo, mortificando i giovani desiderosi di affermarsi nel nostro paese.
 
 
10 - La Nuova Sardegna / Pagina 11 - Attualità
Manovra da 5,8 miliardi votata al Senato 
Via libera alla Finanziaria
Soldi alle scuole private e tagli al cinque per mille 
ROMA. Il Senato ha approvato definitivamente in seconda lettura la legge di stabilità 2011 ed il bilancio dello Stato per l’anno finanziario 2011 e per il triennio 2011-2013. La legge di stabilità è stata approvata con 161 voti favorevoli (Pdl-Lega-Fli), 127 contrari (Pd-Idv-Udc) e 5 astenuti. La manovra vale circa 5,8 miliardi di euro. La copertura arriverà dall’asta delle frequenze (2,4 miliardi), dalla stretta sui giochi, dalla lotta all’evasione e dal Fondo Letta (1,7 miliardi). Tra i principali contenuti: 1 miliardo al fondo speciale occupazione; detassazione con aliquota del 10% sui premi produzione per salari sino a 40 milioni di euro; 1 miliardo e 25 milioni alle università private e 245 milioni alle scuole paritarie; 100 milioni per la proroga del 5 per mille, 300 in meno rispetto allo scorso anno; proroga degli sgravi del 55% per ristrutturazioni edilizie ecocompatibili.
 
 
11 - La Nuova Sardegna / Pagina 41 - Cultura e Spettacoli
Una lingua normale A Fonni si decide la tutela del sardo 
Tre giorni di intenso dibattito e confronto per definire lo stato dell’arte della limba 
PAOLO PILLONCA 
«La nostra idea forte è quella di riportare la lingua sarda nelle case»: non ha dubbi Giuseppe Corongiu, il giovane direttore del Servizio linguistico della Regione. Il dato era conosciuto da qualche anno, ma il problema rimane grave. Il rischio è sempre drammatico: la perdita della lingua degli antenati. L’imperativo urgente nel gergo dei linguisti viene definito «trasmissione generazionale».
La conferenza annuale della Regione sulla limba che si apre domani e si chiuderà sabato a Fonni - titolo, «Una lingua normale» - avrà come argomento principe proprio questo. «Siamo coscienti del pericolo della scomparsa del sardo ma anche ben attrezzati per scongiurarlo», assicura Corongiu. «Intanto nella giornata conclusiva di sabato avremo in collegamento da Edimburgo la professoressa Antonella Sorace, ordinaria di linguistica in quella università e già nostra ospite a Cagliari. Spiegherà ai genitori interessati come si fa a introdurre la lingua nelle famiglie». Personalmente, Corongiu il problema l’ha già risolto: suo figlio Jaime, quattro anni, è un bambino perfettamente trilingue: italiano, sardo, inglese. Come molti altri bambini che vivono nelle città, di cui nessuno parla. Il figlio di Gianni Loy, ordinario di Diritto del lavoro all’università di Cagliari, parla tre lingue come Jaime: italiano, sardo e spagnolo (la lingua della madre). Molti nonni, inoltre, a Cagliari e in altre città, sono i maestri di limba dei nipotini fin dalla prima infanzia. Ma non divulgano la notizia: preferiscono il fare al dire, una tantum.
«Sarà un momento di riflessione per rinvigorire la nostra identità di popolo con una lingua normale», osserva il neo assessore regionale alla Cultura Sergio Milia. «Questa bella lingua ha trecento diversità locali, una grande ricchezza. Ci interrogheremo su quello che siamo stati, in Italia e in Europa. La nostra conferenza cade nell’anno che celebra il primo secolo e mezzo dell’Unità d’Italia, viviamo il tempo del federalismo: due ottimi collegamenti per esaltare le nostre peculiarità primarie». Milia fa un discorso articolato, pienamente inserito nella contemporaneità, ricco di collegamenti. Il nuovo assessore, del resto, era stato molto chiaro fin dall’inizio del suo mandato: «Non esiste che l’assessorato investa soltanto l’uno per cento delle sue risorse sulla lingua», aveva detto e ribadito il giorno della presentazione del correttore ortografico. Sulle iniziative del Servizio Linguistico oggi Sergio Milia è altrettanto esplicito: «Giuseppe Corongiu sta facendo un ottimo lavoro», riconosce.
In effetti, da quando guida il settore, il giovane intellettuale di Laconi - laureato in lettere e giornalista professionista, competenze che calzano a pennello - può vantare una lunga serie di realizzazioni: l’atlante linguistico, il correttore ortografico, l’atlante toponomastico, la cartellonistica, l’avvio delle traduzioni in sardo delle grandi opere della letteratura mondiale, delle trasmissioni radiofoniche e televisive in limba e delle opere riservate all’infanzia. A questo ha affiancato un’attività pubblicistica delle più intense: Guvernare cun sa limba (2005), Pro una limba ufitziale (2006), Una limba comuna cun milli limbagios (2008), Sa diversidade de sas limbas in Italia, Sardigna, Europa (2010). Senza contare i riconoscimenti all’estero: il più importante gli viene del prestigioso Institut d’ètuds catalans, che pubblicherà il testo di una conferenza tenuta a Barcellona nel 2006. Ma di limba sarda comuna non vuole parlare. Ci sono problemi più urgenti. Su questo la Regione darà vita a un’iniziativa a parte: c’è qualcosa da aggiustare, diciamo pure così. Piuttosto gli interessa un appello ai politici senza distinzione di schieramento: «Abbiate fiducia nella lingua sarda: l’Europa ha dimostrato che le lingue minoritarie sono una risorsa».
La conferenza di Fonni sarà aperta dal sindaco Tonino Coinu. Un altro Coinu, Stefano, capo di gabinetto di Milia, introdurrà i lavori. Nel pomeriggio (16,30) di domani, tavola rotonda sull’attualità della politica linguistica: interverranno Maria Antonietta Piga, Manuela Mereu, Giampaolo Bazzoni, Antoni Maria Pala, Giacomo Mannoni e Giuliana Portas. Concluderà i lavori Marco Viola. Alle 18,30 dibattito sulla letteratura in lingua sarda: protagonisti Michele Carta, Francesco Casula, Frantziscu Cheratzu, Gianfranco Pintore, Anna Cristina Serra e Giulio Solinas.
La mattinata di venerdì avrà questo tema: l’insegnamento del sardo a scuola, dai sogni alla realtà? Interverranno Alessandra Burelli, Antonietta Marra, Rosalba Perini, Michele Pinna, Ignazio Putzu, Carlo Schirru, Tiziana Senesi, Enrico Tocco. Nel pomeriggio si parlerà di normative e progetti operativi per le lingue minoritarie in Europa: interventi di Bojan Brezigar, Guglielmo Cevolin, Giuseppe Corongiu, Joan Elies, Alessandro Mongili, Adell Pitarch, Anna Maria Pla e Sabrina Rasom. Saranno sette le altre minoranze linguistiche coinvolte nel confronto: sloveni, ladini, catalani, albanesi di Calabria, friulani, trentini e franco provenzali. Per la prima volta sarà presente un rappresentante del governo di Roma: Tiziana Senesi.
La conferenza è un evento che si declina nella dimensione del divenire e non può trattare dell’universo mondo. Rimane, tra gli altri, il nodo irrisolto delle università. Quanti sono i docenti di linguistica che parlano la lingua sarda? Mosche bianche, quasi nessuno. Incredibile? Ma vero. Una situazione del genere non esiste da nessuna parte, nel panorama delle minoranze linguistiche europee. Il pubblico delle conferenze e dei convegni ha più volte denunciato l’anomalia, ma la Regione ha continuato ad elargire fondi copiosi agli atenei (qui Pericle non c’entra), soldoni che in molti casi o non sono stati spesi o sono stati utilizzati impropriamente senza che su questo sia mai stata fatta un’indagine seria. C’è perfino chi ha fatto contratti all’amica del cuore per insegnare quello che non sa neppure lui. Dice un proverbio sardo: si est àinu jaòrriat (se è asino raglierà).

 

 

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